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Il sistema integrato 0-6 anni

1 ECEC e finalità del sistema 0-6 anni


L’ Unione Europea dedica, ormai da diversi anni, un crescente interesse verso i servizi di
educazione e cura per i bambini da 0 a 6 anni, comunemente denominati nei documenti interna-
zionali ECEC (dall’inglese: Early childhood education and care), attraverso politiche e interventi
che ne promuovano lo sviluppo quantitativo e, più di recente, con una specifica attenzione al
tema della loro qualità e accessibilità.
La definizione di educazione e cura della prima infanzia (ECEC – Early Childhood Education
and Care) è la seguente: servizio offerto ai bambini dalla nascita all’istruzione primaria soggetto
a un quadro di regolamentazione nazionale, ossia al rispetto di una serie di regole, di stantard
minimi e di procedure per l’accreditamento. Il servizio comprende:
— i servizi privato, pubblico e del volontariato;
— il servizio presso centri e a domicilio (presso il domicilio di chi offre il servizio):
È sempre più chiaro, infatti, che la fruizione di servizi ECEC di alta qualità può fare la differenza
nella vita dei bambini piccoli e delle loro famiglie, e vanno dai vantaggi economici per la società
nel suo insieme a migliori risultati scolastici per i singoli alunni.
In questo quadro va inserito il D.Lgs. 65/2017 che in attuazione della L. 107/2015, ha istituito,
il sistema integrato di educazione e di istruzione dalla nascita fino a 6 anni, al fine di svilup-
pare potenzialità di relazione, autonomia, creatività, apprendimento, in un adeguato contesto
affettivo, ludico e cognitivo.
L’intento è quello di superare la frammentazione esistente tra servizi educativi (nidi, micro-nidi
etc.) e scuole dell’infanzia, per garantire ai bambini un percorso unitario basato sulla collabo-
razione, o meglio integrazione, tra le diverse articolazioni dell’istituito Sistema 0-6, mediante
attività di progettazione, di coordinamento e di formazione comuni. In tale ambito, emerge la
funzione strategica della scuola dell’infanzia che opera in maniera contigua con i servizi educativi
per l’infanzia, prima, e con il successivo primo ciclo di istruzione, ricoprendo di conseguenza un
ruolo centrale nella costruzione di questo processo unitario e continuativo posto a fondamento
dello sviluppo dei bambini.
Un percorso educativo e scolastico connotato da pari opportunità di educazione e di istruzione,
di cura, di relazione e di gioco, che racchiude in sé, quindi, e coniuga le finalità di assistenza pro-
prie dei servizi educativi della prima infanzia con quelle di formazione della scuola dell’infanzia.
Tra gli obiettivi del sistema integrato, accanto alla promozione della qualità dell’offerta educativa è posta
anche la promozione della conciliazione lavoro – famiglia mediante il potenziamento dei servizi educativi
della prima infanzia.

Secondo il dettato normativo, infatti, nella loro autonomia e specificità i servizi educativi
per l’infanzia e le scuole dell’infanzia costituiscono, ciascuno in base alle proprie caratteristiche
funzionali, la sede primaria dei processi di cura, educazione ed istruzione.
Al fine di promuoverne e sostenere la qualificazione dell’offerta di tali istituti, vengono indi-
viduati come obiettivi strategici:
— il consolidamento, l’ampliamento e l’accessibilità dei servizi educativi per l’infanzia, con
l’obiettivo di garantire una sempre maggiore copertura a livello nazionale;

