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Ciropedia, I – Senofonte

Il primo libro si apre con una riflessione in prima persona dell’autore su come molte
democrazie furono rovesciate per volere di minoranze di altri uomini che si opposero a
coloro che erano al potere. La riflessione continua soffermandosi sul fatto che gli esseri
umani sembra che riescano ad imporsi solamente sugli animali che di fatto non si ribellano
mai al loro volere.
Da qui si arriva alla conclusione che gli uomini riescono a comandare meglio sugli altri
esseri viventi che sui propri simili, ma quest’opinione sarà abbandonata da Senofonte e i
suoi compagni quando prenderanno in considerazione l’esempio di Ciro di Persia.
A questo punto si passa ad un elogio del carattere di Ciro e si traccia una sua linea
genealogica che lo identifica come figlio di Cambise, re dei Persiani, della famiglia dei
Perseidi, e di Mandane, figlia di Astiage, re dei Medi. Egli venne educato secondo le
norme dei Persiani che vengono così descritte da Senofonte.
I Persiani avevano una costituzione preventiva, che provava cioè a prevenire il
compimento di una qualsiasi azione dannosa per se stessa e per gli altri.
Il centro del governo è la Piazza della Libertà che ospita il Palazzo reale e altri edifici
governativi e da cui sono esclusi i mercanti; essa è divisa in 4 settori tanti quanti sono le
classi in cui vengono divisi i giovani via via che proseguono la loro educazione:
1. Fanciulli, i più piccoli che sono educati dalla nascita fino ai 16-17 anni, prima di
accedere al livello successivo, da alcuni magistrati che riescono a far maturare al
meglio la loro virtù, allontanando l’impudenza. Essi studiano la giustizia,
l’autocontrollo nel mangiare e nel bere.
I maestri giornalmente assegnano a chi lo merita premi, mentre puniscono chi si è
comportato male affinché possa mettere insegnamento.
Si dedicano al lancio del giavellotto e al tiro con l’arco. Sono tenuti a portare da
casa del pane, del crescione e una tazza con cui attingere acqua dal fiume.
2. Giovani, che vengono educati come tali dai 16-17 anni fino a 26-27 anni, quindi la
loro educazione dura 10 anni. Essi rafforzano la temperanza, dimostrano grande
disponibilità nell’accontentare le richieste dei maestri e risiedono in edifici
governativi costruiti appositamente per loro, sia per rafforzare lo loro temperanza
sia per rendere più sicura la patria facendo da guardie. Si tengono nelle vicinanze di
questi edifici soprattutto in casi di emergenza.
Il re una volta al mese porta a caccia metà di loro, attività che avviene a spese
statali e considerata come quella più simile alla guerra perché li addestra e li
prepara al razionamento di cibo e acqua e allo sviluppo di una strategia efficace per
catturare la preda così come avviene per l’avversario durante la guerra.
Sono muniti in quest’occasione di frecce, faretra, scimitarra, scudo di vimini,
pugnale, due giavellotti per il lancio e lo scontro ravvicinato con la preda.
Per le battute di caccia portano una razione di cibo maggiore rispetto a quella dei
fanciulli e come companatico usano o del crescione o della selvaggina appena
cacciata.
La metà che resta a presidio della città è sottoposta a prove di abilità e chi ne risulta
vincitore diventa motivo di vanto e gloria per la tribù di appartenenza e agli
educatori questo permette di ricevere dei premi a testimonianza del loro eccellente
lavoro svolto sui giovani.
3. Adulti, il cui ruolo sociale resta tale per ben 25 anni. Come i giovani si tengono a
disposizione dei magistrati e sono tenuti a servire il loro paese in caso di campagne
militare armati con armi vere e proprie come corazza intorno al petto, uno scudo di
vimini impugnato sul braccio sinistro e sul destro una sciabola o una scimitarra.
Essi diventeranno non solo maestri, ma attenderanno alle magistrature persiane.
4. Coloro che non hanno più diritto alle armi cioè gli anziani. Essi giudicano su
questioni pubbliche e private e nominano tutti i magistrati; se si viola qualche
tradizione allora decretano come pena la perdita permanente dei diritti civili per il
cittadino in questione.
Non partono per la guerra avendo ormai 50 anni circa

A ciascuno di questi gruppi, i primi due in particolare, sono affidati 12 magistrati


ciascuno come il numero delle tribù persiane.
Inoltre bisogna ricordare che:
- Coloro che vengono iscritti alla scuola pubblica come fanciullo sono gli stessi ai
quali i padri possono pagare gli studi, mentre vengono esclusi da essa coloro che
restano a lavorare con il proprio padre;
- I fanciulli possono accedere alla classe successiva cioè quella dei giovani solo se
hanno frequentato la scuola pubblica;
- In generale nessuno può accedere al livello di educazione successivo fino a quello
degli anziani se prima non ha svolto egregiamente e con dei riconoscimenti il
proprio compito da fanciullo, giovane o adulto.
- I membri del consiglio degli anziani sono detti OMOTIMI, cioè ‘’uguali
nell’onore’’, poiché solamente chi dall’inizio del processo educativo ha ricevuto tuti
gli onori nelle varie classi da cui è passato, può prendervi parte.

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