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CORSO DI FORMAZIONE SPECIALISTICA PER VALUTATORI AEDES

" LA GESTIONE TECNICA DELL'EMERGENZA SISMICA -


RILIEVO DEL DANNO E VALUTAZIONE DELL'AGIBILITA"

18 maggio 2022
«Aspetti geologici e geotecnici: implicazioni sul
comportamento delle strutture».
Relatrice:
dott.ssa geol. Lorella Salvatori
Dipartimento della Protezione Civile
Presidenza del Consiglio dei Ministri
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" la gestione tecnica dell'emergenza sismica -
rilievo del danno e valutazione dell'agibilita"

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PROGRAMMA
➢ Il concetto di rischio
➢ La Pericolosità - il terremoto
➢ Le onde sismiche
➢ Come si misura un terremoto
➢ L’evoluzione della normativa sismica
➢ Elementi di microzonazione sismica
➢ I fenomeni cosismici
➢ Gli effetti sulle strutture sotto l’azione del sisma
➢ Casi di studio
➢ Esercitazione
➢ Discussione
➢ Il supporto GIS per la gestione dell’agibilità: casi studio2
Corso di formazione pilota per
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La gestione tecnica
dell’emergenza sismica
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➔IL RISCHIO??????????

➔Quali sono i rischi che interessano un


territorio?
➢ Rischio sismico
➢ Rischio vulcanico
➢ Rischio idrogeologico
➢ Rischio incendi boschivi
➢ Rischio chimico-industriale
➢ Rischio nucleare
➢ Rischio ambientale
➢ Rischio trasporti
➢ Rischio sanitario 3
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IL RISCHIO www.protezionecivile.gov.it

è la probabilità che un fenomeno di una determinata


P
intensità si verifichi in un certo periodo di tempo, in una
PERICOLOSITA’
data area

insieme delle presenze umane e di tutti i beni mobili ed


E
immobili, pubblici e privati, che possono essere
ESPOSIZIONE direttamente coinvolti dagli eventi in una data area

la vulnerabilità di un elemento (persone, edifici,


V infrastrutture, attività economiche) è la propensione a
VULNERABILITA’ subire danneggiamenti in conseguenza delle
sollecitazioni indotte da un evento di una certa intensità

valore atteso di perdite (vite umane, feriti, danni alle


R proprietà e alle attività economiche) dovuti al verificarsi di
RISCHIO un evento di una data intensità, in una particolare area,
in un determinato periodo di tempo

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Rischio Sismico www.protezionecivile.gov.it

R = P V E
Pericolosità sismica (P):
Probabilità di eccedenza che si verifichi un evento di prefissata intensità in
un assegnato intervallo di tempo.

Vulnerabilità (V):
Propensione di un oggetto o di un sistema complesso a subire danni delle
caratteristiche intrinseche, sia fisiche che funzionali.

Esposizione (E):
Dislocazione, consistenza, qualità e valore dei beni e delle attività presenti sul
territorio che possono essere influenzate direttamente o indirettamente
dall'evento sismico (insediamenti, edifici, attività economico-produttive,
infrastrutture 5
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Rischio Sismico www.protezionecivile.gov.it

Ma anche:

La resilienza è l’insieme delle capacità di una comunità di comprendere


i rischi che può trovarsi a fronteggiare, di mitigarli e di rispondere ai
disastri in modo da minimizzare, sia nell’immediato che a lungo termine,
la perdite di vite umane e i danni ai beni tangibili e intangibili,
dall’ambiente a ciò che costituisce il patrimonio culturale di una
collettività.

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RISCHIO SISMICO www.protezionecivile.gov.it

Pericolosità x Vulnerabilità x Esposizione

Rischio sismico 7
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PERICOLOSITA’ SISMICA www.protezionecivile.gov.it

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PERICOLOSITA’ SISMICA www.protezionecivile.gov.it

Con pericolosità sismica si intende lo


scuotimento del suolo atteso in un sito a causa
di un terremoto.
Essendo prevalentemente un’analisi di tipo
probabilistico, si può definire un certo scuotimento
solo associato alla probabilità di accadimento nel
prossimo futuro. Non si tratta pertanto di
previsione deterministica dei terremoti, obiettivo
lungi dal poter essere raggiunto ancora in tutto il
mondo, né del massimo terremoto possibile in
un’area, in quanto il terremoto massimo ha
comunque probabilità di verificarsi molto basse.
Nel 2004 è stata rilasciata questa mappa della
pericolosità
sismica (http://zonesismiche.mi.ingv.it) che
fornisce un quadro delle aree più pericolose in
Italia.
La mappa di pericolosità sismica del territorio
nazionale (GdL MPS, 2004; rif. Ordinanza PCM
del 28 aprile 2006, n. 3519, All. 1b) è espressa in
termini di accelerazione orizzontale del suolo con
probabilità di eccedenza del 10% in 50 anni,
riferita a suoli rigidi (Vs30>800 m/s; cat. A, punto
3.2.1 del D.M. 14.09.2005). L’Ordinanza PCM n.
3519/2006 ha reso tale mappa uno strumento
Caratteristica fisica del territorio ufficiale di riferimento per il territorio 9
nazionale.
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PERICOLOSITA’ SISMICA

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Pericolosità sismica di base
Si intende la pericolosità sismica intrinseca alle caratteristiche Sismologiche dell’area (tipologia delle sorgenti
sismiche, energia e frequenza dei terremoti).

