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Capitolo 10
Progressione in conserva
della cordata
INDICE
Premessa
Progressione in conserva su ghiacciaio
• Caratteristiche del ghiacciaio
• Impiego dell’imbracatura e collegamento in cordata
• Formazione della cordata a tre e a due elementi
• Modalità di legatura
• Cordino con prusik
• Nodi a palla
• Impugnatura della corda
• La marcia su ghiacciaio
• Movimento con gli sci su ghiacciaio
Prospetto di riepilogo
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PREMESSA
Nella pratica alpinistica e sci alpinistica i vari tratti di un itinerario, a
seconda del tipo di terreno, delle capacità tecniche e delle condizioni fisiche e
psichiche dei componenti, possono essere affrontati:
- slegati
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- di conserva: i componenti della cordata si muovono simultaneamente adot-
tando anche sistemi veloci di assicurazione
- utilizzando le tecniche di assicurazione che si attuano in parete e che pre-
vedono un movimento della cordata a tiri di corda.
PROGRESSIONE IN CON-
SERVA SU GHIACCIAIO
Caratteristiche del ghiacciaio
Mentre in pianura la copertura di neve dura
solo qualche giorno e nella media montagna 367
può durare alcuni mesi, oltre una certa altitu-
dine, sia per la maggiore nevosità che per le più
basse temperature, riesce a permanere una certa
quantità della neve caduta rispetto a quella che
viene sciolta. Dove il bilancio è alla pari, in
equilibrio, si ha il limite delle nevi persisten-
ti: più in alto la neve ricopre il terreno in
permanenza mentre più in basso il terreno
viene ad essere libero dalla neve almeno qual-
che giorno all’anno. La quota alla quale si tro-
vano le nevi perenni varia con la latitudine e le
condizioni climatiche del luogo andando dai
5000-6000 metri dell’Himalaya al livello del
mare delle regioni polari. Sulle Alpi il limite cli-
matico delle nevi persistenti teorico si aggira in
media sui 2900 m però a causa dell’esposizione
solare e ai venti umidi esso si abbassa lungo la
catena da occidente a oriente andando dai
3200 m del Monte Bianco ai 2500 m delle Alpi
Giulie. Al di sopra di questo limite l’aumento
del peso del manto nevoso trasforma in ghiac-
cio gli strati sottostanti.
Il ghiaccio derivato dalla trasformazione della
neve e accumulatosi al di sopra del limite delle
nevi persistenti tende a scendere verso valle
prevalentemente a causa della forza di gravità
con una velocità che va da alcuni metri a 150
metri all'anno. Nella discesa, poiché la tempe-
ratura va aumentando, il ghiaccio diminuisce
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seracco sospeso
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parete di roccia morena di superficie
crepaccio crepaccio
a campana a lati paralleli
uscita di scarico
delle acque glaciali
C10-04 Sezione ghiacciaio
Scelta dell’itinerario
In genere le carte topografiche riportano le aree
crepacciate e le zone dei seracchi e spesso anche
le guide alpinistiche forniscono indicazioni sui 373
375
C10-13 Longe con cordino C10-14 Longe con fettuccia C10-15 Longe con daisy chain
Cordata a tre
Terzo
di cordata Primo
Secondo di cordata
378 di cordata
barcaiolo Barcaiolo
cordino
da ghiacciaio barcaiolo
prusik
prusik
Nodo guide con frizione
metà corda
10 m 10 m
3° 2° 1°
Nodi a palla Nodi a palla
3m 4m 3m 3m 4m 3m
Secondo
Cordata a due Primo
cordino
da ghiacciaio
barcaiolo
barcaiolo
prusik
prusik
10 m minimo
5 mt 5 mt
metà corda
2 1
Nodi a palla Nodi a palla
3m 4m 3m
Modalità di legatura
Sia che la progressione su ghiacciaio avvenga
a piedi che con gli sci si utilizza l'imbracatu-
ra bassa e il sistema di legatura è uguale.
1. Sia nella legatura a due che in quella a tre si è
privilegiato un sistema che consenta a ciascun
379
componente di poter effettuare qualsiasi mano-
vra di soccorso e si è adottata una distanza tra i
componenti pari a 10 metri; poiché alcune
manovre richiedono un quantitativo di corda
libera pari al doppio della distanza di collega-
mento è necessario disporre di una corda sem-
plice o mezza corda lunga almeno 50 metri.
