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Seriale, Protocollo
Modbus/RTU e SMS
Comunicazione Porta
Seriale,
SCHEDE SICESProtocollo
DST2600 DST2700 DST4400
Modbus/RTU e SMS
AC3000 DST4601 DST4601/PX
GC310 GC315 GC315Plus GC315Link -
GC350 GC500 GC500Plus MC100
DST4602 ATS100 BTB100 ATS115
HS315 GC400 - GC600 MC200 BTB200
MC400
2. Definizioni ............................................................................................................................................. 5
Nel resto del documento si utilizzerà la dicitura “dispositivi” per riferirsi a tutte le schede: DST2600,
DST2700, DST4400, AC3000, DST4601, DST4601/PX, GC310, GC315, GC315Plus, GC315Link,
GC400, HS315, GC350, GC500, GC500Plus, GC600, MC100, MC200, MC400, DST4602, ATS100,
ATS115, ATS115 Plus, BTB100 e BTB200, mentre si utilizzeranno i nomi singoli quando ci si riferisce
ad un tipo specifico di scheda.
2.
BLOCCO - È usato per indicare un’anomalia che rende impossibile il funzionamento del gruppo
elettrogeno e causa l’apertura immediata dell’interruttore GCB e lo spegnimento immediato
del motore, con procedura d’emergenza.
SCARICO - È usato per indicare un’anomalia che rende impossibile il funzionamento del gruppo
elettrogeno. L’interruttore GCB viene aperto dopo che la potenza è stata gradualmente
trasferita sulla rete o su altri generatori (se possibile); lo spegnimento avviene poi con la
procedura normale (con la fase di raffreddamento).
DISATTIVAZIONE - È usato per indicare un’anomalia che rende impossibile il funzionamento del gruppo
elettrogeno e causa l’apertura immediata dell’interruttore GCB e lo spegnimento del motore
con procedura standard (con la fase di raffreddamento).
PREALLARME - È usato per indicare un’anomalia che richiede una manovra dell’operatore ma non richiede
l’arresto del motore.
3.1
I dispositivi sono forniti di serie con una porta seriale compatibile con le specifiche EIA-RS232. Essa è
accessibile dall’esterno attraverso un connettore DB 9 (nove) poli maschio tipo CANON dello stesso
tipo di quelli utilizzati sui PC. La piedinatura del connettore è standard, come di seguito evidenziato:
Piedino Funzione
1 N.C.
2 RX
3 TX
4 DTR
5 GND
6 DSR
7 RTS
8 N.C.
9 N.C.
Nel caso non si avesse a disposizione una seriale RS232 hardware nel PC, oltre al cavo incrociato F/F,
è necessario acquistare un convertitore USB/RS232. Questi convertitori, solitamente autoalimentati
dalla stessa presa USB, permettono di emulare, con le stesse caratteristiche, una seriale RS232
Standard.
Questi convertitori per poter funzionare sono forniti con apposito driver per PC. Per l’installazione del
convertitore, si rimanda alla guida d’installazione fornita con il prodotto.
Dopo l’installazione del driver ed il collegamento dello stesso alla porta USB, il sistema operativo
rivelerà una seriale COM x. Verificare la correttezza delle impostazioni della comunicazione seriale tra
il software di comunicazione del PC ed il dispositivo di controllo.
Di fabbrica le impostazioni dei dispositivi sono:
Per poter comunicare con i dispositivi di controllo è necessario che i convertitori abbiano determinate
caratteristiche:
1) Protezione elettrica: Per evitare problemi di comunicazione e/o interferenze, è necessario che
i dispositivi siano immuni da disturbi sui transitori, che dispongano di protezioni sulla parte di
alimentazione e, che siano opto isolati contro le differenze di potenziale sulle linee che, se molto
elevate porterebbero, oltre a compromettere il corretto funzionamento della comunicazione, al
guasto stesso del circuito.
2) Comunicazione: Che siano trasparenti con i dati di comunicazione e/o compatibili con il
protocollo Modbus RTU.
3) Configurabili: Nel caso ci siano più dispositivi Slave sulla linea RS485, per una corretta
comunicazione seriale, tutti i dispositivi devono avere la medesima configurazione di:
Baudrate, Bit di dati, Parità, e Bit di stop.
Tutti i dispositivi, Master o Slave devono essere sincroni tra di loro per velocità e formato dei
dati. Per questa ragione, esistono diverse tipologie di dispositivi che attuano la
sincronizzazione TX/RX in modalità differenti: automatica, tramite dip switches, con segnali di
controllo.
3.1.2.1 Collegamento con Scheda di controllo
I dispositivi sono forniti a richiesta con un convertitore RS_232RS_485 opzionale. L’utilizzo dei
convertitori permette la connessione di più dispositivi (massimo 32 per BUS) in modalità Master/slave,
e di raggiungere una distanza di collegamento di 1200 metri (rif. 3.1 “Proprietà connessioni”). Tale
convertitore è opto isolato e alimentabile dalla stessa sorgente dei dispositivi.
Questa caratteristica garantisce l’immunità ai disturbi transitori sui segnali che ne impediscono la
corretta ricetrasmissione e differenze di potenziale sulle linee molto elevate che potrebbero
compromettere il corretto funzionamento della comunicazione se non il guasto dei circuiti. I dispositivi
di comunicazione seriale RS232/RS485 prodotti da SICES, attualmente sono:
Questi convertitori possono venire impiegati solo con i dispositivi SICES in quanto necessitano di un
pin come segnale di commutazione TX/RX.
A differenza dei modelli commerciali, questi dispositivi, vengono gestiti dalla scheda di controllo del
gruppo elettrogeno, e quindi i settaggi e i parametri di comunicazione sono gestiti dalla scheda stessa.
• Cavo “A”: è normalmente fornito dal produttore del convertitore RS_232/RS_485 commerciale.
Nella maggior parte dei casi esso è un cavo identico al tipo “C” descritto più sotto.
• Cavo “B”: è un cavo a coppie attorcigliate (twisted-pair) composto da due fili più schermo. La
sezione del cavo può essere di 24 o 22AWG per medie distanze, e dovrà essere aumentata
nel caso di lunghe tratte (ad es.: BELDEN 3105A Multi-conductor-EIA Industrial RS-485
PLT/CM). Per minimizzare le riflessioni, il primo e ultimo dispositivo della rete BUS 485 devono
avere una resistenza di terminazione collegata in parallelo alla linea del valore di 120ohm.
Segue lo schema di collegamento.
• Cavo “C”: è un cavo diritto composto di nove fili. Segue il suo schema:
Schema di collegamento:
3.1.3
I dispositivi possono essere forniti a richiesta con un modem analogico PSTN. Tale modem è installato
all’interno del quadro elettrico ed è alimentato dalla stessa sorgente dei dispositivi. Per funzionare
richiede soltanto una normale linea telefonica commutata PSTN (con attacco RJ11). I dispositivi sono
in grado di interagire con il modem per rispondere a chiamate da remoto e, se opportunamente
configurati, per fare telefonate in seguito a particolari eventi (preallarmi o allarmi) che accadono
sull’impianto. La linea telefonica dovrà presumibilmente essere dedicata a questo scopo, altrimenti
potrebbe rispondere qualcun altro alla chiamata entrante, oppure il dispositivo potrebbe rispondere a
telefonate fonia. Il cavo di collegamento (tra modem e dispositivo) è fornito da SICES s.r.l.
3.2
La seconda seriale è opzionale su molti dispositivi di SICES s.r.l. Quando presente, può essere
utilizzata per due differenti funzioni:
• Per l’espansione degli ingressi e delle uscite digitali del dispositivo (DST4400, AC3000,
DST4601, DST4601/PX). In questo caso si utilizza un protocollo di comunicazione proprietario
di SICES S.r.l. e la porta seriale non può essere utilizzata per il collegamento di dispositivi
esterni.
I dispositivi che non rientrano in alcuna delle precedenti categorie non hanno la seconda porta seriale.
Quelli che rientrano in entrambe, utilizzano un parametro per selezionare l’utilizzo che si intende fare
della seconda porta seriale.
Su alcuni dispositivi (GC315Plus, GC315Link, GC400, HS315, GC350, GC500, GC500Plus MC100,
MC200, MC400, BTB200, ATS115 Plus, DST4602) la seconda porta seriale è fornita di serie. È
possibile scegliere (in fase d’ordine o su alcuni dispositivi tramite dip-switch) se la seconda porta seriale
deve essere RS-232 o RS-485.
Vicino al connettore JZ è presente un selettore a levetta (S5) per selezionare la modalità tra RS232 o
RS485. Il selettore S4 permette la chiusura di terminazione del bus RS485. La piedinatura del
connettore è di seguito evidenziata:
Piedino Funzione se RS232 Funzione se RS485
1 RX A
2 TX B
3 GND -
4 - Schermo
Note: per maggiori informazioni sulla connessione DITEL, riferirsi a manuale EAAM0192XX.
Avvertenza: la seconda porta seriale, se utilizzata per connessioni all’esterno del quadro
elettrico, necessita di opportuni convertitori galvanicamente isolati (ad es. E61020217XXXX
Convertitore RS232/RS485 isolato).
3.2.3
Schema di collegamento per connessione RS232, ad esempio con porta seriale PC:
3.2.4
Il connettore J14 è la connessione secondaria RS232/RS485, essa è selezionabile tramite selettori
hardware, composta da 1 connettore a 4pin. La configurazione tra RS232 o RS485, avviene tramite switch
S4 mentre lo switch S5 seleziona l’impedenza di terminazione.
