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Approfondimento del corso di Matematica Discreta - MasterMath 2021/2022

I gra di Cayley
Nicola Frosi

1 La nascita della teoria dei gra, in breve


La nascita della Teoria dei Gra è stata addotta ad Eulero. In particolare Egli,
nella sua grandezza, ha iniziato ad occuparsi ad un problema, noto ai mate-
matici e non solo, che viene tutt'ora denominato problema dei sette ponti di
Konigsberg. C'è una data ben precisa per la nascita di questa branca della
matematica: anno 1736. Probabilmente i gra venivano utilizzati già da molto
tempo ma è proprio grazie allo sforzo di un gigante come Eulero che nasce la
Teoria dei Gra in modo sistematico.
Brevemente il problema dei sette ponti di Konigsberg, ridente cittadina prussia-
na, può essere descritto nel seguente modo. La città di Konigsberg è attraversata
dal ume Pregel e dai suoi numerosi auenti e presenta numerose isole che sono
connesse tra di loro. Due fra le principali di queste isole sono connesse fra loro
e con le due aree principali della città mediante sette ponti.
Per secoli i matematici si sono interrogati sul fatto se fosse possibile con una
passeggiata seguire un percorso che attraversi ogni ponte una ed una sola volta.
Eulero stabili che ciò non era possibile e da un tale tipo di problema nacque una
famiglia di gra che vengono detti per l'appunto gra euleriani.
Può essere interessante per la comprensione della soluzione proposta da Eulero,
fondamentale per la nascita di questa nuova (all'epoca) branca della matema-
tica, capire il modo di procedere di Eulero stesso. Egli in prima battuta ha
arontato il problema cercando di coglierne l'essenza. Ovvero ha cercato di ri-
durre al minimo le informazioni ridontanti e distraenti, compiendo un processo
di astrazione che ha dato la nascita alla teoria dei gra. In poche parole ha
eettuato una schematizzazione del problema. La schematizzazione di Eulero
non è cosi banale come potrebbe sembrare a priori e storicamente ha portato
alla formazione del primo grafo, costituito da quattro punti e sette segmenti.

1.1 Nozioni di base della teoria dei gra


Come visto nel paragrafo precedente un grafo può essere quindi visto come una
entità matematica costituità da sotto-entità, vertici e segmenti. A questa nuova
entità è possibile quindi associare un'etichetta, Γ, che viene chiamata grafo.
Dal punto di vista notazionale è possibile scrivere le seguenti denizioni.
Denizione 1.1. Sia Γ un grafo, allora:
V (Γ) = insieme di punti, vertici del grafo

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Figura 1: Mappa della città con evidenziato i sette ponti cha hanno dato vita
al problema arontato da Eulero.

Figura 2: Schematizzazione del problema eettuata da Eulero.

E(Γ) = insieme delle coppie non ordinate di vertici, spigoli del grafo

Preso quindi uno spigolo esso è univocamente determinato da una coppia


di vertici, ed ovviamente vale il viceversa, presi due vertici essi individuano
univocamente uno spigolo.
u, v ∈ V (Γ) sono i vertici,

Figura 3: Esempio di spigolo nella teoria dei gra.

e = {u, v} è lo spigolo.
Denizione 1.2. Sia Γ un grafo tale che u, v siano gli unici suoi due vertici.
Se u = v allora si ha un loop.

Denizione 1.3. Un grafo che non ha loop ed i cui vertici costituiscono un


insieme si dice grafo semplice.
Adesso si raggruppano per semplicità un po di denizioni.

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Figura 4: Esempio di loop.

Denizione 1.4. 1. Dati due vertici appartenenti ad un grafo, in simboli


adiacenti se appartengono allo stesso spigolo,
u, v ∈ V (Γ), essi si dicono
ovvero se {u, v} ∈ E(Γ)
2. dato un vertice appartenente al grafo, u ∈ V (Γ), si dicono vicini di u
l'insieme dei vertici adiacenti ad u, {v ∈ V (Γ) : v è adiacente a u}
3. un vertice ed uno spigolo di un grafo, v ∈ V (Γ) e e ∈ E(Γ) si dicono
incidenti se esiste un vertice tale che lo spigolo e sia denito dalla coppia
non ordinata {u, v}. In simboli ∃v ∈ V (Γ) : e = {u, v}.
Importante è anche la denzione di grado di un vertice che si indica con
degΓ v .
Denizione 1.5. Sia dato Γ un grafo senza loop, e sia v ∈ V (Γ) un suo vertice.
Si chiama grado di v in Γ
degΓ v = numero di spigoli incidenti con v .

