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ANNO 98 - N.

11-12 TORINO, NOVEMBRE-DICEMBRE 1977

RIVISTA MENSILE
DEL CLUB ALPINO ITALIANO
Valide ragioni di montagna
ci portano a fare scarpe così.
Brixia non ama discutere in vetrina:
le sue ragioni le porta in montagna,
in silenzio, dove contano i fatti.
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BRIXIA: l'abitudine ad essere in cima


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RAGIONI DI MONTAGNA
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N.
Valide ragioni di montagna
111111111■11 ci portano a fare scarpe così.
Brixia non ama discutere in vetrina:
le sue ragioni le porta in montagna,

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BRIXIA SPORTING SHOES
25080 S. EUFEMIA (BS)
in silenzio, dove contano i fatti.
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con queste prestazioni. 7 - La superficie è in esperimenti, collaudi e
3 - Il colore è politene, sia per resistere suggerimenti dei più noti
raccomandabile nel caso alle abrasioni che per sciatori agonisti.
di infortuni perché consentire la sciolinatura.
facilita il ritrovamento in modo che la neve
(è rosso fluorescente). non rimanga attaccata.
4 - La flessibilità è 8 - La punta tonda è fatta
studiata per dare comodità, per emergere nelle nevi
sia nella camminata che fresche e per essere
nella discesa meno pericolosa
(particolarmente dolce). in caso di
infortunio.
5 - La torsione consente
una massima aderenza
su qualsiasi terreno
(distribuzione
delle forze torsionali).

11111f EZ
Frecce colorate in campo bianco.
Ricordiamo ai Soci che dal 1° no- in ritardo, perché questo fatto fatti la spedizione della Rivista
vembre è possibile rinnovare la comporta seri disguidi nell'aggior- viene sospesa a chi non abbia
QUOTA DI ASSOCIAZIONE per il namento periodico del targhetta- rinnovato la quota e riprende con
1978. Chi ha interesse a ricevere rio. Inoltre chi non rinnova la quo- il numero successivo al rinnovo
LA RIVISTA puntualmente tenga ta entro il 15 aprile 1978 non può della quota stessa.
presente che ciò non può avve- ricevere i numeri della RIVISTA
nire se la quota viene rinnovata oltre il n. 3-4; dopo tale data in-

Parliamo di rifugi: to della massima importanza. I me è, di fatto) una succursale de-


il lamento del «rifugiando» soci, per quanto concerne il loro gli sci-clubs; un supporto di una
rapporto con l'associazione, si po- frangia di escursionismo goderec-
Effettivamente la questione dei ri-
nevano sul piano morale di chi si cio e consumistico, privo di altri
fugi trasformati in alberghetti e di
assume l'onere di dare, e non di contenuti; una base di appoggio
certi gestori che badano più ai
chi crede di dover solo ricevere. per cacciatori e bracconieri, per
quattrini che al Regolamento an-
Anche oggi i veri alpinisti agisco- cercatori di funghi e di altri pro-
drebbe affrontata e risolta, anche
no su tale piano, ma la loro per- dotti del sottobosco; un fornitore
perché la malattia sta diventando
centuale fra gli iscritti è divenuta di alberghetti a buon prezzo e un
epidemica.
esigua. La situazione odierna in- elargitore di sconti.
Ma anche un nuovo morbo si sta
fatti può venire così schematiz- 2) Perciò il C.A.I. dovrebbe ripren-
diffondendo, quello del piagnistèo,
zata: dere a selezionare i suoi soci, ri-
reso grave dal fatto che i piagnu-
colanti non propongono cure ra- 1) Il C.A.I. non ha più il carattere nunciando alla forza illusoria del
dicali, mentre coloro che potreb- di un club a porta chiusa, bensì numero, per realizzare quella so-
bero suggerirle si guardano bene di un pascolo al quale •oves et stanziale della qualità. Un •aspi-
dal farlo, perché le castagne dal boves» hanno diritto di accesso. rante socio» dovrebbe non solo
fuoco è meglio farle togliere dagli Ne consegue che molti soci sono venir presentato da due soci ef-
altri. Eccone uno che ci casca, pur divenuti tali non perché fossero fettivi che se ne rendano garan-
di avviare la discussione e nella convinti di dover attuare gli sco- ti, ma anche entrare nel sodalizio
speranza che questa risulti utile. pi statutari, ma per altri interessi. con tale qualifica e diventare •ef-
Anzitutto facciamo una breve ana- 2) Molti rifugi sono oggi ubicati in fettivo» non prima che siano tra-
lisi del male, onde poterci orien- zone di comodo accesso, servite scorsi un paio d'anni, durante i
tare nella ricerca di un rimedio. da strade, percorribili con mezzi quali avrà avuto modo di dimo-
Chiediamoci che cosa era il C.A.I. motorizzati, o raggiungibili me- strare la sua capacità di «dare per
dei nostri bisnonni ed a quale sco- diante impianti di risalita. Alcuni la realizzazione degli scopi socia-
po essi crearono dei rifugi. sono circondati da rifugi privati, li» (difesa della natura, conquista
Il C.A.I. era un •club a porta chiu- da alberghi e da veri e propri cen- delle montagne, loro studio scien-
sa», simile ai tanti che ancora tri residenziali. Conseguentemente tifico, loro interpretazione esteti-
oggi esistono in quella patria del- anche i gestori si sono adattati. ca, iniziazione delle giovani leve,
la democrazia libertaria che ha 3) Oggi buona parte dei soci del ricerche tecnico-alpinistiche, soc-
nome Inghilterra. Per farne parte C.A.I. crede di dover ricevere pre- corso alpino, compilazione di iti-
bisognava aver dimostrato un rea- stazioni, non di doverne dare; con nerari, aggiornamenti di guide,
le interesse per lo scopo del so- la conseguenza che chi la pensa progettazione e costruzione di ri-
dalizio, che era essenzialmente diversamente non può far molto, fugi e di bivacchi, manutenzione
quello della conoscenza e della trovandosi in minoranza. di sentieri, piantumazione di albe-
conquista della montagna. Questo Questa analisi, alquanto semplifi- ri, organizzazione e documentazio-
interesse andava dimostrato a fat- cata, ma fondamentalmente valida, ne della vita del sodalizio, ecc.).
ti, non a chiacchiere. Quanto ai ri- può fornire la base per una pro- 3) Si dovrebbero mettere in ven-
fugi, essi erano indispensabili al posta nitida e priva di compromes- dita quei rifugi che oggi sono ser-
fine di evitare taluni inconvenienti si, articolabile nei seguenti punti: viti da comode infrastrutture. In
connessi con l'esercizio delle at- 1) II C.A.I., che ieri aveva quale loro luogo si dovrebbero curare i
tività statutarie. Perciò venivano principale scopo la conoscenza veri rifugi, cioè quelli che distano
costruiti esclusivamente in zone della montagna, oggi dovrebbe as- almeno qualche ora di marcia da
impervie, distanti ore di marcia sumere quello della sua difesa. strade e da impianti di risalita. Il
dalle carrozzabili e dai paesi. In nessun caso, comunque, do- criterio della loro funzionalità, in
Occorre anche precisare un pun- vrebbe rassegnarsi ad essere (co- ordine agli scopi sociali, dovrebbe

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prevalere su ogni altro. Anche la «lamento dei rifugiandi» e l'andaz- Assenti al referendum,
scelta dei gestori ed il controllo zo degli alberghetti-ex-rifugi. ma presenti nei rifugi
del loro operato dovrebbero es- Ed ora, in attesa di una raffica di
Ho letto con molto interesse i ri-
sere più severi. Solo così si po- proteste e, speriamo, di idee va-
lide, rifugiamoci nella tenda ed sultati del referendum sulla no-
trebbe tornare a respirare, nei ri-
alziamo il parafulmine. stra rivista e con non poca sor-
fugi del C.A.I., l'aria della cultura
presa ho avuto conferma di quel-
alpina e non quella dei mass-me-
dia. Agli estranei bisognerebbe Tonino Zatta che che da tempo erano le mie
concedere ospitalità solo nei casi (Sezione di Mantova) opinioni.
di emergenza e per il tempo stret- Che solo il 9,2°0 si interessi dei
tamente necessario, giusto come problemi interenti alla direzione e
Non ci sono soltanto spine! conduzione del nostro sodalizio è
si fa nelle case private, fra gente
civile. Si leggono sovente sulla R.M., let- una prova lampante del disinteres-
Infine avanziamo una proposta, tere di alpinisti che lamentano se dei soci per la vita associa-
marginale dal punto di vista lo- un'accoglienza fredda, a volte ad- tiva (ed è il 9,2°0 cioè 2360 ri-
gico, ma praticamente connessa al dirittura pessima, da parte di al- sposte, cioè di 2360 soci, che han-
problema del rinnovamento, even- cuni gestori di rifugi. no dimostrato di interessarsi ai
tuale, dello spirito del sodalizio. Troppo spesso rifugi del C.A.I. so- problemi della rivista).
Si dovrebbero invitare i soci a tra- no gestiti come ristoranti e alber- Gli assenti, cioè gli astenuti non
scurare quelle montagne in cui la ghetti e vi si preferisce una clien- avranno più diritto di lamentarsi
natura è stata deturpata da una tela di gitanti domenicali che poco perché si parla solo di alpinismo
industria turistica di rapina; quel- o nulla hanno a che fare con il di 6' grado o si trascura l'escur-
le dove si è lasciata salire l'edi- C.A.I. e con la montagna. sionismo alpino.
lizia nelle valli alte e minori; quel- Come soci del C.A.I. o frequenta- Inutile condurre la campagna di
le dove le funivie scaricano i tu- tori della montagna dobbiamo ri- nuovi soci fondata solo ed esclu-
risti sulle cime; quelle dove le vet- conoscere che sovente la situa- sivamente su fattori materiali:
te più panoramiche sono dotate di zione è proprio quella lamentata. troppe volte abbiamo sentito ri-
ristoranti con terrazze private; È doveroso però segnalare non chiedere l'iscrizione a socio nella
quelle dove troppe «vie attrezza- solo le cose storte, ma anche il categoria «che costa meno» per-
te» tolgono la gioia di una con- comportamento positivo e la buo- ché «a me serve la tessera solo
quista; quelle dove impera l'urlo na accoglienza che ancora capita per avere la riduzione nei rifugi...».
nevrastenico dei «fuori-strada»; di trovare. I rifugi sono il patrimonio del
quelle dove ogni locale pubblico È con vero piacere che vorremmo C.A.I., in cui il socio dovrebbe
è stato trasformato in un triste trasmettere, attraverso le pagine sentirsi a casa propria ed in cui
museo di animali imbalsamati; di questa rivista, una nota di me- il socio d'elezione sente il dovere
quelle dove le acque non sono più rito ai responsabili del Rifugio di offrire ospitalità all'amico non
pure, dove le spazzature impesta- Amianthe per la calorosa acco- socio condividendone comodità e
no i boschi, dove la pubblicità ti glienza che ci hanno riservato. ristrettezze. Invece — secondo il
insegue, dove negli alti pascoli, Il Rifugio Amianthe è posto a mio pensiero — proprio quei soci
sottratti al bestiame, parcheggia- 2979 m alla testata della Conca che non si interessano alla vita
no gli automezzi; quelle dove in di By in Valpelline ed è gestito dal del C.A.I. e nulla danno al soda-
un paesaggio lottizzato, privatiz- C.A.I. di Chiavari. lizio sono quelli pronti a lamen-
zato e distrutto, si aggira una fol- Un ordine ed una pulizia inecce- tarsi se un custode sgarra un po'
la satura di vacuità e frustrata. pibili fanno di questa modesta ma non rispettando il diritto di prece-
Se poi trovassimo che vi sono suf- accogliente costruzione un vero denza sancito dal regolamento ri-
ficienti motivi (e ve n'è una va- «rifugio», dove l'alpinista si sente fugi.
langa) per cui l'attuale C.A.I. non a proprio agio. Ma sono i respon- Ma altre constatazioni si possono
potrà accogliere e tanto meno rea- sabili che erano presenti la prima fare: ad esempio l'interesse per
lizzare queste proposte, bisognerà settimana di agosto che vorrem- la speleologia (42,9°o) che io in-
proprio per questo invitare le mi- mo cordialmente ringraziare per terpreto come partecipazione mas-
noranze più valide ad assumerle il calore, la gentilezza e la fami- siccia degli speleologi nel rispon-
come bandiera, per una lunga azio- gliarità con la quale ci hanno ospi- dere al referendum, ossia, per de-
ne di rinnovamento qualitativo, tati. duzione, anche se gli speleologi
azione che potrà avere anche l'ef- Alcuni soci del C.A.I. sono pochi sono però culturalmen-
fetto marginale di far cessare il di Capiago (Como) te molto più preparati, quindi mol-

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to più aperti, quindi molto più at- Per favore, non rispondetemi che tutti gli altri; che la Rivista ha
tenti ai loro problemi. la pubblicità porta soldi, perché il compito •politico» di dire che
Ma da questo referendum anche la è arcinoto che quanto più un'atti- è necessario, assolutamente ne-
Direzione del C.A.I. dovrebbe trar- vità è disdicevole e sfruttatrice cessario, per un fatto di civiltà,
re utili insegnamenti. tanto più è redditizia in termini dire basta alla mercificazione dei
di quattrini e quindi può a sua vol- monti; che la Rivista ha il com-
Leonardo Gianinetto
ta pagare bene: ma non c'è biso- pito di insegnare ai giovani, e riin-
(Sezione di Biella)
gno che sia proprio il C.A.I. ad ac- segnare ai non più giovani, che i
cettare tale denaro per contribui- monti hanno una rilevanza profon-
re alla distruzione della monta- da (per quel tanto di tipo di eco-
Pubblicità e consumo gna. nomia, di tradizioni, di storia che
della natura (e quattrini) Giorgio Bassani ancora conservano) nella ricerca
In linea con la risposta da me (Sezione di Bolzano) di un modo di vivere più umano
data nel questionario sul miglio- e più vicino all'originalità dell'uo-
ramento della Rivista, protesto mo.
Un'altra esortazione Non che mi importi molto di esser
contro l'inserzione dello stesso
Servizio Pubblicità perché la col- per una rivista «aperta» commiserato dai sedentari perché
lego con l'inserzione del Villag- Ho cominciato ad •andare in mon- la domenica sudo salendo dove al-
gio Veronza in terza pagina di co- tagna» da bambino (tantissimi an- tri giungono tranquillamente in
pertina. ni fa, ormai!) e sono rimasto uno macchina o in moto per la soli-
Il primo avviso afferma la finali- dei tanti che ha continuato sem- ta inutile carrozzabile, di esser
tà di •vivere la natura nella natu- plicemente ad andare per monti, considerato un inetto dai tecnici
ra stessa• (il ché mi pare ovvio, senza velleità (né capacità) di im- del sesto grado: mi importa inve-
anzi pleonastico) e lo scopo della prese di rilievo. ce (e molto) veder perdersi defi-
pubblicità di •orientare le scelte Dal mio punto di vista due cose, nitivamente nelle nuove genera-
in modo positivo». Questa secon- in questi ultimi anni, mi hanno pro- zioni la concezione dell'andare in
da affermazione implica una enor- fondamente amareggiato: la prima montagna quale momento liberan-
me responsabilità per il C.A.I.: si- veder la montagna via via merci- te dai condizionamenti della civil-
gnifica che le inserzioni che ap- ficata, asservita alla pura logica tà tecnologica, quale sforzo di ri-
paiono nella Rivista Mensile sono del profitto (leggi lottizzazioni, inu- cerca di valori tipici e fondamen-
— non soltanto implicitamente e tili strade, impianti di risalita, tali dell'uomo, non asservito alla
in senso generico, ma anche espli- ecc.), sacrificata alla civiltà (!) dei macchina.
citamente — approvate e fatte consumi e regolarmente •consu- Ecco quindi perché volevo (e vor-
proprie dal C.A.I.; e ciò anche mata•, Va la sostanziale indiffe- rei) una rivista diversa, una rivi-
quando esse sono di carattere con- renza di chi (noi, ad esempio) si sta aperta sui problemi del rap-
sumistico all'estremo come quel- è •associato• proprio con il com- porto uomo-montagna, montagna-
le relative appunto a quei villag- pito istituzionale di difendere i ambiente, montagna-civiltà; laddo-
gi turistici o condomìni che infe- monti, i loro valori profondi, la lo- ve la montagna, come il mare, co-
stano le montagne di case super- ro integrità; la seconda — stret- me la campagna ha valore se con-
flue. tamente consequenziale — di ve- servata •scena» originale di un
Non sarà certo il caso di ricor- der l'alpinismo via via ridotto ad corretto rapporto tra uomini.
dare qui tutti i motivi per cui le uno sport professionistico, per po- E conservo il convincimento (o
montagne sono migliori senza co- chi, per i •bravi•, oggetto di re- l'illusione?) che tanti altri vec-
late di cemento, mentre le case portage fotografici, di trasmissio- chi •montanari» la pensino come
sarebbe meglio farle nelle città do- ni televisive, di pubblicazioni •best me: quei tanti che si sono senti-
ve mancano ma lì le pagano meno, seller». ti esclusi dall'inchiesta sulla Ri-
e allora, ecc. ecc. Ritengo paci- Ecco perché avrei voluto che mol- vista perché si sentono ormai
fico per ogni alpinista, cioè sin- ti, rispondendo al referendum, di- estranei a un alpinismo fatto per
cero amante della montagna, che cessero che la Rivista ha il com- pochi, estranei a monti che ove
•vivere la natura• può essere un pito fondamentale di far conosce- non li respingono per la loro dif-
bello slogan pubblicitario, purché re la montagna per quello che è, ficoltà, li respingono per la loro
sia precisato anche •ma senza non per quello che qualche uomo mercificazione.
consumarla, affinché rimanga an- eccezionale riesce a renderla per Luigi Mussi
che per il prossimo•. sé, non certo per gli altri, per (Sezione di Monza)

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ANNO 98 - N. 11.12
NOVEMBRE-DICEMBRE 1977

RIVISTA MENSILE
DEL CLUB ALPINO ITALIANO

VOLUME XCVI

Redattore
Giorgio Gualco, v. M. Bandello 4,2, 20123 Milano tel (02) 462.167

Collaboratori
Capi-rubrica: Carlo Balbiano d'Aramengo. Francesco Framarin,
Fabio Masciadri. Claudio Sant'Unione.

SOMMARIO

Lettere alla rivista 375

Il monte Bianco e la sua storia naturale, di Giuseppe Nan-


geroni (1) 379

Pericolo valanghe!, di Fritz Gansser 390

Lo sci-alpinismo e il Club Alpino Italiano, di Gianni Lenti 395

I problemi dei nostri rifugi, di Giacomo Priotto . . 398

Sci di fondo escursionistico. di Camillo Zanchi . . . 404

Al di là dell'ecologia. di Francesco Franceschini . 414


304 pagine, 34 illustrazioni - L. 5.000
Antro del Corchia: —950. di S. Mandini e G. Zuffa . . 416
L'autore: è una delle figure più importan-
tanti dell'alpinismo mondiale, compagno di La vetta ad ogni costo!. di Cosimo Zappelli . 421
cordata di alpinisti di valore come Rebuf-
Notiziario:
fat e Lachenal. Vincitore delle più grandi
Libri di montagna (423) - Nuove ascensioni (426) - Ricordia-
pareti delle Alpi, è con la spedizione fran- mo (428) - Comunicati e verbali (431) - Corpo Nazionale Soc-
cese che nel 1950 scala il primo 8000, l'An- corso Alpino (433) - Notizie delle Sezioni (435).
napurna. Successivamente partecipa alle
Indice del Volume XCVI 1977 436
spedizioni al Fitz Roy, al Makalu, allo
Jannu. Nel 1965 trova la morte in un'ascen- In copertina: II Cimon della Pala (foto F. Faganello).
sione nel Vercors.
La vita alpinistica di Terray è un romanzo
affascinante e da questa sua autobiografia
emerge la figura di un alpinista eccezio-
nalmente dotato di capacità tecniche co-
me di qualità morali, coraggioso e genero-
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378
Come interpretare un paesaggio alpino:

Il monte Bianco e la sua storia naturale


GIUSEPPE NANGERONI

Appena superato il dosso di Pré Saint Didier,


davanti a noi si apre, impressionante, l'impo-
nente scenario del Bianco e delle sue avanguar-
die: la conca della Curtis Maior, percorsa e ta-
gliata dalla Dora, cui fanno da elevata corona
le meravigliose cime dell'Arp, dell'Ane e del
Grammont, a sinistra, e della Testa di Licone
a destra alla testata della Val Tsapy; le due
quinte dello Chétif e della Saxe; e, sullo sfondo,
la maestosa e aspra solennità della catena, cul-
minante nel calmo e tondeggiante più alto mon-
te dell'Europa, il cui nome si adatta più al can-
dido e tranquillo alto versante savoiardo e del
Faucigny che alle aspre e grige rupestri pareti
aostane dalle dentellate creste granitiche.

LA LONTANA PREISTORIA: MONTAGNE


Il M. Bianco dall'Aiguille de Rochefort, ANTICHISSIME, PROGENITRICI
con il M. Maudit, il M. Blanc du Tacul e, DELLE ALPI. METAMORFISMO E
a destra, il Dente del Gigante. INTRUSIONI MAGMATICHE
Al centro il bacino del Glacier du Géant, con la
Tour Ronde e il Grand Capucin. (Foto G. Gualco)
Il massiccio è un lungo elissoide ovale diretto
da SO a NE, diviso per la sua lunghezza in due
distinte unità, separate dal pianeggiante e ret-
tilineo solco della valle di Chamonix, e cioè, la
catena del vero Monte Bianco e la catena delle
Aiguilles Rouges, due unità d'una comune ori-
gine e storia. Esso è uno dei 4 grandi massicci
alpini esterni che ebbero una grande importanza
nel limitare, verso occidente e, in parte al nord,
lo sviluppo in ampiezza della vera catena alpina,
4 imponenti pilastri, costituiti di antichissime
rocce: l'Argentera, il Pelvoux-Belledonne, il no-
stro Bianco, la complessa unità della Jungfrau-
Aar-Gottardo. Vogliamo vedere chi furono gli
artefici costruttori del nostro massiccio, di qua-
li materiali essi si sono serviti per costruirlo e
del modo e delle forze usate da questi architetti
naturali, e quando. Chiediamolo ai petrografi, ai
geologi, ai geomorfologi e affidiamoci alle loro
conclusioni, sia pure temporanee, ma oramai su-
scettibili forse solo di poche variazioni.
I materiali? sintetizzando: gneiss, graniti, por-
fidi, teneri sedimenti marini, prevalentemente

379
calcarei e marnosi, tracce di depositi carboniferi ste montagne, e in parte anche al molto futuro
e poco altro. Monte Bianco. Montagne fatte prevalentemente
Seguiamone la storia attraverso le fasi evolutive. di gneiss e di micascisti, cioè di rocce metamor-
Dove attualmente s'innalza la catena del Bianco fiche, di cui una varietà è data dalle ben note
e le Alpi in genere, circa 380 milioni d'anni fa béole, e un'altra varietà è data da quei lastroni
vi erano altre montagne, ben diverse da quelle ben visibili al Monte Moro sopra Macugnaga.
d'oggi, ma formate sostanzialmente delle stesse In fin dei conti sono, almeno in gran parte, più
rocce di cui è formata la prima ossatura dell'at- o meno, quelle stesse rocce che noi oggi vediamo
tuale Bianco, quegli stessi gneiss e micascisti abbondanti per gran parte della Valtellina (Cima
che oggi vediamo, da noi, limitatamente al SO, Piazzi, Cevedale), nelle montagne ticinesi (Tam-
sopra il Col de la Seigne, Trélatéte, Combal, bò, Rheinwaldhorn), nel Rosa p.d., nel. gruppo
Miage, Bionassav, fino alla sommità del Bianco, pennino che va dal Cervino ai Jumeaux e alla
e, aldilà, in tutta la lunga fascia dominante la Dent Bianche, nel Vélan e nel Gran Paradiso
valle di Chamonix che fa da imponente balco- p.d. e, naturalmente, nei quattro gruppi in ca-
nata alla sovrastante ancor più imponente den- tena che costituiscono lo sbarramento esterno
tellata catena che va dalle guglie del Grépon dell'arco Alpino occidentale, dall'Argentera al
a quelle du Plan e du Midi, al centro della quale Gottardo.
s'allarga il Plan de l'Aiguille di cui approfitta Rocce metamorfiche, derivate da antichissimi se-
la stazione di mezzo della teleferica per l'Aiguille dimenti marini e fluviali (argille, sabbie, ghiaie)
du Midi; poi alle falde della Verte e delle Ai- e da vulcanesimo (lave, tufi, intrusioni magma-
guilles du Chardonnet e du Tour. Queste rocce tiche), risalenti forse a 400-500 milioni d'anni
tenevano quasi tutto lo spazio anche delle attua- fa che, abbassatesi a 10-15 km -di profondità,
li Alpi, anzi si collegavano al Massiccio Centrale sottoposti a pressioni enormi e a temperature
in Francia, ai Vosgi, alla Foresta Nera e alle elevate (500-600 e più gradi) hanno modificato
altre montagne germaniche, chiamate comples- profondamente la loro struttura chimica e fisi-
sivamente dai romani «Silva hercynica», tan- ca, determinando così i vari tipi di gneiss, di mi-
to che i geologi chiamarono corrugamento er- cascisti, ecc. Queste rocce, risollevatesi a formare
cinico quella orogenesi che dette origine a que- nuove montagne, sono quelle erciniche, di cui si

(1 ) Abbiamo detto che i graniti del nostro mas- più di 25 milioni d'anni fa, cioè in corrispon-
siccio sono rocce magmatiche, probabilmente de- denza del corrugamento alpino), il miscuglio
rivate da un caldo magma granitico asceso dalle di granito con precedenti gneiss è alquanto
profondità e intruso e consolidatosi nelle rocce evidente alla periferia, ma l'interno della massa
precedenti, sostituendosi. Una più recente teoria granitica per quanto molto varia, è talmente uni-
propende a ritenere che lo stesso granito pro- taria da far accettare piuttosto ancora la vec-
venga dal consolidamento delle rocce precedenti chia teoria, per ora!
fuse in seguito ad uno sprofondamento notevole, (2) Questi valori vengono dedotti usando metodi
e poi riconsolidatosi secondo nuovi equilibri e radioattivi. Questi si basano sul fatto, scientifi-
quindi con minerali diversi dai precedenti, e camente dimostrato, che gli atomi d'un ele-
diversamente disposti. Quindi non iniezione dal- mento radioattivo si trasformano lentamente in
le profondità, ma granitizzazione della preceden- atomi di un altro elemento (o in un suo isótopo,
te roccia. Nel Monte Bianco (e anche altrove, cioè in un elemento identico chimicamente, ma
p. es. nell'Adamello e nella Val Màsino, i cui di diverso peso atomico) in misura costante e
graniti però sono d'età molto più recente, non indipendentemente da temperature e da pressio-
è detto. Comincia da qui la storia del Monte Gran Paradiso, ecc. e anche nelle vicine Ai-
Bianco al quale soprattutto, d'ora innanzi, limi- guilles Rouges (presso Vallorcine). Giungiamo
teremo le nostre osservazioni. Durante il loro così a circa 310 milioni d'anni fa, sempre nel
sollevamento, queste rocce metamorfiche si sono periodo Carbonico ( 2).
fratturate e, approfittando di queste fratture, un
caldo magma profondo è penetrato tra di esse, MUTAMENTI CLIMATICI. SEDIMENTI
in parte digerendole, in parte modificandole e in ANTICHI. FORESTE, FIUMANE,
parte inglobandole, magma che si è rapidamente DESERTI, VULCANI
consolidato costituendo così quella bella e buona
Colline poco elevate, dalle forme calme, separa-
roccia che noi chiamiamo granito e che assume
te da depressioni palustri, torbose, boscose, lon-
i più diversi aspetti strutturali. Per esempio, nel
tane poche decine di chilometri dal mare, a sud.
caso nostro, nel Monte Bianco, si tratta d'un
Clima caldo, umido, piovoso. Grandioso svilup-
granito dai cristalli di ortoclasio, molto grandi, po di foreste, costituite di felci arborescenti, di
tanto che noi Io chiamiamo «occhiadino», men- code cavalline alte 10-15 metri, tutta quella ve-
tre venne chiamato dai nostri antenati di fine getazione che dovrà dare origine al carbon fos-
'700 granito protógino perché si riteneva essere sile (p. es. a quello che si estrae dalle cave non
la più antica roccia delle Alpi, anzi, della Terra, lontano da La Thuile). Nel periodo successivo,
mentre è evidente che più antichi del granito chiamato Permico, il clima diventa più arido,
sono nel caso nostro, almeno i gneiss nei quali scompaiono le foreste, gli alberi, e i loro tron-
il granito è penetrato e ancora più antichi sono chi vengono coperti da dune sabbiose (che indu-
i sedimenti e le antichissime lave trasformatesi rendo diventano arenarie); poi, con clima poco
poi appunto in gneiss e micascisti ('). più piovoso, subentrano argille fangose e ghiaie,
Intrusioni granitiche in quel tempo, cioè agli ini- e subentra, soprattutto, una notevole attività
zi del periodo carbonico, avvennero anche in vulcanica vera e propria, quella che, qui presso,
gran parte delle altre montagne erciniche, e che produrrà i porfidi dello Chétif, della base della
noi oggi, dopo centinaia di milioni d'anni e di Saxe fino alla Testa Bernarda attraverso il Trou
storia naturale, riconosciamo, ad esempio, nel- des Romains, alla testata del bel vallone di Tsa-
l'Argentera, nella Jungfrau, nel Bernina, nel py, mentre nelle terre più ad oriente, produrrà

ni. Per esempio l'Uranio si trasforma in Piombo leria stradale del Monte Bianco) i cui risultati
riducendosi alla metà in mille milioni d'anni da vennero pubblicati nel 1967. Questi valenti geo-
quando si era consolidato (l'altra metà è diven- logi italiani si sono valsi di un altro elemento
tata Piombo oltre a Elio gassoso che si disperde). radioattivo, e cioè del Rubidio 87 che si trasfor-
E il Carbonio di peso atomico 14 degli organi- ma per metà in Stronzio 87 nel lunghissimo
smi si riduce in 5570 anni alla metà, da quando periodo di 90 miliardi di anni, giungendo così
quell'organismo è divenuto cadavere, trasforman- a stabilire 313 milioni d'anni per il nostro gra-
dosi, l'altra metà, in Carbonio 12; e diventando nito (quindi orogenesi ercinica) e 18-36 milioni
ancora metà della metà dopo altri 5570 anni; d'anni per le apliti (come vedremo), derivate
e così di seguito. Prego il lettore di scusare la da fusione e riconsolidamento di quarzo e di
mia fraseologia "forse troppoelementare e sem- altri minerali del nostro granito (quindi durante
plicista; però le cose stanno così. Nel nostro ca- l'orogenesi alpina, cioè durante la formazione
so specifico l'esame venne effettuato da Mala- delle attuali Alpi).
roda, Baggio e Ferrara (approfittando dei reper-
ti estratti durante i lavori di scavo della Gal-

381
Evoluzione del M. Bianco, dal Paleozoico
(400 milioni d'anni fa) ad oggi.
(1.m. = livello del mare)

4
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Nel Precarbonico (solo rocce metamorfiche d'età pre-ercinica o erci- Spianamento meteorico. fine Permico. 230-225 MA.
rbcal 500.400 milioni d'anni.

t~:
~~.~« ++++ + + +
Im

ntrusione granitica (crocette): periodo Carbonico. 320-310 M a

Inondazione marina del mare Tetide: sprofondamento ± continuo delle


colline erciniche: sedimentazione marina (golfo europeo della Tetide).
225-40 M.a.
m

Degladazione meteorica delle montagne erciniche. 310-300 M.a.


Im.

Sollevamento ed emersione integrale (slittamento dei depositi marini;


denudazione del massiccio del Bianco). 40-1 M.a.

M Bianco
9
Sedimentazione continentale (carbone da foreste. ghiaie e sabbie,
porfidi vulcanici, del Carbonico-Permico) 300.240 M.a Pian
Chamonix Veni - Ferret
+ +11h++ +
+:++.4. _4.

yryzi--4
A•
++

Granito
Sedimenti
marini Gneiss ercinici I m

Forma e struttura attuale del M. Bianco (estremamente schematizzato).


