Esplora E-book
Categorie
Esplora Audiolibri
Categorie
Esplora Riviste
Categorie
Esplora Documenti
Categorie
SINDACO DI CHIOGGIA
ARCH. ALESSANDRO FERRO
GIUNTA COMUNALE
DIRIGENTE URBANISTICA
Il dibattito e gli studi che si sono susseguiti negli anni hanno tratteggiato varie
soluzioni sul come questa nuova strada dovesse collegarsi con la Romea a sud e con la
viabilità esistente a nord.
Per quando attiene alla connessione sud, la valutazione dei pro e dei contro ha
condotto alla soluzione prevista dal PRG che prevede l’innesto nei pressi di “Villa
Verde”, la palazzina dei servizi dell’Azienda Ulss, tramite una rotatoria da realizzare in
corrispondenza del cancello nord dell’ospedale, per poi proseguire per un breve tratto
adeguatamente dimensionato e attrezzato di Strada M. Marina fino alla grande
rotatoria di ridotto MBV della Navicella.
Per quanto attiene all’asse della strada si è fatto riferimento ad un progetto definitivo
di opera pubblica disposto da un Accordo di Programma tra il Comune di Chioggia e Il
Magistrato delle Acque nei primi anni 2000; il livello della progettazione avrebbe
consentito l’avvio delle procedure di esproprio e la relativa documentazione è
sicuramente reperibile agli atti del settore Lavori Pubblici del Comune. Su quell’asse,
poi venne realizzata la fognatura che connette la rete urbana di Sottomarina con
Pag. 1 di 4
l’impianto di Sollevamento della S.M.S. Nicolò De Conti. La strategia di quegli anni
prevedeva, infatti, di realizzare con risorse pubbliche un primo stralcio dell’opera – il
tratto sud dall’ospedale alla diramazione per il cimitero – ricevendo dai privati le aree
di sedime tramite un accordo che prevedeva, in luogo degli indennizzi di esproprio, il
mantenimento dei diritti edificatori che quei sedimi generavano calcolandoli con gli
indici previsti dal Piano regolatore. Purtroppo, i tempi di approvazione della Variante
Generale al PRG furono tali da far naufragare questa ipotesi.
Il secondo tratto, dal cimitero a Campo Cannoni invece, presentava grosse difficoltà
realizzative per la necessità di trasferire le attività cantieristiche e commerciali situate
proprio nella zona dove la strada avrebbe dovuto curvare per connettersi con Campo
Cannoni. Si sarebbe, quindi, dovuto attendere lo sviluppo integrato delle previsioni
urbanistiche di riqualificazione di Campo Cannoni, Piazzale Europa e della zona della
Batteria Penzo sino a Via Cristoforo Colombo.
La scheda allegata alla variante del PRG così recita “ …. la presenza di un cantiere per
imbarcazioni e una piccola darsena per imbarcazioni conseguente al trasferimento del
cantiere esistente sul sedime della nuova strada”.
E’ del tutto evidente che la previsione della nuova darsena era condizionata allo
spostamento delle realtà cantieristiche di alaggio presenti per consentire il
prolungamento della viabilità verso Campo Cannoni, prolungamento peraltro reso di
difficile realizzazione per la costruzione, nel frattempo, di nuovi fabbricati, sul sedime
ove il PRG prevede la nuova viabilità.
In realtà il Piano prevede una soluzione viabilistica molto problematica, che non
risolve il problema dell’attuale sovraccarico di traffico in Strada Madonna Marina, al
contrario di rischia di scaricare su di essa il traffico derivante dai nuovi insediamenti
Si ritiene quindi necessario, dopo un’attenta analisi, proporre una diversa soluzione
per raccordare la nuova viabilità con Strada Madonna Marina e con il Lungomare
Adriatico
Pag. 2 di 4
Il piano attuativo rappresenta, quindi, una grande opportunità per la città; l’innesco di
un percorso virtuoso verso la riqualificazione complessiva, non solo per il
miglioramento delle condizioni di vivibilità urbana dei residenti di Sottomarina ma
anche dell’offerta turistica. Per questo il PUA andrebbe velocemente approvato e
attivato.
È però altrettanto prioritario e imprescindibile che il PUA sia congruente con gli
obiettivi generali e debba contenere le approfondite motivazioni delle scelte proposte
e delle soluzioni che lo integrano con il tessuto urbano e con il traffico locale. È lecito
chiedersi come possa essere possibile che una progettazione urbanistica di tale
importanza sia descritta da una “scarna” relazione illustrativa di 3 (tre!) paginette non
ascrivibile al ben che minimo intento sintetico. Gli striminziti elaborati del piano
risultano, quindi, incentrati sul solo obiettivo edificatorio tutto interno a logiche
spiegabili solo dai fragili equilibri interni al Consorzio proponente. Ne esce uno
sconfortante quadro che riassumiamo di seguito.