La porta seriale J14 è disponibile solo nella modalità Modbus Standard ed il parametro P. 0471 non
permette altre scelte.
• Nella configurazione RS232 il pin 4 (DTR) è utilizzato come segnale di controllo per la
commutazione in trasmissione/ricezione.
3.2.5
La connessione secondaria RS485 è presente di serie. Il connettore JO è un connettore a 3 pin con
predisposizione per bilanciamento della linea a 120ohm. La configurazione della porta seriale, per la
gestione della comunicazione, avviene tramite i parametri P.0472, P.0473, P.0474, P.0475. Per utilizzare
la terminazione da 120ohm (bilanciamento della linea) è necessario effettuare un ponticello tra il pin 1 e il
pin 2. La linea RS485 andrà collegata al pin 2(B) e il pin 3(A). Il tipo di conduttore da impiegarsi è
descritto al capitolo “3.2.2.1 Collegamento con scheda di controllo”
3.2.6
La seconda porta seriale è accessibile dall’esterno attraverso un connettore JW a quattro poli.
Vicino al connettore JW è presente un selettore a levetta (S5) che permette la chiusura di terminazione
del bus RS485. La piedinatura del connettore è di seguito evidenziata:
In modo particolare, l’utilizzo in combinazione con i dispositivi di controllo gruppo SICES S.r.l. e del
software di supervisione SICES S.r.l. permette di gestire il/i gruppo/i elettrogeno/i dalla rete locale di
Personal Computer.
3.3.1.1 GC315Plus, GC315Link, ATS115 Plus, GC400, GC600, MC400, MC200, BTB200, HS315,
DST4602-E
Questi dispositivi possono avere a bordo scheda la porta Ethernet e la gestione della stessa tramite
parametri di configurazione.
E6102141101xx: Scheda GC315Plus, GC315Link, HS315 e ATS115 Plus con porta Ethernet a bordo
scheda
DST4602-E
Cablare e connettere un cavo di rete dritto o incrociato (crossover) con manifattura UTP, STP o FTP e
categoria CAT5 o superiore tra il connettore J25 della scheda DST4602 ed una presa di rete ethernet cablata,
Switch di rete o HUB Ethernet.
Il cablaggio dei connettori RJ45 tra il dispositivo e la presa di rete ethernet deve corrispondere secondo gli
standard EIA/TIA-568A/B. Sono consentite tutte le tipologie di connessioni in commercio (vedere figure di
seguito), cavi dritti di tipologia A o B e cross-over, in quanto non è necessario preoccuparsi del tipo di cavo
Ethernet da utilizzarsi in quanto supportata la funzione MDI/MDIX per l’auto negoziazione.
Dopo aver collegato il cavo di rete al connettore J25(DST4602-E) e/o JS (GC315Plus, GC315Link,
GC400, MC400, HS315) e/o JY (GC600, MC200, BTB200) ed alla presa di rete, verificare l’accensione
del led verde “A” il quale si comporterà in modo diverso a seconda della velocità di collegamento:
Verificare l’accensione lampeggiante del led giallo “B” Activity/Link ad indicare lo scambio dati sulla
rete.
3.3.1.2 DST2600 DST2700 DST4400 AC3000 DST4601 DST4601/PX GC310 GC315 GC400
- HS315 GC350 GC500 GC500Plus GC600 MC100 MC200 MC400 - DST4602 ATS100 -
ATS115 - BTB100 - BTB200
I dispositivi possono essere forniti a richiesta con un convertitore MODBUS TCP/RTU GATEWAY. Il
convertitore permette di connettere uno o più dispositivi MODBUS RTU in una rete ETHERNET.
Possono essere gestiti contemporaneamente fino a 32 slave. Tipologie diverse di dispositivi possono
essere connessi sulla stessa linea RTU. La possibilità di gestione di più socket TCP e più transazioni
MODBUS, per ogni Socket TCP, permette di comunicare con dispositivi diversi da più stazioni e da
applicazioni differenti della stessa stazione.
In aggiunta l’implementazione all’interno del GATEWAY di un Server web con quattro ingressi e quattro
uscite ON/OFF permettono l’utilizzo del dispositivo “stand-alone” o di monitorare/comandare segnali
ausiliari. La funzionalità di Server web è in aggiunta a quelle esistenti: consente di visualizzare i dati del
dispositivo collegato attraverso un qualsiasi browser web (Google Chrome, Microsoft® Internet
Explorer, Mozilla Firefox®, eccetera). Esiste la possibilità di personalizzare ed aggiornare da remoto la
pagina web relativa al dispositivo visualizzando le informazioni desiderate.
Tale convertitore è prodotto da SICES S.r.l. e può essere montato all’interno del quadro elettrico. Si
alimenta dalla stessa sorgente dei dispositivi. È fornito di una porta RS_232 o RS485 attraverso la quale
si collega al dispositivo/i. Il cavo di collegamento (tra il convertitore e il dispositivo) è fornito da SICES,
il cavo di collegamento alla rete ETHERNET è a carico del cliente.
Questi connettori sono utilizzati principalmente per l’aggiornamento del Firmware e per la configurazione
dei parametri di configurazione. Per la connessione si utilizza un cavo commerciale USB di tipo USB A
Maschio/USB B Maschio con lunghezza massima di mt3.
3.3.2.2 GC315, GC315Plus, GC315Link, GC400, ATS115, ATS115 Plus, HS315, GC600, MC200, MC400,
BTB200.
In questi dispositivi la presa USB è gestita per l’aggiornamento del Firmware della scheda e per la
programmazione dei parametri di configurazione.
HS315
Per generalità, viene nel seguito riportata una tabella che elenca i parametri per funzione e ne indica il
codice per ogni dispositivo.
GC350-GC500-GC500Puls
Descrizione Parametro
Numero Parametro
GC400 - GC600
DST4601/PX
Riferimento
DST4602
BTB100
BTB200
MC100
MC400
MC200
P.0451 Utilizzo della prima X X X X X X X X X
P.4201 porta seriale X
P.0452 Indirizzo Modbus X X X X X X X X X
1° Porta seriale
seriale)
P.0474 Impostazioni X X X X X X X X
seconda porta
P.4214 X
seriale
P.0475 Ordine dei registri X X X X X X X
Modbus seconda
P.4215 X
porta seriale
seriale
P.0004 X
P.0459 #2 Numero di X X X X X X X X X
telefono
P.4225 X
P.0460 #2 Tipo di numero X X X X X X X X X
di telefono
P.4226 X
Modem
P.0461 #3 Numero di X X X X X X X X X
P.4227 telefono X
P.0462 #3 Tipo di numero X X X X X X X X X
P.4228 di telefono X
P.0463 #4 Numero di X X X X X X X X X
P.4229 telefono X
P.0464 #4 Tipo di numero X X X X X X X X X
P.4230 di telefono X
P.0465 Modalità di X X X X X X X X X
P.4231 chiamata X
P.0466 Numero di squilli X X X X X X X X X
P.4232 prima di rispondere X
P.0467 Numero di SMS da X X X X X X X X X
P.4233 inviare X
P.0468 Numero di tentativi X X X X X X X X X
P.4234 di chiamata dati X
o Indirizzo Modbus della prima porta seriale. Questo parametro permette di associare un
indirizzo numerico (1-247) al dispositivo. Serve perché il protocollo di comunicazione
MODBUS implementato dal dispositivo, utilizza un sistema di selezione numerica del
o Baud rate della prima porta seriale. Questo parametro permette di selezionare la velocità
con cui s’intendono scambiare i dati con il dispositivo. Sono disponibili i valori 300, 600, 1200,
2400, 4800, 9600, 19200, 38400 e 57600 baud. Il valore predefinito è 9600, che è la velocità
più utilizzata nelle comunicazioni seriali. Tale valore è anche assunto per default dai
programmi di supervisione SICES; se si varia, occorre variare di conseguenza anche la
configurazione di tali programmi.
o Impostazioni della prima porta seriale. Questo parametro permette di configurare il numero
di bit per ogni carattere (7 o 8), il numero di bit di stop (1 o 2) e l’eventuale bit di parità (E =
pari, O = dispari, N = nessuno). Nella programmazione da tastiera si utilizza una stringa del
tipo “8, N,1” per indicare la configurazione con otto bit di dati, nessun bit di parità e un bit di
stop. Sono disponibili i seguenti valori:
▪ “8, N,1”.
▪ “8, N,2”.
▪ “8, E,1”.
▪ “8, E,2”.
▪ “8, O,1”.
▪ “8, O,2”.
▪ “7, N,1”.
▪ “7, N,2”.
▪ “7, E,1”.
▪ “7, E,2”.
▪ “7, O,1”.
▪ “7, O,2”.
Il valore di default è “8, N,1” che è il più utilizzato nelle comunicazioni seriali. Le
configurazioni con sette bit di dati sono previste per generalità, ma non possono essere
utilizzate con il protocollo MODBUS RTU implementato dal dispositivo (sono previste
per una futura implementazione del protocollo MODBUS ASCII).
o Ordine dei registri Modbus della prima porta seriale. Permette di configurare come
le grandezze espresse con 32 bit vengono divise sui registri MODBUS:
▪ 0: indica che il registro di indice inferiore contiene i 16 bit meno significativi del
valore.
