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Comune di Acqui Terme
La città di Acqui Terme ha intrapreso, in questi ultimi anni, iniziative per riqualificare
diverse aree importanti - per dimensione, collocazione e potenzialità ambientali - all’interno
del proprio tessuto urbano. L’avvio di questo processo rappresenta l’intenzione di mettere
in atto una procedura di rinnovo del tessuto urbano che possa considerare nel suo insieme
gli aspetti e le potenzialità che ogni ambito individuato può esprimere.
L’oggetto di questo concorso è uno di questi e la scelta del metodo concorsuale è una
precisa volontà del Comune di Acqui Terme di affidare al progetto architettonico il compito
di restituire alla comunità, attraverso i principi della rigenerazione, sostenibilità e di utilità
sociale, una precisa identità di questa porzione urbana. L’area di progetto, inserita in un
ambito di espansione residenziale della seconda metà del 1900, è parte di un comparto
scolastico che oggi ricomprende 5 istituti; si trova nella parte occidentale della città di
Acqui Terme ed è collocata poco oltre quel tratto di ferrovia che cinge ad ovest il centro
urbano e la collega, verso settentrione, con la città di Asti.
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La città negli anni recenti ha posto attenzione al miglioramento della fruibilità della zona
cercando di migliorare il collegamento con gli assi viari principali dell’area e fornendo
parcheggi e fermate dell’autobus necessarie allo smaltimento di importanti flussi
antropologici concentrati spesso in orari puntiformi.
Gli spazi adiacenti permettono il parcheggio anche in orari di punta per Hop On ed Hop Off.
Inoltre l’area è servita da varie navette/bus che garantiscono il collegamento con la
stazione ferroviaria e con altri punti di carico trasporto. Di recente è stata realizzata una
nuova rotatoria all’incrocio tra Via Carlo Marx e Corso Divisione Acqui al fine di evitare
assembramenti dei veicoli e per permettere un facile e veloce deflusso delle auto dalla
zona sia in ingresso che in uscita. Inoltre, vista la presenza di 2 passaggi a livello ferroviari
sugli assi di deflusso, sono stati sviluppati accordi con l’ente ferroviario, al fine di ridurre i
tempi di chiusura dei passaggi a livello. La collaborazione ha anche permesso, in questi
ultimi mesi, di allargare i passaggi consentendo un miglior deflusso dei pedoni tramite
corsie «sicure» ai lati di Via Sandefendente.
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Fino al 2018 il polo d’infanzia esistente, oggi composto dalla scuola dell’infanzia ―Aldo
Moro‖ e dalla scuola della prima infanzia ―Il giardino di Peter Pan‖, si affacciava su un
ampio slargo reso inedificato dalla demolizione dei fabbricato di una vecchia fornace.
L’accessibilità al complesso, oltre alle vie minori V. Nenni e Montessori, era privilegiata
dalla ampia superficie antistante denominata piazza Allende che già fungeva da
parcheggio.
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Con la costruzione della recente scuola ―G. Monteverde‖ si sono determinate nuove
condizioni di accessibilità che oggi rendono fortemente limitata la circolazione dei veicoli in
prossimità degli accessi al polo di infanzia, compresi quelli di emergenza. La presenza di
circa 350 posti auto pubblici dislocati nell’ambito del comparto scolastico e la fermata del
servizio pubblico di trasporto contribuiscono alla dotazione attuale di infrastrutture per la
mobilità a servizio del comparto scolastico.
L’area del comparto è per lo più pianeggiante ma con un leggero declivio che dalla base
degli edifici esistenti scende verso le recinzioni perimetrali. In ogni caso la quota del
giardino e superiore a quella del piano stradale circostante, solo sui lati sud e ovest del
comparto.
L’analisi della vegetazione esistente ha portato a considerare che, alla luce delle essenze
rilevate e loro età vegetativa, il patrimonio arboreo presente può essere completamente
rinnovato e ampliato anche in virtù delle esigenze cantieristiche. In tal modo si ritiene, e si
auspica, che anche il progetto del verde possa in tal modo divenire parte importante del
progetto complessivo di ricostruzione del nuovo Polo scolastico e costituire parte
strutturante rispetto al controllo degli effetti degli agenti climatici e di mitigazione e
protezione dalle diverse condizioni atmosferiche del luogo, condizioni da considerare in
stretta relazione con le funzioni di progetto.