La pericolosità sismica di base calcola (con approccio probabilistico), per una certa regione e in
un determinato periodo di tempo, i valori di parametri corrispondenti a prefissate probabilità di eccedenza.

Tali parametri (velocità, accelerazione, intensità, ordinate spettrali) descrivono lo scuotimento prodotto dal
terremoto in condizioni di suolo rigido e senza irregolarità morfologiche (terremoto di riferimento).

La scala di studio è solitamente regionale. Una delle finalità di questi studi è la classificazione sismica a vasta scala
del territorio, finalizzata alla programmazione delle attività di prevenzione e alla pianificazione dell’emergenza.

Costituisce una base per la definizione del terremoto di riferimento per studi di microzonazione sismica

Pericolosità sismica locale


Componente della pericolosità sismica dovuta alle caratteristiche locali (litostratigrafiche e morfologiche, v. anche
effetti locali). Lo studio della pericolosità sismica locale è condotto a scala di dettaglio partendo dai risultati degli
studi di pericolosità sismica di base (terremoto di riferimento) e analizzando i caratteri geologici, geomorfologici
geotecnici e geofisici del sito; permette di definire le amplificazioni locali e la possibilità di accadimento di
fenomeni di instabilità del terreno.
Il prodotto più importante di questo genere di studi è la carta di microzonazione sismica.

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VULNERABILITA’ www.protezionecivile.gov.it

dati disponibili sulla vulnerabilità degli edifici


a scala nazionale sono esclusivamente quelli
provenienti dai censimenti ISTAT
Usando le informazioni relative alla tipologia
(muratura, c.a.), età di costruzione, n. di piani,
gli edifici sono stati suddivisi in 4 differenti
classi tipologiche (A, B, C1, C2): dalla più
vulnerabile (A) alla meno vulnerabile (C2).
Esempio di classificazione degli edifici

Età di costruzione
(ISTAT ) A B C1 C2
< 1919 0,74 0,23 0,03
1919-1945 0.52 0,4 0,08
Muratura 1946-1960 0,25 0,47 0,28
1961-1971 0,04 0,31 0,65
Distribuzione percentuale degli edifici appartenenti 1972-1991 0,02 0,19 0,79
alla classe di maggiore vulnerabilità (A)
c.a. - - - 1
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ESPOSIZIONE www.protezionecivile.gov.it

Quantità e qualità degli elementi esposti a rischio


• numero di persone coinvolte
e loro capacità di reazione
(resilienza)

• numero degli edifici presenti

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ESPOSIZIONE www.protezionecivile.gov.it

• quantità e qualità dei beni


culturali presenti

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ESPOSIZIONE www.protezionecivile.gov.it

• quantità e funzioni del


sistema produttivo
• quantità e funzioni delle
infrastrutture 16
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ESPOSIZIONE www.protezionecivile.gov.it

• quantità e funzioni del


patrimonio edilizio pubblico -
edifici strategici 17
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TERREMOTI NEL MONDO www.protezionecivile.gov.it

I terremoti sulla Terra si concentrano in fasce:


Lungo le principali catene montuose: Himalaya e Ande e lungo i bordi dei continenti e al
centro degli oceani; Particolarmente importante la CINTURA di FUOCO al bordo del
continente nord-americano e dell’Asia orientale 18
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Litosfera = 70 km

solo gli strati più


superficiali sono
sede di attività
sismica.
Si tratta della
crosta e della
parte più esterna
del mantello
superiore.

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La tettonica a zolle www.protezionecivile.gov.it

La lava esce dalla dorsale oceanica e si sposta fino al bordo del continente e poi comincia
a scivolare; La spinta produce il sollevamento delle montagne;
Le rocce che scendono per frizione originano terremoti, si riscaldano, fondono e danno
luogo a vulcani
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IL RISCHIO SISMICO IN ITALIA www.protezionecivile.gov.it

L’Italia è uno dei Paesi a maggiore


rischio sismico del Mediterraneo, per la
sua particolare posizione geografica,
nella zona di convergenza tra la zolla
africana e quella eurasiatica. La
sismicità più elevata si concentra nella
parte centro-meridionale della
Penisola, lungo la dorsale appenninica
(Val di Magra, Mugello, Val Tiberina,
Val Nerina, Aquilano, Fucino, Valle del
Liri, Beneventano, Irpinia), in Calabria
Il terremoto è un fenomeno che interessa e Sicilia e in alcune aree settentrionali,
l'intero territorio nazionale. come il Friuli, parte del Veneto e la
Il 40% della popolazione italiana vive in Liguria occidentale. Solo la Sardegna
zone con un livello medio-alto di non risente particolarmente di eventi
pericolosità sismica. sismici.