▪ 1: indica che il registro di indice inferiore contiene i 16 bit più significativi del
valore.
o Ritardo risposta Modbus della prima porta seriale. Permette l’introduzione di un
ritardo tra la ricezione del comando Modbus e la trasmissione della relativa risposta in
ms(millisecondi).
• Seconda porta seriale
o Utilizzo della seconda porta seriale. Permette di selezionare in che modo si intende
utilizzare la seconda porta seriale del dispositivo:
▪ 0: per il collegamento alle schede di espansione DITEL.
▪ 1: per una normale connessone MODBUS RTU (il dispositivo è slave).
o Indirizzo Modbus seconda porta seriale. Vale quanto detto sopra per il parametro
“Serial port address”, ma applicato alla seconda porta seriale.
• Comuni.
o Password per comandi da porte seriali. Configura una password alfanumerica
(lunga al massimo sette caratteri) che, se impostata, dovrà essere fornita negli SMS
inviati al dispositivo, nella comunicazione diretta RS232/485 per la scrittura dei
parametri, e nelle chiamate effettuate o ricevute dal dispositivo.
2. Facendo una chiamata dati (cioè una chiamata telefonica verso un numero al quale ci si aspetta
che risponda un computer in grado di accettare la chiamata e scaricare i dati e gli stati del
dispositivo).
1. Impostare uno o più numeri telefonici, indicando per ognuno se deve essere destinatario di uno
SMS o di una chiamata dati.
5.1
Se il dispositivo è collegato ad un modem GSM, se è stato configurato almeno un numero di telefono
per gli SMS, e se nel parametro “Eventi per segnalazioni” è stato configurato almeno un evento, al
verificarsi dell’evento il dispositivo esegue i seguenti passi:
1. Ricerca il primo numero configurato per l’invio di SMS.
2. Invia uno SMS a tale numero.
3. Verifica se sono stati configurati più di uno SMS per ogni numero. Se no (o se li ha già inviati tutti)
prosegue con il punto quattro, altrimenti attende cinque secondi e poi prosegue con il punto due.
4. Verifica se esistono altri numeri configurati per l’invio di SMS. Se ce ne sono, il dispositivo attende
cinque secondi e prosegue con il punto due, altrimenti termina (fino al prossimo evento).
Riassumendo quindi, per ogni nuovo evento che richiede l’invio di uno SMS, sono inviati tanti SMS a
ciascun numero destinatario di SMS, quanti sono quelli configurati con il parametro “Number of SMS
for each event”.
5.2
Al contrario degli SMS, le chiamate dati possono essere effettuate anche con un comune modem
analogico PSTN, oltre che con il modem GSM. Se il dispositivo è collegato ad un modem, se è stato
configurato un numero di telefono per le chiamate dati e se nel parametro “Eventi per segnalazioni” è
stato configurato almeno un evento, al verificarsi dell’evento il dispositivo esegue i seguenti passi:
1. Ricerca il primo numero configurato per le chiamate dati.
2. Effettua una telefonata verso tale numero.
3. Se la comunicazione ha successo ed il destinatario esegue l’operazione di riconoscimento della
chiamata (vedere nella descrizione del protocollo MODBUS), la procedura è terminata, e ripartirà
al verificarsi del successivo evento.
4. Se invece la comunicazione non ha successo oppure il chiamato non esegue l’operazione di
riconoscimento, il dispositivo attende un minuto e poi prosegue con il punto cinque.
5. Verifica se esistono altri numeri configurati per le chiamate dati. Se ce ne sono, la procedura riparte
con il punto due, altrimenti prosegue con il punto sei.
6. Verifica se sono esauriti i tentativi di chiamata configurati. Se non lo sono riparte dal punto uno. Se
sono esauriti, il dispositivo verifica se la causa che ha scatenato la chiamata è ancora presente. Se
Riassumendo, quindi, per ogni nuovo evento che richiede una chiamata dati è eseguito un tentativo di
comunicazione con ciascun numero configurato. Se nessuno risponde e riconosce la chiamata, si ripete
il tentativo su ciascun numero fino all’esaurirsi dei tentativi configurati. Solo a questo punto la procedura
può essere abortita se non è più presente la causa scatenante. Supponendo di aver configurato tutti i
numeri per le chiamate dati e di avere impostato cinque tentativi, se nessuno risponde saranno eseguite
venti chiamate a distanza di un minuto una dall’altra. Se al termine la causa è ancora presente, si
attendono cinque minuti e poi si ripete un altro ciclo di venti chiamate e così via.
L’operazione di riconoscimento della chiamata consiste nello scrivere un valore diverso da zero in una
particolare variabile del dispositivo, utilizzando il protocollo MODBUS. Questa operazione è molto
importante perché garantisce al dispositivo che qualcuno ha preso atto della sua situazione. Se, infatti,
durante una chiamata, il modem remoto risponde ma poi non è attivo il programma che deve gestire le
chiamate, oppure se la comunicazione termina prima che tale programma abbia acquisito lo stato
completo del dispositivo, il ciclo delle chiamate non deve essere abortito.
Mentre per gli SMS la causa scatenante è immediatamente comprensibile (dal testo dello SMS), per le
chiamate dati il programma che le gestisce deve acquisirne le cause dall’archivio storico del dispositivo.
La registrazione in questo archivio è immediatamente bloccata dal dispositivo quando accade
un’anomalia sull’impianto. Lo sblocco dell’archivio può essere fatto con un comando da linea seriale (lo
deve fare il programma di gestione al termine dell’acquisizione dello storico), oppure localmente
modificando la modalità di funzionamento del dispositivo prima in OFF e poi in qualunque altra
posizione. Lo stato d’archivio bloccato è utilizzato al termine di un ciclo di chiamate (20 telefonate
nell’esempio precedente) per decidere se interrompere le chiamate oppure proseguire. Se l’archivio è
bloccato significa che nessuno ha preso atto della situazione, né localmente né da remoto, e quindi le
chiamate devono proseguire. Notare però che alcune delle possibili cause scatenanti di chiamate dati
non sono anomalie ma stati (presenza/mancanza rete elettrica, avviamento/arresto del motore). In
questi casi l’archivio non è mai bloccato e quindi al termine del primo ciclo i tentativi di chiamata sono
abortiti (sono in ogni modo effettuati n. tentativi per ciascun numero configurato).
Durante le pause tra i tentativi di chiamata (uno o cinque minuti), il dispositivo è lo stesso in grado di
accettare chiamate o SMS entranti. Se una chiamata entrante riconosce la situazione, i tentativi di
chiamata sono in ogni caso abortiti. Se invece la chiamata entrante non riconosce la situazione, ma
sblocca l’archivio storico, le chiamate termineranno alla fine del ciclo.
6.
I dispositivi implementano il protocollo di comunicazione MODBUS.
Esso è un protocollo molto diffuso che si è imposto come standard in ambito industriale. Sono previste
due codifiche di base del protocollo: RTU, in cui tutte le informazioni sono trasferite in binario (riducendo
le dimensioni dei messaggi), e ASCII, in cui invece le informazioni sono espresse solo con caratteri
standard ASCII. Questa seconda codifica raddoppia circa la dimensione dei messaggi scambiati tra le
apparecchiature, ma permette l’utilizzo di MODBUS anche su sistemi che consentono la trasmissione
di massimo sette bit per byte. I dispositivi implementano solo la codifica RTU.
MODBUS è un protocollo “Master-Slave”. Questo significa che deve esistere un’entità “Master/Client”
che effettua delle richieste e una o più entità “Slave/Server” che rispondono. Su una linea seriale
normale (RS-232, RS-485), MODBUS non supporta più di un “Master/Client”. Questo perché il
protocollo non prevede alcun meccanismo per disciplinare i tempi e le modalità con cui il “Master/Client”
utilizza la linea di comunicazione. In altre parole non esiste alcun modo per evitare che due o più
“Master/Client” utilizzino la linea di comunicazione contemporaneamente. Il protocollo permette invece
l’esistenza di più “Slave/Server” sulla linea di comunicazione associando ad ognuno di loro un
identificatore numerico (indirizzo). I dispositivi implementano il protocollo MODBUS solo come
“Slave/Server” e permettono di configurare il proprio indirizzo MODBUS attraverso un parametro di
programmazione.
Le caratteristiche della comunicazione (baud rate, parità, numero di bit per byte, di start e di stop) sono
completamente configurabili attraverso alcuni parametri di programmazione del dispositivo.
Segue un elenco dei comandi MODBUS implementati dai dispositivi. Tutti questi comandi sono conformi
agli standard imposti dalle specifiche di MODBUS.
Codice Comando Descrizione
03 Read Holding Register Legge informazioni numeriche accessibili in
lettura/scrittura.
04 Read Input Register Legge informazioni numeriche accessibili in sola
lettura.
06 Preset Single Register Scrive un’informazione numerica accessibile in
lettura/scrittura.
16 Preset Multiple Register Scrive una o più informazioni numeriche
accessibili in lettura/scrittura.
17 Report slave ID Restituisce dei codici d’identificazione del
dispositivo.
22 Mask Write Register Modifica solo alcuni bit di un’informazione
numerica accessibile in lettura/scrittura.
23 Read/Write Multiple Registers Con un unico comando, legge alcune informazioni
numeriche accessibili in lettura/scrittura e ne
scrive delle altre.
