Nicola Frosi
1
Definition 1.1. Sia P un insieme di punti e R un sottoinsieme dell’insieme
delle parti di P , ovvero R ⊆ P(P ). Chiamiamo Piano Proiettivo l’insieme
(P , R) che soddisfa le seguenti condizioni:
• I4: ∀R, S ∈ RR ∩ S ̸= ∅
Theorem 1.1. Il Piano di Fano è un piano proiettivo.
Dimostrazione. La dimostrazione si basa sulla verifica degli assiomi.
P ′ = {p ∈ P \ T }
2
e
R ′ = {R ∩ P ′ : R ∈ R \ {T }}
Allora (P ′ , R ′ ) è detta derivazione affine di (P , R) rispetto alla retta T .
Theorem 1.2. Sia (P ′ , R ′ ) derivazione affine di (P , R) rispetto ad una rette
T ∈ R.
Allora (P ′ , R ′ ) è un piano affine.
Dimostrazione. La dimostrazione consiste nella verifica degli assiomi I1, I2,I3,(P )
3
Questi risultati sono utili per dimostrare un’altro teorema che caratterizza i
piani proiettivi finiti.
Theorem 1.3. Sia (P , R) un piano proiettivo finito di ordine n. Allora:
1. ∃n : |R| = n + 1 ∀S ∈ R
2. |R| = n2 + n + 1
3. |P | = n2 + n + 1
Dimostrazione. La dimostrazione si fonda sull’utilizzo del teorema 1.2
Si può verificare che questo teorema è valido per il piano di Fano, infatti si ha:
∀R ∈ R : |R| = n + 1 = 3,
|R| = n2 + n + 1 = 7,
|P| = n2 + n + 1 = 7.
In particolare il Piano di Fano è il più piccolo Piano Proiettivo possibile.
Prima di procedere a definire cosa sono gli automorfismi si può introdurre un’al-
tra importante caratteristica del piano di Fano che serve come introduzione al
concetto di collinearità.Ovvero il piano di Fano risulta un piano Desarguesiano,
ovvero soddisfa la condizione definita nel teorema di Desargues.
4
1.2 Isomorfismi e automorfismi
Definition 1.3. Sia (P , R) uno spazio di incidenza o spazio di rette. P ′ è detto
sottospazio d’incidenza se ∀x, y ∈ P ′ e x ̸= y ⇒ xy ⊆ P ′
Definition 1.4. Siano dati P , Π e R dove:
P → insieme di punti;
Π → insieme di piano;
R → insieme di rette;
tali che rispettino i seguenti assiomi:
• S6: ∀R ∈ R|R| ≥ 3
Theorem 1.4. Sia π1 un piano di Π e siano R ′ le rette di R contenute in π1 .
Allora
(π1 , R ′ ) è un piano proiettivo.
Dimostrazione. Tralasciata
Definition 1.5. Siano (P , R) e (P ′ , R ′ ) due spazi proiettivi. Chiamiamo iso-
morfismo un’applicazione f : P → P ′ bijettiva tale che f ed f −1 mutino
sottospazi proiettivi in sottospazi proiettivi della stessa dimensione.
Definition 1.6. Chiamiamo collineazione o automorfismo un isomorfismo
da uno spazio proiettivo in se stesso.
Un isomorfismo è quindi un’applicazione bijettiva fra uno spazio proiettivo
ed un altro spazio proiettivo, una collineazione o automorfismo è un’applicazio-
ne bijettiva tra uno spazio proiettivo e se stesso.
5
Theorem 1.5. Sia Π = (P , R) uno spazio proiettivo e sia f : Π → Π una
collineazione.
Allora:
• f è bijettiva;
• f preserva la collinearità;
Sia Π un insieme di punti e sia (Π, R) un piano proiettivo come mostrato in
figura. Si ha che:
Figura 6: Collinearità
6
1.3 Collineazioni del piano di Fano
Occorre quindi determinare le collineazioni del piano di fano, ovvero tutte le
funzioni:
f : {1, 2, 3, 4, 5, 6, 7} → {1, 2, 3, 4, 5, 6, 7}
che mutano rette in rette nel piano di Fano.