2. In alcune situazioni 10 metri è una distanza
molto esigua per garantire la tenuta del compa-
gno caduto ed è logico che nei tratti del percor-
so ritenuti più pericolosi questa distanza sia
aumentata anche a scapito delle riduzione delle
possibilità di manovre effettuabili. In questo
caso la corda eccedente (conservare almeno 5
metri per effettuare eventuali recuperi) è bene
che sia tenuta da chi sta dietro, poiché questi ha
più probabilità di rimanere fuori dal crepaccio. La corda eccedente va
posta a tracolla e bloccata
3. Il primo e l’ultimo di cordata si collegano con un’asola semplice (vedi
alla corda (10 metri tra componenti) mediante figura C10-24) oppure
un nodo barcaiolo realizzato su un moschetto- può essere posizionata
sotto la patella dello zaino
ne con ghiera che va collegato all’anello di servi-
o anche inserita in un sac-
zio della imbracatura: il nodo barcaiolo consen- chetto contenuto nella
te di modificare velocemente la lunghezza della parte alta dello zaino.
corda rimanendo sempre assicurati ad essa.
Da notare inoltre che la connessione all’anello di
servizio consente di abbassare il punto di appli-
cazione dello strappo e quindi aumentare la
capacità di trattenuta.
4. Nella cordata a tre il secondo si lega a metà
corda realizzando un nodo delle guide con fri-
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Cordino da ghiacciaio
Ciascun componente realizza sulla corda un
nodo prusik mediante anello di cordino (lungo
3,20/3,50 m; nylon con diametro di 7 mm;
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Nodi a palla
Lo scopo dei nodi a palla (nodo delle guide con C10-21 Cordino da ghiacciaio 3
frizione ripassato), realizzati sulla corda di cor-
data durante la progressione su ghiacciaio,
(generalmente due nodi alla distanza di 3-4
metri) è quello di frenare e successivamente
bloccare lo scorrimento della corda sul bordo
del crepaccio in un’ eventuale caduta nello stes-
so. L’uso dei nodi a palla è raccomandato in
particolare su ghiacciaio innevato quando l’in-
dividuazione dei crepacci risulta più difficolto-
sa e il nodo tende ad incastrarsi sul bordo del
C10-22 Cordino da ghiacciaio 4
crepaccio. In caso di ghiacciaio secco o con
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La marcia su ghiacciaio
Si traccia la pista cercando di seguire le zone
meno crepacciate (anche quando il ghiacciaio
appare uniformemente coperto di neve e privo
di crepacci). Le morene laterali, quando siano
percorribili, sono sicure e in caso di nebbia
impediscono di smarrire la direzione. C10-24 Impugnatura corda
I bruschi rigonfiamenti che sono la causa della
formazione di molti crepacci vanno evitati;
bisogna però tenere presente che, nelle zone
convesse, i crepacci sono in genere evidenti,
mentre nelle zone concave possono costituire
una vera trappola. Crepacci quasi insignifican-
ti all'occhio si estendono in profondità con
sezione a campana.
Durante l'escursione bisogna seguire la via più
sicura, anche se talvolta obbliga a un percorso
complicato e tortuoso. Si parte presto la matti-
na per trovare i ponti di neve gelati. Le tracce
preesistenti non devono essere mai seguite alla
cieca.
Solo l'esperienza permette di intuire l'esistenza
e l'orientamento dei crepacci in base alla strut-
tura del ghiacciaio. I crepacci nascosti si distin-
guono sovente grazie alle strisce di neve porta-
ta dal vento,più candida della neve circostante;
oppure grazie a strisce di neve opaca, a leggeri
avvallamenti, a un accenno di gradino, a sottili
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C10-27 Direzione
perpendicolare al crepaccio
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PROGRESSIONE IN CON-
SERVA SU PENDII E CRESTE
Nella pratica alpinistica capita spesso di dover
procedere su terreni considerati “facili” attuan-
do una progressione in conserva, nella quale i
componenti della cordata sono legati e si muo-
vono in contemporanea. Si tratta di itinerari di
vario genere: tratti facili di roccia e di creste
nevose, pendii di neve, creste rocciose ma
anche itinerari di misto che si caratterizzano
dall’alternanza di passaggi di neve, di ghiaccio
e di roccia.