43 Read Device ID Restituisce dei codici d’identificazione del
dispositivo.
Per i comandi 03, 04 e 16 il numero massimo di registri per ciascun messaggio è 125. Per il comando
23, il numero massimo di registri scrivibili è 121, mentre se ne possono leggere 125. Se si cerca di
leggerne/scriverne un numero maggiore, si ottiene una “Exception” come risposta. Per tutti i comandi
che coinvolgono i registri, l’informazione contenuta in ciascun registro è trasmessa con due byte binari,
dei quali il primo contiene gli otto bit più significativi del registro e il secondo contiene gli otto bit meno
significativi.
6.1
In MODBUS, le informazioni numeriche sono chiamate “registri”. I registri a sola lettura sono chiamati
“Input Registers”, mentre i registri leggibili/scrivibili sono detti “Holding Registers”. Ogni registro (a
qualunque categoria appartenga) è identificato da un numero compreso tra 1 e 9999, cui si deve
aggiungere una cifra in testa che ne identifica la categoria. Gli “Input Registers” sono quindi identificati
dai numeri 30001-39999 mentre gli “Holding Registers” sono identificati dai numeri 40001-49999. NB:
questa è la nomenclatura standard, ma non è l’unica; molti sistemi di supervisione commerciali
utilizzano la numerazione tra 0 e 9999 dei registri.
6.2
I dispositivi implementano solo i comandi per il trasferimento d’informazioni numeriche. Questo perché
esistono dei sottoinsiemi di MODBUS (vedi JBUS) che fanno esattamente questo. Trasferendo tutte le
informazioni utilizzando solo i sopraccitati comandi MODBUS, si rendono i dispositivi compatibili anche
con questi protocolli derivati da MODBUS.
Per quanto riguarda le informazioni numeriche acquisibili dai dispositivi, esse possono essere con o
senza segno (la maggior parte sono senza). Una variabile con segno è trasmessa utilizzando la
convenzione “complemento a due”. Tale convenzione impone che un numero negativo sia espresso
utilizzando il corrispondente numero positivo invertendo lo stato di tutti i bit e sommandogli uno. Con
questo sistema, un numero è considerato negativo se il bit più significativo è uno. Le informazioni
numeriche dei dispositivi possono anche contenere valori non esprimibili con un unico registro
MODBUS. In questi casi il dispositivo utilizza due registri MODBUS consecutivi. Per default, la parte
bassa del valore è posta nel registro d’indice più basso e la parte alta del valore nel registro d’indice
maggiore. Questo comportamento è modificabile con un parametro di programmazione del dispositivo,
ma rende il dispositivo stesso incompatibile con i software di gestione di Sices. Tutte le informazioni
numeriche dei dispositivi sono espresse utilizzando le unità ingegneristiche delle grandezze cui sono
riferite (potenze in kW, correnti in Ampere ecc.). Queste grandezze sono acquisite e talvolta visualizzate
dai dispositivi con una precisione anche maggiore. Contengono cioè una parte decimale. Tale parte
decimale è trasmessa anche via MODBUS. Nei documenti specifici per ciascun dispositivo, per ogni
registro sarà indicato se ha una parte decimale specificandone il numero di bit che la descrivono. Un
registro che ha zero bit decimali non ha alcuna parte decimale. Un registro che ha otto bit decimali, ha
una parte decimale il cui valore è memorizzato negli otto bit meno significativi del registro. Per ricavare
il valore reale dell’informazione dal contenuto del registro, occorre dividere il contenuto del registro per
due elevato al numero di bit decimali.
Si tenga presente che quanto finora detto (segno, utilizzo di più registri consecutivi e parte decimale)
può essere interamente applicabile anche ad una sola informazione. Per esempio, la potenza reattiva
totale del sistema è un’informazione con segno che contiene una parte decimale e che utilizza due
registri consecutivi.
Nel resto di questo paragrafo sono descritti in dettaglio i codici utilizzati nel presente documento e nei
documenti dedicati a ciascun dispositivo per descrivere le informazioni trasferite attraverso il protocollo
MODBUS.
6.2.1
Questo codice indica un insieme d’informazioni booleane. Le informazioni possono occupare uno o più
registri (contigui). Il campo “XX” indica il numero di registri utilizzati per rappresentare le informazioni.
Nei documenti che descrivono le singole informazioni in dettaglio, per questa categoria sarà sempre
riportata una tabella che descrive cosa è associato a ciascun bit dei registri MODBUS coinvolti.
6.2.2
Questo codice indica un’informazione numerica senza segno espressa con un solo registro MODBUS.
Alcuni bit dell’informazione possono rappresentare la sua parte decimale. Il campo “XX” indica il numero
di bit decimali.
Il valore massimo è 65535 ((2^16) – 1) diviso per due elevato al numero di bit decimali.
6.2.3
Questo codice indica un’informazione numerica con segno espressa con un solo registro MODBUS.
Alcuni bit dell’informazione possono rappresentare la sua parte decimale. Il campo “XX” indica il numero
di bit decimali. Il bit più significativo del registro indica il segno e quindi restano 15 bit per rappresentare
il valore.
Il valore massimo esprimibile con questo formato è (2^15) -1 diviso per due elevato al numero di bit
decimali. Il valore minimo è -(2^15) diviso per due elevato al numero di bit decimali.
6.2.4
Questo codice indica un’informazione numerica senza segno espressa con due registri MODBUS.
Alcuni bit dell’informazione possono rappresentare la sua parte decimale. Il campo “XX” indica il numero
di bit decimali.
Il valore massimo è 4294967295 ((2^32) – 1) diviso per due elevato al numero di bit decimali.
Seguono degli esempi (supponendo che il registro di indice inferiore contenga la parte meno
significativa della grandezza):
6.2.5
Questo codice indica un’informazione numerica con segno espressa con due registri MODBUS. Alcuni
bit dell’informazione possono rappresentare la sua parte decimale. Il campo “XX” indica il numero di bit
decimali. Il bit più significativo del registro indica il segno e quindi restano 31 bit per rappresentare il
valore.
Il valore massimo esprimibile con questo formato è (2^31) -1 diviso per due elevato al numero di bit
decimali. Il valore minimo è -(2^31) diviso per due elevato al numero di bit decimali.
Seguono degli esempi (supponendo che il registro di indice inferiore contenga la parte meno
significativa della grandezza):
1) SL_00 (nessun bit decimale).
Supponiamo di leggere il valore 31072 nel registro d’indice inferiore, e 65534 nel registro d’indice
superiore. Come si può vedere, il bit 15 del registro superiore è 1 e quindi rappresenta un valore
negativo. Per ricavare il valore reale occorre:
a) Moltiplicare il registro superiore per (2^16) 4294836224
b) Sommare il registro inferiore 4294867296
c) Rappresentarlo in hex FFFE7960H 11111111111111100111100101100000
d) Invertire tutti i bit 0001869FH 00000000000000011000011010011111
e) Sommare uno 000186A0H 00000000000000011000011010100000
f) Rappresentare in decimale 100000
g) Dividere per due elevato al numero di bit dec. 100000 / (2^0) = 100000
6.2.6
Questo codice indica un’informazione di tipo stringa ASCII. L’informazione può occupare uno o più
registri (contigui). Il campo “XX” indica il numero di registri.
Le stringhe sono trasferite attraverso MODBUS memorizzando due caratteri per ciascun registro e
utilizzando un certo numero di registri consecutivi. Un esempio di stringa può essere il nome
dell’impianto che su alcuni dispositivi è trasferito utilizzando gli “holding registers” 40829-40840 (e che
quindi sarà identificato dal formato STR_12). Il nome dell’impianto è composto quindi al massimo da 24
caratteri (12 registri per due caratteri). Si tenga conto però che deve anche essere presente il
terminatore delle stringhe che è il carattere ASCII 00. Per fare un esempio, si supponga che il nome
dell’impianto sia “NUOVO IMPIANTO”. Esso sarà così trasferito:
6.2.7
Questo codice indica un’informazione di tipo stringa HEX. L’informazione può occupare uno o più
registri (contigui). Il campo “XX” indica il numero di registri.
Le stringhe hex sono trasferite attraverso MODBUS memorizzando quattro cifre esadecimali per
ciascun registro e utilizzando un certo numero di registri consecutivi. Un esempio di stringa può essere
il numero di serie del dispositivo che su molti dispositivi è trasferito utilizzando gli “input registers” 30108-
30110 (e che quindi sarà identificato dal formato SHEX_03). Il numero di serie è composto quindi al
massimo da 12 cifre hex (3 registri per quattro cifre). Per fare un esempio, si supponga che il numero
di serie sia “000008EF94C7”. Esso sarà così trasferito:
30108 0x94C7
30109 0x08EF
30110 0x0000
6.2.8
Alcuni registri sono stati riservati perché la loro assegnazione è prevista a funzioni che saranno
successivamente implementate. Inoltre alcuni registri hanno restrizioni d’utilizzo dovuti alla
configurazione del dispositivo o a restrizioni per accesso (sola scrittura o sola lettura). Tali restrizioni
sono marcate con un # nelle tabelle riepilogative, nei documenti che descrivono i registri per ciascun
dispositivo.
7.