Intuitivamente per determinare la soluzione si può procedere nel seguente modo.
Si prenda il punto 1. Esso può essere trasformato in tutti gli altri punti ed in
se stesso. Quindi al punto 1 sono associate 7 collineazioni.
Si prenda il punto 2, esso può essere trasformato in tutti i punti restanti, quindi
in 6 modi differenti.
Fissata l’immagine di 4 rimane fissata l’immagine del punto 7 perchè sono fissate
anche le immagini del punto 6 allineato con 2 e 4(R7 = {6, 2, 4}) e del punto 5
allineato con 1 e 4 (R2 = {1, 5, 4}).
ncollineazioni = 7 ∗ 6 ∗ 1 ∗ 4 ∗ 1 ∗ 1 ∗ 1 = 168
7
Figura 7: Collineazione identità.
R1 = {1, 2, 3} → R1 = {1, 2, 3}
R2 = {1, 5, 4} → R2 = {1, 5, 4}
R3 = {6, 2, 4} → R3 = {6, 2, 4}
R4 = {1, 6, 7} → R4 = {1, 6, 7}
R5 = {4, 7, 3} → R5 = {4, 7, 3}
R6 = {5, 7, 2} → R6 = {5, 7, 2}
R7 = {3, 5, 6} → R7 = {3, 5, 6}
R1 = {1, 2, 3} → R6 = {5, 7, 2}
R2 = {1, 5, 4} → R2 = {1, 5, 4}
8
R3 = {6, 2, 4} → R3 = {6, 2, 4}
R4 = {1, 6, 7} → R7 = {5, 3, 6}
R5 = {4, 7, 3} → R5 = {4, 7, 3}
R6 = {5, 7, 2} → R1 = {1, 2, 3}
R7 = {3, 5, 6} → R4 = {7, 1, 6}
R1 = {1, 2, 3} → R2 = {5, 1, 4}
R2 = {1, 5, 4} → R7 = {5, 3, 6}
R3 = {6, 2, 4} → R3 = {6, 2, 4}
R4 = {1, 6, 7} → R6 = {5, 7, 2}
R5 = {4, 7, 3} → R4 = {1, 6, 7}
R6 = {5, 7, 2} → R5 = {3, 7, 4}
R7 = {3, 5, 6} → R1 = {1, 2, 3}
9
1.4 Costruzione algebrica
Un campo con due elementi esiste, perchè due è un numero primo. Per ogni
primo p ed ogni intero n esiste un campo di ordine pn . Dall’algebra lineare è
dunque possibile considerare il campo finito F2 costituito da due elementi. Le
operazioni di somma e prodotto che definiscono tale campo sono:
+ 0 1
0 0 1
1 1 0
x 0 1
0 0 0
1 0 1
10
dei punti, e si ponga:
Σ:= {S = [W ]: W ≤ V }, dove [W ]:= {⟨w⟩:w ∈ W ∗ }, è l’insieme dei sottospazi
proiettivi, che non sono altro che sottospazi vettoriali di V . Nel piano di Fano
Σ è rappresentato dalle rette, viste in precedenza.
Si può verificare che (P = P G(V ), Σ) verifica tutti gli assiomi di incidenza e
l’assioma I4, e viene chiamato spazio proiettivo n-dimensionale associato allo
spazio vettoriale V = Vn+1 (K).
Posto K = F2 si può individuare lo spazio proiettivo del piano di Fano co-
me (P(F2 ), Σ). Gli automorfismi di P(F2 )) sono tutte e sole le trasformazioni
bijettive f : V (F2 ) → V (F2 ). Gli automorfismi lineari dello spazio vettoria-
le V (F2 formano un gruppo. Tale gruppo si denota con GL(V ) e si chiama
gruppo generale lineare su V . Nel caso del piano di Fano tale gruppo è GL3 (F2 ).