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I terremoti in Italia

I terremoti avvengono:

Lungo la catena montuosa dell’Appennino

Lungo la catena montuosa delle Alpi

….e??

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I terremoti in Italia rilievo del danno e valutazione dell'agibilita"

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LA SCOMPARSA DI ADRIATICO E PIANURA PADANA
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Il lento e continuo movimento di spinta verso NE


dell’Africa verso l’Europa ha fatto emergere la catena
appenninica; Nella figura a sx, la situazione nel
Pliocene circa 20 M di anni fa rappresenta già il
regime compressivo verso l’Adriatico e distensivo sul
lato tirrenico e che porterà alla scomparsa fra
qualche milione di anni di Adriatico e pianura
Padana.
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Il terremoto www.protezionecivile.gov.it

Il terremoto è un movimento improvviso del terreno causato da onde sismiche che si


propagano a partire dalla rottura di una faglia
L’energia accumulata in anni di lenta deformazione della roccia viene liberata, sotto
forma di onde sismiche, in pochi secondi al momento della rottura lungo la faglia

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La propagazione del terremoto: www.protezionecivile.gov.it

Le onde
• Applicando sollecitazioni dinamiche ad un mezzo
continuo si producono vibrazioni che si trasmettono
sotto forma di onde, all’interno del mezzo (onde di
compressione e di taglio) o sulla sua superficie (onde di
Rayleigh e Love)

• Onde di compressione (P): deformazioni di contrazione


ed estensione nella direzione di propagazione

• Onde di taglio (S): deformazioni distorsionali


perpendicolari alla direzione di propagazioni (SV nel
piano verticale, SH nel piano orizzontale)

• Onde di superficie in un semispazio (di Rayleigh); hanno


intensità significativa solo per profondità paragonabili
alla lunghezza d’onda

• Onde di Love: generate da riflessioni multiple


all’interfaccia fra strati
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Il terremoto
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Le onde di volume

Onde veloci P (Primae)


Onde P (Primae)

Onde lente S (Secundae)

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SUSSULTORIO??

ONDULATORIO??

Il terremoto è determinato da un complesso insieme di onde sismiche e, di


per se’, non è ne’ solo sussultorio, ne’ solo ondulatorio.
Con questi due termini, invece, si può descrivere la sensazione che ciascuno
di noi, in funzione del luogo in cui si trova, percepisce singolarmente a
proposito del movimento più forte indotto dal sisma.
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Le onde superficiali www.protezionecivile.gov.it

le onde di Love sono onde


sismiche
che causano uno
spostamento orizzontale
della terra durante un
terremoto

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Le onde superficiali www.protezionecivile.gov.it

le onde di Rayleigh sono


un tipo di onde di superficie
che si propagano con
spostamenti delle particelle
secondo un ellisse nel
piano verticale e parallelo
alla direzione di
propagazione. Sono le
onde più lente causate da
un terremoto ma spesso le
più ampie e distruttive.

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INTENSITA’ - MAGNITUDO www.protezionecivile.gov.it

Intensità: misura la grandezza di un terremoto attraverso gli effetti sull’uomo,


sulle costruzioni, sull’ambiente, ordinati per severità crescente. L' intensità non è
quindi definita da un numero naturale ma da un valore che ne indica l'ordine in
una successione definita nella scala d' intensità.

Magnitudo:Misura dell’energia liberata da un terremoto all’ipocentro. È calcolata


a partire dall’ampiezza delle onde sismiche registrate dal sismografo, ed è
riportata su una scala di valori logaritmica delle energie registrate, detta Scala
Richter. Ciascun punto di magnitudo corrisponde ad un incremento di energia di
circa 30 volte: l’energia sviluppata da un terremoto di Magnitudo 6 è circa 30
volte maggiore di quella prodotta da uno di Magnitudo 5, e circa 1000 volte
maggiore di quella prodotta da un terremoto di Magnitudo 4.

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INTENSITA’ - MAGNITUDO www.protezionecivile.gov.it


Scala Mercalli-Cancani-Sieberg (MCS)
Grado Scossa Descrizione
I impercettibile Avvertita solo dagli strumenti sismici.
Avvertita solo da qualche persona in
II molto leggera
opportune condizioni.
III leggera Avvertita da poche persone.
Avvertita da molte persone; tremito di
IV moderata infissi e cristalli, e leggere oscillazioni di
oggetti appesi.
Avvertita anche da persone
V piuttosto forte
addormentate; caduta di oggetti.
Qualche leggera lesione negli edifici e
VI forte
finestre in frantumi.
VII molto forte Caduta di fumaioli, lesioni negli edifici.
Rovina parziale di qualche edificio;
VIII rovinosa
qualche vittima isolata.
Rovina totale di alcuni edifici e gravi
IX distruttiva lesioni in molti altri; vittime umane
sparse ma non numerose.
Rovina di molti edifici; molte vittime
X completamente distruttiva
umane; crepacci nel suolo.
Distruzione di agglomerati urbani;
XI catastrofica moltissime vittime; crepacci e frane nel
suolo; maremoto.
Distruzione di ogni manufatto; pochi
superstiti; sconvolgimento del suolo;
XII apocalittica
maremoto distruttivo; fuoriuscita di lava
dal terreno. 32
MAGNITUDO - SCALA RICHTER www.protezionecivile.gov.it