I dispositivi SICES S.r.l. implementano un protocollo SMS per permettere l’accesso agli stati e alle
misure del quadro di controllo di un gruppo elettrogeno, senza la necessità di avere un PC e il relativo
modem. Inoltre, permette la segnalazione immediata d’anomalie senza che debba esserci un PC
sempre acceso e pronto per ricevere segnalazioni. È inoltre possibile la trasmissione spontanea di
alcuni stati.
Questo paragrafo descrive il protocollo SMS, in modo da dare all’utilizzatore le informazioni necessarie
per comunicare con il dispositivo e quindi con l’impianto.
Il protocollo SMS è “CASE UNSENSITIVE”; in altre parole, i messaggi possono essere compilati sia
con lettere maiuscole sia con lettere minuscole. Normalmente il separatore tra i vari campi di un
messaggio è lo spazio, solo in alcuni casi si utilizzano anche le virgole.
7.1
Per utilizzare il protocollo SMS è necessario un modem GSM (da richiedere a SICES S.r.l., che fornirà
un modem testato con il dispositivo). Il modem, per la parte di comunicazione, deve essere collegato
alla porta seriale principale del dispositivo (il cavo di collegamento è fornito insieme al modem) e, per
la parte di alimentazione, deve essere collegato alla tensione Batteria. Il riconoscimento del modem è
automatico: occorre solo configurare il parametro “Serial link type” per lavorare con i modem e non con
la RS_485. Durante il funzionamento, è possibile visualizzare sul display del dispositivo l’operatore
telefonico ed il livello del segnale della rete GSM.
7.2.1
Note: La categoria “Letture” è libera, cioè chiunque conosca questo protocollo e il numero di telefono
dell’impianto può interrogare l’impianto e otterrà le informazioni desiderate (notare che in ogni caso già il
numero di telefono GSM è in qualche modo una forma di protezione dell’impianto).
Importante: le altre due categorie possono invece essere protette con una password che deve essere
configurata precedentemente sul dispositivo. Tale password è unica per le due categorie. Se non è
configurata alcuna password sul dispositivo, allora anche le categorie “Scritture” e “Comandi” diventano
libere. La password è una sequenza qualunque di lettere, numeri e simboli, lunga al massimo sette
caratteri.
7.2.2
I messaggi verso il dispositivo hanno sempre il seguente formato:
Il primo campo è opzionale. Se si mette, deve obbligatoriamente cominciare con la lettera P. Permette
di indicare la password dell’impianto (XXXXXXX). Nell’esempio ci sono sette X per indicare la password:
naturalmente se la password è più breve si dovranno digitare meno caratteri. Tra la password e i campi
successivi ci deve essere uno spazio. Il secondo campo (codice) deve contenere uno dei comandi
descritti nel seguito del capitolo. Il terzo campo varia in funzione del campo codice e può anche non
esistere.
GC400 - GC600
DST4601/PX
GC500Plus
DST2600
DST2700
DST4400
DST4601
DST4602
AC3000
ATS100
ATS115
BTB100
BTB200
MC100
MC400
MC200
HS315
READ NETWORK X X X X X X X X X X X X X X
READ MODEM X X X X X X X X X X X X X X
READ CONFIG X X X X X X X X X X X X X X
READ PARAMETER X X X X X X X X X X X X X X
READ STATUS X X X X X X X X X X X X X X
READ WARNINGS X X X X X X X X X X X X X X
READ ANALOG1 X X X X X X X X X
READ ANALOG2 X X X X X X X X X X X
READ ANALOG3 X X X X X X X X X
READ SOURCEA X X
READ SOURCEB X X
READ LOAD X X
READ PLANT X X X
READ MAINS X X X
READ GENERATORS X X X
READ EXTRA TEMP X X X X X
7.2.3
A questa categoria appartengono i messaggi che permettono di conoscere lo stato completo
dell’impianto. Ci sono messaggi che permettono di ottenere lo stato generale dell’impianto e altri che
permettono di conoscere informazioni più dettagliate di una certa categoria.
Questo messaggio permette di conoscere alcune informazioni riguardanti la scheda telefonica SIM
inserita nel modem GSM. A questo messaggio il dispositivo risponde inviando un solo SMS che può
essere:
• NETWORK CONFIGURATION
Questo messaggio è utilizzabile per inviare un comando valido al modem GSM e ottenerne la risposta
con uno SMS. È molto utile perché permette da remoto di ottenere informazioni che riguardano la rete
GSM (per esempio il livello del segnale). Fare riferimento al manuale del modem per i possibili comandi.
Il parametro QQQQ deve contenere il comando per il modem privo del prefisso “AT” e privo del
terminatore “CRLF”. A questo messaggio il dispositivo risponde inviando un solo SMS che può essere:
• MODEM ANSWER
Questo messaggio permette di conoscere lo stato generale dell’impianto, senza però avere informazioni
dettagliate. A questo messaggio il dispositivo risponde inviando un solo SMS che può essere:
• STATUS
Questo messaggio permette di ottenere l’elenco completo di tutti i preallarmi che sono presenti
nell’impianto nel momento in cui s’invia il messaggio. A questo messaggio il dispositivo risponde
inviando un solo SMS che può essere:
• WARNINGS
Questo messaggio permette di conoscere nel dettaglio le grandezze analogiche che riguardano il
generatore: la tensione e la corrente sulle tre fasi, la frequenza e lo stato dell’interruttore del generatore
(cioè se il gruppo sta erogando o no). A questo messaggio il dispositivo risponde inviando un solo SMS
che può essere:
• ANALOG1
Questo messaggio permette di conoscere nel dettaglio tutte le grandezze analogiche che non
riguardano strettamente il generatore: la tensione della rete sulle tre fasi e la sua frequenza, la tensione
della batteria d’avviamento, la temperatura del liquido di raffreddamento, la pressione dell’olio, il livello
• ANALOG2
Questo messaggio permette di conoscere nel dettaglio tutte le misure di potenza effettuate dal
dispositivo: il fattore di potenza, il tipo di carico, la potenza attiva, la potenza reattiva, la potenza
apparente e il contatore d’energia. A questo messaggio il dispositivo risponde inviando un solo SMS
che può essere:
• ANALOG3
Questo messaggio (valido solo per ATS100 e ATS115) permette di conoscere nel dettaglio le grandezze
analogiche che riguardano la sorgente A: il tipo (generatore o rete), la tensione e la corrente sulle tre
fasi, la frequenza, lo stato dell’interruttore ACB (cioè se la sorgente A sta alimentando il carico o no), il
contatore d’energia e le ore di funzionamento. A questo messaggio il dispositivo risponde inviando un
solo SMS che può essere:
• SOURCEA
Questo messaggio (valido solo per ATS100 e ATS115) permette di conoscere nel dettaglio le grandezze
analogiche che riguardano la sorgente B: il tipo (generatore o rete), la tensione e la corrente sulle tre
fasi, la frequenza, lo stato dell’interruttore BCB (cioè se la sorgente B sta alimentando il carico o no), il
contatore d’energia e le ore di funzionamento. A questo messaggio il dispositivo risponde inviando un
solo SMS che può essere:
• SOURCEB
Questo messaggio (valido solo per ATS100 e ATS115) permette di conoscere nel dettaglio tutte le
misure di potenza effettuate dal dispositivo: il fattore di potenza, il tipo di carico, la potenza attiva, la
potenza reattiva e la potenza apparente. A questo messaggio il dispositivo risponde inviando un solo
SMS che può essere:
• LOAD
Questo messaggio (valido solo per MC100, MC400 e MC200) permette di conoscere nel dettaglio la
situazione generale dell’impianto: quali interruttori sono chiusi ed i valori di potenza e del fattore di
• PLANT
Questo messaggio (valido solo per MC100, MC400 e MC200) permette di conoscere nel dettaglio tutte
le grandezze analogiche che riguardano la rete: la tensione sulle tre fasi, la frequenza, le correnti e le
potenze se i TA sono sulla rete o sulle utenze con la rete connessa alle utenze. A questo messaggio il
dispositivo risponde inviando un solo SMS che può essere:
• MAINS
Questo messaggio (valido solo per MC100, MC400 e MC200) permette di conoscere nel dettaglio tutte
le grandezze analogiche che riguardano il bus dei generatori: la tensione sulle tre fasi, la frequenza, le
correnti e le potenze se i TA sono sulla barra dei generatori o sulle utenze con i generatori connessi
alle utenze. A questo messaggio il dispositivo risponde inviando un solo SMS che può essere:
• GENERATORS
Questo messaggio (valido per DST4602, HS315, GC315Plus, GC315Link, GC400, GC600, MC400 e
MC200) permette di conoscere nel dettaglio tutte le misure di temperatura acquisite dai moduli DITEMP
(Ditherm/Digrin) connessi alla scheda e configurati. A questo messaggio il dispositivo risponde inviando
un solo SMS che può essere:
Il numero di valori inviati dipende dalle misure configurate nei dispositivi Ditemp.
Questo messaggio (valido solo per DST4602, HS315, GC315Plus, GC315Link, GC400, GC600, MC400
e MC200) permette di conoscere nel dettaglio tutte le misure di temperatura acquisite dai moduli DIVIT
connessi alla scheda e configurati. A questo messaggio il dispositivo risponde inviando un solo SMS
che può essere:
Il numero di valori inviati dipende dalle misure configurate nei dispositivi Divit.
7.2.4
A questa categoria appartengono i messaggi che permettono di modificare in qualche modo il
funzionamento dell’impianto dove è installato il gruppo elettrogeno.
• NEED HIGHER ACCESS CODE: password per accesso a parametri non sufficiente.