Gli edifici oggi presenti, a causa di avanzato stato di degrado e per la loro natura tipologica
e tecnologica, non rivestono per l’Amministrazione Comunale particolare interesse rispetto
alla loro conservazione. Ne è quindi prevista la completa demolizione.
Le opere di demolizione completa così come gli interventi eventuali di taglio di quegli alberi
ritenuti non più adeguati alla conservazione, saranno a carico dell’Amministrazione
Comunale con impegni di spesa esclusi dal presente bando.
L’intero comparto, di proprietà comunale, attualmente occupa un area di circa 8.070 mq.
E’ calato all’interno di un contesto, la cui recente definizione ne ha decisamente ridotto le
connessioni, soprattutto viabilistiche, con l’intorno. Il sito pur delimitato dal perimetro di
competenza dell’intervento si prefigge l’importante obiettivo di recuperare e ristabilire le
relazioni con il tessuto urbano circostante.
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Gli edifici attualmente esistenti, non più adeguati agli usi richiesti, sono da prevedere in
demolizione completa.
In ragione della carente disponibilità, in ambito urbano/locale, di aule e locali sostitutivi ove
trasferire temporaneamente le attività in essere e la prioritaria necessità di fornire
comunque continuità del servizio scolastico, determinano l’esigenza di configurare, in sede
di questo progetto, la sua realizzazione attraverso fasi, stralci distinti e successivi.
Attualmente:
Il corpo A è dismesso;
Il corpo B accoglie sezioni nido in funzione per circa 20 bambini;
Il corpo C accoglie sezioni infanzia in funzione per circa 80 bambini.
La successione delle fasi per la sua realizzazione, che la progettazione dovrà tenere in
debita considerazione, prevede la demolizione competa del corpo A con successiva
costruzione di un corpo edificato (anche in diverso sedime) per l’infanzia con il numero
delle sezioni previsto all’art. 3.2 del presente Programma, e capace di accogliere
temporaneamente l’attuale capacità del nido.
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Quindi demolizione del Corpo B con successiva costruzione di un corpo edificato (anche in
diverso sedime) per tornare ad accogliere il nido con il numero delle sezioni previsto all’art.
3.2 del presente Programma.
Infine demolizione completa del corpo C e ricollocazione del sedime liberato nell’ambito del
progetto complessivo.
Il decreto legislativo 65/2017 ha dato avvio alla costituzione dei Poli per l’infanzia che
accolgono strutture educative di diverso tipo, come servizi educativi di diversa tipologia e
sezioni di scuola per l’infanzia in una stessa struttura edilizia o in aree vicine.
In questo ambito il presente progetto promosso dal Comune di Acqui Terme con la
partecipazione progettuale dell’Istituto Comprensivo 2 e dei Servizi sociali rappresenta una
progettazione ―apripista‖.
Il progetto pedagogico-educativo elaborato all’interno dei Poli per l’infanzia da 0 a 6 anni è
un progetto unitario, che si riconduce ad un’idea di continuum educativo e formativo per
tutti i bambini, che, dal nido alla scuola dell’infanzia, compiono un percorso di sviluppo e di
maturazione globale, articolato in contesti diversi e secondo esperienze e progettualità, in
grado di tener conto delle età e dei differenti bisogni di chi abita questi luoghi.
Nido e scuola dell’infanzia si muovono nel contesto del diritto all’educazione, della cura e
del benessere dei bambini, dello sviluppo delle loro potenzialità e competenze e della
maturazione dell’autonomia, intesa come espressione di un percorso di definizione
dell’identità personale, sia come consolidamento della stessa, in direzione di originalità ed
in rapporto ad un ambiente sociale allargato, che comprende il rispetto ed il riconoscimento
specifico.