Figura 5: Il grado del vertice A è pari a 2, perchè ha due spigoli incidenti.

Se Γ è un grafo semplice allora degΓ v = numero di vertici adiacenti a v .


Quando si ha a che fare con un grafo bisogna quindi tenere presente che esso
è costituito dalle ben note entità insieme di punti e insieme di coppie di punti,
non ordinate perchè in generale non ci interessa il verso di percorrenza di uno
spigolo del grafo. La cosa però non funziona sempre cosi, in alcune tipologie di
gra è importante anche il verso di percorrenza per cui nelle coppie di punti che
deniscono uno spigolo è importante anche considerare l'ordine.
Ciò per dire che se prendo un sottoinsieme dei vertici che deniscono un grafo

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ed associo l'insieme delle coppie non ordinate che essi deniscono, posso andare
a costruire un sottografo del grafo di partenza. Per cui torna utile la seguente
denizione:
Denizione 1.6. Siano dati γ e Γ′ due gra; si ha che Γ′ ≤ Γ, ovvero che Γ′ è
un sottografo di Γ se valgono i seguenti fatti ( che abbiamo già spiegato sopra):
1. V (Γ′ ) ⊆ V (Γ)
2. E(Γ′ ) ⊆ E(Γ)
se intoltre si ha che l'insieme dei vertici dei due gra è identico, ovvero V (Γ′ ) =
V (Γ), si ha che Γ viene chiamato in inglese spanning subgraph.

Figura 6: Spanning subgraph.

Come per il problema dei ponti di Konigsberg di Eulero quando si ha a che


fare con dei gra si è soliti porsi le seguenti domande:
ˆ Che percorso posso scegliere per raggiungere un vertice dal vertice dove
mi trovo?
ˆ Qual'è il minimo percorso che posso compiere per raggiungere due vertici?
ˆ Quanti percorsi posso utilizzare per raggiungere due vertici deniti?
ˆ Quante volte devo passare per un dato vertice per compiere un certo
percorso predenito?
ˆ ...
In parte a queste domande si è già risposto. Ma è necessario introdurre altre
denizioni per riuscire a comprendere le nozioni di base della teoria dei gra.
Denizione 1.7. Si denisce una walk = lista di vertici e spigoli.
Ad esempio una walk può essere rappresentata dalla seguente lista:
v0 , e1 , v1 , e2 , v2 , ..., ek , vk

. Un esempio di walk può essere:


v3 , e 3 , v 2 , e 2 , v 1 , e 5 , v 4 , e 4 , v 2 , e 2 , v 1 , e 1 , v 0

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Figura 7: Esempio di walk.

Denizione 1.8. Si denisce una trail = walk senza spigoli ripetuti


Quando non si vuole ripercorrere la stessa via più volte (ad esempio via
Montenapoleone a Milano, per evidenti motivi). Oppure:
Denizione 1.9. Si denisce un path = trail senza vertici ripetuti
Molte volte è utile anche sapere la lunghezza di un path o cammino.
Denizione 1.10. Sia dato Pk un path con k vertici, si denisce l(Pk ) = k − 1,
dove con l(Pk ) si è indicato la lunghezza del path.
Denizione 1.11. Sia dato Ck un ciclo con k vertici, si denisce l(Ck ) = k ,
come nella denizione precedente.
Se voglio compiere un tragitto nel più breve tempo possibile, scelgo il tragitto
più breve. Per cui torna utile la seguente denzione:
Denizione 1.12. Siano dati due vertici di un grafo Γ, u, v ∈ Γ, si denisce
come distanza tra u e v in Γ la quantità:
dΓ (u, v) = lunghezza del cammino più corto di Γ avente vertici u e v .
Denizione 1.13. Un grafo Γ è connesso se ∀u, v ∈ V (Γ)∃P ⊆ Γ con P
cammino (path) con estremi u e v .
Denizione 1.14. Un circuito o ciclo di un grafo è una walk v1 , e1 , v2 , ...., vn =
v1 in cui il vertice iniziale v1 coincide con il vertice nale vn .

Figura 8: Esempio di circuito.

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Denizione 1.15. Un circuito euleriano è un circuito che passa per tutti gli
archi del grafo.
Denizione 1.16. Un grafo che contiene un circuito euleriano si dice grafo
euleriano.
Theorem 1.1. Un grafo G privo di vertici isolati è euleriano se e solo se:
ˆ è connesso;
ˆ il grado di ogni vertice di G è un numero pari;
Quindi per essere euleriano un grafo deve contenere un ciclo che passa per
tutti gli spigoli. Ad esempio

Figura 9: Esempio di grafo euleriano.