• VALUE OUT OF RANGE: valore del parametro fuori dei suoi limiti d’impostazione.
Con questo comando l’utilizzatore ha la possibilità di disabilitare l’invio di SMS spontanei del
dispositivo, senza modificare l’assegnazione dei numeri di telefono.
Con questo comando l’utilizzatore ha la possibilità di riabilitare l’invio di SMS spontanei dal dispositivo,
precedentemente disabilitato con il comando “CMD DISABLE SMS”. Notare che comunque devono
essere configurati i numeri di telefono, altrimenti questo comando non servirà a nulla. A questo
messaggio il dispositivo risponde inviando un solo SMS che può essere:
• MISSING OR WRONG PASSWORD: password errata o mancante.
• COMMAND EXECUTED: comando eseguito
Con questo comando l’utilizzatore ha la possibilità di inibire l’utilizzo del gruppo elettrogeno. Dopo
questo comando, il motore del gruppo elettrogeno non potrà essere più avviato, neanche togliendo e
rimettendo l’alimentazione al dispositivo. Se il motore è in moto quando il dispositivo riceve il messaggio,
esso è immediatamente arrestato. Il dispositivo segnala questo stato d’inibizione attivando il relativo
blocco (vedere il manuale di utilizzo associato al dispositivo). A questo messaggio il dispositivo risponde
inviando un solo SMS che può essere:
Con questo comando l’utilizzatore ha la possibilità di sbloccare l’inibizione all’utilizzo del gruppo
elettrogeno attivata con il messaggio descritto al paragrafo precedente. In seguito allo sblocco è anche
eseguito un reset degli allarmi, per eliminare l’anomalia sul dispositivo. A questo messaggio il dispositivo
risponde inviando un solo SMS che può essere:
• MISSING OR WRONG PASSWORD: password errata o mancante.
• COMMAND EXECUTED: comando eseguito
Con questo comando l’utilizzatore ha la possibilità di azzerare tutte le anomalie memorizzate dal
dispositivo. Equivale a mettere il dispositivo in OFF/RESET. A questo messaggio il dispositivo risponde
inviando un solo SMS che può essere:
• MISSING OR WRONG PASSWORD: password errata o mancante.
• COMMAND EXECUTED: comando eseguito
Con questo comando l’utente ha la possibilità di fermare l’impianto esattamente come se premesse il
tasto “STOP” sul pannello del dispositivo. A questo messaggio il dispositivo risponde inviando un solo
SMS che può essere:
• CANNOT EXECUTE COMMAND: comando non eseguito (per esempio, dispositivo non in AUTO).
Una volta attivata la modalità TEST, essa rimane attiva fino a quando si riceve il comando di fine
TEST oppure per il tempo configurato sul dispositivo per la prova.
• CANNOT EXECUTE COMMAND: comando non eseguito (per esempio, dispositivo non in prova).
•
7.2.5.9 CMD REMOTE START
Sintassi: [PXXXXXXX] CMD REMOTE START
Parametri: nessuno
Password: richiesta.
• CANNOT EXECUTE COMMAND: comando non eseguito (per esempio, dispositivo non in AUTO).
Una volta attivata la modalità AVVIAMENTO REMOTO, essa rimane attiva fino a quando si riceve il
comando opposto.
• CANNOT EXECUTE COMMAND: comando non eseguito (per esempio, dispositivo non in
avviamento remoto).
Con questo comando (valido solo per ATS100 e ATS115) l’utilizzatore ha la possibilità di forzare la
modalità di funzionamento sulla sorgente A. A questo messaggio il dispositivo risponde inviando un
solo SMS che può essere:
• CANNOT EXECUTE COMMAND: comando non eseguito (per esempio, dispositivo non in AUTO
oppure sorgente A non disponibile oppure forzato, dalla scheda, sulla sorgente B o in posizione
neutra).
• CANNOT EXECUTE COMMAND: comando non eseguito (per esempio, dispositivo non in AUTO
oppure sorgente B non disponibile oppure forzato, dalla scheda, sulla sorgente A o in posizione
neutra).
Con questo comando (valido solo per ATS100 e ATS115) l’utilizzatore ha la possibilità di forzare la
modalità di funzionamento sulla posizione neutra (il carico rimane scollegato sia dalla sorgente A che
dalla B). A questo messaggio il dispositivo risponde inviando un solo SMS che può essere:
• CANNOT EXECUTE COMMAND: comando non eseguito (per esempio, dispositivo non in AUTO).
Con questo comando (valido solo per ATS100 e ATS115) l’utilizzatore ha la possibilità di togliere tutte
le forzature alla modalità di funzionamento (A, B o N). A questo messaggio il dispositivo risponde
inviando un solo SMS che può essere:
• CANNOT EXECUTE COMMAND: comando non eseguito (per esempio, dispositivo non in AUTO).
7.2.5.15 CMD OPEN
Sintassi: [PXXXXXXX] CMD OPEN
Parametri: nessuno
Password: richiesta.
Con questo comando (valido solo per BTB100 e BTB200) l’utilizzatore ha la possibilità di comandare in
apertura l’interruttore BTB (congiuntore).
Con questo comando (valido solo per BTB100 e BTB200) l’utilizzatore ha la possibilità di comandare
l’interruttore BTB (congiuntore) in chiusura con la sincronizzazione da A verso B.
Con questo comando (valido solo per BTB100 e BTB200) l’utilizzatore ha la possibilità di comandare
l’interruttore BTB (congiuntore) in chiusura con la sincronizzazione da B verso A.
Con questo comando (valido solo per BTB100 e BTB200) l’utilizzatore ha la possibilità di comandare in
chiusura l’interruttore BTB (congiuntore) e il dispositivo attuerà autonomamente se sincronizzare dal
BUSA verso il BUSB o viceversa.
7.3
I messaggi inviati dal dispositivo sono di due tipi fondamentali:
• Messaggi spontanei.
I messaggi di risposta sono trasmessi una sola volta mentre quelli spontanei sono trasmessi N volte (a
distanza di cinque secondi uno dall’altro) per essere sicuri che il destinatario riceva almeno uno degli N
messaggi. Il parametro N è configurabile insieme ai numeri di telefono e ad altri parametri (vedere la
tabella parametri associato al dispositivo).
7.3.1
Il formato dei messaggi è il medesimo per le due categorie:
FROM: nome impianto. codice dati (MSG N. n)
“Nome impianto” è una stringa di lunghezza massima di 23 caratteri che deve essere preventivamente
memorizzata nel dispositivo. “Codice” è uno degli identificatori di messaggio descritti nei paragrafi che
seguono. Il campo dati dipende come formato e come valore dal campo codice. L’ultimo campo è
presente solo per i messaggi spontanei: riporta l’indice (1-n) del messaggio trasmesso. Il testo dei
messaggi è nella lingua correntemente selezionata sul dispositivo. Nel resto del documento sono
riportate le stringhe per la lingua inglese.
Questo messaggio è inviato come risposta se il dispositivo non è stato in grado di capire il messaggio
inviato dall’utilizzatore. In questi casi conviene verificare la sintassi del messaggio inviato. “Eco” è la
ripetizione del comando ricevuto che non è stato riconosciuto.
Questo messaggio è inviato come risposta se il dispositivo ha capito il messaggio inviato dall’utilizzatore
ma non è in grado di eseguire la funzione richiesta (per esempio è stato chiesto di avviare il motore in
prova ma il dispositivo non è in AUTO). “Eco” è la ripetizione del comando ricevuto che non è stato
eseguito.
Questo messaggio è inviato come risposta se il dispositivo ha capito il messaggio inviato dall’utilizzatore
ma non è in grado di eseguire la funzione richiesta perché non è stata indicata una password oppure è
errata. “Eco” è la ripetizione del comando ricevuto che non è stato eseguito.
Questo messaggio è inviato come risposta se il dispositivo ha capito il messaggio inviato dall’utilizzatore
ma non è in grado di eseguire la funzione perché mancano dei parametri. “Eco” è la ripetizione del
comando ricevuto che non è stato eseguito.
Questo messaggio è inviato come risposta se il dispositivo ha capito il messaggio READ PARAMETER
o WRITE PARAMETER inviato dall’utilizzatore ma non è in grado di eseguire la funzione perché l’indice
del parametro non è valido. “Eco” è la ripetizione del comando ricevuto che non è stato eseguito.
Questo messaggio è inviato come risposta se il dispositivo ha capito il messaggio WRITE PARAMETER
inviato dall’utilizzatore ma non è in grado di eseguire la funzione perché il valore indicato è fuori dai
limiti d’impostazione del parametro. “Eco” è la ripetizione del comando ricevuto che non è stato
eseguito.
Questo messaggio è inviato come risposta se il dispositivo ha capito il messaggio READ PARAMETER
o WRITE PARAMETER inviato dall’utilizzatore ma non è in grado di eseguire la funzione perché la
password d’accesso alla programmazione non è sufficiente per garantire l’accesso al parametro,
oppure è errata. “Eco” è la ripetizione del comando ricevuto che non è stato eseguito.
Questo messaggio è inviato come risposta al messaggio READ NETWORK. Contiene una serie
d’informazioni relative alla scheda telefonica (SIM) inserita nel telefono GSM. Il campo PPPPPPPPPP
contiene una stringa che identifica il gestore telefonico attuale (es. “I OMNITEL”). Il campo "xxx" fornisce
il livello del segnale GSM, in percentuale.
