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Gli alberi in natura hanno libero accesso alle sostanze di cui abbisognano per svolgere tutte le loro funzioni fisiologiche, grazie al
continuo riciclo delle sostanze organiche. Foglie cadute, rami secchi, animali morti si decompongono nel terreno, arricchendo il primo
strato del suolo di sostanze utili per la salute e la crescita delle piante.
Il bonsai, vivendo in un vaso, è privato del suo libero accesso alle sostanze nutritive e la quantità limitata di terra nella quale si sviluppa
richiede un regolare rifornimento di nutrimenti, perché l’albero possa disporre costantemente degli elementi che ha bisogno.
Trattando la concimazione è importante sottolineare che il concime non rappresenta il nutrimento delle piante. Queste producono il
proprio nutrimento, o fonte di energia, attraverso la fotosintesi, utilizzando l’acqua e l’aria come ingredienti e la luce del sole come
energia, necessaria alla realizzazione della trasformazione. Il ruolo del concime è quello di fornire le sostanze e gli elementi che
servono alle piante per svolgere le loro attività vitali, dalla fotosintesi alla produzione delle tossine per difendersi dagli attacchi di
parassiti e predatori, al profumo dei fiori per attirare gli insetti utili all’impollinazione.
Oltre all’idrogeno (H), al carbonio (C) ed all’ossigeno (O), assorbiti direttamente attraverso le radici dall’acqua e dall’aria, le piante
richiedono in quantità elevata azoto (N), potassio (K) e fosforo (P), assorbiti dalla terra attraverso le radici, e una serie di elementi,
quali il calcio (Ca), il magnesio (Mg) ecc., necessari solo in piccole quantità, normalmente già presenti nella terra e assorbiti anch’essi
attraverso le radici.
Quando concimare
Il momento ideale per concimare i bonsai è quando le foglie sono pienamente funzionali e le attività vitali sono al massimo livello. La
maggior parte delle specie trae beneficio dalla concimazione in primavera-inizio estate (tipicamente nei mesi di aprile, maggio e
giugno), appunto quando le foglie sono pienamente funzionali, e quando gli alberi producono ed immagazzinano adeguate risorse per
la crescita della primavera successiva (da fine agosto fino all’autunno).
Alcune specie che continuano a vegetare per tutta l'estate (come i Ginepri) devono essere concimate continuamente.
Durante il periodo più caldo dell'estate ed in inverno, considerato che l'attività dell'albero si riduce sostanzialmente, non occorre
concimare.
Le specie da interno, posizionate all’interno dell’abitazione nei mesi invernali, possono essere concimate regolarmente se in buona
salute ed in continua crescita.
Quanto concimare
Quanto concimare dipende dalla specie, dall’età dell’albero e dal suo vigore. La quantità di crescita può rappresentare un fattore di
riferimento, pertanto un giovane Olmo che germoglia più volte nella stessa stagione vegetativa sarà da concimare maggiormente
rispetto ad un vecchio Pino che vegeta una sola volta nel corso della stagione di crescita.
In linea di massima gli alberi giovani e vigorosi, in fase iniziale di sviluppo come bonsai, devono essere concimati maggiormente
rispetto ad alberi maturi sui quali si mira ad ottenere vegetazione minuta con internodi corti.
Le specie che producono una significativa fioritura e fruttificazione (bonsai da fiore e frutto) richiedono una maggiore concimazione,
rispetto ad altre specie.
È bene sottolineare che gli alberi concimati eccessivamente sono più facilmente soggetti ad attacchi di parassiti e malattie rispetto a
quelli concimati correttamente.
Oltre alle concimazioni durante la stagione vegetativa non bisogna trascurare la concimazione autunnale, che prepara l’albero ad una
buona ripresa vegetativa nella primavera successiva.
I consigli…
Le sostanze fornite con la concimazione sono assorbite dalle radici; se l’apparato radicale non funziona propriamente (per esempio,
subito dopo il trapianto o a causa di uno stress dovuto a colpo di secco o ad annaffiature troppo frequenti) non conviene concimare.
Gli alberi concimati eccessivamente sono più soggetti ad attacchi di parassiti e malattie, rispetto a quelli concimati correttamente.
Il concime liquido viene dilavato dalle annaffiature, quindi va somministrato con maggiore frequenza rispetto al concime solido.
Le specie da fiore amano abbondanti concimazioni durante la stagione di crescita, ma è bene escludere il periodo di differenziazione
delle gemme da fiore (oltre al periodo di fioritura).
Per favorire la fioritura e la fruttificazione è consigliabile adottare un concime ricco di fosforo e potassio.
La concimazione va effettuata nei periodi di maggior sviluppo della pianta (primavera-estate), evitando tuttavia i mesi più caldi di luglio
e agosto; durante l’inverno i bonsai da esterno non devono essere concimati, mentre quelli da interno vanno fertilizzati
moderatamente.
La concimazione autunnale è fondamentale per l’indurimento del legno e per preparare l’albero alla germogliazione primaverile.
Prima della defogliazione o di una potatura drastica bisogna concimare abbondantemente.
