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Eurocodice 7
NORMA Progettazione geotecnica UNI EN 1997-1
EUROPEA Parte 1: Regole generali
FEBBRAIO 2005
TESTO ITALIANO
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UNI
Ente Nazionale Italiano © UNI
Riproduzione vietata. Tutti i diritti sono riservati. Nessuna parte del presente documento
di Unificazione può essere riprodotta o diffusa con un mezzo qualsiasi, fotocopie, microfilm o altro, senza
Via Sannio, 2 il consenso scritto dell’UNI.
20137 Milano, Italia www.uni.com
PREMESSA NAZIONALE
La presente norma costituisce il recepimento, in lingua italiana, della
norma europea EN 1997-1 (edizione novembre 2004 + errata corrige
AC:2009), che assume così lo status di norma nazionale italiana.
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Le norme UNI sono elaborate cercando di tenere conto dei punti di vista di tutte le parti
interessate e di conciliare ogni aspetto conflittuale, per rappresentare il reale stato
dell’arte della materia ed il necessario grado di consenso.
Chiunque ritenesse, a seguito dell’applicazione di questa norma, di poter fornire sug-
gerimenti per un suo miglioramento o per un suo adeguamento ad uno stato dell’arte
in evoluzione è pregato di inviare i propri contributi all’UNI, Ente Nazionale Italiano di
Unificazione, che li terrà in considerazione per l’eventuale revisione della norma stessa.
Le norme UNI sono revisionate, quando necessario, con la pubblicazione di nuove edizioni o
di aggiornamenti.
È importante pertanto che gli utilizzatori delle stesse si accertino di essere in possesso
dell’ultima edizione e degli eventuali aggiornamenti.
Si invitano inoltre gli utilizzatori a verificare l’esistenza di norme UNI corrispondenti alle
norme EN o ISO ove citate nei riferimenti normativi.
English version
Eurocode 7: Calcul géotechnique - Partie 1: Règles Eurocode 7: Entwurf, Berechnung und Bemessung in der
générales Geotechnik - Teil 1: Allgemeine Regeln
CEN members are bound to comply with the CEN/CENELEC Internal Regulations which stipulate the conditions for giving
this European Standard the status of a national standard without any alteration. Up-to-date lists and bibliographical references
concerning such national standards may be obtained on application to the Central Secretariat or to any CEN member.
This European Standard exists in three official versions (English, French, German). A version in any other language made by
translation under the responsibility of a CEN member into its own language and notified to the Central Secretariat has the same
status as the official versions.
CEN members are the national standards bodies of Austria, Belgium, Cyprus, Czech Republic, Denmark, Estonia, Finland,
France, Germany, Greece, Hungary, Iceland, Ireland, Italy, Latvia, Lithuania, Luxembourg, Malta, Netherlands, Norway, Poland,
Portugal, Slovakia, Slovenia, Spain, Sweden, Switzerland and United Kingdom.
© 2004 CEN All rights of exploitation in any form and by any means reserved worldwide Ref. No. EN 1997-1:2004: E
for CEN national Members.
INDICE
PREMESSA 1
Cronistoria del programma degli Eurocodici...............................................................................1
Status e campo di applicazione degli Eurocodici.....................................................................2
Norme Nazionali che implementano gli Eurocodici.................................................................2
Collegamenti tra gli Eurocodici e le specifiche tecniche armonizzate (EN e ETA)
relative ai prodotti ......................................................................................................................................3
Informazioni aggiuntive specifiche per l'Eurocodice 7...........................................................3
Appendice Nazionale per la EN 1997-1........................................................................................3
SEZIONE 1 GENERALITÀ 4
1.1 Scopo e campo di applicazione........................................................................................................ 4
1.2 Riferimenti normativi ............................................................................................................................... 5
1.3 Presupposti .................................................................................................................................................. 5
1.4 Distinzione tra Principi e Regole Applicative............................................................................. 6
1.5 Definizioni...................................................................................................................................................... 6
1.6 Simboli ............................................................................................................................................................ 7
MANUTENZIONE 36
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4.1 Generalità................................................................................................................................................... 36
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4.2 Supervisione............................................................................................................................................. 36
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8.4
8.5 Considerazioni di progetto
Progetto allo stato limite ultimo ed aspetti costruttivi................................................................... 70
...................................................................................................... 71
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APPENDICE
(normativa) A COEFFICIENTI PARZIALI
STATI LIMITE ULTIMI E FATTORI
E VALORI DI CORRELAZIONE PER GLI
RACCOMANDATI 101
prospetto A.1 Coefficienti parziali sulle azioni ( F).................................................................................................. 101
prospetto A.2 Coefficienti parziali sui parametri del terreno ( M)....................................................................... 101
prospetto A.3 Coefficienti parziali sulle azioni ( F) o sugli effetti delle azioni ( E) ....................................... 102
prospetto A.4 Coefficienti parziali sui parametri del terreno ( M)....................................................................... 102
prospetto A.5 Coefficienti parziali sulla resistenza ( R) per fondazioni superficiali ..................................... 103
prospetto A.6 Coefficienti parziali sulla resistenza ( R) per pali infissi............................................................. 103
prospetto A.7 Coefficienti parziali sulla resistenza ( R) per pali trivellati......................................................... 103
prospetto A.8 Coefficienti parziali sulla resistenza ( R) per pali trivellati ad elica continua ...................... 103
prospetto A.9 Fattori di correlazione per ricavare i valori caratteristici da prove di carico statiche
su pali (n - numero di pali sottoposti a prova) .............................................................................. 104
prospetto A.10 Fattori di correlazione per ricavare i valori caratteristici da risultati di prove sul
sottosuolo (n - numero di profili di prova) ...................................................................................... 104
prospetto A.11 Fattori di correlazione per ricavare i valori caratteristici da prove d’impatto
dinamiche (n - numero di pali sottoposti a prova) ....................................................................... 104
prospetto A.12 Coefficienti parziali sulla resistenza ( R) per ancoraggi pretensionati.................................. 105
prospetto A.13 Coefficienti parziali sulla resistenza ( R) per strutture di sostegno ........................................ 105
prospetto A.14 Coefficienti parziali sulla resistenza ( R) per pendii e stabilità globale ............................... 105
prospetto A.15 Coefficienti parziali sulle azioni ( F).................................................................................................. 106
prospetto A.16 Coefficienti parziali sui parametri del terreno e sulle resistenze ............................................. 106
prospetto A.17 Coefficienti parziali sulle azioni ( F).................................................................................................. 106
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Mobilitazione della spinta passiva efficace del terreno in terreni non coesivi,
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figura C.4
in funzione dello spostamento normalizzato della parete / p ( : spostamento;
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p: spostamento richiesto per la mobilitazione completa della spinta passiva del terreno.......123
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figura
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APPENDICE
(informativa) E RESISTENZA
ESEMPIO DI UN METODO SEMI-EMPIRICO PER LA STIMA DELLA
PORTANTE 127
APPENDICE F ESEMPI DI METODI PER LA STIMA DEI CEDIMENTI 128
(informativa)
APPENDICE G ESEMPIO DI UN METODO PER DERIVARE LA RESISTENZA PORTANTE
(informativa) PRESUNTA DI FONDAZIONI SUPERFICIALI SU ROCCIA 130
prospetto G.1 Classificazione per rocce tenere e fratturate ................................................................................. 130
figura G.1 Resistenza portante presunta per plinti di fondazione quadrati poggianti su roccia
(per cedimenti non maggiori di 0,5% della larghezza della fondazione).............................. 131
PREMESSA
Il presente documento (EN 1997-1) è stato elaborato dal Comitato Tecnico CEN/TC 250
"Eurocodici Strutturali", la cui segreteria è affidata al BSI. Il CEN/TC 250 è responsabile
per tutti gli Eurocodici Strutturali.
Alla presente norma europea deve essere attribuito lo status di norma nazionale, o
mediante pubblicazione di un testo identico o mediante notifica di adozione, entro
maggio 2005, e le norme nazionali in contrasto devono essere ritirate entro marzo 2010.
Il presente documento sostituisce la ENV 1997-1:1994.
In conformità alle Regole Comuni CEN/CENELEC, gli enti nazionali di normazione dei
seguenti Paesi sono tenuti a recepire la presente norma europea: Austria, Belgio, Cipro,
Danimarca, Estonia, Finlandia, Francia, Germania, Grecia, Irlanda, Islanda, Italia, Lettonia,
Lithuania, Lussemburgo, Malta, Norvegia, Paesi Bassi, Polonia, Portogallo, Regno Unito,
Repubblica Ceca, Slovacchia, Slovenia, Spagna, Svezia, Svizzera e Ungheria.
programmatecniche.
specifiche era l’eliminazione degli ostacoli tecnici al commercio e l’armonizzazione delle
Nell’ambito di tale programma di azioni, la Commissione prese l’iniziativa di stabilire un
insieme di regole tecniche armonizzate per la progettazione delle opere di costruzione
che, in una prima fase, sarebbe servito come alternativa rispetto ai regolamenti nazionali
in vigore negli Stati Membri ed, alla fine, li avrebbe sostituiti.
Per quindici anni, la Commissione, con l’aiuto di un Comitato Direttivo composto da
Rappresentanti degli Stati Membri, ha provveduto allo sviluppo del programma degli Eurocodici,
che ha portato alla stesura della prima generazione di codici Europei negli anni ’80.
Nel 1989, la Commissione e gli Stati Membri della UE e della EFTA decisero, in base ad
un accordo1) tra la Commissione ed il CEN, di trasferire il compito della preparazione e
della pubblicazione degli Eurocodici al CEN attraverso una serie di Mandati, con
l’obiettivo di attribuire ad essi nel futuro lo status di Norme Europee (EN). Questa
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decisione lega de facto gli Eurocodici alle prescrizioni di tutte le Direttive del Consiglio
e/o le decisioni della Commissione relative alle norme Europee (per esempio, la
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Direttiva del Consiglio 89/106/EEC sui prodotti da costruzione - CPD - e le Direttive del
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1) Accordo tra la Commissione delle Comunità Europee ed il Comitato Europeo di Normazione (CEN) concernente il lavoro
sugli EUROCODICI relativi alla progettazione di edifici e di opere di ingegneria civile (BC/CEN/03/89).
- dati specifici della singola nazione (geografici, climatici, ecc.), per esempio, la
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alternativa.
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2) Secondo l’Art. 3.3 della CPD, i requisiti essenziali (ER) sono precisati in documenti interpretativi destinati a stabilire i
collegamenti necessari tra i requisiti essenziali ed i mandati per le norme armonizzate EN e ETAG/ETA.
3) Secondo l’Art. 12 della CPD, i documenti interpretativi devono:
a) precisare i requisiti essenziali armonizzando la terminologia e i concetti tecnici di base, ed indicando classi o livelli
per ciascun requisito ove necessario;
b) indicare metodi per correlare queste classi o livelli di requisiti alle specifiche tecniche, per esempio metodi di calcolo
e di verifica, regole tecniche per la progettazione, ecc.;
c) servire come riferimento per stabilire norme armonizzate e orientamenti per i benestari tecnici europei.
Gli Eurocodici, de facto , ricoprono un ruolo simile nel campo dell’ER 1 e di una parte dell’ER 2.
Collegamenti tra gli Eurocodici e le specifiche tecniche armonizzate (EN e ETA) relative
ai prodotti
Sussiste la necessità di coerenza tra le specifiche tecniche armonizzate per i prodotti da
costruzione e le regole tecniche per le opere 4). Inoltre tutte le informazioni che
accompagnano la marcatura CE dei prodotti da costruzione che fanno riferimento agli
Eurocodici devono menzionare chiaramente quali Parametri Determinati a livello
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4) Vedere l’Art. 3.3 e l’Art. 12 del CPD, così come 4.2, 4.3.1, 4.3.2 e 5.2 dell’ID 1 (Documento Interpretativo n. 1).
SEZIONE 1 GENERALITÀ
1.1 Scopo e campo di applicazione
1.1.1 Scopo e campo di applicazione della EN 1997
(1) La EN 1997 è da utilizzarsi congiuntamente alla EN 1990:2002, che stabilisce i
principi
progettoe ei requisiti per lae sicurezza
la verifica, e la funzionalità,
fornisce indicazioni descrive
su aspetti i principi
relativi alla base per il
affidabilità
strutturale.
(2) La EN 1997 tratta gli aspetti geotecnici del progetto di edifici e di opere di ingegneria
civile. Essa è suddivisa in più parti distinte (vedere punti 1.1.2 e 1.1.3).
(3) La EN 1997 riguarda i requisiti di resistenza, stabilità, funzionalità e durabilità delle
strutture. Altri requisiti, per esempio quelli riguardanti l'isolamento termico o
acustico, non sono considerati.
(4) I valori numerici delle azioni sugli edifici e sulle opere di ingegneria civile da
considerare nel progetto sono specificati nella EN 1991 per i diversi tipi di
costruzione. Le azioni esercitate dal sottosuolo, come per esempio la spinta del
terreno, devono essere calcolate come indicato dalle regole della EN 1997.
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(5) Gli aspetti riguardanti l'esecuzione e la mano d'opera vengono trattati in norme
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(6) Nella EN 1997 gli aspetti esecutivi vengono considerati solo per quanto necessario
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(7) Nella EN 1997 non vengono considerati i requisiti particolari del progetto in zone
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and testing
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1.3 Presupposti
(1) Si fa riferimento al punto 1.3 della EN 1990:2002.
(2) Le disposizioni della presente norma si basano sui seguenti presupposti:
- i dati richiesti per il progetto sono acquisiti, registrati ed interpretati da personale
opportunamente qualificato;
- le strutture sono progettate da personale opportunamente qualificato ed esperto;
-
sussiste
si occupaundella
adeguato rapporto
raccolta dei dati,didella
contiguità e comunicazione
progettazione tra il personale che
e della costruzione;
- si garantiscono un’idonea supervisione e un idoneo controllo di qualità negli
stabilimenti, negli impianti ed in cantiere;
- l'esecuzione è condotta nel rispetto delle norme e delle specifiche pertinenti, da
personale avente la necessaria capacità professionale ed esperienza;
- i materiali da costruzione ed i prodotti vengono impiegati secondo quanto indicato
nella presente norma, o nelle relative specifiche di prodotto o del materiale;
- la struttura sarà sottoposta ad adeguata manutenzione in modo da garantire
sicurezza e funzionalità per la vita di esercizio prevista;
- la struttura sarà utilizzata per le finalità definite nel progetto.
(3) È necessario che questi presupposti siano considerati sia dal progettista sia dal
committente. Per evitare incertezze, si raccomanda che la loro osservanza sia
documentata, per esempio nella Relazione Geotecnica di Progetto.
1.5 Definizioni
1.5.1 Definizioni comuni a tutti gli Eurocodici
(1) Le definizioni comuni a tutti gli Eurocodici sono indicate nella EN 1990:2002, punto 1.5.
1.5.2.2 esperienza comparabile: Dati documentati o altre informazioni ben consolidate che
riguardano il sottosuolo di progetto, che si riferiscono a terreni e rocce dello stesso tipo,
per i quali ci si attende un comportamento simile dal punto di vista geotecnico, e strutture
simili. Le informazioni acquisite localmente sono ritenute particolarmente significative.
1.5.2.3 sottosuolo: Terreni, rocce e materiali di riempimento in sito prima dell'esecuzione dei lavori
di costruzione.
1.5.2.4 struttura: Combinazione organizzata di parti connesse, compresi i materiali di riempimento
posti in opera durante l'esecuzione dei lavori di costruzione, progettata per sostenere i
carichi e fornire una rigidezza adeguata.
Nota Definizione tratta dalla EN 1990:2002.
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1.5.2.5 valore derivato: Valore di un parametro geotecnico ricavato da risultati di prove, attraverso
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: Capacità
azioni di un componente, o della sezione trasversale di un componente strutturale,
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1.5.2.7 resistenza
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di sostenere senza subire rotture meccaniche, per esempio resistenza del sottosuolo,
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1.6 Simboli
(1) Ai fini della EN 1997-1 si applicano i seguenti simboli.
Lettere latine
A' area efficace di base ( A' = B ' L')
Ab area della base di un palo
G'stb;d valore
verifica dial progetto delle(peso
sollevamento azionisommerso)
verticali permanenti stabilizzanti per una
H carico orizzontale, o componente dell'azione totale agente parallelamente
alla base della fondazione
H d valore di progetto di H
h altezza di una parete
h livello dell'acqua per il sollevamento idraulico
h' altezza di una colonna di terreno per la verifica al sollevamento idraulico
hw;k valore caratteristico del carico idrostatico alla base di una colonna di terreno
coefficiente di spinta del terreno a riposo
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K 0
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K 0; coefficiente di spinta del terreno a riposo nel caso di superficie del terreno a
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rapporto d/ cvd
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k
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UNI EN 1997-1:2005
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UNI EN 1997-1:2005
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© UNI Pagina 8
Copyright Ente Nazionale Italiano di Unificazione
http://slidepdf.com/reader/full/uni-en-1997-1Licensee=Politecnico Milano/5935522004
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No reproduction or networking permitted without license from IHS Not for Resale, 04/22/2010 10:27:34 MDT
5/25/2018 UNIEN1997-1-slidepdf.com
u pressione interstiziale
udst;d valore di progetto della pressione interstiziale totale destabilizzante
V carico verticale, o componente dell'azione agente in direzione normale alla
base della fondazione
V d valore di progetto di V
V ' d valore di progetto dell'azione verticale efficace, o componente dell'azione
totale agente in direzione normale alla base della fondazione
V dst;d valore di progetto dell'azione verticale destabilizzante su una struttura
V dst;k valore caratteristico dell'azione verticale destabilizzante su una struttura
X d valore di progetto di una proprietà del materiale
X k valore caratteristico di una proprietà del materiale
z distanza verticale
Lettere greche
inclinazione sull'orizzontale della base di una fondazione
angolo di inclinazione della superficie del terreno a tergo di una parete
(positivo
angolo diverso
attritol'alto)
all'interfaccia terreno-struttura
d valore di progetto di
peso nell'unità di volume
' peso nell'unità di volume efficace
a coefficiente parziale per ancoraggi
a;p coefficiente parziale per ancoraggi permanenti
a;t coefficiente parziale per ancoraggi temporanei
b coefficiente parziale per la resistenza alla base di un palo
c' coefficiente parziale per la coesione efficace
cu coefficiente parziale per la resistenza al taglio non drenata
E coefficiente parziale per l'effetto di una azione
f coefficiente parziale per le azioni, che tiene conto delle possibili divergenze
sfavorevoli dei valori dell'azione rispetto ai valori rappresentativi
F coefficiente parziale per una azione
G coefficiente parziale per una azione permanente
G;dst coefficiente parziale per una azione permanente destabilizzante
G;stb coefficiente parziale per una azione permanente stabilizzante
m coefficiente parziale per un parametro del terreno (proprietà del materiale)
m;i coefficiente parziale per un parametro del terreno relativo allo strato i -esimo
M coefficiente parziale per un parametro del terreno (proprietà del materiale),
che tiene anche conto di incertezze sul modello
Q coefficiente parziale per una azione variabile
qu coefficiente parziale per la resistenza non confinata
R coefficiente parziale per una resistenza
R;d coefficiente parziale per l'incertezza in un modello di resistenza
R;e coefficiente parziale per la resistenza passiva offerta dal terreno
R;h coefficiente parziale per la resistenza allo scorrimento
R;v coefficiente parziale per la resistenza portante
s coefficiente parziale per la resistenza laterale di un palo
S;d coefficiente parziale per le incertezze nella modellazione degli effetti delle azioni
Q;dst coefficiente parziale per una azione variabile destabilizzante
CFA
OCR Pali grado trivellati ad elica continua
di sovraconsolidazione
Nota 1 I simboli comuni a tutti gli Eurocodici sono definiti nella EN 1990:2002.