7.3.2.10 MODEM ANSWER
Sintassi: FROM: nome impianto. MODEM ANSWER: xxx
Questo messaggio è inviato come risposta al messaggio READ MODEM. Il campo "xxx" è la risposta
del modem al comando inviatogli.
7.3.2.11 CONFIG
Sintassi: FROM: nome impianto. CONFIG: RELEASE LLLLLLLLLLLLL dd/dd/dddd,
ID CODE ssssssss
Questo messaggio è inviato come risposta al messaggio READ CONFIG. Contiene una serie
d’informazioni relative al dispositivo:
7.3.2.12 PARAMETER
Sintassi: FROM: nome impianto. PARAMETER: III=VVV
Questo messaggio è inviato come risposta al messaggio READ PARAMETER. Il campo III è l’indice
numerico del parametro richiesto. Il campo “VVV” è il valore del parametro, formattato com’è
visualizzato sul display del dispositivo (con il punto come separatore dei decimali, se ci sono).
7.3.2.13 STATUS (per tutti i dispositivi eccetto MC100, MC400, MC200, ATS100, ATS115 e
HS315)
Sintassi: FROM: nome impianto. STATUS: campo1, campo2, campo3, campo4,
campo5, campo6, campo7
Questo messaggio è inviato come risposta a READ STATUS. Segue la descrizione dei vari campi:
Campo1 Modalità di funzionamento del dispositivo
OFF/RESET OFF/RESET
MAN MAN
AUTO AUTO
TEST TEST
REMOTE START AVVIAMENTO REMOTO
Questo messaggio è inviato come risposta a READ STATUS. Segue la descrizione dei vari campi:
Questo messaggio è inviato come risposta a READ STATUS. Segue la descrizione dei vari campi:
Nota:
- Il campo 5 viene inserito solo se BCB chiuso o posizione neutra.
- Il campo 6 viene inserito solo se ACB chiuso o posizione neutra.
- I campi 5 e 6 vengono inseriti entrambi solo se il sistema è in posizione neutra.
Questo messaggio è inviato come risposta a READ STATUS. Segue la descrizione dei vari campi:
Nota:
- Il campo 8 viene inserito solo se BCB chiuso o posizione neutra.
- Il campo 9 viene inserito solo se ACB chiuso o posizione neutra.
- I campi 8 e 9 vengono inseriti entrambi solo se il sistema è in posizione neutra.
Questo messaggio è inviato come risposta a READ STATUS. Segue la descrizione dei vari campi:
Questo messaggio è inviato come risposta a READ STATUS. Segue la descrizione dei vari campi:
Nota:
- I campo 5, 6, 7 e 8 sono inseriti solo se i relativi interruttori sono chiusi.
- Il campo 9 viene inserito solo se è attiva una inibizione all’avviamento del motore.
- Il campo 10 viene inserito solo se è attiva una inibizione alla chiusura del GCB.
7.3.2.19 WARNINGS
Sintassi: FROM: nome impianto. WARNINGS: elenco (separato da virgola)
Questo messaggio è inviato come risposta a READ ANALOG1. Contiene tutte le grandezze analogiche
che riguardano nel dettaglio il generatore del gruppo elettrogeno. I tre campi "xxx" seguiti da “V”
contengono le tensioni delle tre fasi dal generatore. I tre campi "xxx" seguiti da “A” contengono le
correnti delle tre fasi dal generatore. Il campo "xx.xf" seguito da “Hz” contiene la frequenza del
generatore e infine il campo KG/CG/GCB indica se il gruppo sta erogando (CLOSED) o no (OPEN). Se
l’impianto è monofase, i campi relativi alle fasi due e tre non sono presenti.
Questo messaggio è inviato come risposta a READ ANALOG1. Contiene tutte le grandezze analogiche
che riguardano nel dettaglio le misure elettriche del BUSA e del BUSB. I tre campi "xxx" seguiti da “V”
contengono le tensioni delle tre fasi del BUSA e del BUSB. I tre campi "xxx" seguiti da “A” contengono
le correnti delle tre fasi che circolano sul congiuntore BTB. Il campo "xx.xf" seguito da “Hz” contiene la
frequenza del BUSA e la frequenza del BUSB. Se l’impianto è monofase, i campi relativi alle fasi due
e tre non sono presenti.
Questo messaggio è inviato come risposta a READ ANALOG1. Contiene tutte le grandezze analogiche
che riguardano nel dettaglio le misure elettriche del generatore e della batteria di accumulo.
Il “campo 1” è presente solo se nell’impianto esiste l’interruttore GCB. Il “campo 2” è presente solo se
nell’impianto esiste l’interruttore BCB.
7.3.2.23 ANALOG2 (per tutti i dispositivi eccetto ATS100, ATS115, BTB100, BTB200, HS315)
Sintassi: FROM: nome impianto. ANALOG2: MAINS xxxV xxxV xxxV, xx.xHz,
BATT xx.xV, TEMP xxx C, PRESS. xx.x Bar, FUEL LEVEL xxx %,
SPEED xxxx Rpm
Questo messaggio è inviato come risposta al messaggio READ ANALOG2. Contiene tutte le grandezze
analogiche che non sono contenute nel messaggio ANALOG1. I tre campi "xxx" seguiti da “V” sono le
tensioni delle tre fasi della rete. La frequenza (in Hz) è presente solo per i dispositivi GC310, GC350 e
GC500, GC500Plus. Il campo "BATT" contiene la tensione della batteria d’avviamento. Il campo “TEMP”
contiene la temperatura del liquido di raffreddamento. Il campo "PRESS." contiene la pressione dell’olio
del motore. Il campo "LEVEL" contiene il livello del serbatoio carburante. Infine il campo "SPEED"
contiene il regime di rotazione del motore in giri al minuto. Se alcune misure non sono disponibili, sono
sostituite con dei trattini. Se l’impianto è monofase, i campi relativi alle fasi due e tre non sono presenti.
Questo messaggio (valido solo per ATS100 e ATS115) è inviato come risposta al messaggio READ
ANALOG2. Il campo "BATT" contiene la tensione della batteria d’avviamento, segue il nome, il valore
e l’unità di misura dei tre sensori analogici della scheda. Se alcune misure non sono disponibili, sono
sostituite con dei trattini.
Questo messaggio (valido solo per BTB100 e BTB200) è inviato come risposta al messaggio READ
ANALOG2. Il campo "BATT" contiene la tensione della batteria d’avviamento, segue il nome, il valore
e l’unità di misura dei sei ingressi analogici della scheda. Se alcune misure non sono disponibili, sono
sostituite con dei trattini.
Questo messaggio è inviato come risposta a READ ANALOG2. Contiene tutte le grandezze analogiche
che riguardano nel dettaglio le misure elettriche delle utenze e della sorgente ausiliaria.
Il “campo 1” è presente solo se nell’impianto esiste l’interruttore LCB. Il “campo 2” è presente solo se
nell’impianto esiste l’interruttore ACB.
Questo messaggio è inviato come risposta al messaggio READ ANALOG2. Contiene tutte le grandezze
analogiche che riguardano la misura di potenza.
La dicitura “ON MAINS” appare solo quando il dispositivo sta misurando la potenza assorbita dalle
utenze sulla rete, non sul generatore (i trasformatori amperometrici devono essere collegati sulle utenze
e il dispositivo deve essere opportunamente configurato). Questa funzione è disponibile solo per i
dispositivi GC310, GC350, GC500 e GC500Plus.
Il campo "P.F." contiene il fattore di potenza, seguito dalla natura del carico: “i” per induttivo, “c” per
capacitivo. Il campo "kW" contiene la potenza attiva Il campo "kvar" contiene la potenza reattiva. Il
campo "kVA" contiene la potenza apparente. Il campo "kWh" contiene il contatore d’energia attiva.
Questo messaggio è inviato come risposta al messaggio READ ANALOG2. Contiene tutte le grandezze
analogiche che riguardano la misura di potenza.
Il campo "P.F." contiene il fattore di potenza con segno. Il campo "kW" contiene la potenza attiva Il
campo "kvar" contiene la potenza reattiva. Il campo "kVA" contiene la potenza apparente. Il campo
"kWh AB" contiene il contatore d’energia attiva tra il BUSA verso il BUSB. Il campo "kWh BA"
contiene il contatore d’energia attiva tra il BUSB verso il BUSA.
Questo messaggio è inviato come risposta al messaggio READ ANALOG3. Contiene tutte le grandezze
analogiche che riguardano il motore. Il campo "BATT" contiene la tensione della batteria d’avviamento.
Il campo “TEMP” contiene la temperatura del liquido di raffreddamento. Il campo "PRESS." contiene la
pressione dell’olio del motore. Il campo "LEVEL" contiene il livello del serbatoio carburante
(normalmente visualizzato in percentuale, se è disponibile la misura in litri si visualizza quella). Infine il
campo "SPEED" contiene il regime di rotazione del motore in giri al minuto. Se alcune misure non sono
disponibili, sono sostituite con dei trattini.
Questo messaggio (valido solo per ATS100 e ATS115) è inviato come risposta a READ SOURCEA.
