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UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI BRESCIA - FACOLTÀ DI INGEGNERIA

DIPARTIMENTO DI INGEGNERIA CIVILE, ARCHITETTURA, TERRITORIO E AMBIENTE (DICATA)

Corso di Idrologia
A.A. 2011-2012

Esercitazione n°1

BILANCIO IDROLOGICO DEL TERRENO AGRARIO

La presente esercitazione ha lo scopo di illustrare l'esecuzione del bilancio idrologico del terreno
agrario secondo il metodo sviluppato da Thornthwaite1.
Utilizzando i dati idrometeorologici medi mensili (temperatura e precipitazione) relativi alla
stazione termopluviometrica di Parma, riportati in Tabella I, si chiede di eseguire il bilancio
idrologico e determinare il deficit idrologico D nell'ipotesi che per la capacità utilizzabile si abbia
U=100 mm per i casi in cui le leggi di essiccamento del terreno (Eq. 7) siano caratterizzate da valori
dell'esponente pari a m = 0, m = 1 e m = 2.

Indicazioni per lo svolgimento


Il bilancio idrologico di un bacino esprime il concetto che il volume idrico affluito su di esso in un
certo intervallo di tempo deve eguagliare la somma del volume di acqua uscito (evaporato e
defluito) e di quello accumulatosi nel terreno durante lo stesso periodo di tempo. In generale
l'equazione del bilancio riferita ad un fissato volume di controllo vale
∆P = ∆S + ∆E + [ A(t + ∆t ) − A(t )] (1)
ove
∆P (mm) = afflusso d'acqua al volume di controllo nell'intervallo (t, t+∆t);
∆S (mm) = deflusso dal volume di controllo nell'intervallo (t, t+∆t);
∆E (mm) = perdita d'acqua dal volume di controllo nell'intervallo (t, t+∆t) dovuta a fenomeni di
evapotraspirazione;
A(t) (mm) = volume d'acqua specifico invasato nel generico istante t.
Per valutare globalmente la disponibilità idrica all'interno di un bacino idrografico si può fare
riferimento alla funzione regolatrice del terreno agrario valutata per una area elementare, ricorrendo
– a scala di bacino – all'estrapolazione del risultato per tutte le aree omogenee all'area elementare su
cui è stata condotta la valutazione di bilancio. A tale scopo può essere adottata la schematizzazione
introdotta da Thornthwaite2 e successivamente modificata da altri Autori3.
Come risulta evidente dalla (1), occorre innanzitutto valutare per ogni mese l'evapotraspirazione
potenziale (ETP) ∆Epj(t)/∆t, utilizzando la formula di Thornthwaite, che fornisce l'ETP in mm/mese

1 THORNTHWAITE & MATHER, (1957) Instructions and tables for computing potential evapotranspiration and the
water balance, Publ. Clim. Drexel Inst. Technol., 10 (3).
2 cfr. nota 1.
3 BENFRATELLO G., (1961) Contributo allo studio del bilancio idrologico del terreno agrario, L'Acqua, (2), pp.34-53.

1
per il mese j-mo secondo la formula
a
∆E p j  10t 
(t ) = 16b j  j  , (2)
∆t  I 
dove
tj (°C) = temperatura media del mese j-esimo;
bj = coefficiente correttivo, che tiene conto della lunghezza media del giorno nei vari mesi dell'anno
che quindi dipende dal mese che si considera e dalla latitudine alla quale si trova il sito cui si
riferisce il calcolo (v. Tabella II);
12
I = ∑ i j : somma degli indici termici mensili, ciascuno espresso dalla i j = (t j 5)
1.514
;
j =1