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— la diffusione territoriale dei servizi educativi per l’infanzia per una graduale copertura a livello
comunale;
— la generalizzazione progressiva della scuola dell’infanzia per i bambini e bambine dai 3 ai 6
anni;
— l’inclusione di tutti i bambini e le bambine;
— l’introduzione di condizioni che favoriscano la frequenza dei servizi educativi per l’infanzia.
È inoltre prevista, come già visto, la preparazione universitaria di tutto il personale dei servizi
educativi per l’infanzia (dal 2019/2020 è richiesta una laurea in Scienza dell’educazione, classe
L19, con indirizzo specifico per «educatori dei servizi educativi per l’infanzia» o laurea quinquen-
nale in Scienze della formazione primaria integrata da un corso di specializzazione di 60 cfu come
definito dal D.M. 378/2018), la formazione in servizio del personale del Sistema integrato e un
coordinamento pedagogico territoriale.
Tali obiettivi saranno perseguiti mediante l’attuazione del Piano di azione nazionale plu-
riennale, adottato con deliberazione del Consiglio dei Ministri, che definisce la destinazione delle
risorse finanziarie disponibili per la promozione del Sistema integrato di educazione e istruzione.
Il Sistema integrato di educazione e di istruzione, che verrà realizzato progressivamente e in funzione
della disponibilità delle risorse finanziarie e strumentali, recepisce in parte i servizi già esistenti sul terri-
torio nazionale.
Inoltre, al fine di potenziare la ricettività dei servizi e sostenere la continuità del percorso educativo
e scolastico delle bambine e dei bambini di età compresa tra tre mesi e sei anni di età, è previsto che le
Regioni, d’intesa con gli Uffici scolastici regionali, promuovano la costituzione di Poli per l’infanzia (→ in-
fra), che però non saranno organismi dotati di autonomia scolastica. Essi potranno essere anche aggregati
agli edifici che ospitano scuole primarie e istituti comprensivi, in modo da riunire in un unico contesto la
formazione «prescolare» e quella successiva, con spazi e personale specializzato condivisi.

2 L’organizzazione del Sistema integrato


Il Sistema integrato di educazione e di istruzione accoglie le bambine e i bambini in base
all’età ed è costituito:
— dai servizi educativi per l’infanzia;
— dalle scuole per l’infanzia, statali e paritarie.
In particolare, i servizi educativi per l’infanzia sono articolati in:
a) i nidi e i micro-nidi che accolgono le bambine e i bambini tra i 3 e 36 mesi di età e concorrono
con le famiglie alla loro cura, educazione e socializzazione promuovendone il benessere e lo
sviluppo dell’identità, dell’autonomia e delle competenze. Si tratta di realtà che presentano
modalità organizzative e di funzionamento diversificate in relazione ai tempi di apertura del
servizio e alla loro capacità ricettiva, assicurano il pasto e il riposo e operano in continuità
con la scuola dell’infanzia;
b) le sezioni primavera aperte ai bambini tra 24 e 36 mesi di età e poste in continuità del per-
corso educativo da 0 a 6 anni di età;
c) i servizi integrativi che concorrono all’educazione e alla cura dei bambini e soddisfano i
bisogni delle famiglie in modo flessibile e diversificato sotto il profilo strutturale ed organiz-
zativo. Essi si distinguono in:
— spazi gioco per bambini da 12 a 36 mesi di età affidati a uno o più educatori in modo con-
tinuativo in un ambiente organizzato con finalità educative, di cura e di socializzazione.
Non prevedono il servizio di mensa e consentono una frequenza flessibile, per un massimo
di 5 ore giornaliere;

