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Riassunto
REB 51 1993 France p. 91-110
A. Higd, Il patriarca Germano II (1223-1240) e i bogomili. — Cinque scritti del patriarca Germano II (1223-1240) trattano del
Bogomilismo. Un esame delle quattro omelie e della «circolare» indirizzata ai costantinopolitani — contenente una serie di
anatemi che va raffrontat.a con formule analoghe - permette di distinguere tra le notizie tratte dai reportori eresiologici e le
informazioni che sembrano il frutto delle indagini del patriarca.
Rigo Antonio. Il patriarca Germano II (1223-1240) e i bogomili. In: Revue des études byzantines, tome 51, 1993. pp. 91-110.
http://www.persee.fr/web/revues/home/prescript/article/rebyz_0766-5598_1993_num_51_1_1871
IL PATRIARCA GERMANO II (1223-1240)
Ε I BOGOMILI
Antonio RIGO
I.
2. Cf., tra gli altri, Puech-Vaillant, Traité, p. 144; D. Angelov, Der Bogomilis-
mus auf dem Gebiet des byzantinischen Reiches : Geschichte, Annuaire de l'Université
de Sofia 46, 1949/50, p. 31-32; M. Loos, Dualist Heresy in the Middle Ages, Praga 1974,
p. 233.
3. Segnalati come meritevoli di uno studio da J. Gouillard, Une source grecque du
Sinodik de Boril, TM 4, 1970, p. 374.
4. Niceforo Callisto Xanthopoulos, άιήγησις : PG 147, c. 465.
5. Cf. V. Laurent, La chronologie des patriarches de Constantinople au xnie siècle
(1208-1309), BEB 27, 1969, p. 136-137.
6. In merito cf. Lagopatès, Germano, p. 125-146; H. -G. Beck, Kirche und theolo
gische Literatur im byzantinischen Reich, München 1959, p. 667-668.
7. Cf. Lagopatès, Germano, p. 104-121, e le menzioni di diversi scritti antilatini
attribuiti a Germano (V. Laurent, Les regestes des actes du Patriarcat de Constantinople.
Vol. I, fasc. IV, Les regestes de 1208 à 1309, Paris 1971, nr. 1234, 1250, 1256, 1257,
1267-1277, 1287).
xiii1'
8. siècle,
Cf. R. StudiDevreesse,
bizantini e neoellenici
Négociations
5, 1939ecclésiastiques
(= Atti del V Congresso
arméno-byzantines
inlernazionale au
di
Studi Bizantini, I), p. 145-151 ; V. Laurent, Les regestes..., nr. 1290.
9. Va ricordata anche la 'Ομιλία κατανυκτική περί του μή τνροσέρχεσθαι μάντεσιν τ} γόησιν
και ότι ο τούτοις προσερχόμενος άρνησίθεος (Coislin. 278, f. 164-167V), ehe anticipa pagine
analoghe dei patriarchi Atanasio I e Callisto I.
10. Εις ΰφωσιν τοϋ τιμίου σταυρού και κατά βογομίλων : PG 140, c 621-644 (= BUG 429).
IL PATRIARCA GERMANO II 93
11. Tfj τρίττ] Κυριακή τών νηστειών κου εις τον ζωοποιόν σταυρόν : PG 140, c. 644-657
{= BUG 420).
12. Ivi, c. 652c.
13. Εις την πρώτην Κυριακήν των νηστειών και εις την τών αγίων και σεπτών εικόνων
άναστήλωσιν : PG 140, c 660-673 (= BHG 1393).
14. PG 140, c. 664a.
15. Ivi, c. 664b.
16. Ivi, c. 664-672.
17. 'Ομιλία τρίτη περί της χύτης [se. κατά την έκκλησίαν] ευταξίας και κατά τών βογομίλων
:
II.
lismo era già stato segnalato con toni allarmati da Anna Comnena 29,
da Zonaras30, dal Synodikon dell'Ellade31, dal patriarca Cosma32, ecc.