Nota 2 La simbologia adottata si basa sulla ISO 3898:1997.
(2) Per i calcoli geotecnici, si raccomanda l'impiego delle seguenti unità di misura o di
loro multipli:
- forza kN
- massa kg
- momento kNm
- massa volumica kg/m3
- peso dell'unità di volume kN/m3
- sforzo, pressione, resistenza e rigidezza kPa
- coefficiente di permeabilità m/s
- coefficiente di consolidazione m2/s
--`,`,```,`,,,,,`,``,,`,,,,``,,,-`-`,,`,,`,`,,`---
(5) Nella pratica, è spesso l'esperienza ad indicare quale tipo di stato limite condiziona
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il progetto, e la sicurezza rispetto ad altri stati limite può essere accertata mediante
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verifiche di controllo.
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(6) Si raccomanda che gli edifici siano generalmente protetti dall'infiltrazione di acqua
dal sottosuolo o dall'invasione di vapori o gas al loro interno.
(7) Si raccomanda che, se possibile, i risultati del progetto siano messi a confronto con
l'esperienza che deriva da situazioni comparabili.
(8)P Per stabilire i requisiti minimi di ampiezza e natura delle indagini geotecniche, dei
calcoli e delle verifiche di controllo in corso d'opera, si devono valutare la
complessità ed i rischi associati ad ogni specifico progetto geotecnico. In particolare,
si deve distinguere tra:
- strutture leggere e semplici e piccole opere di terra, per le quali è possibile
garantire che i requisiti minimi siano soddisfatti sulla base dell'esperienza e con
indagini geotecniche qualitative, con rischio trascurabile;
- altre strutture geotecniche.
Nota I criteri per soddisfare i requisiti minimi possono essere indicati dall'appendice nazionale.
(9) Per strutture e opere di terra con piccolo rischio e senza particolare complessità
sotto il profilo geotecnico, come sopra indicato, si possono adottare procedure di
progettazione semplificate.
(10) Per stabilire i requisiti per la progettazione geotecnica, si possono introdurre tre
Categorie Geotecniche 1, 2 e 3.
(11) Si raccomanda che gli una classificazione preliminare di una struttura in base alla
Categoria Geotecnica sia generalmente stabilita prima delle indagini geotecniche.
Se necessario, si raccomanda che la categoria sia poi verificata e modificata in ogni
fase della progettazione e del processo di costruzione.
(12) Per ragioni economiche o perché più appropriato, il progettista può seguire le
procedure di una categoria geotecnica superiore.
(13) I vari aspetti progettuali di un progetto possono essere trattati secondo Categorie
Geotecniche diverse. Non è necessario trattare l'intera opera in progetto secondo la
categoria massima.
(14) Si raccomanda la Categoria Geotecnica 1, comprenda soltanto strutture di piccolo
impegno e relativamente semplici:
- per le quali è possibile garantire che i requisiti fondamentali sono soddisfatti sulla
base dell'esperienza e con indagini geotecniche qualitative;
- con rischio trascurabile.
(15) Si raccomanda che le procedure della Categoria Geotecnica 1, siano impiegate
soltanto nei casi in cui i rischi di instabilità globale o di movimenti del sottosuolo
siano minimi ed in situazioni che, in base ad esperienze comparabili locali, risultino
sufficientemente semplici. In questi casi le procedure per il progetto e la costruzione
delle fondazioni possono consistere in metodi convenzionali.
(16) Si raccomanda che le procedure della Categoria Geotecnica 1, sia impiegata soltanto
nei casi in cui non siano previsti scavi sotto falda, ovvero quando, per esperienza
locale comparabile, il previsto scavo sotto falda è realizzabile in maniera semplice.
(17) Si raccomanda che la Categoria Geotecnica 2, comprenda tipi di struttura e di
fondazioni
terreno o diconvenzionali,
carico insolite. che non presentano rischi eccezionali o condizioni del
(18) Si raccomanda che la progettazione di strutture della Categoria Geotecnica 2
implichino generalmente l'utilizzo di dati geotecnici ed analisi di tipo quantitativo, per
garantire che siano soddisfatti i requisiti fondamentali.
(19) Per le prove in sito e di laboratorio e per la progettazione e realizzazione di opere
che ricadono nella Categoria Geotecnica 2, è possibile adottare procedure di tipo
convenzionale.
Nota Nel seguito si forniscono esempi di strutture convenzionali o di parti di strutture conformi alla Categoria
Geotecnica 2:
- fondazioni superficiali;
-
fondazioni a platea;
-
fondazioni su pali;
-
muri e altre strutture di ritenuta o sostegno di terreno o acqua;
-
scavi;
-
pile e spalle dei ponti;
-
rilevati e opere di terra;
-
ancoraggi al terreno e altri sistemi di bloccaggio;
-
gallerie in rocce dure e non fratturate, non soggette a particolari requisiti di tenuta idraulica o altri
requisiti.
(20) Si raccomanda che la Categoria Geotecnica 3 comprenda strutture o parti di
strutture che non ricadono nelle Categorie Geotecniche 1 e 2.
(21) Si raccomanda che la Categoria Geotecnica 3 implichi generalmente regole e
disposizioni alternative rispetto a quelle della presente norma. -
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Nota `
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- strutture che comportano rischi eccezionali, o condizioni del sottosuolo o di carico insolite o
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straordinariamente difficili;
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- strutture in zone ove siano prevedibili instabilità del sito o spostamenti del sottosuolo permanenti,
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- cavità
soffice,per dissoluzione,
e processi quali inghiottitoi
di dissoluzione in atto; o fessure riempite di materiale
- l'ambiente in cui si inserisce il progetto, compreso quanto segue:
- effetti di scalzamento, erosione e scavo, che determinano la alterazione
della geometria del piano campagna,
- effetti della corrosione chimica,
- effetti degli agenti climatici,
- effetti del gelo,
- effetti di periodi di siccità di lunga durata,
- variazioni del livello di acqua del sottosuolo, dovuti per esempio a drenaggio,
eventuali inondazioni, rottura dei sistemi di drenaggio, sfruttamento idrico,
- la presenza di gas che emergono dal terreno,
- altri effetti del tempo e dell'ambiente sulla resistenza e sulle altre proprietà
dei materiali; per esempio l'effetto di cavità di origine animale;
- terremoti;
- spostamenti del sottosuolo dovuti alla subsidenza per scavi in sotterraneo o altre
attività;
- la vulnerabilità della struttura alle deformazioni;
- l'effetto della nuova costruzione su quelle già esistenti, sui servizi e sull'ambiente
circostante.
2.3 Durabilità
(1)P Nell'ambito della progettazione geotecnica si deve valutare l'influenza delle
condizioni ambientali sulla durabilità della costruzione per rendere possibile
l'adozione di misure di protezione o prevedere materiali di resistenza adeguata.
(2) Nella progettazione della durabilità dei materiali che ricadono nel sottosuolo, si
raccomanda di considerare quanto segue:
a) per il calcestruzzo:
- agenti aggressivi presenti nelle acque del sottosuolo, nel sottosuolo stesso o
nel materiale di riempimento, come per esempio acidi o solfati;
b) per l'acciaio:
- attacco chimico laddove parti della fondazione sono immerse in un
sottosuolo sufficientemente permeabile da consentire la percolazione di
acqua del sottosuolo e l'ossigenazione,
c) per il legno:
- funghi e batteri aerobici in presenza di ossigeno;
d) per i tessuti sintetici:
- gli effetti di invecchiamento dovuti all'esposizione ai raggi ultravioletti o al
degrado prodotto dall'ozono o dall'azione combinata della temperatura e
dello stato di sforzo, e gli effetti secondari dovuti alla degradazione chimica.
(3) Si raccomanda di fare riferimento a quanto previsto dalle norme sui materiali da
costruzione in materia di durabilità.
2.4.1 Generalità
(1)P La progettazione basata sul calcolo deve essere conforme ai requisiti fondamentali
della EN 1990:2002 e con le regole specifiche della presente norma. La progettazione
basata sul calcolo considera:
- azioni, che derivano da carichi o spostamenti imposti, per esempio da movimenti
del sottosuolo;
- proprietà dei terreni, delle rocce e degli altri materiali;
- dati geometrici;
- valori limite delle deformazioni, dell'ampiezza delle fessure, delle vibrazioni, ecc.;
- modelli di calcolo.
(2) Si raccomanda
dipende di considerare
dall'estensione che la delle
e dalla qualità conoscenza
indaginidelle condizioni
geotecniche. Perdelottemperare
sottosuolo
ai requisiti fondamentali, tale conoscenza, insieme al controllo della qualità
dell'esecuzione, sono solitamente più importanti della precisione dei modelli di
calcolo e dei coefficienti parziali.
(3)P Il modello di calcolo deve rappresentare il comportamento del sottosuolo così come
ipotizzato nello stato limite considerato.
(4)P Se per un particolare stato limite non è disponibile un modello di calcolo affidabile, si
deve analizzare uno stato limite alternativo con coefficienti tali da garantire che il
superamento del particolare stato limite considerato sia sufficientemente
improbabile. In alternativa, il progetto si deve condurre attraverso prescrizioni,
modellazione fisica e prove di carico, o con l'impiego del metodo osservazionale.
(5) Il modello di calcolo può essere:
- analitico;
- semi-empirico;
- numerico.
(6)P Un modello di calcolo deve essere preciso, ovvero comportare errori a favore della
sicurezza.
(7) Un modello di calcolo può implicare delle semplificazioni.
(8) Se necessario, si possono applicare modifiche ai risultati della modellazione per garantire
che i calcoli di progetto siano precisi, ovvero comportino errori a favore della sicurezza.
(9) Se la modifica dei risultati avviene attraverso l'applicazione di un coefficiente di
modello, si raccomanda che quest’ultimo tenga conto di quanto segue:
- il grado di incertezza dei risultati del metodo di analisi;
- gli errori sistematici propri del metodo di analisi.
--`,`,```,`,,,,,`,``,,`,,,,``,,,-`-`,,`,,`,`,,`---
(10)P Se nell'analisi viene impiegata una correlazione empirica, si deve accertare la sua
applicabilità alle effettive condizioni del sottosuolo.
(11) Si raccomanda che gli stati limite, che riguardano la formazione di un meccanismo di
rottura nel sottosuolo siano verificati prontamente utilizzando un modello di calcolo.
Per gli stati limite definiti attraverso considerazioni sulle deformazioni, si raccomanda
che queste ultime siano determinate mediante calcoli, come descritto al punto 2.4.8,
oppure valutate diversamente.
Nota Molti modelli di calcolo si basano sull'ipotesi di un comportamento del sistema sottosuolo/struttura
sufficientemente duttile. D'altra parte, la mancanza di duttilità conduce ad uno stato limite ultimo
caratterizzato da un collasso improvviso.
(12) L'impiego di metodi numerici è appropriato se tiene conto della compatibilità fra le
deformazioni o della interazione tra la struttura ed il terreno in corrispondenza dello
stato limite.
(13) Si raccomanda che, in corrispondenza di uno stato limite, sia considerata la
compatibilità fra le deformazioni. Nei casi in cui si possa verificare una rottura che
coinvolge congiuntamente sia elementi strutturali sia il sottosuolo, può essere
necessaria un'analisi dettagliata, che tiene conto della rigidezza relativa di
sottosuolo e struttura. Ciò vale, per esempio, per le fondazioni a platea, per i pali
soggetti
prestare ad azioni trasversali
particolare e peralla
attenzione le pareti di sostegno
compatibilità flessibili.
delle Si raccomanda
deformazioni quando dii
materiali sono fragili, ovvero presentano un comportamento a rottura di tipo
incrudente negativo ("strain-softening").
(14) In alcuni problemi, come nel caso di scavi sostenuti da pareti flessibili ancorate o
puntonate, l'intensità e la distribuzione delle spinte del terreno, delle sollecitazioni
strutturali e dei momenti flettenti, dipendono in gran parte dalla rigidezza della
struttura, dalla rigidezza e dalla resistenza del sottosuolo e dallo stato di sforzo
iniziale nel sottosuolo medesimo.
(15) Si raccomanda che, nei problemi di interazione sottosuolo-struttura, i legami
sforzo-deformazione per il sottosuolo ed i materiali strutturali e gli stati di sforzo nel
sottosuolo, siano adeguati per ottenere una soluzione conservativa nell'analisi di un
particolare stato limite.
2.4.2 Azioni
(1)P La definizione delle azioni deve essere tratta dalla EN 1990:2002. Quando pertinente,
i valori delle azioni devono essere ripresi dalla EN 1991.
(2)P In quanto noti, i valori delle azioni geotecniche si devono scegliere preliminarmente;
il valore può quindi cambiare nel corso del calcolo.
Nota I valori delle azioni geotecniche possono variare durante il calcolo. In tali casi, un valore noto
preliminare viene introdotto come stima iniziale.
(3)P Nella determinazione delle azioni da considerare nel progetto si deve tenere conto di
eventuali interazioni tra la struttura ed il sottosuolo.
(4) Si raccomanda che, nella progettazione geotecnica, le azioni siano derivate da
quanto segue:
- peso proprio del terreno, della roccia e dell'acqua;
-
- stato di sforzo nel sottosuolo;
-
`
,
`
,
`
`
`
,
- spinta del terreno;
`
- pressioni interstiziali;
,
,
`
,
,
,
,
`
`
- forze di filtrazione;
,
,
,
-
`
-
`
,
,
- sovraccarichi;
- forze di ormeggio;
- scarico o scavo del terreno;
(2)P Iinvalori
mododeterminati
congruenteattraverso risultati
con lo stato limitediconsiderato.
prove e altri dati devono essere interpretati
(3)P Si deve tener conto delle eventuali divergenze tra proprietà del sottosuolo e
parametri geotecnici, che derivano dai risultati delle prove, e proprietà e parametri
che controllano il comportamento della costruzione geotecnica.
(4) Le divergenze a cui si riferisce il punto 2.4.3(3)P possono essere dovute ai seguenti
fattori:
- molti parametri geotecnici non sono realmente costanti, ma dipendono dal livello -
-
-
- l'assetto strutturale del terreno e delle rocce (per esempio fessure, laminazioni, o
,
,
`
-
`
-
,
elementi/grani grossolani) che può svolgere un ruolo diverso nella prova e nella
,
,
`
`
,
,
,
,
`
,
,
`
costruzione geotecnica;
`
,
`
- la riduzione della resistenza nei terreni e nelle rocce indotta dalla percolazione
`
,
`
,
`
-
-
dell'acqua;
UNI EN 1997-1:2005
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(5) I valori caratteristici possono essere valori inferiori, che sono minori dei valori più
probabili, o valori superiori, che sono maggiori.
(6)P Per ogni calcolo si deve utilizzare la combinazione più sfavorevole di valori inferiori
e superiori dei parametri indipendenti.
(7) Il volume di terreno che determina il comportamento di una costruzione geotecnica in
corrispondenza di uno stato limite è, in genere, di dimensioni molto maggiori rispetto
ad un campione
conseguenza, di provadelo al
il valore volume dideterminante
parametro terreno interessato da una
è spesso prova
il valor in sito.
medio Di
di un
campo di valori relativi ad una grossa superficie o volume del terreno. Si raccomanda
che il valore caratteristico sia una valutazione cautelativa di tale valor medio.
(8) Se il comportamento della costruzione geotecnica nello stato limite considerato, è
determinato dal valore minimo o massimo di una proprietà del sottosuolo, si
raccomanda che il valore caratteristico corrisponda ad una stima cautelativa del
valore minimo o massimo del parametro, relativamente al volume di terreno
significativo.
(9) Nella scelta del volume di terreno che determina il comportamento di una costruzione
geotecnica, in corrispondenza di uno stato limite, si raccomanda di considerare che
tale stato limite può dipendere dal comportamento della sovrastruttura. Per esempio,
considerando lo statoche
plinti, si raccomanda limite ultimo perdeterminante
il parametro resistenza portante di un edificio
sia la resistenza media suofferta
numerosi
dal
terreno sotto ogni plinto, quando l'edificio non è in grado di contrastare una rottura
localizzata. Se, invece, l'edificio è sufficientemente rigido e resistente, si raccomanda
che il parametro determinante sia la media di queste resistenze, relativamente a tutto
il terreno sotto l'edificio o a parte di esso.
(10) Nel caso in cui la scelta dei valori caratteristici delle proprietà del sottosuolo venga
eseguita con metodi statistici, si raccomanda che questi distinguano tra
campionamenti locali e regionali, nonché comprendano l'utilizzo di valori noti a priori
relativi alle proprietà confrontabili del terreno.
(11) Nel caso in cui siano utilizzati metodi statistici, si raccomanda che il valore
caratteristico di una grandezza sia fissato in modo tale che, per un particolare stato
limite, la probabilità che si verifichi un valore più sfavorevole non sia maggiore del 5%.
Nota In questo senso, una stima cautelativa del valore medio è la media dei valori che assume un parametro
geotecnico per un intervallo di confidenza pari al 95%; nei casi riguardanti la rottura locale, una stima
cautelativa del valore minore è un frattile del 5%.
(12)P Quando si fa uso di prospetti per i valori caratteristici di parametri geotecnici, si deve
scegliere un valore caratteristico molto cautelativo.
con
F rep = F k (2.1b)
-
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,
,
,
`
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ultimi), i valori di progetto delle pressioni interstiziali sono quelli più sfavorevoli che si
,
,
`
,
`
,
,
possono presentare nel corso della vita di progetto dell'opera. Nel caso di stati limite
`
,
,
`
-
`
con conseguenze meno gravi (in genere stati limite di esercizio), i valori di progetto
-
,
,
,
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`
,
devono essere scelti come i valori più sfavorevoli che si possono presentare in
,
,
,
`
,
,
`
circostanze normali.
`
,
`
,
,
,
,
,
`
(7) In alcuni casi, pressioni dell'acqua di valore eccezionale che sono conformi al
,
`
`
`
,
`
(8) accidentali.
I valori di progetto delle pressioni interspaziali nel sottosuolo si ricavano o
applicando i coefficienti parziali ai valori caratteristici delle pressioni, o applicando
un margine di sicurezza al valore caratteristico del livello idrico, in conformità ai
punti 2.4.4(1)P e 2.4.5.3(1)P.
(9) Si raccomanda di considerare i seguenti aspetti, che possono influire sulle pressioni
idrauliche:
- la quota della superficie libera o della superficie freatica;
- gli effetti favorevoli o sfavorevoli del drenaggio, sia naturale che artificiale,
tenendo conto del mantenimento della sua efficienza nel tempo;
- l'afflusso di acqua dovuto alle precipitazioni, alle inondazioni, alla rottura di
condotte o ad altre possibili cause;
-
variazioni delle pressioni dell'acqua per la crescita o per la rimozione della
vegetazione.