Denizione 1.17. Un Hamiltoniano in un grafo Γ è un ciclo che visita tutti i


vertici di Γ.
Denizione 1.18. Un grafo Hamiltoniano è un grafo che contiene un ciclo
Hamiltoniano.

2 Nozioni di base sulle strutture algebriche


2.1 Gruppi
Per poter introdurre la teoria dei gra di Cayley è necessario conoscere le prin-
cipali strutture algebriche in quanto come già detto tali gra sono intimamente

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(b)

(a)

Figura 10: Esempi di gra Hamiltoniani.

connessi ai gruppi.
Anzitutto è necessario fornire la denizione di Operazione binaria.

Denizione 2.1. Sia S un insieme con S ≠= ∅ e sia ☆ un'applicazione


☆∶S×S →S

che ad ogni coppia (a, b) con a, b ∈ S associa il valore a ☆ b ∈ S


(a, b) → a ☆ b

allora ☆ è un'operazione binaria (interna) su S .


Ad esempio
ˆ siano
K ∈ {Q, R, C, Zp }
con p primo.
Tali insiemi numerici sono campi.
Siano dati gli insiemi numerici
D ∈ {Q, R, C, Zp , Z}

ricordando che Z non è un campo, dato che non esiste l'inverso di ciascun
intero.
L'insieme dei polinomi su un campo K è identicaro con K[x].
Le operazioni somma e prodotto, + e ∗, sono denite su K[x] e D[x].

ˆ la divisione non è un'operazione binaria su Q;

7
ˆ sia X ≠ ∅ e sia S = P (X) = {Y ∣Y ⊆ X}, allora ∩ e ∪ sono operazioni su S ;

ˆ sia X ≠ ∅ e sia S = {f ∣f ∶ X × X → X}, allora la composizione di funzioni


su S è un'operazione binaria.
É possibile quindi fornire la denizione di struttura algebrica.
Denizione 2.2. Una struttura algebrica (S, ☆1 , ☆2 , ..., ☆r ) è un insieme S ≠ ∅
munito delle operazioni ☆i .
Ad esempio:
ˆ le operazioni di somma + e prodotto sugli insiemi numerici, che generica-
mente chiameremo K[x], vale a dire gli insiemi Q,R, C, Zp sono strutture
algebriche;
ˆ la sottrazione su N non è un'operazione interna ad N (2 − 3 = −1 ∉ N),
quindi (N, −) non è una struttura algebrica;
ˆ la divisione su Q non è un'operazione interna a Q per cui (Q, ∶) non è una
struttura algebrica;
ˆ sia X ≠ ∅, S = P(X) = {Y ∣Y ⊆ X} le operazioni intersezione e unione sono
operazioni interne di S , quindi (S, ∩) e (S, ∪) sono strutture algebriche;
ˆ ...

Proprietà fondamentali per le strutture algebriche sono le seguenti.


Proposizione 1. Sia (S, ☆) una Struttura Algebrica:

a) ☆ è associativa se ∀a, b, c ∈ S :
(a ☆ b) ☆ c = a ☆ (b ☆ c)

b) ☆ è commutativa se ∀a, b ∈ S :
a☆b=b☆a

c) e ∈ S si dice elemento neutro ( rispetto a ☆ se ∀a ∈ S :


e☆a=a=a☆e

Queste semplici proprietà hanno conseguenze molto importanti, ad esempio


è possibile dare le seguenti denizioni:
Denizione 2.3. Una struttura algebrica (S, ☆) si dice:
1. semigruppo se vale la proprietà a, ovvero l'associatività;
2. monoide se valgono le proprietà a e c, ovvero l'associatività e l'esistenza
dell'elemento neutro;
3. commutativa se vale la proprietà b, ovvero la commutatività;

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Queste denizioni possono a loro volta essere assemblate a formare ad esem-
pio monoidi commutativi o semigruppi commutativi.
Esempi di queste strutture algebriche e loro derivate.

ˆ (K, +) è un monoide commutativo, vale a dire che se noi prendiamo un


insieme (campo) di ciò che abbiamo chiamato K ad esempio R, presi due
qualunque dei valori in R, ovviamente rispetto alla somma le tre proprietà
a,b e c sono soddisfatte;
ˆ (D, +) è anche un monoide commutativo;
ˆ (D[x], ∗) ovvero l'insieme dei polinomi denito su uno degli insiemi di cui
sopra, è un monoide commutativo;
ˆ X ≠ ∅, S = P(x) = {Y ∣Y ⊆ X} con le usuali operazioni di intersezione ed
unione sono monoidi commutativi;
ˆ (mZ, ) dove m ≥ 2, ovvero l'insieme dei multipli di Z

mZ = {mx∣x ∈ Z}

è un semigruppo commutativo, perchè non ha l'elemento neutro;