La magnitudo consente di Irpinia e Basilicata 1980


stimare l’energia associata ad
un terremoto.
M=6.9
Avezzano 1915

M=7.0
M=6.3
M=7.1
L’Aquila 2009

Messina e M=5.9
Reggio Calabria 1908
Emilia 2012
M=6.5

Centro Italia 2016


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INTENSITA’ - MAGNITUDO www.protezionecivile.gov.it

DEFINIZIONI

MAGNITUDO LOCALE: la magnitudo ML di qualsiasi terremoto è data dal


logaritmo in base dieci del massimo spostamento della traccia (rispetto allo
zero, espresso in micrometri) in un sismografo a torsione di Wood-Anderson
calibrato in maniera standard, se l'evento si fosse verificato a una distanza
epicentrale di 100 km.

MAGNITUDO MOMENTO: la magnitudo momento Mw equivale al prodotto


tra area di faglia, dislocazione e la resistenza delle rocce. La scala di
magnitudo del momento sismico è utilizzata dai sismologi per misurare le
dimensioni dei terremoti in termini di energia scatenata

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….approfondimento…
La magnitudo Richter o locale (Ml) fu introdotta dal sismologo statunitense Richter nel 1935
per avere una stima della grandezza dei terremoti che fino a quel momento si basava
esclusivamente sulla determinazione degli effetti dei terremoti (scale di intensità). Il semplice
concetto introdotto da Richter era che si poteva stimare la grandezza di un terremoto
direttamente dall’ampiezza di un sismogramma registrato da un sismografo standard
chiamato Wood-Anderson.
La magnitudo Richter quindi è una misura della grandezza relativa tra terremoti e non una
stima della reale grandezza dei terremoti. Negli anni ’70 Kanamori introdusse la magnitudo
momento (Mw) derivata dal parametro sismologico momento sismico che equivale al
prodotto tra area di faglia, dislocazione e la resistenza delle rocce.
Il momento sismico e la magnitudo momento rappresentano quindi la migliore stima della
reale grandezza del terremoto, ma la sua determinazione richiede un certo tempo.

L’ampiezza delle onde sismiche a bassa frequenza, dove viene calcolata la magnitudo
momento (al di sotto di 1 Hz), per forti terremoti è maggiore dell’ampiezza delle onde
sismiche a 1 Hz, dove viene calcolata la magnitudo Richter, e questo è dovuto alle
caratteristiche della sorgente sismica. Questa particolarità delle onde sismiche dei forti
terremoti è alla base della differenza che si osserva tra magnitudo Richter e magnitudo
momento. Si parla infatti di saturazione della magnitudo Richter per forti terremoti in quanto
l’ampiezza della onde sismiche a 1 Hz non aumenta linearmente all’aumentare della
magnitudo. (fonte www.ingv.it)

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Localizzazione di un terremoto

Il terremoto si origina in un punto all'interno


della terra che prende il nome di IPOCENTRO;
la proiezione ortogonale dell'ipocentro sulla
superficie della terra, prende invece il nome di
EPICENTRO. L'ipocentro, può essere
localizzato, analizzando i sismogrammi che
vengono registrati nelle stazioni sismografiche.
Per poter localizzare esattamente l'epicentro,
occorrono i dati registrati in più stazioni
sismografiche. Le distanze dell'epicentro dalla
stazione sismografica, vengono determinate in
base alla misura dei tempi di arrivo delle onde
P ed S nelle differenti stazioni.
Quando si hanno a disposizione le
registrazioni, ottenute in almeno tre stazioni, di
un evento sismico che si è verificato nell'istante
t0, è possibile determinare le coordinate
epicentrali del terremoto se sono note le
velocità di propagazione (Vp e Vs) delle onde
sismiche e se si suppone isotropo (cioè che ha
le stesse caratteristiche chimico - fisiche in
tutte le direzioni) il mezzo attraverso il quale
esse si propagano.
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LOCALIZZAZIONE DELL’EPICENTRO DI UN TERREMOTO

Conoscendo la differenza della velocità tra le onde P e le S, il ritardo con cui le


registriamo quest’ultime in ogni stazione, ci dà la distanza dall’epicentro. Trovata
la distanza su almeno tre stazioni, tracciamo attorno ad ogni stazione un cerchio
di raggio pari alla distanza stazione-epicentro. L’epicentro, si trova all’intersezione
delle tre o più stazioni.