(10) Si raccomanda di prendere in considerazione situazioni sfavorevoli per i livelli
dell'acqua, che possono essere determinate da modifiche nella captazione e ridotto
drenaggio, per effetto di intasamenti, gelo, o altro.
(11) A meno che non sia possibile dimostrare l'idoneità del sistema di drenaggio e garantire
la sua efficienza, si raccomanda che la superficie freatica di progetto sia coincidente
con il massimo livello possibile dell'acqua nel sottosuolo ed eventualmente anche a
piano, campagna.
2.4.6.2 Valori
(1)P Idivalori
progettodi perprogetto
i parametri
deigeotecnici
parametri geotecnici ( X d) devono essere ricavati dai
corrispondenti valori caratteristici applicando la formula seguente:
X d = X k / M
(2.2)
o devono essere valutati direttamente.
(2)P Nell'equazione (2.2) i valori dei coefficienti parziali M, che si devono adottare, sono
quelli indicati per situazioni permanenti e transitorie in appendice A.
Nota 1 I valori dei coefficienti parziali possono essere definiti dall'appendice nazionale.
Nota 2 I valori raccomandati riportati in appendice A, stabiliscono il minimo livello di sicurezza per situazioni di
progetto convenzionali.
(3) direttamente,
Nel caso in cui i valori di progetto
si raccomanda per idei
che i valori parametri geotecnici
coefficienti parziali vengano valutati
raccomandati in
appendice A siano utilizzati come indicazione del livello di sicurezza necessario.
2.4.6.4 Valori di progetto per le proprietà dei materiali e degli elementi strutturali
(1)P Le caratteristiche di resistenza di progetto dei materiali strutturali, e le resistenze di
progetto degli elementi strutturali, si devono calcolare in conformità alle
EN 1992 - EN 1996 e alla EN 1999.
Nota
`
`
,
`
,
,
,
,
(5) Possono essere utilizzati valori meno restrittivi rispetto a quelli raccomandati in
,
`
,
`
`
`
,
(6) Nel calcolo del valore di progetto della resistenza, (R d), o del valore di progetto
dell'effetto delle azioni, (E d), si possono introdurre rispettivamente i coefficienti di
modello ( R;d) o ( S;d), per garantire che i risultati del modello di calcolo utilizzato per
il progetto siano rigorosi, ovvero comportino errori dal lato della sicurezza.
Nota I valori dei coefficienti parziali possono essere stabiliti nell’appendice nazionale.
Nota 2 I valori dei coefficienti parziali possono essere definiti dall'appendice nazionale. In tal caso, i prospetti
,
`
,
`
`
,
,
2.4.7.3 Verifica di resistenza per stati limite nella struttura e nel sottosuolo in situazioni permanenti e
`
,
,
`
,
,
`
transitorie
,
`
,
,
`
-
-
-
2.4.7.3.1 Generalità
(1)P Nell'esame
strutturale odidi uno
una stato
parte limite di rottura
di sottosuolo o deformazione
(STR eccessiva
e GEO), si deve di un
verificare che:elemento
E d R d (2.5)
(2) derivano
In alcunedal situazioni
terreno di progetto,
(come l'applicazione
per esempio la spintadel delle
coefficienti
terre oparziali ad azioni
dell'acqua) potrebbeche
condurre a valori di progetto che sono irragionevoli o persino fisicamente impossibili.
In queste situazioni, i coefficienti si possono applicare direttamente agli effetti delle
azioni prese con il loro valore rappresentativo.
(3)P Nelle equazioni (2.6a) e (2.6b) si devono adottare i coefficienti parziali definiti ai punti
A.3.1(1)P e A.3.2(1)P.
Nota I valori dei coefficienti parziali possono essere definiti dall'appendice nazionale. I prospetti A.3 e A.4
forniscono i valori raccomandati.
I valori dei coefficienti parziali possono essere definiti dall'appendice nazionale. In tal caso i prospetti
,
Nota `
,
,
`
-
A.5, A.6, A.7, A.8, A.12, A.13 e A.14 forniscono i valori raccomandati.
`
-
,
,
,
`
`
,
,
,
,
`
,
2.4.7.3.4.1 Generalità
`
,
`
,
`
-
-
(1)P Il modo in cui applicare le equazioni (2.6) e (2.7) deve seguire uno dei tre Approcci
di Progetto.
Nota 1 Il modo di applicare le equazioni (2.6) e (2.7) e l'Approccio di Progetto da utilizzare, possono essere indicati
dall'appendice nazionale.
Nota 2 L'appendice B fornisce ulteriori chiarimenti sugli Approcci di Progetto.
Nota 3 I coefficienti parziali in appendice A da utilizzare nelle equazioni (2.6) e (2.7) sono raccolti in gruppi indicati
con le lettere A (per le azioni o gli effetti delle azioni), M (per i parametri del terreno) ed R (per le resistenze).
I gruppi vanno scelti in funzione dell'Approccio di Progetto utilizzato.
Nota I valori dei coefficienti parziali possono essere definiti dall'appendice nazionale. I prospetti A.15 e A.16
forniscono i valori raccomandati. -
-
-
`
,
,
`
,
`
,
,
`
,
,
2.4.7.5 Verifica di resistenza alla rottura per sollevamento prodotto dalla filtrazione dell'acqua nel sottosuolo
`
-
`
-
,
(1)P Quando si considera uno stato limite di rottura per sollevamento (HYD, vedere
,
,
`
`
,
,
,
punto 10.3), si deve verificare, per ogni colonna di terreno significativa, che il valore
,
`
,
,
`
`
di progetto della pressione interstiziale destabilizzante totale (udst;d) alla base della
,
`
,
,
,
,
,
colonna, oppure il valore di progetto della forza di filtrazione (Sdst;d) nella colonna, sia
`
,
`
`
`
,
`
minore o uguale al valore dello sforzo totale verticale stabilizzante ( stb;d) alla base
,
`
-
-
brevi,
i tempiper
- consentire
di risposta l'adozione
degli strumentidi eprovvedimenti contingenti
le procedure per l'analisi in
deimodo efficace;
risultati devono
essere sufficientemente veloci rispetto alla possibile evoluzione del sistema;
- si deve elaborare un piano di provvedimenti contingenti che possa essere
adottato nel caso in cui il monitoraggio metta in evidenza un comportamento che
non ricade entro i limiti accettabili.
(3)P In corso d'opera, il monitoraggio deve essere attuato come previsto.
(4)P I risultati del monitoraggio devono essere valutati nelle fasi opportune e, se risultano
superati i limiti di comportamento, devono essere attuati i provvedimenti contingenti
pianificati.
(5)P Nel caso in cui l'attrezzatura per il monitoraggio non sia in grado di fornire dati
affidabili
integrata.del tipo appropriato o in quantità sufficiente, essa deve essere sostituita o
--`,`,```,`,,,,,`,``,,`,,,,``,,,-`-`,,`,,`,`,,`---
--`,`,```,`,,,,,`,``,,`,,,,``,,,-`-`,,`,,`,`,,`---
(4) Se il carattere e l'estensione delle indagini sono correlati alla Categoria Geotecnica
`
,
,
,
,
`
Ogni livello di acqua libera riscontrato durante le indagini deve essere segnalato
`
,
`
,
,
`
,
(vedere EN 1997-2).
,
`
-
`
-
,
,
,
`
(8) Si raccomanda di stabilire i livelli estremi di ogni sorgente idrica che può influenzare
`
,
,
,
,
`
,
le pressioni interstiziali.
,
`
`
,
`
,
,
,
,
(5) Oltre all'esame visivo, possono essere utilizzate varie prove di classificazione,
identificazione e quantificazione dei terreni e delle rocce (vedere EN 1997-2), quali
per i terreni:
- distribuzione granulometrica,
- peso dell'unità di volume,
- porosità,
- contenuto d'acqua,
- forma dei grani,
- scabrezza superficiale dei grani,
- densità relativa,
- limiti di Atterberg,
- rigonfiamento,
- contenuto di carbonati,
- contenuto di sostanze organiche;
per le rocce:
- natura mineralogica,
- costituzione petrografica,
- contenuto d'acqua,
- peso dell'unità di volume,
- porosità,
- velocità di propagazione delle onde sonore,
- capacità di assorbimento rapido d'acqua,
- rigonfiamento,
- indice di durabilità,
- resistenza a compressione monoassiale.
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- deformazioni molto elevate, nel caso in cui queste si possano verificare in una
situazione di progetto;
- superfici di scorrimento preesistenti;
- effetti del tempo;
- sensitività dei terreni coesivi;
- grado di saturazione.
(2) Quando la valutazione della resistenza al taglio si basa su risultati di prove, si
raccomanda di tenere conto del livello di affidabilità della teoria utilizzata per
ricavarne i valori, del possibile disturbo durante il campionamento e della
eterogeneità dei campioni.
(3) Per quanto riguarda gli effetti del tempo, si raccomanda di considerare che il periodo
durante il quale un terreno rimane effettivamente in condizioni non drenate, dipende
dalla sua permeabilità, dalla disponibilità di acqua libera e dalle condizioni al
contorno di tipo geometrico.
(4)P I valori dei parametri di resistenza al taglio in termini di sforzi efficaci, c ' e tan ', si
devono considerare costanti solo per l'intervallo di sforzo entro il quale sono stati
stimati.
costruzioni precedenti.
`
,
,
,
,
,
`
,
`
`
`
,
`
si possono
descritto ottenere
nella utilizzando il concetto di classificazione degli ammassi rocciosi
EN 1997-2.
(4)P Si deve valutare la sensitività delle rocce per esempio a variazioni del clima, o dello
stato di sforzo. Si deve inoltre considerare l'influenza della degradazione chimica sul
comportamento di fondazioni su roccia.
(5) Nella valutazione della qualità di rocce e ammassi rocciosi, si raccomanda di
prendere in considerazione i seguenti aspetti:
- alcune rocce tenere porose si riducono rapidamente a terreni di bassa
resistenza, specialmente se esposte all'azione degli agenti atmosferici;
- alcune rocce presentano elevate velocità di dissoluzione a causa delle acque del
sottosuolo che producono canali, caverne e inghiottitoi che possono svilupparsi
- fino al piano
alcune di campagna;
rocce, se scaricate ed esposte all'aria, subiscono un marcato
rigonfiamento dovuto all'assorbimento di acqua da parte dei minerali argillosi.
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cautelativa della curva sperimentale. Per quelle prove in cui viene determinata
,
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`
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ottenute per lo stesso sito, al fine di stimare la pressione limite a partire dal modulo
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pressiometrico.
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`
`
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,
`
,
`
-
-
- presentazione
sugli di tutte ed
aspetti geologici le iinformazioni geotecniche disponibili, comprese quelle
dati pertinenti;
- valutazione dei dati da un punto di vista geotecnico con indicazione delle ipotesi
formulate nell'interpretazione dei risultati delle prove.
Le informazioni possono essere presentate in un'unica relazione o come parti
distinte.
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dell'indagine;
,
`
,
,
`
-
`
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,
(2) Si
- raccomanda inoltre che, la grafica
tabulati e presentazione valutazione dei datidelle
dei risultati geotecnici
attivitàcomprenda, se pertinente:in
in sito e di laboratorio,
relazione ai requisiti progettuali e, se ritenuto necessario;
- istogrammi che illustrino il campo dei valori per i dati più significativi e la loro
distribuzione;
- profondità della superficie freatica e sue oscillazioni stagionali;
- profili stratigrafici che evidenzino le diverse formazioni, presenti;
- descrizioni dettagliate di tutte le formazioni comprese le rispettive proprietà
fisiche e le caratteristiche di compressibilità e resistenza;
- commenti sulle disomogeneità quali sacche e cavità;
- il campo ed i gruppi di valori derivati dei dati geotecnici per ogni strato.
4.2 Supervisione
4.2.1 Piano di supervisione
(1)P Il piano contenuto nella Relazione Geotecnica di Progetto deve indicare i limiti
ammissibili per i risultati che verranno ottenuti dalla supervisione.
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4.3.2 Acqua del sottosuolo
`
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dell'acqua del sottosuolo, riscontrati in corso d'opera, devono essere confrontati con
,
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,
,
`
,
`
(2) Per siti in cui si è a conoscenza o si ritiene che esistano variazioni rilevanti nella
`
,
,
,
-
`
approfonditi.
`
,
`
,
,
`
-
-
-
(7) Per strutture sotto falda che possono andare soggette a sollevamento, si
raccomanda che le pressioni interstiziali siano monitorate finché il peso della
struttura non sia sufficiente per escludere la possibilità di sollevamento.
(8) Se una parte delle opere permanenti o provvisionali può essere influenzata in
maniera significativa da agenti chimici, si raccomanda di eseguire un'analisi chimica
dell'acqua presente nel sottosuolo.
(9)P costruzione
Si deve valutare l'effetto processi
(compresi sul regimecostruttivi
di pressioni
cheinterstiziali
prevedano delle iloperazioni di
drenaggio,
cementazione, scavo di gallerie).
(10)P Scostamenti rispetto alle caratteristiche idrauliche del sottosuolo ipotizzate nel
progetto, devono essere segnalate immediatamente.
(11)P Si deve verificare che i principi adottati nella progettazione siano adeguati alle reali
caratteristiche idrauliche del sottosuolo.
4.5 Monitoraggio
(1)P Il monitoraggio si deve effettuare:
- per verificare la validità delle previsioni di comportamento formulate nel progetto;
- per garantire che, dopo il completamento, la struttura continui a comportarsi
come previsto.
(2)P Il programma di monitoraggio deve essere attuato in conformità alla Relazione
Geotecnica di Progetto [vedere punto 2.8(3)].
(3) Si raccomanda di conservare le registrazioni relative all'effettivo comportamento
delle opere, in modo da formare archivi di esperienza comparabile.
(4) Si raccomanda che il monitoraggio comprenda misurazioni di quanto segue:
- deformazioni del sottosuolo interessato dalla struttura;
- valori delle azioni;
- valori della pressione di contatto tra terreno e struttura;
- pressioni interstiziali;
- forze e spostamenti (spostamenti verticali e orizzontali, rotazioni o distorsioni)
degli elementi strutturali.
(5) Si raccomanda che, se possibile, i risultati delle misurazioni siano integrati da
osservazioni qualitative, che comprendono l'aspetto architettonico.
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4.6 Manutenzione
(1)P Si deve specificare la manutenzione richiesta per garantire la sicurezza e la funzionalità
dell'opera.
Nota Questo generalmente viene specificato al proprietario/committente.
(2) Si raccomanda che le specifiche sulla manutenzione forniscano informazioni su:
- parti critiche della struttura che richiedono ispezioni sistematiche;
- lavori non consentiti se non a seguito di una revisione progettuale dell'opera
prima della loro esecuzione;
- frequenza delle ispezioni.
5.1 Generalità
(1)P Le disposizioni della presente sezione si riferiscono ai casi in cui le appropriate
condizioni del sottosuolo vengano raggiunte mediante:
- posa in opera di terreno naturale, roccia frantumata, pietre di cava o alcuni
prodotti di scarto;
- drenaggio;
- trattamento del sottosuolo;
- rinforzo del sottosuolo.
Nota 1 Le situazioni in cui viene posto in opera terreno o materiale granulare, per finalità ingegneristiche, comprendono:
- riempimenti sotto fondazioni e platee;
-
-
`
- rinterro di scavi e opere di sostegno;
,̀
- riempimenti generali su vasta scala, compresi riempimenti idraulici, cumuli per il miglioramento del
,
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paesaggio e discariche;
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UNI EN 1997-1:2005
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(1)P I criteri per caratterizzare un materiale come idoneo per riempimenti si devono
,
`
,
`
`
,
della
ricadràdestinazione
su di esso. d'uso del riempimento e dei requisiti di ogni struttura che
,
`
,
`
,
,
`
-
-
-
(2) La maggior parte dei materiali granulari naturali a granulometria, ben assortita,
sono materiali idonei per la realizzazione di riempimenti, nonché alcuni prodotti
di scarto quali scarti di miniera selezionati e ceneri da combustione sono
materiali idonei per la realizzazione di riempimenti. In alcune circostanze si
possono utilizzare materiali artificiali, come per esempio aggregati leggeri.
Alcuni materiali coesivi possono essere adatti ma il loro utilizzo richiede
particolare attenzione.
(3)P Nell'indicare un materiale da riempimento si devono considerare i seguenti aspetti:
- granulometria;
- resistenza alla frantumazione;
- compattabilità;
- permeabilità;
- plasticità;
- resistenza del sottosuolo;
- contenuto di sostanze organiche;
- aggressività chimica;
- effetti di inquinamento;
- solubilità;
- suscettibilità a variazioni di volume (argille rigonfianti e materiali collassabili);
- suscettibilità alle basse temperature e al gelo;
(4) Se i materiali disponibili in loco nel loro stato naturale non sono idonei per essere
utilizzati come riempimento, può essere necessario adottare uno dei procedimenti
seguenti:
- adeguamento del contenuto d'acqua;
- miscelazione con cemento, calce o altri materiali;
- frantumazione, vagliatura o lavaggio;
- protezione con materiale adeguato;
- utilizzo di strati drenanti.
(5) Si raccomanda che terreni ghiacciati, rigonfianti o ad alta solubilità non siano
generalmente utilizzati come materiali per il riempimento.
(6)P Nei casi in cui il materiale prescelto contenga sostanze chimiche potenzialmente
aggressive o inquinanti, si devono adottare provvedimenti idonei ad impedire
l'aggressione di strutture e servizi e l'inquinamento dell'acqua del sottosuolo. Tali
materiali devono essere utilizzati in quantità ingenti solo nei siti sottoposti ad un
monitoraggio permanente.
(7)P In caso di dubbio, il materiale di riempimento deve essere sottoposto a prova
direttamente all'origine per verificarne l'idoneità per gli utilizzi previsti. Il tipo, il
numero e la frequenza delle prove devono essere scelti a seconda del tipo e
dell'eterogeneità del materiale e della natura dell'opera in progetto.
(8) Nella Categoria Geotecnica 1, può essere spesso sufficiente un’ ispezione del materiale.
(9)P I materiali utilizzati per riempimenti, con specifiche molto restrittive sulla resistenza
portante, sui cedimenti e sulla stabilità, non devono contenere sostanze quali neve,
ghiaccio o torba in quantità significative.
(10) Nel caso di riempimenti senza specifiche su resistenza portante, cedimenti o stabilità, il
materiale di riempimento può contenere piccole quantità di neve, ghiaccio o torba.
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(4) Si raccomanda che le densità minime per il riempimento, determinate, per esempio,
,
,
,
,
`
,
`
(5) Si raccomanda che, per riempimenti in pietrame o contenenti una grande quantità di
`
,
,
,
-
`
-
(6) I controlli in sito (vedere EN 1997-2) si possono effettuare mediante uno dei seguenti
modi:
- assicurare che la compattazione sia eseguita secondo la procedura ricavata con
il riempimento di prova o in base a esperienza comparabile;
- verificare che il cedimento indotto da un'ulteriore passaggio dell'attrezzatura di
compattazione sia minore o uguale ad un valore prefissato;
- prove di carico su piastra;
- metodi sismici o dinamici.
