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Un ruolo da riscoprire:

il padrino e la madrina
Indice

Bibliografia ..................................................................................................3

Introduzione ................................................................................................5

Paragrafo I – Genitori e padrini................................................................6

Paragrafo II – Nello specifico.....................................................................8

Paragrafo III – La scelta.............................................................................9

Paragrafo IV – Chi è il padrino?.............................................................11

Conclusione ...............................................................................................13

2
Bibliografia
Magistero
Catechismo Chiesa cattolica, (15 agosto 1997), Città del Vaticano, s.d.

Codice di Diritto Canonico, (25 gennaio 1983), Città del Vaticano.

CONCILIO ECUMENICO VATICANO II, Costituzione pastorale sulla Chiesa nel mondo
contemporaneo Gaudium et spes (7 dicembre 1965), in «Acta Apostolicae Sedis» 58
(1966), 1025-1120.

CONCILIO ECUMENICO VATICANO II, Costituzione dogmatica sulla Chiesa Lumen


Gentium (21 novembre 1964), in «Acta Apostolicae Sedis» 57 (1965), 5-71.

CONCILIO ECUMENICO VATICANO II, Dichiarazione sull’educazione cristiana


Gravissimum Educationis (28 ottobre 1965), in «Acta Apostolicae Sedis» 58 (1966),
728-739.

CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA, Incontriamo Gesù. Orientamenti per l’annuncio e


la catechesi in Italia, Roma 2014.

CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA, L’iniziazione cristiana. Orientamenti per il


risveglio della fede e il completamento dell’iniziazione cristiana in età adulta. Nota
pastorale del Consiglio Episcopale Permanente, (8 giugno 2003), Roma, 59.

CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA, Rito del Battesimo dei bambini.

FRANCESCO, Esortazione apostolica post-sinodale Amoris Laetitia (19 marzo 2016), in


«Acta Apostolicae Sedis» 108/4 (2016), 311-446.

GIOVANNI PAOLO II, Esortazione apostolica Familiaris Consortio (22 novembre 1981),
in «Acta Apostolicae Sedis» 74 (1982), 81-191.

GIOVANNI PAOLO II, Esortazione apostolica Catechesi Tradendae (16 ottobre 1979), in
«Acta Apostolicae Sedis» 71 (1979), 1277-1340.

PAOLO VI, Esortazione apostolica Evangeli Nuntiandi (8 dicembre 1975) in «Acta


Apostolicae Sedis» 68 (1976), 5-76.

3
Studi
GRUPPO ITALIANO DOCENTI DI DIRITTO CANONICO, Corso istituzionale di diritto
canonico, Milano 2005.

VAN DEN BOSSCHE S., La famiglia tra educazione cristiana e proposta di fede:
problematica in La famiglia, tra educazione cristiana e proposta di fede, EQUIPE
EUROPEA DEI CATECHISTI, Leuman 2019.

Sitografia di studi
S. CAMPOS, ¿Eres madrina o padrino? ¿Sabes lo que significa? 7 ideas sobre la misión
que tienes con tu ahijado, in https://catholic-link.com/madrina-padrino-significado-
ideas-mision-ahijado/, 4 giugno 2021, (traduzione dallo spagnolo a cura di Valerio
Evangelista).

4
Introduzione
Cosa significa essere padrino o madrina? Chi sono queste figure? Quale è il loro
ruolo?
Chiunque, battezzato e confermato, sa dell’esistenza di questa figura, spesso, però,
viene presa con superficialità e sottovalutato il suo valore. Generalmente, non c’è molta
chiarezza sul ruolo che i padrini hanno: «a volte sono l’affinità, l’affetto e il voler
stabilire legami più duraturi con qualcuno fanno sì che i genitori “diano il proprio
figlio” come figlioccio a persone con le quali hanno relazioni molto strette», di
consueto, scorrettamente, si pensa perfino che «ciò si sta chiedendo è di farsi carico del
piccolo in caso di morte dei genitori»1; anche il documento Incontriamo Gesù prende
atto della difficile situazione pastorale.
Tenteremo di vedere cosa significa dire sì a questa chiamata, accettare questo
impegno con responsabilità e consapevolezza e riscoprire questo ruolo ormai
dimenticato.

