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Comune di Acqui Terme

CONCORSO DI PROGETTAZIONE “POLI INNOVATIVI PER L’INFANZIA” PROGRAMMA DI CONCORSO Allegato 0

Sommario

1) INQUADRAMENTO GENERALE E CARATTERISTICHE DEL SITO 3


1.1. INDIVIDUAZIONE E SVILUPPO 3
1.2. INQUADRAMENTO URBANISTICO E CATASTALE 5
1.3. INQUADRAMENTO URBANO 7
1.4. ACCESSIBILITA’ ALL’AREA E MOBILITA’ PRINCIPALE DEL CONTESTO 8
1.5. STATO ATTUALE 9
1.6. AMBITI E LIMITI D’INTERVENTO 10
2.1. OBIETTIVI PEDAGOGICI 12
2.2. SERVIZIO AL TERRITORIO 16
3) FINALITA’ E REQUISITI ARCHITETTONICI 17
3.1. PRESUPPOSTI PROGETTUALI 17
3.2. PRINCIPI GENERALI DEL PROGETTO 18
3.3. INDICAZIONI TECNICHE 23
4) QUADRO NORMATIVO DI RIFERIMENTO 24

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1) INQUADRAMENTO GENERALE E CARATTERISTICHE DEL SITO

1.1. INDIVIDUAZIONE E SVILUPPO

La città di Acqui Terme ha intrapreso, in questi ultimi anni, iniziative per riqualificare
diverse aree importanti - per dimensione, collocazione e potenzialità ambientali - all’interno
del proprio tessuto urbano. L’avvio di questo processo rappresenta l’intenzione di mettere
in atto una procedura di rinnovo del tessuto urbano che possa considerare nel suo insieme
gli aspetti e le potenzialità che ogni ambito individuato può esprimere.
L’oggetto di questo concorso è uno di questi e la scelta del metodo concorsuale è una
precisa volontà del Comune di Acqui Terme di affidare al progetto architettonico il compito
di restituire alla comunità, attraverso i principi della rigenerazione, sostenibilità e di utilità
sociale, una precisa identità di questa porzione urbana. L’area di progetto, inserita in un
ambito di espansione residenziale della seconda metà del 1900, è parte di un comparto
scolastico che oggi ricomprende 5 istituti; si trova nella parte occidentale della città di
Acqui Terme ed è collocata poco oltre quel tratto di ferrovia che cinge ad ovest il centro
urbano e la collega, verso settentrione, con la città di Asti.

AMBITO D’INTERVENTO IN FOTO AEREA

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AMBITO D’INTERVENTO IN RELAZIONE AL NUCLEO STORICO URBANO

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ORTOFOTO 1980 – 1990 ORTOFOTO 2010


1.2. INQUADRAMENTO URBANISTICO E CATASTALE

STRALCIO TAVOLA AZZONAMENTO PRGC

AMBITO DI INTERVENTO IN ESTRATTO DI MAPPA CATASTALE

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1.4. ACCESSIBILITA’ ALL’AREA E MOBILITA’ PRINCIPALE DEL CONTESTO

La città negli anni recenti ha posto attenzione al miglioramento della fruibilità della zona
cercando di migliorare il collegamento con gli assi viari principali dell’area e fornendo
parcheggi e fermate dell’autobus necessarie allo smaltimento di importanti flussi
antropologici concentrati spesso in orari puntiformi.
Gli spazi adiacenti permettono il parcheggio anche in orari di punta per Hop On ed Hop Off.
Inoltre l’area è servita da varie navette/bus che garantiscono il collegamento con la
stazione ferroviaria e con altri punti di carico trasporto. Di recente è stata realizzata una
nuova rotatoria all’incrocio tra Via Carlo Marx e Corso Divisione Acqui al fine di evitare
assembramenti dei veicoli e per permettere un facile e veloce deflusso delle auto dalla
zona sia in ingresso che in uscita. Inoltre, vista la presenza di 2 passaggi a livello ferroviari
sugli assi di deflusso, sono stati sviluppati accordi con l’ente ferroviario, al fine di ridurre i
tempi di chiusura dei passaggi a livello. La collaborazione ha anche permesso, in questi
ultimi mesi, di allargare i passaggi consentendo un miglior deflusso dei pedoni tramite
corsie «sicure» ai lati di Via Sandefendente.

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1.5. STATO ATTUALE

Fino al 2018 il polo d’infanzia esistente, oggi composto dalla scuola dell’infanzia ―Aldo
Moro‖ e dalla scuola della prima infanzia ―Il giardino di Peter Pan‖, si affacciava su un
ampio slargo reso inedificato dalla demolizione dei fabbricato di una vecchia fornace.
L’accessibilità al complesso, oltre alle vie minori V. Nenni e Montessori, era privilegiata
dalla ampia superficie antistante denominata piazza Allende che già fungeva da
parcheggio.

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Con la costruzione della recente scuola ―G. Monteverde‖ si sono determinate nuove
condizioni di accessibilità che oggi rendono fortemente limitata la circolazione dei veicoli in
prossimità degli accessi al polo di infanzia, compresi quelli di emergenza. La presenza di
circa 350 posti auto pubblici dislocati nell’ambito del comparto scolastico e la fermata del
servizio pubblico di trasporto contribuiscono alla dotazione attuale di infrastrutture per la
mobilità a servizio del comparto scolastico.