Dai depositi marini mesozoici delle Valli di Chamonix e Veni-Ferret si
Fratturamento delle precedenti rocce e loro accavallamento. finale del- passa ai piani alti e dossi di gneiss-micascisti (pieghe compresse e
l'orogenesi ercinica. 240-230 M.a raddrizzate), poi alle guglie di lastroni granitici verticalizzati (soggetti
a gelo-disgelo) e, alla fine, all'imponente cupola della sommità, forse
da oltre un milione d'anni perennemente coperta, quindi protetta, da
ghiaccio e neve. 1-0 M.a.
(Nel disegno e nella concezione di questa sequenza si é seguito I. Mo-
ret, in «Precis de Géologie«. Ed. Masson. Parigi 1967).

le montagne di porfido del varesotto-luganese e tutti di ambiente marino, acqueo; dei vertebrati,
tutto il piastrone porfirico che, nelle Dolomiti, solo pesci e anfibi. Però, forse, su queste nostre
va da Merano al Colbricòn e al Lagoiii, base, terre che dovevano diventare Alpi, già comin-
tra l'altro, delle future isole coralline che diven- ciavano a muoversi i primi rettili (derivati per
teranno il Sassolungo, l'Antermóia, il Sella, la evoluzione dagli anfibi), dai geologi chiamati
Marmolada, le Pale di S. Martino, molte cime «tetràpodi» (cioè, finalmente, animali non più
delle Dolomiti del Cadore e del Comelico, ecc. con pinne o altro, ma oramai con 4 piedi). Ho
In quel tempo non esistevano ancora gli uccelli, detto forse, sia perché nei nostri territori di cui
e tanto meno i mammiferi; finora i viventi erano stiamo parlando non si sono ancora trovate trac-

382
Nelle pagine seguenti: in alto, l'imponente barriera In basso a sin.: enorme è la diversità tra l'alto Dóme
di ghiacci e roccia che domina la Valle di Chamonix. (o cupolone) del Bianco e la dentellatura delle creste
Da sin. le Grandes Jorasses, il M. Mallet, l'Aiguille sottostanti, tra cui quelle delle Grandes Jorasses
de Rochefort e il Dente del Gigante, con la Mer de e del Dente del Gigante, qui viste dalla cima
Giace. Al centro Grands Charmoz, Aig.11e de del M. Dolent. (Foto G. Gualco)
Blaitière, Aig.11e du Plan; a destra, l'Aiguille du Midi, Ancor più evidente questo contrasto appare dalla vetta
il M. Blanc du Tacul, il M. Maudit e la calotta del del Grépon (foto in basso a destra),
M. Bianco, con la poderosa colata del Glacier da cui la massa glaciale della vetta massima
des Bossoli e il Deithe du Go:iter. sembra dominare direttamente le precipiti Aiguilles
Veduta presa dal Lac Blanc. (Foto G. Gualco) de Chamonix. (Foto G. Gualco)

Carta geologica schematica del versante italiano del Monte Bianco (di Baggio, Ferrara, Malaroda).

1) alluvioni e morene del Quaternario 2) depo- nito molto chiaro e minuto 4) granito grossolano
siti marini fossiliferi autoctoni elvetici 3) gra- (protògino) 5) rocce metamorfiche erciniche.

ce di essi, sia perché le numerose tracce trovate nei 4 pezzi: Chétif-Saxe, catena del Bianco, ca-
più ad oriente (p. es. nell'alta bergamasca, nel- tena delle Aiguilles Rouges, piccola catena del-
l'alta Val Trómpia, nelle Dolomiti, ecc.) sono l'Arpille sopra Martigny. Ed ecco il perché delle
date non da ossa, ma solo da orme di piedi con scaglie di antracite e grafite con felci in Vallor-
3-4 dita. cine e delle tracce di conglomerati carboniferi e
Alla fine del Permico, si ha una ripresa dell'at- di porfidi del permico, compressi tra gneiss, del-
tività orògena: le colline erciniche costituite di l'Aiguille de Bionassay, delle Aiguille de Tréla-
gneiss e di granito, ma coperte di depositi ve- téte, dal Mont Tondu al Col Infranchissable,
getali e conglomerati del Carbonico e vulcanici dalla cresta del Miage all'Estellette.
e arenacei del Permico, vengono fratturate in
tante scaglie subverticali; queste si accavallano,
risultandone così, in sezione, un'alternanza di se- LE ANTICHISSIME MONTAGNE
dimenti carbo-permici strizzati e pizzicati tra DIVENTANO FONDO MARINO DI BASE
gneiss-graniti; i sedimenti carboniosi così com- Poi anche queste montagne frazionate, erose e
pressi vengono parzialmente metamorfosati in modellate dalle acque diventano calme colline.
scisti grafitici, neri, contenenti spesso livelli an- Fin qui siamo ancora al margine della storia del
tracitici e impronte di felci. E si ha la prima Monte Bianco (e delle Alpi). Tutto questo com-
traccia, tuttavia rapidamente obliterata, della plesso, rapidamente quasi spianato, alla fine del
formazione delle tre valli subparallele: Veny- Permico (230 milioni d'anni fa), lentamente si
Ferret, Martigny-Chamonix, Valloreine, e quin- abbassa sotto il livello del Mare Mediterraneo
di la separazione del gruppo, prima unitario, di allora che aveva, come sponde estreme, que-

383
385
■■•

Carta geologica schematica delle formazioni geologiche Nella pagina accanto: il Grépon; spesso oltre al
dalle Aiguilles Rouges alla Valpelline, fratturamento verticale si ha un fratturamento
attraverso il M. Bianco. l'élan, Combin. orizzontale, che determina delle guglie mozze.
In basso la famosa «vire arca bicyclettes».
(Foto G. Gualco)

BOURG
ST. PIERR

08/11/
OST.RHE Y ,VALPEL LINE
WT
% ROUBL'Eg9

M. Fallère

+ +

1
7 A2 + +
3 4 5

1) Fascia carbonifera (Tarantasia, Brianzonese). 4) Sedimenti marini (calcari marnosi, gessi.


2) Cristallino metamorfico pre-carbonico (gne- ecc.) della fascia elvetica autoctona, coperti
iss, micascisti) del M. Bianco - Aiguilles Rou- da depositi continentali quaternari (alluvioni.
ges, del Vélan - Gran San Bernardo e del Cer- morene, frane).
vino - Dent Bianche - Valpelline. 5) Sedimenti marini mesozoici della fascia Ta-
3) Graniti (intrusione ercinica) della catena del rantasia - Brianzonese e calcescisti prevalenti
Bianco e porfidi (vulcanesimo del Permico), so- (Grand Combin).
lo al Chétif e alla Saxe. (Ridotto da R. Trumpy e K. GrasmCik, in Guide
Géologique de la Suisse, Wepf, Basilea 1967).

386
387
ste nostre colline erciniche al nord e le montagne quelli a oriente e a sud della fascia brianzonese,
dell'Africa tropicàe al sud, mare cui i geologi per es. quelli della Grívola, delle valli cuneesi,
diedero il nome di Tétide, in omaggio a Teti, delle medie valli aostane (Valtournanche - Pla-
la dea del Mare, la madre di Venere. E il mare teau Rosà), dell'Alta Val Formazza, del San Ber-
copre queste antichissime terre per non meno nardino (Pizzo Uccello), della Val Malenco (En-
di 180 milioni d'anni, cioè dai 225 ai 45 milioni tova-Tremogge) ecc., cioè i cosidetti «calcesci-
d'anni fa. Ci si può quindi immaginare quante sti», vennero forse depositati sul gran fondo del-
centinaia o migliaia di metri di detriti marini la Tetide, mentre i calcari delle nostre Prealpi
vennero depositandosi su quelle antichissime col- e delle Dolomiti vennero forse depositati non
line che andavano sempre più sommergendosi. molto al largo delle antiche sponde Africane.
Però il fondo di questo mare non era tutto ad Il sottofondo di questo immenso mare era dun-
eguale profondità. Per esempio, e ciò interessa que dato in gran parte dalle montagne erciniche,
molto il caso nostro, lungo un arco che pressa- costituite di rocce metamorfiche, penetrate da
poco va dal Savonese alle montagne presso Brian- masse di granito e frammezzate a depositi ter-
9an e, proseguendo nella nostra zona, al Piccolo restri del Carbonico e a colate laviche di por-
e Gran San Bernardo - Vallese, ecc., si era for- fidi del Permico. E sopra questo fondo dalle nu-
mata una lunga dorsale, larga un centinaio di merose conche, qua si depositarono fanghiglie
chilometri che, attraverso i milioni d'anni, ora finissime e instabili, pronte a formare delle im-
s'abbassava, ora emergeva dal mare, alternativa- ponenti frane sottomarine, là crebbero scogliere
mente determinando depositi marini dei più di- coralline che, oltre ad allargarsi, crescevano sem-
versi tipi e sedimenti terrestri o addirittura ero- pre più verso l'alto, mano mano il fondo si an-
sione, eliminazione di quanto prima era stato dava abbassando; più in là, derivate da queste e
deposto. Anzi, si può dire che questa lunga dor- da gusci di miriadi di molluschi e da praterie
sale, chiamata dai geologi, cordigliera brianzo- di alghe dal guscio calcareo, imponenti piastroni
nese, ha molto spesso separato i depositi della di calcare e di dolòmia; più in là, presso le spiag-
fascia marittima europea (franco-germanica), cui ge, depositi sabbiosi, diventate compatte arena-
appartengono i sedimenti che oggi vediamo at- rie, e lì presso, in ambiente chiuso, saline e d&
torno al Bianco, da quelli della fascia marittima positi di gesso, derivati da precipitazioni in se-
più profonda centrale e della fascia costiera afri- guito a forte evaporazione.
cana: tutte conclusioni dedotte da numerose e È lì che si sono formate le Alpi ed è in un
profonde osservazioni della struttura delle mon- angolo di questo mare, nell'angolo che doveva
tagne che formano oggi le nostre Alpi, dal Sa- diventare il Monte Bianco, che sul vecchio ba-
vonese al Monte Rosa e ancora più in là. Quin- samento ercinico si sono depositate centinaia di
di i sedimenti marini che si depositarono sopra metri di sedimenti marini dei più vari tipi.
le antichissime colline erciniche inabissatesi che (continua)
dovevano diventare la catena del Bianco, sono GIUSEPPE NANGERONI
tutti depositi di ambiente europeo, mentre tutti (Sezione di Milano)

388
Paesaggio in pieno granito, valli intensamente In basso: un bel circo scavato nei graniti del Bianco,
glacializzate nel cuore del massiccio. il Fauteuil des Allemands. I circhi sono dovuti all'azione
Sullo sfondo il Grand Combin, con il Cervino e del ghiacciaio, che protegge il fondo e all'arretramento
il M. Rosa. (Foto G. Nangeroni). dei versanti per effetto del gelo-disgelo sulle rocce.
(Foto G. Costantino - Courmayeur).

389
Pericolo valanghe!
FRITZ GANSSER

Poiché lo studio approfondito delle disgrazie cau- questo pericolo latente nella montagna invernale.
sate dalle valanghe costituisce il miglior insegna- Di conseguenza, fondamentale è la prevenzione
mento per evitarne altre, il Servizio Valanghe del pericolo, che si può evitare osservando quan-
Italiano ha condotto durante l'ultimo decennio, to avviene in natura, ed acquisendo quell'espe-
ossia dalla sua fondazione, un'indagine sulla do- rienza che permette di scegliere le giornate più
cumentazione raccolta e conservata nel suo ar- adatte ad un'escursione e di seguire gli itinerari
chivio a Domodossola. Risulta che dal 1968 a più sicuri.
oggi si ebbero 178 vittime da valanga in Italia
delle quali 64 erano alpinisti, fra cui 29 senza e L'AZIONE DEL VENTO
35 con sci ( 31 erano sciatori anzitutto nel «fuo- Importantissima è l'azione del vento, chiamato
ri-pista» e 24 appartenevano alle forze armate). «il costruttore delle valanghe»; l'esempio che
È risaputo che le valanghe rappresentano il mag- segue sottolinea l'assoluta necessità di valutare
giore pericolo per lo sciatore-alpinista, sia perché attentamente le trasformazioni che la neve su-
chi è stato sepolto ha poche possibilità di so- bisce per causa sua.
pravvivere (dopo un'ora questa possibilità scen- Una scuola di 27 giovani sciatori, attraversando
de al 40% e dopo due ore al 20% ), sia perché un pendìo, considerato dalla maestra di sci asso-
il meccanismo del distacco delle valanghe specie lutamente sicuro, stacca una valanga a lastroni,
del tipo «a lastroni» è così complesso che qual- che travolge 20 di loro. La maestra aveva per-
che volta anche l'esperto ne viene sorpreso, non corso lo stesso itinerario il giorno precedente, ma
potendo praticamente mai escludere del tutto aveva commesso l'errore di non valutare l'im-

390
Nella pagina accanto: a sin., un caso eccezionale, In questa pagina: sotto questa valanga a lastroni,
la fuga in discesa diagonale da una valanga a lastroni lunga solo 14 metri è morto un uomo!
soffici, staccata dallo sciatore stesso; Un alpigiano, trascinato a valle per 5 metri e coperto
a destra, pochi secondo dopo il distacco i lastroni da un metro e mezzo di neve, poiché era solo venne
si stanno già disgregando in polvere. (Foto R. Ludwig) ritrovato morto dopo quattro ore.
Il fatto è accaduto nel gennaio 1972 a Calanche
(Alpi Marittime). (Foto F. Gansser).

portanza del vento che soffiando forte durante la scorsi 7 inverni rimasero travolte in Italia 7
notte aveva compressa la neve in modo tale da comitive composte da 9 a 20 persone ossia 97
formare un lastrone soffice, staccatosi poi sotto persone in tutto col grave bilancio di 27 morti e
il peso degli sciatori. Nonostante il pronto inter- ciò quando i bollettini valanghe sconsigliavano
vento dei soccorritori, giunti in elicotteri con le escursioni! A proposito il «Decalogo delle va-
cani da valanghe, 10 ragazzi perirono. langhe» diffuso dal S.V.I. fin dal 1969 (Riv.
È noto che una nevicata di 30-50 cm può crea- Mensile nov. 1970) in seguito all'impossibilità
re un pericolo locale di valanghe sugli itinerari di prevedere sempre le insidiose valanghe a la-
turistici, ma lo stesso pericolo si forma già an- stroni, consiglia «di tracciare, nel limite del pos-
che solo con 20 cm se durante o dopo la nevi- sibile, una pista come se il pericolo di valanghe
cata ha soffiato un forte vento. Perciò l'impor- fosse sempre incombente: le comitive devono
tanza di assumere informazioni sul posto circa suddividersi in piccoli gruppi, che procedano con
la situazione del manto nevoso, che può variare distanze tra loro e sostino solo in luoghi sicuri».
anche da una vallata all'altra secondo l'esposi-
zione e l'effetto del vento. È evidente che chi LE VALANGHE A LASTRONI
conduce delle comitive, anzitutto di giovani ine- Uno dei più gravi incidenti, con 4 morti, avven-
sperti nella montagna invernale dovrebbe cono- ne ad esempio nel 1970. Una comitiva, dopo aver
scere a fondo come comportarsi in zona perico- salito una vetta a piedi, sostava alla base del
losa per distacco di valanghe, a meno che si av- pendìo finale preparando gli sci per la discesa.
valga di una guida esperta della zona. Nei tra- Due componenti, che si erano attardati volendo

391
salire la vetta con gli sci, durante la discesa ta- versarono il pendìo, provocando il distacco di
gliarono il pendìo,. provocando una valanga a una grossa valanga a lastroni, che li seppellì ucci-
lastroni, che travolse i compagni sottostanti. Si dendone uno e ferendone due.
ebbe così un'altra conferma che «almeno nel Le raccomandazioni spesso ripetute nei bollettini
90% dei casi le valanghe vengono staccate dagli valanghe di «seguire itinerari sicuri» serve natu-
infortunati stessi o dai loro compagni di gita». ralmente solo a chi per esperienza sappia cosa
Importante è conoscere le varie cause del distac- s'intende con tale suggerimento, evitando lunghe
co di una valanga a lastroni. Un distacco può traversate di pendii che, occorrendo, vengono
avvenire per sovraccarico dello strato consisten- percorsi il più in alto possibile. Si eviterà anche
te a causa di una nevicata, oppure di neve ripor- di seguire la base immediata di un pendio ripido,
tata dal vento; per un assestamento brusco di si passerà da un punto il più sicuro poslibile (al-
strati sottostanti, provocato dal passaggio di per- beri, rocce, ripiani, costoni, casolari, ecc.) al
sone od animali; per la diminuzione di resistenza prossimo. Occorrerà salire talvolta anche portan-
di ancoraggio sotto l'effetto del sole o dell'au- do gli sci e scendere sempre il più possibile
mento di temperatura; per la diminuzione di pla- sulla verticale. Si eviteranno pendii sottovento
sticità in conseguenza dell'abbassamento di tem- dove solitamente la neve è stata accumulata e
peratura, ecc. Perché gli strati si rompano, essi ciò in particolare sotto le creste con cornici.
devono avere una minima coesione e «partono» Se il versante è all'ombra (esposizione N e E)
quando poggiano su strati «deboli» (cristalli gros- il pericolo è maggiore in quanto il freddo ritar-
si, neve scorrevole, brina, in primavera infiltra- da la trasformazione e quindi l'assestamento del-
zioni d'acqua, ecc.). Tale sottofondo produce una la neve.
azione «lubrificante», sia che a sua volta poggi .
su altri strati duri o indifferentemente sul terre- COME TRACCIARE
no stesso. Esteriormente i lastroni sono spesso UN ITINERARIO SICURO
riconoscibili dal colore opaco (lattiginoso). Nel marzo 1974 alcuni gruppi di una scuola di
Più difficilmente sono riconoscibili i «lastroni sci-alpinismo durante una gita udirono, nell'at-
soffici» che non oppongono quasi resistenza allo traversare un pianoro, il caratteristico rumore
sci. Si cercherà di riconoscere gli strati deboli «vvumm» provocato dalla fuoruscita dell'aria dal-
affondando lentamente un bastoncino da sci ro- la neve inconsistente, oppure dai vuoti sottostan-
vesciato nel manto nevoso. Per riconoscere tut- ti uno strato compatto che venga sfondato dal
ta la stratificazione occorre comunque praticare passaggio di persone. I gruppi continuarono tran-
uno scavo ed osservare il profilo del manto ne- quillamente a salire un pendìo anche dopo che,
voso. Tagliando un grosso blocco a monte dello a duecento metri di distanza, si era staccato un
scavo ed esercitando una pressione sullo stesso piccolo lastrone di neve, non pensando che il
si potrà spesso constatare quali strati possano più distacco era stato da loro stessi provocato. Poco
facilmente staccarsi. Questa operazione di con- dopo tutto il pendìo sovrastante franò travolgen-
trollo venne eseguita correttamente da un distac- do diversi allievi. Fortunatamente la valanga si
camento militare, che si era trovato nella neces- fermò a ventaglio sul pendìo (anziché sulla con-
sità di scendere un versante pericolosamente in- tropendenza o peggio, in un vallone) di modo
nevato. La neve fresca ricopriva infatti uno stra- che tutti si salvarono perché solo parzialmente
to consolidato che posava su neve inconsistente. coperti. Chi conduceva i gruppi non aveva te-
Il comandante decise allora che gli uomini scen- nuto conto dei due chiari e tipici avvertimenti
dessero a serpentine lungo un costone. Purtrop- di pericolo imminente uditi e visti poco prima.
po alcuni di loro stanchi di curvare, indiscipli- Se il rumore invece che sul pianoro l'avessero
natamente abbandonarono il costone sicuro e tra- udito sul pendio, questo sarebbe immediatamen-
Esempio di un itinerario sbagliato: Nella pagina seguente: valanghe di neve bagnata
traversando da destra, nella foto, un ripido pendio, sulle pendici del M. Ormelune, in Valgrisanche,
due turisti hanno staccato una grossa valanga a lastroni, nel mese di giugno. (Foto G. Gualco)
che costò loro la vita.
Sull'itinerario segnato a sinistra la salita avrebbe potuto
svolgersi con sicurezza. (Foto A. Gayl)

con l'aiuto dei compagni rimasti fuori, si stabi-


liva che mancava all'appello ancora un allievo.
I suoi compagni indicarono il punto dove il tra-
volto era stato visto l'ultima volta e per due ore
circa tutti si alternarono in un'azione di ricerca
e sondaggio al disotto del punto indicato. Solo
per caso il sepolto venne poi ritrovato alcuni
metri al disopra del presunto punto di scompar-
sa e poteva essere rapidamente rianimato. In al-
tri tre casi, anche in quello della turista canadese
travolta nel 1972 sulla strada che porta a Ma-
cugnaga e ritrovata miracolosamente viva dopo
44 ore, le indicazioni sul punto di scomparsa
erano risultate errate e i travolti vennero dissep-
pelliti parecchi metri a monte del punto indica-
to dai vari testimoni. Questi dovrebbero essere
più consci dell'importanza e della responsabilità
che possono assumere con segnalazioni errate.
Peggio poi il comportamento osservato nel tra-
scorso decennio in almeno 11 incidenti risultati
poi mortali, quando i superstiti scendono a cer-
care soccorso tralasciando di compiere un'esplo-
razione visiva della valanga, come pure un son-
daggio veloce laddove, presumibilmente, si po-
trebbero trovare i corpi dei travolti. Infatti le
te «partito» in seguito alla rottura della tensio-
squadre di soccorso, giungendo sul luogo dopo
ne. Le valanghe a lastroni di neve possono esse-
molte ore, nella maggior parte dei casi localizza-
re provocate anche a distanza di centinaia di
rono le vittime in brevissimo tempo: in due casi
metri, quando si disturba la fragile stabilijà che
i travolti sono stati estratti nel punto dove in
resiste alle forze di tensione ed a quelle «al ta-
superficie si è trovato un paio di occhiali e, rispet-
glio» fra gli strati di diversa consistenza.
tivamente, un bastoncino da sci, in altri tre casi
una vittima emergeva dalla neve con parte della
L'OPERA DI SOCCORSO testa, la seconda con la mano e la terza con una
Nell'aprile 1970 una scuola che aveva per- scarpa! In altri casi i corpi sono stati rinvenuti
nottato in un rifugio dovette scendere perché al margine inferiore di piccole valanghe sotto.
l'ininterrotta nevicata iniziata la sera prima crea- una copertura di neve di solo 20 o 30 cm!
va una situazione sempre più pericolosa. Gli allie- Abbiamo poi il caso di un alpinista che nel gen-
vi scesero con tutte le precauzioni, a grandi di- naio 77, nonostante fosse stato avvertito della
stanze muniti del cordino valanghe, ma la cattiva situazione pericolosa, lasciò gli amici nel rifugio
visibilità e la neve difficile fece chiudere sem- per un'escursione con sci di fondo senza aver
pre più gli ultimi verso i primi. Lo «spirito di detto dove si recava. Venne ritrovato morto,
gregge» che si verifica nei momenti difficili va travolto da una piccola valanga, solo dopo 4
spesso a svantaggio di ogni buona regola di pru- giorni di ricerche. Nell'ultimo decennio si sono
denza. Invece di uno, diversi allievi vennero co- avuti altri 4 incidenti similari con 7 morti. In
sì travolti da una valanga. Dopo essersi liberati qualche caso la valanga che li aveva travolti era
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di proporzioni minime, ma come nel caso del In troppi incidenti, gli sciatori-alpinisti si sono
contadino travolto nel gennaio 72 nelle Alpi Ma- trovati in difficoltà perché non erano muniti del-
rittime da una valanga a lastroni lunga solo 14 l'adeguato materiale per facilitare la ricerca degli
metri, se non vi sono altre persone pronte ad infortunati. Dovrebbero munirsi dei piccoli appa-
intervenire per estrarre il sepolto, i soccorritori recchi di ricerca rice-trasmittenti (che sostituisco-
non sapendo dove cercare, arrivano sempre trop- no con vantaggio il cordino da valanghe) per il
po tardi. Visto che un metro cubo di neve umida rapido ritrovamento di chi è stato sepolto. Na-
pesa dieci volte di più della neve polverosa ossia turalmente occorre disporre anche di qualche pa-
circa 800 kg, è facile comprendere che può ba- la leggera per disseppellire il compagno travolto
stare poca neve umida per fare precipitare una e individuato con gli apparecchi. Altrimenti sca-
persona o immobilizzarla in un fosso o una val- vando con mani e sci trascorre un tempo almeno
letta. tre volte superiore (circa 30 invece di 10 minuti,
Nel caso di due ragazzi scomparsi nel gennaio se il sepolto si trova a un metro e mezzo di pro-
di quest'anno durante un'escursione nelle Preal- fondità) che può essere fatale in considerazione
pi, le colonne di soccorso impegnate durante mol- della breve possibilità di sopravvivenza. Si pos-
te settimane, non sapendo esattamente dove cer- sono avere gli apparecchi rice-trasmittenti e dei
carli, li ritrovarono solo dopo 5 mesi! bastoncini-sonda, pure utili per il ritrovamento
Negli ultimi 10 anni, sono state coinvolte 10 cor- dei sepolti, a condizioni di favore tramite la
date, con un totale di 32 alpinisti, in 6 incidenti, Commissione Centrale Sci-Alpinismo presso il
soprattutto in primavera, per aver provocato la C.A.I. Centrale a Milano. Alla stessa Commis-
caduta di valanghe a lastroni generalmente pic- sione fanno capo le scuole di sci-alpinismo che
cole. Il bilancio era di 19 morti, non perché tutti insegnano il comportamento in caso di perico-
sepolti dalla neve, ma per ferite mortali ripor- lo di valanghe e soccorso dei travolti. Maggiori
tate rimbalzando sulla roccia, poiché incordati. conoscenze sul problema delle valanghe possono
Infatti 23 alpinisti sono stati investiti in canaloni acquisirsi invece nei corsi informativi organizza-
e 9 su paretine rocciose. Ciò conferma che è ti dal Servizio Valanghe Italiano (scrivere alla
necessario diffidare, anche in estate, dei lastroni Segreteria del S.V.I.: via G. Mauro 67, 28037
«freddi» prodotti dalla neve ventata o da quelli Domodossola, Novara).
resi umidi ed appesantiti dal sole, specie nei ca- FRITZ GANSSER
naloni durante le ore calde. (C.A.A.I. e Sezione di Milano)
Lo sci-alpinismo
e il Club Alpino Italiano
GIANNI LENTI
È un rituale che si ripete spesso: essere avvi- non fare propaganda; la crescita, se così la pos-
cinati, durante i nostri spostamenti, da persone siamo definire, è assolutamente spontanea, è un
che si informano, che vorrebbero tanto decider- dato di fatto e certamente è favorita anche da
si per lo sci-alpinismo, ma non sanno, sono incer- situazioni collaterali come il numero sempre mag-
ti sui materiali, sull'attrezzatura, sulle loro ca- giore delle persone che vanno in montagna, che
pacità, sul scegliere dove andare e soprattutto imparano a sciare in pista e che poi si seccano
con chi. di pagare il prezzo di un giornaliero per poche
Fin qui, potrebbe obiettare qualcuno, non vi è discese, che a causa delle code e dell'affollamento
nulla di nuovo; anche venti o trenta anni fa lo diventano tanto meno gratificanti quanto più
sci alpinismo suscitava interesse tra i profani. migliorano le capacità sciistiche dell'individuo.
È vero, però oggi il fenomeno colpisce solamen- Lo sci-alpinismo, anche quello fatto a metà in-
te se tentiamo di quantificarlo. verno a quote non molto elevate, è dunque eva-
«Alt fermo lì»!!! Mi pare di sentire da qualche sione, è la gioia pura di fare della montagna
parte «Non fare propaganda e non trasformiamo con i propri mezzi ed è bello e giusto che anche
il paradisiaco sci-alpinismo in adunate da pista!». altri godano di ciò che offre questo meraviglioso
No, amici; il problema non è quello di fare o sport.

395
Nella pagina precedente: Haute Route classica, salendo In questa pagina: discesa in neve fresca nelle Alpi
verso il Pigne d'Arolla dalla Cabane des Dix. Lepontine (Val Vignone, presso San Bernardino)
(Foto G. Gualco) (Foto G. Gualco)

Ma è proprio a questo punto che mi pare utile UNA SCUOLA CENTRALE composta da Istruttori
far sapere a quanti guardano con interesse allo Nazionali di sci-alpinismo. Questi istruttori, di
sci-alpinismo che cosa ha fatto il Club Alpino eccellenti capacità tecniche e di grande esperien-
Italiano per consentire un approccio sereno e za, sono preposti a non pochi compiti tra i
sicuro con questo sport entusiasmante, ma pur quali la ricerca continua e la messa a punto di
sempre severo. tecniche sempre più avanzate riguardanti la sicu-
rezza, il soccorso, il collaudo di materiali e di
1966-1977: UN BILANCIO DI DIECI ANNI
attrezzature. Sono incaricati inoltre di curare
Come si sa, il fattore sicurezza in montagna è la preparazione e l'aggiornamento della dispensa
sempre stato uno degli obiettivi principali del ufficiale sullo sci-alpinismo, nonché la formazio-
C.A.I. ed è per questo che anche la Commissio- ne di nuovi istruttori nazionali ed il lo Po costan-
ne Centrale per lo sci-alpinismo, con una pro- te aggiornamento.
grammazione che oggi a posteriori possiamo de-
finire ben riuscita, ha creato in questi ultimi ISTRUTTORI NAZIONALI DI SCI-ALPINISMO. In
dieci anni un'apposita struttura per l'insegna- dieci anni la Scuola Centrale ha infatti curato
mento dello sci-alpinismo e precisamente: e realizzato sette corsi della durata di 8-10 gior-

396
ni cadauno; da questi corsi previa una severa zioni del C.A.I. e la Commissione Centrale, non
selezione, sono usciti 131 istruttori nazionali di fosse altro che per procurarsi il materiale come
sci-alpinismo e 36 aiuto istruttori oggi chiamati corde, cordini, pale, sonde, barelle, film e dia-
istruttori di sci-alpinismo del C.A.I. positive didattiche; ma è fuori dubbio che sen-
za l'attività volontaria e gratuita offerta dagli
SCUOLE DI SCI-ALPINISMO DEL C.A.I. In Italia
esistono oggi 49 Scuole di sci-alpinismo presso istruttori e dagli organizzatori, sarebbe difficile
se non impossibile corrispondere ad una richie-
altrettante sezioni del Club Alpino Italiano.
sta che non solo è in aumento, ma si rinnova
L'attività di queste scuole è seguita dalla Com-
puntualmente di anno in anno.
missione Centrale ed è diretta e curata dagli
Si può dunque ritenere che il bilancio del lavoro
istruttori nazionali, dagli istruttori di sci-alpini-
svolto sia da considerarsi positivo anche se na-
smo del C.A.I. e da un'organico complessivo di
turalmente ci sono ancora lacune, imperfezioni
360 istruttori sezionali scelti fra gli uomini più
e difficoltà da superare.
responsabili e più esperti di questa disciplina.
I 7.000 allievi sono un dato di fatto: da soli o
Durante i corsi organizzati da queste scuole e
accompagnati dalle nostre guide continueranno
della durata media di 8-10 domeniche, i soci del
certamente con crescente entusiasmo a fare dello
C.A.I. già in possesso di una discreta tecnica
sci-alpinismo, sport per il quale grazie al cielo,
sciistica, ricevono nozioni teoriche e pratiche di
esiste ancora molto spazio e uomini capaci e
base che vanno dalla tecnica sci-alpinistica vera
generosi disposti a farlo conoscere ed apprezzare
e propria, quindi tecnica del fuori pista sia in
sempre più.
salita che in discesa, alla progressione su percor-
GIANNI LENTI
si facili o di media difficoltà su roccia e su ghiac- (Sezione di Lecco)
cio, sia nozioni sull'innevamento, sui pericoli da
valanghe, sulla metereologia, sull'orientamento,
sulla topografia, sull'autosoccorso, sulle tecniche
di bivacco, ecc.
SEZIONI C.A.I. PRESSO LE QUALI
7.000 ALLIEVI E NESSUN INCIDENTE GRAVE OD
ESISTONO SCUOLE O SI EFFETTUANO
IMPORTANTE. Negli ultimi 10 anni è stato un CORSI DI SCI-ALPINISMO
crescendo di allievi che hanno frequentato le
scuole di sci-alpinismo del C.A.I. Aosta - Verrès.
Sono stati infatti oltre 7.000 e nessun incidente Bardonecchia - Cirié (Uget) - Ivrea - Rivarolo
grave od importante è stato registrato. Canavese - Torino (Sucai) - Torino (Uget) - Cu-
Questo è il risultato più significativo che merita neo - Fossano - Mondovì - Saluzzo - Baveno -
particolare attenzione e che rappresenta, ne sono Omegna - Verbania - Intra - Biella - Varallo Se-
certo, il compenso più ambito per tutti coloro sia - Alessandria - Casale Monferrato.
che con vera passione e con altruismo disinteres- Bovisio Masciago - Brescia - Como - Bergamo -
sato si dedicano all'insegnamento di questo sport. Lecco - Milano - Monza - Saronno - Sondrio -
Si pensi infatti che l'iscrizione ad un corso di Varese - Zogno.
sci-alpinismo presso una scuola del C.A.I. oscilla
Genova - Sampierdarena - Savona.
dalle 5.000 alle 20.000 lire e che le quote più
alte comprendono l'assicurazione, l'uso del ma- Verona - Venezia - Bassano del Grappa - Maro-
teriale di gruppo, il diploma di frequenza, il di- stica - Valdagno - Vicenza - Belluno - Padova -
stintivo della scuola e talvolta anche la dispensa Feltre - Bolzano - Bressanone - Cavalese - Ma-
sullo sci-alpinismo. È quindi uno sforzo econo- donna di Campiglio - Sat - Pordenone - Udine.
mico non indifferente che si sobbarcano le se- Firenze - Macerata - Roma - Ascoli Piceno.