Se inoltre si indica con P GL(V ) il sottogruppo delle proiettività lineari (proiettività)
si può verificare che risulta:
se
V = Vn+1 (K)
allora
P GL(V ) ≃ P GLn+1 (K) = GLn+1 (K)/Z(GLn+1 (K))
Tornando al piano di Fano l’ordine di GL3 (F2 ) è rappresenta il numero di au-
tomorfismi (collineazioni) del piano.
In generale per un gruppo finito si ha che l’ordine
n−1
Y
GLn (Kq ) = (q n − q k ) = (q n − 1)(q n − q)(q n − q 2 )...(q n − q n−1 )
k=0
e in definitiva
11
2 Luoghi notevoli nel modello di Poincarè (cicli,
ipercicli e oricicli)
2.1 Costruzione geometrica
La seguente costruzione avviene nel piano Euclideo nel quale è posta una circon-
ferenza Σ di centro O. Tale circonferenza rappresenta il sostegno del Modello
di Poincarè anche detto Disco di Poincarè. Si intende che le nozioni primitive
della geometria iperbolica (punti, rette, appartenenza di un punto ad una retta,
...) siano tradotte nell’ambito euclideo di riferimento.
Inoltre si considerano validi gli assiomi di Hilbert nella seguente forma:
Gruppo I: Assiomi di incidenza
• I1: per due punti distinti a,b passa una ed una sola retta
• I ′ 2: ∀R ∈ R |R| ≥ 2
• I3: esistono almeno 3 punti a,b,c non allineati
Gruppo II: Assiomi di ordinamento
• T 1: ∀(a, b, c) ∈ P (a|b, c) = (a|c, b)
• T 2:∀(a, b, c), (a, b, d) ∈ P (a|b, c)(a|c, d) = (a|b, d)
• T 3: ∀(a, b, c) ∈ P vale esattamente una tra le seguenti (a|b, c) = −1 oppure
(b|a, c) = −1 oppure (c|a, b) = −1
⃗ : (b|a, c) = −1
• T 4: ∀a, b ∈ P distinti ∃c ∈ ab
• P SC(Assioma di Pasch): sia (P, R, α) uno spazio lineare con (T 4) e α
funzione di TRA; ∀a, b, c ∈ P non allineati, ∀R ∈ Rt.c.a, b, c ∈
/ R se
R ∩ ab ̸= ∅ ⇒ R ∩ ac ̸= ∅ oppure R ∩ bc ̸= ∅
Gruppo III: Assiomi di congruenza
• C1: ∀a, b, c ∈ P con a ̸= b, ∀R ∈ R : c ∈ R ∃!x1 , x2 ∈ R distinti :
(c, x1 ) ≡ (a, b) ≡ (c, xc )
• C2: ∀a, b, c ∈ P distinti e allineati e tali che (a, c) ≡ (b, c) ⇒ (c|a, b) = −1
• C3: ∀a, b, c ∈ P distinti e allineati ∀a′ , b′ , c′ ∈ P distinti e allineati, se
(a, b) ≡ (a′ , b′ ) e (a, c) ≡ (a′ , c′ ) e (a|b, c) ≡ (a′ |b′ , c′ ) ⇒ (b, c) ≡ (b′ , c′ )
• C4: ∀a, b, c ∈ P non allineati ∀a′ , b′ ∈ P : (a, b) ≡ (a′ , b′ ) ⇒ ∃!x1 , x2 ∈ P
distinti e tali che (a′ , x1 ) ≡ (a, c) ≡ (a′ , x2 ) (b′ , x1 ) ≡ (b, c) ≡ (b′ , x2 )
• C5: f oralla, b, c ∈ P non allineati ∀x ∈ ab, ∀a′ , b′ , c′ , x′ ∈ P tali che
(a, b) ≡ (a′ , b′ ), (a, c) ≡ (a′ , c′ ), (b, c) ≡ (b′ , c′ ), x′ ∈ (a′ b′ ), (a, x) ≡ (a′ , x′ )
e (b, x) ≡ (b′ , x′ ) ⇒ (c, x) ≡ (c′ , x′ )
• C6: ∀a, b, x1 , x2 ∈ P distinti (a, x1 ) ≡ (a, x2 ) e (b,1 ) ≡ (b, x2 ) ⇒ x1 , x2 ∈
/
ab e (ab|x1 , x2 ) = 1
In questo contesto il modello di Poincarè è rappresentato nel piano Euclideo dai
punti interni della circonferenza
Σ : x2 + y 2 = 1
di centro 0, 0 e raggio r = 1
12
Figura 10: Disco di Poincarè
2.3 Cicli
Il fascio di rette passanti per A è costituito dalla retta OA del I tipo e dagli
archi di circonferenza passanti per A e B che risultano ortogonali a Σ.