Il propagarsi dell'eresia in questo caso non sembra soltanto un luogo
comune caro agli autori ortodossi33. L'insistenza con la quale Ger-
mano II ritorna a pronunciarsi contro la setta sembra un indizio indi-
retto di una effettiva massiccia diffusione del Bogomilismo. Un ulte-
riore prova in questo senso è rappresentata dal fatto ehe egli invii un
documento ufficiale a Costantinopoli, contenente una série di anatemi
antibogomili, affinché ne sia data lettura tutte le domeniche. Siamo di
fronte ad una chiara testimonianza délia grande popolarità di cui
godeva l'eresia nella capitale e nelle regioni limitrofe. Altre fonti del-
l'epoca ci attestano la presenza di bogomili, oltre ehe a Costantinop
oli, in Tracia, in Calcidica (?), nell'Ellesponto34.
Lopera di proselitismo operata dai bogomili era anche facilitata
dalla loro condotta35. Essi, a detta di Germano II, avevano corrotto
molti, simulando la pietà (σχήματι ευλάβειας)36. Descrizioni di questo
atteggiamento si ritrovano nei racconti di Eutimio Zigabeno37, di
Anna Comnena38 e del Synodikon39. I bogomili, pur celandosi sotto
sembianze devote, sono in realtà demoni incarnati, dei veri e propri
diavoli40. Sono peggiori di tutti gli altri eretici41, ancora peggio degli
Ebrei42. Sono la grande apostasia, il segno délia fine del mondo immi
nente, i precursori dell'Anticristo annunziati nel Vangelo e nelle let-
tere di S. Paolo43. Il patriarca ricorda altresi ehe gli eretici «si chia-
mano buoni cristiani» (χριστιανούς καλούς εαυτούς όνομάζουσιν)44.
Appellativi simili per i bogomili sono ben noti. Eutimio di Peribleptos
en. p. I 16.
44. PG 140. c. 637a.
96 A. RIGO
III.
kon, p. 31 345).
92. Κοινός άρτος εστί και οίνος Ficker. Phundagiagiten. p. 2815 e p. 7422 23.
:
93. (iorii.i.AHi). Sytwdikon. 1. 36N-370. ehe. a sua volta, riprendeva quanto avova
scritto Kutimio di Peribleptos.
102 A. RIGO
10*2. Εί'δωλα άποκαλών αύτάς anatema nr. 16 délia III formula (AAVV, Sources
:
oscuri misteri dei bogomili, diventi erede del fuoco eterno assieme a
Giuda il traditore»119.
Si potrebbe pensare ehe con queste parole si stigmatizzi l'abitudine
tipica dei bogomili di dissimulare l'eresia. A detta degli inquisitori,
corne i manichei e i messaliani, costoro erano pronti a anatematizzare
la loro eresia, pur perseverando nei loro errori 120. In verità, anche in
questo caso, come per il précédente nr. 9, si tratta di una formula
standard dei rituali di abiura. Alla conclusione di una série di anatemi
antipauliciani leggiamo : «Se non è con tutta la mia anima ehe penso
e dico queste cose, io un taie, ma è per simulazione ehe ho fatto i
precedent! anatematismi, anatema e catatema a me nel secolo pré
sente e nel futuro e ehe sia condannato e perisca la mia anima e ehe
sia per sempre gettata nell' Inferno»121. Il rituale di abiura degli
Armeni termina con délie parole ehe ritroviamo in una forma presso-
ché identica in quelli degli Ebrei122 e dei musulmani123 : «Se ho detto
queste cose per simulazione e non nella fede di tutta la mia anima e di
tutto il mio cuore e poco fa ho finto di diventare ortodosso, volendo in
seguito rinnegare e ritornare alla mia eresia précédente e verrô tro-
vato a festeggiare e banchettare con gli Armeni ο in rapporto con i
giacobiti, di nascosto ο apertamente, invece di accusarli assieme alla
loro eresia, venga ora su di me tutta la maledizione e il tremore di
Caino e la lebbra di Ghiezai e inoltre verrô sottoposto inesorabilmente
aile pêne délie leggi civili124. Per il secolo futuro anatema e catatema
a me e la mia anima verra posta con Satana e i demoni»125. Appurato
ehe si tratta di una formula tipica dei procedimenti di abiura, si pos-
sono, forse, cogliere délie sfumature. Per i gruppi «manichei» — nel
senso in cui gli eresiologi impiegavano questo termine — viene posto
l'accento sul pericolo dell'abiura simulata, mentre per gli altri gruppi
(Armeni, Ebrei, musulmani) è segnalato il rischio di una ricaduta suc-
cessiva nelle dottrine anatematizzate.