(7)P Nei casi in cui una sovracompattazione non sia ammissibile, deve essere indicato un
limite superiore di compattazione.
(8) La sovracompattazione può provocare i seguenti effetti indesiderati:
- lo sviluppo di superfici di scivolamento e zone di terreno ad elevata rigidezza
nelle scarpate;
- elevata spinta del terreno su strutture interrate e opere di sostegno;
- frantumazione di materiali quali rocce tenere, loppe di altoforno e sabbie di origine
vulcanica utilizzati come riempimenti leggeri.
5.4 Drenaggio
(1)P Qualsiasi sistema di allontanamento delle acque dal sottosuolo o di riduzione delle
pressioni idrauliche, deve essere basato sui risultati di una indagine geotecnica o
idrogeologica.
(2) L'acqua può essere allontanata dal sottosuolo mediante drenaggi a gravità,
pompaggio da vasche, well points o pozzi trivellati, o per elettrosmosi. Il sistema
adottato dipende da:
- condizioni effettive del sottosuolo e dell'acqua del sottosuolo;
- caratteristiche del progetto: per esempio, profondità di scavo ed entità di
drenaggio.
(3) Un insieme di pozzi di ricarica situati ad una certa distanza dallo scavo, può far parte
del sistema di drenaggio.
(4) Si raccomanda che nella progettazione dell'intervento di drenaggio siano opportunamente
considerate le seguenti condizioni:
- nel caso di scavi, che sotto l'effetto dell'abbassamento della falda, le pareti dello
scavo rimangano stabili in ogni momento; inoltre, che non avvenga un eccessivo
sollevamento o rottura del fondo, per esempio a causa della presenza di
pressioni idrauliche troppo elevate sotto uno strato meno permeabile;
- che l'intervento non causi cedimenti eccessivi o danni a strutture adiacenti;
- che l'intervento tenda ad evitare una eccessiva perdita di terreno per filtrazione
attraverso le pareti o il fondo dello scavo;
- che vengano predisposti adeguati filtri in corrispondenza delle vasche per limitare il
trasporto solido, salvo il caso di pompaggio in materiale a granulometria ben
assortita, che di per se funziona da filtro;
- che l'acqua estratta da uno scavo sia generalmente scaricata sufficientemente
lontano dall'area dell'intervento;
- che il sistema di drenaggio sia progettato, organizzato e installato in modo da
mantenere i livelli dell'acqua e le pressioni interstiziali previsti nel progetto,
senza rilevanti oscillazioni;
- che ci sia un adeguato margine per la portata di pompaggio e che sia disponibile
un impianto di riserva nel caso di rottura;
- che nel momento del ripristino del livello originario dell'acqua del sottosuolo sia
prestata attenzione per evitare problemi quali il collasso di terreni a struttura
sensibile, come per esempio le sabbie sciolte;
- che il sistema non porti ad un trasporto eccessivo di acqua contaminata verso lo
scavo;
- che il sistema non produca un eccessivo emungimento in un'area di captazione
di acqua potabile.
(5)P L'efficacia del drenaggio deve essere verificata attraverso il monitoraggio del livello
dell'acqua del sottosuolo, delle pressioni interstiziali e degli spostamenti del
sottosuolo, secondo le necessità. I dati devono essere riesaminati ed elaborati
frequentemente per determinare gli effetti del drenaggio sulle condizioni del
sottosuolo e sul comportamento delle opere adiacenti.
(6)P Quando un'operazione di pompaggio deve proseguire per un lungo periodo di
tempo, si deve valutare la presenza di sali e gas disciolti nell'acqua del sottosuolo,
che potrebbe provocare la corrosione dei filtri dei pozzi di emungimento o
l'ostruzione dei filtri stessi a causa della precipitazione dei sali.
(7)P I sistemi per il drenaggio permanente si devono progettare in modo da impedire
-
-
`
,
`
,
`
(2)P Il metodo di miglioramento del sottosuolo per una specifica situazione si deve
progettare tenendo conto, come opportuno, dei seguenti fattori:
- spessore e proprietà del sottosuolo o del materiale di riempimento;
-
entità della pressione dell'acqua nei diversi strati;
-
natura, dimensione e posizione della struttura che il terreno deve sostenere;
-
evitare danni a strutture o servizi adiacenti;
-
se il miglioramento del sottosuolo è temporaneo o permanente;
-
il legame tra il metodo di miglioramento del sottosuolo e la sequenza costruttiva,
in termini di deformazioni previste;
- gli effetti sull'ambiente, compreso l'inquinamento da sostanze tossiche o
variazioni del livello dell’acqua del sottosuolo;
- il deterioramento a lungo termine dei materiali.
(3)P L'efficacia del miglioramento del sottosuolo deve essere verificata rispetto ai criteri di
accettazione, determinando le variazioni indotte in specifiche proprietà del
sottosuolo.
6.1 Generalità
(1)P Le disposizioni della presente sezione si riferiscono alle fondazioni superficiali, che
comprendono lastre par pavimentazione, travi rovesce e platee.
(2) Alcune disposizioni si possono applicare a fondazioni profonde come quelle a
cassone.
(2) elencate
Per la scelta degli2.4.2(4).
al punto stati limite da analizzare si raccomanda di considerare le azioni
(3) Nei casi in cui la rigidezza strutturale sia significativa, si raccomanda di eseguire
un'analisi dell'interazione struttura-terreno per determinare la ripartizione delle
azioni.
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- il livello della falda nel sottosuolo ed i problemi che possono insorgere qualora sia
necessario eseguire lo scavo, per realizzare la fondazione, al di sotto di tale livello;
- eventuali movimenti del sottosuolo e riduzioni di portanza del terreno di
fondazione per effetto della filtrazione, delle azioni climatiche, o dei procedimenti
costruttivi;
- gli effetti degli scavi su fondazioni e opere adiacenti;
-
scavi previsti per sottoservizi in prossimità della fondazione;
-
elevate o basse temperature trasmesse dalle sovrastrutture;
-
l'eventualità di fenomeni di scalzamento;
-
gli effetti sulle proprietà di terreni a struttura instabile nelle zone a clima arido per
la variazione del contenuto d'acqua connessa con l'alternanza di lunghi periodi
di siccità a periodi di pioggia;
- la presenza di materiali ad alta solubilità per esempio, calcari, argilliti, gessi,
rocce saline.
(2) Non si verificheranno danni conseguenti al gelo se:
- il terreno non è suscettibile al gelo;
- il piano di posa è al di sotto della profondità limite di formazione del gelo;
- il gelo viene evitato mediante isolamento termico.
(3) Per la protezione delle fondazioni di edifici dal gelo, si possono applicare le indicazioni
della EN ISO 13793.
(4)P Oltre a soddisfare i requisiti inerenti le prestazioni, la larghezza di progetto della
fondazione deve tenere conto di considerazioni pratiche, quali economia di scavo,
rispetto delle tolleranze, esigenze degli spazi di lavoro e dimensioni della parete o
del pilastro in elevazione.
(5)P Per le fondazioni superficiali si deve utilizzare uno dei seguenti metodi di progettazione:
- un metodo diretto, in cui si eseguono analisi distinte per ogni stato limite. Nella
verifica di uno stato limite ultimo, il calcolo deve riprodurre quanto più fedelmente
possibile il meccanismo di rottura. Per la verifica di uno stato limite di esercizio,
si deve effettuare un calcolo dei cedimenti;
- un metodo indiretto, che si fonda sulla esperienza comparabile ed utilizza i
risultati di determinazioni ed osservazioni sperimentali, in sito ed in laboratorio,
applicato con riferimento ai carichi relativi allo stato limite di esercizio, così da
soddisfare i requisiti anche per tutti gli altri stati limite pertinenti;
- un metodo basato su prescrizioni dove si utilizza una resistenza portante
presunta (vedere punto 2.5).
(6) Si raccomanda di applicare i modelli di calcolo per il progetto agli stati limite ultimo e
di esercizio delle fondazioni superficiali su terreno indicati ai punti 6.5 e 6.6. Per il
progetto di fondazioni superficiali su roccia, si raccomanda di applicare i valori delle
pressioni di contatto presunte, così come indicato al punto 6.7.
6.5 Progetto allo stato limite ultimo
6.5.1 Stabilità globale
(1)P La verifica di stabilità globale deve essere eseguita con riferimento particolare alle
seguenti situazioni, in assenza o presenza della fondazione:
- nelle vicinanze o in corrispondenza di un pendio naturale o artificiale;
- in prossimità di uno scavo o di una parete di sostegno;
- in prossimità di fiumi, canali, laghi, bacini o della costa;
- in prossimità di scavi minerari o strutture interrate.
(2)P Per queste situazioni si deve dimostrare, attraverso i principi indicati nella Sezione 11,
che la rottura per instabilità del volume di terreno ove, ricade la fondazione abbia una
probabilità sufficientemente bassa.
UNI EN 1997-1:2005
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(4)P Nel calcolo della resistenza portante di progetto di una fondazione su terreni
`
,
,
`
,
`
,
stratificati con proprietà molto diverse fra loro, i valori di progetto dei parametri del
,
`
,
,
`
-
`
(5) Nei casi in cui al di sotto di una formazione poco resistente si trovi uno strato di
,
,
`
,
,
`
`
(6) I metodi analitici molte volte non sono adeguati per le situazioni di progetto descritte
nei punti 6.5.2.2(3)P, 6.5.2.2(4)P e 6.5.2.2(5). In questi ultimi casi si raccomanda di
adottare procedure numeriche per determinare il meccanismo di rottura più
sfavorevole.
(7) Possono essere adottati i calcoli per la stabilità globale descritti nella sezione 11.
uno strato sottostante di argilla in condizioni non drenate, si deve effettuare la seguente
-
-
`
,
,
`
,
verifica:
`
,
,
`
,
,
`
-
(13) Il requisito (6.5) può essere disatteso soltanto se la presenza di un'intercapedine tra
,
,
`
,
,
`
`
fondazione e sottosuolo viene esclusa dalla suzione presente nelle zone in cui non
,
`
,
,
,
,
,
-
(5)P Nel calcolo degli scostamenti della fondazione per il confronto con i criteri di
,
`
,
`
`
`
,
esercizio.
`
,
`
`
,
,
`
,
,
(6) Si raccomanda che i calcoli dei cedimenti non siano considerati come calcoli precisi.
,
,
`
`
,
,
,
(7)P Gli spostamenti della fondazione devono essere analizzati sia in termini di
`
,
`
,
,
`
fondazione.
(8)P Nel calcolo dell'incremento di sforzo nel sottosuolo e della sua influenza sulla
compressibilità del terreno si deve tenere conto dell'effetto di fondazioni e di
riempimenti che ricadono nelle vicinanze.
(9)P Deve essere valutato l'intervallo dei possibili valori della rotazione relativa della
fondazione per il confronto con i pertinenti valori limite degli spostamenti, di cui al
punto 2.4.9.
6.6.2 Cedimento
(1)P I calcoli dei cedimenti devono comprendere sia il cedimento immediato che quello
differito.
(2) Per terreni saturi o parzialmente saturi si raccomanda di considerare le seguenti tre
componenti di cedimento:
- s0: cedimento immediato; nei terreni saturi dovuto a distorsioni a volume
costante e nei terreni parzialmente saturi dovuto sia a distorsioni sia a riduzioni
di volume;
- s1: cedimento dovuto alla consolidazione;
- s2: cedimento dovuto a deformazione viscosa.
(3) Per la valutazione dei cedimenti si raccomanda di utilizzare metodi generalmente
accettati.
Nota Per la valutazione dei cedimenti s 0 e s 1 si possono utilizzare i metodi riportati, come esempi, in appendice F.
(4) Si raccomanda di considerare con particolare attenzione terreni quali quelli organici
e quelli argillosi soffici, nei quali lo sviluppo del cedimento può protrarsi quasi
indefinitamente a causa di deformazioni viscose (creep).
(5) Si raccomanda che la profondità dello strato di terreno compressibile, da
considerare nel calcolo dei cedimenti, dipenda dalle dimensioni e dalla forma della
fondazione, dalla variazione della rigidezza del terreno con la profondità e dalla
distanza tra gli elementi della fondazione.
(6) Tale profondità si può assumere generalmente come la profondità alla quale
l'incremento di sforzo verticale efficace dovuto alla fondazione è pari al 20% dello
sforzo verticale efficace litostatico.
(7) In molti casi tale profondità può anche essere approssimativamente valutata come
1-2 volte la larghezza della fondazione, ma può essere ridotta nel caso di platee di
fondazione più estese e poco caricate.
Nota Questo approccio non è valido per terreni particolarmente soffici.
(8)P Si deve valutare ogni eventuale ulteriore cedimento dovuto alla compattazione del
terreno per peso proprio.
(9) Si raccomanda di considerare quanto segue:
- possibili
sui terrenieffetti del peso proprio, di inondazioni e di vibrazioni sui riempimenti e
collassabili;
- gli effetti della variazione degli sforzi sulle sabbie frantumabili.
(10)P A seconda dei casi, per la rigidezza del terreno si devono adottare modelli lineari o
non lineari.
(11)P Per garantire che non si raggiunga uno stato limite di esercizio, la valutazione dei
cedimenti differenziali e delle rotazioni relative deve tenere conto sia della
distribuzione dei carichi, sia della possibile disomogeneità del terreno di fondazione.
(12) I cedimenti differenziali calcolati senza tenere conto della rigidezza della struttura
costituiscono una sovrastima del valore reale. Si può utilizzare un'analisi
dell'interazione terreno-struttura per giustificare valori ridotti dei cedimenti differenziali.
(13) Si raccomanda di considerare i possibili cedimenti differenziali determinati dalla
variabilità del terreno di fondazione, a meno che non siano impediti dalla rigidezza
della struttura.
(14) Per le fondazioni superficiali su terreno naturale si raccomanda di considerare che
cedimenti differenziali si verificano comunque, anche se il calcolo prevede solo
cedimenti uniformi.
(15) Si raccomanda di valutare la rotazione di una fondazione sottoposta a carico
eccentrico, assumendo una distribuzione lineare della pressione di contatto e quindi
calcolando il cedimento in corrispondenza degli spigoli della fondazione; a tal fine si
utilizza la distribuzione degli sforzi verticali nel sottosuolo agli spigoli ed i metodi di
calcolo dei cedimenti già descritti.
(16) rapporto
Per strutture convenzionali
tra capacità portantefondate su argille,calcolata
del sottosuolo, si raccomanda di determinare
con il valore iniziale dellail
resistenza non drenata, e carico di esercizio [vedere 2.4.8(4)]. Quando tale rapporto
è inferiore a 3, si raccomanda di eseguire sempre il calcolo dei cedimenti. Se il
rapporto è minore di 2, nei calcoli si raccomanda di tenere in considerazione il
carattere non lineare della rigidezza del terreno.
6.6.3 Sollevamento
(1)P Si devono distinguere le seguenti cause di sollevamento:
- riduzione degli sforzi efficaci;
- rigonfiamento volumetrico di terreni parzialmente saturi;
-
-
-
`
,
,
`
,
`
,
,
`
(2)P I calcoli del sollevamento devono comprendere sia il sollevamento immediato sia
,
,
,
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,
,
`
quello differito.
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,
,
,
,
,
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,
`
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(6) Si raccomanda di calcolare i cedimenti totali e differenziali della struttura nel suo
insieme in conformità al punto 6.6.2. I modelli di sottosuolo a letto di molle sono
spesso inappropriati a tale scopo. Nei casi in cui l'interazione terreno-struttura abbia
un effetto preponderante, si raccomanda di utilizzare metodi più precisi, come per
esempio analisi agli elementi finiti.
attrito laterale, pali a trazione e pali soggetti a carico trasversale, installati tramite ,
`
,
`
,
,
infissione per battitura o a spinta, avvitati o trivellati nel terreno, con o senza
`
,
,
`
-
`
-
cementazione.
,
,
,
`
`
,
,
,
,
(2) Si raccomanda che le disposizioni della presente sezione non siano applicate
`
,
,
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`
,
direttamente al progetto di pali intesi come riduttori del cedimento, come per
`
,
,
,
,
,
`
(3)P Per l'esecuzione di pali si deve fare riferimento alle seguenti norme:
- EN 1536:1999, per pali trivellati;
- EN 12063:2000, per palancolate;
- EN 12699:2000, per pali infissi;
- EN 14199:2005, per micropali.
7.3.2.3 Sollevamento
(1)P Quando si considera l'effetto del sollevamento, o di carichi verso l'alto, che può
generarsi lungo la superficie laterale del palo, lo spostamento del sottosuolo deve, in
genere, essere considerato come un'azione.
Nota 1 Un rigonfiamento o un sollevamento del sottosuolo possono essere prodotti da uno scarico, da scavi,
dall'azione del gelo o dall'infissione di pali adiacenti. Possono inoltre essere la conseguenza di un incremento
del contenutodall'impedimento
da acquiferi, d'acqua del sottosuolo prodotto
(da parte dalla
di nuove rimozionedell'evaporazione
costruzioni) di alberi, dalla sospensione
e da causedell'emungimento
accidentali.
Nota 2 Il sollevamento può avvenire in corso d'opera, prima che i pali vengano caricati dalla struttura, e può dar luogo
ad una sottospinta inammissibile o alla rottura strutturale dei pali.
- osservazione
questo approcciodel comportamento
sia avvalorato daidirisultati
una fondazione suinpali
di indagini sitocomparabile, purché
e prove sul terreno.
(2) Si raccomanda che i valori di progetto dei parametri utilizzati nei calcoli siano
generalmente conformi a quanto stabilito nella Sezione 3, mentre nella scelta dei
loro valori si può anche tener conto di risultati di prove di carico.
(3) Le prove di carico statiche si possono effettuare, prima che il progetto sia
completato, su pali di prova, installati unicamente a questo scopo, oppure su pali che
fanno parte della fondazione definitiva.
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(3)P Nei calcoli e nell'interpretazione dei risultati di prove di carico, si devono considerare
la posa o la rimozione di sovraccarichi verticali già pianificati o le potenziali variazioni
nel regime delle pressioni interstiziali.
(4)P La scelta del tipo di palo, compresa la qualità dei materiali ed il metodo di
realizzazione, devono tenere in conto:
- le condizioni del sottosuolo e dell'acqua del sottosuolo, compresa la presenza in
sito, anche solo eventuale, di ostacoli nel sottosuolo;
- lo stato di sforzo generato nel palo durante l'installazione;
- la possibilità di preservare e verificare l'integrità del palo da installare;
- l'effetto del metodo e della sequenza di installazione sui pali già realizzati e su
strutture adiacenti;
- le tolleranze entro le quali il palo può essere installato in maniera affidabile;
- gli effetti dannosi di sostanze chimiche nel sottosuolo;
- la possibilità di mettere in comunicazione diversi bacini idrici nel sottosuolo;
- le operazioni di manipolazione e trasporto dei pali;
- gli effetti della costruzione dei pali sugli edifici limitrofi.