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— centri per bambini e famiglie, che accolgono bambini dai primi mesi di vita insieme a un
adulto. Essi offrono un contesto qualificato per esperienze di socializzazione, apprendi-
mento e gioco e momenti di comunicazione e incontro per gli adulti sui temi dell’educa-
zione e della genitorialità. Non prevedono il servizio di mensa e consentono una frequenza
flessibile;
— servizi educativi in contesto domiciliare, comunque denominati e gestiti per bambini da 3 a
36 mesi che concorrono con le famiglie alla loro educazione e cura. Essi sono caratterizzati
dal numero ridotto di bambini affidati a uno o più educatori in modo continuativo.
I servizi educativi per l’infanzia sono gestiti dagli enti locali in forma diretta o indiretta, da
altri enti pubblici o da soggetti privati mentre le sezioni primavera possono essere gestite anche
dallo Stato.
Nella realizzazione del Sistema integrato, le competenze sono così suddivise:
— il Ministero ha funzioni di indirizzo e programmazione, non solo per la fascia di età dai 3 ai 6 anni, ma
anche per il segmento 0-3;
— le Regioni definiscono gli standard strutturali organizzativi e qualitativi, uniformi su tutto il territorio
nazionale; disciplinano, inoltre, le attività di autorizzazione, accreditamento e vigilanza degli enti locali
e le sanzioni;
— gli enti locali (i Comuni) autorizzano, accreditano e vigilano sui soggetti privati per l’istituzione e la
gestione dei servizi educativi, nel rispetto degli standard definiti dalle Regioni.
In tale sistema di governance, al Ministero spetterà un ruolo di coordinamento, indirizzo e promozione,
in sintonia con le Regioni e gli enti locali, sulla base del Piano di azione nazionale, adottato dal Governo.

3 Il servizio educativo per la prima infanzia – asilo nido


Gli asili nido, o servizi educativi per la prima infanzia o nidi d’infanzia, sono strutture,
pubbliche o private, che, nel rispetto dei principi costituzionali e delle carte internazionali sui
diritti dei bambini, svolgono un servizio educativo in risposta ad un interesse di tipo sociale.
Essi si pongono l’obiettivo di garantire, a tutti i bambini e le bambine, ideali condizioni per il
loro sviluppo psico-fisico, e promuovono l’uguaglianza di opportunità educative tenendo conto
delle diverse esigenze di ciascuno e dei diversi ritmi di crescita e di adattamento.
L’asilo nido, infatti, concorre, insieme con la famiglia, a promuovere la personalità del bambino
con l’obiettivo di formare un individuo libero e attivo, protagonista del suo sviluppo, attraverso
un processo che intende favorire un’armonica crescita psico-fisica, promuovere l’autonomia,
educare alla socialità e al rispetto della diversità.
Le finalità perseguite nell’asilo nido sono, in sintesi:
— favorire la creazione dell’identità personale del bambino/a;
— favorire la conquista della sua autonomia;
— educare alla socialità.
L’importanza del nido come momento di sviluppo cognitivo e sociale viene percepita dalla famiglia che
cerca, approcciandosi alla realtà del servizio per l’infanzia, in primo luogo proprio una risorsa diversa o
complementare a quella della famiglia, dove le dinamiche sono conosciute, nella quale il bambino possa
realizzare una parte della propria personalità attraverso il confronto con un ambiente esterno ed estraneo,
ma accogliente e che favorisca l’incontro col nuovo ma che sappia supportare i complessi bisogni educativi
che caratterizzano questa delicata fascia di età.

Il servizio erogato dall’asilo nido è nato con funzione prevalentemente di tipo assistenziale,
ma ha assunto, nell’applicazione delle diverse leggi regionali, connotazioni e caratteristiche di
servizio educativo.