L’area del comparto è per lo più pianeggiante ma con un leggero declivio che dalla base
degli edifici esistenti scende verso le recinzioni perimetrali. In ogni caso la quota del
giardino e superiore a quella del piano stradale circostante, solo sui lati sud e ovest del
comparto.
L’analisi della vegetazione esistente ha portato a considerare che, alla luce delle essenze
rilevate e loro età vegetativa, il patrimonio arboreo presente può essere completamente
rinnovato e ampliato anche in virtù delle esigenze cantieristiche. In tal modo si ritiene, e si
auspica, che anche il progetto del verde possa in tal modo divenire parte importante del
progetto complessivo di ricostruzione del nuovo Polo scolastico e costituire parte
strutturante rispetto al controllo degli effetti degli agenti climatici e di mitigazione e
protezione dalle diverse condizioni atmosferiche del luogo, condizioni da considerare in
stretta relazione con le funzioni di progetto.
Gli edifici oggi presenti, a causa di avanzato stato di degrado e per la loro natura tipologica
e tecnologica, non rivestono per l’Amministrazione Comunale particolare interesse rispetto
alla loro conservazione. Ne è quindi prevista la completa demolizione.
Le opere di demolizione completa così come gli interventi eventuali di taglio di quegli alberi
ritenuti non più adeguati alla conservazione, saranno a carico dell’Amministrazione
Comunale con impegni di spesa esclusi dal presente bando.

1.6. AMBITI E LIMITI D’INTERVENTO

L’intero comparto, di proprietà comunale, attualmente occupa un area di circa 8.070 mq.
E’ calato all’interno di un contesto, la cui recente definizione ne ha decisamente ridotto le
connessioni, soprattutto viabilistiche, con l’intorno. Il sito pur delimitato dal perimetro di
competenza dell’intervento si prefigge l’importante obiettivo di recuperare e ristabilire le
relazioni con il tessuto urbano circostante.

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Gli edifici attualmente esistenti, non più adeguati agli usi richiesti, sono da prevedere in
demolizione completa.
In ragione della carente disponibilità, in ambito urbano/locale, di aule e locali sostitutivi ove
trasferire temporaneamente le attività in essere e la prioritaria necessità di fornire
comunque continuità del servizio scolastico, determinano l’esigenza di configurare, in sede
di questo progetto, la sua realizzazione attraverso fasi, stralci distinti e successivi.

Attualmente:
 Il corpo A è dismesso;
 Il corpo B accoglie sezioni nido in funzione per circa 20 bambini;
 Il corpo C accoglie sezioni infanzia in funzione per circa 80 bambini.

La successione delle fasi per la sua realizzazione, che la progettazione dovrà tenere in
debita considerazione, prevede la demolizione competa del corpo A con successiva
costruzione di un corpo edificato (anche in diverso sedime) per l’infanzia con il numero
delle sezioni previsto all’art. 3.2 del presente Programma, e capace di accogliere
temporaneamente l’attuale capacità del nido.

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Quindi demolizione del Corpo B con successiva costruzione di un corpo edificato (anche in
diverso sedime) per tornare ad accogliere il nido con il numero delle sezioni previsto all’art.
3.2 del presente Programma.
Infine demolizione completa del corpo C e ricollocazione del sedime liberato nell’ambito del
progetto complessivo.

2) LINEE DI INDIRIZZO PEDAGOGICO E ATTIVITA’ DI SERVIZIO COMPLEMENTARI


(redatte in collaborazione con ISTITUTO COMPRENSIVO 2 ACQUI TERME E ASCA)

2.1. OBIETTIVI PEDAGOGICI

Il decreto legislativo 65/2017 ha dato avvio alla costituzione dei Poli per l’infanzia che
accolgono strutture educative di diverso tipo, come servizi educativi di diversa tipologia e
sezioni di scuola per l’infanzia in una stessa struttura edilizia o in aree vicine.
In questo ambito il presente progetto promosso dal Comune di Acqui Terme con la
partecipazione progettuale dell’Istituto Comprensivo 2 e dei Servizi sociali rappresenta una
progettazione ―apripista‖.
Il progetto pedagogico-educativo elaborato all’interno dei Poli per l’infanzia da 0 a 6 anni è
un progetto unitario, che si riconduce ad un’idea di continuum educativo e formativo per
tutti i bambini, che, dal nido alla scuola dell’infanzia, compiono un percorso di sviluppo e di
maturazione globale, articolato in contesti diversi e secondo esperienze e progettualità, in
grado di tener conto delle età e dei differenti bisogni di chi abita questi luoghi.
Nido e scuola dell’infanzia si muovono nel contesto del diritto all’educazione, della cura e
del benessere dei bambini, dello sviluppo delle loro potenzialità e competenze e della
maturazione dell’autonomia, intesa come espressione di un percorso di definizione
dell’identità personale, sia come consolidamento della stessa, in direzione di originalità ed
in rapporto ad un ambiente sociale allargato, che comprende il rispetto ed il riconoscimento
specifico.
L’innovazione dei Poli per l’infanzia va al di là della semplice condivisione di uno spazio. La
stretta relazione tra strutture educative che danno risposte differenziate ai bambini sotto i
tre anni, come ad esempio un nido e un centro per bambini e famiglie, o che accolgono
bambini sotto i tre anni e una scuola dell’infanzia, permette di riprogettare con più facilità la
tipologia di offerta educativa a fronte di cambiamenti sociali e demografici.
Non va trascurato l’impatto della presenza del Polo per l’infanzia come luogo di
aggregazione sociale che favorisca la partecipazione delle famiglie all’esperienza formativa