Succedono inoltre questi fatti con gli oggetti di cui sopra:
Proposizione 2. Sia (S, ☆) un monoide (vale a dire un semigruppo con ele-
mento neutro), allora l'elemento neutro è unico.
Ora si danno due importanti denizioni che sono fondamentali per il nostro
lavoro.
Denizione 2.4. Sia (S, ☆) un monoide con elemento neutro e. Un elemento
simmetrizzabile se esiste a′ ∈ S tale che
a ∈ S si dice

a′ ☆ a = e = a ☆ a′

a′ si dice il simmetrico di a. Se a esiste è unico.


Denizione 2.5. Un monoide (S, ☆) i cui elementi sono tutti simmetrizzabili
si dice GRUPPO. Se ☆ è commutativo, si parla di GRUPPO COMMUTA-
TIVO o GRUPPO ABELIANO.
Alcuni esempi di gruppo
Esempio 1
Se io chiamo con G uno qualsiasi dei seguenti insiemi {Z, Q, R, C, Z⋉ , K[x]},
dove K[x], rappresenta l'insieme dei polinomi sui campi precedentemente elen-
cati, allora si ha che (G, +) è un gruppo abeliano.
Esempio 2
Se considero G come uno degli insiemi {Q, R, C, Zp } si ha che (G ∖ {0}, ) è un
gruppo abeliano.
Esempio 3
Se (S, ☆) è un monoide, e U(S) denota l'insieme degli elementi simmetrizzabili
di S , allora (U(S), ☆) è un gruppo.
Esempio 4

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É possibile fare un esempio di gruppo facendo riferimento anche alle matrici. Se
si prendono le matrici appartenenti a Mm×n (K), ovvero l'insieme delle matrici
(tabelle) di m righe ed n colonne a valori su uno dei campi K sopra deniti e
di queste matrici si prendono solo quelle quadrate, ovvero quelle per cui m = n
che possiamo denotare con Mn (K) si possono formare dei gruppi.
Poniamo m = n = 2 l'insieme delle matrici quadrate diventa:
a a1,2
M2 (K) = {( 1,1 ) ∣ai,j ∈ K}
a2,1 a2,2

abbiamo che la somma è ben denita, infatti basta semplicemente fare


a a1,2 a′ a′1,2 a1,1 + a′1,1 a1,2 + a′1,2
( 1,1 ) + ( 1,1 ′ )=( )
a2,1 a2,2 a′2,1 a2,2 a2,1 + a′2,1 a2,2 + a′2,2

per vedere semplicemente che la somma sta ancora in M2 . Inoltre tale insieme
possiede anche l'elemento neutro rispetto alla somma che è dato da:
0 0
( )
0 0

2.2 Sottogruppi e gruppi ciclici


Denizione 2.6. Un sottogruppo H di (G, ∗) è un sottoinsieme non vuoto di
G tale che (H, ∗) sia un gruppo.
Se H è un sottogruppo di G eredita l'unità di G.
Per vericare che un sottogruppo sia eettivamente tale esistono due T EST
formulati come segue:
Proposizione 3. TEST1
Sia ∅ ≠ H ⊆ G, e sia (G, ∗) un gruppo, H è un sottogruppo di G



⎪∀a, b ∈ H ∶ a ∗ b ∈ H


⎪∀a ∈ H ∶ a−1 ∈ H

in notazione additiva (G, +)


⎪∀a, b ∈ H ∶ a + b ∈ H


⎪∀a ∈ H ∶ −a ∈ H

Proposizione 4. TEST2
Sia ∅ ≠ H ⊆ G, e sia (G, ∗) un gruppo, H è un sottogruppo di G