Fonte INGV
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Localizzazione di un terremoto
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Supponiamo di avere i sismogrammi relativi alle stazioni A,


B, C, riportati nella figura a fianco. Congiungiamo l'origine
degli assi, coincidente nel nostro caso con l'epicentro, con
i tempi di arrivo della stessa onda nelle tre stazioni con una
linea (rossa) detta dromocrona , ne costruiremo una
per ogni tipo di onda, una per le onde P, una per le onde S
ed una per le onde superficiali.
Supponendo di conoscere la velocità delle onde P
(Vp=1,73 Vs) e delle onde S (Vs), e ricavando dal
diagramma la differenza dei tempi di arrivo delle onde P ed
S, possiamo ricavare la distanza epicentrale con la
formula:
D= (Vp / 0,73) (ts - tp) (caso teorico)
dove:
ts= tempo di arrivo delle onde S
tp= tempo di arrivo delle onde P
Per determinare la profondità dell'ipocentro si usa lo
stesso metodo, basato sulla differenza dei tempi di arrivo
delle varie onde.
In questo caso, però si utilizzano solo i dati relativi alla
stazione più vicina all'epicentro, che per convenzione,
viene considerata come se fosse sulla verticale
dell'ipocentro.
La distanza ottenuta, applicando la formula precedente,
sarà in questo caso la distanza verticale, ovvero la
profondità, dell'ipocentro dalla superficie. 38
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…..nella realtà….

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Scala Richter
magnitudo TNT equivalente Frequenza
0 1 chilogrammo circa 8.000 al giorno
1 31,6 chilogrammi
1,5 178 chilogrammi
2 1 tonnellata circa 1.000 al giorno
2,5 5,6 tonnellate
3 31,6 tonnellate circa 130 al giorno
3,5 178 tonnellate
4 1000 tonnellate circa 15 al giorno
4,5 5600 tonnellate
5 31600 tonnellate 2-3 al giorno
5,5 178000 tonnellate
1 milione di
6 120 all'anno
tonnellate
5,6 milioni di
6,5
tonnellate
31,6 milioni di
7 18 all'anno
tonnellate
178 milioni di
7,5
tonnellate
1 miliardo di
8 1 all'anno
tonnellate
5,6 miliardi di
8,5
tonnellate
31,6 miliardi di
9 1 ogni 20 anni
tonnellate
178 miliardi di
9,5
tonnellate
1000 miliardi di
10 sconosciuto 40
tonnellate
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Il comportamento delle strutture


sotto l’azione del sisma

In caso di evento sismico, il danneggiamento


che una struttura può subire è strettamente
correlato all’intensità e durata dell’evento, alla
distanza dalla zona epicentrale, alle sue
caratteristiche geometriche, strutturali e di
vetustà, ma anche (in alcuni casi
principalmente) alle condizioni geologiche e
geotecniche dei terreni su cui le stesse strutture
sono fondate, per la capacità di “smorzare” o
amplificare l’intensità del fenomeno.

Nella valutazione di agibilità nell’emergenza


sismica, la conoscenza delle implicazioni
dovute al comportamento dei terreni di
fondazione riveste un ruolo determinante per la
definizione del rischio residuale ma anche per
la definizione dei successivi interventi di messa
in sicurezza e/o ripristino.

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Il comportamento delle strutture


sotto l’azione del sisma

Le condizioni geologiche e geotecniche di un


sito rimangono inalterate nel tempo, ma i
parametri caratteristici di un terreno a seguito
di un sisma di determinata intensità possono
variare anche sensibilmente ed influenzare il
comportamento delle strutture sovrastanti in
caso di successivi eventi.

Nella gestione dell’agibilità post-sisma è


importante, quindi, considerare sia quale
contributo di resistenza una struttura è
ancora in grado di mettere in gioco a seguito
di scosse successive , sia come e se le
condizioni geologiche e geotecniche al
contorno siano in grado di condizionare il
comportamento dei manufatti per eventi
successivi.

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Il comportamento delle strutture sotto l’azione del sisma

Generalmente gli effetti del terremoto diminuiscono allontanandosi dall’area epicentrale,


tuttavia, in presenza di particolari condizioni geologiche e morfologiche si possono avere
fenomeni di amplificazione. La variazione di intensità macrosismica può essere definita
mediante una relazione di attenuazione della PGA (Peak Ground Acceleration, accelerazione
di picco al suolo) funzione della magnitudo M e della distanza del sito in esame dalla sorgente
sismica; Tra le relazioni di attenuazione usate più frequentemente in Italia, c’è quella di
Sabetta-Pugliese:

Dove amax è la PGA, M è la magnitudo, r è la distanza dalla sorgente sismica, S1 è funzione del suolo (S1 =
0 per siti su roccia o depositi alluvionale con spessore maggiore di 20 m, S1 = 1 per siti su depositi
alluvionali superficiali con spessore minore di 20 m) e P è la densità di probabilità.

44
Corso di formazione
" la gestione tecnica dell'emergenza sismica -
rilievo del danno e valutazione dell'agibilita"

Attenuazione dell’intensità macrosismica www.protezionecivile.gov.it

45
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rilievo del danno e valutazione dell'agibilita"

AMPLIFICAZIONI LOCALI
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rilievo del danno e valutazione dell'agibilita"
Azioni del sisma sui terreni
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Effetti di sito

Fenomeni che influiscono


localmente sulla pericolosità
sismica, anche entro brevi
distanze, correlati alle
caratteristiche geologiche e
geotecniche del sito.

