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Secondo il dettato normativo, infatti, nella loro autonomia e specificità i servizi educativi
per l’infanzia e le scuole dell’infanzia costituiscono, ciascuno in base alle proprie caratteristiche
funzionali, la sede primaria dei processi di cura, educazione ed istruzione.
Al fine di promuoverne e sostenere la qualificazione dell’offerta di tali istituti, vengono indi-
viduati come obiettivi strategici:
— il consolidamento, l’ampliamento e l’accessibilità dei servizi educativi per l’infanzia, con
l’obiettivo di garantire una sempre maggiore copertura a livello nazionale;
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— la diffusione territoriale dei servizi educativi per l’infanzia per una graduale copertura a livello
comunale;
— la generalizzazione progressiva della scuola dell’infanzia per i bambini e bambine dai 3 ai 6
anni;
— l’inclusione di tutti i bambini e le bambine;
— l’introduzione di condizioni che favoriscano la frequenza dei servizi educativi per l’infanzia.
È inoltre prevista, come già visto, la preparazione universitaria di tutto il personale dei servizi
educativi per l’infanzia (dal 2019/2020 è richiesta una laurea in Scienza dell’educazione, classe
L19, con indirizzo specifico per «educatori dei servizi educativi per l’infanzia» o laurea quinquen-
nale in Scienze della formazione primaria integrata da un corso di specializzazione di 60 cfu come
definito dal D.M. 378/2018), la formazione in servizio del personale del Sistema integrato e un
coordinamento pedagogico territoriale.
Tali obiettivi saranno perseguiti mediante l’attuazione del Piano di azione nazionale plu-
riennale, adottato con deliberazione del Consiglio dei Ministri, che definisce la destinazione delle
risorse finanziarie disponibili per la promozione del Sistema integrato di educazione e istruzione.
Il Sistema integrato di educazione e di istruzione, che verrà realizzato progressivamente e in funzione
della disponibilità delle risorse finanziarie e strumentali, recepisce in parte i servizi già esistenti sul terri-
torio nazionale.
Inoltre, al fine di potenziare la ricettività dei servizi e sostenere la continuità del percorso educativo
e scolastico delle bambine e dei bambini di età compresa tra tre mesi e sei anni di età, è previsto che le
Regioni, d’intesa con gli Uffici scolastici regionali, promuovano la costituzione di Poli per l’infanzia (→ in-
fra), che però non saranno organismi dotati di autonomia scolastica. Essi potranno essere anche aggregati
agli edifici che ospitano scuole primarie e istituti comprensivi, in modo da riunire in un unico contesto la
formazione «prescolare» e quella successiva, con spazi e personale specializzato condivisi.
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— centri per bambini e famiglie, che accolgono bambini dai primi mesi di vita insieme a un
adulto. Essi offrono un contesto qualificato per esperienze di socializzazione, apprendi-
mento e gioco e momenti di comunicazione e incontro per gli adulti sui temi dell’educa-
zione e della genitorialità. Non prevedono il servizio di mensa e consentono una frequenza
flessibile;
— servizi educativi in contesto domiciliare, comunque denominati e gestiti per bambini da 3 a
36 mesi che concorrono con le famiglie alla loro educazione e cura. Essi sono caratterizzati
dal numero ridotto di bambini affidati a uno o più educatori in modo continuativo.
I servizi educativi per l’infanzia sono gestiti dagli enti locali in forma diretta o indiretta, da
altri enti pubblici o da soggetti privati mentre le sezioni primavera possono essere gestite anche
dallo Stato.
Nella realizzazione del Sistema integrato, le competenze sono così suddivise:
— il Ministero ha funzioni di indirizzo e programmazione, non solo per la fascia di età dai 3 ai 6 anni, ma
anche per il segmento 0-3;
— le Regioni definiscono gli standard strutturali organizzativi e qualitativi, uniformi su tutto il territorio
nazionale; disciplinano, inoltre, le attività di autorizzazione, accreditamento e vigilanza degli enti locali
e le sanzioni;
— gli enti locali (i Comuni) autorizzano, accreditano e vigilano sui soggetti privati per l’istituzione e la
gestione dei servizi educativi, nel rispetto degli standard definiti dalle Regioni.