∀a, b ∈ H ∶ a ∗ b−1 ∈ H
in notazione additiva (G, +)
∀a, b ∈ H ∶ a − b ∈ H

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Ad esempio sia H = {±1, ±i} ⊆ (C ∖ {0}, ∗), H verica il TEST1 o il TEST2
quindi è un sgr di (C ∖ {0}, ∗).
Sia H = {±1, ±i} ⊆ (C ∖ {0}, +), H non è un sgr di (C ∖ {0}, ∗), perchè non
verica il TEST1, infatti 1 + i ∉ H , mentre 1 ∈ H e i ∈ H .
Per i gruppi niti , ovvero i gruppi i cui insiemi sono costituiti da un numero
nito di elementi esiste un importante teorema.
Theorem 2.1. (teorema di Lagrange) Se G è un gruppo nito ed H è un suo
sottogruppo, allora
∣H∣ ∣ ∣G∣
Ad esempio il gruppo (Z15 , +) non può avere sottogruppi di ordine 7, 9, 11, 13,
perchè nessuno di questi è u divisore di 15. I divisori di 15 sono {1, 3, 5, 15}.
D'ora in poi con sgr si intenderà "sottogruppo".
Denizione 2.7. Sia x ∈ G e sia H un sgr di G. Con la dicitura Hx si indica
il laterale destro e con xH si indica il laterale sinistro.
Proposizione 5. Sia H un sgr di G.
Se G è abeliano, allora Hx = xH ∀x ∈ G.
Se G non è abeliano allora può accadere che Hx ≠ xH per qualche x ∈ G.
Queste notazioni sono necessarie per introdurre il concetto di sottogruppo
normale.
Denizione 2.8. Sia H un sgr di G, H si dice normale in G se
∀x ∈ G ∶ xH = Hx

Si scrive H △ G.
Se G è abeliano ogni sgr di G è normale.
Proposizione 6. Se H △ G, allora l'insieme quoziente G
H
è un gruppo
rispetto all'operazione ∗ denita cosi:
G
∀xH, yH ∈ ∶ xH ∗ yH = (xy)H
H
in notazione additiva:
G
∀x + H, y + H ∈ ∶ (x + H) + (y + H) = (x + y) + H
H
Ad esempio siano (G, +) = (Z, +) e H = mZ = {mx∣x ∈ Z}.
H è un sgr di G, infatti applicando il TEST2 si ha, per mx1 , mx2 ∈ H :

mx1 − mx2 = m(x1 − x2 ) ∈ Z

quindi H è sgr di (Z, +).


L'insieme quoziente di G rispetto ad H è
G
= {0 + H, 1 + H, ..., (m − 1) + H}
H
ovvero
i + H = {i + mx∣x ∈ Z}

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I laterali sono le classi di resto modulo m
0+H =0
1+H =1
...
(m − 1) + H = m − 1
La proposizione ci dice che
(x + H) + (y + H) = (x + y) + H
cioè
x(mod(n)) + y(mod(n)) = (x + y)(mod(n))
Diamo ora un'altra denizione.
Denizione 2.9. Sia G un gruppo e X ⊆ G. Si dice gruppo generato da X
e si indica con < X >, il più piccolo sgr di G contenente X .
< X >∶= ⋂ H
H≤G,X⊆H

In questo modo mediante sottogruppi e gruppi quozienti è possibile costruire


nuovi gruppi da gruppi di partenza. Esistono altri modi per costruire altri gruppi
a partire da gruppi di partenza, uno dei più fondamentali è quello di costruire
il gruppo generato da uno o più elementi ssati.
Prima di preseguire in questo senso diamo le seguenti denizioni.
É possibile denire potenze e multipli nel seguente modo.
In (G, ∗),

⎪g ∗ g ∗ g... ∗ g i > 0



g = ⎨1 i = 0
i




⎩g ∗ g ∗ ... ∗ g
−1 −1 −1
i<0
in (G, +),

⎪ g + g + g... + g i > 0



g = ⎨0 i = 0
i




⎩(−g) + (−g) + ... + (−g) = (−i)(−g) i < 0
Proposizione 7. Sia (G, ∗) un gruppo e g ∈ G.
L'insieme < g >= {g i ∣i ∈ Z} delle potenze di G è un sgr di G e si dice sottogruppo
ciclico generato da g. In notazione additiva (G, +) si scrive < g >= {ig∣i ∈ Z},
ovvero il gruppo dei multipli di Z.
Esempi:
ˆ (Z, +) è ciclico con Z =< 1 >;
ˆ i sgr di (Z, +) sono tutti e soli i gruppi della forma mZ; =< m >, ∀n ≥ 1. Il
gruppo mZ =< m > è ciclico. Tutti i sgr di (Z, +) sono ciclici.
ˆ (Zn , +) è ciclico , Zn =< 1 >= {k1∣k ∈ Z}. Tutti i sgr di (Zn , +) sono ciclici.
Denizione 2.10. Sia (G, ∗) un gruppo, e g ∈ G. Si dice ordine di g , e si
indice o(g), il più piccolo intero positivo n tale che g n = 1, ng = 0, in notazione
additiva (G, +).
Se tale intero non esiste, allora o(g) = ∞.
Proposizione 8. Tutti gli elementi di un gruppo nito hanno ordine fnito.