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Esso accoglie tutti i bambini e le bambine generalmente a partire dai sei mesi (anche se al-
cuni asili accettano anche a partire dai tre mesi) ai tre anni e partecipa con la famiglia alla loro
crescita e formazione, nel rispetto dell’identità individuale, culturale e religiosa.
Questo profondo cambiamento rispetto al passato, in cui l’asilo nido aveva prettamente
finalità igienico-sanitarie, è avvenuto sia grazie al progresso nelle ricerche scientifiche in campo
psicopedagogico e alla maggiore attenzione per la fascia di età compresa tra zero e tre anni, sia
grazie a importanti iniziative a livello comunale che hanno portato alla creazione di veri e propri
nidi con intento educativo; ciò ha chiarito che il processo formativo ed educativo comincia già
dalla nascita per poi proseguire gradualmente.
La fascia di età che va da zero a tre anni ha grande importanza per la formazione della perso-
nalità; i fattori che la influenzano sono: la qualità delle esperienze socio-affettive e la modalità di
stimolazione delle capacità d’apprendimento, cioè l’ambiente. Ad esempio, un ambiente familiare
e i condizionamenti vissuti nella primissima età sono determinanti per l’esito formativo nello
stadio presente ed in quelli futuri.
Ciò è valido sempre più a causa delle trasformazioni che investono la società, quali mutamenti
di valori e modelli di vita, creazione di nuovi mezzi di formazione, aumento delle occasioni di
multiculturalità e di multietnicità.
Pertanto, è necessario che la famiglia possa con fiducia condividere le responsabilità educative
e confrontarsi nel percorso di crescita e arricchimento reciproco, con personale preparato dal
punto di vista professionale. Il nido da questo punto di vista si pone come un ponte tra la famiglia
e le istituzioni, tra la rassicurante dimensione del privato e quella del pubblico.
Il nido, a tal fine, è un luogo che favorisce anche occasioni di incontro alle quali partecipano
in maniera organica varie componenti: la famiglia, le formazioni sociali organizzate sul territorio,
oltre al personale dell’asilo nido stesso, al fine di assicurare la massima trasparenza nella gestio-
ne del servizio e la verifica dell’attuazione delle scelte educative, anche istituendo organismi
rappresentativi.

3.1 Le tipologie di servizi educativi per la prima infanzia


Nelle diverse realtà regionali, sono nate forme diverse di servizi educativi per la prima infanzia,
ciascuna prevista e disciplinata in stretta correlazione con le caratteristiche territoriali e con le
esigenze della popolazione.
Oltre all’asilo nido, sono fioriti infatti nuovi servizi educativi e ricreativi ad integrazione del
servizio educativo alla prima infanzia, anche da svolgersi nella stessa struttura dell’asilo nido,
per garantire risposte differenziate alle diverse esigenze familiari, che abbiano caratteristiche
ludiche, educative e di intrattenimento e modalità organizzative funzionali alle richieste della
comunità di utenti.
Le Regioni devono collaborare strettamente con gli enti locali al fine di promuovere le più adeguate
politiche per i minori e per la famiglia, realizzando un sistema educativo definito appunto integrato.
Esse a tal fine stendono una programmazione triennale dei servizi all’infanzia nel relativo Piano che defi-
nisce obiettivi, livelli di qualità e criteri dei servizi all’infanzia. Nel programma annuale, che è un documento
finanziario da approvarsi entro il 31 dicembre di ogni anno, vengono poi stanziati i relativi finanziamenti.
Anche riguardo ai servizi innovativi, la pluralità di offerte di servizi di cura innovativi si è concretizzata,
in particolare, in servizi integrativi, la cui sperimentazione viene promossa da alcune Regioni per un periodo
in genere coincidente con il Piano triennale di programmazione.

Tra i servizi integrativi per la prima infanzia troviamo, con caratteristiche differenti a seconda
delle Regioni, ad esempio:
— i centri bambine-bambini destinati all’accoglienza e alla socializzazione fino a tre anni di
età;

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— i centri bambini-genitori che accolgono bambini e genitori al fine di condividere la respon-