In tale sistema di governance, al Ministero spetterà un ruolo di coordinamento, indirizzo e promozione,
in sintonia con le Regioni e gli enti locali, sulla base del Piano di azione nazionale, adottato dal Governo.
Il servizio erogato dall’asilo nido è nato con funzione prevalentemente di tipo assistenziale,
ma ha assunto, nell’applicazione delle diverse leggi regionali, connotazioni e caratteristiche di
servizio educativo.
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Esso accoglie tutti i bambini e le bambine generalmente a partire dai sei mesi (anche se al-
cuni asili accettano anche a partire dai tre mesi) ai tre anni e partecipa con la famiglia alla loro
crescita e formazione, nel rispetto dell’identità individuale, culturale e religiosa.
Questo profondo cambiamento rispetto al passato, in cui l’asilo nido aveva prettamente
finalità igienico-sanitarie, è avvenuto sia grazie al progresso nelle ricerche scientifiche in campo
psicopedagogico e alla maggiore attenzione per la fascia di età compresa tra zero e tre anni, sia
grazie a importanti iniziative a livello comunale che hanno portato alla creazione di veri e propri
nidi con intento educativo; ciò ha chiarito che il processo formativo ed educativo comincia già
dalla nascita per poi proseguire gradualmente.
La fascia di età che va da zero a tre anni ha grande importanza per la formazione della perso-
nalità; i fattori che la influenzano sono: la qualità delle esperienze socio-affettive e la modalità di
stimolazione delle capacità d’apprendimento, cioè l’ambiente. Ad esempio, un ambiente familiare
e i condizionamenti vissuti nella primissima età sono determinanti per l’esito formativo nello
stadio presente ed in quelli futuri.
Ciò è valido sempre più a causa delle trasformazioni che investono la società, quali mutamenti
di valori e modelli di vita, creazione di nuovi mezzi di formazione, aumento delle occasioni di
multiculturalità e di multietnicità.
Pertanto, è necessario che la famiglia possa con fiducia condividere le responsabilità educative
e confrontarsi nel percorso di crescita e arricchimento reciproco, con personale preparato dal
punto di vista professionale. Il nido da questo punto di vista si pone come un ponte tra la famiglia
e le istituzioni, tra la rassicurante dimensione del privato e quella del pubblico.
Il nido, a tal fine, è un luogo che favorisce anche occasioni di incontro alle quali partecipano
in maniera organica varie componenti: la famiglia, le formazioni sociali organizzate sul territorio,
oltre al personale dell’asilo nido stesso, al fine di assicurare la massima trasparenza nella gestio-
ne del servizio e la verifica dell’attuazione delle scelte educative, anche istituendo organismi
rappresentativi.
Tra i servizi integrativi per la prima infanzia troviamo, con caratteristiche differenti a seconda
delle Regioni, ad esempio:
— i centri bambine-bambini destinati all’accoglienza e alla socializzazione fino a tre anni di
età;
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Gli educatori dei servizi educativi, in particolare, devono essere in possesso di competenze
relative alla cura e alla educazione dei bambini e alla relazione con le famiglie e provvedono
all’educazione e al funzionamento del servizio, in particolare, offrendo ai bambini gli spunti
necessari ad accrescere la propria personalità in maniera armoniosa attraverso esperienze
formative; inoltre, favoriscono la comunicazione con le famiglie.
Gli addetti ai servizi generali svolgono mansioni relative alla pulizia e all’ordine dei locali
e dei materiali, collaborando con il personale educatore alla manutenzione e preparazione
del materiale didattico e al buon funzionamento dell’attività del servizio, e alla preparazione e
distribuzione del vitto.