397
GIACOMO PRIOTTO
I problemi
dei nostri rifugi

Redazione: molti soci si lamentano per il tratta-


mento avuto in alcuni rifugi, in particolare quel-
li con servizio di alberghetto e rimpiangono i
tempi in cui i rifugi erano frequentati solo dagli
alpinisti. Per i rifugi incustoditi d'altronde si
presentano altri problemi, per esempio la diffi-
coltà di avere le chiavi, e l'insufficienza dei lo-
cali invernali. Che cosa puoi dirci innanzitutto
per inquadrare l'argomento?

Priotto: premetto che le opinioni che* seguono


sono mie personali — pur se, in molti casi, con-
divise dagli altri membri della Commissione Ri-
fugi.
Poi, l'argomento «Rifugi C.A.I.» è multiforme e
poliedrico: dal vertice della Commissione Cen-
trale si ha la visione dei vari problemi — ed a
ciascuno bisogna provvedere con soluzioni che
non sono mai perfette, coinvolgendo il problema
diversi dati di base tra loro spesso contrastanti
— è un po' come la famosa «quadratura del cir-
colo». •
I soci del C.A.I. riducono solitamente il pro-
blema rifugi al rapporto socio-custode o socio-
gestore e le numerose lettere alla R.M. al ri-
Da parte di numerosi soci giungono spesso guardo sono la dimostrazione lapalissiana dell'as-
delle lettere indirizzate sia alla Rivista, che alla serto.
Commissione Centrale Rifugi e Opere Alpine, Nella maggior parte dei casi si tratta di lamentele
in cui vengono espresse domande, lamentele, nei riguardi della gestione — ben raramente si
proposte, perplessità sulla situazione in questo tratta di lamentele inverse, anche se io sono con-
importantissimo settore, che interessa e vinto che potrebbero essercene e parecchie -
coinvolge tutti quanti frequentano assiduamente altrettanto motivate — come gran parte delle
le nostre montagne. prime.
Abbiamo quindi pensato che fosse il momento A questo proposito, credo che il rapporto socio-
di fare il punto della situazione e abbiamo gestore-custode sia stato profondamente cambia-
interpellato a questo proposito il Presidente to (non dico deteriorato) negli ultimi trent'anni,
della Commissione, ing. Giacomo Priotto. dal profondo cambiamento di mentalità avvenu-
Ne è nata la conversazione-intervista, to nei soci e nei custodi e dal processo di «mas-
che qui vi presentiamo. sificazione» subito dal C.A.I., ancor più eviden-
ziato dall'aumento notevole, per non dire enor-
me, del numero di frequentatori dei rifugi non
soci (numero che quasi non esisteva nel 1948-
1950).
Senza voler esprimere giudizi sul valore o meno
di questa «massificazione», sono convinto che tal

398
Nella pagina accanto: sciatori nella tormenta, verso il In questa pagina: i lavori per la costruzione
rifugio; ma quanti sono i rifugi aperti durante l'inverno, del rifugio Regina Margherita (nel 1890), a 4559 m,
o forniti di un locale invernale? (Foto G. Gualco) sulla P. Gnifetti del M. Rosa. (Foto V. Sella)

fenomeno produce, per un certo periodo di tem- C.A.I.: in tal caso tutti i custodi e gestori do-
po, sensibili «scossoni» nell'ambito di determi- vrebbero essere stipendiati dalle sezioni (cioè dai
nate mentalità organizzative... «scossoni» inevi- soci)... i quali dovrebbero diminuire di numero
tabili e che occorre assorbire col minor rianno (oggi abbiamo un rapporto socio-rifugio pari a
e dispendio di inutili energie. circa 150.000/600 cioè un rifugio o bivacco ogni
Sono anche convinto che il C.A.I. non avrebbe 250 soci)... ne consegue che la quota associativa
più potuto essere il Club di élite che è stato, salirebbe a circa 100.000 lire/anno.
innegabilmente, nel suo primo ottantennio di In tutta sincerità concordo quindi con l'articolo
vita. «I rifugi del C.A.I. - Ma sono veramente no-
Non si può quindi più concepire oggi il rifugio stri?», pubblicato dal Not. C.A.I. della Sezione
con custode che riceve il socio, non dico con di Bologna e ripreso su «Lo Scarpone»: concordo
l'inchino, ma con quella amichevole e servizie- nello spirito rievocativo che lo permea e che è
vole cordialità di altri tempi... gli fornisce tutto veramente sincero: mi permetto però di sugge-
il comfort richiesto (di grado oggi ben diverso rire che non è il caso, a mio parere, di fare di
dal passato), ... lo appoggia ed aiuta ... lo istrui- ogni erba un fascio... cioè non tutti i nostri rifu-
sce sui luoghi circostanti il rifugio... ed il giorno gi sono nelle condizioni descritte nell'articolo.
dopo gli fa, magari, da guida per l'ascensione più Opportuna comunque, a mio parere, la proposta
interessante o impegnativa. di considerare, in occasione di lavori di amplia-
Una situazione del genere sarebbe oggi possibile mento di rifugi molto frequentati, la realizzazio-
solo se i rifugi fossero riservati ai soli soci ne di locali ove i soli soci possano cucinare e

399
Un tipico rifugio delle Dolomiti:
il rifugio Carducci in Val Giralba, cui fanno da sfondo
la Cima W itzenmann e il Torrione Carducci.

consumare viveri propri.


Per quanto concerne le stanze riservate ai soci
«perché possano ritrovarsi tra gente della stessa
mentalità», non concordo perché ritengo che è
proprio questa mentalità che è cambiata, non
soltanto per i frequentatori non soci, ma anche
per i soci delle nuove generazioni.
Il cambiamento di mentalità è visibile anche
nelle abitudini cui tutti siamo stati indotti dalla
stessa nostra società «consumistica», in funzione
anche dell'aumentato generale livello di condizio-
ne di vita normale.
Infatti ricordiamo tutti, con patetico profumo
delle cose perdute, l'arrivo al rifugio, il piatto
di minestra fumante ed il bicchier di vino... è lo
spirito del «goto» e della pacca sulla spalla... ma
oggi non rifiutiamo certo, anzi accogliamo con
piacere l'idea di un pranzetto al rifugio, com-
pletato da qualche specialità locale, magari, e
con la possibilità di scelta nella qualità del vino...
ed i giovani, con altrettanta logica, aggiungono
magari la richiesta della Coca Cola, della birra,
ecc. ecc.
Il custode (e soprattutto il gestore), ha tutto l'in-
teresse economico (umano e perciò giustificato)
di seguire, al massimo possibile, queste richieste di rapporti che è stata «ottimizzata» al massimo
di migliorie. dall'attuale Presidente Generale e che oggi ha
un validissimo «pilastro» in seno al C.C. nella
Redazione: questo per quanto riguarda il genere
persona dell'attivo generale Forneris).
di rifugi. A parte questa caratteristica, che è una
L'utilizzazione del trasporto con elicottero pri-
questione di scelte, quali sono i problemi di co-
vato è infatti proibitiva per i pur giustificati co-
sti, che incidono maggiormente sulla gestione?
sti di gestione: eppure in alcuni casi, nei quali
Penso che anche lo smaltimento dei rifiuti, tante
con l'elicottero si sostituisce anche il trasporto a
volte sollecitato, non sia soltanto una questione
spalla (valga per tutti l'esempio della Capanna
di buona volontà. «Margherita» al M. Rosa) non si può prescin-
Priotto: oggi diversi sono i fattori che deter- dere da tale sistema, che si riverbera, neces-
minano l'elevato costo del trasporto viveri e sariamente, sui costi dei servizi prestati poi dal
materiali di servizio per i rifugi. rifugio ai soci e ai non soci.
Oltre alla generale svalutazione monetaria si ten- Sull'altro grosso problema dello smaltimento dei
ga presente la scomparsa pratica del trasporto a rifiuti dei rifugi voglio ricordare lo studio, inte-
soma sostituito, ove possibile, con il trasporto ressante e completo, compiuto dal Gr. Prote-
a mezzo elicottero — e quest'ultimo mezzo è zione Natura del C.A.I.-UGET Torino.
utilizzabile solo in funzione dei rapporti di col- In questo studio si precisa anzitutto che «è im-
laborazione più che cordiali tra il C.A.I. e le pensabile che il problema dello smaltimento dei
Forze Armate, nelle diverse specialità (cordialità rifiuti nei rifugi possa venir risolto obbligando i

400
gestori a portare a valle, sulle proprie spalle, le lioni e mezzo di presenze annuali (come passaggi
immondizie accumulate, né costringendoli a sob- giornalieri) e circa 500.000 pernottamenti/anno
barcarsi l'onere del trasporto tramite animali da (dati medi dell'ultimo triennio).
soma o elicotteri; però la completa assenza di Siamo in Europa il Club Alpino che vanta il
normative in proposito e la tolleranza fin qui di- maggior numero di rifugi, tanto da risultare in
mostrata dalla nostra organizzazione, sfiduciano attivo quando, in sede U.I.A.A. dovesse esser
anche quei pochi volonterosi e solerti gestori che messo in funzione il sistema di pagamento di
con i soli propri mezzi s'impegnano a limitare i quote per godere del diritto di usufruire dei
danni ecologici provocati dall'accumulo dei ri- rifugi alpini di altre nazioni.
fiuti». È chiaro che la sola manutenzione ordinaria, con
Oltre a questo si precisa anche una bozza di re- un tal numero di rifugi e bivacchi ed in rela-
golamento sullo smaltimento dei rifiuti, che, per- zione alle caratteristiche tipologiche ed ubicatine
sonalmente, ritengo molto valida, anche se non di gran parte di essi, costituisce un enorme pro-
concordo in tutti i particolari. blema finanziario per il sodalizio, per la cui so-
Per concludere il discorso sul rapporto socio-cu- luzione ben poco può fare il modesto contributo
stode, ritengo che la vera base per un fattivo mi- annuale disposto in bilancio dalla Sede Centrale,
glioramento può esser trovata soltanto nel ritor- sia pure «impinguato» dalla somma concessa dal
no al sincero spirito di comprensione vicendevo- Ministero Difesa Esercito per i rifugi di sua pro-
le, con massima obiettività nel riconoscimento da prietà, consegnati in gestione al C.A.I.
ambo le parti, non soltanto dei diritti statutari La maggior quota dell'onere resta pur sempre a
o di regolamento, ma anche dei doveri, tenendo carico delle Sezioni proprietarie, le quali riesco-
presente che questi ultimi derivano non solo dal- no a raggiungere risultati più che notevoli avva-
lo Statuto, ma dallo spirito, dall'educazione, dal lendosi di quello spirito volontaristico che è sem-
civismo, dal senso veramente democratico di pre stata una caratteristica del sodalizio: anche
ciascuno di noi. se in questi ultimi tempi, si deve constatare, da
una parte il declino di questo spirito e dall'altra
Redazione: e per quanto riguarda la manuten- la diminuzione della sua importanza risolutiva,
zione? contro l'enorme aumento del costo dei materiali
Priotto: questo è un aspetto del problema glo- e dell'incidenza dei trasporti.
bale che ritengo sfugga alla maggioranza dei soci La Commissione Centrale Rifugi, in una difficile
... ma che è sovente il grosso peso di tanti Con- situazione del genere, ha adottato quindi, con
sigli di Sezione e della stessa Sede Centrale (per molto senso logico e pratico, il criterio fonda-
i rifugi di sua proprietà): è il problema dei la- mentale di portare avanti la manutenzione e le
vori di manutenzione o, peggio ancora, di am- eventuali opere di miglioria per i rifugi e bivac-
pliamento e ricostruzione. chi esistenti, piuttosto di favorire la costruzione
La situazione attuale del C.A.I. è riassumibile di rifugi nuovi.
con questi pochi dati: circa 630 rifugi e bivacchi, Nuove costruzioni o ricostruzioni complete pos-
di cui 570 nell'arco alpino e 60 negli Appennini sono (ed in alcuni casi «devono») essere, ancor
e sulle isole (forse tale numero è destinato ad oggi, previste per:
aumentare ed avremo dati più precisi alla pub- a) zone montane che risultino ancora completa-
blicazione del nuovo libro dei rifugi per cui sta mente scoperte di un necessario punto d'appog-
attivamente lavorando l'amico ing. Bertoglio, gio;
profondo conoscitore della materia, coadiuvato b) ricostruzioni di rifugi la cui presenza sia de-
da Buscaini per gli schizzi illustrativi e da Ar- terminante per la zona montana in cui sono ubi-
zani per le cartine di ubicazione) — circa 3 mi- cati (vedasi l'esempio recente del rifugio Jervis

401
Due bivacchi fissi, fra i molti sorti in questi ultimi anni:
il Bruno Ferrario, in vetta alla Grigna Meridionale,
che è stato oggetto di ripetuti atti di incuria
e vandalismo (Foto R. Cassin) e il bivacco Bonvecchio,
nel Gruppo del Brenta. (Foto G. Buscaini)
Nella pagina accanto: il rifugio Gastaldi,
sopra il Pian della Mussa. (Foto G. Gualco)

al Prà, distrutto da un incendio);


c) ricostruzioni o adattamenti di costruzioni esi-
stenti (attualmente non adibiti a rifugio) in
zone ove sussistano particolari condizioni politi-
che secondo le quali l'esistenza del rifugio può
rinforzare o migliorare la presenza attiva del
C.A.I.
Penso che in argomento «Rifugi C.A.I.» molto
sia stato fatto e molto ancora si possa fare pur-
ché si operi, a tutti i livelli della grande pi-
ramide del C.A.I. con unità di intendimenti, te-
nendo presente che siamo tutti accomunati dal-
l'identico ideale e dalla medesima passione.
Redazione: a parte l'invito alla comprensione
e alla buona volontà dei frequentatori, che cosa
si pensa di fare in concreto per sanare, nei limiti
del possibile, la situazione?
Priotto: abbiamo visto come il ritorno al rifugio
vecchi tempi non è ora pensabile, almeno nella
maggior parte dei casi, considerando anche che il tare abusi ed infine per sollecitare la collabora-
C.A.I. con la legge n. 91 ha imboccato la strada zione dei visitatori con la segnalazione delle ir-
del servizio di interesse pubblico, che evidente- regolarità riscontrate.
mente non può essere limitato ai soli soci. D'al-
A mio parere dovrà essere rivisto il regolamento
tronde non si possono ignorare le accese discus-
rifugi per adeguarlo alla nuova realtà ed il si-
sioni all'Assemblea dei Delegati per un aumento
stema degli ispettori di rifugio, che in molti casi
della quota sociale anche di sole 500 lire e che
non funziona più adeguatamente; inoltre non si
il contributo medio annuo che le sezioni ricevo- potranno ignorare, per rimanere nella realtà, le
no per i rifugi si aggira sulle 70.000 lire ognuna. sempre crescenti difficoltà a reperire persone ido-
In tale situazione è comprensibile che le sezioni nee disposte a gestire rifugi.
debbano, ove possibile, ottenere un reddito dai
rifugi, se vogliono mantenere in efficienza il loro Redazione: un altro grosso inconveniente dei
patrimonio e provvedere inoltre ai rifugi di vero nostri rifugi, come accennavo in principio, è co-
interesse alpinistico ed ai bivacchi, che reddito stituito dalla difficoltà di ottenere le chiavi nei
non possono dare. periodi in cui i rifugi sono incustoditi. Nella pra-
Da questo si deduce che il sistema in atto allo tica dello sci-alpinismo, o nei mesi autunnali, a
stato delle cose non ha alternative. parte qualche eccezione, questo inconveniente è
Non resta quindi che l'impegno per tutti ad tale da limitare la scelta dei percorsi e chi ne fa
operare perché lo stesso funzioni il più corret- le spese sono proprio i frequentatori più qualifi-
tamente possibile: attendo uno studio delle ta- cati sul piano alpinistico. Dobbiamo ritenere che
riffe da parte della Commissione Rifugi e dalle gli atti di vandalismo sono così gravi e frequenti
sezioni, per cercare di contemperare l'aumento da sconsigliare la consegna delle chiavi, o di
dei costi di gestione con le esigenze dei frequen- lasciare accessibili i rifugi? Molti rifugi mancano
tatori, vigilando sulla corretta applicazione delle di locali invernali o, quando ci sono, molte volte
tariffe e sul comportamento dei gestori, onde evi- si tratta di vani quasi inabitabili.

402
Priotto: abbiamo esaminato in precedenza le no- Questo naturalmente scoraggia le sezioni ed i
tevoli trasformazioni intervenute in questi ulti- gestori dal mantenere in perfetta efficienza detti
mi anni nella natura e nel numero dei frequen- locali: è evidente che se si vuole trovarli in or-
tatori dei rifugi; di conseguenza i gestori, per dine, bisogna che tutti coloro che ne usufruisco-
soddisfare le esigenze della maggioranza dei f re- no li lascino in ordine e facciano buon uso del
quentatori stessi, debbono disporre di scorte di materiale a disposizione.
generi di consumo, in molti casi rifornite annual- In conclusione debbono cambiare sostanzialmen-
mente in gran parte a mezzo di elicottetp e di te le norme di comportamento in montagna, co-
attrezzature di notevole valore; essi debbono me altrove del resto.
inoltre rispondere di quelle di proprietà delle È evidente che, nonostante questo, dovrà essere
sezioni. posta ogni cura da parte delle sezioni proprieta-
In queste condizioni non è pensabile di lasciare rie affinché tutti i rifugi abbiano un locale sem-
i rifugi accessibili e si può comprendere la dif- pre accessibile e adeguatamente attrezzato.
ficoltà dei gestori a consegnare le chiavi: l'espe- GIACOMO PRIOTTO
rienza ha dimostrato anche in questi casi la dif- (Sezione di Gravellona Toce e
ficoltà di risalire ai responsabili di ammanchi o Presidente Comm. Centrale Rifugi O.A.
del Club Alpino Italiano)
danneggiamenti.
Il problema quindi è risolvibile con la diffusio-
ne e la buona organizzazione dei locali invernali.
Purtroppo gli atti di vandalismo, l'incuria, la
mancata pulizia e riordino dopo l'uso sono una
triste realtà, almeno nel nostro Paese, per non
parlare del mancato pagamento di quanto con-
sumato.

403
Sci di fondo escursionistico

La sciolinatura,
croce e delizia del fondista
CAMILLO ZANCHI
IL PROBLEMA
Nel fondo la sciolinatura è un costante impegno
per gli esperti, è un assillo per i dilettanti e
addirittura uno spauracchio per i principianti;
soprattutto per il gentil sesso essa ha costituito
finora il principale ostacolo alla diffusione di
questo sport.
Va preso atto peraltro che, sotto la spinta della
richiesta, grazie ai mezzi tecnici escogitati con
un pizzico di fantasia, la tecnica della sciolina-
tura sta facendo progressi da gigante, tanto che
si intravvedono oramai soluzioni del tutto sod-
disfacenti, anche a livello dilettanti del fondo
escursionistico, di cui noi ci occupiamo.
Entrando in argomento, la prima domanda, che
ci si pone, è perché si sciolinano gli sci.
Nello sci di discesa, come pure nello sci-alpini-
smo, la sciolina serve ad aumentare la scorrevo-
lezza soprattutto sulle nevi fresche e bagnate.
La scorrevolezza è già però sufficientemente assi-
curata dalla suola in plastica (la suola in legno,
di buona memoria, sta scomparendo anche per
lo sci di fondo), per cui la sciolinatura assume
interesse e diviene importante solo a livello ago-
nistico; per il discesista normale essa è un'ope-
razione del tutto accessoria per non dire super-
flua.
Nello sci di fondo invece la sciolina ha due fun-
zioni tra di loro contrastanti: dare allo sciatore
un appoggio solido sulla neve al momento della
spinta per non scivolare indietro, vale a dire
l'aggancio; non compromettere la scorrevolezza
degli sci per favorire la scivolata in avanti.
La funzione dell'aggancio è evidente nei tratti
in salita, dove il fondista privo di tenuta tende
a scivolare all'indietro ed è costretto a compiere
sforzi notevoli con le braccia per riuscire ad
avanzare, ma sussiste anche in piano. Infatti lo
sci, sul quale insiste la gamba che dà la spinta
all'altra per farla avanzare, slitterebbe indietro,
se non fosse agganciato alla neve.
Da questo meccanismo discende che gli sci con
suoletta di plastica consentono, entro certi limiti,
la scorrevolezza, ma non risolvono il problema

404
Un fondista intento alla sciolinatura, operazione
indispensabile e delicata, che precede ogni uscita
con gli sci da fondo. (Foto G. Cigolini) •
NEVE NUOVA NEVE POLVEROSA NEVE GRANULOSA

dell'aggancio, che va pertanto affidato ad una l'umidità atmosferica avviene ad una temperatu-
particolare sciolina o ad altro mezzo equivalente. ra inferiore a zero gradi.
Finora si è ricorsi a scioline bivalenti, cioè a dop- In funzione delle temperature di condensazione
pia funzione; quella di scorrevolezza in avanti e e di caduta al suolo e a seguito soprattutto delle
quella di aggancio all'indietro, con lo stesso ef- successive metamorfosi subite al suolo per azio-
fetto delle pelli di foca. ne degli agenti atmosferici (in particolare delle
Oggi si cerca di sfruttare il fatto che l'aggancio variazioni di temperatura), la neve assume una
avviene prevalentemente al centro dello sci in molteplicità di forme e di strutture, che ai nostri
corrispondenza dell'attacco, per uno sviluppo di fini schematizziamo nei modi seguenti:
40 cm circa, mentre la zona di scivolo è spostata A) NEVI SOFFICI o non trasformate
verso le estremità della punta e della coda, dif- Questa categoria comprende la neve fresca (non
ferenziando il trattamento della suola. Precisa- bagnata) e la neve farinosa o polverosa.
mente si applica una sciolina di aggancio al cen- La neve cadente è costituita da microscopici
tro dello sci e una sciolina da discesa alle estre- cristalli con forme raggiate e appuntite; quanto
mità. Sugli sci da escursionismo si affida addi- più essa è fredda tanto più è asciutta e i suoi
rittura l'aggancio ad una strisciolina di tessilfoca cristalli sono aguzzi e duri. Finché conserva que-
applicata nella zona centrale in apposite scana- ste caratteristiche essa viene chiamata neve fre-
lature, o ricavando sulla suola delle impronte a sca.
squame di pesce o con altro adatto disegno. Que- Col passar del tempo i cristalli, pur rimanendo
ste ultime soluzioni danno dei risultati soddisfa- la temperatura sotto lo zero, s'accorciano e si
centi a livello turistico, ma non sono polivalenti ingrossano; la neve diviene incoerente (è difficile
nel senso che non si prestano per ogni tipo di fare una palla di neve). Si ha così la neve fari-
neve; inoltre esse comportano una resistenza, nosa o addirittura polverosa.
sia pur attenuata, alla scivolata, che finisce per B) NEVI TRASFORMATE

gravare nei lunghi percorsi, soprattutto se pia- Per effetto dell'aria calda diurna (a temperatura
neggianti. sopra lo zero) e per ripetuta azione del sole,
La soluzione che risolverebbe appieno il proble- seguiti dal gelo notturno, i cristalli della neve
ma, attualmente in via di sperimentazione, è si arrotondano e si agglomerano formando una
quella di applicare delle striscioline di tipo di- struttura a grana più grossa. Si ha così la neve
verso, a seconda del tipo di neve e di percorso, granulosa.
facilmente intercambiabili in modo da poterle Una più marcata azione del sole e dell'aria calda
sostituire durante lo stesso percorso. Questo si- accentua il processo di fusione e successivo ri-
stema, se desse risultati soddisfacenti, elimine- gelo conferendo alla neve una struttura ancora
rebbe tutte le difficoltà della sciolinatura almeno più grossolana, molto compatta e abrasiva. Si ha
per il fondo escursionistico. Nell'agonismo le esi- così la neve crostosa.
genze non hanno limiti, per cui il campo rimane La neve trasformata è generalmente gelata al
aperto a continui affinamenti. mattino e tende a divenire molle, bagnata e mar-
cia nelle ore calde diurne.
Sulle metamorfosi della neve influisce, oltre alla
LA NEVE E LE SUE METAMORFOSI temperatura, anche l'umidità dell'aria nel senso
Per comprendere il meccanismo di funzionamen- di accelerare le suddette trasformazioni.
to della sciolina e per saper scegliere il tipo di Anche la neve lavorata dal vento, che per azione
sciolina adatto, occorre imparare a conoscere i meccanica arrotonda i cristalli, è una neve tra-
vari tipi di neve. sformata; lo stesso dicasi per la neve molto
La neve si forma quando la condensazione del- battuta delle piste.

405
Non meno importante della scelta della sciolina giusta
è la sua corretta applicazione, che può essere agevolata
con la lampada a gas, o analoghi strumenti.
(Foto G. Cigolini)

La neve cadente bagnata non ricade in nessuna


delle suddette classificazioni. Le sue caratteristi-
che oscillano tra quelle della neve soffice e quel-
le della neve trasformata a seconda della tem-
peratura dell'aria. Essa o non aggancia o, se si
aggancia, tende ad agglomerarsi e a formare zoc-
colo. Essa è pertanto la neve più difficile da
trattare.

MECCANISMO DI FUNZIONAMENTO
DELLA SCIOLINA DA FONDO
Ancora non è dimostrato con rigore scientifico
il meccanismo che dà luogo ai due contrastanti
comportamenti .della sciolina: scorrevolezza e
aggancio. Vengono avanzate delle ipotesi più o
meno attendibili, sulle quali preferiamo sopras-
sedere, limitandoci a constatare i risultati, che All'effetto pressione si aggiunge probabilmente
grossolanamente corrispondono a quelli delle pel- anche quello dell'orientamento, a livello moleco-
li di foca, con il vantaggio di conferire una lare, dello strato superficiale della sciolina, che
migliore scorrevolezza e di non avere né in- viene formandosi sotto l'azione dello scivolamen-
gombro né peso. to unidirezionale. Si spiega così perché la scioli-
La spiegazione più verosimile del fenomeno ma- na incomincia a rendere dopo' averci sciato so-
croscopico, valida per le nevi non trasformate, pra un po'.
è legata alla presenza dei cristalli di neve i quali, L'ipotesi dell'orientamento molecolare spiega
in fase di spinta, per effetto della maggior pres- forse meglio il caso delle nevi trasformate, ghiac-
sione esercitata, penetrano nella sciolina procu- ciate e bagnate, i cui cristalli si sono arroton-.
rando l'aggancio, mentre in fase di scivolamento dati fino quasi a scomparire. In questo caso la
i cristalli fuoriescono e, sfiorando la sciolina, sciolina deve possedere un forte potere adesivo
creano un sottile cuscinetto d'acqua autolubri- ( scioline viscose in tubetto), dura con resistenza
ficante. all'abrasione per neve ghiacciata granulosa e cro-
Si spiega così perché con neve molle, dai cristalli stosa, molle per neve bagnata e marcia.
con debole effetto penetrante, vanno usate scio-
line molli, mentre con neve molto fredda, dai TIPI DI SCIOLINE DA FONDO
cristalli duri e penetranti, si devono usare scio-
La sia pur sommaria descrizione delle varietà
line dure.
fase di fase di di neve e delle funzioni richieste alla sciolina
aggancio scivolata da fondo spiega perché esistono tanti tipi di
sciolina troppo sci ••■■•■ scioline. Le diverse marche di sciolina in com-
dura •••••• sciolina mercio rispondono ad una classificazione ormai
* *** cristalli di neve
unificata e sono per lo più tra di loro equivalenti.
sci Si consiglia tuttavia di non mescolare le diverse
sciolina giusta sciolina
cristalli di neve marche tra di loro e di famigliarizzarsi con una
sola.
sciolina troppo sci ■ ••■•• ■■••••

molle sciolina .■•••


Le scioline specifiche da fondo, ovverossia quel-
cristalli di neve le che hanno la duplice funzione di aggancio e

406
di scorrevolezza, vengono raggruppate in due funzione d'aggancio da quella di scorrimento.
grandi categorie corrispondenti alle due catego- Generalmente sono scioline a base di paraffina.
rie in cui abbiamo distinta la neve:
Scioline solide in bastoncini (stick) per nevi sof-
SCELTA DELLA SCIOLINA
fici non trasformate.
Scioline viscose in tubetto per nevi trasformate. La scelta della sciolina più adatta è un'operazione
Ciascuna categoria è costituita da una gamma di a volte impegnativa, non solo per il fondista
scioline, distinte per colore in funzione della tem- principiante, ma anche per il provetto. Una scio-
peratura o del grado di umidità della neve e per linatura errata pregiudica il piacere della pas-
esse indirettamente della temperatura dell'aria, seggiata nello sci escursionistico e l'esito della
nonché di altri fattori quali l'umidità dell'aria, gara in quello agonistico.
l'irraggiamento del sole e le caratteristiche del La scelta consiste nell'abbinare a un dato tipo
percorso (vedere qui sotto la tabella di scioli- di neve un dato tipo di sciolina, tenendo anche
natura). conto della natura del percorso (pianeggiante o
Oltre alle scioline specifiche da fondo vi sono con forti dislivelli).
anche: Inoltre va considerato che la neve può cambiare
Scioline di base per il trattamento preliminare lungo il percorso (zone soleggiate o in ombra,
della suola di legno al fine di renderla imper- ventate o riparate, pista più o meno battuta)
meabile. Esse sono costituite da prodotti catra- anche per il mutare della temperatura e delle
mosi. altre condizioni atmosferiche nel corso della
Scioline di ancoraggio per aumentare l'adesione giornata.
delle scioline da fondo sulla suola, soprattutto se In tal caso va adottata una soluzione di com-
questa è di plastica. promesso che concilii le diverse situazioni, al-
Peraltro oggi si realizzano suole di plastica con trimenti bisogna modificare la sciolinatura lungo
superficie non levigata, su cui la sciolina da fondo il percorso. In gara, per evitare di doversi fer-
trova un buon aggancio, così da non richiedere mare, si ricorre all'accorgimento di applicare più
una preventiva sciolina di ancoraggio. strati di scioline diverse valutando il grado di
Si consiglia tuttavia la sciolina di ancoraggio per usura lungo il percorso. In ogni caso è sconsi-
ridurre il consumo e quindi aumentare la durata gliabile proseguire per lunghi tratti con sciolina
della sciolina su nevi crostose molto abrasive. risultata inadatta.
Scioline da discesa per aumentare la scorrevolez- La valutazione della qualità della neve va effet-
za. Esse non danno aggancio per cui vanno appli- tuata alla partenza, mediante l'osservazione di-
cate solo alle estremità dello sci e non al centro, retta e rilievi di temperatura; non è pertanto
secondo l'orientamento moderno di separare la consigliabile sciolinare gli sci la sera prima.
TABELLA DI SCIOLINATURA (Valida per le più diffu e marche di sciolina)

Temperatura (°C) sotto —10 —10+-5 —5+0 —1-+1 +1 + +3 +3 + +5 oltre +5

viola
Neve soffice verde bleu bleu + gialla
verde
Sciolina stick special rossa
kristal
Neve trasformata skare skare viola viola klister
(skare + skare + nera argento
Sciolina in tubetto special (bleu) rossa
klister klister
rossa) rossa