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2.3 Isomorsmo
Denizione 2.11. Un isomorsmo tra i gruppo (G1 , ∗) e (G2 , ∗) è una funzione
f ∶ G1 → G2

tale che
ˆ f è biiettiva

ˆ ∀a, b ∈ G1 ∶ f (a ∗ b) = f (a) ∗ f (b)

Un isomorsmo manda l'unità di G1 nell'unità di G2 .


Esempio.
Siano (R+ , ∗) e (R, +) due gruppi. Fissato a ∈ R+ sia
ϕa ∶ R + → R

x → logx x
una funzione. Allora ϕa è un isomorsmo tra i due gruppi.

Proposizione 9. Se G =< g > ha ordine innito, allora G è isomorfo a (Z, +)


Dimostrazione. l'isomorsmo è
f ∶Z→G

i → gi

Proposizione 10. Se G =< g > ha ordine n, allora G è isomorfo a (Zn , +)

2.4 Gruppi simmetrici e gruppi diedrali


Denizione 2.12. Sia ∣X∣ = n ≥ 1, S(X) = {f ∶ X → X∣f biiettiva}.
(S(X), ○) è un gruppo e si dice gruppo simmetrico di grado n.
Lo si indica con (Sn , ○) e tipicamente X = {1, 2, ..., n} = [1, n].
Gli elementi di Sn si dicono permutazioni, e si ha ∣Sn ∣ = n!.
Le permutazioni si possono in genere indicare con lettere minuscole dell'al-
fabeto greco, come ad esempio:
sia σ ∈ Sn tale che σ(i) = ai ∀i ∈ [1, n], allora
1 2 ... n
σ=( )
a1 a2 ... an

Ad esempio sia S4 = (1, 2, 3, 4), si può avere la seguente permutazione


1 2 3 4
σ=( )
2 4 3 1

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Una proprietà importante è che il gruppo delle simmetrie Sn non è commutativo
per n ≥ 3.
Ad esempio in S3 si considerino le seguenti permutazioni:
1 2 3
σ=( )
2 3 1
e
1 2 3
τ =( )
2 1 3
allora la composizione risulta non commutativa:
1 2 3
σ○τ =( )
3 2 1

è dierente da
1 2 3
τ ○σ =( )
1 3 2
Un altro esempio è il seguente:
sia σ = (1, 3, 4) ∈ S4 , signifca che il 2 è ssato.
Una possibie permutazione è le seguente:
1 2 3 4
σ=( )
3 2 4 1

Figura 11: Esempio di permutazione in S3 .

Theorem 2.2. Ogni permutazione σ ∈ Sn ∖ {id} è prodotto di clicli disgiunti


non banali e tale fattorizzazione è unica.

Esempio
1 2 3 4 5 6 7
σ=( )=
3 2 5 6 1 4 7
= (1, 3, 5)(2)(4, 6)(7) =
= (1, 3, 5)(4, 6)
Corollary 2.2.1. Ogni permutazione è prodotto di trasposizioni.

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Una trasposizione è una permutazione di due elementi.
Corollary 2.2.2. Sn è generato dalle sue trasposizioni.

Denizione 2.13. Sia 1 ≤ r ≤ n, una permutazione σ ∈ Sn è detta ciclo di


lunghezza r ( o r-ciclo) se esistono r elementi a1 , a2 , ..., ar ∈ [1, n] tali che
a a ...a a ∣ x1 x2 ...xn−r
σ = ( 1 2 r−1 r )
a2 a3 ...ar a1 ∣ x1 x2 ...xn−r

Theorem 2.3.
Sn =< (1, 2, ..., n), (1, 2) >
Ovvero il gruppo Sn ha come sistema di generatori un sistema costituito
dall'n-ciclo e da una qualunque trasposizione.
Denizione 2.14. Si dice gruppo diedrale D2n il gruppo di movimenti rigidi
che ruotano in sè un poligono regolare di n lati, n ≥ 3.
In generale per i gruppi diedrali si hanno:
ˆ τi → riessioni;

ˆ ρi → rotazioni, in cui ogni rotazione è pari a 2π


n
i ;
Un gruppo diedrale può quindi essere rappresentato mediante:
D2n = {τi , ρ1 ∣i = 1, 2, ..., n}

Nel caso di n = 5 si ha:


D10 = {τi , ρi ∣i = 1, 2, ..., 5}

Per quanto riguarda i poligoni con n dispari si ha che tutte le riessioni, che si
possono vedere come coppie di permutazioni
τj = (j − 1, j + 1)(j − 2, j + 2)

ssano esattamente un vertice per cui per esse vale:


D2n =< ρ1 , τj >

con j = 1, ..., n.
Per i poligoni con n pari invece vengono ssate coppie di vertici.
Per l'esempio sopra si ha:
τ1 = (2, 5)(3, 4)
e
D10 =< ρ1 , τj >
con j = 1, ...5, dove ρ1 è la rotazione pari a 2π
5
.