1
S. CAMPOS, ¿Eres madrina o padrino? ¿Sabes lo que significa? 7 ideas sobre la misión que tienes con
tu ahijado, in https://catholic-link.com/madrina-padrino-significado-ideas-mision-ahijado/, 4 giugno
2021, (traduzione dallo spagnolo a cura di Valerio Evangelista).
5
Paragrafo I – Genitori e padrini
Ai genitori spetta il dovere dell’educazione, in particolare quella religiosa 2, prima di
chiunque altro: come già veniva affermato nel Concilio Vaticano II con la Gaudium et
Spes, la Lumen Gentium3 del 1964 e la Gravissimus Educationis4 del 1965, e che poi è
stato ripreso con forza da molti altri documenti magisteriali5 nel corso degli anni.
Nella Catechesi Tradendae al numero 68 possiamo leggere

L'azione catechetica della famiglia ha un carattere particolare e, in un certo senso,


insostituibile [...]. Questa educazione alla fede da parte dei genitori - educazione che deve
iniziare dalla più giovane età dei figli - si esplica già quando i membri di una famiglia si
aiutano vicendevolmente a crescere nella fede grazie alla loro testimonianza cristiana,
spesso silenziosa, ma perseverante nel ritmo di una vita quotidiana vissuta secondo il
vangelo. Essa è più incisiva quando, in coincidenza con gli avvenimenti familiari - quali
la recezione dei sacramenti, la celebrazione di grandi feste liturgiche, la nascita di un
bambino, una circostanza luttuosa - ci si preoccupa di esplicitare in seno alla famiglia il
contenuto cristiano o religioso di tali avvenimenti6.
Possiamo comprendere, allora, che i genitori sono i principali educatori dei loro
figli7, ma è necessario tenere a mente che, anche se la famiglia è la prima, non è però
«l’unica ed esclusiva comunità educante» 8, perché insieme a questo soggetto principale
collabora anche la società civile e la Chiesa intera9. Vogliamo qui approfondire uno dei
soggetti rappresentanti la comunità cristiana: il padrino e la madrina, che «hanno la
2
Cfr. «Quanto agli sposi, insigniti della dignità e responsabilità di padre e madre, adempiranno
diligentemente il dovere dell'educazione, soprattutto religiosa, che spetta loro prima che a chiunque altro»
(CONCILIO ECUMENICO VATICANO II, Costituzione pastorale sulla Chiesa nel mondo contemporaneo
‘Gaudium et spes’ (7 dicembre 1965), 48, in «Acta Apostolicae Sedis» 58 (1966), 1068-1068).
3
Cfr. «In questa che si potrebbe chiamare Chiesa domestica, i genitori devono essere per i loro figli i
primi maestri della fede» (CONCILIO ECUMENICO VATICANO II, Costituzione dogmatica sulla Chiesa
‘Lumen Gentium’ (21 novembre 1964), 11, in «Acta Apostolicae Sedis» 57 (1965), 16).
4
Cfr. «I genitori, poiché han trasmesso la vita ai figli, hanno l'obbligo gravissimo di educare la prole»
(CONCILIO ECUMENICO VATICANO II, Dichiarazione sull’educazione cristiana ‘Gravissimum
Educationis’ (28 ottobre 1965), 3, in «Acta Apostolicae Sedis» 58 (1966), 731);
«I genitori, avendo il dovere ed il diritto primario e irrinunciabile di educare i figli» (Ibid., 6).
5
Cfr. «Dunque nell'intimo di una famiglia cosciente di questa missione, tutti i componenti evangelizzano
e sono evangelizzati. [...] Anche le famiglie sorte da un matrimonio misto hanno il dovere di annunziare
Cristo alla prole nella pienezza delle implicazioni del comune Battesimo» (PAOLO VI, Esortazione
apostolica ‘Evangeli Nuntiandi’(8 dicembre 1975), 71, in «Acta Apostolicae Sedis» 68 (1976), 60-61);
«La catechesi è stata sempre e resterà un'opera, di cui tutta la chiesa deve sentirsi e voler essere
responsabile. Ma i membri della chiesa hanno responsabilità distinte, che derivano dalla missione di
ciascuno. [...]. I genitori hanno [...] una responsabilità singolare» (GIOVANNI PAOLO II, Esortazione
apostolica ‘Catechesi Tradendae’ (16 ottobre 1979), 16, in «Acta Apostolicae Sedis» 71 (1979), 1289-
1290).
6
Ibid. 68.
7
«i genitori sono stati costituiti da Dio stesso come primi e principali educatori dei figli, e che il loro
diritto è del tutto inalienabile» (GIOVANNI PAOLO II, Esortazione apostolica ‘Familiaris Consortio’ (22
novembre 1981), 40, in «Acta Apostolicae Sedis» 74 (1982), 131-132.)
8
Ibid., 40.
9
Cfr. «La famiglia è la prima, ma non l’unica ed esclusiva comunità educante: la stessa dimensione
comunitaria, civile ed ecclesiale, dell'uomo esige e conduce ad un'opera più ampia ed articolata, che sia il
frutto della collaborazione ordinata delle diverse forze educative. Queste forze sono tutte necessarie»
(Ibid, 40).
6
responsabilità di collaborare con loro - i genitori - per accompagnare i bambini e i
giovani loro affidati»10.