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dei bambini, la costruzione di legami comunitari e costituisca punto di riferimento e


sostegno importante per affrontare l’esperienza genitoriale. Il Polo per l’infanzia vuole
diventare quindi un punto di aggregazione di servizi formativi, di momenti di incontro,
eventi culturali, scambi e gemellaggi, sostegno alla genitorialità, caratterizzandosi come un
vero e proprio ―centro risorse‖ educative.
Le due scuole, pur nella loro diversificazione organizzativa, condividono alcuni
fondamentali principi educativi e didattici, quali un’attenzione privilegiata e mirata alla fase
dell’ambientamento e dell’accoglienza, privilegiando altresì il percorso di costruzione di un
rapporto positivo con le famiglie, inteso nel segno di una efficace alleanza educativa.
Anche nella pratica didattica alcuni progetti assumono carattere verticale: il gioco euristico, i
laboratori grafico-pittorici e di lettura animata, l’orto didattico.
Finora non è mai stata possibile un’interazione volta a costruire azioni didattiche coordinate
durante tutto l’arco dell’anno scolastico, come potrebbe invece essere realizzata in
un’ipotesi di Polo integrato. L’utilizzo di spazi comuni diventa, in questo senso, un motore
concreto per l’elaborazione di un curricolo verticale unitario e flessibile. L’ipotesi prevede
spazi condivisi, ed al contempo una coprogettazione in ambito didattico.
Le scelte metodologiche delle scuole si rifanno ai criteri educativi delineati nella cosiddetta
pedagogia attiva, che pone al centro il bambino, nel suo fare in prima persona,
accogliendone interessi e bisogni, promuovendo autonomia, fiducia, espressione di sé.
Gli spazi nei servizi per l’infanzia rivestono una grande valenza educativa e la loro
organizzazione si coniuga a precise scelte pedagogiche incidendo sullo sviluppo
dell’identità del bambino, sull’evoluzione delle sue potenzialità e sull’attivazione delle sue
risorse.
Il senso della propria identità si costruisce nella relazione con i coetanei, con gli adulti, ma
anche con l’ambiente. L’identità sorge e si struttura nell’esperienza sociale e nel rapporto di
reciprocità tra sé, gli altri e l’ambiente circostante, in uno spazio e in un tempo determinato.
L’attenzione dedicata alla strutturazione degli spazi si fonda quindi sull’idea che ogni
bambino deve potersi sentire accolto, vivere esperienze in autonomia, ritrovare angoli e
situazioni pensati per lui, ma da e per lui modificabili.
Lo spazio rappresenta una risorsa in sé, un luogo in cui la socializzazione e la creazione di
contesti di costruzione sociale della conoscenza diventano elementi centrali della
progettazione educativa.
Esso può favorire la trasmissione di significati, valori, relazioni e la sua organizzazione, i
suoi riferimenti, la possibilità o meno di possederlo, di occuparlo, di conoscerlo e

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riconoscerlo, di modificarlo, di controllarlo, di interpretarlo, di attraversarlo, di percorrerlo,


sono tutte esperienze che comunicano al bambino qualcosa di molto importante per la sua
crescita, per l’organizzazione delle sue conoscenze e della rappresentazione di sé.
Lo spazio delle sezioni sperimentali 0/6 si connota come spazio della socialità per un gran
numero di bambini e adulti portatori di differenze e peculiarità, uno spazio pensato per
rispondere a tali differenze, valorizzarle, uno spazio in cui ogni bambino, insieme agli adulti
che se ne prendono cura, possa ri-trovarsi e ri-conoscersi.
Esso diventa contenitore e contenuto capace di veicolare messaggi e informazioni su
coloro che lo abitano in modo flessibile e modificabile nel tempo, coerentemente con gli
interessi, lo sviluppo e la spinta esplorativa dei bambini.
L’occasione rappresentata dall’altro, in particolare dell’altro di età differente, sembra venire
ripresa nell’evoluzione degli spazi, creando possibilità di gioco, di conoscenza, di
apprendimento, di intimità dove gli elementi di una socializzazione progressiva vengono in
qualche modo modulati dagli ambienti.
Una progettazione mirata e intenzionale degli ambienti, calibrata sulle risorse, i bisogni e le
competenze dei bambini, può quindi rappresentare un fondamentale alleato nel lavoro di
educatori e insegnanti che assumono la funzione di organizzatori di esperienze, mediatori
tra i bambini e il mondo che li circonda, creatori di situazioni in cui il bambino si senta
protetto, sicuro e incoraggiato a proseguire l’esperienza.
La progettazione e organizzazione dello spazio educativo 0/6 fa riferimento ad alcuni criteri:
- differenziazione dell’ambiente nello spazio sezione (articolazione in zone che hanno
una specifica valenza educativa e affettiva, è dimostrato che un ambiente psicologico più
differenziato favorisce un funzionamento psicologico più differenziato);
- qualità fisiognomiche e simboliche (le qualità fisiognomiche dell’ambiente, come la
forma degli spazi, i materiali e i colori, possono influenzare in misura consistente l’ambiente
psicologico del bambino, così anche le qualità simboliche dello spazio, come i significati
che possono essere trasmessi da un’organizzazione di spazi e materiali che le ricadute
simbolico-affettive degli stessi, possono esercitare un influsso significativo sul modo di
percepire l’ambiente);
- intimità (la creazione di spazi privati, capaci di incentivare il gioco appartato, luoghi sicuri,
dove possano ritrovarsi fuori dal controllo degli adulti facilita l’intensità di relazioni, gli
scambi comunicativi e cimenta quel senso di calda condivisione con il coetaneo che aiuta i
bambini a capirsi e quindi a giocare meglio insieme. Offre inoltre ai bambini, la possibilità di
sottrarsi temporaneamente ad un ambiente sociale diffuso);