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Sia c ∈ Σ : (c|O, A) = −1, ovvero tale che c sia tra O ed A. Esiste un cerchio
γ ortogonale a tutti i cerchi passanti per A e B. Inoltre si può dimostrare che
tutti i segmenti AP, AQ, AR, AP ′ , AQ′ , AR′ , ... risultano di uguale lunghezza.
2.4 Ipercicli
Sia data una retta a avente U e V come estremi su Σ.
Considerando un qualsiasi arco γ di centro interno a Σ e passante per U e V , e
siano h, k, l, ... rette perpendicolari ad a.
Basta considerare i cerchi del fascio iperbolico associato al fascio ellittico di
punti base U e V .
Si può dimostrare che P H, QK, RL, ... hanno la stessa lunghezza.
γ è il luogo di punti equidistanti dalla retta a e allora è un iperciclo di asse a.
14
2.5 Orocicli
Sia data una retta a, considero tutte le rette parallele ad a in una delle due
direzioni. Tutte queste rette si trovano su cerchi tangenti ad un punto U , ossia
aventi centro sulla tangente t in U a Σ. Se ora consideriamo un qualsiasi cerchio
γ avente centro su d e passante per U esso risulta ortogonale a tutte le rette
parallele, quindi è linea ortogonale a tutte le linee in una data direzione. Esso
rappresenta quindi, nel modello di Poincarè, un orociclo e dato che la curva AU
è infinita, l’orociclo diventa un ciclo di raggio infinito.
• euclid3d
• poincare
• tiles
• util
15
Figura 15: Punti, segmenti e rette nel disco di Poincarè
16
Figura 18: Orociclo nel disco di Poincarè
#! / u s r / b i n / env python
# c o d i n g : u t f −8
# In [ 1 3 ] :
import math
import random
p1 = Po in t ( . 4 , − . 5 )
p2 = Po in t ( 0 , −1)
p3 = Po in t ( −0.3 , 0 . 7 )
p4 = Po in t ( 0 . 3 , −0.2)
h l 1 = L in e . f r o m P o i n t s ( ∗ p1 , ∗p2 , segment=True )
h l 2 = L in e . f r o m P o i n t s ( ∗ p3 , ∗p4 , segment=F a l s e )
d = Drawing ( 2 . 1 , 2 . 1 , o r i g i n= ’ c e n t e r ’ )
d . draw ( e u c l i d . s h a p e s . C i r c l e ( 0 , 0 , 1 ) , f i l l = ’ y e l l o w ’ )
r1 = 0.5
C1 = C i r c l e . fromCenterRadius ( p1 , 0 . 5 )
17
d . draw ( p4 , r a d i u s =0.02 , f i l l = ’ b l a c k ’ )
d . append ( draw . Text ( ’ Punti , ␣ s e g m e n t i ␣ e ␣ r e t t e ␣ n e l ␣ d i s c o ␣ d i ␣ P o i n c a r e ’ , 0 . 1 ,
−1 ,0.95 , f i l l = ’ b l a c k ’ ) )
d . append ( draw . Text ( ’ Segmento ’ , 0 . 0 8 , −0.2 , −0.6 , f i l l = ’ b l a c k ’ ) )
d . append ( draw . Text ( ’ Retta ’ , 0 . 0 8 , −0.2 , 0 . 6 , f i l l = ’ b l u e ’ ) )