(5) Con riferimento a quanto elencato sopra, si raccomanda di prestare attenzione ai
seguenti aspetti:
- l'interasse fra i pali disposti in gruppo;
- spostamento o vibrazione di strutture adiacenti dovuti alla installazione dei pali;
- il tipo di battipalo o di macchina vibrante utilizzati;
- le sollecitazioni dinamiche del palo durante l'infissione;
- nei pali trivellati, per i quali si utilizza un fluido all'interno del foro, la necessità di
mantenere la pressione del fluido ad un livello tale da impedire il collasso del foro
e la rottura idraulica del fondo;
- pulizia del fondo e a volte anche delle pareti laterali del foro, specialmente in
presenza di fanghi bentonitici, per eliminare i materiali rimaneggiati;
delle deformazioni. Per i pali di prova, il carico deve essere tale che si possano
-
,
,
,
`
`
,
(3) Si raccomanda che la direzione del carico di prova applicato a pali soggetti a
-
-
5) Vedere: Sottocommissione ISSMFE su prove in sito e di laboratorio, prova di carico assiale su pali, metodo indicato.
ASTM Journal, giugno 1985, pp. 79-90.
(2)P Le condizioni del sottosuolo, relative al sito di prova, si devono studiare in maniera
esauriente. La profondità dei sondaggi o delle prove in sito deve essere sufficiente
per stabilire la natura del sottosuolo intorno e al di sotto della base del palo. Le
indagini si devono estendere a tutti gli strati che potrebbero influire in maniera
significativa sul comportamento dei pali.
(3)P Il metodo utilizzato per l’installazione dei pali di prova deve essere dettagliatamente
documentato in conformità al punto 7.9.
6) Vedere: ASTM D 4945, Metodo normalizzato di prova per prove dinamiche su pali a deformazioni elevate.
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-stati limite ultimi di rottura per compressione o trazione della fondazione su pali
nel suo insieme;
- stati limite ultimi per collasso o grave danno alla sovrastruttura dovuti a
spostamenti eccessivi o spostamenti differenziali della fondazione su pali;
- stati limite di esercizio nella sovrastruttura dovuti allo spostamento dei pali.
(2) Generalmente, si raccomanda di considerare nel progetto il margine di sicurezza
rispetto alla rottura per compressione o trazione, e cioè lo stato in cui la fondazione
su pali presenti uno spostamento significativo verso il basso o verso l'alto, senza
incrementi o decrementi apprezzabili di resistenza (vedere punti 7.6.2 e 7.6.3).
(3) Per pali soggetti a compressione è spesso difficile definire uno stato limite ultimo
attraverso un diagramma carico-spostamento che presenta una curvatura costante.
In questi casi, si raccomanda di assumere come criterio di "rottura", un cedimento
della sommità del palo pari al 10% del diametro della base.
(4)P Nel caso di pali che subiscono cedimenti significativi, si possono raggiungere stati
limite ultimi nelle sovrastrutture prima che sia mobilitata tutta la resistenza dei pali. In
questi casi, nel progetto, si deve adottare una stima cautelativa dei cedimenti
possibili.
(4) La resistenza
si può a compressione
calcolare considerando ildel gruppo
blocco di pali,
come considerato
un palo singolo come un blocco
di grande unico,
diametro.
(5)P Per ricavare la resistenza di progetto della fondazione, si deve tenere conto della
rigidezza e della resistenza della struttura che collega i pali del gruppo.
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(6) Se i pali sostengono una struttura rigida, si può trarre vantaggio della capacità della
struttura di ridistribuire il carico tra i pali. Uno stato limite si verificha solo se un numero
significativo di pali raggiungerà le condizioni di rottura contemporaneamente; pertanto
non è necessario considerare un meccanismo di rottura che interessi un unico palo.
(7) Se i pali sostengono una struttura flessibile, si raccomanda di assumere che il
raggiungimento di uno stato limite sia governato dalla resistenza a compressione del
palo più debole.
(8) Si raccomanda di prestare particolare attenzione ad una possibile rottura di pali di
bordo dovuta a carichi inclinati o eccentrici trasmessi dalla sovrastruttura.
(9)P Se lo strato portante è sovrapposto a uno strato di terreno debole, si deve
considerare l'effetto dello strato debole sulla resistenza a compressione della
fondazioni.
(10)P Nel calcolo della resistenza alla base del palo si deve tener conto delle
caratteristiche di resistenza del terreno al di sopra e al di sotto la base del palo.
Nota Tale zona può estendersi per diversi diametri sopra e sotto la base del palo. Eventuali terreni deboli, in
questa zona, hanno influenza relativamente elevata sulla resistenza alla base.
(11) Si raccomanda di considerare una rottura per punzonamento in presenza di terreno
(12)P debole
Nei casiadinuna
cuiprofondità inferiore
il diametro a 4 volte
alla base il diametro
del palo della base
sia superiore sotto la base
al diametro del palo.
del fusto, si
deve considerare l'eventuale effetto sfavorevole.
(13) Per pali battuti a tubo aperto o a sezione scatolare, con aperture maggiori di 500 mm
in una direzione qualsiasi, privi di dispositivi particolari all'interno del palo stesso per
indurre la formazione di un tappo di terreno, si raccomanda che la resistenza alla
base si limiti al più piccolo tra:
- la resistenza al taglio tra tappo di terreno e superficie interna del palo;
- la resistenza alla base ricavata considerando l'area della sezione trasversale
lorda della base.
-
ilsiarapporto
minore tra
il diametro del palo di prova ed il diametro del palo operativo non
-
-
`
,
di 0,5;
,
`
,
`
,
,
`
,
,
- il palo di prova di diametro più piccolo sia fabbricato ed installato nello stesso
`
-
`
-
,
,
,
- il palo di prova sia strumentato in maniera tale che, dalle misurazioni effettuate,
`
`
,
`
,
,
Si raccomanda di applicare tale approccio con cautela al caso di pali infissi a punta
`
,
`
-
-
dove qb;k e qs;i;k sono valori caratteristici della resistenza unitaria alla base e
dell'attrito laterale nei vari strati, ricavati dai valori dei parametri del terreno.
Nota Se viene adottata questa procedura alternativa, può essere necessario correggere i valori dei coefficienti
parziali b and s raccomandati in appendice A mediante un coefficiente di modello maggiore di 1,0. Il valore
del coefficiente di modello può essere definito dall'appendice nazionale.
(9)P Se si utilizza l'Approccio di Progetto 3, i valori caratteristici dei parametri del terreno
si devono determinare come indicato nel punto 2.4.5. A questi valori caratteristici si
devono poi applicare coefficienti parziali, per ottenere i valori di progetto per il
calcolo della resistenza di progetto del palo.
(10) Per stimare la validità di un modello basato su risultati di prove sul sottosuolo, si
raccomanda di prendere in considerazione i seguenti aspetti:
- tipo di terreno, granulometria, composizione mineralogica, spigolosità dei grani,
densità, grado di sovraconsolidazione, compressibilità e permeabilità;
- metodo di installazione del palo, compreso il metodo di trivellazione o infissione;
- lunghezza, diametro, materiale e forma del fusto e della base del palo (per
esempio, base allargata);
- metodi di prova sul terreno.
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7.6.2.5 Resistenza ultima a compressione attraverso l'applicazione di formule per l'analisi della battitura del
palo
(1)P L’utilizzo di formule per l'analisi della battitura del palo è possibile solo nei casi in cui
è stato determinato il profilo stratigrafico.
(2)P Se la resistenza ultima a compressione di singoli pali in una fondazione viene
valutata attraverso l’utilizzo di formule per l'analisi della battitura del palo, la validità
di tali formule deve essere stata già stabilita dai buoni risultati ottenuti con prove di
carico statiche, eseguite su pali dello stesso tipo, di pari lunghezza e sezione
trasversale ed in condizioni del sottosuolo comparabili.
(3)P Per pali portanti alla base infissi in terreni non coesivi, il valore di progetto della
resistenza a compressione, R c;d, si deve valutare attraverso lo stesso procedimento
indicato al punto 7.6.2.4.
(4) Quando viene adottata una formula per l'analisi della battitura del palo, per verificare
la resistenza a compressione di un palo, si raccomanda di eseguire la prova di
battitura su almeno 5 pali, adeguatamente distribuiti e spaziati nell'area di
palificazione, in modo da poter verificare un valore idoneo del numero di colpi per la
serie di colpi finale.
(5) Si raccomanda che, nella serie di colpi finale, la penetrazione della base del palo sia
registrata per ogni palo.
(2)P Se la resistenza
l’utilizzo di pali
dell'analisi singoli soggetti
dell'equazione a compressione
d'onda, viene valutata
la validità dell'analisi attraverso
deve essere già
stabilita dai buoni risultati ottenuti con prove di carico statiche eseguite su pali dello
stesso tipo, di pari lunghezza e sezione trasversale ed in condizioni di sottosuolo
comparabili.
(3)P Il valore di progetto della resistenza a compressione, R c;d, ricavato attraverso i
risultati dell'analisi dell'equazione d'onda, su un insieme di pali rappresentativi, si
deve valutare attraverso lo stesso procedimento specificato nel punto 7.6.2.4,
utilizzando valori di basati su esperienze locali.
Nota L'analisi dell'equazione d'onda si basa su un modello matematico di terreno, palo e attrezzatura di
infissione, senza misurazioni i sito della propagazione dell'onda. In genere, il metodo si applica per
studiare il comportamento del battipalo, i parametri dinamici del terreno, e lo stato di sforzo nel palo
durante la battitura. Sulla base dei modelli è inoltre possibile determinare la resistenza all'infissione
richiesta (numero di colpi) che è in genere legata alla resistenza a compressione attesa per il palo.
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7.6.2.7 Ribattitura
(1)P Nel progetto si deve specificare il numero di pali che devono essere ribattuti. Se la
ribattitura fornisce risultati meno favorevoli, se ne deve tenere conto come base per
la valutazione della resistenza ultima a compressione. Se la ribattitura fornisce
risultati più favorevoli, questi possono essere considerati.
(2) Si raccomanda che la ribattitura sia in genere eseguita nei terreni limosi, a meno che
non sia stato mostrato, da esperienza comparabile locale, che essa non sia
necessaria.
Nota La ribattitura di pali ad attrito laterale in terreni argillosi, porta generalmente ad una resistenza a
compressione ridotta.
,
,
,
,
I valori dei coefficienti parziali possono essere definiti dall'appendice nazionale. I valori raccomandati
`
,
`
`
,
,
Nota
per situazioni permanenti e transitorie sono riportati nei prospetti A.6, A.7 e A.8.
`
,
,
,
,
`
`
,
,
,
-
`
-
`
,
,
`
,
,
`
,
`
,
,
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dove qs;i;k sono valori caratteristici dell'attrito laterale nei vari strati, determinati dai
valori delle proprietà del sottosuolo.
Nota Se viene adottata questa procedura alternativa, può essere necessario correggere il valore del
coefficiente parziale s,t raccomandato in appendice A mediante un coefficiente di modello maggiore di
1,0. Il valore del coefficiente di modello può essere definito dall'appendice nazionale.
(7)P Se si utilizza l'Approccio di Progetto 3, i valori caratteristici dei parametri del terreno
si devono determinare come indicato nel punto 2.4.5; a questi valori caratteristici si
devono poi applicare coefficienti parziali, per ottenere i rispettivi valori di progetto per
il calcolo della resistenza di progetto del palo.
(8) Si raccomanda che la stima della validità di un modello, basato su risultati di prove
sul sottosuolo, sia conforme al punto 7.6.2.3(10).
7.6.4 Spostamenti verticali delle fondazioni su pali (Funzionalità della sovrastruttura)
7.6.4.1 Generalità
(1)P Gli spostamenti verticali relativi allo stato limite di esercizio devono essere valutati e
verificati nei confronti dei requisiti specificati ai punti 2.4.8 e 2.4.9.
(2) Nel calcolo degli spostamenti verticali di una fondazione su pali si raccomanda di
considerare le incertezze del modello di calcolo e quelle della determinazione delle
proprietà del sottosuolo pertinente. Di conseguenza, si raccomanda di non
sottovalutare il fatto che, nella maggior parte dei casi, i calcoli forniscono soltanto
una stima approssimata degli spostamenti della fondazione su pali.
Nota Per pali portanti in terreni da mediamente addensati a densi e per pali soggetti a trazione, i requisiti di
sicurezza per il progetto allo stato limite ultimo sono generalmente sufficienti ad impedire lo stato limite di
esercizio della sovrastruttura.
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(3)P Nella scelta del numero di pali da sottoporre a prova e per ottenere la resistenza
trasversale di progetto da risultati di prove di carico, si deve tenere conto della
variabilità del sottosuolo, in particolare nei primi metri dalla sommità del palo.
(4) Si raccomanda di verificare le annotazioni di cantiere sulla realizzazione del palo o
dei pali di prova, si raccomanda che eventuali scostamenti rispetto alle normali
condizioni di costruzione siano considerati nell'interpretazione dei risultati delle
prove di carico. Per pali in gruppo, quando si ricava la resistenza a carico trasversale
dai risultati di prove su singoli pali di prova, si raccomanda di considerare gli effetti
dell'interazione e della condizione di vincolo in testa.
7.7.3 Resistenza al carico trasversale da risultati di prove sul sottosuolo e parametri di resistenza
dei pali
(1)P La resistenza trasversale di un palo o gruppo di pali si deve calcolare utilizzando un
insieme congruente di effetti delle azioni strutturali, reazioni del terreno e
spostamenti.
(2)P L'analisi di un palo soggetto a carico trasversale deve comprendere l'eventualità di
rottura strutturale del palo nel terreno, in conformità al punto 7.8.
(3) Il calcolo della resistenza trasversale di un palo snello e lungo si può effettuare
attraverso l’utilizzo della teoria di trave caricata in sommità, vincolata ad un mezzo
deformabile, caratterizzato da un modulo di reazione orizzontale.
(4)P Nella valutazione della resistenza trasversale della fondazione, si deve tenere conto -
-
-
prendere in considerazione:
`
,
,
,
,
,
`
,
`
(4)P rilevante,
I pali snelli
e inconacqua o che molto
resistenza attraversano
bassa, depositi
devono di terreno
essere fine e nei
verificati di spessore
confronti
dell'instabilità flessionale.
(5) Generalmente la verifica dell'instabilità flessionale non è necessaria quando i pali sono
immersi in terreni aventi una resistenza al taglio caratteristica, c u, maggiore di 10 kPa.
- per pali trivellati, gli strati attraversati durante la trivellazione e la condizione del
`
,
`
`
`
,
`
anni dopo la fine dei lavori. Si raccomanda di redigere registrazioni sullo stato di fatto
,
,
`
-
-
-
(6)P Nel caso in cui le osservazioni in sito o l'esame delle registrazioni evidenzino
incertezze relativamente alla qualità dei pali realizzati, si devono eseguire indagini
per determinare la loro condizione e valutare se sono necessari provvedimenti
correttivi. Tali indagini devono comprendere l'esecuzione di una prova di carico
statica o una prova di 'integrità dei pali, l'installazione di un nuovo palo o, nel caso di
un palo infisso, la ribattitura del palo, congiuntamente a prove sul sottosuolo in
prossimità del palo su cui esistono incertezze.
(7)P Si devono utilizzare prove per esaminare l'integrità di pali per i quali la qualità è
sensibile ai procedimenti di installazione, quando tali procedimenti non possono
essere monitorati in modo affidabile.
(8) Si possono utilizzare prove di integrità dinamiche, a basso livello di deformazione,
per una valutazione globale dei pali che potrebbero avere difetti gravi o che possano
aver provocato nel terreno una significativa riduzione di resistenza durante la
costruzione. Difetti quali insufficiente qualità del calcestruzzo e inadeguato spessore
del copriferro, che possono influire entrambi sul comportamento a lungo termine del
palo, spesso non vengono evidenziati dalle prove dinamiche, e nella supervisione
delle fasi esecutive possono rendersi necessarie prove diverse, quali prove soniche,
prove di vibrazione o carotaggi.
SEZIONE 8 ANCORAGGI
8.1 Generalità
8.1.1 Scopo
(1)P La presente sezione si applica al progetto di ancoraggi temporanei e permanenti:
- per stabilizzare un'opera di sostegno;
- per fornire stabilità a pendii, scavi o gallerie;
- per contrastare le forze di sollevamento sulle strutture;
trasmettendo forze di trazione ad una formazione resistente di terreno o roccia.
(2)P La presente sezione si applica a;
- ancoraggi pretensionati caratterizzati da una testata di ancoraggio, da un tratto
di tirante libero e da un tratto vincolato, fissato al terreno mediante iniezioni
cementizie;
- ancoraggi non pretensionati caratterizzati da una testata di ancoraggio, da un
tratto di tirante libero e da un vincolo come per esempio un tratto vincolato
fissato al terreno mediante iniezioni cementizie, un blocco di ancoraggio, un -
-
(4)P Per il progetto di ancoraggi che comprendono pali soggetti a trazione si deve far
,
,
`
`
,
,
,
8.1.2.1 ancoraggio permanente: Ancoraggio con una vita utile di progetto superiore a due anni.
Nota Definizione tratta dalla EN 1537:1999.
8.1.2.2 ancoraggio temporaneo: Ancoraggio con una vita utile di progetto inferiore a due anni.
Nota Definizione tratta dalla EN 1537:1999.
8.1.2.3 prova di accettazione: Prova di carico in sito per verificare che ogni ancoraggio soddisfi i
requisiti dil progetto.
8.1.2.4 prova di idoneità: Prova di carico in sito per accertare l'idoneità di un particolare progetto di
ancoraggio alle specifiche condizioni del sottosuolo.
Nota Definizione tratta dalla EN 1537:1999.
8.1.2.5 prova di progetto: Prova di carico per stabilire la resistenza ultima di un ancoraggio lungo
l'interfaccia terreno/fondazione e per determinare il comportamento dell'ancoraggio ai
carichi di lavoro.
Nota Definizione tratta dalla EN 1537:1999.
8.1.2.7 lunghezza libera dell'armatura: Tratto dell'armatura compresa tra la testata dell'ancoraggio e
l'estremità più vicina al tratto di armatura vincolato.
Nota Definizione tratta dalla EN 1537:1999.
- tutti
e loroglicombinazioni;
stati limite che risultano appropriati, indicati nella lista di cui al punto 8.2
- il livello previsto per l'acqua del sottosuolo e le pressioni dell'acqua negli
acquiferi artesiani;
- le conseguenze della rottura di ciascun ancoraggio;
- l'eventualità che le forze applicate all'ancoraggio durante il pretensionamento
(tiro dell'ancoraggio) possano superare le forze necessarie in base al progetto
della struttura.
(2)P Per il progetto dell'ancoraggio il tiro, P , deve essere considerato come una azione
sfavorevole.
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(2)P La zona di terreno nella quale sono trasmesse le forze di trazione deve essere
compresa nell'indagine in sito.
(3)P Per ancoraggi pretensionati, la testata di ancoraggio deve permettere di effettuare
sul tirante o sulla barra le operazioni di tesatura, collaudo e bloccaggio, e inoltre, se
richiesto dal progetto, il rilascio, annullamento del tiro e rimessa in tiro.
(4)P Per tutti i tipi di ancoraggio, la testata dell'ancoraggio deve essere progettata per
sopportare
EN 1537:1999, deviazioni angolari
e per essere del di
in grado tiroadeguarsi
tenendo alle
conto del punto
deformazioni che6.3 della
possono
verificarsi durante la vita utile di progetto della struttura.