La lunghezza di questi itinerari, la necessità di
rimanere esposti a pericoli oggettivi il minor
tempo possibile, l’esigenza di conservare delle
buone condizioni di neve impongono di dover
procedere rapidamente pur conservando un
certo grado di sicurezza. Per questo motivo su
tratti facili di molte ascensioni e in numerose
discese si preferisce non adottare le tecniche di
assicurazione su parete le quali invece prevedo-
no il movimento di un componente alla volta
assicurato dagli altri compagni che sono vinco-
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Indicazioni e suggerimenti
Prima di descrivere le varie tipologie di assicura-
zione adottabili nella progressione in conserva,
riportiamo una serie di raccomandazioni frutto
C10-38 Cordata a due in discesa di anni di frequentazione della montagna.
• La corda tra due alpinisti deve stare sempre
tesa; se essa rimane lasca e si trascina sul suolo,
in molti casi è minacciata la sicurezza della cor-
data.
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primo di cordata
2. raggiunti i 5 m di distanza tra due componen-
ti fissare la corda all’anello di servizio tramite
moschettone a ghiera e nodo barcaiolo; disporre
la corda rimanente a tracolla e fissarla mediante il
nodo bulino con bretella. Nella cordata a tre il 2°
al secondo
(la persona meno esperta) si lega alla metà della che segue dietro
corda con nodo barcaiolo all’anello di servizio 397
C10-39 Asole per secondo dietro
tramite moschettone con ghiera
3. il capocordata tiene 3-4 asole “aperte” in
mano di lunghezza decrescente con la accor-
terzo di cordata
tezza che la corda che va al compagno esca dalla
mano in direzione del compagno. Nella corda-
ta a tre anche il 3° tiene su una mano le asole
di corda.
4. la corda deve essere tesa e la distanza effet-
tiva tra due alpinisti è circa 2 m; si tratta al secondo
che avanza
quindi di un tratto molto corto che permette la
marcia senza toccarsi e soprattutto consente di
C10-40 Asole per secondo avanti
“sentire” subito il tentativo di scivolata del
compagno e quindi l’immediato intervento
5. non si realizzano i nodi a palla e nemmeno il
cordino prusik sulla corda
6. il più esperto procede da primo in salita e nei
traversi e da ultimo in discesa
7. se il percorso segue un tratto diagonale fian-
co al pendio gli alpinisti tengono la corda nella
mano a valle e la piccozza in quella a monte
con la dragonne ben stretta al polso.
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2 m (legatura a 5 m)
secondo
di cordata
metà
corda
2m 2m
legatura a 5 m legatura a 5 m
C10-42 Conserva corta a tre
C10-43 Corta con asole in discesa La progressione in conserva corta si basa sul
principio di arrestare la scivolata prima
ancora che inizi. Per questo motivo tra i com-
ponenti della cordata la corda deve rimanere il
più tesa possibile. È fondamentale che il capo-
cordata, soprattutto nella cordata a due, tenga
sempre sotto controllo il movimento del com-
pagno: infatti in caso di scivolata di quest’ulti-
C10-44 Corta con asole e blocco
mo bisogna reagire immediatamente per avere
buone possibilità di arrestare la caduta.
Viceversa con corda lasca, a causa della velocità
acquistata dalla persona, la trattenuta diventa
molto difficile se non impossibile.
La figura C10-43 mostra una discesa nella
C10-45 Scivolata con corda lasca
quale il capocordata si trova più a monte e con-
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scivolata.
otto
infilato
barcaiolo barcaiolo
barcaiolo
corda a
tracolla
corda a
tracolla 10 m 10 m
conserva su
cresta cordata a
due con mezza
bulino corda
barcaiolo
bulino
barcaiolo
404
tratto di corda
da raccogliere
tratto di corda
da raccogliere 10 m
12 m
bulino
2°
1° barcaiolo
otto infilato
3° 2° barcaiolo
otto infilato
corda a tracolla
10 m
410
Terreno facile: • legatura a 5 m, distanza effettiva 2 m
pendii nevosi non • 3-4 asole aperte in mano
ripidi, creste nevose • corda tesa
e rocciose ampie e • nodo barcaiolo su moschettone
con poca pendenza, Conserva corta con ghiera collegato all’anello di servizio
cenge e gradoni con della imbracatura e corda rimanente
singoli brevi tratti a tracolla
più impegnativi • il più esperto procede da primo in salita e
(3m) nei traversi e da ultimo in discesa