Un’altra figura professionale è quella del coordinatore pedagogico che assolve principal-
mente a compiti di programmazione educativa e anche di sperimentazione di servizi e progetti
innovativi.
Non possono mancare negli asili nido un medico pediatra, anche se presente solo alcune volte du-
rante la settimana, uno psicologo che deve supervisionare l’equipe degli educatori e del personale non
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docente e svolge colloqui con i genitori, collaborando con il coordinatore e gli educatori alla stesura della
programmazione didattica. Egli effettua, inoltre, periodicamente delle valutazioni sullo sviluppo psicolo-
gico dei bambini.
4 Le sezioni primavera
Le sezioni primavera sono state istituite (dalla L. 296/2006, cd. L. finanziaria 2007) per far
fronte alla crescente domanda di servizi educativi per i bambini al di sotto dei 3 anni di età. Esse
sono diventate nel tempo una realtà importante nella logica della continuità degli anni ponte
tra asili nido e scuola dell’infanzia, come confermato dal D.Lgs. 65/2017, istitutivo del Sistema
integrato di educazione e di istruzione in cui sono ora comprese.
Le sezioni primavera sono costituite, previo accordo in sede di Conferenza unificata, mediante
il finanziamento di progetti sperimentali di formazione rivolti a bambini dai 24 ai 36 mesi
di età.
Per accedere ai finanziamenti il progetto deve soddisfare determinati requisiti, ovvero, deve prevedere:
— qualità pedagogica, flessibilità ed originalità delle soluzioni organizzative autonomamente definite,
comunque rispettose della particolare fascia di età cui si rivolge;
— integrazione sul piano pedagogico, della sezione con la struttura presso cui funziona (scuola dell’infanzia,
nido) sulla base di specifici progetti;
— accesso al servizio di bambini di età compresa tra i 24 e i 36 mesi che compiano, comunque, i 2 anni di
età entro il 31 dicembre;
— presenza di locali idonei sotto il profilo funzionale e della sicurezza, rispettosi delle norme regionali e
dei regolamenti comunali vigenti in materia e che rispondano alle diverse esigenze dei bambini della
fascia da 2 a 3 anni, quali, in particolare, accoglienza, riposo, gioco, alimentazione, cura della persona,
etc.;
— allestimento degli spazi con arredi, materiali, strutture interne ed esterne, in grado di qualificare l’am-
biente educativo come contesto di vita, di relazione, di apprendimento;
— orario di funzionamento flessibile rispondente alle diverse esigenze dell’utenza e alla qualità di eroga-
zione del servizio, compreso, tra le 5 e le 8 ore giornaliere;
— dimensione contenuta del numero dei bambini per sezione che non superi le 20 unità, in base al modello
educativo ed organizzativo adottato;
— rapporto numerico tra personale educativo/docente e bambini non superiore a 1:10, definito, comunque,
tenendo conto dell’età dei bambini, dell’estensione oraria del servizio, della dimensione del gruppo e
delle caratteristiche del progetto educativo;
— impiego di personale professionalmente idoneo per la specifica fascia di età, con particolare attenzione
al sostegno di bambini con disabilità inseriti nella sezione;
— il personale docente ed ausiliario deve essere in regola con le norme contrattuali vigenti;
— predisposizione di specifiche forme di aggiornamento per il personale impegnato nei progetti speri-
mentali.
Le sezioni primavera sono aggregate, di norma, alle scuole per l’infanzia statali o paritarie
o inserite nei Poli per l’infanzia. A seguito del D.Lgs. 65/2017 è previsto il superamento della
fase sperimentale delle sezioni primavera mediante la loro graduale stabilizzazione e il loro
progressivo potenziamento, nell’intento di escludere i servizi educativi per l’infanzia dai servizi
pubblici a domanda individuale.
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I poli per l’infanzia non hanno autonomia scolastica e possono essere costituiti anche presso
direzioni didattiche o istituti comprensivi del sistema nazionale di istruzione e formazione.