Producono fenomeni di
dissesto e/o determinano
amplificazioni o riduzioni
dello scuotimento sismico

47
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POSSIBILI EFFETTI LOCALI


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Azioni del sisma sui terreni


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La risposta sismica locale

L’azione sismica che si manifesta in una determinata posizione alla


superficie del terreno è l’effetto di un fenomeno che si può
schematizzare in tre fasi:
1. Generazione del terremoto in profondità
2. Trasmissione delle onde dall’epicentro al sito
3. Trasmissione da una formazione rocciosa di base (bedrock) alla
superficie attraverso gli strati di terreni sciolti che ricoprono il
bedrock

Da Risposta Sismica Locale (Lanzo e Silvestri,


49
1998)
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Azioni del sisma sui terreni


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La risposta sismica locale

Da Risposta Sismica Locale (Lanzo e Silvestri,


1998). Leggermente modificata

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Azioni del sisma sui terreni


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La risposta sismica locale

• Risposta sismica locale (o, meno propriamente, amplificazione locale): insieme


delle modifiche in ampiezza, durata e contenuto in frequenza che il moto
sismico subisce attraversando gli strati di terreni sciolti sovrastanti la formazione
rocciosa.
• Una valutazione della risposta sismica locale si può effettuare confrontando le
grandezze rappresentative del moto sismico alla superficie dei terreni sciolti e in
corrispondenza della formazione rocciosa.
• Il segnale sismico può essere analizzato sia come sequenza di accelerazioni,
velocità, spostamenti (dominio del tempo), sia come “sovrapposizione di segnali
sinusoidali” (dominio delle frequenze, analisi di Fourier)
• Dominio del tempo: fattore di amplificazione = rapporto fra accelerazione
massima alla superficie del terreno ed al bedrock
• Dominio delle frequenze: funzione di trasferimento H(f) = rapporto tra lo spettro
di Fourier del moto alla superficie del terreno ed al bedrock

51
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rilievo del danno e valutazione dell'agibilita"
risposta sismica locale
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Da un punto di vista monodimensionale,


l’onda sismica al passaggio dalla roccia (in
marrone) alla copertura sismica (alluvioni e/o
depositi lacustri in azzurro) tende a rallentare
poiché diminuiscono le velocità di
propagazione nei due mezzi, con conseguente
aumento in ampiezza, sulla base del principio
di conservazione della quantità di moto

52
Corso di formazione
" la gestione tecnica
Corsodell'emergenza
di formazione sismica -
rilievo del danno
" la gestione e valutazione
tecnica dell'agibilita"
dell'emergenza sismica
rilievo del danno e valutazione dell'agibilita"
Effetti locali www.protezionecivile.gov.it

effetti di sito
• amplificazione nei depositi
• effetti topografici

effetti di instabilità
• rotture di faglia
• movimenti franosi
• liquefazione
• cedimenti

N.B. Gli effetti di instabilità sono in genere una conseguenza degli “effetti di
sito” e si verificano quando le azioni sismiche superano la resistenza al
taglio del terreno
53
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POSSIBILI EFFETTI LOCALI


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POSSIBILI EFFETTI LOCALI


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Da Crespellani T., 1998 mod.


55
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Azioni del sisma sui terreni


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Effetti di valli alluvionali


Le onde sismiche in aree prossime al
bordo della valle sono focalizzate a
seguito dell’interferenza costruttiva fra
il campo d’onda riflesso e quello
rifratto
L’incidenza delle onde sismiche in
corrispondenza dell’interfaccia non
orizzontale al bordo della valle
determina la generazione di onde di
Da Risposta Sismica Locale (Lanzo e Silvestri, 1998)
superficie che confinate all’interno
della valle e sono soggette a
riflessioni multiple

Frequenza (Hz)
2 2 2 2 2 2 2 2 2
1.6 1.6 1.6 1.6 1.6 1.6 1.6 1.6 1.6
1.2 1.2 1.2 1.2 1.2 1.2 1.2 1.2 1.2
0.8 0.8 0.8 0.8 0.8 0.8 0.8 0.8 0.8
Stazione 0.4 0.4 0.4 0.4 0.4 0.4 0.4 0.4
Fattori di amplificazione nella Valle
0.4
su roccia
8 0 8 0 8 0 8 0 8 0 8 0 8 0 8 0 8 0
S01 S02 S 03 S04 S05 S06 S07 S08 S09 dell’Aterno con sorgente attiva a
percussione

56
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Risposta sismica locale


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…uno storico caso di studio (da Lanzo e Silvestri, 1998)

57
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Azioni del sima sui terreni


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Gli effetti topografici


- Il fenomeno d amplificazione del moto è determinato dalla focalizzazione delle
onde sismiche in prossimità della cresta del rilievo.
- In corrispondenza della cresta del rilievo si verifica un’amplificazione a larga
banda; lungo i fianchi e alla base del versante la risposta è più complessa,
perché caratterizzata da un’alternarsi di amplificazioni e deamplificazioni.