sabilità;
— il centro gioco-educativo, a carattere prevalentemente ludico che non prevede servizio
mensa ed è organizzato su turni.
I servizi domiciliari si realizzano in un contesto ambientale di tipo familiare, definito anche
«domestico», sempre in stretta relazione con il sistema educativo integrato, infatti sono sele-
zionati dall’ente locale sulla base di precisi requisiti che ne assicurino le capacità educative.
Essi si possono articolare nelle seguenti tipologie di servizio:
— educatore domiciliare presso istituzioni scolastiche, religiose, no profit;
— educatore familiare, presso una famiglia che mette a disposizione l’ambiente domestico;
— la «mamma accogliente» che già abbia dei bambini tra zero e tre anni e che si offre di acco-
glierne altri, con modalità ed orari concordati con le famiglie; in genere, dura un triennio al
termine del quale può essere rinnovato;
— il nido in famiglia che ospita in un contesto familiare massimo 4 bambini.
Esistono inoltre i micro nidi che si differenziano dall’asilo nido unicamente per la capacità
ricettiva, frequenti in località nelle quali il numero di utenti è inferiore a quello previsto dalla
normativa regionale; essi possono costituirsi presso scuole dell’infanzia o come strutture decen-
trate di altro asilo nido preesistente.
Tra le politiche per la famiglia trova posto l’introduzione di asili nido presso i luoghi di
lavoro. In alcune Regioni la promozione di tale tipo di servizio alla prima infanzia prevede
l’istituzione di asili nido su iniziativa di enti pubblici o privati, di consorzi industriali, di aziende
di produzione singole o consorziate che abbiano una richiesta tra i dipendenti in tale direzione
tale da giustificare la realizzazione della struttura.

3.2 Il personale degli asili nido


I servizi educativi per la prima infanzia svolgono le loro funzioni grazie ad un duplice ordine
di personale:
— il personale educatore;
— il personale addetto ai servizi generali.
Il personale dei servizi per la prima infanzia viene assunto in base ad una procedura concorsuale pub-
blica ed è dipendente del Comune o dei consorzi di Comuni.

Gli educatori dei servizi educativi, in particolare, devono essere in possesso di competenze
relative alla cura e alla educazione dei bambini e alla relazione con le famiglie e provvedono
all’educazione e al funzionamento del servizio, in particolare, offrendo ai bambini gli spunti
necessari ad accrescere la propria personalità in maniera armoniosa attraverso esperienze
formative; inoltre, favoriscono la comunicazione con le famiglie.
Gli addetti ai servizi generali svolgono mansioni relative alla pulizia e all’ordine dei locali
e dei materiali, collaborando con il personale educatore alla manutenzione e preparazione
del materiale didattico e al buon funzionamento dell’attività del servizio, e alla preparazione e
distribuzione del vitto.
Un’altra figura professionale è quella del coordinatore pedagogico che assolve principal-
mente a compiti di programmazione educativa e anche di sperimentazione di servizi e progetti
innovativi.
Non possono mancare negli asili nido un medico pediatra, anche se presente solo alcune volte du-
rante la settimana, uno psicologo che deve supervisionare l’equipe degli educatori e del personale non

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docente e svolge colloqui con i genitori, collaborando con il coordinatore e gli educatori alla stesura della
programmazione didattica. Egli effettua, inoltre, periodicamente delle valutazioni sullo sviluppo psicolo-
gico dei bambini.

