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IL RISCHIO SISMICO

1. CHE COS’È IL RISCHIO SISMICO?


In sismologia il rischio sismico è un indicatore, frutto di un’analisi matematico-
ingegneristica, che consente di valutare gli effetti in termini di danni che un
evento sismico può provocare in una determinata area.Il calcolo tiene conto
dell’intervallo di tempo del terremoto, della probabilità di accadimento e del
grado di intensità.
Il particolare il rischio sismico dipende dall’interazione di 3 fattori:
 Pericolosità (P), ovvero la probabilità che si verifichi un terremoto di
magnitudo (intensità) superiore alla soglia di picco fissata.
 Vulnerabilità (V), che indica la predisposizione di una costruzione a
subire danneggiamenti e crolli.
 Esposizione (E), che indica la possibilità che un’area subisca un danno in
termini economici, di vite e di beni culturali.

2. IL RISCHIO SISMICO IN ITALIA

Secondo la Protezione civile, l’Italia possiede


una pericolosità sismica medio-alta, una
vulnerabilità molto elevata e un’esposizione
altissima, sia per la densità abitativa che per il
patrimonio storico e artistico presente sul
territorio. Tutte queste caratteristiche
rendono la nostra penisola a elevato rischio
sismico.
La sismicità maggiore si osserva nell'Italia
centro-meridionale: tra Campania, Basilicata,
Calabria e Sicilia è distribuito il 50% degli
eventi sismici disastrosi.
Inoltre in gran parte d'Italia il rapporto tra i danni di un terremoto e l’energia
rilasciata è particolarmente elevato, poiché il nostro patrimonio edilizio
presenta una notevole fragilità.
Il controllo della situazione sismica è effettuato da stazioni di rilevamento
gestite da università e da enti pubblici. Il più importante tra questi è l'Istituto
Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV).
Modificare la pericolosità sismica non è possibile né tanto meno si può ridurre
l’esposizione al rischio sismico. La vulnerabilità resta l’unico parametro sul
quale è possibile agire, attraverso interventi di prevenzione rivolti a mettere in
sicurezza gli edifici cosiddetti ‘vulnerabili’.
In tale direzione opera l’attuale normativa la quale impone il rispetto di criteri
antisismici che garantiscano strutture in grado di rispondere in maniera
adeguata alle sollecitazioni telluriche.

3. PREVISIONE E PREVENZIONE
La previsione dei terremoti si fonda su due possibili linee di ricerca.
La prima linea consiste nello studio dei fenomeni precursori, cioè di quegli
«indizi» che possono indicare un avvicinarsi dell'attività sismica. Lo studio di
tali segnali richiede ricerche complesse e la sorveglianza continua di vaste
aree, con risultati non ancora sufficientemente attendibili.
La seconda linea di ricerca è quella della previsione statistica dei terremoti,
che si basa sullo studio della storia sismica di una regione, cioè dei dati di tutti i
terremoti che sono avvenuti in quell'area geografica. Tuttavia la previsione
statistica è a lungo termine ed è quindi di scarsa utilità per un allarme
antisismico.
La strada al momento più percorribile per ridurre gli effetti negativi dei
terremoti è la prevenzione del rischio sismico.
Questa viene attuata in più modi.
 Si analizza il territorio (zonazione) cercando di definire la sismicità di
un'area, in base all'intensità e alla frequenza dei terremoti avvenuti in
passato nella zona.
 Nelle aree a rischio, si costruiscono nuovi edifici secondo norme
antisismiche e si rinforzano quelli esistenti.
 Vengono elaborati dei piani di intervento per organizzare i soccorsi nel
caso si verifichi un terremoto.
 La popolazione è istruita, con esercitazioni, sui comportamenti da tenere
nel momento dell'emergenza.

4. CHE COSA FARE DURANTE UN TERREMOTO


Se sei al chiuso
 Esci di casa soltanto se ti trovi a pianterreno.
 Cerca riparo nei punti più solidi: sotto una trave o nel vano di una porta
inserita in un muro portante (uno di quelli più spessi).
 Oppure riparati sotto un mobile robusto; per esempio, un tavolo
pesante.
 Stai lontano dai vetri, che potrebbero rompersi, e da librerie pesanti o
lampadari sospesi, che potrebbero caderti addosso.
 Non uscire su un balcone o scendere per le scale, perché sono strutture
che possono crollare più facilmente.
 Non prendere l'ascensore, che potrebbe bloccarsi.
 Non usare il telefono fisso, perché bisogna lasciare le linee telefoniche
libere per non intralciare i soccorsi.

Se sei all'aperto
 Vai in una zona aperta, come una piazza o un giardino pubblico.
 Non sostare vicino a edifici, grandi alberi, tralicci, linee elettriche, ponti e
strade sopraelevate.
 Non sostare in prossimità di spiagge, perché potrebbe verificarsi
tsunami.
 Non andare in giro a curiosare e raggiungi le aree di attesa individuate
dal piano di emergenza.

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