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- costanza, stabilità, continuità (rappresentano criteri particolarmente significativi,


componenti ambientali che possono influenzare la costruzione dell’identità del bambino, la
sua sicurezza emotiva e la capacità di essere autonomo. Secondo la prospettiva ecologica
infatti, l’autonomia risulta dalla struttura ricorsiva del sistema (Bateson, 1979), ossia dalla
capacità del bambino di riconoscere il sistema socio-ambientale in cui è inserito);
- ambiente proprio (si riferisce alla creazione di un ambiente che sia sentito proprio dai
bambini, cioè un ambiente sufficientemente personalizzato e alla cui caratterizzazione e
trasformazione possono partecipare e contribuire i bambini stessi).
La progettazione degli spazi porta alla strutturazione e predisposizione di ambienti che non
soltanto mostrano di avere un’idea di bambino, ma la comunicano all’esterno. Contesti che
offrono materiali e arredi corretti, caldi, non spersonalizzati ma nemmeno troppo
individualizzati, spazi per la comunità, non intesa come istituzione ma come gruppo, in cui
non solo ciascuno col proprio gusto singolo, ma tutti si devono ritrovare.
Spazi belli-colti-raffinati, quindi, non nel senso di costosi, né lussuosi o ―firmati‖, ma
testimoni evidenti di una riflessione colta e intelligente, con cui si rimanda all’esterno
un’idea di bambino, spazi e arredi che parlano e fanno cultura sull’infanzia. È importante
che ci siano anche spazi per la documentazione — cioè del trasformare in memoria e in
cultura, quello che si fa con i bambini — una documentazione che non deve invecchiare e
ingiallire alle pareti, ma che culturalmente si rinnova. Spazio come contenitore efficace ed
esteticamente valido per la documentazione, anche come elemento che può recuperare in
un equilibrio corretto la cultura locale, quotidiana, di quel momento e di quel luogo, degli
operatori e delle famiglie (S. Mantovani).
Uno spazio, quello delle sezioni sperimentali, che si costruisce, si struttura e si destruttura
in rapporto alla crescita, agli interessi, ai vissuti di quei bambini e di quegli adulti che hanno
la possibilità di deporvi, stratificandole, le loro esperienze emotive e formative.
Gli spazi interni ed esterni del nido e della scuola dell’infanzia pensati e organizzati in forme
interconnesse che favoriscono le interazioni, le autonomie, le esplorazioni, la curiosità e la
comunicazione e si offrono come luoghi di convivenze e ricerche per i bambini e per gli
adulti.
L’ambiente interagisce, si modifica e prende forma in relazione ai progetti e alle esperienze
di apprendimento dei bambini e degli adulti e in un costante dialogo tra architettura e
pedagogia.
La cura degli arredi, dei luoghi di attività da parte dei bambini e degli adulti è un atto
educativo che genera benessere psicologico, senso di familiarità e appartenenza, gusto

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estetico e piacere dell’abitare, che sono anche premesse e condizioni primarie per la
sicurezza degli ambienti.
In sintesi la struttura didattica del Polo per l’infanzia presume:
- Attività di laboratorio e/o atelier in grande gruppo, piccolo gruppo, micro gruppo.
- Attività individuali in risposta a Percorsi Educativi Individualizzati, di fronte a situazioni di
disagio, difficoltà, disabilità.
- Attività per fascia d’età, seguendone le specificità nei tempi, negli spazi, con arredi e
materiali dedicati: la scuola dell’infanzia è strutturata in sezioni di età omogenea.
- Riferimento a diversi approcci metodologici, integrati, nell’ottica della ricerca/azione:
i principi montessoriani, la teoria delle Intelligenze Multiple, l’approccio dei Cento
Linguaggi (Reggio Children, Malaguzzi), la microrobotica educativa ed il pensiero
computazionale, la pratica dialogico-filosofica con i bambini, la didattica dell’arte...
- Attività e progetti di inclusione: disabilità, diversità, difficoltà di apprendimento in età
prescolare (strumenti di rilevazione precoce, es. CoPssoftware applicativo Anastasys),
intercultura.