407
L'esame diretto consente di stabilire se si tratta Significa che la sciolina applicata è troppo dura
di neve soffice o trasformata. All'uopo un sistema (adatta per una temperatura più bassa). Occorre
pratico è quello di stringere un po' di neve in pertanto applicarvi sopra una sciolina più molle;
un pugno. La neve è soffice se scappa di mano ad esempio la stick bleu sulla verde, la stick
o comunque si agglomera con difficoltà. Tutte le rossa o gialla sulla bleu, la klister rossa sulla
altre nevi si possono considerare trasformate. skare bleu. La klister può essere riportata anche
Sussiste la seguente corrispondenza tra tipi di sulla stick limitatamente al centro dello sci e in
neve e di sciolina: quantità minima nel caso di neve soffice ad evi-
neve soffice = sciolina solida (stick) S; tare che formi zoccolo.
neve trasformata = sciolina in tubetto T. b) lo sci non scorre, o addirittura si forma lo
Nell'ambito di questa prima ripartizione, l'ulte- zoccolo di neve. Significa che si è incqrsi nell'er-
riore scelta della sciolina va fatta in base alla rore opposto a quello del caso precedente, ossia
temperatura. la sciolina è troppo molle, o addirittura è stata
La temperatura che figura in tabella è quella applicata la sciolina in tubetto anziché quella in
della neve in superficie, quando questa è sotto lo stick. Occorre passare ad una sciolina più dura
zero; essa corrisponde all'incirca a quella del- salvo il caso della neve marcia, che richiede la
l'aria. Per maggior rigore si dovrebbe misurare nera o l'argento in tubetto ancora più molli.
la temperatura della neve in superficie con adatto Attenzione che, dovendo applicare una sciolina
termometro; altrimenti va valutata la differenza più dura, va prima asportata quella più molle.
(1+ 3 °C in meno della temperatura dell'aria Anche la nera e l'argento, per quanto più molli,
al mattino dopo una notte rigida; 1+ 3 °C in più vanno preferibilmente applicate su suola pulita.
nel pomeriggio per la neve irraggiata dal sole). Si tenga presente infine che la sciolina scorrevole
Quando invece la neve incomincia a sgelare, la deve essere applicata soprattutto alle estremità
sua temperatura permane stazionaria a zero gra- dello sci, mentre al centro è accettabile anche
di; l'aria calda e il sole tendono a scioglierla una sciolina meno veloce.
aumentandone il grado di umidità. In questo ca- Prima di decidere la sostituzione di una sciolina
so la temperatura in tabella è direttamente quel- dimostratasi inadatta, occorre assicurarsi che sia•
la dell'aria, ritenendo ad essa commisurata l'umi- stata corretta l'applicazione (giusto spessore e
dità della neve (neve umida, bagnata, marcia), buona stesura). Vale a questo proposito la se-
apportando una correzione analoga a quella so- guente regola: se si ha scarso aggancio occorre
pra indicata per il caso della neve gelata. aumentare lo spessore della sciolina nella zona
Un sistema pratico è quello di appallottolare del- centrale; viceversa, se tende a formarsi lo zoc-
la neve e comprimerla; se non sgocciola la neve colo, occorre asportare con il raschietto parte
è soltanto umida (0/ + 1 °C), se sgocciola la neve della sciolina, lasciandone uno strato sottile e
è bagnata ( + 1/ + 3 °C), se stilla acqua la neve molto tirato. Nel caso che la formazione dello
è marcia (oltre + 3 °C) (le temperature in pa- zoccolo persista, bisogna eliminare completamen-
rentesi sono quelle di riferimento della tabella). te la sciolina e passare un po' di paraffina ar-
gentata. Al limite una scarsa tenuta è preferibile
MODIFICA DELLA SCIOLINATURA allo zoccolo. È questo il caso della neve caden-
DURANTE LA MARCIA te umida, la più difficile da trattare.
Come già detto la sciolina va provata sulla neve
per verificarne l'efficacia. Nel caso risultasse ina- APPLICAZIONE DELLA SCIOLINA
datta, conviene senz'altro modificarla. All'uopo PREPARAZIONE DEGLI SCI
si procede come segue: Nel caso di sci di legno nuovi, occorre eliminare
a) lo sci non tiene, cioè è privo di aggancio. dalla suola la vernice protettiva usando carta ve-

408

Una grande opera alpinistica e scientifica


riservata ai soci del C.A.I.
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Relazioni del gruppo alpinistico e del gruppo scientifico raccolte da
RICCARDO CASSIN e da GIUSEPPE NANGERONI
Coordinazione e allestimento di MARIO FANTIN
Pagine alpinistiche di:
Riccardo Cassin, Luigi Alippi, Giovanni Arcari, Sereno Barbacetto,
Alessandro Gogna, Franco Gugiatti, Franco Chierego, Reinhold Messner
Pagine scientifiche di:
Filippo Guido Agostini, Giancarlo Bortolami, Bruno Lombardo, Mario Panizza,
Riccardo Polino, Valerio Sestini, Enzo Somigli, Giorgio Zanon, con appendice di
L. Bernardi e G. Canali
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ordina n. copie di Annuario C.A.I. 1976 al prezzo di L. 1.500+300 per spese postali

Ho effettuato il pagamento a mezzo: i LIJ


❑ assegno allegato ❑ versamento sul c/c/p. 3/369 ❑ vaglia postale 1.1.1
cc
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Indirizzo FIRMA

Cap. Città
E
trata sottile. Quindi si procede al trattamento anche il tubetto per facilitare la fuoriuscita della
con sciolina impermeabilizzante tipo Grunwalla. sciolina.
Se gli sci sono già usati, va tolta la vecchia Generalmente le scioline molli si applicano solo
sciolina col raschietto prima e col solvente poi. sotto la parte centrale dello sci per ottenere l'ag-
Disponendo della lampada a gas, è preferibile gancio; la scorrevolezza è già di per sé stessa
effettuare la pulizia con l'ausilio della fiamma buona con suola in plastica; diversamente si met-
mediante uno straccio di cotone e non di lana te, in punta e coda, della paraffina o una scio-
(che non lasci peli). Occorre fare attenzione a lina da discesa.
non danneggiare la suola, soprattutto se di pla- Si consiglia di sciolinare con paraffina anche la
stica (la fiamma non deve sostare nello stesso scanalatura per impedire la formazione di zoc-
punto). colo.
È buona norma pulire gli sci al termine di ogni Prima dell'impiego gli sci vanno lasciati all'om-
uscita. bra o con la suola a contatto della neve perché,
Le scioline si applicano sugli sci puliti e asciutti raffreddandosi, la sciolina si indurisca.
in un locale preferibilmente chiuso, a tempera- Non vanno mai applicate scioline dure su altre
tura ambiente non superiore a quella degli sci più molli ad evitare che si mescolino. Così si
per evitare la formazione di condensa sugli sci applicano scioline della stessa categoria per tem-
stessi, la quale si includerebbe nella sciolina e perature più calde su quelle più fredde. Si può
successivamente ghiacciando comprometterebbe applicare la stick su skare, purché questa risulti
la scorrevolezza e provocherebbe la formazione ben indurita al freddo; non si applica mai stick
di uno zoccolo. su klister; si può applicare pochissima klister
APPLICAZIONE DELLA SCIOLINA SOLIDA IN STICK
su stick sotto gli attacchi per migliorare l'aggan-
Si strofina lo stick sulla suola a striscie trasver- cio in salite lunghe e impegnative.
sali, quindi si stende col sughero fino ad ottenere La skare-bleu funge da base d'ancoraggio della
una superficie omogenea e lucida. Allo scopo il klister-rossa; analogamente la stick verde fa da
sughero va strofinato ripetutamente con piccola ancoraggio alla stick-bleu.
pressione. MATERIALI E ACCESSORI
L'operazione si ripete più volte, formando strati Il corredo normale per la sciolinatura del fondi-
successivi, per ridurre l'effetto di abrasione sulla sta consta di:
pista quando il percorso è lungo. Anche la pre- 1) una borsa per il contenimento del materiale
ventiva applicazione di una sciolina di ancorag- di cui in appresso;
gio (detta comunemente di base) limita il con- 2) una lampada a gas con cartuccia di riserva
sumo per abrasione. e una scatola di fiammiferi;
Per ottenere una maggiore scorrevolezza vanno 3) un tappo di sughero con superficie liscia non
applicati strati sottili e ben tirati. All'uopo oc- difettata;
corre operare in locale freddo. 4) degli stracci di cotone (non di lana filacciosi);
Gli stick si applicano di solito su tutta la lun- 5) una serie di scioline solide in stick;
ghezza dello sci. 6) una serie di scioline in tubetto;
APPLICAZIONE DELLA SCIOLINA IN TUBETTO 7) paraffina o sciolina da discesa;
Spremendo il tubetto, si depone la sciolina sulla 8) una sciolina di ancoraggio (eventuale);
soletta per punti; indi la si stende con una spa- 9) accessori vari (cacciavite, raschietto, coltello,
tolina o con il palmo della mano, se necessario viti, spago).
CAMILLO ZANCHI
dopo averla riscaldata con la lampada. Se si ope- con la collaborazione di NICCOLÒ WEISS
ra in ambiente freddo, si riscalda con la fiamma (Sezione di Milano)

409
PERCORSI INEDITI DI SCI
DI FONDO ESCURSIONISTICO


SULLE FALDE DEL PIZZO SCALINO IN sita, è Lanzada in Valmalenco (Sondrio). Sempre
VALMALENCO (alpeggi di Campagneda, Pra- su ottima strada si prosegue per 10 km fino a
dello e Argone). campo Franscia — quota 1500 —; si prosegue
Lunghezza del percorso: km 19, che sottendono oltre per 6 km su strada non asfaltata, ben trac-
due anelli: quello degli alpeggi Campagneda - ciata e tenuta, ma stretta, ripida e alquanto
Pradello di 6,5 km con possibilità di varianti esposta, fino dopo la seconda galleria (a 1/2
e quello dell'alpe Argone di 4,5 km. km da campo Moro), dove si stacca a monte la
Quote e dislivelli - Il percorso si svolge tra quo- costruenda strada per Campagneda. Auto e pul-
ta 2000 e 2300 slm. mini possono essere parcheggiati poco più in-
Dislivello: 300 + 200 = 500 m complessivi. nanzi. Non è consigliabile anda're oltre campo
Caratteristiche del percorso - Data l'altezza, che Franscia con grossi torpedoni. Richieste le ca-
lo esclude da usi agonistici, è poco noto e nor- tene e prudenza.
malmente non battuto. Malgrado lo Scalino e Descrizione del percorso - Si possono calzare gli
l'Acquanegra incombano con le loro ripide pa- sci già alla derivazione della strada per Campa-
reti, non v'è pericolo di slavine per l'ampiezza gneda con sciolina da salita o equivalente. Dopo
degli alpeggi, avendo naturalmente cura di non circa 300 m la strada cessa; si risale il bosco
stare inutilmente a ridosso degli erti pendii. per una trentina di metri fino ad inserirsi sul
L'ambiente è superbamente alpino, molto aper- sentiero che prosegue a mezza costa sulla sini-
to lungo tutto il versante nord, fronteggiato stra. Dopo breve tratto pianeggiante esso s'ad-
dal gruppo del Bernina e con sullo sfondo il dentra sulla sinistra in una valletta che sfocia
Disgrazia. Superati i primi due chilometri con sull'ampia dorsale dell'alpe Campascia — 2080
200 m di dislivello, che possono essere percorsi slm —. Si prosegue a mezza costa fino a rag-
in salita anche a piedi, il resto del percorso si giungere le baite di Campagneda a quota 2140,
svolge su fondo buono adatto per tracciare un'ot- previo attraversamento di un torrentello sulla
tima pista di fondo. sinistra. Si guadagna gradualmente quota con un
Periodo d'effettuazione - L'alta quota e l'espo- ampio mezzo giro in senso orario e ci si porta
sizione a nord lo rendono agibile dalle prime a destra su di un ampio pianoro. Lo si percorre
nevi autunnali fino a tarda primavera. Dopo costeggiando le alture verso sinistra, fino a rag-
grandi nevicate può risultare chiuso tempora- giungere la piana di Campagneda, che si percor-
neamente l'ultimo tratto di strada da campo re tutta fino alle propaggini del Cornetto che
Franscia (6 km) - rivolgersi per informazioni precede la vetta dello Scalino. Fino a questo
alla centrale ENEL di Sondrio o di Lanzada. punto il percorso coincide con quello classico
Vie di accesso - Ultimo abitato, per cui si tran- della sci-alpinistica del pizzo Scalino. Invece di

410
Un fondista sui campi di neve dell'Alpe Campagneda,
ai piedi del Pizzo Scalino.

500
I2800
1000 1500
-t Vai posci2i
METRI
\*****\ 79‘S7
M. Spondascia A
2286A
193y-s,\.7 2602
f A. Campo Illoro ..4. 2632

if. Zoia
2021 G722 P.so di
_agh■ d. Campagneda
Foppa • Poschsavma

• e*. A. Campagneda


Ftiazz '-' • 2078 Piano di)
• • Francia A. Campascio
la
.• e di Caspoggio (Campagneda
•• 4
••.: c
Franscia
••
• V
/
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Piodee , k ./ % --. il Cornetto i Vedretta di
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attaccare l'erta parete, la si bordeggia mante- laghetto che si contorna per poi ritornare su sé
nendosi in quota ritornando verso ovest fino ad stessi e chiudere l'anello, riguadagnando quota.
imboccare una sella che, per tondeggianti mon- Si ritorna alla cap. Cristina percorrendo a ritroso
tagnole prima e per un ampio pianoro poi, con- lo stesso percorso; ivi si può ripetere l'ampio
duce all'alpe Prabello (rif. Cristina). In fondo anello dell'andata, o scendere direttamente a
alla piana, dopo il rifugio e la chiesetta, si rag- Campagneda attraverso vallette e pianori. Si vie-
giunge un colle, segnato da una croce, che im- ne così a chiudere un anello di oltre 6 km che,
mette nella sottostante conca di Argone. opportunamente battuto, si presta come ottima
Si perde gradualmente quota proseguendo a mez- pista di allenamento.
za costa su montagnole e pianori, sufficientemen- Informazioni - A.A.S. di Chiesa Valmalenco -
te distanziati dai ripidi pendii che possono scari- Tel. (0342) 51.150 - Centrale el. ENEL di Lan-
care slavine. Ci si spinge fino all'alpe Acquane- zada - Tel. (0342) 51.221.
gra, ultimo pianoro; oltre la montagna sprofonda Cartografia - Carte dell'Ist. Geogr. Militare al
su Lanzada. Si contorna l'ultima altura in senso 25.000 - Foglio 18-I-NE - Chiesa Valmalenco -
orario, perdendo quota, fino a raggiungere un Foglio 19-IV-NO - Scalino.

411

PASSO MANIVA - MONTE CROCE DOMINI


(alta val Trompia - Brescia). Un itinerario ai
limiti tra lo sci di fondo e lo sci-alpinistico alle
Bazena
porte di Brescia.
Lunghezza del percorso - Rif. Bonardi - La Gra-
pa - Monte Croce Domini e ritorno: km 11 x 2
= 22. P.so Croce Domini
Quote e dislivelli - L'intero percorso si svolge ---
tra quota 1700 (rif. Bonardi) e quota 2100 (La 2055
M ga CavalLeto
Grappa e Croce Domini) con dislivello di 400 m •M.Croce
concentrato nei primi quattro chilometri (monte Domini
98/:
M. Rondenino .. ,A-1,___.
Dasdada), indi prosegue con piccoli saliscendi.
• _
Vie d'accesso - Autostrada Milano-Brescia fino a kii,"------.....„
mignel
2102 : Mignolo
Ospitaletto (km 80); si prosegue su superstrada •
**. 1841 •
che porta direttamente in va1 Trompia; la si 2120 :Mga Rodeni2 lan1o1
percorre tutta fino alla testata, dopo Collio, cul- •
••• •
• di Mezzo i
Ll1I i, '«).
minante con il P.sso Maniva (140 km da Mi- • 1947 i\
7,,e,-----
lano, quota 1700). Dopo 1/2 km, costeggiando : Mga Mign'olino L,
. -.3‘
sulla sinistra, si perviene, sempre in auto, al rif. ••
2203e .

-----.\
M Mignolino: k. -- ----....__
Bonardi. La strada è ottima e scorrevole e la si - --, --,
: • -'-- 'k -----\\
può percorrere comodamente in due ore da Mi- 2115
mar••
lano. Goletto d. 2175 •:la Grapo
Natura e descrizione del percorso - Il percorso Gioco d Bala *
•••• I f
.•
si svolge per lo più su di una strada militare, : 2060
a
(„.--tj'"---'
. ,h,e1
22'2
mantenendosi in quota su dorsali lungo lo spar- (,)'
• Mga Sett.-..vén1i,,—
P ta dell'Auccia
tiacque, con panorama aperto sulle prealpi bre-
2250--2 i
sciane e più oltre sulla cerchia delle Alpi. La sua 2103, ;„•
P.taettevnti
natura, per dislivelli e varietà della pista, lo col-
) 2 \
loca ai limiti tra il fondo e lo sci-alpinistico.
M. Matto
Ideali sono gli sci di fondo laminati con pos- •i.
208e
sibilità di bloccare il tallone in discesa. Le
discese non sono obbligate e consentono libertà 2190
• Dosso d. Galli
di manovra anche per il fondista.
219 Mga Laghetto
Calzando gli sci al rif. Bonardi, si supera il di- M
Dasdana
• • 2088 Campel
slivello iniziale lungo la strada a costante pen-
• •
denza (10% circa) su neve battuta da un gatto Mga Cupa

delle nevi per tutto l'inverno nel primo tratto,


indi si prosegue su ampie distese lungo una linea
elettrica fino al punto culminante di quota 2088
.che fronteggia il monte Dasdada e il Dosso de
Galli. Si prosegue di costa ai piedi delle suddette
montagnole (attenzione, pericolo di slavinette)
fino ad un colle, da dove indifferentemente per
mezza costa o per dorsali, si perviene a La Gra- COLLIO

.412
Il versante camuno delle Prealpi bresciane,
al centro la Punta Setteventi, dal M. Frerone.
L'itinerario Passo Maniva - Monte Croce Domini
si svolge lungo questa dorsale, seguendo in parte una
strada militare, poco sotto la cresta. (Foto G. Gualco)

pa. Fin qui il percorso è generalmente battuto piccole, divertenti varianti a seconda delle con-
da sciatori bresciani. dizioni della neve e del tempo.
Oltre La Grapa non è consigliabile proseguire Periodo di effettuazione - Il percorso è agibile
lungo la strada, perché tracciata su ripidi pendii dall'autunno alla primavera, tenendo presente il
che la rendono impraticabile e pericolosa. Si può pericolo di slavine nei punti indicati e che, men-
invece proseguire contornando a destra il monte tre d'inverno si hanno generalmente giornate
Mignolino e, oltrepassata la Val di Corni, entra- fredde ma serene, le quali consentono di godere
re nella conca del torrente Rondenino, valletta la panoramicità dell'ambiente, in primavera si
amena che si percorre in dolce declivio, perden- hanno di frequente giornate nebbiose.
do quota, fin sotto il Croce Domini, la cui salita Informazioni - C.A.I. di Brescia.
può essere considerata facoltativa per il fondista. Cartografia - Carta I.G.M. al 25.000 - Foglio
Il ritorno è sullo stesso percorso, volendo con 34 ISE - Bazena.
C. Z

413
Al di là dell'ecologia
FRANCESCO FRANCESCHINI

L'ecologia, tutti sanno, è di gran moda. Anche legienses et Ystrianos cribremus qui 'ce fastu?,
al C.A.I., per fortuna. La sua definizione è se- crudeliter accentuando eructant» (dopo questi
condo Palazzi: «Studio della vita degli organismi popoli lasciamo stare gli Acquideiesi e gli Istria-
animali o vegetali rispetto all'ambiente». ni che atrocemente accentuando ruttano «ce fa-
Dall'ecologia, come logico e naturale risultato, stu?»).
deriva quindi e contemporaneamente non solo Più tardi, nel 600, un anonimo relatore scriven-
la tutela del paesaggio (mari, fiumi, montagne, do del ladino parlato nel Comune di Castelrotto
ecc.) ma anche la tutela degli esseri viventi che diceva che era «eine grobe Welsche Sprache, die
in esso si trovano (animali, uccelli, boschi, ecc.). Wir und auch die Welschen nicht verstehen lcón-
La difesa di questi beni, contro la speculazione nen». — «una rozza lingua straniera che non vie-
in particolare, appare talmente evidente che non ne compresa né da noi (tedeschi) né dagli ita-
è il caso di parlarne. liani».
Pochi sono invece coloro i quali si rendono con- Eppure, anche dando una rapida occhiata alla
to che l'ecologia intesa proprio come rapporto storia letteraria del gruppo ladino più numeroso
uomo-ambiente deve portare anche e soprattut- che è quello dei friulani, ci rendiamo conto che
to alla difesa dei valori spirituali derivanti dalla la scomparsa di questa lingua sarebbe ben più
cultura e dalla tradizione di un popolo. grave del terremoto che ha devastato il Friuli.
Tipico esempio di questo fatto è il lento ed ine- Già nel 400 d.C., così scrive S. Girolamo nel suo
sorabile scomparire della cultura e della tradi- «De Viris illustribus», il vescovo Fortunanziano
zione ladina nella zona dei Grigioni, delle Dolo- era stato costretto a scrivere i commenti sui van-
miti e del Friuli, vittime del veleno sempre più geli nel linguaggio usato dalla popolazione, al
nocivo dei mass-media come la TV, la radio, il fine di farsi capire.
cinema dei forti paesi confinanti: vittime soprat- Nel 1200 troviamo già qualche laude e due bal-
tutto dell'enorme ignoranza diffusa ad ogni livel- late di modulo provenzale: Piruc myo doc e Bielo
lo ed in ogni tempo sull'argomento. dumlo di valor (Dolce pera e Bella donzella vir-
Cominciò già nel 300 il sommo Dante che, nel tuosa).
De Vulgari eloquentia (I, cap. 11), se la sbrigava Nel 1593 fu stampato a Francoforte lo «Speci-
rapidamente e con veleno tipicamente toscano di- men quadraginta diversarum at que inter se dif-
cendo del linguaggio friulano: «post hos Acqui- ferentium linguarum» a cura di un certo Hieroni-

414
Casa in Vai Lumnezia (Grigioni)
con una scritta in romancio.

mus Megiserus: in tale edizione il Padre nostro Niente del tutto neanche ai Friulani. Alla «riser-
è tradotto in 40 lingue e fra esse v'è anche la va» pellerossa-ladina della provincia di Bolzano
versione friulana. si riconosce (art. 89 titolo 1. del decreto del
Nel 500 viene tradotta l'Odissea di Omero. P.d.R. 31.8.72 n. 670 - «Pacchetto») il diritto
Nel 600 con Eusebi Stele ed il conte Ermis di alla «proporzionale» negli uffici statali ma però
Collorét la letteratura riprende con maggior for- gli articoli 99-100-101 stabiliscono subito che
za ed abbandona per sempre quel carattere par- solo la lingua italiana e tedesca sono parificate.
rocchiale tipico delle culture primitive. Viene tra- Naturalmente i ladini del Friuli e dei Grigioni
dotto l'Orlando Furioso di Ariosto. che vivono in Alto Adige non hanno alcun di-
Nel 700 l'abate J. Busiz, nobile di Thurnberg ritto.
traduce in friulano l'Eneide, le Georgiche e le L'art. 102 riconosce (bontà dei nostri politici!)
Bucoliche di Virgilio. La traduzione letteraria ai pellerossa-ladini «il diritto alla valorizzazione
esplode poi nel 1800 e nel 900 con una ricchis- delle proprie iniziative ed attività culturali». An-
sica produzione che si raccomanda anche per le diamo già meglio con la legge provinciale n. 27
caratteristiche qualitative (P. Zorutti, C. Percot- del 31.7.76 presentata dagli assessori Dubis e
to, Vittorio Cadèl. P. P. Pasolini, Sgorlon). Demetzt. Essa decreta la costituzione dell'Istitu-
Un tipico esempio di come i «grandi popoli» con- to ladino di cultura Micurà da Rii (Nikolaus
finanti, il tedesco e specialmente l'italiano, igno- Bacher). All'articolo 2, lettera e), dello statuto
rino il problema ladino ci è dato dai provvedi- che, per la prima volta nella storia dell'Alto Adi-
menti sociali e politici presi nei confronti dei ge è stato pubblicato nel bollettino ufficiale non
gruppi del cantone dei Grigioni in Svizzera, del- solamente in italiano e tedesco ma anche in ladi-
le Dolomiti e del Friuli. no, si riconosce finalmente la necessità dell'allar-
Nel Cantone dei Grigioni il ladino o retoroma- gamento delle relazioni fra i ladini delle Dolo-
nico già dal 1938 è diventato, in seguito a refe- miti, dei Grigioni e del Friuli.
rendum, la quarta lingua nazionale della Svizzera. Ogni anno viene stanziato un contributo di 50
Il Parlamento (Bund) ha stabilito recentemente milioni: cioè circa L. 750/ladino.
che il contributo alla Lia Rumancia venga por- Da quanto detto sopra risulta in modo abbastan-
tato da 260.000 a 450.000 FS; il che significa za evidente la necessità, anzi il dovere, che ha
che anche il cantone ha dovuto portare il suo ogni amante della natura di considerare come am-
contributo da 130.000 a 200.000 FS. Non è biente da difendere non il solo aspetto esterio-
poco, se si pensa che ciò corrisponde a circa re che, se pure importante, non raggiunge nel
5.765 lire/anno per ogni ladino romancio. caso trattato la drammatica gravità di una cul-
Che cosa si è fatto in Italia? Gli articoli 3 e 6 tura che scompare.
della Costituzione (quest'ultimo in particolare: I Ladini chiedono solo di non essere trattati,
«La Repubblica tutela con apposite norme le nel migliore dei casi, come una tribù pellerossa
minoranze linguistiche») parlano chiaro. Solo per estinguere la quale non è necessario ricorrere
che questo articolo è risultato valido pienamen- al whisky ed ai fucili ma basta solo ignorarne
te per le popolazioni di lingua tedesca e fran- il problema lasciando che i mass-media dei tre
cese, mentre per i ladini delle Dolomiti della grandi popoli vicini (italiano, tedesco e slavo)
Prov. di Bolzano si è realizzato solo in parte, facciano il resto.
per quelli della Prov. di Trento (Fassani) ancor FRANCESCO FRANCESCHINI
meno e per quelli dell'Alto Cordevole (la Pii (Sezione di Bolzano)
de Fodom) in Prov. di Belluno niente del tutto. (Da «Il pendolo», rivista della Sez. di Bolzano n. 6-1977)

415
S. MANDINI - G. ZUFFA Una voragine piena di sorprese

Antro del Corchia:


-950
All'inizio del 1977 è stata e ffettuata in Toscana
una delle scoperte più interessanti degli ultimi
anni, nel campo delle esplorazioni speleologiche.
Una squadra di speleologi bolognesi
ha trovato interessanti prosecuzioni nell'Antro
del Corchia, che diviene così la grotta italiana
di maggior dislivello.
La cosa più curiosa è che, nel corso
dell'esplorazione, sono stati scoperti,
dall'interno, due nuovi ingressi della grotta,
i quali, aprendosi in una difficile parete,
non erano mai stati visti in precedenza,
né tanto meno praticati.
Riportiamo qui di seguito il resoconto
dell'esplorazione scritto da due degli autori
dell'impresa.

416
Antro del Corchia: il Pozzacchione.
(Foto L. Salvatici)

Nel 1865 i lavori per un assaggio di cava di mar- nel «canale delle Volte», a circa 950 m slm, ed
mo sul Monte Corchia, un rilievo del principale entrano nel Corchia: è questo il secondo ingres-
spartiacque apuano (1677 m), incontrano la «Bu- so, detto «Buca del Serpente».
ca di Eolo» detta anche «Ventaiola» e ancor Altre più recenti scoperte accrescono lo sviluppo
più nota oggi col nome di «Antro del Corchia»; ma non la profondità della bella grotta apuana.
si apre alla quota di 1100 metri. All'inizio del 1976, il G. S. Piemontese del
La grotta è presto molto frequentata, ma le dif- C.A.I.-UGET di Torino scopre una prosecuzione
ficoltà del percorso non permettono ai visitatori nella «Buca del Cacciatore», una modesta cavità
di andare oltre al tratto suborizzontale del «ca- che si apre quasi sulla cima del M. Corchia. La
non». Bisogna attendere il 1933 perché il Grup- grotta, dedicata allo speleologo francese Claude
po Speleologico Fiorentino, sorto in quegli anni Fighiera, morto da poco in un incidente automo-
e forte dell'esperienza acquisita con la discesa bilistico, si rivela immediatamente di grande in-
di numerose cavità toscane, ne intraprenda la teresse, in quanto sembra fornire la possibilità
esplorazione. Dopo alterne vicende esplorative, di realizzare il collegamento diretto con il sotto-
nell'estate '34 gli uomini di punta giungono al stante complesso del «Corchia».
lago-sifone a —520, ma ritengono impossibile Qui, negli ultimi mesi del '76, i colleghi di Fi-
avanzare ulteriormente. renze, durante un lavoro di revisione lungo il
Immeritatamente manca, a coronamento di que- canon, trovano una nuova diramazione, a 500
sta impresa magnifica, il riconoscimento di grot- metri di distanza dall'ingresso alto (Buca di
ta più profonda del mondo. I 627 metri dichia- Eolo). La forte corrente d'aria che percorre la
rati ufficialmente per la Spluga della Preta (Mon- tormentata galleria ascendente suggerisce l'even-
ti Lessini, Verona) ed in realtà solo 376, confe- tualità di interessanti prosecuzioni, forse verso
riranno alla voragine veneta il primato ufficiale la Buca del Cacciatore. In breve gli esploratori
per lungo tempo. toscani giungono ad una sala in cui precipita una
L'interesse per il Corchia si riaccende verso la cascata che alimenta il torrente del «Ramo del-
fine degli anni '50 ed è nel 1960 che una spe- l'infinito».
dizione del Gruppo Speleologico Bolognese del
C.A.I. e del Gruppo Grotte Milano del C.A.I.- LA SCALATA VERSO LA LUCE
SEM supera il limite dei fiorentini e .segue il Nel febbraio 1977, mentre i fiorentini seguono
corso del torrente sino alla frana terminale, a il corso d'acqua, gli uomini del G. S. Bolognese
quota —668. del C.A.I.; invitati a collaborare, valutano la
Bellezza e profondità, una volta tanto riunite, possibilità di una risalita.
fanno sì che gruppi italiani e stranieri vi si ci- È uno sfuggire all'ortodossia speleologica, che
mentino con alterni successi. Nel '67 una spedi- sembra imporre la scelta gravitativa, ma vi è la
zione inglese scopre una diramazione presso la speranza che la corrente d'aria e la cascata pro-
sommità del pozzo della Cascata (q. —280). vengano dalla Buca del Cacciatore. I prudenti
L'esplorazione è ripresa dal G. S. Fiorentino e si si limitano invece a sperare in un ingresso più
aggiungono così alla parte conosciuta vaste gal- alto. L'attacco è organizzato da squadre che si
lerie di notevole sviluppo, fra cui il «Ramo del alternano nella scalata, tendendo corde fisse fino
Fiume». al limite massimo di volta in volta raggiunto.
È di nuovo una squadra del G. S. Bolognese Subito emergono le previste difficoltà, dovute
nel '71 a seguire il corso d'acqua finché esso all'ambiente. La modesta luce delle lampade,
scompare in un sifone, a q. —520. sommata alla nebulizzazione della cascata, limita
L'anno seguente degli speleologi empolesi, du- la visibilità a pochi metri: il tracciato risulta
rante una battuta esterna, forzano una fessura quindi imposto dalle difficoltà immediate, senza

417
Nella pagina accanto:
Antro del Corchia, il fiume Vidal nei pressi del fondo.
(Foto F. Utili - G.S.F.)

ANTRO DEL CORCHIA 120T


Levigliani - (LU)
Dislivello rel.vo max: m 950
Profondità: —871; + 79 m

RAMO DEGLI INGRESSI ALTI


G.S.B. del C.A.I.
Scivoli
Campagna Genn./Giu. 1977
4" Ingresso Rilev.to: Agolini, Grimandi, Mandini,
•■■
lk 3* Ingresso Scagliarini, Zuffa.
P. dei Semenote P del Paradiso •
,Sala Manaresi
P Franoso Meandro dei KMER

Ramo dell'infinito
Pozzacchrc -, • P Nettuno
Via dei Pulii
P E3ertare.■

P del Fuoco-

1382 + 79 . 1382 slm

1367 64.1367
\ Canyon

P dei Seminoles ••

1303 i 0. 0.00 1303
P del Palo `4* Ingresso Canyon

1268 —35.1268
13* Ingresso
Galleria Artificiale
P del Paradiso so
30

Diramazione
1.1
. 2' Ingresso

10
1198 T105 1198 ingr. Naturale ostruito
Scala m '10 - 30 50
Meandro dei KMER

1158 —145 1158 2. Diramazione

P. Nettuno
L soz. long. Galleria artificiale
1100 .7203 .-jianlci Via dei Pulii 1100
Ciell'inf mit
—217 1088 slm

1070
, • Canyon O.'-223 1070 5Im
Canyon
1050: P. del Fuoco
P. Bertareiii —253 • 1050 1050

r . Pozzacch ione

418
Antro del Corchia: oltre il terzo ingresso;
traversata a 80 metri di altezza, nel Pozzo Paradiso.
(Foto G. Cigolini)

sì il nuovo, terzo ingresso della grotta a quota


1268 slm.
Il dirupato versante sud ovest del M. Corchia, in
quell'occasione innevato, impedisce agli speleo-
logi di sfruttare la nuova scoperta ed il ritorno
avviene sulla via appena tracciata. Vi è però an-
cora una possibilità: una traversata in piena pa-
rete, che reca alla sommità del «Pozzo del Pa-
radiso», a 95 m dalla base. Una cengia raccorda
la verticale ad un camino di 12 metri che inter-
cetta una frattura. Qui s'incontra bin cunicolo
volto a sud e, dopo averlo superato, si è ancora
all'esterno, a q. 1303 slm (quarto ingresso).
La profondità relativa dell'Antro del Corchia è
così di —871 metri, misurati fra l'ingresso più
alto e la frana terminale. Ma si sale ancora. Ver-
so nord una forra porta ad un ulteriore dislivello
battuto dall'acqua. Per cercare di evitare una
chiodatura «in apnea» nei primi 10 metri, viene
utilizzata una vecchia tecnica speleologica, tanto
in uso quando ancora non esistevano i chiodi a
pressione ed espansione: il palo smontabile, ov-
vero un palo di 10 metri che viene appoggiato
alla parete con una scaletta prefissata sulla cima.
La via di risalita prosegue quindi per fortuna
quella visione d'insieme che in alpinismo consen- quasi completamente al di fuori del getto della
te la scelta della via migliore. cascata e termina a 79 m d'altezza, dopo una sue-
La roccia poi è consistente solo dove scende cessione di pozzi praticamente sovrapposti.
l'acqua; le fessure sono piuttosto rare, come ca- Un intricato dedalo di meandri, situato fra quo-
pita solitamente in grotta, e bisogna usare chiodi ta 1345 e quota 1377 slm è attualmente in corso
a pressione, progredendo con esasperante lentez- di esplorazione.
za. Solo ad oltre 30 metri d'altezza dalla base L'Antro del Corchia ha così un dislivello com-
del pozzo «Nettuno», è possibile evitare la cadu- plessivo di 950 m, ( +79, —871) ed è la grotta
ta d'acqua principale, anche se l'arrampicata si più profonda d'Italia, la settima nella graduato-
fa più delicata. ria delle maggiori voragini del mondo.
La parete è coperta da una patina scivolosa e Questo per ora. Ma sono ancora in corso le
ricca di lame inconsistenti. Con traversate espo- esplorazioni bolognese, dal basso all'alto, e quel-
ste si riesce a toccare la sommità del pozzo «Net- la piemontese, alla Buca del Cacciatore, dall'alto
tuno» (72 m); a questa quota (1158 m slm) si al basso. Se mai si effettuasse la congiunzione,
sviluppa uno stretto meandro che, dopo alcuni si otterebbe un complesso carsico con sviluppo
dislivelli positivi, termina in un vasto ambiente, superiore ai 10 chilometri e con un dislivello di
la cui volta è debolmente rischiarata dalla luce oltre 1100 metri, collocandosi così a fianco dei
del giorno. Si tratta di un altro grande pozzo più profondi abissi del mondo.
(Pozzo del «Paradiso») che la squadra di punta SANDRO MANDINI
GIANCARLO ZUFFA
supera di slancio per 70 metri, raggiungendo co- (Gruppo Speleologico Bolognese del C.A.I.)