Dopo aver esaminato isolatamente i diversi anatemi, vanno fatte
infine alcune considerazioni d'ordine più générale. Gli anatemi, ad
eccezione del nr. 5 e del nr. 8, hanno una forma (Incipit : Et τις), ehe,
IV.
127. Cf. gli anatemi nr. 1-3 délia II formula (AAVV, Sources grecques, p. 195).
128. Cf. gli anatemi nr. 1-3 délia lettera del patriarca Cosma (J. Gouillard, Une
source grecque..., p. 369).
129. Cf. gli anatemi nr. 6 e nr. 14-16 délia III formula antipauliciana (AAVV,
Sources grecques, p. 201, 203) e i nr. 7-8 délia lettera del patriarca Cosma (J. Gouil-
uard, Une source grecque..., p. 371).
130. Ficker, Phundagiagiten, p. 1241718.
131. PG 140, c. 629b.
132. Ficker, Phundagiagiten, p. 116.
IL PATRIARCA GERMANO II 107
Entra nella tua camera e Chiusa la porta, prega il Padre luo net segreto
(Mt 6,6). Voi, innalzando grandissimi templi e conducendo qui ogni
génère di persone, stando in piedi, urlate a gran voce e lanciate grida
penetranti e impiegate moite parole. Ritenete ehe cosi vengano ascol-
tate le vostre lodi e preghiere, ma Cristo dice ehe nella vostra molte-
plicità di parole (πολυλογία) non sarete ascoltati (cf. ivi 6,7)». Il
patriarca riassume poi gli argomenti degli eretici in tre obiezioni prin-
cipali. «Perché costruite chiese? Sono sufficienti infatti — dicono —
le camere». Perché pregate assieme, in luoghi pubblici, «respingendo
l'ingiunzione di pregare nel segreto»? I bogomili, infine, rinfacciano
agli ortodossi la molteplicità di parole (πολυλογία) nelle preghiere,
mentre «è suffîciente la preghiera trasmessaci formalmente da
Cristo»143. Nel seguito del sermone Germano II ritorna sulla prima
critica, citando un'affermazione di un bogomilo secondo il quale «i
discepoli e gli apostoli di Cristo dicono ehe Dio non abita in templi
fatti dalle mani (έν χειροποιήτοις ναοΐς) (cf. At 7,48 e 17,24)»144. Già nel
Trattato del prête bulgaro Cosma si ritrovano riuniti alcuni di questi
elementi. Egli, dopo aver ricordato ehe i bogomili fondavano la loro
dottrina délia preghiera su Mt 6,6 e s., scriveva : «pretendono ehe gli
incroci délie strade siano le chiese, la molteplicità di parole gli uffîci e
le altre preghiere ehe si tengono nelle chiese»145. Nell'opera di Euti-
mio Zigabeno è possibile trovare chiaramente delineate le diverse
obiezioni menzionate dal patriarca. I bogomili «dicono ehe l'Altissimo
non abita in templi fatti dalle mani (έν χειροποίητους ναοΐς), ma ha la
dimora in cielo»146. Sono piuttosto i demoni ad abitare in templi fatti
dalle mani (έν χειροποιήτοις ναοΐς)147. Gli eretici insegnano di non pre
gare nelle chiese sulla base di Mt 6,6 148. Eutimio di Peribleptos
conferma queste informazioni : «rifiutano le assemblée nelle santé
chiese e perché sono vaniloqui e perché non si deve salmodiare altro se
non il Padre nostro»1*9. Tre anatemi del Synodikon presentano sostan-
zialmente la stessa dottrina : «A coloro ehe aboliscono e disprezzano
corne vaniloqui le preghiere e gli inni ehe ci sono stati trasmessi (...),
anatema». «A coloro ehe abominano le riunioni nelle chiese, sedendo
in luoghi privati (...), anatema». «A coloro ehe disprezzano corne opère
délie mani (ώς έργα χειρών) le chiese ehe la tradizione dei santi apostoli
Antonio Rigo
Dipartimento di Scienze storico-archeologiche e orientalistiche
Université di Venezia