15
Figura 12: Rappresentazione delle rotazioni e delle simmetrie del gruppo die-
drale D10 .

3 I gra di Cayley
3.1 Introduzione, denizione e notazione
I gra di Cayley sono uno strumento ecace che permette di rappresentare
gruppi in forma di grafo.
Una possibile denizione è la seguente:
Denizione 3.1. Sia G un gruppo e sia S un sottoinsieme non vuoto di G. Il
grafo di Cayley, Cay(G; S), è il graco non direzionato con i vertici costituiti
dall'insieme G e in cui l'insieme degli spigoli è costituito dagli spigoli da g a sg
e da g a s−1 g dove g ∈ G e s ∈ S . Se ∣g∣ = 2, l'arco da s → sg e da s → s−1 g è lo
stesso. Quest'ultimo risulta in un solo ramo.
Di seguito diamo un'importante risultato sottoforma di proposizione che
caratterizza una categoria fondamentale di gra di Cayley.
Proposizione 11. Cay(G; S) è connesso se e solo se S è un insieme di
generatori di G.
Il grafo di Cayley di un gruppo dipende dall'insieme dei generatori.
Un'ulteriore denizione permette di caratterizzare i gra di Cayley direzionati.
Denizione 3.2. Il di-grafo di Cayley è il grafo con gli spigoli direzionati e si
indica con DiCay(G ∶ S).

3.2 Esempi facili di costruzione dei gra di Cayley


Un primo esempio introduttivo di grafo di Cayley può essere il seguente. Si
voglia costruire un insieme di numeri interi positivi a < 8 tali che:
M CD(a, 8) = 1

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procedendo per tentativi si ottiene:
M CD(1, 8) = 1

M CD(2, 8) = 2 ≠ 1
M CD(3, 8) = 1
M CD(4, 8) = 4 ≠ 1
M CD(5, 8) = 1
M CD(6, 8) = 2 ≠ 1
M CD(7, 8) = 1
l'insieme trovato è dato dai numeri {1, 3, 5, 7} e si denota con "reduced residual
class of 8.
L'operazione con cui si dota l'insieme e che lo rende un gruppo è costituita da
due step.
siano a, b ∈ {1, 3, 5, 7}, l'operazione binaria ☆ è cosi denita:


⎪step1 = a ∗ b
a☆b→⎨

⎪step2 = a ∗ b mod(8)

Ad esempio 3 ☆ 5 =

step1 = 3 ∗ 5 = 15

step2 = 15 mod(8) = 7
quindi 3 ☆ 5 = 7

In base alla denizione data di grafo di Cayley posso indicare G = {1, 3, 5, 7}.
Allora è necessaria individuare un insieme di generatori di G fra i sottoinsiemi
di G in funzione di ☆.
Si può prendere l'insieme S = {3, 5}, verichiamo che esso è uno dei generatori
di G.
Abbiamo già visto che

3☆5=7
ma facilmente si vede che


⎪step1 = 3 ∗ 3 = 9
3☆3=⎨

⎪step2 = 9 mod(8) = 1

per cui 3 ☆ 3 = 1, inoltre
3☆3☆3=3
e
3☆3☆3☆3=1
di nuovo.
Considerando che
5☆5=1

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5☆5☆5=5
5☆5☆5☆5=1
abbiamo che in eetti rispetto all'operazione ☆ l'insieme
S = {3, 5}

è un sottoinsieme di
G = {1, 3, 5, 7}
e lo genera.
Abbiamo quindi individuato G ed S . I vertici del nostro grafo sono presentati
in gura. Come possiamo costruire gli archi o spigoli? La relazione che denisce

Figura 13: I vertici del grafo, corrispondenti all'insieme {1, 3, 5, 7} .

gli spigoli nei gra di Cayley è la seguente:


x → xs

dove x ∈ G e s ∈ S .
Mi metto nel punto 3.


⎪3 ☆ 3 = 1
x=3→⎨

⎪3☆5=7

quindi dal vertice 3 partono due spigoli verso il vertice 1 ed il vertice 7. Itero la

Figura 14: I primi due spigoli del gra di Cayley.

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procedura da tutti i vertici.