420
A me non succede... (ne sei proprio sicuro?)

La vetta ad ogni costo!


COSIMO ZAPPELLI

Non ha importanza se ometto di scrivere i nomi


dei protagonisti di questo episodio; non ricordo
neppure esattamente in quale stagione estiva ac-
cadde l'incidente, ma si tratta certamente di sei
o sette anni fa, perché allora l'elicottero per un
certo tipo di interventi non si poteva avere con
troppa facilità... cosa che dava non poco affanno
al capo-guida, il quale doveva ad ogni ora del
giorno o della notte poter mettere insieme una
squadra di soccorritori. Oggi molte cose sono
cambiate e con i mezzi tecnici disponibili non
è più un problema neppure trovare chi voglia
partecipare a un soccorso.
Verso sera era giunto a valle un alpinista, il
quale presentandosi all'ufficio guide di Cour-
mayeur domandava aiuto per il suo compagno,
che aveva lasciato, in salita, al termine dei «Ro-
chers du Reposoir», sulle Grandes jorasses, ma
non aveva più ritrovato al ritorno, ne lì, ne al
rifugio e neppure a Courmayeur!
Così il sottoscritto e un'altra guida di Courma-
yeur, Agostino Perrod, unitamente ad alcuni uo-
mini del Soccorso Alpino della Guardia di finan-
za di Entrèves, costituimmo un gruppetto di soc-
corritori e decidemmo di partire la stessa sera
Il couloir Whymper alle Grandes Jorasses. per il rifugio Boccalatte; una volta lassù il cu-
stode, che allora era il povero Edoardo Cheney,
certamente ci avrebbe meglio descritto i fatti,
orientandoci nelle ricerche.
La noia più grande era la risalita fino al rifugio.
Inoltre quando si parte per un soccorso si ha
sempre paura di non avere tutto il necessario,
anche se quella volta (dato che ero l'infermiere
del gruppo) io dovevo soprattutto preoccuparmi
del grande saccone con tutta l'attrezzatura sa-
nitaria. Per il sacco «Gramminger», i chiodi, le
corde e tutte le altre cose che potevano servire
si erano interessati i miei compagni.
Subito dopo cena, con il buio, arrivammo a Plan-
pencieux fra la curiosità che sempre desta nei
villeggianti una partenza del genere. L'unico van-
taggio di risalire a quell'ora era il fatto di non
avere un sole cocente sulla testa, che avrebbe
certamente aumentato la nostra fatica. Non era
più tardi di mezzanotte, quando finalmente po-

421
%IP

temmo goderci una bella dose di tè, offertoci dal- ri di ghiaccio che formavano la barriera di se-
l'amico Edoardo, che fra una sorsata e l'altra, racchi; per andare oltre avremmo dovuto fare
cominciò a raccontarci quello che sapeva dell'ac- dell'artificiale! Però, fortunatamente per noi, non
caduto. Verso le due del mattino precedente, fu necessario girare molto fra quei blocchi di
avevano lasciato il rifugio Boccalatte due alpi- ghiaccio; sulla nostra sinistra, ben visibile anche
nisti, con l'intento di raggiungere la vetta delle alla tenue luce delle nostre pile frontali c'era la
Grandes Jorasses per la via normale. Sembra sagoma di una figura umana, scomposta sulla
che tutto fosse andato per il meglio fino al ter- neve e che non dava più segni di vita.
mine delle roccette del «Reposoir»; quell'anno Ci avvicinammo con un certo patema d'animo.
infatti, anche per la stagione avanzata, era molto Non c'erano dubbi di sorta: il corpo inanimato
pericoloso e difficile risalire direttamente per il non poteva appartenere che all'alpinista abban-
«Couloir Whimper». Poi uno dei due (quello che donato dal compagno per giungere ad ogni co-
dovevamo cercare) aveva detto all'amico di non sto sulla cima delle Grandes Jorasses! Si era uc-
sentirsi troppo bene e di essere molto stanco, ciso dopo una caduta di poche decine di metri.
perciò preferiva fermarsi e non continuare nella Lo legammo rapidamente ad una corda e trasci-
traversata del canalone. L'altro evidentemente, nandolo sulla neve ci buttammo nuovamente ver-
arrivato a quel punto, non aveva voluto per... so l'uscita di quell'infernale canalone. Anche
così poco rinunciare all'idea della salita e sle- quella volta ce l'eravamo cavata con molta pau-
gatosi dal compagno aveva continuato da solo, ra e tanta, tanta fatica! Albeggiava quando rag.
raggiungendo la vetta delle Grandes Jorasses. giungemmo l'ospitale rifugio Boccalatte e non
Ma al ritorno l'amico, che avrebbe dovuto aspet- potemmo fare a meno di commentare il fatto.
tarlo... non c'era più; chiaramente nel tentativo Ancora una volta la «leggerezza» di una decisio-
di ridiscendere, oppure di continuare, doveva ne era costata il prezzo di una vita umana. Se
essere precipitato! Quindi, chiaramente, doveva- alla richiesta dell'amico stanco anche l'altro si
mo indirizzare le nostre ricerche proprio nel ca- fosse fermato e avesse rinunciato per quel giorno
nalone Whvmper, al di sotto dei grandi seracchi alla vetta, forse, anzi quasi certamente la disgra-
che l'ostruivano a metà. zia non sarebbe accaduta. Era indubbiamente un
Questa prospettiva non era delle più entusia- motivo da prendere in seria considerazione come
smanti, perché l'idea di rimanere per un certo regola anche per noi: saper rinunciare a qualche
tempo sotto quei seracchi, che avrebbero potuto cosa al momento opportuno e possibilmente non
seppellirci da un momento all'altro, metteva un abbandonare mai solo il proprio compagno di
certo freno anche al nostro spirito di solidarietà. cordata sulla montagna, se non in casi del tutto
Decidemmo così di aspettare ancora un po', af- eccezionali come quello di dover scendere, per
finché il freddo della notte potesse consolidare esempio, per domandare un soccorso.
la neve e diminuire almeno il pericolo della ca- La discesa su Planpencieux si presentava ancora
duta di pietre e di slavine; poi, riaccese le nostre lunga e faticosa. Noi eravamo in pochi per por-
pile frontali, ci buttammo nell'avventura. tare il caduto fino al fondovalle e in una barella
La notte era abbastanza buia, ma le tracce la- sulle spalle; improvvisammo allora con delle
sciate dagli alpinisti nella discesa ci rendevano contorte lamiere, trovate nei dintorni del rifu-
più facile il percorso, fino al punto in cui dove- gio, una specie di «feretro», ve lo avvolgemmo
vamo indirizzarci decisamente verso il «couloir». con cura e trascinandolo il più possibile sul
Prima ancora di attaccare prendemmo fiato, poi ghiaioso sentiero, riportammo almeno intatta, al-
sparpagliati in tre cordate iniziammo le ricerche l'affetto dei suoi cari, la povera salma dello sven-
del caduto. Risalimmo per qualche centinaio di turato alpinista. COSIMO ZAPPELLI
metri fino al punto in cui fummo fermati dai mu- (guida alpina)

422
A CURA DI FABIO MASCIADRI

R. W. Clark P. e G. Boggia
FRA LE NOVITA' MEN, MYTHS E MOUNTAINS LA VALLE MAIRA
Weidenfeld & Nicolson, London, L'Arciere, Cuneo, 1977.
1976. L. Devies
Ricordiamo che le opere qui se-
P. Pollino LA CHAINE DU MONT BLANC
gnalate sono entrate a far parte
VALLI ORCO, SOANA, SACRA E vol. 2° - Les Aiguilles de Chamonix,
del patrimonio della Biblioteca Na-
ALTO CANAVESE 3' ediz.
zionale del Club Alpino Italiano,
Fili Enrico, Ivrea, 1976. Arthaud, 1977.
via Barbaroux 1 - 10122 Torino e
sono quindi, come le precedenti, a C. Morf G. Buscaini, E. Castiglioni
disposizione dei Soci per eventua- LES PIONNERS DU CLUB ALPIN DOLOMITI DI BRENTA
li consultazioni, o prestiti. Lausanne, 1875. C.A.I.-T.C.I., Milano, 1977.
P. Pollino LA MONTAGNA
A. Boscacci LE VALLI DEL CEVETTA, DEL MON- Grande enciclopedia ill., vol. 6°
IL SASSO DI REMENNO GIA E DELL'ALTA VAL TANARO De Agostini, Novara, 1976.
Bettini, Sondrio, 1977. Monviso, Torino, 1977. A. Del Giorgio - Rota
R. Floreancigh, F. Ragni R. Bernoville GIOIA SULLE VETTE (Ascensioni
GUIDA Al SENTIERI LA SAVANCTIE LIBRE... facili in Alta Valle Spluga)
DELL'ADAMELLO A. Morel et C., Paris, 1875. Chiavenna, 1976.
C.A.I., Brescia, 1976. Law, J. William G. Pona
C. Gambillo THE ALPS OF HANNIBAL MONTE BALDO
LA VALLE DI RENDENA Macmillan and Co., London, 1866. (Facsimile dell'edizione originale e
Libreria Alpina anastatica, Rove- Barbareschi, M. A. Fino unica - Venezia, Meietti, 1617)
reto, 1882 (1977). LE VALLI DI LANZO TRA STORIA Sirab, Bologna, 1972.
E LEGGENDA
A. Abrate
Piemonte in Bancarella, Torino, LE NOSTRE RECENSIONI
LA DERNIÈRE TOILE
1975.
Arthaud, Grenoble, 1976.
NOMINA ALPIUM (Alpes Valeisan-
ATTI DEL 1° CONVEGNO nes - Massif du Mont Blanc - Pré- Sezione C.A.I. Verona
NAZIONALE SULL'ALPINISMO alpes Franco-Suisse) UN SECOLO DI ALPINISMO VE-
MODERNO Bauer S.A. - Renens, 1977. RONESE (1875-1975)
(Torino 27.11.1976) a cura di Bartolo Fracaroli - stamp.
C. Grassi
Torino, 1977. Valdonega, 1976, 20 x 31, pag. 117.
CORRENTI E CONTRASTI DI LIN-
A. Boccazzi Varotto GUA E CULTURA NELLE VALLI Storia, ricordi, documenti: il sot-
LO STAMBECCO, IL LUPO E CISALT3INE DI PARLATA PROVEN- totitolo dell'opera chiarifica il con-
L'ORSO E GLI ALTRI ANIMALI ZALE E FRANCO-PROVENZALE tenuto.
DEI PARCHI NAZIONALI ITALIANI Università di Torino, Torino, 1958. Il libro, che naturalmente narra
TRA MITO LEGGENDA E REALTA' le vicende della Sezione di Vero-
G. Krist
Priuli e Verlucca, Ivrea, 1977. na del Club Alpino Italiano, attra-
ALONE THROUGH THE FORBID-
verso cento anni di attività, è ric-
E. Capello DEN LAND
chissimo di documenti rari e di
I RACCONTI DEGLI ALPINI Plymouth, 1939.
bellissime fotografie.
Priuli e Verlucca, Ivrea, 1976. Ch. Kleinert Assai curato nel testo e nell'edi-
NEPAL TREKKING
C. Ottin Pecchio zione sarà certo di gradevole let-
Rother, Miinchen, 1976.
I SAMARITANI DELLA ROCCIA tura soprattutto per i soci di Ve-
Priuli e Verluc-a, 2' ediz., Ivrea, W. Schaumann rona e del Veneto.
1977. LE NOSTRE MONTAGNE TEATRO L'opera è comunque importante
DI GUERRA II sia da un punto di vista storico
L. Zoppé Ghedina, Cortina, 1973. che alpinistico e bene si inseri-
IL PARCO DEL GRAN PARADISO
D. Pianetti, V. Pomarici, V. Di Be- sce nella letteratura di montagna
Chedire, Milano, 1977.
nedetto perché l'attività della vecchia e
M. Schliessler CRODA ROSSA - PLAN DE CORÒ- gloriosa Sezione si intesse con
PASSIONE DI ROCCIA NES PICCO DI VALLANDRO quella di tutto il Club Alpino Ita-
Rusconi, Milano, 1977. Ghedina, Cortina, 1977. liano. F. Masciadri

423
Carlo Arzani lavoro del grande Ettore Castiglio-
I RIFUGI ni, edito a cura del C.A.I. nel 1949
DEL CLUB ALPINO ITALIANO e da molti anni esaurito, ecco que-
sta nuova guida completamente
Editore Agielle, Lecco, 1977, 2' ed.,
riveduta e rinnovata da Gino Bu-
160 pag., 22 cartine schematiche,
scaini.
L. 5.000.
Il volume è ricchissimo di illu-
L'opera è preceduta da alcune pa- strazioni, di schizzi e di preziose
gine di carattere generale e dal re- cartine.
golamento dei rifugi del C.A.I.; se- Si aggiungono, a quelli riportati
gue l'elenco delle sezioni e sotto- nella guida di Castiglione, ben 250
sezioni del Club con i relativi in- nuovi itinerari e la descrizione di
dirizzi. sette rifugi di recente costruzio-
A pag. 37 si entra nel vivo della ne.
materia con l'elenco dei rifugi, in È stato stralciato dal nuovo testo
Oscar easanova ordine alfabetico con chiaro rife- il piccolo gruppo della Paganella
ESCURSIONI NEI PARCHI ALPINI rimento all'atlante automobilistico recentemente descritto nella gui-
Centro Doc. Alpina, Torino, 1977. del T.C.I. da di SteinkCitter. Anche le note
15 x 21 cm, 178 pag., numerose fo- Segue un secondo elenco, più det- naturalistiche e geologiche sono
tografie in bianco e nero e a colo- tagliato, in cui i rifugi sono de- state rivedute e ampliate. La gui-
ri. Carta schematica dei parchi al- scritti in ordine di numero e di da, dopo due capitoli riguardanti
pini, cartine topografiche degli iti- gruppo montano, iniziando dalle avvertenze, informazioni e un cen-
nerari, L. 5.500. Alpi Liguri. Per ogni rifugio è indi- no generale, passa a descrivere le
Sessanta incontri con la natura cato il nome della sezione proprie- vallate del gruppo con le relative
protetta, dall'Argentera alle Alpi taria, il numero dei posti letto, il vie d'accesso.
Giulie. Sessanta itinerari estrema- riferimento alla carta I.G.M. 25.000 Segue un capitelo che descrive la
niente interessanti per l'escursio- il numero delle cartine schemati- parte escursionistica. La parte al-
nista allenato. che relative al rifugio, di cui il li- pinistica, il cuore della guida, oc-
1 parchi descritti sono i seguenti: bro è ampiamente corredato, la cupa oltre 420 pagine ed è seguita
Argentera, Mercatour (Francia), località di partenza con la relativa da una breve appendice sciistica.
Oneyras (Francia), Ecrins (Fran- quota altimetrica, il numero delle Ritengo che questa nuovissima
cia), Rocciavré, Vanoise (Francia), ore di percorso, la posizione del guida, redatta con cura e preci-
Gran Paradiso. Engadina (Svizze- rifugio e il numero di Zona delle sione encomiabili, troverà ampia
ra). Stelvio, Fusine, Triglav e Mar- stazioni di Soccorso Alpino. fortuna presso gli alpinisti italiani
tuljek (Jugoslavia). Seguono alla fine: 23 cartine sche- e stranieri che da anni ne atten-
Gli itinerari sono descritti con matiche con indicata la posizione devano la pubblicazione.
chiarezza e corredati da una buo- dei 404 rifugi descritti e due capi-
na cartina topografica. Ogni itine- toli riguardanti il Soccorso Alpino F. Masciadri
rario è preceduto da un simbolo e il Servizio Valanghe, con nomi,
grafico che indica l'interesse natu- indirizzi e numeri telefonici e un
ralistico specifico della zona: fau- capitolo che riporta le indicazioni
Italo De Candido
na e flora interessanti, fossili e e i segnali del Soccorso Alpino.
ANELLO BIANCO - SCI ALPINISMO
minerali, graffiti su pietra, inse- F. Masciadri IN COMELICO E SAPPADA
diamenti preistorici, architettura.
Purtroppo delle numerosissime fo- Collana Itinerari Alpini, Tamari Edi-
tografie che accompagnano il te- tori, Bologna, 1977, L. 4.000.
Gino Buscaini - Ettore Castiglioni
sto solo alcune sono state stam- Nel gennaio scorso la Tamari Edi-
DOLOMITI DI BRENTA tori di Bologna ha pubblicato nel-
pate con accettabile chiarezza.
Per concludere: un'opera intelli- Guida dei Monti d'Italia, ed. giu- l'ormai affermatissima collana «Iti-
gente e utilissima che permetterà gno 1977 - C.A.I.-T.C.I., 11 x 16 cm, nerari Alpini» la terza guida com-
all'escursionista amante della na- 510 pag., 6 cartine, 49 schizzi, 64 pilata da Italo De Candido: •Anel-
tura di evitare le zone invase dal illustrazioni, L. 6.500. lo bianco - Sci alpinismo in Come-
turismo di massa e di godere la Dopo la gloriosa guida del Bren- lico e Sappada».
natura in tutta la sua armonia. ta curata da Pino Prati e pubbli- Definito •Anello bianco» perché si
F. Masciadri cata dalla S.A.T. nel 1926, dopo il tratta di un itinerario invernale

424
con sviluppo circolare, questo per- alternativa di minor impegno alle Giorgio Matteazzi
corso appare particolarmente in- Alte Vie «Anello del Comelico» e VIBRAZIONI E DOLOMITICHE
dovinato sotto vari e molteplici «Anello di Sappada». Quaderni del Cristallo, ed. 1976.
aspetti, non ultimi quelli della or- A. Vianelli pag. 31. 16 x 24. L. 2.600.
ganicità, dell'interesse paesaggi-
La poesia del Matteazzi, sempli-
stico e — soprattutto —, ovvia-
ce per forma, delicata per lirismo,
mente, dell'interesse sci alpinisti-
chiara per contenuti, ecologica di-
co. Ci sembra proprio che Italo
Luciano Rainoldi remmo — tanto vi si respira aria
De Candido abbia un fiuto partico-
pulita — è un costante inno al-
lare per la individuazione, l'impo- ANTRONA, BOGNANCO,
l'amore universale inteso come
stazione e la strutturazione di iti- SEMPIONE
bontà.
nerari sia estivi che invernali in C.A.I. Vigevano, Arti Grafiche Ca- È la ricerca, l'aspirazione a un
quella zona del Comelico e Sap- sonato, 15 x 21, pag. 239, numero- mondo migliore, secondo l'ottica
pada che dimostra inconfutabil-
se fotografie in bianco e nero, ot- di una personalità attenta, per-
mente di conoscere a menadito,
timi schizzi della montagna, una meata da un mistico sentimento
e che riesce a proporre — valo- cartina topografica. di religiosità. G. Cazzaniga
rizzandola escursionisticamente -
Questa di Rainoldi è la prima gui-
secondo una rigorosa e pratica
da alpinistica che illustri le Alpi
esposizione, corredata da foto, no-
dal gruppo di Andolla al parco Lionel Terray
tizie logistiche, schemi altimetri-
del Sempione. I CONQUISTATORI DELL'INUTILE
ci e da una buona cartina.
La descrizione sintetica di questo Il volume inizia con la descrizio- Dall'Oglio Editore, 1977, formato
stupendo itinerario sci alpinistico ne delle valli Antrona, Bognanco, 15 x 21, cm, 345 pag., molte foto-
ce la fornisce l'autore stesso nel- Vaira, Laggiu e Sempione la cui grafie in b.n., L. 5.000.
la sua premessa alla guida: «..ab- descrizione si espande sino alle È la famosa autobiografia della
braccia tutto il Comelico e la con- regioni più alte e più belle di tut- guida francese Lionel Terray fi-
ca di Sappada. Supera il Gruppo ta la zona. Fanno seguito note sul- nalmente pubblicata in italiano.
delle Terze, s'allunga sulla splen- la mineralogia, sulla flora, sulla L'autore, caduto in montagna nel
dida vallata sappadina, risale la fauna, e sulla storia alpinistica. 1965, è considerato uno dei più
Val Sesis fino al Peralba, scende La descrizione delle vie di salita grandi alpinisti del mondo. Le sue
nella fiabesca Val Visdende, risa- è fatta per gruppi e per ognuna di ascensioni sulle Alpi, in Himalaya,
le al Passo Palombino, percorre esse è indicato il grado di diffi- sulle Ande e in Alaska, hanno del-
tutta la Val Digòn nel suo alto set- coltà. Per ogni vetta o valico è l'incredibile.
tore e, dal Passo Silvella, ridiscen- stata fatta una precisa descrizio- Solo la storia di queste imprese
de la Vallorera fino al Passo Mon- ne con relative note alpinistiche e renderebbe affascinante la lettura
te Croce Comelico; da qui risale riferimenti a cenni bibliografici... del libro, ma Terray ci ha dato di
a Forcella Colesei indi in discesa Il volume chiude con alcuni itine- più, molto di più che dei semplici
tutta la Val Grande fino a Padola; rari sci-alpinistici di estrema bel- racconti di grandi avventure.
ancora in salita fino al Passo del lezza, con una cartina topografica Il libro è potentemente autobio-
Zovo, poi sullo splendido altopia- essenzialmente indicativa, con l'in- grafico. L'autore si apre al lettore
no di Danta ed in discesa fino a dice generale degli schizzi delle e rivela il suo carattere, il suo
Santo Stefano di Cadore ove si fotografie e delle località. amore per i monti e per la vita, i
chiude l'anello». Il lavoro, come già altri dello stes- suoi stati d'animo, le sue felicità,
A noi non resta da aggiungere che so autore, è rigoroso e accurato le sue angosce.
l'intero percorso è stato suddivi- per quanto riguarda la parte alpi- Lo stile è semplice, chiaro. Il rac-
so in sei tappe ubicate in località nistica e sci-alpinistica. conto della vita di Terray è inte-
spesso dotate di ogni confort; sei La parte generale, sia pur ristret- ressantissimo, ricco di umanità.
tappe che corrispondono a sei stu- ta all'indispensabile, è ricca di no- Conoscevo già l'edizione francese
pende giornate di sci alpinismo tizie utili e di gradevole poesia. dell'opera.
lungo un itinerario dei più interes- Tutto il volume contiene un appas- Non possiamo che ringraziare
santi e soddisfacenti. sionato invito a percorrere le valli l'editore Dall'Oglio e il traduttore
L'autore ci tiene a far sapere che e a salire le montagne, spesso Andrea Gobetti per aver dato agli
l'Anello Bianco rappresenta anche poco note, descritte nei loro mol- alpinisti italiani il piacere di leg-
un ottimo itinerario escursionisti- teplici itinerari. gere e meditare su «I conquistato-
co da percorrere d'estate, come F. Masciadri ri dell'inutile» F. Masciadri

425
A CURA DI CLAUDIO SANT' UNIONE

Di qui per facili pendii erbosi e roccet-


te si raggiunge in breve la sommità.
Dislivello: 250 m: difficoltà: D-. Roccia
discreta, a tratti ottima. La via è chioda-
ta. sosta comprese. Tre o quattro ch. so-
no perciò sufficienti.
Discesa: senza alcuna difficoltà sul versan-
te sud. in pochi minuti si è nuovamente
alla base della cresta.

Ultima Torre ovest - Parete ovest


P salita: Antonio Mosso e Paolo Ravera.
22.6.1975.
La via segue nella prima parte un grande
diedro sinuoso e continua superiormente
per un evidente camino che porta sotto
la paretina finale: 6 ch. di assicurazione.
Proseguire con l'auto sulla strada mili-
tare per qualche centinaio di metri verso
ovest. fino ad arrivare in vista della
parete. Quindi scendere in un valloncel-
lo e risalirne l'opposta sponda fino alla
base della parete. Salire senza via ob-
bligata il facile e breve zoccolo di rocce
rotte ed erba fino ad una cengia erbosa.
L'attacco si trova su questa cengia. una
decina di m a sn di un piccolo pino 30 mn
ALPI COZIE MERIDIONALI do un'esile cengia e raggiungere il filo dall'auto).
di spigolo. Salire qualche metro diretta- Superare una breve paretina un po' friabi-
Gruppo dello Chambeyron mente e sostare su di un piccolo ripia- le, che immette nel grande diedro. Sali-
Rocca Parvo (2346 m) no (25 m, III e II1+). Sosta 2. re fino ad una piccola spalla, dove si
la montagna è ben visibile dal santuario Salire ascendendo a sn e superare una sosta (25 m. IV e III). Sosta 1.
di S. Magno. ove termina la strada asfal- paretina verticale, quindi proseguire per Proseguire ascendendo lievemente a ds
tata della Val Grana. più facili rocce sino all'antecima di que- fino alla base di una fessura alta circa
A chi guardi dal santuario. la Rocca pre- sto primo torrione (30 m, IV e III). So- 3 m e mezzo. Superarla e portarsi a sn
senta un bel paretone biancastro e. sulla sta 3. per raggiungere un comodo ripiano erbo-
sn. il profilo della dentellata cresta est. Di qui alla sommità del torrione per fa- so. ai piedi di un tratto di diedro verti-
La roccia della Parvo è calcarea. non cili roccette con erba. Sosta 4. cale e giallastro (20 m. Iil , breve pas-
sempre buona. ma a tratti ottima. Scendere qualche metro fino ad una sel- so di Al e IV+. poi III). Sosta 2.
Gli attacchi sono vicini, grazie anche alla letta. Superare delle facili placche, rag- Salire direttamente e proseguire sul fon-
strada militare in terra battuta. che è giungendo una profonda fessura verticale do del diedro fino ad un masso incastra-
percorribile comodamente in auto nella che solca il torrioncino a sn di un gen- to. Traversare allora a ds su una placca
buona stagione. darme bifido. Traversare a ds su una pic- con pochi appigli, alzarsi per pochi m e
Ouesta strada dai pressi del Santuario cola lista di quarzo e salire il diedro che raggiungere un punto di sosta (30 m.
si dirige verso SE. per poi volgere deci- separa i due torrioncini (30 m. III e III-). III e IV: V la traversata). Sosta 3.
samente ad O. costeggiando così la pare- Sosta 5. Salire obliquamente a sn per placche fino
te N e le varie torri NO ed O della Rocca. Scendere per una facile crestina ad un ad un grosso blocco un po' strapiomban-
La discesa dalla sommità. costituita da intaglio sottostante un torrioncino vertica- te. Superarlo direttamente (ottimo appi-
una cresta che collega la vetta vera e le (20 m. facile). Sosta 6. glio alto) ed alzarsi al meglio su una
propria alle varie torri, è priva di ogni Superarlo tenendosi dapprima lievemente rampa di rocce non difficili ma piutto-
difficoltà e molto rapida, sia che si svol- a ds del filo. poi a sn: guadagnarne la sot instabili. fino ad una scomoda cen-
ga sul versante sud sia su quello ovest. sommità e scendere ad una strettissima getta erbosa ai piedi di una paretina gial-
forcella che precede il successivo salto lastra (35 m. IV, IV- e III). Sosta 4.
Cresta est verticale (20 m. IV+, IV e III). Sosta 7. Salire la paretina, quindi andare obliqua-
P salita: Marco Fazio. Paolo Ravera. Au- Sailre diagonalmente a sn fino a raggiun- quamente a ds fino ad un evidente cami-
gusto Sistri, 18.5.1975. gere il filo di spigolo. Seguirlo per un no. che si sale sul fondo sin quando si fa
Lasciata l'auto nei pressi di un ponticello. paio di m. alzarsi ancora I m con un bre- strapiombante. Uscire a ds e salire un
prima che la strada militare volga deci- ve passo in artificiale e spaccare a ds. breve tratto di placche, raggiungendo una
samente ad ovest, salire in direzione sud raggiungendo una zona di rocce non mol- comoda sosta sotto la paretina termina-
est verso la base della cresta. oltrepas- to solide. Salire verticalmente e raggiun- le (35 m. IV, III e IV). Sosta 5.
sare il primo torrioncino e salire a ds gere una buona sosta (35 m. IV con un Salire dapprima diagonalmente a sn fino
nel breve e stretto canalino che porta passo di Al e IV+). Sosta 8. ad una cengia erbosa (dove si può anche
ad una piccola forcella. Oui è l'attacco Dalla sommità del torrioncino così rag- sostare), quindi traversare qualche m a ds
(30 mn dall'auto). giunta, scendere all'intaglio che lo sepa- e salire in leggera diagonale a sn fino
Salire circa 1 m a ds del filo di spigolo. ra dal successivo ed ultimo risalto verti- alla sommità della parete (30 m, IV- e IV
raggiungendo una piccola ed incerta cen- cale. Attaccarlo un po' a ds del filo. sa- con un passo di IV+).
gia erbosa (25 m. Al e III+ con un passo lendo poi per una fessura-diedro oppure.
di IV). Sosta 1. più a ds. per un muro ben munito di Variante di attacco
Proseguire per placche solcate da fessu- appigli, fino alla sommità (25 m, III e P salita: Paolo Pianarosa e Paolo Ravera.
re erbose. quindi traversare a ds seguen- 111 41. 21.9.1975.