2.2. SERVIZIO AL TERRITORIO

Per rendere concreta l’apertura al territorio del Polo per l’infanzia ci si affida alla
metodologia che prende origine dal lavoro e dalla collaborazione privilegiata, concreta e
costante con ASCA (servizi sociali dell’Acquese), nonché aprendo anche ad associazioni e
soggetti privati.
La proposta di comunità si fonda sull’approccio generativo basato su diversi livelli:
- Territoriale: valorizzazione delle risorse già presenti a livello locale, analisi dei bisogni
delle famiglie e capacità di rispondere ai bisogni che attualmente non trovano risposte
(anche a causa della mancanza di un unico polo di riferimento).
- Rete: capacità di interconnettere attori afferenti ad aree diverse (associazioni sportive,
culturali, terzo settore, ecc) e di implementare la rete di progetto.
- Progettazione partecipata: mutuata dai tavoli tematici che l’ASCA realizza già da anni
sul territorio.
- Protagonismo dei genitori: attraverso il coinvolgimento delle associazioni e di gruppi di
genitori alla progettazione e alla programmazione degli interventi.
Si prevede uno Spazio polifunzionale - centro accoglienza multidisciplinare alla famiglia
dove sviluppare anche attività informative, formative, di sensibilizzazione e di
partecipazione delle famiglie coordinate da ASCA.

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Uno spazio polifunzionale, preferibilmente con accesso indipendente per non interferire con
le attività scolastiche e connesso con gli spazi esterni e aperto ai bambini del territorio e
alle loro famiglie, che agisce:
- nei confronti dei bambini con spazi adeguati e differenziati ad accogliere proposte sia di
interventi educativi, ludico-sportivi ed artistico-creativi ad integrazione dei laboratori
didattici sia di attività finalizzate a migliorare lo sviluppo evolutivo di bambini che
evidenziano particolari problematiche;
- nei confronti dei genitori spazi per la realizzazione di attività informative e formative, di
momenti di partecipazione allargata che includono anche la possibilità di realizzare
eventi ricreativi con i bambini.
L’intervento dell’Ente Gestore delle funzioni socio-assistenziali (ASCA), quindi, consente di
attivare sinergie operative e relazionali, riferite alle dimensioni tecnica e organizzativa, per
raccordare gli elementi significativi per lo sviluppo di una comunità educante che coinvolga
le famiglie, offrendo loro spazi e opportunità.
E’ la costituzione di un centro di accoglienza multidisciplinare integrato per le famiglie e la
comunità, utilizzando spazi comuni della struttura, in cui attivare consulenze informative,
specialistiche, formative rivolte alle famiglie del territorio con servizi specialisti privati
(psicomotricista, logopedista, psicologa), ampliandone la consistenza e l’offerta (es.
pedagogista, esperti Associazione Italiana Dislessia, assistenti sociali, educatori…). Attività
incontri di formazione su differenti tematiche legate all’educazione ed alla gestione di
dinamiche familiari, nonché azioni formative rivolte a famiglie straniere. Si prevede altresì
uno sportello informativo rivolto alle famiglie inerente le diverse problematiche sociali
(intercultura ...).

3) FINALITA’ E REQUISITI ARCHITETTONICI

3.1. PRESUPPOSTI PROGETTUALI

La costruzione di poli d’infanzia – nella concezione prima ancora che nel progetto
architettonico – rappresenta l’orizzonte più stimolante del programma di istituzione del
sistema integrato 0-6 anni. Significa superare davvero la prassi che vede l’infanzia divisa in
due fasi: la prima sostenuta dal sistema dei nidi, la seconda da quello delle scuole.
Significa immaginare l’età prescolare come un periodo unico, che contiene una grande
evoluzione.

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Obiettivo dei nuovi progetti didattici/pedagogici sarà coniugare la continuità dei primi sei
anni di vita con la comprensione delle specificità di ogni anno e di ogni momento della
crescita dei bambini.
In termini generali, avvicinare bambini in età da nido ad altri in età da scuola d’infanzia
pone questioni nuove e stimolanti nel disegno degli spazi. Il progetto dovrà tenere in
equilibrio obiettivi almeno in parte divergenti: offrire protezione ai più piccoli, dare a tutti
occasioni di relazioni reciproche ed esperienze comuni. Dovrà prefigurare un ambiente
capace di accogliere differenze e di sostenere un percorso educativo il più possibile
unitario.

3.2. PRINCIPI GENERALI DEL PROGETTO

Il Polo funzionale si dovrà strutturare con 3 Sezioni di nido per accogliere 10/12 bimbi per
sezione suddivisi per fasce di età: sezione 0-1 anno, sezione 1-2 anni, sezione 2-3 anni.
Si completerà con 8 Sezioni per l’infanzia che copre la fascia di eta da 3-6 anni e accoglie
da 18 a 25 bambini per sezione. La sezione per i più piccoli avrà ingresso dall’esterno
autonomo o comune agli altri a seconda di quanto possibile nel contesto specifico.
È ragionevole prevedere che in molti casi l’ingresso sia condiviso. Qui bisogna considerare
il ruolo importante e delicato – anche simbolico – di questo spazio.
Poiché in alcuni momenti sarà affollato e potrà risultare caotico, può essere conveniente
riservarne alla sezione primavera una parte più riparata.
Lo spazio principale dei più piccoli, quello in cui trascorrono gran parte dei momenti della
giornata dovrà comprendere gli ambiti che abbiamo visto essere necessari: per il pranzo,
per il riposo, per l’igiene e la cura.
Anche se nelle scuole d’infanzia è consuetudine utilizzare una mensa comune, qui si dovrà
prevedere un ambito per il pranzo interno alla sezione. Un ambito tranquillo, parzialmente
oscurabile, sarà allestito per il riposo. Potrà essere polifunzionale, dedicato anche ad altre
attività compatibili.
I servizi igienici dovranno essere a uso esclusivo, interni alla sezione o da questa
direttamente accessibili. Comprenderanno un ambito attrezzato per il cambio, con
fasciatoio, vaschetta e casellario.
I laboratori, gli ambienti comuni e il giardino sono gli spazi dell’integrazione. Quelli che,
ciascuno in modo diverso, offrono occasione di conoscenza e relazione tra tutti i bambini.
Nei laboratori si possono organizzare attività per piccoli gruppi di età mista. Come
suggerito precedentemente, è conveniente che siano esterni alle sezioni. Il rinnovamento