L’innovazione dei Poli per l’infanzia va al di là della semplice condivisione di uno spazio. La
stretta relazione tra strutture educative che danno risposte differenziate ai bambini sotto i
tre anni, come ad esempio un nido e un centro per bambini e famiglie, o che accolgono
bambini sotto i tre anni e una scuola dell’infanzia, permette di riprogettare con più facilità la
tipologia di offerta educativa a fronte di cambiamenti sociali e demografici.
Non va trascurato l’impatto della presenza del Polo per l’infanzia come luogo di
aggregazione sociale che favorisca la partecipazione delle famiglie all’esperienza formativa
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estetico e piacere dell’abitare, che sono anche premesse e condizioni primarie per la
sicurezza degli ambienti.
In sintesi la struttura didattica del Polo per l’infanzia presume:
- Attività di laboratorio e/o atelier in grande gruppo, piccolo gruppo, micro gruppo.
- Attività individuali in risposta a Percorsi Educativi Individualizzati, di fronte a situazioni di
disagio, difficoltà, disabilità.
- Attività per fascia d’età, seguendone le specificità nei tempi, negli spazi, con arredi e
materiali dedicati: la scuola dell’infanzia è strutturata in sezioni di età omogenea.
- Riferimento a diversi approcci metodologici, integrati, nell’ottica della ricerca/azione:
i principi montessoriani, la teoria delle Intelligenze Multiple, l’approccio dei Cento
Linguaggi (Reggio Children, Malaguzzi), la microrobotica educativa ed il pensiero
computazionale, la pratica dialogico-filosofica con i bambini, la didattica dell’arte...
- Attività e progetti di inclusione: disabilità, diversità, difficoltà di apprendimento in età
prescolare (strumenti di rilevazione precoce, es. CoPssoftware applicativo Anastasys),
intercultura.
Per rendere concreta l’apertura al territorio del Polo per l’infanzia ci si affida alla
metodologia che prende origine dal lavoro e dalla collaborazione privilegiata, concreta e
costante con ASCA (servizi sociali dell’Acquese), nonché aprendo anche ad associazioni e
soggetti privati.
La proposta di comunità si fonda sull’approccio generativo basato su diversi livelli:
- Territoriale: valorizzazione delle risorse già presenti a livello locale, analisi dei bisogni
delle famiglie e capacità di rispondere ai bisogni che attualmente non trovano risposte
(anche a causa della mancanza di un unico polo di riferimento).
- Rete: capacità di interconnettere attori afferenti ad aree diverse (associazioni sportive,
culturali, terzo settore, ecc) e di implementare la rete di progetto.
- Progettazione partecipata: mutuata dai tavoli tematici che l’ASCA realizza già da anni
sul territorio.
- Protagonismo dei genitori: attraverso il coinvolgimento delle associazioni e di gruppi di
genitori alla progettazione e alla programmazione degli interventi.
Si prevede uno Spazio polifunzionale - centro accoglienza multidisciplinare alla famiglia
dove sviluppare anche attività informative, formative, di sensibilizzazione e di
partecipazione delle famiglie coordinate da ASCA.
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Uno spazio polifunzionale, preferibilmente con accesso indipendente per non interferire con
le attività scolastiche e connesso con gli spazi esterni e aperto ai bambini del territorio e
alle loro famiglie, che agisce:
- nei confronti dei bambini con spazi adeguati e differenziati ad accogliere proposte sia di
interventi educativi, ludico-sportivi ed artistico-creativi ad integrazione dei laboratori
didattici sia di attività finalizzate a migliorare lo sviluppo evolutivo di bambini che
evidenziano particolari problematiche;
- nei confronti dei genitori spazi per la realizzazione di attività informative e formative, di
momenti di partecipazione allargata che includono anche la possibilità di realizzare
eventi ricreativi con i bambini.
L’intervento dell’Ente Gestore delle funzioni socio-assistenziali (ASCA), quindi, consente di
attivare sinergie operative e relazionali, riferite alle dimensioni tecnica e organizzativa, per
raccordare gli elementi significativi per lo sviluppo di una comunità educante che coinvolga
le famiglie, offrendo loro spazi e opportunità.