426
La Rocca Parvo, con lo spigolo di destra
dell'ultima Torre Ovest.

Attaccare 10 m a ds del piccolo pino. sa- ALPI PENNINE ce si perviene ad un terrazzino sovrasta-
lendo una fessura obliqua da ds a sn. Tra- to da un tetto (IV e III).
versare ascendendo a ds lungo una cengia Gruppo dell'Andolla 3° lunghezza: Si scende leggermente a ds
che si va restringendo e portarsi sotto un Pizzo d'Andolla al Mittelruck - Parete sud dove il terrazzino si stringe. si supera
camino nerastro. Superare un primo sal- 1, salita: Franco Fontana e Stefano Pio- una sporgenza e si continua per esso. che
to verticale, poi un altro disturbato da da (Sez. Villadossola), 22 agosto 1976. ora diventa inclinato, per alcuni metri.
ciuffi erbosi e raggiungere un piccolo ter- La via, che ha un tracciato particolarmen- raggiungendo la base di un altro diedro.
razzino (40 m. III e III- la fessura. IV te diretto. inizia dal nevaio sottostante la che si supera (111+).
i due saltini: 2 ch.). Sosta 1. parete sud dell'Andolla circa 15 m a ds 4a lunghezza: Si sale per una paretina
Alzarsi nel soprastante camino per un dell'inizio della via che sale al Portien- scarsa di appigli (2 ch.) obliquando a si-
paio di m, quindi, usufruendo di una pass. procedendo in perfetta verticalità. nistra dove l'uscita sembra più facile. si
grossa lama, traversare a sn fino ad una percorre i primi duecento metri della pa- prosegue alcuni metri fino ad un tratto
placca ripida ed esposta. Traversarla ver- rete stessa con difficoltà di III e IV: rag- di roccia nera con striature di quarzo e
so sn e salire direttamente per 3 o 4 m, giunge la base del pilastro in corrispon- buoni appigli. si supera la paretina (IV -)
quindi alzarsi obliquando appena a sn in denza del suo affilato diritto e verticale e si perviene allo spigolo (V IV-. III).
Parete aperta, ripida e di roccia non mol- spigolo SE che sale. senza interruzioni. Lo spigolo ora diventa facile e con altre
to stabile. Si raggiunge un aereo terraz- per 150 m. t da questo punto che inizia tre lunghezze si perviene alla vetta (I e
zino (30 m. IV. IV+ e III, molto espo- la scalata vera e propria del pilastro e I I ).
sto: 1 ch.). Sosta 2. dove iniziano le grandi difficoltà: la nuova Dislivello: 500 m ca.: difficoltà: IV: ma-
Di qui, con una traversata a sn di 15 m via attacca lo spigolo a 2 metri a ds dal teriale usato. 15 ch. normali: materiale la-
su rocce rotte ed erba. si raggiunge la so- filo e sale per 4 m (IV), indi obliqua leg- sciato: 10 ch.: tempo impiegato: 8h.
sta 3 della via precedente. germente a sn per 6 m (fessura. IV - ); poi
Anche questa variante è chiodata. sale verticalmente per 40 m ad 1 m dal
Dislivello: 180 m; difficoltà: D -: roccia filo dello spigolo (V continuo). Passa poi
per 3 m in netto strapiombo a mezzo me-
DOLOMITI ORIENTALI
buona, tranne che nella seconda parte del-
la 4,lunghezza. La via è chiodata. so- tro a sn raggiungendo il suo limite estre- Gruppo del Pramaggiore
ste comprese. Sufficienti quindi 3 o 4 mo di difficoltà, ritorna a ds ed a 1 m dal Cima dei Vieres, Punta Begaréli (2010 m) -
Ai_ utile eventualmente un cuneo. filo sale verticalmente per circa 100 m rag- cresta ovest
Discesa: Dalla sommità della parete, scen- giungendo un'ampia terrazza detritica (V 1° salita: Luigi De Biasio, Renato Di Da-
dere per facili rocce ad una selletta, alla e V- continui): da qui verticalmente sul niel, Giacomo Giordani e Ferruccio Mar-
base di un torrioncino di ottima roccia. rosso muro in parte a piombo e in parte tini (Sez. di Claut). •
Lo si sale (III) e si raggiunge una zona strapiombante raggiunge l'ampia terrazza Lungo la cresta che da C. dei Viéres
di roccette elementari e pendii erbosi. sommitale (V e V+ continui). (2310 m) scende verso la Val Settimana
Traversando a sn (faccia a valle). si rag- I due scalatori, partiti dal bivacco Varese. con direzione NO-SE, la Punta Begaréli
giunge in pochi minuti un colletto erbo- hanno impiegato globalmente 6? a com- è quell'elevazione compresa tra Cima dei
so, dal quale in breve e facilmente si piere l'ascensione, quattro delle quali Viéres e q. 2022 e separata da queste
scende alla base della parete. per superare il pilastro: hanno w.ato 20 ch da due anguste forcelle.
e 6 cunei di assicurazione. Dalla Val Settimana (700 m) si risale il
Ultima Torre Ovest - Spigolo di destra La via è stata dedicata a Cesare Murgia . Ciol de Claeda fino in corrispondenza del-
1, salita: Paolo Ravera e Augusto Sistri, l'allargamento dei Pascoi de Culau (vedi
13.6.1974. Berti-Dolomiti Or., vol. Il, p. 272). 2'30 a
Salire sul filo dello spigolo fino ad un 1840 m. A questa altezza una grande cen-
ALPI RETICHE
camino chiuso in alto da un blocco. Su- gia taglia il gruppo della C. dei Viéres
perare il blocco ed uscire ad una buona Gruppo Bernina in direzione est ovest. La si percorre (due
sosta, ai piedi di un salto verticale (30 m. La Sella Orientale (3564 m) - Spigolo sud passaggi di 11 all'inizio) fino all'imbocco
Il e III). Sosta 1. l,salita: Gelso Nana e Florindo Bergoni del canalone che separa Punta Begareli
Traversare a ds un paio di m e salire ver- (Sez. Valtellinese), 30 giugno 1976. da Cima dei Viéres (ca. 200 m dal •Ciòli.).
ticalmente fino ad un camino. Superarne i Dal Rifugio Marinelli si segue l'itinerario Si attaccano le facili rocce a ds del ca-
primi m fino a dei blocchi incastrati. Usci- 30-e del passo dello Scerscen (vedi guida nalone, all'inizio della cresta ovest: si sa-
re a sn sul filo dello spigolo e per otti- del Bernina di S. Saglio, pag. 166) fino le un camino di 10 m (quello più a sn)
me lame di roccia grigia portarsi ad un alla base del canalone che sale tra le due (III-). quindi per facile terreno ad un se-
piccolo ripiano sotto un diedrino obliquo vette della Sella. Superatane la crepaccia condo camino di 8 m (III). Superato que-
a sn (30 m. 1114- e III). Sosta 2. terminale in corrispondenza della pro- sto si traversa a ds per cengia per ca.
Salire il diedrino e raggiungere la base fonda rigola, ci si sposta sulla cresta, 70 m portandosi verso il centro della pa-
di una rampa di rocce rotte (12 m. IV e avendo cura di mantenersi sulle rocce rete ovest. Con direzione obliqua da ds
Il). Sosta 3. verso il canalone, pervenendo alla base verso sn si risalgono ca. 60 m di parete
Superare i primi metri della rampa, quin- di un marcato camino che si nota anche facile e ben articolata (II - ). riguada-
di scavalcare uno spigolo sulla ds ed en- dal sottostante ghiacciaio. gnando la cresta. Per ottima roccia si con-
trare in un canalino poco inclinato (11). Dislivello: 200 m ca.; difficoltà. 11 e 111 tinua sul filo ideale di cresta (III-) per
Sosta 4. grado. ca. 100 m e si esce infine. piegando a sn
Salire dapprima diagonalmente a sn fino Si può percorrere anche il canalone per per un breve e facile canalino, in pros-
ad una cengia erbosa (dove si può an- raggiungere la base del camino. simità della vetta.
che sostare), quindi traversare qualche 1, lunghezza: Si attacca il camino subito Discesa da est: Si scende sul versante est
metro a ds e salire in leggera diagonale strapiombante che immette in un diedro in direzione della forcella che separa Ci-
a sn fino alla sommità della parete (30 m, pure strapiombante (7 ch., Al), si giunge ma dei Viéres da Punta Begaréli. Con una
IV- e IV con un passo di 1V+). ad un masso incastrato che si supera con calata in corda doppia di 25 m si raggiunge
Dislivello: 140 m; difficoltà AD; roccia passaggio atletico (V). il fondo del canalone che scende dal ver-
buona. 2° lunghezza: Si prosegue per il diedro sante est della suddetta forcella. Lo si per-
che ora si adagia leggermente ed alla fine corre in discesa senza particolari difficol-
di esso ci si sposta a sn, per solide roc- tà (II) per ca. 200 m, quindi, dove è ostrui-

427
RICORDIAMO

to da alcuni grossi massi, si traversa a ds


per una larga cengia con mughi. Da que-
Alberto Vianello
sta si scende alle cenge sottostanti per La scomparsa di Alberto Vianello
facili canalini, fino a raggiungere la gran-
il 20 febbraio 1977, che ci ha do-
de •Cengia dei Viéres•. La si percorre
in discesa (sentiero) fino al fondo del lorosamente colpiti, era per mol-
-Ciol de Susanna•, dove passa la via co- ti inaspettata.
mune della Cima dei Viéres (vedi questa: Nato a Venezia e sempre attac-
Berti, Dolomiti Or., vol. Il: 3• ediz., p.
283).
cato a questa sua origine, si era
Dislivello: 170 m: ore 2: Il e chiodi: iscritto al C.A.I., a Roma, nel 1943
nessuno: roccia generalmente buona: svi- quando era già quarantenne. Fin
luppo ca. 300 m.
da allora è stato un socio molto
Nota: si è voluto dedicare questa cima.
mai salita, a una vecchia guida locale. attivo, sia come direttore di gite
Luigi Giordani detto Begaréli, che per 'e che come componente 'del Consi-
tanti anni ha acocmpagnato su queste mon-
glio sezionale. Chiusa la sua at-
tagne i primi alpinisti esploratori e con
essi ha raggiunto per primo le vette prin- tività di dirigente aziendale, per la
cipali. Giuseppe Adami quale aveva assolto compiti di re-
sponsabilità in varie aziende ed al
Nati e cresciuti nello stesso ca-
GRUPPO DEL CILENTO poligrafico, si è dedicato ancor
seggiato di un popolare quartiere
Monte Bulgheria (1225 m) • Spigolo nord più al C.A.I. divenendo, nel 1970,
milanese fummo per diversi anni
(detto spigolo San Giuseppe) Revisore dei Conti presso la Sede
1• salita: Pino Tartagni (Sez. di Malnate),
compagni di giochi durante i qua-
Centrale, carica questa che con-
9 agosto 1976. li, per la sua taglia minuta, gli ami-
Uscendo dall'abitato di Acquavena. fraz. di servava ancora, e nel triennio
ci gli avevano accollato il diminu-
Roccagloriosa (SA). puntare verso Bosco
tivo di •Pinetto»; quello stesso 1971-74 Presidente della Sezione
(altra piccola frazione). poi per un ulive- di Roma.
to salire verso la base dello spigolo fa- diminutivo che egli portò con sé
cilmente identificabile. per tutti gli anni a venire anche L'ing. Vianello aveva, in moltepli-
L'attacco è su roccia verticale di colore quando dai giochi infantili iniziam- ci campi, una cultura che gli deri-
grigio. con ottimi appigli ed appoggi. Il vava anche da una sua vocazione
primo tratto ha difficoltà di III per circa
mo i nostri primi passi in mon-
tagna. giornalistica, vocazione per la qua-
BO m. I punti di sosta sono ottimi e vi
sono buoni punti di assicurazione. Dopo I primi approcci ad essa furono le, tra l'altro, aveva in gioventù
questo primo tratto lo spigolo si raddriz-
dedicati alle cuspidi della Grignet- aderito al Movimento letterario
za e tutto il restante percorso, per circa
ta. per passare poi a quelli della futurista. Nell'ambito del C.A.I.
400 m è di IV con alcuni passaggi di V
dove la roccia strapiomba leggermente. Valmasino e della Bondasca, per questa sua predisposizione allo
'Nell'ultimo tratto la verticalità si addol- consentirci infine qualche puntata studio lo aveva portato a racco-
cisce e si esce su un piano inclinato,
nel Bianco. gliere dati sulla montagna ed a
con cenge erbose, che porta verso i pia-
nori della vetta. La sua attività comprendente an- scrivere in merito alla montagna,
Il tracciato si svolge interamente sul filo che la sua partecipazione alla oltre che a praticarla. Ha avuto
dello spigolo che in alcuni tratti si allarga in tal modo la possibilità di cono-
Scuola d'Alta Montagna •A. Parra-
sino ad alcuni metri.
vicini• in qualità di istruttore gli scere, e di far conoscere, l'Appen-
'Monte Bulgheria (1225 m) - Parete nord valse l'ammissione al C.A.A.I. di nino, specie quello meridionale do-
est cui era giustamente orgoglioso. ve ha diretto numerose gite socia-
1• salita: Pino Tartagni (Sez. di Malnate).
10 agosto 1976. Ora il nostro Pinetto se ne è an- li. Per anni ha raccolto notizie,
Partendo da Celle di Bulgheria (SA). si dato. Anche lui ha raggiunto molti osservazioni e fotografie sui la-
esce dall'abitato verso sud, salendo per compagni di montagna della vec- ghi del Centro Sud: ma ora questa
ca. 10 min. lungo una mulattiera, poi per
prati ci si porta verso il piede della
chia guardia che in questi ultimi sua opera, che aveva in animo di
parete che è individuabile dalla vasta grot- tempi ci hanno lasciati, ma quan- pubblicare, è rimasta purtroppo in-
ta che si apre a ca. 150 m di altezza. ti sono pervenuti, ed erano molti, compiuta.
L'attacco della via si trova in verticale
da Milano e da Lecco per portar- Aveva riordinato i libri in posses-
sotto la grotta e si sale per rocce rotte e
miste a cenge erbose per ca. 100 m con gli l'estremo saluto serberanno di so della Sezione e costituita l'at-
difficoltà di IV. Poi la parete presenta al- lui un caro ricordo; quello di un tuale biblioteca alpinistica del so-
cuni massi sporgenti e strapiombanti con amico sincero, modesto e, pur con dalizio romano. Sulla base dei do-
difficoltà di V per altri 50 m. L'entrata
nella grotta è semplice poiché la parete
le sue limitate risorse economi- cumenti raccolti poté, nel 1973, or-
si smorza su un arrotondamento di detriti che, sempre pronto ad aiutare chl ganizzare la Mostra del Centena-
trattenuti dalle radici di alcune piante. più di lui ne aveva bisogno. rio del C.A.I. di Roma allestita con
Dislivello: 150 m: difficoltà: IV e V: uti-
lizzati 3 ch., lasciati. Carletto Negri successo al Palazzo Braschi.

.428
4

Durante la sua lunga degenza in Eletta consigliere della Sezione nel Arturo Andreoletti:
clinica il nostro Vianello aveva 1960, le fu affidata la carica di se-
un pioniere dell'alpinismo
riacquistato serenità; la sua mag- gretaria. Da allora dedicò le sue
giore gioia è stata quella di vede-
lombardo
cure alla Sezione con la stessa
re, oltre i figli, numerosi consoci pasisone con la quale affrontava Il •Vecio» Andreoletti, il •capitano
che lo andavano a trovare. Ne- la montagna. padreterno• della 206' Compagnia
gli ultimi giorni chiedeva ancora Dovette svolgere in questi anni alpina, il pioniere dell'alpinismo
notizie della nostra attività ed il un lavoro di amministrazione sem- dolomitico, l'Accademico del C.A.I.
suo volto s'illuminava sentendo pre più gravoso, perché il nume- ci ha lasciati — lo scorso anno -
parlare del Club Alpino. ro dei Soci andò via via aumen- alla veneranda età di novantaquat-
tando, e molto per merito suo, tro anni.
R. Ciancarelli
fino a raggiungere la cifra record Tutta la sua vita e la sua multifor-
di 1250, enorme per un paese di me attività sono state contrasse-
poche migliaia di abitanti. gnate dal profondo amore per il
Dora Moresco Travaglino La motivazione con la quale nel nostro Sodalizio ed in particolare
1967 venne insignita della Stella per la Sezione di Milano che lo eb-
La «segretaria» della Sezione di
dell'Ordine del Cardo è una con- be fra i suoi Soci più attivi. Egli,
Villadossola ci ha lasciato per
cisa ma significativa testimonian- come tutti gli alpinisti lombardi,
sempre per compiere la sua ulti-
za dei suoi meriti: fece i suoi primi passi in Grigna,
ma ascensione!
«In considerazione della sua gran- compiendo fra l'altro la prima
Da 17 anni consigliere e segreta-
de passione per la Montagna che ascensione della Guglia Angelina
ria della Sezione, alla quale si era
l'ha portata sulle più alte ed im- che battezzò così in ricordo della
dedicata con una passione e spi-
pervie cime delle nostre Alpi, an- madre. Scelse però la sua vera
rito di sacrificio senza pari, non
che per vie nuove, e per la pas- strada durante il servizio militare
era mai mancata in tutto questo
sione e Io zelo col quale si de- che effettuò nel 1906 al 7" reggi-
tempo né alle riunioni del Consi-
dica da tanti anni alla cura della mento Alpini.
glio né a quelle regionali del Grup-
Sezione, in un periodo nel quale Cominciò con diverse ascensioni
po Est-Monte Rosa o delle Sezio-
la Sezione ha raggiunto uno svi- sulle Cime di S. Sebastiano, una
ni Liguri-Piemontesi-Valdostane, né
luppo eccezionale al quale Essa breve catena rocciosa alle spalle
alle Assemblee Nazionali dei De-
ha validamente contribuito». della Conca di Agordo, passando
legati. Per questa sua assidua par-
tecipazione a tutte le manifestazio- Giovanni Rossi poi ad altre più impegnative sca-
ni del C.A.I., per la sua caratte- late nelle Pale di S. Martino, nella
ristica figura e lo spirito arguto Croda Grande, sull'Agnèr e sulle
e bonariamente critico e la parla- Cime di Focobon.
ta che rivelava l'origine trentina, Negli anni fra il 1908 e il 1912,
era notissima nell'ambiente alpini- dopo un breve ciclo di ascensioni
stico e godeva di larga simpatia. in Cadore sulle Cime della Val Ta-
Originaria della Val di Non, aveva lagona e della Val di Toro con i
nel sangue la passione per la mon- fratelli Fanton, affrontò le più clas-
tagna. E questa passione ebbe mo- siche salite nel Gruppo della Mar-
do di esplicarla dapprima sui mon- molada, del Catinaccio e del Sella,
ti della sua valle, in particolare sempre in cordata con l'insepara-
nel Gruppo del Brenta, e poi sui bile amico Francesco Jori di Ca-
monti dell'Ossola dopo che si tra- nazei.
sferì con la famiglia a Villados- Nel 1913 intraprese la sistemati-
sola. ca esplorazione delle sperdute
Qui trovò in Bruno Travaglino il valli a destra e sinistra del Corde-
compagno ideale, animato anche vole (Gruppi della Schiara e dei
lui dalla stessa passione. E questa Feruc) raccogliendo nel medesimo
passione li unì nella vita con la tempo elementi per la compilazio-
Il capitano Arturo Andreoletti
fede nuziale e con la corda in una ne della guida alpinistica ai Monti
al suo tavolo di lavoro
infinità di scalate, fra le quali mol- nell'ufficio del comando d'Italia per le zone Feltrino-Agordi-
te vie nuove, sui monti dell'Os- di settore Ombretta-Marmolada no-Zoldano. Furono mesi d'inces-
sola. all'interno del Rifugio Falier. sante attività, di pernottamenti in

429
rifugi e tabià, in tenda o in bivac- bro avvincente ed importante per sua qualità di pubblico funziona-
chi sotto le stelle, con la taciturna la storiografia alpina, pubblicato in rio, venne perentoriamente invita-
compagnia di due fedeli alpini: questi ultimi mesi (') ed al quale to dall'onorevole Suardo, sottose-
Giuseppe Pasquali da Caviola e rimandiamo il lettore che voglia gretario alla Presidenza del Consi-
Giovanni Mezzacasa da La Valle maggiormente approfondire l'argo- glio. a fascistizzare I'A.N.A.
Agordino, guide regolarmente pa- mento. Tornato alla vita civile. An- Andreoletti persistette nel suo at-
tentate dall'autorità militare inte- dreoletti non riposò a lungo: nel teggiamento di opposizione e nel
ressata alla conoscenza del terri- marasma del primo dopoguerra av- 1929, piuttosto che sottostare al-
torio di confine compreso fra il vertiva, soprattutto fra gli alpini, il l'imposizione politica e nell'inte-
Cordevole, l'Avisio e li Cismon. bisogno di conservare e tramanda- resse dell'Associazione, preferì ab-
Nel 1914, alle prime avvisaglie del- re alle future generazioni il patri- bandonare le cariche che vi rico-
l'imminente conflitto, Andreoletti monio ideale di gloria, di sacrificio priva e si appartò da quella istitu-
dovette rinunciare alle sue ricogni- e di solidarietà che le Penne Nere zione che, come sua creatura, gli
zioni interrompendo la collabora- si erano meritato nel corso della era tanto cara.
zione per la guida ai Monti d'Italia. guerra. Con lui è scomparso il leggenda-
Per la sua perfetta conoscenza del Alla testa di un piccolo gruppo di rio mondo dei pionieri dell'alpini-
Gruppo della Marmolada egli ven- amici e commilitoni, anch'essi da smo: egli aveva iniziato a salire le
ne assegnato, in un primo tempo poco smobilitati, egli si propose di montagne nel periodo dei caccia-
come Aiutante Maggiore e poi co- ricostituire la grande famiglia al- tori di camosci e dell'alpestock e
me capitano comandante della 206' pina. Così nacque nel luglio del l'aveva concluso con la straordina-
compagnia, al battaglione Val Cor- 1919, nell'ambito della sezione di ria prima ascensione della parete
devole, che si trovava in quel set- Milano del C.A.I. l'Associazione nord dell'Agner, compiuta nel 1921
tore di fronte. Egli a quel tempo, Nazionale Alpini. Egli ne divenne con Francesco Jori e Alberto Za-
aveva al suo attivo una cinquanti- ben presto Presidente, rimanendo nutti. Questa scalata con i suoi
na di prime ascensioni o nuove alla guida del sodalizio direttamen- 1500 metri e le sue difficoltà pres-
vie, alcune prime invernali in vari te o indirettamente per oltre un soché estreme, anticipò le più
gruppi e numerose prime ascen- decennio. A lui va il merito d'aver grandi conquiste del sesto grado:
sioni italiane. Fra le imprese di ripristinato la cosidetta •Contrin- per questo Andreoletti è oggi una-
maggior rilievo ricorderemo la pri- hause perché essa divenisse il pri- nimemente considerato un'antesi-
ma ascensione italiana della pare- mo Rifugio degli Alpini. Ottenuto gnano dell'alpinismo moderno.
te Sud della Marmolada, compiu- in dono dalla S.A.T. i ruderi del
Luciano Viazzi
ta nel 1908 con il milanese Carlo rifugio, che egli durante la guerra
Prochownick e la guida Serafino aveva fatto bombardare e distrug-
Parissenti di Frassenè. Si trattava. gere, predispose la sua immediata
probabilmente, della più impegna- ricostruzione per conto dell'Asso-
tiva scalata su roccia di quel pe- ciazione Alpini.
riodo. Il carattere eccezionalmente fran-
Andreoletti. tra il 1908 e il 1921, co (il Capitano •Padreterno• lo
salì la Marmolada per lo meno una chiamavano i suoi alpini) lo portò
trentina di volte per vie diverse e spesso a rinunciare a cariche ed
quattro volte per la parete sud. onori, e ciò contribuì a relegarlo
Nel gruppo della Marmolada van- alquanto in ombra.
tava, fra l'altro, le prime ascensio- Andreoletti, che malgrado il suo
ni del Piz Serauta e del Piccolo passato intimamente nazionalista
Vernel per la parete sud. non aveva aderito al movimento
Durante il periodo di guerra. dal fascista, sostenne fin dalle origi-
1915 al 1917 ebbe il comando del ni la consapevole apoliticità del-
Settore Costabella e Marmolada l'A.N.A. e la difese strenuamente
dove si svolsero importanti azioni da ogni ingerenza di parte.
di alpinismo militare in condizioni Quando l'Associazione ebbe gua-
incredibilmente aspre e difficili. dagnato l'adesione della gran mas-
Della •Grande Guerra ■ sulla Mar- sa di alpini in congedo, il suo Pre- (l) A Andreoletti - L. Viazzi. Con gli alpini
sulla Marmolada, Editore Mursia, Milano,
molada, Andreoletti — nei suoi ul- sidente sotto la minaccia di gra- 1977.
timi anni di vita — scrisse un li- vi provvedimenti personali nella

430
5. Richiesta di provvedimento legislativo questioni d'ordine amministrativo e fun-
COMITATO a favore dei volontari del Corpo Nazionale zionale definite In un incontro con il Vice
Soccorso Alpino direttore don Silvestri.
DI PRESIDENZA Vista la lettera di Franceschini, concer- 5. Festival di Trento
nente l'estensione dei benefici di legge Zecchinelli illustra al Comitato la rela-
riservati ai donatori di sangue ai volon-
zione predisposta da Cacchi. e richiama
RIUNIONE DEL 18.6.1977 tari del C.N.S.A.. il Comitato prende at-
l'attenzione in particolare sui motivi per
to e resta in attesa di notizie relative
TENUTA A VARALLO i quali il Comune di Trento ed il C.A.I.
agli sviluppi dell'intervento del Presidente
si sono opposti ad una maggiore ingeren-
Riassunto del verbale e deliberazioni Generale, il quale comunica che un ana-
za della Provincia di Trento nell'organiz-
logo provvedimento legislativo specifico è
Presenti: Spagnolli (presidente): Massa. zazione del Festival, che intende inserir-
stato presentato al Parlamento.
Zecchinelli (vice presidenti): Gaetani (se- si come terzo ente promotore. Fa pre-
6. Varie ed eventuali
gretario); Tiraboschi (vice segretario). sente altresì che il bilancio della XXV edi-
Il Comitato delibera di acquistare 50 co-
Assente giustificato: il vice presidente zione verrà chiuso in pareggio. con un
pie del volume •Aquilotti del Gran Sas-
Orsini. modesto incremento del contributo del
so•, al prezzo di L. 3.000 la copia. in se-
C.A.I. Anticipa inoltre che fra le manife-
1. Comunicazioni del Presidente gno di sostegno ed apprezzamento dell'ini-
stazioni collaterali della prossima edi-
Il Presidente esprimendo alcune osserva- ziativa.
zione è programmata una tavola rotonda
zioni circa l'Assemblea dei Delegati te-
sullo Sci Alpinismo e una conferenza
nutasi a Forlì. ritiene che, in generale. Il Presidente Generale
europea delle cinematografie specializzate.
debba essere lasciato più tempo per lo Giovanni Spagnolli
Il Comitato delibera di proporre al Con-
svilupparsi degli interventi dei Delegati.
Il Segretario Generale siglio l'aumento del contributo annuo al
In merito ai più urgenti adempimenti ri-
Lodovico Gaetani Festival da 4 a 5 milioni.
badisce la necessità di una tempestiva
ricostituzione delle Commissioni Centrali 6. Varie ed eventuali
e, fra le altre, della Commissione Lega- Tiraboschi, in espletamento del mandato
le la quale dovrà immediatamente ado- conferitogli congiuntamente al dr. Salvi.
perarsi per lo studio e la preparazione riferisce circa la stipulazione della nuova
COMITATO polizza Soci-Soccorso Alpino, che entrerà
di un disegno di legge che ricalchi il
parere del Consiglio di Stato sulla du- DI PRESIDENZA in vigore con il 1 aprile p.v.
plice personalità giuridica della Sede Cen- Gaetani comunica al Comitato, che pren-
trale e delle Sezioni e quindi elabori de atto, le dimissioni della sig.ra Sordi,
un documento sulla posizione giuridica e dipendente presso la Cineteca.
RIUNIONE DEL 9.9.1977 Udita l'esposizione di Zecchinelli in me-
le competenze del C.A.I. nei confronti
e nei rapporti con le Regioni. indispen- TENUTA A MILANO rito alla pubblicazione del libro •Valan-
sabile per un omogeneo orientamento del- ghe• di Roch, il Comitato accoglie la pro-
Riassunto del verbale e deliberazioni posta di Orsini, da proporre al Consiglio,
le Sezioni nei rapporti con gli enti locali.
Presenti: Spagnolli (presidente): Massa. di interpellare il C.N.R. in merito alla
2. Libro «Valanghe» di Roch
Orsini. Zecchinelli (vice presidenti): Gae- possibilità di ottenere un contributo ed
Tenuto conto delle informazioni del prof.
tani (segretario): Tiraboschi (vice segreta- ai possibili canali di distribuzione nel-
Nangeroni, il Comitato esprime il proprio
rio): Giorgetta (direttore generale). l'ambito scientifico.
parere favorevole per la pubblicazione del
Invitati: Priotto. Rodolfo. La riunione. iniziata alle ore 16 del 9
volume •Valanghe• di A. Roch.
1. Organizzazione Commemorazione Sella settembre 1977, sospesa alle ore 20,30.
Ne rinvia comunque la delibera alla com-
Il Segretario Generale espone il punto ripresa alle 9 del 10 settembre presso
petenza del Consiglio. il quale verrà pre-
della situazione illustrando il programma la Sezione di Bergamo ha termine alle
ventivamente informato da Zecchinelli cir-
delle manifestazioni, che verranno pre- ore 12,30.
ca i dettagli del piano di pubblicazione
e i relativi aspetti economici cedute dall'Assemblea straordinaria dei
Il Segretario Generale
Delegati.
3. Assemblea straordinaria dei Delegati Lodovico Gaetani
Vengono di conseguenza concordati al-
di Biella
cuni particolari organizzativi e compilato Il Presidente Generale
Il Comitato esamina gli argomenti da por-
l'elenco delle personalità da invitare. Giovanni Spagnolli
re all'Ordine del Giorno dell'Assemblea
straordinaria dei Delegati che si terrà a 2. Situazione Rifugi Sede Centrale
Biella il 30 ottobre p.v., in modo da la- Priotto riferisce approfonditamente al Co-
sciare spazio alle manifestazioni ufficiali mitato sulla situazione del Rifugio Sa-
che si terranno per celebrare il 150, an- voia, del Rifugio Castiglioni e Sella al
niversario della nascita di Ouintino Sella Monviso e sui relativi necessari adempi- CONSIGLIO
e delle quali determina in linea di mas- menti tecnici ed amministrativi. CENTRALE
sima le modalità . Tiraboschi riferisce sui trasporti effettua-
ti con il concorso degli elicotteri della
4. Piani di promozione de •Lo Scarpone»
Smalp di un primo lotto di materiali per
Il Comitato delibera di aumentare il nu-
la Capanna Margherita. RIUNIONE DEL 10.9.1977
mero delle pagine de •Lo Scarpone•, e di
Il Comitato ringrazia Priotto. e si dichiara
procedere allo studio di un programma TENUTA A CASTIONE DELLA
favorevole in linea di massima con il
di promozione pubblicitaria per l'incre-
programma da lui presentato. PRESOLANA (BG)
mento della diffusione del quindicinale.
Rivolgendo quindi un vivo ringraziamen- 3. Amministrazione CISDAE Riassunto del verbale e deliberazioni
to a Zecchinelli. per l'appassionato lavo- Il Comitato delibera un aumento del com- Presenti: Spagnolli (presidente): Massa.
ro di coordinamento sin qui svolto, il Co- penso professionale di Fantin e per af-
Orsini, Zecchinelli (vice presidenti): Gae-
mitato dà incarico al Consigliere Braman- fitto locali. tani (segretario): Tiraboschi (vice segreta-
ti di curare gli aspetti gestionali e am- 4. Servizio Valanghe rio): Arrigoni, Bassignano. Berti, Biamon-
ministrativi del periodico. Tiraboschi espone i termini di alcune ti, Bianchi, Bramanti, Carattoni. Calamo-