Acidi umici
La frazione che maggiormente interessa per i benefici che apporta è quella costituita dagli "acidi umici". Di colore marrone molto scuro
(media presenza di ossigeno), sono macromolecole originate dalla decomposizione di materiali organici e le fonti primarie di
produzione sono i concimi organici, le torbe, la lignite e la leonardite.Il contenuto di ossigeno varia dal 60% degli acidi fulvici al 30%
circa dell'Umina, questa variazione ne determina il colore, che nell'umina, proprio per le condizioni di scarsa presenza di Ossigeno è
nero. Il peso molecolare, che determina la capacità delle frazioni di essere facilmente gestite dalle radici parte dai circa 200Da degli
acidi fulvici fino ai 300.00Da dell'Umina, che non è assorbibile.
La leonardite (formulato commerciale polvirulento) è una materia prima estremamente ricca, infatti da essa vengono estratti acidi umici
ad elevata attività. Qualitativamente la migliore quella estratta da giacimenti ubicati nel nord Dakota negli Usa e laddove questa è
presente è riportata in etichetta della confezione.
Questa sostanza è originata dalla decomposizione di foreste che qualche milione di anni fa ricoprivano le zone di estrazione e,
l'ossidazione (decomposizione) riguarda solo la parte affiorante della superficie esposta agli agenti atmosferici. Solo questa parte,
infatti, viene utilizzata per produrre i nostri acidi umici utili per l'agricoltura e di conseguenza anche utili per la coltivazione bonsai.
ACIDO UMICO:FORMULA DI STRUTTURA - A differenza di quelli estratti dalla Leonardite, gli acidi umici estratti da prodotti organici o
da torba in genere sono poco attivi nei confronti dei microelementi, e quelli estratti da lignite inducono scarse stimolazioni alla crescita
delle piante, risultando essere di scarso utilizzo. Gli acidi umici sono molecole caratterizzate da una massa molecolare definibile
"bassa" per cui facilmente assorbibile dalle radici, a differenza della frazione umina che ha una massa molecolare "grossa" per cui
difficilmente assorbibile.
Oltre che prodotti da sostanza organica in decomposizione, è stato osservato che alcune specie di funghi sono in grado di sintetizzare
composti che risultano simili agli acidi umici: le micorrize, sono infatti specie che con la loro attività simbionta svolgo attività acido
umico-simile. Gli acidi umici hanno la capacità di ritenere (chelare) molecole di nutrienti e rilasciarli quando le condizioni cambiano o le
radici ne fanno richiesta, migliorano inoltre l'assorbimento dei microelementi nelle piante attraverso la cattura dei cationi nella forma
utile all'assorbimento delle radici. Lo strato scuro che caratterizza la superficie di alcuni tipi di suoli (Terriccio Universale) prende il
nome di Humus (SO sostanza organica) ed è costituita principalmente da acidi umici. Questi rappresentano una componente
fondamentale del suolo perchè assicurano una serie di benefici, tra cui i più importanti sono:
Nutrizione fogliare
il termine di nutrizione fogliare s’intende la somministrazione di sostanze nutritive alla parte aerea della pianta; questa si realizza
mediante nebulizzazione di una soluzione acquosa delle sostanze nutritizie. Questo tipo di somministrazione è relativamente semplice,
molto utile quando si debba ovviare, ai danni creati da carenze o malattie, tuttavia questa tecnica richiede una notevole esperienza e
molte precauzioni, poiché un’eccessiva somministrazione crea danni più o meno seri alle foglie, fino al punto di causare la completa
defogliazione della pianta trattata. Per raggiungere mediante questa pratica i risultati auspicati occorre ricorrere a somministrazioni
frequenti ma a bassa concentrazione d’elementi fertilizzanti (soluzioni a forte diluizione), le piante da trattare devono avere un
apparato fogliare sufficientemente folto da catturare la quasi totalità della soluzione nutritiva, occorre inoltre avere
l'avvertenza di aggiungere sempre alla soluzione fogliare un "bagnante", (tensioattivo) che ne garantisca una totale distribuzione ed
aderenza all'apparato fogliare.
La nutrizione fogliare non sostituisce il tradizionale sistema di concimazione, ma lo integra utilmente nei seguenti casi:
1) - per dare un rapido incremento alla crescita, quando questa sia arrestata: da un eccessivo
dilavamento del terreno, da danni causati da nottate troppo fredde, da venti freddi o da gelate;
2) - per fornire, in modo rapido, sostanze nutrienti quando le radici non siano più in grado di assorbire
sufficiente quantità di nutrimento dal terreno a causa di: prolungata carenza idrica, temperatura troppo
bassa, od infine se, per qualunque altra causa, il sistema radicale ha riportato dei danni troppo estesi;
3) - per ovviare alla mancanza di un particolare elemento nutritivo, che, se somministrato al terreno,
potrebbe essere trasformato in forma non adatta all'assorbimento, cosa che accade ad esempio con il
manganese;
4) - per fornire alla pianta un ulteriore nutrimento in aggiunta ai normali fertilizzanti del terreno, in
situazioni vegetative tali che la richiesta, da parte della pianta, di sostanza nutritiva superi la capacità
d’assorbimento della radice.