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A Villa Olmo domenica “Procedura penale” di Buzzati con musiche di


Chailly
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! 11 Giugno 2021

Di Lorenzo Morandotti ! 11 Giugno 2021


:
Il Conservatorio “G. Verdi” porta in scena domenica nel salone d’onore di Villa Olmo Procedura penale, opera buffa in un atto di Luciano Chailly su
libretto di Dino Buzzati.
La preziosa proposta musicale rientra in “900 in camera”, il nuovo progetto del Conservatorio nato da un’idea del Maestro Stefania Panighini,
regista e docente di Arte scenica presso il medesimo Conservatorio. Pensato su un arco di programmazione triennale, 900 in camera ha come
oggetto la realizzazione di opere da camera del ‘900 italiano, pressoché dimenticate. Lo spunto nasce dalla tradizione musicale di Villa Olmo, che
negli anni sessanta diede vita a un Festival di teatro musicale, portando alla ribalta musicisti come Luciano Chailly (1920-2002), Raffaello de
BanVeld (1922-2008) e Bruno Bettinelli (1913-2004). Nel 1958 infatti Giulio Paternieri, allora sovrintendente del Teatrino di Villa Olmo,
commissionò a Chailly un’operina che avrebbe dovuto far parte di un trittico di lavori contemporanei insieme a quelli di Bettinelli (La smorVa) e di
de BanVeld (Colloquio con il tango), e per la quale il libretto sarebbe stato scritto da Dino Buzzati. Chailly avrebbe voluto come soggetto il
racconto Il mantello, ma Buzzati gli propose Quarto grado, che sarebbe poi diventato Procedura penale. “Siamo in una casa elegante, borghese,
si parla del più e del meno, le solite cretinate (potrebbe essere anche un pranzo, o un cocktail party). Poi ecco arriva l’invitata. Convenevoli,
eccetera. La fatua conversazione prosegue. Senonché a un certo punto all’invitata fanno una domandina apparentemente indifferente, e poi
un’altra e poi un’altra. In breve, con progressione che stringerà sempre più i tempi, l’invitata subisce un interrogatorio serratissimo dal quale lei
risulterà colpevole di un orribile delitto. E i membri della famiglia che la ospitano si muteranno via via in accusatore, poliziotto, giudice, testimone
e così via. Finché all’epilogo, quando la condanna a morte sembra inevitabile e la concitazione del dialogo e della musica ha raggiunto il
massimo, tutto il funesto incanto si rompe e, senza soluzione di continuità riprende, come se nulla fosse accaduto, il banale tranquillo dialogo
iniziale”. Così Buzzati raccontò la trama in una lettera al compositore. Due diversi cast di cantanti si alterneranno, uno nella rappresentazione
delle 17:00, e l’altro nella replica delle 18:30. Protagonisti dell’opera la contessa, l’imputata, interpretata dai soprani lirici Park Khumyun e Chiara
Negretti; le gemelle, interpretate dai soprani Elisa Amedei, Bo Ruan e Yanni Liu, Giulia Bevilacqua; Titti, interpretata dai soprani lirici Carolina
Facchi e Yoo Soyeon; Paola Isoscele, interpretato dal mezzo soprano Benedetta Mazzetto; Giandomenico, interpretato dal baritono Shuao Zhang;
Polcevera, interpretato dai tenori Masaya Habu e Ye Teng. I cantanti saranno accompagnati da una piccola orchestra diretta dal Maestro Bruno
Dal Bon: violini, Elena Zibetti, Emanuele Caliguri, Ludovico Carangi, Maria Grokhotova; viole, Gaia Malandrin, Letizia Ricciardi, Massimiliano
Broserà; violoncelli, Matilde Pesenti, Chiara Maffeis; contrabbasso, Marco di Francesco; jauto, David Monge; saxofono, Lorenzo Peccedi; timpani,
Ginevra Palo; batteria, Samuele Marelli; pianoforte, Gaia Gervasini.

INTERVISTA ALLA REGISTA STEFANIA PANIGHINI


.