431
sca. Ceriana. Chiarella, Chierego G.. Cian- sente che necessita di un più valido ap- 5" comma, del nuovo Regolamento Gene-
carelli. Corti. De Martini, Germagnoli. poggio in sede romana. al fine di potersi rale.
Grazian. Levizzani, Masciadri, Riva. Salvi, sempre più dedicare ai rapporti di verti- Il numero dei delegati spettanti a cia-
Toniolo, Trigari, Valentino, Franco W. (con- ce, indispensabili in questo particolare scuna sezione verrà stabilito in base
siglieri); Chabod (ex presidente); Bertetti. momento nella vita dell'associazione. Ri- alle aliquote pagate al 31 dicembre 1976.
Patacchini. Rodolfo (revisori dei conti). chiama inoltre l'attenzione su alcuni aspet- Gaetani illustra quindi il programma delle
Invitati: Chierego, F. Nangeroni. Priotto. ti dei Decreti del P.R. n. 616-617-61/3 del manifestazioni celebrative che seguiranno
Sala. Gualco (redattore della •R.M •). 24.7.1977 (G.U. n. 234 del 29.8.1977), appli- l'Assemblea per commemorare il 150° an-
1. Approvazione verbale Consiglio Cen- cativi della L. 382, che lasciano in ombra niversario della nascita di O. Sella.
trale del 4.6.1977 alcuni compiti propri del Sodalizio. oltre 7. Nomina delle Commissioni Centrali
approvato all'unanimità. ad altri aspetti giuridici concernenti il Il Consiglio procede alla nomina dei com-
sodalizio, per chiarire i quali ritiene ur- ponenti delle seguenti Commissioni Cen-
2. Ratifica delibere Comitato di Presiden-
gente nominare la nuova Commissione Le- trali:
za del 4.6.1977 e 18.6.1977
gale. Espone altresì il proprio parere cir- Legale: Bassignano, Ferro-Carcereri, Cor-
Sono ratificate all'unanimità.
ca l'urgenza di procedere alla ricostituzio- ti. Carattoni, Ceriana, Masciadri. Kfaugeri,
3. Comunicazioni del Presidente ne delle Commissioni del settore cultu- Cardi-Cigoli. Rodolfo.
Il Presidente Generale partecipa al Con- rale e dell'informazione, nel quale si sono Rifugi e 0.A.: Bertoglio. Chiarella. Priot-
siglio la morte in montagna: notate carenze negli ultimi tempi. to. Grazian, Lamber, Rotelli, Arnaboldi,
— In un incidente di volo sul M. Blanc 4. Nomina Segretario e Vice Segretario Domizio. Levizzanì. Locatelli, Colombo,
du Tacul il 6.8.77 Giorgio Bertone. Guida. Generale Reggiani. Sestini. Rabbi. Baroni.
i.n. con Daniele Presa, istruttore sezio- Il Consiglio nomina con votazione per scru- Scuole di Alpinismo: Alletto, Castiglioni,
nale. tinio segreto il dott. Lodovico Gaetani Chierego, De Lazzer, Dionisi, Floreanini,
— Sulla parete nord della Tour Ronde. Pri- alla carica di Segretario Generale, e l'ing. Garda, Gilardoni. Guala, Gugiatti, Mascia-
mo Tatto. i.n. di Verrés. Giorgio Tiraboschi alla carica di Vice Se- dri, Pierazzo, Stenico. Vaccari.
— Travolto da una slavina sul Grignone. gretario Generale. Sci Alpinismo: Massa Micon. Marmolada,
Luciano Trincavelli, aspirante guida. istrut- Bigio, Aurelj, Del Custode, Bonomi, Erco-
5. Variazioni Bilancio Preventivo 1977
tore sezionale di Mandello, con un com- lani. Gansser, Gilardoni, Lenti, Macchi,
Il Consiglio, udita l'esposizione e chiari-
pagno di cordata. Urciuoli, Del Zotto, Barbacetto, Serafini.
menti del Segretario Generale Gaetani ap- Alpinismo Giovanile: Corda, Gualdi, Tri-
— Durante un trasporto di materiali al ri- prova all'unanimità le seguenti variazioni
fugio Puez. il 25 agosto precipitava un eli- gari, Cavanna, Briatore, Di Giacomo, Fio-
al bilancio preventivo 1977 (v. tabella). retti, Sala. Buscaglia, Basilio. Canini, Ro-
cottero del IV Corpo D'Armata. Nell'in-
cidente trovavano la morte i sottufficiali 6. Convocazione Assemblea Straordinaria veran, Paoletti, Cogliati, 'Possa, Borrac-
Giovanni Braga e Mario Rampon. dei Delegati chini. Cozzi, Romei, Clignon, Cobelli.
Sono deceduti per malattia: Il Consiglio approva all'unanimità la con- Il Consiglio si riserva di integrarla con
ing. Pasquale Palazzo, presidente della Se- vocazione dell'Assemblea straordinaria dei un nominativo designato dalla S.A.T.. e
zione di Napoli; cav. Francesco Marcolin, Delegati con il seguente ordine del giorno: giungere entro 6 mesi ad una riduzione
componente Commissione Pubblicazioni: 1) nomina del Presidente dell'Assemblea dei membri talché la Commissione possa
Placido Piantoni, guida alpina di Colere. e di 5 scrutatori: operare con maggior incisività sul piano
Zecchinelli commemora la figura di Artu- 2) approvazione definitiva, in seconda let- regionale.
tura. delle modifiche allo Statuto: Corpo Naz. Soccorso Alpino: Toniolo Bru-
ro Andreoletti. fondatore dell'A.N.A. recen-
3) richiesta di modifica all'art. 25 bis del no, direttore: 1. zona: Floreanini Cirillo;
temente scomparso.
Regolamento Generale vigente, e all'art. 34 Brovelli Mario; 3.: Donà Ennio: 4.:
Il Consiglio esprime il proprio cordoglio
del nuovo Regolamento Generale: Smadelli Mario: 5.: Mottinelli Antonio:
per gli amici e collaboratori scomparsi.
4) modica all'art. 25. 40 comma. del Re- 6.: Berlendis Bruno; 7•: De Dosso Bruno;
Il Presidente Generale dopo aver ricordato golamento Generale vigente. e all'art. 21, Raiteri Ovidio; Garda Franco; 10.:
i Consiglieri, che per il normale avvicen-
damento non fanno più parte del Consi-
glio: Abbiati. Cassin, Tomasi, Graffer.
Priotto ed aver rivolto un saluto ed un ENTRATE
augurio ai Consiglieri neo eletti Biamon-
Cap. 1 art. 2 Bollini Aggregati da L. 55.000.000 a L. 56.500.000
ti. Chiarella, Germagnoli, Marini, Riva
Cap. 6 art. 3 Quote soccorso alpino . . . da L. 35.000.000 a L. 35.375.000
informa il Consiglio che il Ministero del
Cap. 4 art. 3 Vendita guide e pubblicazioni di-
Turismo ha trasmesso i decreti di nomina
verse ...... . da L 20.000.000 a L. 30.000.000
dei nuovi Consiglieri e Revisori di dirit-
Cap. 4 art. 4 Vendita materiali e ricuperi diversi da L. 30.000.000 a L. 35.000.000
to. che sono: gen. Michele Forneris, ricon-
Cap. 5 art. 2 Introiti delle Commissioni . . da L. 20.000.000 a 1. 40.000.000
fermato in rappesentanza del Ministero
Cap. 6 art. 1 Riscossione indennizzi da Compa-
della Difesa; il dr. Petrizzi, riconfermato
gnie di Assicurazione . . da L. 50.000.000 a L. 60.000.000
per il Ministero degli Interni; il dr. Gio-
vanni Leva, consigliere. ed il dr. Claudio USCITE
di Domenicantonio, revisore, per il Mini-
stero del Tesoro: il prof. Elio Ciammaroni Cap. 2 art. 4 Festival di Trento da L. 4.000.000 a L. 5.000.000
per il Ministero della P.I.: il dr. Ales- Cap. 2 art. 9 CISDAE da L. 3.000.000 a L. 3.500.000
sandrini. riconfermato per il Ministero Cap. 9 art. 2 Quote soccorso alpino soci . da L. 35 000.000 a L. 35.375.000
Agricoltura e Foreste: il dr. Walter Fran- Cap. 8 art. 1 Acquisto materiale e pubblicazioni da L. 40.000.000 a L. 55.000.000
co. consigliere, e la dr.sa Antonella Az- Cap. 9 art. 3 Pagamento degli indennizzi agli as-
zarita, revisore. per il Ministero del Tu- sicurati da L. 50.000.000 a L. 60.000.000
rismo e Spettacolo. Cap. 10 art. 2 Riassegnazione alle Commissioni
Espone quindi al Consiglio alcune consi- delle Entrate relative al Cap. 5 da L. 20.000.000 a L. 40.000.000
derazioni derivanti dalla propria rielezione per un totale delle Entrate di L. 46.875.000
e dall'Assemblea dei Delegati. Per quan- e un totale delle Uscite di L. 46.875.000
to concerne le proprie funzioni, fa pre-

432
Silvestri Pietro; 11.: Fanoni Sergio: 12": Il Consiglio approva poi la proposta del 10. Libro «Valanghe» di A. Roch
Gregorio Stefano; 13.: Massa Micon Fran- Presidente Generale che la Commissione Uditi gli interventi di Zecchlnelli e Nan-
co; 14.: Abbà Mario; 15.: Bernardi Gian- Legale esamini il problema di dare per geroni, i quali espongono il piano edito-
ni; 16.: Billò Piero; 17.: Milea Abramo; quanto possibile una regolamentazione riale, i contenuti del volume e i preven-
18.: Vampa Alessandro: 19: Riva Giancar- omogenea alle Commissioni. tivi di spesa. il Consiglio dà incarico al
lo; 20.: D'Armi Domenico; 21•x: Perciabo- Rinvia infine l'esame della composizione Comitato di Presidenza di prendere con-
sco Filippo; 22.: Gianinetto Leonardo; 23.: del Consiglio del Consorzio Nazionale Gui- tatto con il C.N.R. per sondare la possi-
Salesi Francesco: Sez. Speleologica: Gui- de e Portatori in conseguenza dell'esito bilità di eventuali contributi ed avere
di Pino. dell'esame del punto 9° all'ordine del informazioni sui canali di distribuzione
Il Consiglio si riserva di nominare il giorno. nell'ambiente scientifico.
Vice Direttore su designazione dell'as- 8. Regolamento Organico del Personale 11. Festival di Trento
semblea del C.N.S.A. Il Consiglio prende atto della relazione di
Udito l'intervento di Franco, il quale con-
Servizio Valanghe: Borgna, Cavag I iato, Cacchi sul XXV Filmfestival di Trento.
ferma l'approvazione preventiva del Re-
Gansser. Giusti, Gregori, Floreanini, Hau- nonché sul programma di massima della
golamento da parte del Ministero del Tu-
demand. Rovaris. Silvestri, Stefanelli. Tel- 26. edizione. illustrata da Zecchinelli.
rismo. con l'inserimento di una margi-
mon, Todaro, Zanetta.
nale modifica formale all'art. 62. il Consi- 12. Movimento Sezioni
Il Consiglio chiede l'istituzione della Zo- Il Consiglio approva la trasformazione in
glio approva all'unanimità il Regolamen-
na orobica il cui capo Zona entrerà a far
to organico del Personale. Sezione della Sottosezione di Concorezzo.
parte del Consiglio del Servizio. già alle dipendenze di Brugherio, e della
Guida Monti d'Italia: Buscaini, Rossi. Ber- 9. Esame dello Statuto-Regolamento del
Sottosezione di Motta di Livenza, già alle
ti, Metzeltin, Zanantoni, Pieropan. Mari- C.N.G.P.
dipendenze di Conegliano.
ni Dario. Udito l'intervento di Zecchinelli il quale
Visto il parere favorevole della Sezione
Pubblicazioni: Pieropan, Balbiano D'Ara- riassume le vicende della tavola rotonda di Sondrio, approva altresì il passaggio
mengo. Bertoglio, Ratto. Berti. Dondio. di Trento, e del Presidente Generale che della Sottosezione di Sondalo dalla Se-
Bramanti. Improta, Corbellini G.F., Fan- dopo aver ricordato i momenti di maggior zione di Sondrio alle dipendenze della Se-
tin (segretario). rilievo nell'impegno e nell'interessamento zione di Bormio.
Il Consiglio si riserva di interpellare Tiz- che il C.A.I. ha sempre riservato alle
Guide sottolinea l'inaccettabile presa di 13. Varie ed eventuali
zani circa la propria disponibilità.
posizione alla tavola rotonda di Trento Vista la richiesta della Sezione di Paler-
Accogliendo altresì il principio esposto da
dei rappresentanti delle Guide della Val- mo, il Consiglio conferma alla Sezione di
Massa secondo il quale il Redattore è re-
le d'Aosta. ribadita in una lettera suc- Palermo l'incarico di organizzare il Con-
sponsabile, sia per la Rivista che per lo
cessiva. gresso Nazionale nel 1978, ferme restando
Scarpone, direttamente e ne risponde alla
le condizioni finanziarie, ed organizzative
Presidenza ed al Consiglio, ne affida la re- Germagnoli propone di affrontare obbiet-
circa i contenuti della manifestazione.
sponsabilità gestionale ed amministrativa tivamente la situazione. dimostrando così
poste nella delibera precedentemente as-
a Bramanti. il perdurante impegno del C.A.I. nei con-
sunta.
Campeggi e Accantonamenti: II Consiglio fronti delle Guide.
La riunione iniziata alle ore 16 e sospesa
dà incarico a Levizzani e Salvi di studiare Denunciando la mancanza di collegamenti alle ore 20,30 di sabato 10 settembre 1977,
e proporre la composizione della nuova fra il Consiglio del Consorzio e le guide. ripresa alle ore 9 ha termine alle ore 12,30
Commissione. fa presente che lo statuto in esame non di domenica 11 settembre 1977.
Spedizioni Extra-europee: Chabod, Rabbi, è stato portato a conoscenza della mag-
Guidobono-Cavalchini, Rossi. gioranza delle guide. ricordando che tale Il Segretario Generale
Delegazione Romana: Il Consiglio ne de- invece è il documento presentato dal Lodovico Gaetani
manda lo studio e la proposta al Comitato Gruppo Gaide di Alagna. Macugnaga e Os-
di Presidenza. sola al raduno nazionale delle Guide che Il Presidente Generale
Biblioteca Nazionale: Biancardi, Gasasse. ebbe luogo a Bergamo nel 1973. Dichiara Giovanni Spagnolli
Ivaldi. La Sezione di Torino provvederà quindi di essere stato invitato dai rap-
alla nomina dei tre membri paritetici. presentanti delle guide dell'Ossola, Ala-
Cinematografica: Il Consiglio dà incarico a gna e Macugnaga di proporre quanto se-
Nava di rivedere il Regolamento della gue:
Commissione, portando al Consiglio le 1) sospendere per 60 giorni l'esame dello
eventuali modifiche e proponendo di con- Statuto-Regolamento e convocare urgente- CORPO NAZIONALE
seguenza i nominativi dei membri. mente una commissione composta da Gui- SOCCORSO ALPINO
Materiali e Tecniche: Garda. Zonta. Vac- de (rappresentanti tutti i Comitati) e da
cari, Castiglioni, Verin, Zanantoni, Valen- Consiglieri Centrali per esaminare con-
tino. De Lazzer. giuntamente il nuovo Statuto-Regolamento
Il Consiglio si riserva di integrarne la e metttere in luce I punti discordanti: Resoconto generale
composizione con un nominativo di grande 2) convocare una Assemblea Nazionale del-
rilievo nell'ambito alpinistico per presen- le Guide per esaminare e decidere sui degli interventi
tare i risultati delle ricerche in campo risultati dei lavori della suddetta Com- di soccorso nel 1976
internazionale. missione:
Comitato Scientifico: Il Consiglio dà in- 3) non procedere alle nomine del Con- Nel corso del 1976 è sensibilmen-
carico a Nangeroni e a Cappa di pre- sorzio (anche quelle previste per il 10 te diminuito il numero degli in-
sentare una lista di nominativi che ten- settembre) fino a quando non sarà reso
terventi, anche se, proporzional-
ga conto della esigenza della costituzione operante il nuovo Statuto-Regolamento.
della Commissione Speleologica. Il Consiglio accoglie le richieste presen- mente, è aumentato l'impegno or-
Protezione della Natura alpina: Il Consi- tate da Germagnoli e nomina Zecchinelli. ganizzativo (numero di uscite di
glio dà Incarico a Saibene di presentare Chabod, Masciadri e Tiraboschi nella Com- squadra e numero di uomini-gior-
per l'approvazione il nuovo regolamento missione e invita Germagnoli a comuni-
care alla Presidenza i nominativi designa-
nata).
della Commissione e proporne la compo-
sizione In base alle norme dello stesso. ti dalle Guide. Sono stati compiuti 570 interventi

433
per un totale di 680 uscite di squa- Riassunto statistico
dra; e di 5560 uomini per giornata. 1976 1975
Ogni incidente ha richiesto l'inter-
Sono stati impiegati 4475 uomini, vento di:
Cedim. o perdita
di cui: 9,75 uomini per giornata
appiglio . , . 11,0°0 ( 8,1°0)
- guide . 580 (12,96%) 1,10 uscite di squadra
Sciv. su neve o
- portatori 157 ( 3,51%) con l'impiego di 7,85 soccorritori,
ghiaccio . . . . 8,20 0 7,9°0)
- volontari 3160 (70,61°o) di cui:
Caduta in crepac-
- militari . 135 ( 3,02%) 1,02 guide
cio 9,9°0 7,0° 0)
- vol. occas. . 443 ( 9,90%) 0,28 portatori
Ritardo . . . • 4,0°0 6,0°o)
Nota: tra i militari non sono com- Caduta sassi . • 4,2% 4,9°o) 5,54 volontari
presi i componenti degli equipag- Valanga . 1,1°0 3,50'0 ) 1,01 militari e occasion.
gi degli elicotteri. Gli interventi Incapacità . . • 1,3°0 1,3°o) Ogni uomo è stato impiegato per
dei militari si riferiscono solo a Caduta con sci • 3,90 0 - ) 1,24 giornate.
quelli compiuti in collaborazione Altre cause . 13,5°0 8,5%)
con le nostre squadre. Nazionalità degli infortunati•
Persone infortunate italiani 778°0
Classificazione degli incidenti Il numero delle persone infortu- tedeschi 10,8° 'o
La classificazione degli incidenti nate che sono state soccorse è austriaci 3 8%
non indica sostanziali mutamenti. diminuito, scendendo a 838, ma si francesi 1,9°0
Malgrado una leggera contrazione deve tener presente che l'anno svizzeri 1 9°o
(dal 51,6% nel '75 al 46,14°o nel precedente (1975) aveva fatto re- cecoslovacchi 08°o
'76) la voce •Turismo» prevale gistrare una punta eccezionale greci 0 1 °o
sempre sull'alpinismo. (1072 persone). olandesi 1,3°o
I 570 incidenti si sono verificati: Inoltre, è aumentata la gravità de- belgi 09°0
in fase di salita . . . 37.34°0 gli incidenti, perché il numero dei giapponesi 01°0
in fase di discesa . . . 62,66°o decessi è salito da 158 a 209, pas. americani 0,3°o
e si riferiscono alle seguenti at- sando dal 14,7% al 24,94°o. spagnoli O 1°o
tività: Persone soccorse: 838 di cui: inglesi ... . . 0,1°-
Alpinismo 42 03°o morti 209 (24,94%) rumeni 0,10'
Turismo 46,14% feriti 290 (34,60°0)
Sci-Alpinismo 8,69°'o illesi 328 (39.15°0)
Speleologia 3 14% dispersi . . . 11 ( 1,31%)
Circa la classificazione degli infor-
XI Corso Nazionale per
Cause degli incidenti
tunati, non vi sono state variazio- tecnici di soccorso alpino
Relativamente alle cause che han-
no prodotto gli incidenti, sono leg- ni di rilievo, tranne la maggiore Rifugio F. Monzino, 3.10 luglio 1977
germente aumentate quelle pret- incidenza dei soci C.A.I. Nei giorni dal 3 al 10 luglio 1977,
tamente •alpinistichea, come il ce- uomini 81 8°o come dal programma predisposto
dimento o perdita dell'appiglio, donne 18 2%
dalla Direzione, si è svolto al ri-
la scivolata su neve o ghiaccio e in cordata 24 9% fugio Monzino nel gruppo del Mon-
la caduta in crepaccio (comples- slegati 54 2%
te Bianco l'XI corso nazionale per
sivamente dal 23°0 al 29,1°0), men- soli 20,9°o
tecnici di soccorso alpino al quale
tre continuano a prevalere cause soci del C.A.I. . 31,1°o
erano rappresentate quasi tutte le
più banali (la scivolata su prato o non Soci 689°o
delegazioni dell'arco alpino, della
sentiero) o comunque estranee al- con guida 1 4°o
zona dell'Abruzzo e Apuane.
l'attività alpinistica. senza guida 98 6°o
Il corso è stato diretto dal Diret-
Età degli infortunati tore del Corpo con la collaborazio-
1976 1975 meno di 15 anni di età . 5,47% ne di uno staff di istruttori fra i
15 : 20 15 69°o più qualificati: le guide alpine
Sciv. su prato o 20 ± 25 1971°o Franco Garda, Giorgio Bertone,
sentiero . . . 15,4°0 (16,5°0) 25=30 13 14% Guerino Sacchin e Attilio 011ier.
Perdita dell'orien- 30 ± 40 19 52 °'o Le materie di insegnamento com-
tamento . . 12,9°0 (12,7%) 40 50 12 41% prendevano le tecniche improvvi-
Maltempo . 5,9% (10,5%) 50 ± 60 7 48% sate in roccia e ghiaccio, le ma-
Malore . . 8,7% (10,0%) > 60 6 58% novre con i mezzi meccanici: ar-

434
gani e barelle speciali per calate ardite manovre di atterraggio por- introduttiva teorica tenuta dal sig.
in parete e attrezzature specifi- tando tutti gli allievi sul terreno Claudio Bussadori, si è passati al-
che per il recupero dei caduti in delle loro esercitazioni. la fase pratica della comprensio-
crepacci: pinza da ghiaccio e re- I partecipanti al corso, Direzione ne della psicologia canina durante
te Silvretta. ed Istruttori compresi, sono stati la ricerca e dell'addestramento ef-
È stata sperimentata anche un 36. fettivo alla ricerca, con una suc-
prototipo di barella ideata dal Di- Il Segretario del Corso cessione di esercizi che di volta
rettore con l'aiuto dei suoi tecnici, Domenico Mottinelli in volta divenivano sempre più dif-
studiata per molteplici impieghi: ficili.
trasporto a spalle, recupero dal- Domenica mattina, malgrado il
l'elicottero e trasporto sugli sci tempo inclemente, furono effettua-
Corso di addestramento
applicati con appositi agganci. te le ultime e più lunghe ricerche,
per cani da ricerca
Il tempo, quasi sempre favorevo- con prove e test di vario genere .
le, ha consentito l'utilizzo degli Nei giorni 24, 25 e 26 giugno a Il comportamento dei volontari e
elicotteri della Scuola Militare Al- Grignasco, sul campo della Socie- dei cani è stato ottimo sotto tutti
pina di Aosta e dell'Arma dei Ca- tà Amatori Schaeferhunde (S.A.S.) i punti di vista: puntualità, colla-
rabinieri, mezzi che hanno sbarca- gentilmente concesso, con l'orga- borazione, interessamento.
to in turni successivi tutti gli al- nizzazione della Delegazione della
lievi sulla vetta dell'Aiguille Croux Valsesia diretta dal dott. Ovidio Leonardo Gianinetto
dalla quale si sono calati lungo Raiteri e l'assistenza della Dire- (Vice direttore del C .N .S .A . )
l'impegnativa via Ottoz sia con i zione Nazionale rappresentata tec-
mezzi improvvisati che con la ba- nicamente dal Vice-direttore del
rella Mariner. C.N.S.A.. Leonardo Gianinetto, si
Un elicottero della Scuola Milita- è svolto il 1" corso per cani da ri- NOTIZIE
re Alpina di Aosta, con non po- cerca, riservato ai soli volontari DALLE SEZIONI
che difficoltà per la turbolenza e della regione piemontese.
le particolari condizioni della mon- Scopo del corso era quello di Mostra della Montagna
tagna molto innevata, è riuscito a istruire ed addestrare le unità ci- a Bozzolo
sbarcare due squadre sulla via nofile della nostra organizzazione
Ratti-Vitale della parete Ovest del- alla ricerca di persone sperdute Nel contesto di una campagna di
l'Aiguille Noire, discese successi- nei boschi, per forre, su pascoli o sensibilizzazione nei riguardi del-
vamente con mezzi improvvisati tra dirupi. Si sono iscritti ed han- la montagna nei suoi vari aspetti.
fin sul ghiacciaio del Freney. no presenziato al corso: 5 volon- la sottosezione di Bozzolo, Sezio-
tari da istruire con cani da adde- ne di Mantova, ha organizzato.
Le prove in ghiaccio per i recu-
peri dai crepacci sono state ef- strare, 8 volontari costituenti uni- nei giorni 25, 26, 27 giugno, una
fettuate sul ghiacciaio del Brouil- tà cinofile già abilitate alla ricerca «Mostra della Montagna».
lard con la possibilità per tutti gli in valanga, vari altri provenienti La manifestazione è avvenuta sot-
allievi di alternarsi alle manovre dal Monregalese, dal Biellese, dal- to il patrocinio della Sede Centra-
di impiego delle speciali attrez- la Valsesia e dalla Valdossola. le ed è stata visitata da molte
zature quali la rete Silvretta e la Quale istruttore è stato chiamato personalità.
pinza da ghiaccio. il sig. Vittorino Meneghetti, ad- Il successo si è avuto soprat-
L'importanza e l'utilità del corso destratore professionista regolar- tutto grazie alla gentilissima e pre-
sono dimostrate anche dalla par- mente patentato che si è avvalso ziosa collaborazione di molte dit-
tecipazione di due rappresentanti della collaborazione del sig. Clau- te, società sportive e sezioni del
della Scuola Militare Alpina di dio Bussadori, laureando in vete- C.A.I. che, disinteressatamente
Aosta, di un alpinista greco invia- rinaria, e del sig. Gabriele Petti- hanno fornito il materiale neces-
to su richiesta del Club Alpino El- naroli, presidente della S.A.S. di sario.
lenico e di un elicottero dei Cara- Grignasco e tecnico a disposizio- A tutti coloro che hanno collabo-
binieri che il Comando dell'Arma ne della Direzione del C.N.S.A. rato, a nome del Club Alpino Ita-
ha inviato da Roma. Fatta la premessa che durante liano tutto, va un riconoscente rin-
Indiscutibile la collaborazione data questo corso potevano essere in- graziamento.
dalla Scuola Militare Alpina di Ao- segnati solo i concetti fondamen- Si auspica che il seme gettato dia
sta con i suoi elicotteri i cui equi- tali necessari alla impostazione dei buoni frutti.
paggi, altamente specializzati per conduttori ed alla preparazione di Mauro Ferrari
i voli in montagna, hanno eseguito base del cane, dopo una lezione (Presidente della sottosezione)

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RIVISTA MENSILE
del CLUB ALPINO ITALIANO
Indice del Volume XCVI 1977

ARTICOLI E RELAZIONI GIORGIO CEccATO: Le vicende di una fo- Il gruppo Caserine-Cornaget (Clauta-
resta secolare (3 ill.), 268. ne) [9-10], 307.
IN ORDINE TULLIO TREVISAN, SERGIO FRADELONI e PAOLO FRAMARIN F.: La lince torna nelle fore-
DI PUBBLICAZIONE GOITAN: Il gruppo Caserine-Cornaget ste della Slovenia (Appendice) [5-6],
(Clautane) (1 cart. e 5 ill.), 307. 166.
EMANUELE CASSALX: II Club Alpino è AA.VV.: Proposte per un nuovo alpini- FRANCESCHINI F.: Al di là dell'ecologia
nostro, ma dobbiamo svegliarci, 13. smo (1 ill.), 324. [11-12], 414.
RENATO CEPPARO: Alpinismo e ricerca SERGIO ROCCA: La mia Valle (10 ill.), 327. FRISIA E.: Colle di Sogno, un paese
scientifica nell'Antartide (2 cart. e 6 ROBERTO MAZZOLA: Ritorno alla vecchia [7-8], 249.
ill.), 16. casa, 333. GAETANI L. e MASCIADRI F.: Esplorazione
DANTE GELMETTI: Vita da camosci (5 POMPEO CASATI: L'azione morfologica dei e andinismo nel Gruppo Andino di
ill.), 24. terremoti del 1976 sui monti del Friu- Millpo [3-4], 87.
ANDREA GogErri: Un castello tra Occita- li (2 dis., 1 cart. e 4 ill.), 334. GANSSER F.: Pericolo valanghe! [11-12],
nia e California (1 ill.), 29. PIERLUIGI GIANOLI: Ansia di rinnovamen- 390.
ELIO BERTOLINA: Il pastore del Tagliafer- to al 25. Festival di Trento (8 ill.), GetmErrt D.: Vita da camosci [1-2], 24.
ro (1 ill.), 31. 340. GIANOLI P.: Ansia di rinnovamento al
MAURIZIO GNUDI: Una bella cima pano- ANGELO ZECCHINELLI: La guida alpina nel 25. Festival di Trento [9-10], 340.
ramica: il monte Zerbion (1 cart. e nostro tempo, 347. GNUDI M.: Una bella cima panoramica:
2 ill.), 34. GIUSEPPE NANGERONI: Il monte Bianco e il monte Zerbion [1-2], 34. •
CAMILLO ZANCHI: Sci di fondo escursio- la sua storia naturale, I (3 dis. e 7 Gogurrt A.: Un castello tra Occitania e
nistico (1 dis., 2 cart. e I ill.), 36. ill.), 379. California [1-2], 29.
SILVIA METZELTIN: Sci di fondo: a me FRITZ GANSSER: Pericolo valanghe! (5 GOITAN P., TREVISAN T. e FRADELONI S.:
piace competitivo!, 43. ill.), 390. gruppo Caserine-Cornaget (Clauta-
GIUSEPPE NovEut: Speleologia in Africa GIANNI LENTI: Lo sci-alpinismo e il Club ne) [9-10], 307.
(3 ill.), 45. Alpino Italiano (2 ill), 395. LENTI G.: Lo sci-alpinismo e il Club
GIORGIO TOSI: Sulle nevi del Medio Orien- GIACOMO Pgiorro: I problemi dei nostri Alpino Italiano [11-12], 395.
te: una salita al Damavand (1 rifugi (6 ill.), 398. MALNATI F.: L'Adula: tre vie per una
50. CAMILLO ZANCHI: Sci di fondo escursio- montagna [3-4], 111.
FABIO MASCIADRI e LODOVICO GAETANI: nistico (2 cart., 2 dis. e 2 ill.), 404. MANDINI S. e ZUFFA G.: Antro del Cor-
Esplorazione e andinismo nel Grup- FRANCESCO FRANCESCHINI: Al di là del- chia: —950 [11-12], 416.
po Andino di Millpo (1 cart. e 5 ill.), l'ecologia (1 ill.), 414. MASCIADRI F. e GAETANI L.: Esplorazione
87. SANDRO MANDINI e GIANCARLO ZUFFA: An- e andinismo nel Gruppo Andino di
EUGENIO TURRI: Il Monte Baldo (1 cart. tro del Corchia: —950 (1 cart. e 3 Millpo [3-4], 87.
e 6 ill.), 94. il.), 416. MAZZOLA R.: Ritorno alla vecchia casa
MARIO FANTIN: Foto e cine in montagna: Cosimo ZAPPI- I l l: La vetta ad ogni costo! [9-10], 333.
in condizioni estreme (4 ill.), 104. (1 ill.), 421 METZELTIN S.: Sci di fotdo: a me piace
GIANNI CALCAGNO: Lo scopo della vita (1 competitivo! [1-2], 43.
ill.), 109. NANGERONI G.: Il monte Bianco e la sua
FRANCO MALNATI: L'Adula: tre vie per AUTORI storia naturale, I [11-12], 379.
NERLI A.: La difesa della natura alpina
una montagna (1 cart. e 4 ill.), 111. IN ORDINE ALFABETICO [5-6], 157.
Cosimo ZAPPEut: Il purillo e le scarpette Fra [ ] il numero mensile del fascicolo.
da ginnastica (1 ill.), 117. NOVELLI G.: Speleologia in Africa [1-2],
ANGELO NERLI: La difesa della natura al- ALIPRANDI L. e G. e POA1ELLA M.: Gli 45.
pina (2 ill.), 157. antichi valichi fra Zermatt e le valli PELLEGRINI G. B.: Popoli preromani nelle
JANEZ COP e FRANCESCO FRAMARIN: La lin- di Ayas e di Gressoney [7-8], 238. Alpi: i Reti [5-6], 183.
ce torna nelle foreste della Slovenia AA.VV.: Proposte per un nuovo alpini- PIEROPAN G.: La guida delle Piccole Do-
(3 ill.), 162. smo [9-10], 324. lomiti e del Monte Pasubio [7-8], 254.
ELIO BERTOLINA: Un progetto di parco BERTOLINA E.: Il pastore del Tagliaferro POMELLA M. e ALIPRANDI L. e G.: Gli an-
etnografico in Valchiavenna (1 cart. [1-2], 31. tichi valichi fra Zermatt e le valli
e 6 ill.), 168. —: Un progetto di parco etnografico in di Ayas e di Gressoney [7-8], 238.
GRAZIANO BIANCHI: Puscanturpa, una vit- Valchiavenna [5-6], 168. Pgiorro G.: I problemi dei nostri rifugi
toria sofferta (2 ill.), 179. BIANCHI G.: Puscanturpa, una vittoria [11-12], 398.
GIOVALA BATTISTA PELLEGRINI: Popoli pre- sofferta [5-6]), 179. ROCCA S.: La mia Valle [9-10], 327.
romani nelle Alpi: i Reti (3 ill.), 183. CALCAGNO G.: Lo scopo della vita [3-4], SPAGNOLLI G.: Relazione del Presidente
BRUNO T0NI0LO: Le disavventure di un 109. Generale all'Assemblea dei Delegati
pittore d'alta quota (1 ill.), 187. CASATI P.: L'azione morfologica dei ter- [7-8], 229.
GIUSEPPE TAIANA: Ancora a proposito di remoti del 1976 sui monti del Friuli TAIANA G.: Ancora a proposito di «vie
'vie ferrate» (1 dis. e 2 ill.), 190. [9-10], 334. ferrate» [5-6], 190.
GIOVANNI SPAGNOLA: Relazione del Pre- CASSARÀ E.: Il Club Alpino Italiano è ToNtoto B.: Le disavventure di un pit-
sidente Generale all'Assemblea dei nostro, ma dobbiamo svegliarci [1-2], tore d'alta quota [5-6], 187.
Delegati, 229. 13. Tosi G.: Sulle nevi del Medio Oriente:
LAURA e GIORGIO ALIPRANDI e MASSIMO Po- CECCATO G.: Le vicende di una foresta una salita al Damavand [1-2], 50.
mcit..A: Gli antichi valichi fra Zer- secolare [7-8], 268. TREVISAN T., FRADELONI S. e GOITAN P.:
matt e le valli di Ayas e di Gressoney CEPPARO R.: Alpinismo e ricerca scienti- Il gruppo Caserine-Cornaget (Clauta-
(2 cart. e 4 il.), 238. fica nell'Antartide [1-2], 16. ne) [9-10], 307.
EMILIO FRISIA: Colle di Sogno, un paese COP J.: La lince torna nelle foreste della TURRI E.: Il Monte Baldo [3-4], 94.
(6 ill.), 249. Slovenia [5-6], 162. ZANCHI C.: Sci di fondo escursionistico
GIANNI PIEROPAN: La guida delle Piccole FANTIN M.: Foto e cine in montagna: in [1-2], 36.
Dolomiti e del Monte Pasubio (1 dis., condizioni estreme [3-4], 104. —: Sci di fondo escursionistico [11-12],
1 cart. e 8 ill.), 254. FRADELONI S., GOITAN P. e TREVISAN T.: 404.