(5)P Nel caso in cui in un ancoraggio siano combinati materiali diversi, le loro resistenze
di progetto si devono valutare tenendo conto della compatibilità delle rispettive
risposte alla deformazione.
(6)P Dal momento che l'effetto dei sistemi di ancoraggio dipende dai tratti di armatura
libera, si devono soddisfare i seguenti requisiti:
- la forza di ancoraggio deve scaricarsi in un corpo di terreno sufficientemente
lontano dal volume di terreno sostenuto, in modo che la stabilità di tale volume
non sia influenzata sfavorevolmente;
-
la forza di
lontano daancoraggio
fondazioni deve scaricarsi
esistenti, in un volume
per evitare qualsiasidi effetto
terrenosfavorevole
sufficientemente
su di
esse;
- si devono adottare accorgimenti per evitare interazioni sfavorevoli tra i tratti di
armatura vincolata di ancoraggi vicini fra loro.
(7) Si raccomanda di evitare le interazioni sfavorevoli tra i tratti di armatura vincolata di
ancoraggi, se possibile, mantenendo una distanza tra loro non inferiore a 1,5 m.
(8)P Devono essere utilizzati soltanto sistemi di ancoraggio che siano stati sottoposti a
prova, mediante prove di progetto (vedere EN 1537:1999) o per i quali esista una
documentata esperienza comparabile con buoni risultati in termini di prestazioni e
durabilità.
(9)P conseguenti
Generalmente la direzione
a potenziali dell'armatura
meccanismi devecomportino
di rottura, essere tale
un che le deformazioni
aumento del tiro. Se
questo non è possibile, il progetto deve considerare le conseguenze sfavorevoli.
(10)P Per ancoraggi a bulbo iniettato e ancoraggi ad elica, il valore caratteristico della
resistenza allo sfilamento, R a;k, deve essere determinato sulla base di prove di
idoneità secondo il punto 8.7 o di esperienza comparabile. La resistenza di progetto
deve essere verificata attraverso prove di accettazione dopo l'esecuzione.
(11)P Il comportamento del tratto di armatura libera di ancoraggi pretesi deve essere
-
-
`
verificato in conformità alla EN 1537:1999.
,
(13)P La protezione degli ancoraggi pretesi dalla corrosione deve essere conforme al
`
`
,
,
,
-
(14)P La protezione degli ancoraggi costituiti da tiranti di acciaio dalla corrosione deve
,
`
,
,
`
-
-
(2) I valori di progetto della resistenza allo sfilamento si possono determinare sulla base
dei risultati di prove sugli ancoraggi, oppure attraverso calcoli.
8.5.2 Valori di progetto della resistenza allo sfilamento determinati dai risultati di prove
(1)P Il valore di progetto della resistenza allo sfilamento si deve ricavare dal valore
caratteristico attraverso l'equazione:
Nota
di esercizio.
Il valore del coefficiente di modello può essere definito dall'appendice nazionale.
--`,`,```,`,,,,,`,``,,`,,,,``,,,-`-`,,`,,`,`,,`---
(5) Quando si considera un ancoraggio non pretensionato come una molla (non
pre-caricata), si raccomanda di scegliere la sua rigidezza in modo da soddisfare la
compatibilità tra gli spostamenti calcolati per la struttura ancorata e l'allungamento e
spostamento dell'ancoraggio stesso.
(6) Si raccomanda di tenere in considerazione gli effetti di eventuali deformazioni
imposte a fondazioni adiacenti dalla pre-tensionamento dell'ancoraggio.
9.1.2 Definizioni
(1) Con riferimento alla progettazione delle opere di sostegno, si raccomanda di
distinguere e seguenti tre tipologie principali:
9.1.2.1 muri a gravità: Muri di pietra o di calcestruzzo o calcestruzzo armato, che hanno un plinto
alla base con o senza dente posteriore o anteriore o contrafforti. Il peso proprio del muro,
in cui a volte si sommano volumi stabilizzanti di terreno, roccia o rinterro, assume un ruolo
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significativo per il sostegno del materiale a monte. Tra gli esempi di muri di questo tipo si
citano i muri a gravità in calcestruzzo con spessore costante o variabile, i muri in
calcestruzzo armato su plinti diffusi e i muri a contrafforte.
9.1.2.2 paratie: Pareti relativamente sottili di acciaio, calcestruzzo armato o legno, sostenute da
ancoraggi, puntoni e/o dalla spinta passiva del terreno. La capacità flessionale di tali pareti
assume un ruolo significativo per il sostegno del materiale a monte, mentre il ruolo del
peso della parete è trascurabile. Tra gli esempi di pareti di questo tipo si citano le
palancole metalliche a sbalzo, le palancolate metalliche o di calcestruzzo ancorate o
puntonate, e i diaframmi.
9.1.2.3 strutture di sostegno miste: Pareti composte con elementi delle due tipologie di parete di cui
sopra. Esiste una grande varietà di pareti di questo tipo, e tra gli esempi si possono citare
i cofferdam formati da un doppio ordine di palancolate, le strutture in terra rinforzate da
tiranti, geotessili o iniezioni cementizie, e strutture con più livelli di ancoraggi o chiodature.
9.3.1 Azioni
-
9.3.1.3 Sovraccarichi
(1)P La determinazione dei valori di progetto dei sovraccarichi deve tenere conto della
presenza, sulla sommità del terreno a monte, o nelle sue vicinanze, di edifici
adiacenti, veicoli o mezzi di sollevamento in sosta o in movimento, materiale
depositato, merci e containers, come possibili esempi.
(2) Si raccomanda di prestare particolare attenzione nel caso di sovraccarichi ripetuti
come per esempio quelli esercitati dalle vie di corsa degli apparecchi di
sollevamento su una banchina portuale. Le pressioni prodotte da sovraccarichi di
questo tipo possono superare in maniera notevole quelle esercitate alla prima
applicazione del carico o quelle conseguenti all'applicazione statica di un carico di
uguale intensità.
essa.
,
,
`
,
`
,
,
`
,
,
`
-
`
(1) La determinazione di valori di progetto per le forze dovute ad una collisione, per
,
`
`
,
`
esempio per onde, ghiaccio o traffico veicolare, può tenere conto dell'energia
,
,
,
,
,
`
(2) Per urti laterali contro pareti di sostegno, si raccomanda di considerare l'incremento
di rigidezza manifestato dal terreno a monte.
(3) Si raccomanda di studiare il rischio di liquefazione dovuta ad un urto laterale contro
una paratia.
(4)P Il carico di impatto dovuto alla collisione di una lastra di ghiaccio galleggiante contro
una struttura di sostegno, si deve calcolare sulla base della resistenza a
compressione del ghiaccio e dello spessore della lastra. Nel calcolo della resistenza
a compressione si deve tenere conto della salinità e dell'omogeneità del ghiaccio.
9.3.2.2 Piani di
(1)P campagna
I valori di progetto dei parametri geometrici del materiale a monte devono tenere
conto della variabilità dei valori effettivi in sito. I valori di progetto devono inoltre
tenere conto degli scavi previsti o di eventuali fenomeni di scalzamento al piede
della struttura di sostegno.
(2) Per calcoli allo stato limite ultimo, in cui la stabilità di una parete di sostegno dipende
dalla resistenza del terreno davanti alla struttura, si raccomanda di ridurre il livello
del terreno resistente di una quantità a rispetto alla quota nominale prevista. si
raccomanda di scegliere il valore a tenendo conto della possibilità di controllo in
sito sulla quota della superficie. Con un controllo normale, si raccomanda di adottare
quanto segue:
- per una paratia a sbalzo si raccomanda che, a sia pari al 10% dell'altezza libera
della parete, con un limite massimo di 0,5 m;
- per una paratia ancorata o puntonata, a si sceglie pari al 10% della distanza tra
il sostegno più basso ed il livello di scavo, con un limite massimo di 0,5 m.
(3) Valori minori di a, anche nulli, possono essere utilizzati se esistono disposizioni per
cui la quota della superficie sia controllata in maniera affidabile durante l’idonea
situazione di progetto.
(4) Quando la quota della superficie del terreno è particolarmente incerta si raccomanda
di utilizzare valori maggiori di a.
(2)P Si deve tener conto degli effetti della variazione della permeabilità sul regime delle
`
,
,
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`
,
pressioni interstiziali.
,
`
,
,
`
-
`
-
,
- variazioni nello spazio delle proprietà del terreno, dei livelli dell'acqua e delle
pressioni interstiziali;
- previste variazioni nel tempo delle proprietà del terreno, dei livelli dell'acqua e
delle pressioni interstiziali;
- variazione delle azioni e della loro combinazione;
(6) presente
I metodi norma
di progettazione ed i valori
sono in genere dei coefficienti
sufficienti per impedireparziali raccomandatidi dalla
il raggiungimento stati
limite ultimi in strutture adiacenti, purché i terreni interessati siano almeno di media
densità o di consistenza compatta, e si adottino metodi e sequenze di costruzione
idonei. Tuttavia si raccomanda di prestare particolare attenzione ad alcuni depositi di
argilla fortemente sovraconsolidata, in cui elevati valori degli sforzi orizzontali a
riposo possono indurre spostamenti considerevoli in un vasta area intorno ad uno
scavo.
(7) La complessità dell'interazione tra il sottosuolo e l'opera di sostegno rende talvolta
difficile progettare nel dettaglio una struttura di sostegno, prima che abbia inizio
l'effettiva fase esecutiva. In questi casi, per la progettazione si raccomanda di
considerare l’utilizzo del metodo osservazionale (vedere punto 2.7).
(8)P Il progetto di strutture di sostegno deve tenere conto dei seguenti aspetti, come
opportuno:
- gli effetti della costruzione della parete, ed in particolare:
- la realizzazione di sostegni temporanei per le pareti di scavo,
- le variazioni dello stato di sforzo in sito e i conseguenti spostamenti del
sottosuolo, determinati dallo scavo e dalla costruzione della parete,
- disturbo del sottosuolo dovuto alle operazioni di infissione o trivellazione,
- realizzazione di strade di cantiere per la costruzione;
- il grado di tenuta idraulica che deve avere l'opera finita;
- la possibilità di costruire la parete fino a raggiungere uno strato di bassa
permeabilità, per intercettare la filtrazione. In tal caso devono essere analizzate
le conseguenti modalità del moto di filtrazione;
- la possibilità di realizzare ancoraggi nei terreni adiacenti;
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9.5.1 Generalità
(1)P Nella valutazione della spinta del terreno si deve considerare l'ammissibilità dei
cinematismi, deformazioni e spostamenti che si possono verificare per ogni stato
limite analizzato.
(2) Nel contesto seguente con l'espressione "spinta del terreno" si raccomanda di
intendere anche la spinta totale esercitata da rocce tenere ed alterate, compresa la
pressione dell'acqua del sottosuolo.
(3)P Il calcolo dei valori della spinta del terreno e della direzione delle forze risultanti,
deve tenere conto di quanto segue:
- inclinazione del piano di campagna e sovraccarico applicato;
- inclinazione della parete rispetto alla verticale;
- falde idriche e forze di filtrazione nel sottosuolo;
- entità e direzione dello spostamento della parete rispetto al terreno;
- equilibrio in direzione orizzontale e verticale dell'intera opera di sostegno;
- resistenza al taglio e peso dell’unità di volume del terreno;
- rigidezza della parete e dei dispositivi di fissaggio;
- scabrezza della parete.
(4) Si raccomanda di considerare adesione e attrito mobilitati sulla parete in funzione:
- dei parametri di resistenza del terreno;
- delle proprietà di attritio dell'interfaccia parete-terreno;
- dell'entità, direzione e verso dello spostamento della parete rispetto al terreno;
-
attrito all'interfaccia.
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(5) Si raccomanda che l’entità dello sforzo tangenziale, che può essere mobilitato
all'interfaccia parete-terreno sia determinata attraverso il parametro di interfaccia
parete-terreno .
(6) Si può assumere che un muro in calcestruzzo o una palancolata di acciaio a
sostegno di terreni sabbiosi o ghiaiosi, abbiano un parametro di interfaccia parete
terreno di progetto pari a d = k cv;d. Si raccomanda che k non sia maggiore di 2/3
per strutture prefabbricate di calcestruzzo o palancole d'acciaio.
(7) Per il calcestruzzo gettato contro terra si può assumere un valore di k = 1,0.
(8) Per una palancolata di acciaio in terreni argillosi, appena dopo l'infissione, si è in
condizioni non drenate e si raccomanda di non assumere alcuna resistenza di
adesione o di attrito. Incrementi di resistenza potranno avvenire dopo un certo
periodo di tempo.
(9)P I valori della spinta del terreno e la direzione delle forze risultanti, si devono calcolare
in base all'approccio prescelto (vedere punto 2.4.7.3), e allo stato limite considerato.
(10) Il valore della spinta del terreno in corrispondenza di uno stato limite ultimo è in
genere diverso dal valore che esso assume in uno stato limite di esercizio. Questi
due valori vengono determinati attraverso due calcoli sostanzialmente diversi. Di
conseguenza,
avere un unicoquando viene espressa come azione, la spinta del terreno non può
valore caratteristico.
(11)PNel caso di strutture a sostegno di ammassi rocciosi, i calcoli delle spinte del terreno
devono tenere conto degli effetti delle discontinuità, con particolare attenzione al loro
orientamento, spaziatura, apertura, scabrezza, e alle caratteristiche meccaniche
dell'eventuale materiale di riempimento dei giunti.
(12)PNel calcolo delle pressioni sulla struttura di sostegno si deve tener conto della
possibilità di rigonfiamento del sottosuolo.
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(2) Per valori elevati di resistenza a taglio e dei parametri di interfaccia parete-terreno,
i valori limite della spinta del terreno relativi a superfici di rottura piane possono
divergere in modo rilevante dai valori relativi a superfici di rottura curve e quindi
condurre a risultati non sicuri.
Nota L’appendice C fornisce alcuni dati sugli spostamenti relativi che danno luogo a valori limite della spinta
del terreno.
pressione orizzontale, normale alla parete, può diminuire in uno strato quando viene realizzato e
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compattato lo strato successivo. Quando la posa in opera del terrapieno è ultimata, la pressione
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valori eccessivi delle spinte aggiuntive del terreno, che possono portare a
spostamenti inammissibili.
(2)P compresi,
Si devonocome considerare
minimo, tutti
quellii illustrati
cinematismi
nelle di rottura
figure pertinenti.
da 9.1 a 9.6 perInlequesti sono
più comuni
tipologie di strutture di sostegno.
(3)P I calcoli agli stati limite ultimi devono stabilire che l'equilibrio può essere soddisfatto
utilizzando le azioni o gli effetti delle azioni di progetto e i parametri di resistenza o
resistenze di progetto, come indicato al punto 2.4. Nella valutazione dei parametri di
resistenza o delle resistenze di progetto, si deve tenere conto della compatibilità
delle deformazioni.
(4)P Si deve utilizzare il più sfavorevole tra i valori di progetto superiori o inferiori dei
parametri di resistenza o della resistenza del terreno.
(5) Si possono utilizzare metodi di calcolo che ridistribuiscano la spinta del terreno
tenendo conto delle rigidezze e degli spostamenti relativi del sottosuolo e degli
elementi strutturali.
(6)P Per i terreni a grana fine si deve considerare il comportamento a breve termine e
quello a lungo termine.
(7)P Per pareti soggette a pressioni differenziali dell'acqua si deve verificare la sicurezza
rispetto alla rottura per sollevamento idraulico e "piping".
figura 9.1 Esempi di cinematismi di rottura per la stabilità globale di opere di sostegno
-
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9.7.4 Rottura per rotazione di paratie
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(1)P Si deve dimostrare, attraverso calcoli di equilibrio, che le paratie abbiano una
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figura 9.4.
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componente verticale rivolta verso il basso, come quelle relative agli ancoraggi nel
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terreno.
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`
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,
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,
`
(4)P L'intensità e la direzione di progetto dello sforzo tangenziale tra terreno e parete,
-
-
(3)P Per ogni stato limite ultimo si deve dimostrare che le resistenze richieste possono
essere mobilitate, con deformazioni congruenti nel sottosuolo e nella struttura.
(4) Negli elementi strutturali si raccomanda di considerare una riduzione della resistenza
con la deformazione, a causa di fenomeni quali la fessurazione di sezioni non armate,
grandi rotazioni in corrispondenza delle cerniere plastiche o l'instabilità locale di
sezioni in acciaio, in conformità alle da EN 1992 ad EN 1996 e alla EN 1999.
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(2)P Gli ancoraggi si devono progettare in conformità a quanto stabilito nella Sezione 8.
(3) Come minimo si raccomanda di considerare i cinematismi di rottura illustrati nella
figura 9.6 [a) e b)].
(4) Per i blocchi di ancoraggio si raccomanda di considerare anche la modalità di rottura
illustrato nella figura 9.6 c).
9.8.2 Spostamenti
(1)P I valori limite degli spostamenti ammissibili delle pareti e del terreno adiacente si
devono stabilire in conformità al punto 2.4.8, tenendo conto la tolleranza sugli
spostamenti per le sovrastrutture sostenute per i servizi.
(2)P Si deve sempre effettuare una stima cautelativa delle distorsioni e degli spostamenti
delle pareti di sostegno, e degli effetti sulle sovrastrutture e sui servizi, sulla base di
esperienza comparabile. Tale stima deve comprendere gli effetti della costruzione
della parete. Il dimensionamento adottato può essere quindi giustificato verificando
che gli spostamenti stimati non superino i valori limite.
(3)P Se la stima cautelativa iniziale degli spostamenti fornisce valori che superano quelli
limite, il dimensionamento adottato deve essere giustificato attraverso un'indagine
più dettagliata che comprende un calcolo dei cedimenti.
(4)P Si deve quantificare il contributo delle azioni variabili, come le vibrazioni prodotte dal
traffico a tergo, allo spostamento della parete di sostegno.
(5)P Si deve intraprendere un'indagine più dettagliata, che comprende il calcolo dei
cedimenti nelle seguenti situazioni:
- quando strutture e servizi adiacenti sono particolarmente sensibili agli
spostamenti;
-
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- quando non è disponibile un'esperienza comparabile consolidata.
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(6) Si raccomanda inoltre di considerare un calcolo dei cedimenti nei casi seguenti:
- quando la parete sostiene un terreno coesivo di bassa plasticità per un'altezza
maggiore di 6 m;
- quando la parete sostiene terreni di elevata plasticità per un'altezza maggiore di 3 m;
- quando la parete è sostenuta da un deposito di argille tenere entro la propria
altezza o al di sotto della base.
(7)P Il calcolo degli spostamenti deve tenere conto della sequenza delle fasi costruttive e
della rigidezza del terreno e degli elementi strutturali.
(8) Si raccomanda che il comportamento costitutivo dei materiali assunto per il calcolo
degli spostamenti, sia trattato attraverso esperienza comparabile con l’utilizzo dello
stesso modello di calcolo. Se si considera un comportamento lineare, si raccomanda
che i valori attribuiti alle rigidezze del terreno e dei materiali strutturali, risultino
appropriati per il livello di deformazione calcolato. In alternativa, per i materiali, si
possono assumere modelli sforzo-deformazione completi.
(9)P L'influenza della vibrazioni sugli spostamenti deve essere considerata tenendo
conto del punto 6.6.4.