⎪5 ☆ 3 = 7
x=5→⎨

⎪5☆5=1



⎪7 ☆ 3 = 5
x=7→⎨

⎪7☆5=3



⎪1 ☆ 3 = 3
x=1→⎨

⎪1☆5=5

Quindi ricavo un grafo bi-direzionale. In base alla notazione stabilità è il grafo
Cay({1, 3, 5, 7}, {3, 5}).
Sia ora dato un insieme G = {e, a, b, b2 , ab, ab2 } generato dagli elementi a, b,

Figura 15: Cay({1, 3, 5, 7}, {3, 5}).

ovvero G =< a, b >, e sia S = {a, b}. Con le seguenti regole di calcolo:
a2 = e b3 = e ba = ab2

Dove e è l'elemento neutro.


La tabella del gruppo con l'operazione sopra denita è la seguente:
Group tab e a b b2 ab ab2
e e a b b2 ab ab2
a a a2 ab ab2 b b2
b b ab2 b2 e a ab
b2 b2 ab e b ab2 a
ab ab b2 ab2 a e b
ab2 ab2 b a ab b2 e
Seguendo lo stesso percorso precedente, si ottiene il seguente grafo di Cayley
x → sx

dove x ∈ G ed s ∈ S .
x → xa
x → xb
Un altro semplice esempio di grafo di Cayley è il seguente. Sia dato G =
{e, a, b, c, ab, bc, ac, abc} =< a, b, c >, ovvero generato dall'insieme S = {a, b, c}. In

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Figura 16: Cay({e, a, b, b2 , ab, ab2 }, {a, b}).

questo caso si tratta di un grafo non direzionato.


Le regole di calcolo e la tabella del gruppo sono riportati di seguito.
a2 = b2 = c2 = e
e tutte le operazioni sono commutative.
Group tab e a b c ab ac bc abc
2 2
e e a b b ab ab a a
a a a2 ab ab2 b b2 a a
b b ab2 b2 e a ab a a
b2 b2 ...
ab ab ...
ab2 ab2 ...
ab2 ab2 ...
ab2 ab2 ...
Per la costruzione degli spigoli si è assunto:
x → sx
dove x ∈ G ed s ∈ S .
x → xa
x → xb
x → xc
Un'ultimo semplice grafo di Cayley è il seguente.
Sia dato il gruppo (Z8 , +) generato da 2, 3. Ovvero sia dato
G = {0, 1, 2, 3, 4, 5, 6, 7}
e
S = {2, 3}
posto

x → sx
dove x ∈ G ed s ∈ S .
x → x2
x → x3
il grafo di Cayley associato è quello mostrato in gura.

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Figura 17: Cay({e, a, b, c, ab, bc, ac, abc}, {a, b, c}).

Figura 18: Cay((Z8 , +), {2, 3}).

3.3 Altri esempi di gra di Cayley


In quest'ultimo paragrafo si mostreranno gra di Cayley di gruppi più com-
plessi, generati anche mediante l'ausilio del calcolatore, data la "complessità"
computazionale.
Per l'elaborazione delle immagini si sono utilizzate delle funzionalità di base del
pacchetto "sagemath".
Come primo esempio si considera il grafo di Cayley costruito a partire dal grup-
po diedrale D8 . Tale gruppo è associato alle rotazioni ed alle riessioni del
quadrato, ove n = 4, quindi può essere denito come:
D8 = {τi , ρi ∣i = 1, ..., 4}

dove le τi rappresentano le riessioni lungo i quattro assi di simmetria e le ρi


rappresentano le rotazioni, ognuna delle quali di un angolo pari a 2π
4
= π2 . Tale
gruppo può essere generato da una rotazione e dalle riessioni lungo gli assi di
simmetria:
D8 =< ρ1 , τi >

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con i = 1, ..., 4.
Di seguito si presentano i gra di Cayley di altri gruppi diedrali, in particolare

Figura 19: Cay((D8 , +), {r, s}).

dei gruppi D10 , D12 e D64 . Inne si riportano alcuni gra di Cayley relativi ai

(a) Cay(D10 , {(1, 2, 3, 4, 5), (1, 5)(2, 4)} (b) Cay(D12 , {(1, 2, 3, 4, 5, 6), (1, 6)(2, 5)(3, 4)}

(c) Cay(D64 , {(1, 2, 3, 4, ...), ...(14, 19)(15, 18)(16, 17)}

Figura 20: Gra di Cayley per i gruppi diedrali D10 , D12 e D64 .

gruppi simmetrici S2, S3, S4 ed S5.

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(a) Cay(S2, {(1, 2)}

(b) Cay(S3, {(1, 2, 3), (1, 2)}

Cay(S5, {(1, 2, 3, 4, 5), (1, 2)}


Cay(S4, {(1, 2, 3, 4), (1, 2)}
(d)
(c)

Figura 21: Gra di Cayley per i gruppi simmetrici S2, S3 e S4 ed S5.

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