4 Le sezioni primavera
Le sezioni primavera sono state istituite (dalla L. 296/2006, cd. L. finanziaria 2007) per far
fronte alla crescente domanda di servizi educativi per i bambini al di sotto dei 3 anni di età. Esse
sono diventate nel tempo una realtà importante nella logica della continuità degli anni ponte
tra asili nido e scuola dell’infanzia, come confermato dal D.Lgs. 65/2017, istitutivo del Sistema
integrato di educazione e di istruzione in cui sono ora comprese.
Le sezioni primavera sono costituite, previo accordo in sede di Conferenza unificata, mediante
il finanziamento di progetti sperimentali di formazione rivolti a bambini dai 24 ai 36 mesi
di età.
Per accedere ai finanziamenti il progetto deve soddisfare determinati requisiti, ovvero, deve prevedere:
— qualità pedagogica, flessibilità ed originalità delle soluzioni organizzative autonomamente definite,
comunque rispettose della particolare fascia di età cui si rivolge;
— integrazione sul piano pedagogico, della sezione con la struttura presso cui funziona (scuola dell’infanzia,
nido) sulla base di specifici progetti;
— accesso al servizio di bambini di età compresa tra i 24 e i 36 mesi che compiano, comunque, i 2 anni di
età entro il 31 dicembre;
— presenza di locali idonei sotto il profilo funzionale e della sicurezza, rispettosi delle norme regionali e
dei regolamenti comunali vigenti in materia e che rispondano alle diverse esigenze dei bambini della
fascia da 2 a 3 anni, quali, in particolare, accoglienza, riposo, gioco, alimentazione, cura della persona,
etc.;
— allestimento degli spazi con arredi, materiali, strutture interne ed esterne, in grado di qualificare l’am-
biente educativo come contesto di vita, di relazione, di apprendimento;
— orario di funzionamento flessibile rispondente alle diverse esigenze dell’utenza e alla qualità di eroga-
zione del servizio, compreso, tra le 5 e le 8 ore giornaliere;
— dimensione contenuta del numero dei bambini per sezione che non superi le 20 unità, in base al modello
educativo ed organizzativo adottato;
— rapporto numerico tra personale educativo/docente e bambini non superiore a 1:10, definito, comunque,
tenendo conto dell’età dei bambini, dell’estensione oraria del servizio, della dimensione del gruppo e
delle caratteristiche del progetto educativo;
— impiego di personale professionalmente idoneo per la specifica fascia di età, con particolare attenzione
al sostegno di bambini con disabilità inseriti nella sezione;
— il personale docente ed ausiliario deve essere in regola con le norme contrattuali vigenti;
— predisposizione di specifiche forme di aggiornamento per il personale impegnato nei progetti speri-
mentali.

Le sezioni primavera sono aggregate, di norma, alle scuole per l’infanzia statali o paritarie
o inserite nei Poli per l’infanzia. A seguito del D.Lgs. 65/2017 è previsto il superamento della
fase sperimentale delle sezioni primavera mediante la loro graduale stabilizzazione e il loro
progressivo potenziamento, nell’intento di escludere i servizi educativi per l’infanzia dai servizi
pubblici a domanda individuale.

5 I Poli per l’infanzia


Al fine di potenziare la ricettività dei servizi e sostenere la continuità del percorso educativo e
scolastico, il D.Lgs. 65/2017 prevede, come già visto, la costituzione di Poli per l’infanzia ovvero

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il conglobamento in un unico plesso o in edifici vicini, di più strutture di educazione e di


istruzione per bambine e bambini fino a 6 anni di età.
L’intento è quello di riunire in un unico contesto la formazione prescolare, in modo che i bambini
e le bambine possano iniziare e completare il ciclo di educazione e di istruzione in uno stesso
luogo, dalla nascita fino all’ingresso alla scuola primaria.
I poli per l’infanzia vengono, quindi, definiti come laboratori permanenti di ricerca, innova-
zione, partecipazione e apertura al territorio, in cui è prevista la condivisione di servizi generali,
spazi collettivi e risorse professionali, in un’ottica di massima flessibilità e diversificazione per il
miglior utilizzo possibile delle risorse stesse.
La costituzione dei Poli per l’infanzia è affidata alle Regioni, che ne definiscono anche le
modalità di gestione, d’intesa con gli Uffici scolastici regionali e tenuto conto delle proposte
formulate dagli enti locali.
Il Ministero ripartisce le risorse disponibili tra le Regioni e individua i criteri per l’acquisizione delle
manifestazioni di interesse degli enti locali per la costituzione dei poli innovativi per l’infanzia. Alle Regioni
spetta poi selezionare i migliori progetti, presentati a seguito di apposito bando concorsuale del ministero,
da un minimo di 1 ad un massimo di 3 progetti di Polo sul proprio territorio.

I poli per l’infanzia non hanno autonomia scolastica e possono essere costituiti anche presso
direzioni didattiche o istituti comprensivi del sistema nazionale di istruzione e formazione.

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