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dell’edificio può essere anche l’occasione per realizzare uno o più laboratori in scuole
d’infanzia che non ne siano dotate.
Dove gli spazi comuni sono veri spazi di relazione – come nel modello della piazza che
abbiamo indicato – questi sono anche luoghi di incontro tra piccoli e grandi. È necessario
che arredi e attrezzature siano adatte a tutte le età dei bambini e che lo spazio sia articolato
per offrire anche angoli raccolti.
Analogamente, il giardino è spazio di esplorazione per tutti. Progettato come luogo
educativo, che offra occasioni di gioco e scoperta adatte alle diverse età. Alcuni ambiti o
attrezzature possono essere dedicati a una specifica fascia di età, ma senza rigidi
frazionamenti, mantenendo l’unitarietà dello spazio.
Lo spazio esterno è un elemento prezioso e indispensabile di un servizio per l’infanzia…
che dovrebbe garantire un forte legame visivo e funzionale tra interno ed esterno. È
importante che i bambini abbiano la possibilità di vedere fuori, di uscire con facilità e
sicurezza e trattenersi all’esterno in situazioni confortevoli e al riparo dagli agenti
atmosferici. spazi sicuri, ma con discontinuità nel terreno per salire e scendere da rilievi,
possibilità di arrampicarsi…
Il polo d’infanzia potranno essere articolati in due edifici (nido e infanzia). Le due strutture
potranno essere distinte e vicine oppure fisicamente connesse. In entrambi i casi, obiettivo
dell’operazione deve essere formare un plesso realmente integrato che promuova e
sostenga la continuità formativa attraverso le relazioni tra bambini e educatori dei due
servizi.
Nel rapporto tra le strutture – sia che queste siano unite sia che siano solo affiancate – lo
spazio all’aperto avrà un ruolo importante di connessione e condivisione. Sarà –
metaforicamente oltre che realmente – il terreno comune, luogo di condivisione e incontro
tra tutti i bambini.
Gli spazi esterni dovranno risultare ben ombreggiati e con ampie zone che permettano il
riparo dalle precipitazioni atmosferiche. Opportunamente organizzati con aree tematiche, in
cui i vari gruppi possano ruotare ed alternarsi.
L’obiettivo è quello di intendere l’attività all’aperto al pari delle esperienze in aula. Il gioco in
giardino non è “ricreazione”, ma ha valenza educativa a tutto tondo: consente
l’esplorazione, aumenta le possibilità di relazione e di collaborazione e favorisce il controllo
motorio, resistenza ed equilibrio. Il contatto con l’ambiente naturale permette al bambino di
rallentare i ritmi della scuola e di contattare maggiormente il proprio mondo emotivo; gli
elementi naturali favoriscono il rilassamento, la dilatazione del tempo, una dimensione di

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libertà ed accoglienza al bisogno di scoperta. I materiali di gioco naturali favoriscono il