436
ZAPPELLI C.: Il purillo e le scarpette da Groenlandia, 107. «La nave bianca» di Bolotbèk Sciausclev,
ginnastica [3-4], 117. Le gole dell'Ennedi, 107. 342.
-: La vetta ad ogni costo! [11-12], 421. Il Rheinwaldhorn, 111. «Il mondo che scompare: i Kirnisi del-
ZECCHINELLI A.: La guida alpina nel no- Il versante ovest del Rheitzwaldhortz, 112. l'Afghanistan» di Charles Nairn, 343.
stro tempo [9-10], 347. Il versante settentrionale del Rheinwald- «Il gran gigante nero» di Vladimir On-
ZUFFA G. e MANDINI S.: Antro del Cor- horn, 114-115. drus, 344.
chia: -950 [12-13], 416. Salendo al Rheinwaldhorn, 116. «Padronanza e libertà» di Frainoise Sel-
Sul Ghiacciaio del Gigante, 117. hofer, 344.
Conturines - Sass dia Crusc - Piz drna- «Huandoy Sud» di Gianni Scarpellini,
NOTIZIARIO DELLE val - Diedro NO, 123. 345.
Cima Grande della Scala, 124. «11 Parco Nazionale d'Abruzzo oggi e
SPEDIZIONI EXTRAEUROPEE Il Cervino, 159. domani» di Carlo Prola, 345.
Antartide 75-76 (Spedizione all'), 16. Oltre quota 3000, 160. «La prima scalata al Grossglockner» di
Millpo (Spedizione Amigos del Ande al Orme di lince nella neve, 162. Fritz Olesko, 349.
Gruppo di), 87. L'ambiente naturale del Kocevsko, 164. Rocca Le Coste, Val Maira, versante NE,
Puscanturpa (Spedizione «Città di Mor- La lince, 165. 354.
begno» al), 179. Casa di Coloredo, 168. Il M. Bianco dall'Aiguille de Rochefort,
Casa di Uggia, 170. 379.
Casa di Schenone, 171. L'imponente barriera di ghiacci e roccia
ILLUSTRAZIONI Casa dì Foppo, 172. che domina la Valle di Chamonix,
DI COPERTINA Panorama di San Giorgio 176. 384-385.
Masso-avello di San Giorgio, 177. Grandes Jorasses e Dente del Gigante
N. 1-2: Pinguini a Port Lackroy, in An- Sulla grande placca strapiombante, 179. dal M. Dolent, 384.
tartide. Il Puscanturpa Nord, 180. Aiguilles de Chamonix dal Grépon, 385.
N. 3-4: Una distesa di cime innevate a Ex-voto con iscrizioni in lingua retica, Il Grépon, 387.
perdita d'occhio: le Alpi nella loro 183. Paesaggio in pieno granito, 389.
veste invernale (foto G. Gualco). Ex-voto con iscrizioni in lingua retica, Il Fauteuil des Allemands, 389.
N. 5-6: Un bell'esemplare di Lince eu- 184. Valanga a lastroni soffici, 390.
ropea (foto F. Framarin). Corna di cervo con iscrizioni retiche, Valanga a lastroni, 391.
N. 7-8: Monte Pasubio, Sottogruppo dei 185. Valanga a lastroni, 393.
Forni Alti (foto P. Barbieri). Les Dames Anglaises, olio su tavoletta Valanghe di neve bagnata, 394.
N. 9-10: Il giovane larice (foto G. Gual- di B. Toniolo, 188. Houte Route classica, 395.
co). Vie ferrate, 190, 191. Discesa in neve fresca, 396.
N. 11-12: Il Cimon della Pala (foto F. La Punta Est della Cima dei Magoni, Sciatori nella tormenta, 398.
Faganello). 198. 1 lavori per la costruzione del rifugio
Il rifugio «Pussa» nella Val Settimana, Regina Margherita (nel 1890), 399.
207. Il rifugio Carducci in Val Giralba, 400.
ILLUSTRAZIONI NEL TESTO Lo Schwarztor, 239. Il bivacco Ferrario (Grigna Meridionale),
a) fotografie e riproduzioni Il versante svizzero del M. Rosa, 242-243. 402.
Cime di basalto nei pressi del Canale Il versante italiano del M. Rosa, 243. Il bivacco Bonvecchio (Gruppo del Bren-
Lemaire, 16. Il Ghiacciaio del Lys, 244. ta), 402.
Il campo alto con la Cima Leonardo da Colle di Sogno, 249, 250, 251, 252, 253. Il rifugio Gastaldi, 403.
Vinci, 19. Il rifugio «T. Giuriolo» al Passo di Cam- Un fondista intento alla sciolinatura,
Il crestone terminale della Cima Italia, pogrosso, 254. 404.
20. Il Sasso de le Molesse, 259. Strumenti per la sciolinatura, 406.
La Cima Ragni di Lecco e la Cima Ita- La Guglia Berti, 259. Iln fondista sui campi di neve dell'Alpe
lia, 20. Sottogruppo del Fumante, 260. Campagneda, 410.
Un tratto di parete della Cima Italia, Lo Sperone Est del Primo Apostolo, 261. Il versante camuno delle Prealpi bre-
21. Il M. Pasubio, 263. sciane, 413.
Verso la Cima Ragni di Lecco, 21. Selle:ta dei Denti, 265. Casa con iscrizione ladina, 414.
Camosci, 24, 26, 27. Soglio Rosso, 267. Antro del Corchia: il Pozzacchione, 416.
In arrampicata sul diedro della Punta Nella foresta di Somadida, 268, 269. Antro del Corchia: il fiume Vidal nei
Figari, 29. Il Corno del Doge, 270. pressi del fondo, 419.
Sulla cresta Nord-Ovest del Tagliaferro, Corno delle Pile, parete sud ovest, 278. Antro del Corchia: oltre il terzo ingres-
31. Adamello, parete ovest, 279. so, 420.
il M. Zerbion, 34. Il bivacco «Michele Rivero», 289. Il couloir Whymper alle Grandes Joras-
La cima del M. Zerbion, 35. Costruzione dell'ometto sulla C. Pussa, sse, 421.
Il Lago di Cancano, 41. 307. Rocca Parvo, 426.
Suonatore algerino, 45. La Cima Pódestine, 316.
L'ingresso deil'Anou Boussouil, 46. Il Cimon delle Tempie e il Cadin della b) schizzi, disegni, cartine
Un coleottero rinvenuto a -200 m, 46. Meda, 317. Antartide (cart.), 17.
Il Damavand, 50. La Cima Savalon e il bivacco «Anita La zona dell'Isola Wiencke (cart.), 18.
Punta Graffer, 56. Goitan». 321. La zona del M. Zerbion (cart.), 35.
Cima Cercen, 56. M. Caserine Alte e Corno di Senons, I movimenti nello sci di fondo (schiz-
Palon della Mare con lo sperone NO, 322. zi), 37.
57. Pomeriggio a Colere, 326. Itinerari di sci di fondo nella zona di
Bivacco C.A.I. Macherio nel Gruppo del- Val Grosina, 327. Cogne (cart.), 40.
l'Adamello, 65. Due foto che esprimono un'antitesi, 329. Itinerari di sci di fondo nella zona del
Carovana di llamas in marcia verso il Due momenti della vita all'alpeggio, 330. Lago di Cancano (cart.), 42.
campo base, 87. Tre età; in sintesi la vita della donna La zona dei Milipo (cart.), 88.
La parete Sud del Milipo Grande, 90. in montagna, 331. La zona del M. Baldo (cart.), 96.
Un dettaglio della parete, 90. La «penaa» (zangola) per fare il burro, La zona del Rheinwaldhorn (cart.), 113.
La parete Est del Millpo, 92. 332. La vai Chiavenna (cart.), 170.
Visita al campo base, 93. La fienagione, 332. Chiodi per assicurazione (dis.), 191.
Le stratificazioni del Mesozoico al M. La croce della vetta del M. Quarnan, Cima Caldoni - Cresta sud (dis.), 197.
Baldo, 94. 334. Carta della Svizzera di Tschudi 1538
Le cime più elevate del M. Baldo, 98. Una frattura provocata dal terremoto sul (cart.), 238.
Il versante orientale del M. Baldo, 99 M. Quarnan, 338. Carta del Vallese di Du Val 1644 (part.),
La valle delle Nogare, 100. La frana staccatasi dal M. Clziampon, 238.
La tipica malga del M. Baldo, 101. 339. Le Piccole Dolomiti (cart.), 256.
Un alpeggio con la malga, 101. «Il Weisshorn» di Gilbert Metrailler, Alpini di vedetta a Cima Palon (dis.),
Cordillera di Urubamba, 105. 340. 262.

437
▪•

Il Gruppo Caserine-Cornaget (cart.), 309. Giegn (Gran Gendarme del), 196 * .


INDICE DEI LUOGHI Glemina (Monte), 337 i.
Le frane e cadute di massi prodotte dal
terremoto nei monti di Venzone, IN ORDINE ALFABETICO Gnifetti (Punta), 399 i.
Gemona e Trasàghis (cart.), 335. Grafjer (Punta), 56 * i.
Carta geologica schematica dell'area de-
i = illustrazioni * = salita Grande della Scala (Cima), 123 * i.
in•. = invernale sci = sciistica
gli epicentri dei terremoti friulani Grandes Jorasses, 421 i, 422.
(cart.), 337. Gran Paradiso (Parco), 39, 166, 167.
Spaccati geologici del M. Quarnan e del Nella catena delle Alpi Gran Tournalin, 187.
M. Glemina (dis.), 337. Gran l'allaccia, 356 *.
e degli Appennini Grau:aria (Creta), 124.
Evoluzione del M. Bianco, dal Paleozotco
(dis.), 382. Adamello (Gruppo), 65. Grépon, 387 i.
Carta geologica schematica del versante Adamello (Monte), 278 * i. Laghetto (Cima del), 278 *.
italiano del M. Bianco (can.). 383. Adula (Gruppo), 111. La Sella Orientale, 427 *.
Carta geologica schematica dalle Aiguil- Agner (Spitz d'), 234. Le Punte (Piz Boè), 356*.
les Rouges alla Valpelline (cart.), Alberi (Monte), 66. Libro Aperto (Monte), 357.
386. Altissimo (Monte), 101. Lyskamm Orientale, 277 *.
Itinerari di sci di fondo in Valmalenco Andolla, 234. Marguareis (Gruppo del), 208.
(cart.), 411. Andolla (Pizzo d'), 427*. Meda (Cima della), 308, 309, 311, 316.
Itinerari di sci di fondo in Val Trompia Armusso (Cima dell'), 122 *. Mede (Torre delle - Civetta), 234.
(cart.), 412. Badile (Pizzo), 234, 277 *, 355 *. Melosa (Grotta della), 209.
Antro del Corchia (cart.), 418. Baldo (Monte), 94 i, 95, 96 i, 97, 98 i, Mezzodì (Guglia di), 196 *.
99 i, 101 i, 102, 103. Molesse (Sasso de le), 259 i, 260.
c) ritratti Bancon (Civetta), 234. Moulette (Punta 2821 m), 197 *.
Leone Cabalisti, 61. Barbi ►: (Fratta di), 319. Mud (Colle di), 31, 32.
Nino D'Angelo, 61. Basso di Mezdì (Campanile), 279 *. Mugoni (Cime dei - Punta est), 198 * i.
Mario Fantin, 104. Bei Prà (Cima - Marmarole), 234. Mugoni (Cima E dei), 234.
Guido Machetto, 109. Berlo,: (Monte), 58 *. Naole (Cima), 99, 100, 103.
Gianni Ellena, 126. Berti (Guglia), 259 i, 262. Nodo Centrale (Piccole Dolomiti), 258.
Olindo Schiavio, 200. Bianco (Monte), 379 i, 380, 381, 382 i, Novegno (Monte), 257, 258.
Giuseppe Adami, 428. 383 i, 384 i, 385 i, 386 i, 388, 389 i. Ormelune (Monte), 393.
Bortolusc (Cima di), 307 i, 308, 311, 315. Ortles, 234. •
Bulgheria (Monte), 428 *. Ostanetta (Punta), 196 *, 354 *, 355 *.
RIFUGI ED OPERE ALPINE Burlatoti (Monte), 308, 310. Palasecca (Cima di), 124 *.
e. a.I. Macherio (biv.), 65. Caldoni (Cima), 197 * i. Palon della Mare, 57 * i.
Nembrini C. (biv.), 66. Carducci (Torrione), 400 i. Parrocchia (Cima), 124 *.
Pussa (rif.), 207. Carega (Gruppo della), 254 i, 257, 258, Pasubio (Monte), 254, 255, 257, 258, 263 i,
Rivero M. (biv.), 289. 261. 265 i.
Sentiero attrezzato Fausto Susatti, 361. Caserine Alte (Monte), 308, 310, 312, 313, Pettorina (Cima), 103.
322 i. Peutérey (Mont Noir de). 58 *.
Caserine Basse (Monte), 308, 312, 313. Peutérey (M. Rouge de), 234.
RICORDIAMO Caserine-Cornaget (Gruppo), 307, 309 i. Pian Bassa (Cima - Dolomiti di Sesto).
Adami Giuseppe, 428. Castellaccio (Monte), 234. 234.
Andreoletti Arturo, 429. Castello-Provenzale (Gruppo), 30. Pile (Corno delle), 278 * i.
Binaghi Luigi, 358. Cengalo, 234. Pinzat (Monte), 308.
Cabalisti Leone, 61. Cercen (Cima), 56 * i. Piramide Vincent, 355*.
D'Angelo Nino, 61. Cervino (Monte), 159 i, 2.39, 244 i. Podestine (Cima), 308, 309, 316 i, 318.
Ellena Gianni, 126. Cherle (Castello del), 198 *. Poncione di Maniò (Lepontine), 234.
Francesconi Raoul, 281. Cherle (Monte), 258. Primo Apostolo (Senglo Alto), 261 i, 264.
Moresco Travaglino Dora, 429. Chiampòrz (Monte), 336, 337 i, 339 i. Puntone Innominato, 57 *.
Salvatori Renato, 358. Chiarescons (Monte), 308. Pussa (Cima), 307 i, 308, 315.
Schiavio Olindo, 200. Cian (Punta di), 58 * inv. Quarnan (Monte), 334 i, 336, 337 i, 338 i.
Vanni Manfredo, 281. Ciatagnera (Punta), 58 *. Ramière, 189.
Vianello Alberto, 428. Ciaval (Piz dl'), 123 * i. Recoaro (Torrione), 260 i.
Cogne (Valle di), 39, 40, 40 i. Rheinwaldhorn, 111 i, 112 i, 114 i. 11;
Corchia (Antro del), 416 i, 417, 418 i, Rifugio (Pale del), 356*.
COMUNICATI, RUBRICHE 419 i, 420 i. Rocca .Le Coste., 354 * i.
E NOTIZIARI ALPINI Corchia (Monte), 417. Rocca Parvo, 426 * i, 427 *.
Assemblea dei Delegati, 128. Cornaget (Monte), 308, 309, 318. Rocchetta (Monte), 361.
Comitato di Presidenza, 63, 202. 282, 285, Corvi (Rocca dei), 67. Rosa (Monte), 239, 242 i, 245, 246 24-
359, 431. Costabella (Cima), 100, 103. 248.
Commissione Centrale Alpinismo Giova- Corno Stella, 122 *. Rorario (Monte), 197 *.
nile, 205. Cournour (Monte), 277 *. Saetta (Guglia), 334.
Consiglio Centrale, 62, 203, 283, 286, 359, Creta (Monte), 98. S. Francesco (Cima di), 308, 310, 314.
431. Croce Domini (Monte), 412. Saragat (Torrioni), 123 *.
Comunicati e Verbali, 62, 128, 202, 282, Cuizei (Creton di), 124 *. Sascaga (Cima), 100 i.
359, 431. Damcs Anglaises (Les), 188 i. Savalon (Cima), 309, 320, 321 i.
Corpo Nazionale Soccorso Alpino, 64, Dent d'Hérens, 187. Scalino (Pizzo), 410 i.
361, 433. Doge (Corno del), 270 i. Sciora di Fuori, 355 *.
Difesa dell'ambiente, 59, 125, 199, 280, Dolomiti (Piccole), 254, 255, 256 i. Sella (Punta - Monviso), 277 *.
357. Dosaip (Monte), 307, 308, 312, 323. Sergio Alto, 257, 258, 263.
Lettere alla Rivista, 10, 84, 154, 225, 303, Faroma (Monte), 58 *. Seno►ts (Corno di), 308, 314, 322 i.
375. Fede (Cima delle), 123 *. Serauta (Pilastro di), 279 *.
Museo Nazionale della Montagna, 66. Gigari (Punta), 29 i. Setteventi (Punta), 413 i.
Notizie dalle Sezioni, 67, 134, 207, 290, Fontane (Punta delle), 356 *. Settimana (Cima), 323.
362, 435. Fornezze (Vetta), 308. Sfinge, 234.
Nuove Ascensioni, 56, 122, 196, 277, 354, Forni Alti (Monte - Sottogruppo), 258. Soglio Rosso, 266, 267 i.
426. Fraele (Valle di), 41, 42 i. Sparavero (Monte), 99, 100.
Rifugi e Opere Alpine, 65, 207, 209, 289, Frascola (Monte), 308. Stella (Corno), 57 *.
361, 363. Frassy (Punta), 355 *. Taciti (Mont Blanc du), 117.
Servizio Valanghe, 127. Fumante (Sottogruppo del), 258, 260 i. Tagliaferro, 31 i, 33.
Speleologia, 60, 208, 209, 291. Gasperin (Cima del), 308. Tiischhorn, 243 i.
Varie, 287, 288, 363. Gemelli (Pizzi), 355 *. Telegrafo (Cima), 100 i, 101, 102, 103.
Tempie (Cimon delle), 309, 317 i, 319. Degiovanni Luciano e Poletti Aldo
Testa del Gran Etre:, 355 *.
LIBRI DI MONTAGNA Funghi e fiori dei nostri munti, 53.
Tissi (Punta - Civetta), 234. Abrami Alberto - Comunità montane e De Infanti Sergio - Dalle ferrate al VI
Torre Rossa di Piantonetto, 122 *. sviluppo economico, 53. grado, le più belle scalate sulle Car-
Tre Croci (Catena delle), 257, 258, 259. Abrate A. - La derniere toile, 423. niche, 275.
Tribolazione (Becco Meridion. della), Aellen V. e Strinati P. - Guida alle grot- Del Giorgio A. - Rota - Gioia sulle vet-
122 *. te d'Europa, 194. te, 423.
Valdritta (Cima), 101. Alaria P. - Cantiere Monte Bianco, 193. Dembech Ansante G. - Alusinè magico,
Vallon (Cima del), 356*. Alberico Ugo - Antartide, 273. 271
Vieres (Cima dei), 427 *. Arunga Roberto e Poma Cesare - Dal Devies L., Labande F., Lalone M. -
Weisshorn, 243 i. Monviso al Seni pione, 53. Le massif des Ecrins, 53.
Whymper (couloir), 421 i. 422. Arzani Carlo - Aspettando l'alba, 53. Devies L. - La chaine du Mont Blanc,
Witzenmann (Cima), 400 i. Arzani Carlo - Racconti in Dolomiti, 193. vol. 2., 423.
Zerbion (Monte), 34, 34 i, 35, 35 i. Arzani Carlo - I rifugi del Club Alpino Di Benedetto V., v. Pianetti D.
Italiano, 424. Eastman P. F. - Avanced' firstaid for ali
Ashley Cliffort W. - Il libro dei nodi, autdoors, 271.
Nelle altre catene montuose 53. Fain Pietro e Sanmarchi Toni - Alta
Air (Niger), 234. Atti del 13° Convegno sui problemi della via delle Prealpi Bellunesi e del-
Amigos del Ande (Cerro - Ande), 93 *. montagna 271. l'Alpago, 195.
Boussouil (Abisso - Algeria), 45, 46 i, Atti del 1° Convegno nazionale sull'alpi- Fino M. A., v. Barbareschi.
48, 49. nismo moderno, 423. Feresini Nerina - La Società Alpina del-
Carnicero (Cordillera di Huayhuash - Audisio A. - Rosboch A. - Bibliografia l'Istria 1876-1885, 193.
Ande), 233. generale delle Valli di Lanzo, 193. Floreancigh R., Ragni F. - Guida ai
Chachacomani (Cerro Ande Boliviane), Barbareschi, Fino M. A. - Le valli di sentieri dell'Adamello, 423.
234. Lanzo tra storia e leggenda, 423. Francesco Gianfranco - Va/ Vigezzo, 53.
Champahuay (Cerro - Ande), 93 *. Bernoville R. - La savanétie libre..., 423. Frisia Emilio - Montagna senza parole,
Condoriri (Cordillera Real - Ande Boli- Bertolotti L., Puggelli A., Vinciguerra - 350.
viane), 234. La conservazione dell'ambiente natu- Frison-Roche Roger e Tairraz Pierre -
Damavand (Iran), 50, 50 i, 52. rale, 271. 50 ans en montagne, 53.
Darzan Peak (Karakorùm), 233. Bianco Francesco, v. Lombardo G. Gamba Angelo - Itinerari escursionistici
Dhaulagiri (Himalaya del Nepal), 233. Boccazzi Varotto A. - Lo stambecco, il nelle Alpi Orobie, 53.
Djurdjura (Massiccio del - Algeria), 45, lupo e l'orso e gli altri animali dei
46, 47, 48. Gambillo C. - La valle di Rendeva, 423.
Parchi Nazionali Italiani, 423. Garobbio Aurelio - Il grande libro delle
Egger (Torre - Gruppo del Cerro Torre), Boggia P. e G. - La valle .14aira, 423.
234. montagne, 55.
Bonington Chris - Everest - The hard Gaspari Claus, v. Schauer Thomas.
Elbrus (Caucaso), 233. way, 194.
Fitz Roy (Ande Patagoniche), 234. Gavazzi Egidio e Massa Renato - Le
Boscacci A. - Il Sasso di Remenno, 423.
Huanay Pacha (Ande Peruviane), 233. Alpi, 53.
Bourrit Marc Théodore - Description
Huandoy (Cordillera Bianca - Ande), Genre Raimondo. v. Davite Franco.
des aspects du Mota Blatte, 53.
234. Gianese Toni - Il Cimon della Pala, 119.
Brandt Maurice - Alpes Valaisannes, 275.
Huascaran Norte (Cordillera Bianca - Buscaini G., Castiglioni E. - Dolomiti Gobetti A. - Una frontiera da immagina-
Ande), 234. re, 271.
di Brenta, 424.
Huayhuasli (Cordillera di - Ande), 234. Goitan Paolo - Monti neon amour, 54.
C.A.I. - C.N.S.A. - Atti 1° Convegno
Kalanka (Himalaya del Garhwal), 233. Sezione Speleologica, 271. Gramaccioli C. M. - Civiltà rurale di una
Italia (Cima - Antartide), 18, 18 i, 20 i, C.A.I. - C.N.S.A. - Atti 2° Convegno valle veneta - La Val Leogra, 271.
21 i, 22. Sezione Speleologica, 271. Grassi C. - Correnti e contrasti di lingua
Leonardo da Vinci (Cima - Antartide), C.A.I. Sez. di Cuneo - Montagne nostre, e cultura nelle valli cisalpine di par-
18, 19 i, 20, 22. 352. lata provenzale e franco-provenzale,
Lipayoc (Nevado - Ande Peruviane), 233. C.A.I. Sez. di Verona - Un secolo di 423.
McKinley (Canada), 234. alpinismo veronese, 423. Gruppo Sci-alpinistico -
Millpo (Gruppo - Ande), 87, 88 i. Callin G., v. Stenico M. Raid in sci, 193.
Alillpo Chico (Ande), 93 *. Campiotti Fulvio e De Florian Giu!iano Hecht - Diario di guerra dal Corno di
Millpo Grande (Ande), 87 *, 90 i, 91, 92 i, - Sci di fondo, 350. Cavento, 193.
93. Canetta N. e Corbellini G. - Valma- Henry Abbé Joseph-Marie - Histoire de
Millpo Nord (Ande), 88, 93 *. lenco, 353. la Vallée d'Aoste. 53.
Noble Peack (Antartide), 17. Capello S. - I racconti degli Alpini, 423. Kleinert Ch. - Nepal Trekking, 423.
Patapatani (Cerro - Ande Boliviane), 234. Casanova Oscar - Escursioni nei parchi Krist G. - Alone through the forbidden
Pico Oeste (Nevado - Ande Peruviane), alpini 424. land, 423.
233. Castiglioni E., v. Buscaini G. Jacod P. - Gran Paradiso, 193.
Puscanturpa Nord (Cordillera Huay- C.D.A. - Raid in sci, 351. Jona Camillo - L'architettura rusticana
huasch - Ande), 179 *, 180 i, 181, 182. Centro Camuno Studi Preistorici - N. 14 in Valle d'Aosta, 53.
Radioamatori (Monte - Antartide), 17, Bollettini dall'anno 1964-65 al 1976, Jones Ch. - Climbing in North America,
19 i. 271. 193.
Ragni di Lecco (Cima - Antartide), 18, Chenal Aimé e Vautherin Ravmond - Labande F., v. Devies L.
18 i, 20 i, 21 i. Nouveau dictionnaire de patois val- Lilone M., v. Devies L.
Sabet Peack (Antartide), 17. ddtain, 53. La Montagna - Enciclopedia illustrata,
Stampa (Ghiacciaio - Antartide), 18. Clark R. W. - Men, Myths e Mountains, vol. 4°, 193.
Taullirajiu (Cordillera Bianca - Ande), 423. La Montagna - Enciclopedia illustrata,
233. Cleare S. - Mountains, 193. vol. 5°, 271.
Tirich Mir (Hindu Kush), 109 i. Corbellini G., v. Canetta N. La Montagna - Enciclopedia illustrata,
Tschurowschi (Pik - Caucaso), 233. Davite Franco e Genre Raimondo vol. 6., 423.
Unnatnako Nundt (Groenlandia), 233. Guida della Val Germanasca, 53. Law J. William - The Alps of Hannibal,
Vilcanota (Cordillera - Ande), 233. De Bertoldi M., Nerli A., Sarperi V. - 423.
Vulley (Pik - Caucaso), 233. Alpi Apuane, escursionismo e alpi- Lombardi Guido e Bianco Francesco -
lVienk (Isola - Antartide), 17, 18 i, 22, nismo, 271. La vipera, 53.
234. De Candido Italo - Anello Bianco - Sci Marcuzzi Giorgio La fauna delle Do-
Yanapaccha (Nevado - Ande Peruviane), alpinismo in Comelico e Sappada, 424. lomiti, 276.
233. De Cillia M. e De Ferrari A. - Alta Via Massa Renato, v. Gavazzi Egidio.
Yucay (Nevado), 105 i. delle Alpi Carniche, 193. Matteazzi Giorgio - Vibrazioni dolomi-
De Ferrari A., v. De Cillia M. tiche, 425.
De Florian Giuliano, v. Campiotti Ful- Mauri Carlo - Quando il rischio è vita,
vio. 53.

439

Mauri Giancarlo - Escursioni nelle Gri- Pianetti D., Pomarici V., Di Benedetto Shaner Thomas e Gaspari Claus - Flora
gne, 53. V. - Croda Rossa - Plan de Corones - e fauna delle Alpi, 53.
Melelli Alberto - Un decennio di studi Picco di Vallandro, 423. Schliessler M. - Passione di roccia, 423.
sull'ambiente e sull'economia della Polak Kazimierz - Bibliografia «Wier- Schneider Adolf - Guida al tempo in
Regione Umbra, 274. ch6w• 1923-1972, 193. montagna, 271.
Messner Reinhold - Arena della solitudi- Poletti Aldo, v. Degiovanni Luciano. Scott D. - Le grandi pareti, 271.
ne, 271. Pollino Piero - Guida turistica delle val- Shaumann W. - Le nostre montagne
Messner Reinhold - Due e un ottomila, li Orso, Soana, Sacra e Alto Cana- teatro di guerra, Il, 423.
271. vese, 53. Stenico M., Callin G. - Il Campanil Bas-
Messner Reinhold - Vita fra le pietre, Pollino P. - Le valli del Cevetta, del so, 271.
352. Mongia e dell'alta vai Tanaro, 423. Strinati P., v. Aellen V.
Minerali alpini e prealpini - 2 voli., 271. Poma Cesare, v. Aruga Roberto. Tairraz Pierre, v. Frison-Roche Roger.
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421. Pona G. - Monte Baldo, 423. tile, 425.
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Ottobre 3 o 4 settimane Gennaio 1978 - 3 o 4 settimane •

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ne e avventura verso la base dell'Everest. zione alla più alta vetta del continente Americano.
Al 3 - Kaly Gandaky Nepal - Trekking al confi- Al 52 - Rajastan / India - Trekking con cammelli.
ne col Mustang fino alla città santa di Muktinath.
A. 45 - Marsyandy Valley Nepal - Trekking nel- Febbraio Marzo 1978 - 2 o 3 settimane
la valle del Manaslu a Muktinth e la Kaly Gan-
dakhi. Al 9 - Tasjuaq / Canada - Trekking su slitte ti-
rate dai cani.
Al 49 - Rolwaling Valley ,' Nepal - Al campo ba-
se dell'Everest salendo il Parchamo 6240 m.
Marzo 1978 - 1 o 2 settimane
Novembre 2 o 3 settimane Al 25 - Lapponia Finlandia - Trekking con sci
da fondo.
Al 52 - Rajastan India - Trekking con cammelli.
Al 3 - Kaly Gandaky / Nepal - Trekking al confine
Marzo-Aprile 1978 3 o 4 settimane
con Mustang fino alla città santa di Muktinath.
Al 3 - Kaly Gandaky Nepal - Trekking al con-
fine con Mustang fino alla città santa di Mukti-
Dicembre 2 o 3 settimane
nath.
Al 7 - Nenya 5199 m Kenya - Spedizione alla Al 2 - Kumbu Himal Everest / Nepal - Spedizio-
vetta ne e avventura verso la base dell'Everest.
Al 8 - Kilimanjaro 5963 m / Tanzania - Spedizio- Al 45 - Marsyandy Valley / Nepal - Trekking nel-
ne alla vetta. la valle del Manalu sino a Muktinath e Kaly Gan-
Al 3 - Kaly Gandaky Nepal - Trekking al confine dakhi.
col Mustang fino alla città santa di Muktinath. Al 49 - Rolwaling Valley / Nepal - Al campo ba-
Al 52 - Rajastan / India - Trekking con cammelli. se dell'Everest salendo il Parchamo 6240 m.

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L'iniziativa -La mia casa al Villaggio della Veronza mi interessa. Inviatemi senza mio impegno informazioni
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Nome Cognome

Indirizzo Tel.

VILLAGGIO DELLA VERONZA - c/o BORSA IMMOBILIARE LOMBARDA


Corso Venezia, 51 - MI - Tel. 700259
ROTTEFELLA e B.91
per Cober uno questione
di fondo
ROTTEFELLA
mod. RACER da competizione
L'attacco più leggero del mondo, solo 140 grammi.
In dotazione alla Squadra Nazionale di Fondo.
Misura unica: 75 mm.
Distanza tra i due fori: 26 mm. anzichè 32 mm.
(per i nuovi sci più stretti). Costruito
in conformità alle nuove norme nordiche.

B. 91 NOVITA' 1976
/ Bastoncino da fondo con speciale
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Rotella appositamente sagomata.

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