10
CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA, Incontriamo Gesù. Orientamenti per l’annuncio e la catechesi in
Italia, Roma 2014, 48.
7
Paragrafo II – Nello specifico
In prima istanza è bene ricordare che la Chiesa invita, per quanto è possibile, a dare
un padrino o/e una madrina al battezzando e che il confermando sia assistito dal padrino
o dalla madrina11: la presenza di questa figura viene fortemente raccomandata, ma
l’affermazione «per quanto è possibile», ci dice che questa figura non è assolutamente
indispensabile12; il suo compito è però di grande interesse ed è su quest’ultimo aspetto
che ci soffermeremo più avanti.
Il fatto che non sia indispensabile, tuttavia, risulta coerente con il preminente ruolo
assegnato ai genitori nell’educazione cristiana dei propri figli e quello più generale
riconosciuto all’intera comunità cristiana. Infatti, uno dei requisiti per essere ammessi a
questo incarico è non essere la madre e il padre, in quanto si tratta di compiti distinti e
complementari13, per cui i genitori non possono essere collaboratori di loro stessi.
In Incontriamo Gesù al numero 70 leggiamo che «anche i nonni, proprio per la loro
funzione generativa ed educativa, non è bene che svolgano il ruolo di padrini e
madrine».
Più avanti, nel documento appena citato, leggiamo che l’esperienza pastorale attesta
la convenienza di dare l’opportunità di scegliere padrini e madrine tra figure
significative attive nella Chiesa, come operatori pastorali, catechisti o educatori.
Naturalmente, però, la scelta rimane dei genitori o di chi li rappresenta, come infatti
ricordano le disposizioni della Chiesa.
Ma in base a cosa e su quale base i genitori, o di chi ne fa le veci, fanno questa
scelta? Cercheremo di approfondire questo tema nel prossimo paragrafo.