H/L = 0.4

f = 2L/

58
Da Risposta Sismica Locale (Lanzo e Silvestri,
58
1998). Leggermente modificata
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Azioni del sisma sui terreni


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I fenomeni di amplificazione locale

In questa cartina schematica sono


riportate le più importanti condizioni
in grado di provocare fenomeni di amplificazione
locale.

59
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Azioni del sima sui terreni


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Amplificazione sismica

Frane sismoindotte

Fagliazione

Liquefazione dei terreni

Addensamento dei terreni

60
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Azioni del sima sui terreni


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Le frane sismoindotte

DEFINIZIONE: Distacco e scivoalmento di


terreno o roccia lungo un pendio causato da
un sisma.
Possono essere:
1.Di nuova attivazione (Interessano versanti
stabili)
2. Riattivazioni (rimettono in moto frane
quiescienti)
Si possono verificare in concomitanza
dell’evento oppure con un certo ritardo
Sono del tutto uguali nella loro morfologia e
nei loro processi interni alle analoghe frane
che si generano in condizioni non-sismiche

61
Azioni del sima sui terreni

Le frane sismoindotte
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Fattori determinanti
Magnitudo del terremoto

Geologia

Durata dell’evento

Caratteristiche del sisma

Profondità dell’ipocentro

Morfologia

62
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Azioni del sima sui terreni


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Le frane sismoindotte

Caratteristiche del fenomeno


La frana si innesca quando l’accelerazione impressa al pendio supera il
valore di accelerazione critica (ac)) oltre il quale viene indotto il
movimento

Il sisma può alterare le condizioni di stabilità


di un pendio, potendo agire sia sulle forze di
taglio agenti sul pendio, sia riducendo la
resistenza al taglio dei terreni
Nota: Fattore di sicurezza: Fs=A/R
A=forze agenti; R=forze resistenti

63
Azioni del sima sui terreni

Le frane sismoindotte
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Assetto strutturale Morfologia del pendio

Stato tensionale dei Grado di saturazione


terreni
Fattori che regolano il comportamento
di un pendio durante il sisma:
Proprietà caratteristiche Proprietà fisiche e
del sisma meccaniche dei terreni

granulometria, densità,
ampiezza, frequenza,
grado di saturazione,
durata, forma e
permeabilità, gradi di
regolarità delle
sovraconsolidazione,
vibrazioni, numero
resistenza statica e
delle componenti
dinamica di picco e
simultanee del sisma,
residua, coefficiente di
direzione delle onde
smorzamento, proprietà
incidenti
elastiche del bedrock
64
Le frane sismoindotte
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El Salvador, 2001 65
Azioni del sima sui terreni

Le frane sismoindotte (e non) Esempi 1


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Terremoto de L’Aquila, 2009


Abruzzo - ITALIA

Frana di Longi, 2010


Sicilia- ITALIA

66
Azioni del sima sui terreni

Le frane sismoindotte (e non) Esempi 2


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Terremoto di Northridge 1994,


California - USA

Frana di Maierato, 2010


Calabria - ITALIA

67
FRANE SISMOINDOTTE www.protezionecivile.gov.it

68
FRANE SISMOINDOTTE www.protezionecivile.gov.it

69
FRANE SISMOINDOTTE www.protezionecivile.gov.it

70
Azioni del sima sui terreni
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Liquefazione
Addensamento
Fenomeno di perdita di resistenza da
parte di terreni saturi sotto Fenomeno di addensamento di un
sollecitazioni di taglio impresse da terreno granulare asciutto per
un terremoto, in conseguenza delle effetto delle vibrazioni indotte da un
quali, il terreno raggiunge una terremoto
condizione di fluidità pari a quella di
un liquido viscoso Tipo di terreno
La pressione dell’acqua nei Terreni granulari asciutti
pori aumenta Tipo di terreno
progressivamente fino ad
eguagliare la pressione Terreni siltosi e sabbiosi Effetti
totale di confinamento e gli recenti
sforzi efficaci, da cui Compattazione volumetrica
dipende la resistenza al immediata
Terreni saturi d’acqua
taglio, si riducono a zero
Falda freatica superficiale Miglioramento delle
Effetti (profondità < 10 m) caratteristiche dinamiche del
terreno (aumento del modulo di
Compattazione volumetrica taglio e diminuzione del
ritardata coefficiente di smorzamento) e
Espulsione violenta dell’acqua dallo abbassamento del livello della
scheletro solido (“vulcanelli di fango”) 71 )
superficie del deposito (cedimenti
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Il terreno è un sistema multifase (cioè solido + acqua + aria), il cui


comportamento conserva la memoria di ciò che è accaduto durante la vita
del terreno stesso.

L’applicazione di un carico esterno si trasferisce parte sulla matrice solida


e parte sull’acqua, la quale potrà filtrare a seconda della permeabilità del
suolo. Se il drenaggio è impedito, l’acqua tenderà, con la propria
pressione, ad allontanare fra loro le particelle solide, che perderanno il
mutuo incastro, riducendo così la resistenza allo scorrimento del terreno.