E’ la costituzione di un centro di accoglienza multidisciplinare integrato per le famiglie e la
comunità, utilizzando spazi comuni della struttura, in cui attivare consulenze informative,
specialistiche, formative rivolte alle famiglie del territorio con servizi specialisti privati
(psicomotricista, logopedista, psicologa), ampliandone la consistenza e l’offerta (es.
pedagogista, esperti Associazione Italiana Dislessia, assistenti sociali, educatori…). Attività
incontri di formazione su differenti tematiche legate all’educazione ed alla gestione di
dinamiche familiari, nonché azioni formative rivolte a famiglie straniere. Si prevede altresì
uno sportello informativo rivolto alle famiglie inerente le diverse problematiche sociali
(intercultura ...).
La costruzione di poli d’infanzia – nella concezione prima ancora che nel progetto
architettonico – rappresenta l’orizzonte più stimolante del programma di istituzione del
sistema integrato 0-6 anni. Significa superare davvero la prassi che vede l’infanzia divisa in
due fasi: la prima sostenuta dal sistema dei nidi, la seconda da quello delle scuole.
Significa immaginare l’età prescolare come un periodo unico, che contiene una grande
evoluzione.
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Obiettivo dei nuovi progetti didattici/pedagogici sarà coniugare la continuità dei primi sei
anni di vita con la comprensione delle specificità di ogni anno e di ogni momento della
crescita dei bambini.
In termini generali, avvicinare bambini in età da nido ad altri in età da scuola d’infanzia
pone questioni nuove e stimolanti nel disegno degli spazi. Il progetto dovrà tenere in
equilibrio obiettivi almeno in parte divergenti: offrire protezione ai più piccoli, dare a tutti
occasioni di relazioni reciproche ed esperienze comuni. Dovrà prefigurare un ambiente
capace di accogliere differenze e di sostenere un percorso educativo il più possibile
unitario.
Il Polo funzionale si dovrà strutturare con 3 Sezioni di nido per accogliere 10/12 bimbi per
sezione suddivisi per fasce di età: sezione 0-1 anno, sezione 1-2 anni, sezione 2-3 anni.
Si completerà con 8 Sezioni per l’infanzia che copre la fascia di eta da 3-6 anni e accoglie
da 18 a 25 bambini per sezione. La sezione per i più piccoli avrà ingresso dall’esterno
autonomo o comune agli altri a seconda di quanto possibile nel contesto specifico.
È ragionevole prevedere che in molti casi l’ingresso sia condiviso. Qui bisogna considerare
il ruolo importante e delicato – anche simbolico – di questo spazio.
Poiché in alcuni momenti sarà affollato e potrà risultare caotico, può essere conveniente
riservarne alla sezione primavera una parte più riparata.
Lo spazio principale dei più piccoli, quello in cui trascorrono gran parte dei momenti della
giornata dovrà comprendere gli ambiti che abbiamo visto essere necessari: per il pranzo,
per il riposo, per l’igiene e la cura.
Anche se nelle scuole d’infanzia è consuetudine utilizzare una mensa comune, qui si dovrà
prevedere un ambito per il pranzo interno alla sezione. Un ambito tranquillo, parzialmente
oscurabile, sarà allestito per il riposo. Potrà essere polifunzionale, dedicato anche ad altre
attività compatibili.
I servizi igienici dovranno essere a uso esclusivo, interni alla sezione o da questa
direttamente accessibili. Comprenderanno un ambito attrezzato per il cambio, con
fasciatoio, vaschetta e casellario.
I laboratori, gli ambienti comuni e il giardino sono gli spazi dell’integrazione. Quelli che,
ciascuno in modo diverso, offrono occasione di conoscenza e relazione tra tutti i bambini.
Nei laboratori si possono organizzare attività per piccoli gruppi di età mista. Come
suggerito precedentemente, è conveniente che siano esterni alle sezioni. Il rinnovamento
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dell’edificio può essere anche l’occasione per realizzare uno o più laboratori in scuole
d’infanzia che non ne siano dotate.
Dove gli spazi comuni sono veri spazi di relazione – come nel modello della piazza che
abbiamo indicato – questi sono anche luoghi di incontro tra piccoli e grandi. È necessario
che arredi e attrezzature siano adatte a tutte le età dei bambini e che lo spazio sia articolato
per offrire anche angoli raccolti.