11
Cfr. «Al battezzando, per quanto è possibile, venga dato un padrino» C. 872; «Il confermando sia
assistito per quanto è possibile dal padrino» C. 892, Codice di Diritto Canonico (25 gennaio 1983), Città
del Vaticano.
12
Cfr. GRUPPO ITALIANO DOCENTI DI DIRITTO CANONICO, Corso istituzionale di diritto canonico, Milano
2005, 338.
13
Cfr. Ibid.
8
Paragrafo III – La scelta
Quando si parla di famiglia, di genitori non si può intendere una realtà monolitica,
sia per l’esperienza credente, sia dal punto di vista della partecipazione ecclesiale: c’è la
famiglia che partecipa regolarmente alla vita cristiana, c’è chi va solo la domenica, c’è
chi va per la prima volta in un’occasione specifica; evidentemente, ogni persona e ogni
famiglia sono un caso a sé e ognuno ha una propria storia e, di fatto, percorre un
cammino personale, unico. Nel contesto odierno, la fede non può essere data per
scontata in coloro che chiedono i sacramenti d’iniziazione cristiana per i figli e neanche
in coloro che si presentano per essere padrini o madrine. Per questa ragione, le cause
che portano a fare questa scelta sono diverse: ogni persona arriva a prendere questa
decisione con una consapevolezza diversa, però, come accennato precedentemente, la
scelta del padrino e/o della madrina rimane responsabilità primaria dei genitori.
In Incontriamo Gesù al numero 70 leggiamo che a volte, si è tentati «di vedere nella
richiesta della presenza dei padrini una sorta di adempimento formale o di consuetudine
sociale in cui rimane ben poco visibile la dimensione di fede».
Questa scelta non può avvenire soltanto per motivi di parentela, amicizia o in vista di
regali da ricevere, come frequentemente accade. Il parametro più importante da
prendere in considerazione è quello della fede che si esplica in una testimonianza
coerente di vita: infatti, i padrini e i genitori devono professare pubblicamente la loro
fede attraverso la quale potranno educare sia il battezzato che il cresimato.
Nella scelta, però, si dovranno anche osservare le norme della Chiesa espresse nel
Codice di Diritto Canonico: oltre ai criteri esposti precedentemente, è necessario che il
padrino o la madrina abbiano compiuto sedici anni (escluse le eventuali eccezioni), che
non abbia pene canoniche e che «sia cattolico, abbia già ricevuto la confermazione e il
santissimo sacramento dell'Eucaristia, e conduca una vita conforme alla fede e
all'incarico che assume»14.
In tutto questo, il parroco è chiamato a chiarire ai genitori quanto presentato fino ad
ora e guidare chi riveste questo ruolo di padrino o di madrina a scoprire la propria
identità; il parroco è chiamato anche ad aiutare la famiglia ad individuare una figura, nel
caso in cui, i genitori, si trovassero in difficoltà a scegliere una persona che corrisponda
alle caratteristiche menzionate fino a questo momento.
Qualora la famiglia proponga una persona che non corrisponda pienamente alle
caratteristiche ecclesiali citate, il parroco è esortato a seguire la strada «della
14
C. 873, CIC..
9
misericordia e dell’integrazione», evitando sempre «giudizi che non tengono conto della
complessità delle diverse situazioni»15, mostrando così il vero volto accogliente e
misericordioso di Cristo e della Chiesa.
In sintesi, per compiere bene questa scelta, è necessario considerare questi aspetti
principali: «che sia persona matura nella fede, rappresentativa della comunità, approvata
dal parroco, capace di accompagnare il candidato nel cammino verso i sacramenti e di
seguirlo nel resto della vita con il sostegno e l’esempio» 16, proprio in considerazione del
fatto che il compito del padrino o della madrina «è una vera funzione ecclesiale» come
indica anche il Catechismo della Chiesa Cattolica17.
Si evince che, in relazione anche alle diverse situazioni che si possono incontrare, è
innegabile e urgente la necessità di dover pensare ad un cammino di formazione e
accompagnamento per i genitori e i candidati a essere padrini, in modo che «riflettano
sull’assunzione di responsabilità connessa con questo ruolo e sulla loro testimonianza di
fede»18.

15
FRANCESCO, Esortazione apostolica post-sinodale ‘Amoris Laetitia’ (19 marzo 2016), 296, in «Acta
Apostolicae Sedis» 108/4 (2016), 430-431.
16
CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA, L’iniziazione cristiana. Orientamenti per il risveglio della fede e
il completamento dell’iniziazione cristiana in età adulta. Nota pastorale del Consiglio Episcopale
Permanente, (8 giugno 2003), Roma, 59.
17
Cfr. «Perché la grazia battesimale possa svilupparsi è importante l'aiuto dei genitori. Questo è pure il
ruolo del padrino o della madrina, che devono essere credenti solidi, capaci e pronti a sostenere nel
cammino della vita cristiana il neo-battezzato, bambino o adulto. Il loro compito è una
vera funzione ecclesiale («officium»). L'intera comunità ecclesiale ha una parte di responsabilità nello
sviluppo e nella conservazione della grazia ricevuta nel Battesimo» (Catechismo Chiesa cattolica, (15
agosto 1997), Città del Vaticano, 1255).
18
CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA, Incontriamo Gesù, 70.
10
Paragrafo IV – Chi è il padrino?
Abbiamo visto che, secondo il diritto canonico, la figura del padrino non è in ogni
caso obbligatorio, ma la sua presenza viene fortemente raccomandata.
Nel Rito del Battesimo dei bambini della CEI leggiamo che già

secondo la primitiva tradizione della Chiesa, per ammettere un adulto al Battesimo si