• Si dà luogo a una serie chiusa in sé stessa di isolati urbani, con una rotatoria a
nord che serve solo a ritornare indietro per poter uscire da dove si era entrati!
• Viene perimetrato un ambito di piano ridotto rispetto a quello del PRG, che si
motiva solo dalla difficoltà ad affrontare con l’amministrazione il tema complesso
della fusione della viabilità di via San Marco, viale Umbria e campo Cannoni.
• La strategia insediativa appare avulsa dai contesti, non si leggono con chiarezza i
rapporti né con il tessuto esistente né con il paesaggio; non si tratta quindi di un
ampliamento della città ma di un ennesimo quartiere dormitorio, privo di servizi e
di funzioni di integrazione e di aggregazione e di lancio verso la modernità e
l’innovazione; non è previsto alcun ambito dedicato all’edilizia convenzionata; non
si colgono nemmeno, nonostante le dimensioni dell’ambito, intenti tecnologici
coraggiosi di autoproduzione e distribuzione dell’energia e dei fluidi.
• La nuova strada appare sottodimensionata rispetto a quella prevista dal PRG e
incongruente con l’asse previsto dalla strumentazione generale, prevede una
sezione contenente anche parcheggi lungo il corso di marcia svilendone al minimo
il ruolo di strada di scorrimento. Sicuramente più adatto sarebbe stata la
previsione di parcheggio dei veicoli dentro alle aree confinate e due piste ciclabili,
una per corso di marcia. Non si legge dagli allegati se venga adottata la tecnica dei
sottoservizi allocati in unico cavidotto ispezionabile ad altezza d’uomo, che
porrebbe fine ai alla selva dei percorsi tecnologici indipendenti che si sormontano e
che impongono continue rotture del manto stradale ad ogni guasto.
• Le opere di urbanizzazione a scomputo non sono sufficientemente definite e non si
ha piena comprensione del loro livello qualitativo e della loro omogeneizzazione
con quelle esistenti in città; il costo previsto copre solo quelle correlate alla zona
da edificare e, per completare l’ambito con la sistemazione delle aree a ovest della
strada, senza le quali l‘intervento non avrebbe senso, non è chiaramente definita la
tempistica con la quale vengono realizzate le opere di urbanizzazione di
competenza del consorzio: per stralci, lotto unico, prima del rilascio della
autorizzazione ad edificare i lotti, prima del rilascio della prima agibilità;
l’amministrazione comunale deve cominciare a prevedere l’articolazione della spesa
d’investimento che si aggira attorno ad almeno una decina di milioni di euro e la
strategia per la gestione per la manutenzione; anche per non assistere ad ulteriori
stati di abbandono e di degrado.
Pag. 3 di 4
• Non sono trattate le modalità di asservimento (accessi e allacciamenti) delle
infrastrutture ai lotti già completati ed esclusi dall’ambito urbanistico di Piano.
• Non sono trattati gli allacciamenti alle reti della parte a Parco a ovest.
• Non si è ottenuto il parere del Provveditorato alle Opere Pubbliche – Magistrato alle
acque in ordine al diverso posizionamento della darsena rispetto alle indicazioni del
PRG, nonché rispetto alle modifiche da apportare al marginamento lagunare e alla
camminata del Lusenzo.
• Il Pua adottato è corredato della Valutazione d’Incidenza Ambientale sui siti di
interesse comunitario ma deve essere trasmesso alla competente Commissione
regionale per la verifica di assogettabilità alla Valutazione Ambientale Strategica; in
tal senso non è presente tra gli atti allegati pubblicati il Rapporto Ambientale
preliminare previsto dall’allegato A della D.G.R. n.1717 del 03.10.2013.
Per queste ragioni si presume che saranno molte le osservazioni che caratterizzeranno
il procedimento di evidenza pubblica.
L’amministrazione fa ancora in tempo a raddrizzare la rotta. Lo può fare se, nella fase
pre-approvazione, apre un dibattito privo di preconcetti sul futuro a breve, medio e
lungo termine che consenta di tratteggiare e di comprendere a tutti quale sarà il
futuro per la nostra cittadinanza, per la nostra economia, per il nostro territorio e,
soprattutto, per i nostri figli.
25.6.2020
La segretaria
Barbara Penzo
Pag. 4 di 4