gioco manipolativo ed immaginativo, potenziando fantasia, intuizione, scoperta. Il gioco
all’aperto è gioco attivo, dove il bambino sperimenta scegliendo ed orientando la propria
azione secondo i suoi bisogni e la sua curiosità. Aree attivabili: attività movimento
(palestrine, arrampicate, giochi di equilibrio, scivoli …), attività orientamento (labirinti,
percorsi), gioco simbolico (casette, cantiere, educazione stradale …), teatro all’aperto per
rappresentazioni, orto didattico (area coltivazioni, osservazioni, sperimentazioni), attività
manipolativa (sabbia/acqua/materiali naturali).
Gli spazi interni distinti per fascia d’età progettando aule e ambiti che rispondano
concretamente alle effettive esigenze dei bambini da zero a sei anni. Oltre alle aule
necessarie si prevedono aree accessorie, per consentire attività specifiche a seconda
dell’età (es. riposo, lettura ed ascolto, laboratorio di letto-scrittura, di scienze, linguaggi,
attività grafico-pittorica, riciclo creativo …).
Laboratorio letto-scrittura – L’apprendimento della letto-scrittura prevede un percorso di
avvicinamento e familiarizzazione al codice scritto che porta, spesso, i bambini
all’acquisizione spontanea e convenzionale di scrittura e lettura; è un processo che muove
dalla curiosità e dalla problematizzazione dei bambini stessi, compiuto in piena autonomia
e senza interventi interferenti dell’adulto. In questo senso è importante strutturare un
laboratorio con materiali specifici, che possano stimolare la curiosità, con strumenti
differenti, in modo che i bambini si sentano “immersi” nel mondo dei segni e dei simboli,
avendo possibilità di interagire con essi in modo autonomo ed esplorativo.
Laboratorio ascolto-lettura – L’ascolto in questo senso è inteso in senso molto ampio:
non solo ascolto di storie, ma anche di musica, suono. Pertanto l’area dedicata a questo
tipo di esperienza, che promuove il potenziamento di attenzione, concentrazione, oltre alla
fruizione di brani, racconti, ed alla loro interpretazione e rielaborazione grafica, motoria,
verbale. La scelta del contesto che favorisce l’ascolto è fondamentale: lo spazio raccolto,
intimo, la scelta di colori e materiali, rivestimenti, arredi, sostiene l’attenzione, la
condivisione e la capacità di rilassamento.
Laboratorio scientifico – Le esperienze in ambito scientifico hanno una forte ed
imprescindibile necessità di disporre di materiali adeguati, sia strutturati che di recupero.
Fondamentale è infatti la possibilità offerta al bambino di costruire in autonomia strumenti di
misurazione, comparazione, confronto e verifica anche non convenzionali, così come è
molto stimolante poter utilizzare strumenti anche piuttosto sofisticati (es. microscopi,
bilance, ecc…) che gratificano molto per le loro prestazioni. La sperimentazione diretta è il

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motore della strutturazione dell’atteggiamento scientifico. Una vasta gamma di materiali a


disposizione necessita anche di uno spazio riservato, riconoscibile, dove poter compiere
verifiche o controlli in un arco di tempo definito, o semplicemente dove poter sperimentare
avendo a disposizione diverse possibilità, per cambiare e modificare in itinere le proprie
ipotesi.
Laboratorio – informatico – multimediale – L’ambito della logica e della matematica è
strettamente connesso con aspetti più tecnologici, di cui peraltro i bambini sono già esperti
fruitori. Il senso della strutturazione di un laboratorio è quin i quello di promuovere uno
spirito “autonomo” nei confronti degli strumenti multimediali, che diventi via via sempre più
critico e sempre meno soggetto passivo. In questo senso compiere esperimenti concreti
con la logica, la quantificazione, la classificazione, allarga e completa il processo di
apprendimento. Particolare attenzione riveste questo laboratorio nel recentissimo percorso
di sviluppo del pensiero computazionale: le attività di coding, tinkering, creatività digitale e
micro robotica educativa promuovono l’acquisizione di competenze di base come
l’orientamento nello spazio, la lateralità, la creatività, il pensiero logico-deduttivo, dando
avvio allo sviluppo di competenze digitali.
Laboratorio musicale – lo spazio, e soprattutto i materiali, sono indispensabili per
organizzare un laboratorio dedicato alla produzione musicale. Anche in questo caso, a
fianco della strumentazione tradizionale, si può lasciare spazio all’ideazione, progettazione
e realizzazione autonoma di strumenti non convenzionali, per consentire un coinvolgimento
attivo anche in questo ambito.
Spazio psicomotricità – le attività di psicomotricità nell’infanzia da zero a sei anni hanno
un ruolo centrale nella crescita evolutiva, offrendo opportunità in campo motorio
(coordinamento, controllo, orientamento spaziale), ma anche in ambito relazionale:
espressività, fiducia, collaborazione, consapevolezza. L’esperienza psicomotoria pone
inoltre le basi per la strutturazione di competenze logiche, matematiche, grafiche: il ritmo, la
sequenza, l’orientamento. E’ pertanto fondamentale avere a disposizione uno o più spazi
che possano avere caratteristiche consone a questa esperienza così trasversale in senso
evolutivo, con dimensioni adeguate, prive di arredi che rappresentino pericolo o intralcio al
movimento, con materiale specifico e strutturato (cuscini, cerchi, tappeti, percorsi, ostacoli,
palle di dimensioni diverse….).
Spazio drammatizzazione – il gioco del “Far finta” è il linguaggio attraverso cui il bambino
decodifica la realtà, la rappresenta quotidianamente, modificandola ed interpretandola in
modo soggettivo. Il gioco di ruolo ha sempre uno spazio all’interno delle aule; al contrario lo

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spazio comune dedicato alla drammatizzazione permette una condivisione delle