richiede un padrino [...]. Anche nel Battesimo dei bambini si richiede il padrino: egli
ampia, in senso spirituale, la famiglia del battezzando. 19
Se allora, sulla scia del Concilio Vaticano II, auspichiamo il rinnovamento di una
Chiesa considerata non più al passo con i tempi, questo lo si può fare solo ritornando e
ripartendo dalle origini, dalle fonti, dalla Tradizione, nella quale già si prevedeva la
figura dal padrino.
San Tommaso dedica una riflessione a giustificare teologicamente la pratica di
affidare il neofita ad un padrino e una madrina. Appoggiandosi alla concezione del
battesimo come nuova nascita, egli paragona il padrino e la madrina all'ostetrica che
aiuta alla nascita, alla nutrice, e soprattutto, al pedagogo. Questo ruolo (officium) di
pedagogo affidato al padrino e alla madrina consiste nell’informare il neofita di tutto ciò
che riguarda la fede e la vita cristiana, visto che i prelati non sono sempre in grado di
assicurare da loro stessi quest’istruzione elementare pure indispensabile. San Tommaso
riconosce che questa istituzione è poco necessaria in una società cristiana in cui
l'educazione della fede si fa tramite i genitori e la società tutta. Al contrario, si può
dedurre di quest’osservazione quanto, in una società ormai scristianizzata come la
nostra, sia importante il ruolo di padrino e di madrina come iniziatori alla vita cristiana
accanto ai genitori o, spesso, in sostituzione dei genitori.
Cerchiamo allora di capire cosa rappresenta la figura e il ruolo del padrino.
Al padrino e alla madrina viene chiesto di cooperare, appoggiare, sostenere e aiutare
i genitori nell’educare alla fede il bambino, perché la fede, ricevuta in particolare nel
sacramento del Battesimo, possa crescere e strutturarsi nelle sue dimensioni: questa
presenza, pertanto, garantisce una migliore formazione cristiana e una conseguente
preparazione ai sacramenti; non a caso, la stessa denominazione di padrino e madrina,
infatti, riecheggia la dimensione materna della Chiesa 20, nel suo ruolo di far crescere i
suoi figli.

19
CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA, Rito del Battesimo dei bambini, 8.
20
Cfr. «Anche nel Battesimo dei bambini si richiede il padrino [...] rappresenta la Chiesa nel suo compito
di madre» (Ibid.).
11
Inoltre, i padrini rappresentano la comunità cristiana che accoglie il nuovo
battezzato e cresimato, per questo è necessario che, chi è chiamato a rivestire questo
ruolo, risponda conseguentemente a questa missione.
Come? Il padrino è invitato ad esserci sempre, ad accompagnare questa persona
lungo tutti i giorni della vita, cercando di sostenerla nelle piccole e grandi scelte, nei
tempi della gioia, della prova, del dolore e del bisogno, nelle tappe della sua vita
spirituale.
Per rispondere a questa chiamata è opportuna buona volontà e intenzione,
disponibilità al servizio e capacità educative; caratteristiche che necessariamente, però,
devono essere associati ad una approfondita conoscenza della Parola di Dio e
all’esperienza di un incontro personale con il Signore, le quali permettono sano
discernimento per accompagnare adeguatamente la persona.

12
Conclusione
«Va assunta pienamente la sfida di ridare a queste figure il ruolo che la tradizione
della Chiesa le ha consegnato fin dal catecumenato antico»21.
Considerando il rapporto tra primo annuncio, fede e sacramenti, questa sfida si può
assumere reinvestendo le energie della Chiesa in un percorso di evangelizzazione coi
suoi contenuti essenziali, in un primo annuncio della fede che si rivela come un appello
che investe tutta la vita dell’uomo. Un annuncio che non è mai imposizione, ma
proposta nella libertà di accoglienza o di rifiuto.
Solo dopo che è intervenuta un’adesione personale, quindi dopo aver riconosciuto
Dio presente nella propria vita e aver fatto diventare il Vangelo Parola di Vita, allora è
possibile un futuro per la Chiesa e per ogni membro che ne fa parte 22, per cui ne
consegue una riscoperta consapevole anche di queste importanti figure.
È necessario oggi attuare un’importante riflessione teologica e pastorale sul ruolo
dei padrini, su quello che sono, quello che fanno e quello che potrebbero essere. È
essenziale, per questo che la Chiesa intera riconosca l’importanza di questo ministero
senza mai lasciare solo e senza mai dimenticarsi di chi si è reso disponibile a guidare e
accompagnare il cammino di altri componenti della comunità cristiana, anche e
soprattutto se poco formati e informati sulla loro identità.
Come? Attuando dei percorsi di formazione e accompagnamento, umano e
spirituale, oltre che per i genitori, anche per queste figure ormai dimenticate e
formando chi, a sua volta, ha il compito di seguire queste persone, ma soprattutto
restituendo a tutta la comunità cristiana il valore che il padrino e la madrina hanno.

21
CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA, Incontriamo Gesù, 70.
22
Cfr. VAN DEN BOSSCHE S., La famiglia tra educazione cristiana e proposta di fede: problematica in La
famiglia, tra educazione cristiana e proposta di fede, EQUIPE EUROPEA DEI CATECHISTI, Leuman 2019,
16-17.
13

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