Contiene tutte le grandezze analogiche che riguardano nel dettaglio la sorgente A sia essa un
generatore o una rete. I tre campi "xxx" seguiti da “V” contengono le tensioni delle tre fasi della sorgente
A. I tre campi "xxx" seguiti da “A” contengono le correnti delle tre fasi della sorgente A e sono valide
solo sei i TA sono collegati sulla sorgente A oppure se sono collegati al carico e l’interruttore ACB è
chiuso. Il campo "xx.xf" seguito da “Hz” contiene la frequenza della sorgente A. Il campo ACB/BCB
indica se la sorgente A è collegata al carico (CLOSED) o no (OPEN). Il campo "kWh" contiene il
contatore d’energia attiva e infine il campo “hh” contiene le ore di funzionamento della sorgente A. Se
l’impianto è monofase, i campi relativi alle fasi due e tre non sono presenti.
Questo messaggio (valido solo per ATS100 e ATS115) è inviato come risposta a READ SOURCEB.
Contiene tutte le grandezze analogiche che riguardano nel dettaglio la sorgente B sia essa un
generatore o una rete. I tre campi "xxx" seguiti da “V” contengono le tensioni delle tre fasi della sorgente
B. I tre campi "xxx" seguiti da “A” contengono le correnti delle tre fasi della sorgente B e sono valide
solo sei i TA sono collegati sulla sorgente B oppure se sono collegati al carico e l’interruttore BCB è
chiuso. Il campo "xx.xf" seguito da “Hz” contiene la frequenza della sorgente B. Il campo ACB/BCB
indica se la sorgente B è collegata al carico (CLOSED) o no (OPEN). Il campo "kWh" contiene il
contatore d’energia attiva e infine il campo “hh” contiene le ore di funzionamento della sorgente B. Se
l’impianto è monofase, i campi relativi alle fasi due e tre non sono presenti.
Questo messaggio è inviato come risposta al messaggio READ LOAD. Contiene tutte le grandezze
analogiche che riguardano la misura di potenza.
La dicitura “ON SOURCE A” appare solo quando il dispositivo sta misurando la potenza assorbita dalle
utenze sulla sorgente A. La dicitura “ON SOURCE B” appare solo quando il dispositivo sta misurando
la potenza assorbita dalle utenze sulla sorgente B. Se la misura di potenza non è disponibile la dicitura
Il campo "P.F." contiene il fattore di potenza, seguito dalla natura del carico: “i” per induttivo, “c” per
capacitivo. Il campo "kW" contiene la potenza attiva Il campo "kvar" contiene la potenza reattiva. Il
campo "kVA" contiene la potenza apparente.
Questo messaggio è inviato come risposta a READ PLANT (solo per MC100, MC400 e MC200).
Contiene la situazione generale dell’impianto. Mostra le potenze attive e il power factor su rete, gruppi
e utenze (se qualche informazione non è disponibile visualizza dei trattini). Mostra inoltre lo stato degli
interruttori MCB e MGCB ed il numero di GCB chiusi. Gli interruttori che non esistono non sono mostrati.
Questo messaggio è inviato come risposta al messaggio READ MAINS (solo MC100, MC400 e MC200).
Contiene le grandezze analogiche che riguardano la rete. I tre campi "xxx" seguiti da “V” sono le tensioni
concatenate della rete, seguite dalla frequenza (Hz). Tutti i campi successivi sono presenti solo se i TA
sono sulla rete, oppure sulle utenze ma con le utenze collegate alla rete: le correnti, le potenze, il fattore
di potenza ed i contatori di energia. Se l’impianto è monofase, i campi relativi alle fasi due e tre non
sono presenti.
Questo messaggio è inviato come risposta al messaggio READ GENERATORS (solo MC100, MC400
e MC200). Contiene le grandezze analogiche che riguardano i generatori. I tre campi "xxx" seguiti da
“V” sono le tensioni concatenate della barra dei generatori, seguite dalla frequenza (Hz). Tutti i campi
successivi sono presenti solo se i TA sono sulla barra dei generatori, oppure sulle utenze ma con le
utenze collegate alla barra dei generatori: le correnti, le potenze, il fattore di potenza ed i contatori di
energia. Se l’impianto è monofase, i campi relativi alle fasi due e tre non sono presenti.
7.4.1
7.4.1.1 NEW ALARM
Sintassi: FROM: nome impianto. NEW ALARM: XXXXXXXXXX (MSG N.1)
Questo messaggio è inviato quando è diagnosticato un nuovo blocco. Il campo XXXXXXXXXX descrive
il tipo di blocco. I possibili valori sono quelli visualizzati sul display del dispositivo associati alle anomalie.
Questo messaggio è inviato quando è diagnosticato una variazione di stato della rete elettrica. Il campo
SS descrive il nuovo stato: “ABSENT” o “PRESENT”. Questo messaggio non è disponibile per il
dispositivo ATS100 e ATS115.
Questo messaggio è inviato quando è diagnosticato una variazione di stato della sorgente ausiliaria. Il
campo SS descrive il nuovo stato: “ABSENT” o “PRESENT”. Questo messaggio è disponibile solo per
il dispositivo HS315.
Questo messaggio è inviato quando si avvia o si arresta il motore. Il campo SS descrive il nuovo stato:
“OFF” o “RUNNING”. Questo messaggio non è disponibile per i dispositivi MC100 e ATS100 e ATS115.
Questo messaggio è inviato quando è diagnosticato una variazione di stato della sorgente A. Il campo
TT descrive il tipo di sorgente A: “GENSET” o “MAINS”, mentre il campo SS descrive il nuovo stato:
“ABSENT” o “PRESENT”. Questo messaggio è disponibile solo per il dispositivo ATS100 e ATS115.
Questo messaggio è inviato quando è diagnosticato una variazione di stato della sorgente B. Il campo
TT descrive il tipo di sorgente B: “GENSET” o “MAINS”, mentre il campo SS descrive il nuovo stato:
“ABSENT” o “PRESENT”. Questo messaggio è disponibile solo per il dispositivo ATS100 e ATS115.
Questo messaggio è inviato quando il sistema commuta su uno stato. Il campo SS descrive il nuovo
stato: “ACB-CLOSED” o “BCB-CLOSED” o “------” se in posizione neutra stabile. Questo messaggio è
disponibile solo per il dispositivo ATS100 e ATS115.
Questo messaggio è inviato quando il sistema commuta su uno stato. Il campo SS descrive il nuovo
stato: “ACB-CLOSED” o “BCB-CLOSED” o “------” se in posizione neutra stabile. Questo messaggio è
disponibile solo per il dispositivo ATS100 e ATS115.
Questo messaggio è inviato quando è diagnosticato una variazione di stato del BUS A. Il campo SS
descrive il nuovo stato: “ABSENT” o “PRESENT”. Questo messaggio è disponibile solo per il dispositivo
BTB100 e BTB200.
Questo messaggio è inviato quando è diagnosticato una variazione di stato del BUS B. Il campo SS
descrive il nuovo stato: “ABSENT” o “PRESENT”. Questo messaggio è disponibile solo per il dispositivo
BTB100 e BTB200.
8.
Leggere: per un corretto funzionamento del sistema di comunicazione GSM è
necessario osservare alcune regole di configurazione e installazione. Lo scopo di
questo capitolo è di fornire le informazioni necessarie.
8.1
8.1.1
La SIM per il modem GSM non è fornita da SICES s.r.l. È lasciato all’utilizzatore decidere il tipo
d’abbonamento e con quale gestore.
È possibile in linea di principio utilizzare qualsiasi tipo d’abbonamento, sono in ogni modo da valutare
le condizioni e le restrizioni d’utilizzo imposte dal fornitore del servizio GSM.
Nota: in alcuni casi il tipo d’abbonamento permette solo la trasmissione dati e non la ricezione (o
meglio solo comunicazione dati su chiamata effettuata e non su quella ricevuta); verificare quindi con il
fornitore di servizio che tipo d’abbonamento utilizzare.
Di norma le carte prepagate permettono la comunicazione dati solo su chiamate effettuate e non
ricevute; esistono però particolari contratti di carte prepagate che consentono la comunicazione in
entrambe le direzioni.
8.2
Leggere: La versione di SW di gestione implementata attualmente sul dispositivo
non gestisce il numero di PIN della SIM.
È necessario perciò che prima dell’installazione, la SIM sia inserita in un comune
telefono cellulare e che il PIN sia disattivato utilizzando le funzioni offerte dal telefono.
8.3
Assicurarsi che il numero di telefono del centro servizi SMS sia configurato nella SIM. Di norma il
numero risulta già configurato; la verifica è effettuata semplicemente per mezzo di un comune cellulare
provando ad inviare un SMS.
8.4
Verificare le impostazioni del telefono utilizzato per l’invio di messaggi d’interrogazione e di comando
verso il dispositivo.
8.5
È da porre particolare cura nel posizionamento dell’antenna. L’inserimento dell’antenna all’interno di
cabinet o container metallici può pregiudicare il collegamento radio con il gestore.
Per una corretta installazione, collocare provvisoriamente l’antenna nella posizione preferita e
utilizzare le indicazioni del dispositivo per verificare il livello del segnale disponibile. Spostare
l’antenna fino ad ottenere il maggior livello possibile o confrontarlo con un comune telefono cellulare.
S.I.C.E.S. SRL
Società Italiana Costruzioni Elettriche Sumirago
Via Molinello 8B
21040 - Jerago con Orago (VA) ITALY
www.sices.eu
sales@sices.eu
CNPJ 17.774.501/0001-28
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SSSTTTTTGHTY
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