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67 Argilla
,
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Ghiaia
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,
(4) I provvedimenti più frequenti per contrastare la rottura per sollevamento sono:
- incremento del peso della struttura;
- riduzione della pressione dell'acqua al di sotto della struttura per mezzo di
drenaggio;
- ancoraggio della struttura agli strati sottostanti.
(5)P Nei
dellacasi in cui
rottura pervengano utilizzati
sollevamento, pali o ancoraggi
il progetto perverificato
deve essere fornire resistenza nei nei
come indicato confronti
punti
7.6.3 o 8.5, rispettivamente, adottando i coefficienti parziali specificati al punto 2.4.7.4.
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,
(2)P La determinazione del valore caratteristico della pressione interstiziale deve tenere
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`
`
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,
Nota 1 Nei casi in cui il terreno presenti una rilevante componente coesiva di resistenza, la condizione di rottura
`
-
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-
cambia da da sollevamento a innalzamento. La stabilità viene allora verificata secondo le disposizioni del
punto 10.2 dove al peso si possono sommare ulteriori forze resistenti.
Nota 2 La stabilità nei confronti del sollevamento non esclude la possibilità di erosione interna; se necessario questa
va verificata in modo indipendente.
(3) I provvedimenti più frequenti per contrastare la rottura per sollevamento sono:
- riduzione della pressione dell'acqua al di sotto del volume di terreno soggetto al
sollevamento;
- aumento del peso resistente.
(3) Si raccomanda che la funzione di filtri protettivi sia in genere assicurata attraverso
l'utilizzo di terreno naturale non coesivo che soddisfi adeguati criteri di progetto per
materiali filtro. In alcuni casi può essere necessario più di uno strato filtro per
garantire che la distribuzione della dimensione dei grani vari in modo graduale, per
proteggere sufficientemente sia il terreno sia gli strati filtro.
(4) In alternativa, si possono applicare guaine filtro artificiali come, per esempio, geotessili,
purché sia possibile stabilire che siano adatte ad impedire il trasporto di materiale fine.
(5)P Se i criteri di filtro non sono soddisfatti si deve verificare che il valore del progetto del
gradiente idraulico sia ben inferiore al gradiente idraulico critico per il quale inizia il
movimento delle particelle di terreno.
(6)P Il gradiente idraulico critico, per la verifica dell'erosione interna, si deve determinare
tenendo in considerazione almeno i seguenti aspetti:
- direzione del flusso;
- distribuzione granulometrica e forma dei grani;
- profilo stratigrafico del terreno.
-
-
11.3 AzioniNella
e situazioni di progetto
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,
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(1) scelta delle azioni per il calcolo degli stati limite si raccomanda di considerare
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,
- processi di costruzione;
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,
,
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`
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,
- vibrazioni;
- variazioni climatiche, comprese le variazioni di temperatura (gelo e disgelo),
siccità e precipitazioni intense;
- vegetazione o sua rimozione;
- attività dell'uomo o degli animali;
- variazioni di contenuto d'acqua o delle pressioni interstiziali;
- azione del moto ondoso.
(3)P Nell'analizzare gli stati limite ultimi, si devono scegliere i livelli di progetto dell'acqua
libera e dell'acqua del sottosuolo e la loro combinazione, sulla base di dati idrologici
disponibili e osservazioni in sito, in modo da ricavare le condizioni più sfavorevoli
che potrebbero verificarsi nella particolare situazione di progetto. Si deve tenere
conto della possibile rottura di drenaggi, filtri e dispositivi di tenuta.
(4) Si raccomanda inoltre di considerare considerata l'eventualità di svuotamento di un
canale o di un bacino di ritenuta per manutenzione o per rottura dello sbarramento.
Per l'analisi di stati limite di esercizio, si possono utilizzare valori meno gravosi e più
tipici del livello dell'acqua o delle pressioni interstiziali.
(5) Per le scarpate degli argini, le condizioni idrauliche più sfavorevoli sono
generalmente la condizione di filtrazione stazionaria considerando il livello più alto
possibile per l'acqua del sottosuolo e l'abbassamento rapido del livello dell'acqua
libera.
(6)P Nel ricavare distribuzioni di progetto della pressione interstiziale, si deve tenere
conto della possibile anisotropia nei valori della permeabilità e della variabilità del
sottosuolo.
- chiodature;
- vegetazione;
- un sistema di drenaggio;
- una combinazione dei dispositivi sopra indicati.
(11) Si raccomanda che il progetto segua i principi generali delle Sezioni 8 e 9.
--`,`,```,`,,,,,`,``,,`,,,,``,,,-`-`,,`,,`,`,,`---
(11)P Nei casi in cui potrebbe verificarsi una rottura composita che coinvolge elementi
strutturali e sottosuolo, si deve considerare l'interazione terreno-struttura tenendo
conto delle diverse rigidezze delle varie parti. Tali casi comprendono superfici di
rottura che intersecano elementi strutturali quali pali e pareti flessibili.
(12) Dal momento che nella valutazione della peggiore superficie di scorrimento non è
possibile distinguere tra carichi dovuti alla gravità favorevoli e sfavorevoli, si
raccomanda di considerare ogni incertezza riguardo al peso dell'unità di volume del
terreno, applicando i suoi valori caratteristici superiore ed inferiore.
(13)P Con il progetto si deve dimostrare che la deformazione del sottosuolo sotto le azioni
di progetto dovute a deformazioni viscose o a assestamenti generalizzati dell'area,
non diano luogo a danni inammissibili a strutture o infrastrutture che ricadono sopra,
entro o nelle vicinanze del sito in questione.
(6) ancoraggi
Per impedire rotture per ribaltamento si raccomanda generalmente di adottare
-
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(8) Nel caso di ammassi rocciosi fortemente fratturati in scarpate ripide o pendii
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cause:
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pressioni interstiziali;
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11.7 Monitoraggio
(1)P Si
- deve
non effettuare il monitoraggio
è possibile del sottosuolo,
dimostrare, attraverso utilizzando
calcoli o medianteidonee attrezzature
prescrizioni, chese:il
raggiungimento degli stati limite di cui al punto 11.2 sia sufficientemente
improbabile;
- le ipotesi formulate per i calcoli non si basano su dati affidabili.
(2) Si raccomanda che il monitoraggio sia programmato in modo da fornire informazioni su:
- livelli di acqua del sottosuolo o pressioni interstiziali nel sottosuolo medesimo, in
modo che si possano effettuare o verificare analisi in termini di sforzi efficaci;
- spostamenti laterali e verticali del sottosuolo, allo scopo di prevedere ulteriori
deformazioni;
- profondità e forma della superficie di scorrimento in una frana attiva, in modo da
poter ricavare i parametri di resistenza del terreno per la progettazione di opere
di stabilizzazione;
- velocità di spostamento, allo scopo di avvisare di un pericolo imminente; in tali
casi, può essere opportuno l’utilizzo di dispositivi digitali con lettura strumentale
a distanza, o di un sistema di allarme a distanza.
SEZIONE 12 RILEVATI
12.1 Generalità
(1)P Le disposizioni della presente sezione si devono riferire ai rilevati per piccole dighe
e per infrastrutture.
(2) Per la posa in
disposizioni di opera
cui allae Sezione
la compattazione
5. di riempimenti si raccomanda di adottare le
riempimento di dimensione >20 mm, fino a 60 mm. Queste vengono spesso escluse
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(9)P Le superfici delle scarpate di un rilevato esposte a fenomeni erosivi devono essere
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(13) Nel progetto delle scarpate di un rilevato si raccomanda di considerare che, durante
i cicli di gelo e disgelo, si possono verificare spostamenti dovuti a deformazioni
viscose nelle scarpate, a prescindere dalla stabilità del pendio in condizioni asciutte.
Questo è particolarmente importante nelle zone di transizione, per esempio in
corrispondenza di una spalla da ponte.
(7)P Per evitare stati limite ultimi dovuti a erosione superficiale, erosione interna o
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`
`
,
(1)P Con il progetto si deve dimostrare che le deformazioni nel rilevato non diano luogo
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ad uno stato limite di esercizio nel rilevato o in strutture, infrastrutture viarie o servizi,
,
`
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,
(3)P Nei casi in cui sia previsto un programma di supervisione e monitoraggio, il progettista
lo deve riportare nella Relazione Geotecnica di Progetto (vedere punto 2.8). Deve
essere specificato che i dati registrati durante il monitoraggio si raccomanda che siano
valutati e che di conseguenza siano intraprese azioni secondo le necessità.
(4) Si raccomanda che un programma di monitoraggio per un rilevato comprenda la
registrazione dei seguenti dati:
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A.2 Coefficienti parziali per la verifica allo stato limite di equilibrio (EQU)
(1)P Nella verifica allo stato limite di equilibrio (EQU) si devono applicare i seguenti -
-
-
`
,
Nota I valori da assegnare ai coefficienti G;dst, G;stb, Q;dst e Q;stb per l’utilizzo in un particolare Paese, si possono
-
trovare nella relativa appendice nazionale alla presente norma. I valori raccomandati per le costruzioni nella
EN 1990:2002 sono riportati nel prospetto A.1.
prospetto A.1 Coefficienti parziali sulle azioni ( F)
Azione Simbolo Valore
Permanente
Sfavorevolea) G;dst 1,1
Favorevoleb) G;stb 0,9
Variabile
a)
Sfavorevole Q;dst 1,5
Favorevoleb) Q;stb 0
a) Destabilizzante.
b) Stabilizzante.
(2)P Nella verifica allo stato limite di equilibrio (EQU), quando si considerano resistenze
allo scorrimento, anche se minime, si devono applicare i seguenti coefficienti parziali
M sui parametri del terreno:
- ' sulla tangente dell'angolo di resistenza al taglio;
- c' sulla coesione efficace;
- cu sulla resistenza al taglio non drenata;
- qu sulla resistenza non confinata;
- sul peso dell'unità di volume.
Nota I valori da assegnare ai coefficienti ', c', cu, qu e per l’utilizzo in un particolare Paese, si possono trovare
nella relativa appendice nazionale alla presente norma. I valori raccomandati sono riportati nel prospetto A.2.
prospetto A.2 Coefficienti parziali sui parametri del terreno ( M)
Parametro del terreno Simbolo Valore
Angolo di resistenza al taglioa) ’ 1,25
Coesione efficace c’ 1,25
Resistenza al taglio non drenata cu 1,4
Resistenza non confinata qu 1,4
Peso dell'unità di volume 1,0
a) Questo coefficiente si applica a tan '.
A.3 Coefficienti parziali per la verifica agli stati limite strutturale (STR) e geotecnico (GEO)
A.3.1 Coefficienti parziali sulle azioni ( F) o sugli effetti delle azioni ( E)
(1)P Nella verifica agli stati limite strutturale (STR) e geotecnico (GEO), si deve adottare
l'insieme A1 o l'insieme A2 dei seguenti coefficienti parziali sulle azioni ( F) o sugli
effetti delle azioni ( E):
- G sulle azioni permanenti sfavorevoli o favorevoli;
- Q sulle azioni variabili sfavorevoli o favorevoli.
Nota I valori da assegnare ai coefficienti G e Q per l’utilizzo in un particolare, Paese, si possono trovare nella
relativa appendice nazionale alla EN 1990:2002. I valori raccomandati per le costruzioni nella EN 1990:2002,
per i due insiemi A1 e A2 sono riportati, nel prospetto A.3.
prospetto A.3 Coefficienti parziali sulle azioni ( F) o sugli effetti delle azioni ( E)
Azione Simbolo Insieme
A1 A2
cu
,
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`
`
,
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qu
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,
,
,
`
,
`
`
Nota I valori da assegnare ai coefficienti R;v, e R;h per l'utilizzo in un particolare Paese, si possono trovare nella
relativa appendice nazionale alla presente norma. I valori raccomandati per i tre insiemiR1, R2 e R3 sono
riportati nel prospetto A.5.
prospetto A.5 Coefficienti parziali sulla resistenza ( R) per fondazioni superficiali
Resistenza Simbolo Insieme
R1 R2 R3
R1 R2 R3 R4
`
,
,
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,
,
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-
b -
,
,
,
`
`
,
,
,
t ,
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,
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`
`
s;t ,
`
,
`
-
-
prospetto A.7 Coefficienti parziali sulla resistenza ( R) per pali trivellati
Resistenza Simbolo Insieme
R1 R2 R3 R4
prospetto A.8 Coefficienti parziali sulla resistenza ( R) per pali trivellati ad elica continua
Resistenza Simbolo Insieme
R1 R2 R3 R4
prospetto A.10 Fattori di correlazione per ricavare i valori caratteristici da risultati di prove sul sottosuolo
(n - numero di profili di prova)
per n = 1 2 3 4 5 7 10
3 1,40 1,35 1,33 1,31 1,29 1,27 1,25
4 1,40 1,27 1,23 1,20 1,15 1,12 1,08
prospetto A.11 Fattori di correlazione per ricavare i valori caratteristici da prove d’impatto dinamiche a) b) c) d) e)
(n - numero di pali sottoposti a prova)
per n = 2 5 10 15 20
5 1,60 1,50 1,45 1,42 1,40
6 1,50 1,35 1,30 1,25 1,25
a) I valori di nel prospetto sono validi per prove dinamiche d’impatto.
b) I valori di si possono moltiplicare per un coefficiente di modello pari a 0,85 quando si utilizzano prove dinamiche
d’impatto con analisi del segnale.
c) Si raccomanda di molt ip li care i valo ri di per un coefficiente di modello pari a 1,10 quando si utilizza una formula per
la battitura del palo e si misura lo spostamento quasi-elastico della testa durante l'impatto.
d) valori didel si
Ibattitura devono
palo e non moltiplicare
si misura lo per un coefficiente
spostamento di modello
quasi-elastico paritesta
della a 1,20 quando
durante si utilizza una formula per la
l'impatto.
e) Se nell a fondazione esistono pali diversi, nella scelta del numero n di pali sottoposti a prova, si raccomanda di
considerarli gruppi di pali simili separatamente.
UNI EN 1997-1:2005
,
,
,
,
,
prospetto A.12 Coefficienti parziali sulla resistenza ( R) per ancoraggi pretensionati
Resistenza Simbolo Insieme
R1 R2 R3 R4
R1 R2 R3
,
,
,
,
`
`
,
,
R;v
-
`
-
`
,
,
`
,
R;e
A.3.3.6 Coefficienti parziali sulla resistenza ( R) per pendii e stabilità globale
(1)P strutturale
Per l'analisi(STR)
di pendii e di problemi
e geotecnico (GEO),disistabilità globaleune coefficiente
deve adottare verifiche agli stati limite
parziale sulla
resistenza del terreno ( R;e).
Nota Il valore da assegnare al coefficiente R;e per l'impiego in un particolare Paese, si possono trovare nella
relativa appendice nazionale alla presente norma. Il valore raccomandato per i tre insiemiR1, R2 e R3 è
riportato nel prospetto A.14.
prospetto A.14 Coefficienti parziali sulla resistenza ( R) per pendii e stabilità globale
Resistenza Simbolo Insieme
R1 R2 R3
A.4 Coefficienti parziali per le verifiche allo stato limite di sollevamento (UPL)
(1)P Per la verifica allo stato limite di sollevamento (UPL) si devono applicare i seguenti
coefficienti parziali sulle azioni ( F):
- G;dst sulle azioni permanenti sfavorevoli destabilizzanti;
- G;stb sulle azioni permanenti favorevoli stabilizzanti;
- Q;dst sulle azioni variabili sfavorevoli destabilizzanti.
Nota I valori da assegnare ai coefficienti G;dst, G;stb e Q;dst per l'utilizzo in un particolare Paese, si possono trovare nella
relativa appendice nazionale alla presente norma. I valori raccomandati sono riportati nel prospetto A.15.
(2)P Nella verifica allo stato limite di sollevamento (UPL), quando si considerano
resistenze, si devono applicare i seguenti coefficienti parziali:
- ' sulla tangente dell'angolo di resistenza al taglio;
- c' sulla coesione efficace;
- cu sulla resistenza al taglio non drenata;
- s;t sulla resistenza a trazione dei pali;
- a sulla resistenza dell'ancoraggio.
Nota I valori da assegnare ai coefficienti ’, c’, cu, s;t e a per l'utilizzo in un particolare Paese, si possono trovare
nella relativa appendice nazionale alla presente norma. I valori raccomandati sono riportati nel prospetto A.16.
prospetto A.16 Coefficienti parziali sui parametri del terreno e sulle resistenze
Parametro del terreno Simbolo Valore
a)
Angolo di resistenza al taglio ’ 1,25
Coesione efficace c’ 1,25
Resistenza al taglio non drenata cu 1,40
Resistenza a trazione dei pali st 1,40
Resistenza dell'ancoraggio a 1,40
a) Questo coefficiente si appli ca a tan ' .
A.5 Coefficienti parziali per la verifica allo stato limite di sollevamento (HYD)
(1)P Nella verifica allo stato limite di sollevamento (HYD) si devono applicare i seguenti
coefficienti parziali sulle azioni ( F):
- G;dst sulle azioni permanenti sfavorevoli destabilizzanti;
- G;stb sulle azioni permanenti favorevoli stabilizzanti;
- Q;dst sulle azioni variabili sfavorevoli destabilizzanti.
Nota I valori da assegnare ai coefficienti G;dst, G;stb e Q;dst per l'utilizzo in un particolare Paese, si possono trovare
nella relativa appendice nazionale alla presente norma. I valori raccomandati sono riportati nel prospetto A.17.
prospetto A.17 Coefficienti parziali sulle azioni ( F)
Azione Simbolo Valore
Permanente
Sfavorevolea) G;dst 1,35
Favorevoleb) G;stb 0,90
Variabile
Sfavorevolea) Q;dst 1,50
a) Destabilizzante.
b) Stabilizzante.
--`,`,```,`,,,,,`,``,,`,,,,``,,,-`-`,,`,,`,`,,`---
B.1 Generalità
(1) Per gli stati limite di tipo STR e GEO, in situazioni permanenti e transitorie, sono
delineati al punto 2.4.7.3.4 tre Approcci di Progetto. Essi differiscono per il modo in
cui applicano i coefficienti parziali delle azioni, degli effetti delle azioni, delle
proprietà dei materiali e delle resistenze. Ciò in parte è dovuto alla diversità nel
modo in cui si tiene conto delle incertezze nella modellazione degli effetti delle azioni
e delle resistenze.
(2) Nell'Approccio di Progetto 1, per tutte le progettazioni le verifiche sono richieste, in
linea di principio, per due insiemi di coefficienti, da utilizzarsi separatamente, in due
calcoli distinti. Laddove risulti ovvio che uno di questi insiemi governa il progetto, non
è necessario effettuare i calcoli per l'altro insieme. In genere, i coefficienti vengono
applicati sulle azioni, piuttosto che sugli effetti delle azioni, seppure con una
eccezione [punto 2.4.7.3.2(2)]. In molti casi i coefficienti si applicano ai parametri del
terreno, ma per il progetto di pali e ancoraggi si applicano alle resistenze.
(3) Negli Approcci di Progetto 2 e 3 è richiesto un calcolo unico per ogni parte di un
progetto, e il modo in cui sono applicati i coefficienti varia in funzione del calcolo
considerato.
(4) Nell'Approccio di Progetto 2 i coefficienti si applicano o alle azioni o agli effetti delle
azioni e alle resistenze.