d . append ( draw . Text ( ’ P1 ’ , 0 . 0 8 , −0.5 , 0 . 6 5 , f i l l = ’ b l a c k ’ ) )
d . append ( draw . Text ( ’ P2 ’ , 0 . 0 8 , 0 . 4 , −0.25 , f i l l = ’ b l a c k ’ ) )
d . append ( draw . Text ( ’ P3 ’ , 0 . 0 8 , −0.15 , −0.95 , f i l l = ’ b l a c k ’ ) )
d . append ( draw . Text ( ’ P4 ’ , 0 . 0 8 , 0 . 4 , − . 6 , f i l l = ’ b l a c k ’ ) )
d . s e t R e n d e r S i z e (w=400)
d . saveSvg ( ’ images / t e s t 1 . svg ’ )
p = Po in t ( . 4 , − . 5 )
d = Drawing ( 2 . 1 , 2 . 1 , o r i g i n= ’ c e n t e r ’ )
d . draw ( e u c l i d . s h a p e s . C i r c l e ( 0 , 0 , 1 ) , f i l l = ’ y e l l o w ’ )
r1 = 2.7
C1 = C i r c l e . fromCenterRadius ( p , r 1 )
d . draw ( p , r a d i u s =0.03 , f i l l = ’ o r a n g e ’ )
d . draw ( C1 , hwidth =0.08 , f i l l = ’ b l a c k ’ )
d . append ( draw . Text ( ’ C i c l o ␣ n e l ␣ d i s c o ␣ d i ␣ P o i n c a r e ’ , 0 . 1 ,
−0.6 ,0.95 , f i l l =’ black ’ ))
d . append ( draw . Text ( ’ C i c l o ’ , 0 . 0 8 , −0.2 , 0 . 6 , f i l l = ’ b l a c k ’ ) )
d . append ( draw . Text ( ’P ’ , 0 . 1 , 0 . 2 5 , −0.55 , f i l l = ’ b l a c k ’ ) )
d . append ( draw . Text ( ’ ( c e n t r o ␣ d e l ␣ c i c l o ) ’ , 0 . 0 6 , 0 . 1 , −0.6 , f i l l = ’ b l a c k ’ ) )
d . s e t R e n d e r S i z e (w=400)
d . saveSvg ( ’ images / t e s t 2 . svg ’ )
p1 = Po in t ( . 2 , − . 5 )
p2 = Po in t ( . 7 , . 2 )
d = Drawing ( 2 . 1 , 2 . 1 , o r i g i n= ’ c e n t e r ’ )
d . draw ( e u c l i d . s h a p e s . C i r c l e ( 0 , 0 , 1 ) , f i l l = ’ y e l l o w ’ )
h l = Li ne . f r o m P o i n t s ( ∗ p1 , ∗p2 , segment=F a l s e )
h c l = H y p e r c y c l e . f r o m H y p e r c y c l e O f f s e t ( hl , 0 . 9 )
18
d . append ( draw . Text ( ’ I p e r c i c l o ␣ n e l ␣ d i s c o ␣ d i ␣ P o i n c a r e ’ ,
0.1 , −0.6 ,0.95 , f i l l =’ black ’ ))
d . append ( draw . Text ( ’ r ’ , 0 . 1 , 0 . 4 , −0.3 , f i l l = ’ b l a c k ’ ) )
d . append ( draw . Text ( ’ i p e r c i c l o ’ , 0 . 0 8 , −0.2 , 0 . 3 , f i l l = ’ b l u e ’ ) )
d . s e t R e n d e r S i z e (w=400)
d . saveSvg ( ’ images / t e s t 3 . svg ’ )
p = Po in t ( . 2 , . 1 )
d = Drawing ( 2 . 1 , 2 . 1 , o r i g i n= ’ c e n t e r ’ )
d . draw ( e u c l i d . s h a p e s . C i r c l e ( 0 , 0 , 1 ) , f i l l = ’ y e l l o w ’ )
horo = H o r o c y c l e . f r o m C l o s e s t P o i n t ( p , s u r r o u n d O r i g i n=F a l s e )
19