Analogamente, il giardino è spazio di esplorazione per tutti. Progettato come luogo
educativo, che offra occasioni di gioco e scoperta adatte alle diverse età. Alcuni ambiti o
attrezzature possono essere dedicati a una specifica fascia di età, ma senza rigidi
frazionamenti, mantenendo l’unitarietà dello spazio.
Lo spazio esterno è un elemento prezioso e indispensabile di un servizio per l’infanzia…
che dovrebbe garantire un forte legame visivo e funzionale tra interno ed esterno. È
importante che i bambini abbiano la possibilità di vedere fuori, di uscire con facilità e
sicurezza e trattenersi all’esterno in situazioni confortevoli e al riparo dagli agenti
atmosferici. spazi sicuri, ma con discontinuità nel terreno per salire e scendere da rilievi,
possibilità di arrampicarsi…
Il polo d’infanzia potranno essere articolati in due edifici (nido e infanzia). Le due strutture
potranno essere distinte e vicine oppure fisicamente connesse. In entrambi i casi, obiettivo
dell’operazione deve essere formare un plesso realmente integrato che promuova e
sostenga la continuità formativa attraverso le relazioni tra bambini e educatori dei due
servizi.
Nel rapporto tra le strutture – sia che queste siano unite sia che siano solo affiancate – lo
spazio all’aperto avrà un ruolo importante di connessione e condivisione. Sarà –
metaforicamente oltre che realmente – il terreno comune, luogo di condivisione e incontro
tra tutti i bambini.
Gli spazi esterni dovranno risultare ben ombreggiati e con ampie zone che permettano il
riparo dalle precipitazioni atmosferiche. Opportunamente organizzati con aree tematiche, in
cui i vari gruppi possano ruotare ed alternarsi.
L’obiettivo è quello di intendere l’attività all’aperto al pari delle esperienze in aula. Il gioco in
giardino non è “ricreazione”, ma ha valenza educativa a tutto tondo: consente
l’esplorazione, aumenta le possibilità di relazione e di collaborazione e favorisce il controllo
motorio, resistenza ed equilibrio. Il contatto con l’ambiente naturale permette al bambino di
rallentare i ritmi della scuola e di contattare maggiormente il proprio mondo emotivo; gli
elementi naturali favoriscono il rilassamento, la dilatazione del tempo, una dimensione di
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almeno due locali di cui uno di grande dimensione (min. 50 mq) suddivisibile in
spazi più piccoli per mezzo di separatori mobili e un locale non superiore ai 15 mq.
da dedicare all’accoglienza e ai colloqui individualizzati. Per entrambi è auspicabile
un collegamento con lo spazio all’aperto;
servizi igienici e locali spogliatoio sia per i minori sia per gli operatori;
Gli spazi per tali attività dovrebbero preferibilmente avere accesso indipendente onde non
interferire con le attività scolastiche.
Bioedilizia: il progetto dovrà tenere conto non solo dell’oggetto costruito e dell’uso
consapevole dei materiali e delle tecniche costruttive a basso impatto sull’ambiente ma
anche di coloro che lo useranno, occupandosi quindi delle condizioni di benessere fisico
ma anche psichico delle persone in rapporto agli edifici e ai luoghi su cui questi sono
collocati.
Consumi energetici: la nuova scuola si configurerà come edificio NZEB - Nearly Zero
Energy Building - e pertanto si dovrà prevedere un largo uso di fonti rinnovabili, a fronte di
un involucro altamente performante.
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Per quanto concerne gli impianti, è richiesta una certa flessibilità per rispondere a due
esigenze: una legata allo spazio, innescata dal cambio di conformazione degli ambienti e
dall’uso diversificato dei luoghi della scuola ed una connessa agli utenti. Gli impianti
dovranno quindi essere impostati a matrice, con la possibilità di spegnimento/accensione
per sezioni diversificate e l’eventualità di una regolazione separata.
Qualità dell’aria indoor: la qualità dell’aria interna dovrà essere uno dei fattori cui prestare
la massima attenzione nella scelta delle finiture e degli arredi, ma anche delle tipologie
impiantistiche di climatizzazione e/o ventilazione.
DM 18/12/1975
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