realizzazioni (individuali o di gruppo) sia tra i bambini che con le famiglie.
Spazio micro-gruppo – le attività in micro-gruppo sono imprescindibili nella realizzazione
di progetti di recupero e potenziamento, in quanto consentono di creare un clima
relazionale adeguato sia per le situazioni in cui sono presenti difficoltà oggettive (spettro
autistico, disagio sociale…), ma anche per risolvere difficoltà di attenzione e
concentrazione, talvolta risolvibili e transitorie. In questi spazi, che debbono ovviamente
essere un contesto tranquillo ed appartato, si potranno trovare materiali flessibili proprio per
poter rispondere alle differenti esigenze che trovano in questo setting una risposta
adeguata: arredi morbidi per agevolare la relazione ed il contatto, materiale strutturato (“a
tavolino”) per il potenziamento di attenzione e concentrazione, strumenti specifici, anche
digitali, per il potenziamento del linguaggio verbale, della logica, del controllo grafico, della
memoria visiva ed uditiva.
Considerando l’elevata presenza di alunni disabili e le differenti necessità di recupero da
affrontare, sono da prevedere più spazi di questo genere, a disposizione delle diverse fasce
d’età.
Orto didattico - Coltivare l'orto a scuola è un attività interdisciplinare adattabile ad ogni età,
un'occasione di crescita in cui si impara condividendo gesti, scelte e nozioni, oltre che
metodo. Infatti nella scuola l’orto permette di “imparare facendo”, di sviluppare la manualità
e il rapporto reale e pratico con gli elementi naturali e ambientali, di sviluppare il concetto
del “prendersi cura di”, di imparare ad aspettare, di cogliere il concetto di diversità, di
lavorare in gruppo e permette agganci reali con l’educazione alimentare e il cibo. L’orto
didattico apre la possibilità di compiere esperienze anche logiche, temporali, matematiche.
Dati questi presupposti si ipotizza la realizzazione di orti didattici sia all’aperto che
all’interno, a seconda delle differenti esigenze.
Gioco con acqua/sabbia/elementi naturali – La manipolazione stimola le sensazioni tattili, il
coordinamento manuale, le competenze logiche e scientifiche. Anche in questo caso la
realizzazione di aree dedicate alla manipolazione può essere prevista sia all’interno che
all’esterno.
Le aree comuni sono a disposizione di nido, infanzia ed enti esterni (servizi sociali,
associazioni e privati), anche al di fuori dell’orario di funzionamento dei servizi educativi.
In tal senso saranno da prevedere una serie di locali per le attività ASCA che necessitano
di spazi dedicati, polivalenti e modulabili e che si possono riassumere come di seguito:

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 almeno due locali di cui uno di grande dimensione (min. 50 mq) suddivisibile in
spazi più piccoli per mezzo di separatori mobili e un locale non superiore ai 15 mq.
da dedicare all’accoglienza e ai colloqui individualizzati. Per entrambi è auspicabile
un collegamento con lo spazio all’aperto;
 servizi igienici e locali spogliatoio sia per i minori sia per gli operatori;
Gli spazi per tali attività dovrebbero preferibilmente avere accesso indipendente onde non
interferire con le attività scolastiche.

3.3. INDICAZIONI TECNICHE

In fase di progetto è richiesta particolare attenzione alle prestazioni dell’edificio, in


riferimento non solo ai consumi e all’efficienza energetica, ma prendendo anche in
considerazione il suo impatto ambientale.
L’obiettivo è quello di favorire la realizzazione di un edificio innovativo, a consumo
energetico prossimo allo zero, con un ridotto consumo di acqua, nonché realizzato con
materiali che nella loro produzione comportino bassi consumi energetici e che allo stesso
tempo garantiscano un elevato comfort per gli occupanti.
In sintesi nel progetto, nell’ottemperare a tutti i requisiti normativi richiesti, si chiede risposta
ai seguenti temi:
 Progettazione bioclimatica: studio delle soluzioni tipologiche e delle prestazioni dei
sistemi tecnologici che rispondono maggiormente alle caratteristiche ambientali e
climatiche del sito, e che consentono di raggiungere condizioni di benessere all'interno
degli edifici, armonizzando la potenza degli impianti. Si dovranno pertanto perseguire tali
obiettivi attraverso uno studio consapevole del sito e l’uso delle risorse disponibili.

 Bioedilizia: il progetto dovrà tenere conto non solo dell’oggetto costruito e dell’uso
consapevole dei materiali e delle tecniche costruttive a basso impatto sull’ambiente ma
anche di coloro che lo useranno, occupandosi quindi delle condizioni di benessere fisico
ma anche psichico delle persone in rapporto agli edifici e ai luoghi su cui questi sono
collocati.

 Consumi energetici: la nuova scuola si configurerà come edificio NZEB - Nearly Zero
Energy Building - e pertanto si dovrà prevedere un largo uso di fonti rinnovabili, a fronte di
un involucro altamente performante.

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Per quanto concerne gli impianti, è richiesta una certa flessibilità per rispondere a due
esigenze: una legata allo spazio, innescata dal cambio di conformazione degli ambienti e
dall’uso diversificato dei luoghi della scuola ed una connessa agli utenti. Gli impianti
dovranno quindi essere impostati a matrice, con la possibilità di spegnimento/accensione
per sezioni diversificate e l’eventualità di una regolazione separata.

 Qualità dell’aria indoor: la qualità dell’aria interna dovrà essere uno dei fattori cui prestare
la massima attenzione nella scelta delle finiture e degli arredi, ma anche delle tipologie
impiantistiche di climatizzazione e/o ventilazione.

 Progettazione acustica: Il progettista ha infine l'obiettivo di rendere appropriato


acusticamente lo spazio scolastico, facilitando e migliorando l'udibilità delle parole e il
percorso di apprendimento degli alunni nonché producendo effetti positivi sulla capacità di
attenzione e concentrazione.
Tutte le pareti e le strutture divisorie saranno inoltre realizzate con materiali idonei a
garantire l’adeguato isolamento acustico tra ambienti adiacenti.

4) QUADRO NORMATIVO DI RIFERIMENTO

DM 18/12/1975

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