1. Per gli allievi non è sempre facile accostarsi allo studio della musica contemporanea, perché ha scelto questo repertorio invece che un
repertorio più classico?
Penso che nello studio del canto si debbano esplorare anche altri repertori, oltre a quello classico. Ho scelto il Novecento prima di tutto
perché è un secolo strettamente correlato al teatro e nel quale si può sperimentare Vsicamente di più, e poi perché bisogna ogni anno
alzare l’asticella della qualità didattica dell’istituto.
2. È la seconda volta che mette in scena Procedura Penale, come è stato ritornare a quest’opera?
Sono passati 11 anni da quando l’ho messa in scena la prima volta, e quindi, da una parte ho confermato l’idea di rappresentazione che mi
ero fatta, e dall’altro lato invece ho scoperto dei lati che non avevo colto in gioventù. Grazie agli allievi ho potuto lavorare diversamente
proprio perché sono giovani, privi di schemi e quindi più aperti alle sperimentazioni.
3. Quale è il suo metodo di lavoro come regista e didatta? Come coniuga i due fronti?
Se lavoro in Conservatorio la parte didattica ovviamente viene prima. Mi interessa che l’allievo possa trovare, dentro di sé, la giusta via sia
tecnica che interpretativa, per raccontare il proprio personaggio. Dal punto di vista della messinscena vera e propria, tutto questo è mediato
dal modo di lavorare, poiché operare secondo un calendario didattico settimanale è molto diverso rispetto a quanto si fa in una produzione
teatrale. Infatti, in Conservatorio, negli ultimi dieci giorni prima dello spettacolo, lavoriamo come se fossimo in una produzione teatrale vera
e propria. Il metodo è sempre lo stesso: si parte da un’idea di base che viene dal testo e dalla drammaturgia musicale, e da lì si costruisce
una base di drammaturgia dello spettacolo attorno alla quale si ediVcano via via tutti i caratteri dei personaggi. Spesso, per trovare un
carattere psicologico, si parte dall’improvvisazione Vsica e corporale.
4. La prima assoluta dell’opera si è tenuta a Villa Olmo nel 1959. La sua è l’unica riproposizione che verrà allestita proprio nella villa comasca
nei 101 anni dalla nascita del compositore. Come si sente per l’occasione?
Sono contenta di aver realizzato un progetto che volevo creare da tanto tempo, e che il Conservatorio mi ha permesso di portare a termine,
e cioè riportare “Procedura Penale” là dove è nata, poiché è venuta alla luce in quel grande fermento culturale italiano che erano gli anni
Sessanta. Credo che i muri di Villa Olmo abbiano una grande importanza evocativa e quindi riproporre quest’opera, là dove è stata messa in
scena per la prima volta. Mi sembrava un grande stimolo per tutti noi, oltre che un omaggio a Luciano Chailly.
5. Durante la giornata del 13 giugno saranno messe in scena anche altre due opere del Maestro Luciano Chailly: “Il Mantello” ed “Era Proibito”.
Il metodo di lavoro applicato a queste due opere sarà lo stesso di “Procedura Penale”?
“Il Mantello” ed “Era Proibito”, insieme a “Procedura Penale”, creano una trilogia, e mi piaceva l’idea di rappresentarle insieme poiché sono di
rarissima esecuzione. A causa della pandemia solo “Procedura Penale” prevede un accompagnamento orchestrale, mentre le altre due
saranno accompagnate solo dal pianoforte. Le opere, oltre che per il tema trattato, si differenziano anche per costruzione registica. Sono
:
storie diverse, su libretti di Buzzati, ma tutte sono accomunate dalla constatazione di una solitudine estrema dell’essere umano.
Raccontano infatti dell’alienazione delle grandi città, del vuoto cosmico che ruotava attorno a una borghesia nascente e che trova in “Era
proibito” la sua narrazione più grande, perché racconta di Ministeri, invasi da numeri, dove è proibito cantare, leggere poesie ed è proibito
vedere la Luna. Il ritorno della Luna creerà uno scompenso che farà nascere un mondo migliore. Il ritorno della Luna può essere letto anche
come una ripartenza dopo la pandemia.

Tags: Conservatorio di Como Dino Buzzati Luciano Chailly Villa Olmo

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