1 .6
a= I + 0.5 (per climi temperati).
100
Avendo preventivamente diviso l’anno in una stagione secca (caratterizzata dalla condizione
dP/dt<dEp/dt) e una stagione umida (caratterizzata dalla condizione dP/dt>dEp/dt), si possono
anzitutto definire le seguenti funzioni cumulate a partire dall'istante t=0 (inizio del periodo secco):
P(t) (mm) = altezza di precipitazione;
Ep(t) (mm) = volume specifico di evapotraspirazione potenziale (ETP);
E(t) (mm) = volume specifico di evapotraspirazione effettiva (ET);
A(t) (mm) = volume d'acqua specifico invasato nelle zone di terreno interessate dall'evapotraspi-
razione.
Sulla base delle precedenti grandezze, si possono poi introdurre per il periodo secco le seguenti
funzioni, anch’esse cumulate a partire dall'istante t=0:
L(t ) = P (t ) − E p (t ) , (3)
che rappresenta il volume specifico (negativo) potenzialmente perduto dal terreno (mm), e
B (t ) = Amax − A(t ) = P (t ) − E (t ) , (4)
che esprime il volume specifico (positivo) effettivamente perduto (mm); nella (4) Amax (mm)
rappresenta il volume massimo specifico invasabile nel terreno, pari al più alla capacità utilizzabile
U e coincidente con il valore di A all’inizio della stagione secca (t=0).
Si ammette infine che tra la perdita effettiva (4) e quella potenziale (5) valga la relazione
differenziale4
m
dB dL  A 
− =  m≥0. (5)
dt dt  U 
Sostituendo alle variabili A(t) ed L(t) le due variabili adimensionali
A(t ) L(t )
α= eλ= (6)
U U
e ricordando la (4), l'espressione (5) può essere scritta come

=αm. (7)

Le soluzioni dell’equazione differenziale (7) con condizione iniziale,

4 cfr. le espressioni proposte dagli Autori di cui ai riferimenti di nota 1 e 3

2
α (0) = α max ≡ Amax U (8)
sono
α = α max e λ (m = 1) (9)

1
α = [α max
1− m
+ (1 − m )λ ]1− m (m ≠ 1) . (10)

Con le ulteriori ipotesi che nella stagione secca sia ∆S≡0, le relazioni (1), (9) e (10) consentono di
eseguire il bilancio idrologico richiesto nella stagione secca sino ad individuare il deficit idrologico
complessivo5; per eseguire il bilancio idrologico (pervenire quindi alla valutazione delle eccedenze
∆S) nella stagione umida si utilizza invece la (1) con le ipotesi aggiuntive che in questo periodo sia
• dE/dt≡dEp/dt (uguaglianza dei tassi di evapotraspirazione effettiva e potenziale nella stagione
umida),
• ∆S≡0 finché A(t)<U (ciò che equivale ad ipotizzare che non ci possa essere deflusso dal volume
di controllo anche nella stagione umida finché non sia stato raggiunto un valore di volume
idrico invasato nel volume di controllo pari alla capacità utilizzabile U).

Tabella I
Dati idrologici mensili per la stazione termopluviometrica di Parma
GEN FEB MAR APR MAG GIU LUG AGO SET OTT NOV DIC
tj [°C] 1.89 4.13 9.52 13.19 17.58 21.75 25.08 24.33 20.70 14.38 7.19 3.44
∆P [mm] 51 39 78 73 63 53 32 57 50 112 72 47

Tabella II
Valori mensili del parametro b della formula di Thornthwaite per latitudini attorno ai 45°N
GEN FEB MAR APR MAG GIU LUG AGO SET OTT NOV DIC
b [-] 0.76 0.80 1.02 1.14 1.31 1.33 1.34 1.23 1.05 0.93 0.77 0.72

5 L’applicazione delle (9) e (10) richiede la valutazione di α(0)≡αmax (αmax≤1). Per la determinazione del valore di αmax
nei casi in cui tale parametro sia minore dell’unità si faccia riferimento alla procedura esposta al lavoro di
Benfratello (1961), già citato in nota 2; tale procedura è anche riportata nel materiale didattico relativo alle lezioni
del corso.

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