(5) Nell'Approccio di Progetto 3 i coefficienti si applicano alle azioni o agli effetti delle
azioni trasmesse dalla struttura e ai parametri di resistenza del terreno (parametri
del materiale).
incertezze nella modellazione delle azioni e nella modellazione degli effetti delle
,
,
`
,
`
`
,
azioni.
,
`
,
,
,
,
`
`
(3) I vari approcci della EN 1997-1 richiedono di applicare coefficienti o sulle azioni o
sugli effetti delle azioni. Dal momento che i coefficienti sul modello S;d per azioni
trasmesse
determinazionedal èsottosuolo sono utilizzati
quindi demandata solopaesi,
ai singoli in via
per eccezionale,
semplicità, nele progetto
la loro
geotecnico il simbolo F viene sempre adottato per le azioni e il simbolo E per gli
effetti delle azioni (vedere appendice A, prospetti A.1 e A.3).
In questo modo le autorità nazionali possono scegliere valori alternativi per la
combinazione S;d f
(4) Le equazioni (2.6a) e (2.6b) comprendono X k / M nel calcolo delle azioni, in quanto,
in alcuni casi, le proprietà del materiale costituente il sottosuolo possono influenzare
i valori delle azioni geotecniche.
(5) Nell'Approccio di Progetto 1 sono richieste le verifiche per due combinazioni di
insiemi di coefficienti, applicati in due calcoli separati.
Nella
1, Combinazione
mentre sugli effetti1, delle
vengono in genere
azioni applicati
si applicano alle azioniuguali
coefficienti coefficienti diversi
a 1. Così da
nelle
equazioni (2.6a) e (2.6b) sono applicati F 1 e E = 1.
Una eccezione a questo si nota nel punto 2.4.7.3.2(2): nei casi in cui non sarebbe
fisicamente ragionevole applicare F 1 (esempio: serbatoio con livello fisso del
fluido), allora si adottano F =1 e E 1.
Nella Combinazione 2, si adotta sempre E = 1, con F 1 solo per azioni variabili.
Così, ad eccezione di quanto si nota nel punto 2.4.7.3.2(2), per l'Approccio di
Progetto 1 l'equazione (2.6a) si applica a:
E d = E F F rep ; X k / M ; ad (B.2)
(6) Nell'Approccio di Progetto 2 è richiesto un unico calcolo per ogni parte di un
progetto, e il modo in cui i coefficienti vengono applicati, o alle azioni o agli effetti
delle azioni, dipende dal calcolo considerato e viene stabilito in base alle disposizioni
nazionali.
Si applicano o E 1 e F = 1, oppure F 1 e E = 1. Poiché M = 1, le equazioni (2.6a)
e (2.6b) si riducono alla:
E d = E E F rep ; X k ; a d , oppure, (B.3.1)
E d = E F F rep ; X k ; a d (B.3.2)
(7) Nell'Approccio di Progetto 3 è richiesto un calcolo unico. Tuttavia, in questo
-
Approccio di Progetto si distinguono azioni F rep che derivano dalla struttura e azioni
che derivano o vengono trasmesse attraverso il sottosuolo, che dipendono da X k. Si
-
`
,
`
,
`
`
applicano o E 1 e F = 1, oppure E = 1 e F 1. Così le equazioni (2.6a) e (2.6b)
`
,
`
,
,
,
,
rimangono:
,
`
,
`
`
,
,
`
,
1 1 X i:k
R d = --------- R X i:d ; a d = --------- R i -------- ; a d (EN 1990:2002, equazione 6.6) (B.5.1)
R;d R;d m;i
1 X k
R d = ----- F F rep ; ------ ; a d , (EN 1997-1, equazione 2.7c) (B.5.2)
R M
(2) Si precisa che le equazioni (2.7a), (2.7b) e (2.7c) della EN 1997-1 comprendono FF rep
nel calcolo delle resistenze di progetto in quanto il valore delle azioni può in alcuni casi
influire sui valori delle resistenze geotecniche, per esempio capacità portante di una
fondazione superficiale.
(3) Nella EN 1997-1 il valore del fattore di conversione si assume pari a 1,0 in quanto si
definiscono come dei materiali quelle relative alla situazione in sito, comprendendo
perciò nel valore caratteristico.
(4) I diversi approcci nella presente norma richiedono che i coefficienti siano applicati o
ai parametri di resistenza dei materiali ( X ) o alle resistenze (R ). Tali coefficienti
rappresentano diverse combinazioni dei coefficienti sulle proprietà dei materiali m e
dei coefficienti sul modello di resistenza ( R;d). Per semplicità, i coefficienti applicati
ai parametri di resistenza dei materiali ( X ) sono indicati ( M), mentre i coefficienti
applicati alle resistenze (R ) sono indicati R.
(5) Nell'Approccio di Progetto 1 sono richieste verifiche relativamente a due calcoli
separati con due combinazioni di insiemi di coefficienti.
Nella Combinazione 1, si applicano coefficienti uguali a 1 alle resistenze ed ai
parametri di resistenza dei materiali. Così nell'equazione (2.7c) M = R = 1.
Nella Combinazione 2, con l'eccezione di pali ed ancoraggi, M >1, R = 1.
Quando si pone anche F = 1, l'equazione (2.7b) si applica nella forma: -
-
-
`
,
1
,
`
,
R
,
`
-
`
-
,
,
,
`
`
,
,
(7) (2.7a)
Nell'Approccio M R
si applicadinella
Progetto
forma:3 vengono in genere posti 1 e = 1. L'equazione
,
,
`
,
,
`
`
,
`
,
,
,
,
,
D'altra parte, si precisa che sussiste talvolta la necessità di avere R 1 (per
esempio, pali soggetti a trazione), in modo che l'equazione (2.7a) si possa applicare
nella forma:
R d = R F F rep ; X k / M ; a d / R (B.6.3.2)
-
-
`
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UNI EN 1997-1:2005
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5/25/2018 UNIEN1997-1-slidepdf.com
figura C.1.1 Coefficienti di spinta attiva efficace del terreno K a (componente orizzontale): per superficie del
terreno a monte orizzontale ( = 0)
Legenda
A Superficie o rizzontale = 0
X ' in gradi
Y Componente orizzontale K a
-
-
-
`
,
,
`
,
`
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`
`
,
`
,
`
-
-
figura C.1.2 Coefficienti di spinta attiva efficace del terreno K a (componente orizzontale): per superficie del
terreno a monte inclinata ( / ' = 0 e = 0)
Legenda
A Superficie inclinata 0
X ' in gradi
Y Componente orizzontale K a
-
-
-
`
,
,
`
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`
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`
`
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`
,
/ '=0 `
-
-
= 0
figura C.1.3 Coefficienti di spinta attiva efficace del terreno K a (componente orizzontale): per superficie del
terreno a monte inclinata ( / ' = 0,66)
Legenda
A Superficie inclinata 0
X ' in gradi
Y Componente orizzontale K a
figura C.1.4 Coefficienti di spinta attiva efficace del terreno K a (componente orizzontale): per superficie del
terreno a monte inclinata ( / ' = 1)
Legenda
A Superficie inclinata 0
X ' in gradi
Y Componente orizzontale K a
/ ' =1
-
-
-
`
,
,
`
,
`
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`
`
,
`
,
`
-
-
figura C.2.1 Coefficienti di spinta passiva efficace del terreno K p (componente orizzontale): per superficie del
terreno a monte orizzontale ( = 0)
Legenda
A Superficie o rizzontale = 0
X ' in gradi
Y Componente orizzontale K p
--`,`,```,`,,,,,`,``,,`,,,,``,,,-`-`,,`,,`,`,,`---
figura C.2.2 Coefficienti di spinta passiva efficace del terreno K p (componente orizzontale): per superficie del
terreno a monte inclinata ( / ' = 0 e = 0)
Legenda
A Superficie inclinata 0
X ' in gradi
Y Componente orizzontale K p
-
-
`
,
`
,
`
/ ' =0
`
`
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,
`
,
,
`
-
-
-
figura C.2.3 Coefficienti di spinta passiva efficace del terreno K p (componente orizzontale): per superficie del
terreno a monte inclinata ( / ' = 0,66)
Legenda
A Superficie inclinata 0
X ' in gradi
Y Componente orizzontale K p
/ ' = 0,66
-
-
-
`
,
,
`
,
`
,
,
`
,
,
`
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`
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`
`
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`
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`
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-
figura C.2.4 Coefficienti di spinta passiva efficace del terreno K p (componente orizzontale): per superficie del
terreno a monte inclinata ( / ' = 1)
Legenda
A Superficie inclinata 0
X ' in gradi
Y Componente orizzontale K p
/ ' =1
C.2 Procedura numerica per determinare i limiti delle pressioni attive e passive del terreno
(1) La seguente procedura, che comprende alcune approssimazioni, si può utilizzare in
tutti i casi.
(2) La procedura viene presentata per le pressioni passive con i parametri di resistenza
(rappresentati in seguito con i simboli , c , , a) introdotti con valori positivi, vedere
figura C.3.
(3) Per le pressioni passive si utilizza lo stesso algoritmo, con le seguenti modifiche:
- i parametri di resistenza , c , e a sono introdotti con valori negativi;
- il valore dell’angolo
principalmente di incidenza
a causa di un caricoutilizzate
delle approssimazioni superficiale equivalente
per K o è ,
.
--`,`,```,`,,,,,`,``,,`,,,,``,,,-`-`,,`,,`,`,,`---
(4) Vengono utilizzati i seguenti simboli oltre a quelli di cui al punto 1.6:
a è l’adesione tra terreno e parete;
c è la coesione;
K c è il coefficiente per la coesione;
K n è il coefficiente per il carico normale sulla superficie;
-
-
-
`
,
,
`
,
`
,
,
`
,
,
`
-
`
-
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,
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,
`
,
,
`
`
,
`
,
,
,
,
,
`
,
`
`
a tan
-- = ------------
c tan
(6) La condizione al contorno alla superficie del piano di campagna considera 0, che è
l'angolo di incidenza di un carico equivalente applicato in superficie. In questo modo,
l'angolo risulta dalla somma vettoriale di due termini:
- l'effettivo carico per unità di superficie q, uniforme, ma non necessariamente
verticale, e;
- c cot agente come un carico normale.
L'angolo 0 è positivo se la componente tangenziale di q è rivolta verso la parete con
la componente normale diretta verso il terreno. Se c = 0, con il carico in superficie
verticale o nullo, e in genere per le pressioni attive, 0 = .
(7) L'angolo mt si determina dalla condizione al contorno al piano di campagna:
sin 0
cos 2 m t + + 0 = -------------- (C.3)
sin
(8) La condizione al contorno alla parete determina mw attraverso:
l'errore che si commette è senza importanza, questo può essere notevole per le
,
,
,
,
`
,
(con espresso in radianti), mentre per K ( = 0), un'approssimazione migliore è:
sin cos m w
K = cos + ------------------------------ (C.10)
sin m t
(13) Sia per le pressioni passive che per quelle attive, la procedura considera l'angolo
convesso come positivo ( 0).
(14) Se tale condizione non vale (neanche approssimativamente), per esempio per una
parete liscia e piano di campagna sufficientemente inclinato, quando e sono di
segno opposto, può essere necessario considerare l'utilizzo di altri metodi.
Analogamente, ciò può essere opportuno quando vengono considerati carichi in
superficie irregolari.
paretemodalità
dalle sia considerata per situazioni
di spostamento passive.
della parete, L’entità
dalle spintediiniziali
tale movimento
del terrenodipende
e dalla
massa volumica del terreno. Il prospetto C.2 fornisce valori approssimati del
rapporto v p/ h per la spinta attiva efficace del terreno completamente mobilitata per
una parete verticale con terreno drenato, non coesivo, e un piano di campagna
orizzontale, assumendo uno stato di sforzo iniziale pari a K o 1. I valori tra parentesi
sono rapporti v / h per metà del valore limite della spinta passiva efficace del terreno.
(3) Valori intermedi spinta attiva efficace del terreno tra lo stato di riposo e lo stato limite
possono essere ottenuti per interpolazione lineare.
(4) Per situazioni passive, i valori possono essere interpolati da quelli forniti nel
prospetto C.2 utilizzando una curva di forma generica come mostrato in figura C.4.
-
-
`
,
`
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-
-
dove:
a è lo spostamento della parete necessario a mobilitare la spinta attiva del terreno;
h è l'altezza della parete.
prospetto C.2 Rappo rti p / h e / h per 0,5 p; per terreni non coesivi
Tipo di cinematismo della parete p / h p / h
terreno sciolto terreno denso
% %
a) da 7 (1,5) a 25 (4,0) da 5 (1,1) a 10 (2,0)
dove:
è lo spostamento della parete;
p è lo spostamento della parete necessario a mobilitare la spinta passiva del terreno;
h è l'altezza della parete;
p è la spinta del terreno passivo completamente mobilitata.
-
-
UNI EN 1997-1:2005 © UNI Pagina 122
Copyright Ente Nazionale Italiano di Unificazione
`
figura C.4 Mobilitazione della spinta passiva efficace del terreno in terreni non coesivi, in funzione dello
spostamento normalizzato della parete / p ( : spostamento; p: spostamento richiesto per la
mobilitazione completa della spinta passiva del terreno)
Legenda
1 Valori ricavati dal prospetto C.2
2 Non in scala
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D.2 Generalità
(1) Si possono adottare le formule approssimate per la resistenza portante verticale di
progetto ottenute dalla teoria della plasticità e da risultati sperimentali. Si
raccomanda di tenere in conto gli effetti di quanto segue:
- la resistenza del terreno, in genere rappresentata dai valori di progetto di c u, c ' e ';
- l’eccentricità e l’inclinazione dei carichi di progetto;
- la forma, la profondità e l'inclinazione della fondazione;
- l'inclinazione del piano di campagna;
- le pressioni interstiziali -e i gradienti idraulici;
-
/ ' = ( + 2) c b s i + q (D.1)
`
R A
,
,
`
-
-
-
u c c c
dove compaiono i fattori adimensionali per:
- l'inclinazione della base della fondazione: bc = 1 - 2 /( + 2);
Nei casi
forma uninangolo
cui la
componente orizzontale
con la direzione di L', sidel
puòcarico agisca
calcolare in una direzione che
m mediante:
m = m = mL cos2 + mB sin2 .
UNI EN 1997-1:2005
--`,`,```,`,,,,,`,``,,`,,,,``,,,-`-`,,`,,`,`,,`---
© UNI Pagina 125
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5/25/2018 UNIEN1997-1-slidepdf.com
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--`,`,```,`,,,,,`,``,,`,,,,``,,,-`-`,,`,,`,`,,`---
f è il coefficiente di cedimento;
p è la pressione di contatto, distribuita linearmente sulla base della fondazione,
e gli altri simboli sono già definiti al punto 1.6.
(2) Il valore del coefficiente di cedimento f dipende dalla forma e dalle dimensioni
dell'area di fondazione, dalla variazione della rigidezza con la profondità, dallo
spessore dello strato compressibile, dal coefficiente di Poisson, dalla distribuzione
della pressione di contatto e dal punto nel quale si calcola il cedimento.
(3) Se non sono disponibili risultati utili di cedimenti determinati su strutture limitrofe
comparabili, in condizioni simili, il valore di progetto del modulo drenato E m, dello
strato deformabile in condizioni drenate, può essere stimato sulla base dei risultati di
prove di laboratorio o in sito.
(4) Si raccomanda di utilizzare il metodo elastico adattato soltanto se gli sforzi nel
sottosuolo sono tali che non si verificano fenomeni significativi di plasticizzazione e
se il comportamento costitutivo del sottosuolo può essere ritenuto lineare. È
richiesta grande prudenza quando si utilizza il metodo elastico adattato nel caso di
sottosuolo non omogeneo.
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prospetto G.1
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-
figura G.1 Resistenza portante presunta per plinti di fondazione quadrati poggianti su roccia (per cedimenti
non maggiori di 0,5% della larghezza della fondazione)
Legenda
Ascissa: qu (MPa): resistenza a compressione monoassiale
Ordinata: d s (mm) spaziatura delle discontinuità
1 Rocce di gruppo 1
2 Rocce di gruppo 2
34 Rocce
Rocce didi gruppo
gruppo 34
5 La pressione di contatto ammissibile non deve superare la resistenza unitaria a
compressione monoassiale della roccia se i giunti sono chiusi o il 50% di tale valore se i
giunti sono aperti.
6 Pressioni di contatto ammissibili: a) rocce molto tenere, b) rocce tenere, c) rocce
mediamente tenere, d) rocce mediamente dure, e) rocce dure.
Spaziatura: f) discontinuità ravvicinate, g) discontinuità mediamente distanziate, h) discontinuità
ben distanziate.
Per i tipi di roccia che ricadono nei quattro gruppi, vedere prospetto G.1. La resistenza portante
presunta nelle zone a tratteggio è da valutarsi dopo esame diretto e/o prove su roccia. (dalla
BS 8004).
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(4) Per
a 50strutture normali con
mm. Possono fondazioni
essere isolate,
accettabili sono spesso
cedimenti maggioriaccettabili
purché le cedimenti
rotazionitotali fino
relative
rimangano entro limiti accettabili e purché i cedimenti totali non siano tali da provocare
problemi ai servizi che entrano nella struttura, o produrre rotazioni rigide, ecc.
(5) Queste indicazioni circa i cedimenti limite riguardano strutture normali di tipo
convenzionale. Si raccomanda che le stesse non siano applicate a edifici o strutture
fuori dall'ordinario o quando l'intensità del carico è manifestamente non uniforme.
figura H.1 Definizioni per il movimento della fondazione
Legenda
a) Definizioni di cedimento s, cedimento differenziale s, rotazione e deformazione angolare
b) Definizioni di inflessione relativa e rapporto di inflessione / L
c) Definizioni di rotazione rigida e rotazione relativa (distorsione angolare)
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J.1 Generalità
(1) Vengono di seguito elencati gli elementi più importanti che si raccomanda di
considerare nella supervisione della costruzione o nel monitoraggio del
comportamento della struttura ultimata. L'importanza dei singoli elementi varia da
progetto a progetto. L'elenco non è esauriente. Elementi che si riferiscono ad aspetti
specifici dell'ingegneria geotecnica o a tipologie specifiche di opere, sono stati citati
nelle Sezioni della presente norma.
J.3 Monitoraggio
(1) Cedimento di edifici e altre strutture ad intervalli temporali prestabiliti, compresi i
cedimenti dovuti agli effetti di vibrazioni su terreni a struttura metastabile.
(2) Spostamento laterale e distorsioni, con particolare riguardo ai riempimenti e ai
materiali di deposito; sovrastrutture sostenute dal terreno, quali edifici o grossi
serbatoi; trincee profonde.
(3) Livelli piezometrici al di sotto di edifici o nelle zone adiacenti, specialmente se sono
stati installati impianti di drenaggio profondo o di svuotamento permanente, o in
presenza di piani interrati a grande profondità.
(4) Inflessione o spostamento di strutture di sostegno tenendo conto di: carichi normali
trasmessi dal terrapieno; effetti dei materiali di deposito; riempimenti o altri carichi
superficiali; pressioni esercitate dall'acqua.
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UNI
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di Unificazione
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