72
Azioni del sima sui terreni
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Liquefazione

Conseguenze Cedimenti del terreno


della
liquefazione

Espansione laterale

Cedimento di flusso

Perdita di forza portante

73
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Liquefazione Esempi 1

Vulcanelli di fango

Terremoto di Northridge 1994, California - USA


74
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Liquefazione Esempi 2

Vulcanelli di fango

Terremoto di Niigata 1964, Giappone


75
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Liquefazione Esempi 3

Terremoto di Niigata 1964, Giappone 76


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Cedimenti

I carichi trasmessi da una struttura determinano delle


deformazioni sul terreno sottostante con conseguente
cedimento del piano di posa della fondazione

Il cedimento del terreno può essere:


• Immediato o a lungo termine
• Rigido o differenziale

77
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Cedimenti Esempi 1

Terremoto di Izmit 1999, Turchia

78
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Cedimenti Esempi 2

Terremoto di Izmit 1999, Turchia


79
Azioni del sima sui terreni
Esempi 3
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Cedimenti

Terremoto di Izmit 1999, Turchia


80
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Deformazioni indotte

Fratture del terreno

81
Terremoto di Kobe 1995, Giappone
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Sollevamenti e/o abbassamenti del suolo

Terremoto di Izmit 1999, Turchia

Terremoto di Isla Mocha 1960, Cile

82
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Effetti di superficie delle faglie

Faglia: frattura del terreno per cause endogene


con evidenza di movimento relativo tra I due
blocchi

Faglia trascorrente

Faglia diretta

Faglia inversa

83
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Effetti di superficie delle faglie

Per l’elevata velocità con la quale la rottura si propaga in superficie,


qualunque manufatto ubicato attraverso il piano di faglia è soggetto a taglio
e/o a deformazione permanente. Strade, ferrovie, canali, tubature
(acquedotti, gasdotti, fogne), edifici in muratura, sono sempre dislocati
anche da “piccole” faglie, mentre edifici intelaiati in cemento armato sono
soggetti in genere a taglio solo per rigetti ultradecimetrici. In caso di
fagliazione inversa gli edifici intelaiati in cemento armato possono essere
basculati e/o rovesciati dall’azione di innalzamento senza subire fenomeni
di taglio nelle fondazioni.

Terremoto di Fukui 1948, Giappone,


84
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Effetti di superficie delle faglie

85
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Effetti di superficie delle faglie

Terremoto di Izmit 1999, Turchia 86


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Effetti di superficie delle faglie

Terremoto di Kyushu 2016, Giappone

87
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Effetti di superficie delle faglie www.protezionecivile.gov.it
Tsunami: è un anomalo moto ondoso del mare, originato da unwww.protezionecivile.gov.it
terremoto o da altri eventi che comportino uno spostamento
improvviso di una grande massa d'acqua (frane, eruzioni
vulcaniche sottomarine, un impatto meteorico)

da WIKIMEDIA COMMONS

Indonesia Tsunami 2004 89


MAREMOTI www.protezionecivile.gov.it

I terremoti che si generano sui fondali marini, sono la causa più frequente dei maremoti o
tsunami. Essi sono dovuti all’improvviso movimento di una faglia o di una conseguente
grossa frana sottomarina. Tale movimento genera un’onda che, avvicinandosi alla costa, in
corrispondenza dei fondali meno profondi, aumenta rapidamente in altezza. In base ai filmati
di recenti tsunami, sappiamo che spesso non si tratta in genere di un’alta onda che si
abbatte improvvisamente sulla costa, ma di una grande onda di marea che aumenta di
altezza in pochi minuti di diversi metri e che travolge ogni cosa al suo passaggio
espandendosi per centinaia di metri o di qualche chilometro all’interno delle zone più basse
della costa.

In Italia, si ricordano i maremoti avvenuti in


seguito all’evento di Reggio e Messina del
1908 e quello di Stromboli del 2002.
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Tsunami

Hokkaido (Japan), 1993

91
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Tsunami

Fukushima (Japan), 2011

92
MAREMOTI www.protezionecivile.gov.it

Pucket, Thailandia 26/12/04 M=9.0 Galle, Sri Lanka 26/12/04 M=9.0 Giappone 2011, baia di Sendai M=8.9)
più di 250.000 vittime.

Stromboli 30/12/02 crollo in mare di L’onda anomala generata dal crollo, L’onda spazza ogni cosa al suo passaggio
un costone della Sciara del Fuoco. fa tutto il giro dell’isola. lungo la riva per fortuna senza vittime.
93
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La Classificazione Sismica
O.P.C.M. 28 marzo 2003, n.3274

I comuni italiani sono stati classificati


in 4 categorie principali, in base al loro
rischio sismico, calcolato in base al
PGA (Picco di accelerazione
gravitazionale)

Zona 1: sism. alta, PGA oltre 0,25g.

Zona 2: sism. media, PGA fra 0,15 e 0,25g.

Zona 3: sism. bassa, PGA fra 0,05 e 0,15g

Zona 4: sism. molto bassa:, PGA < 0,05g.

94
I NUMERI www.protezionecivile.gov.it

95
Normativa di riferimento
D.M. 14.01.2008
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Decreto Ministeriale (infrastrutture) 14 gennaio 2008


Approvazione delle nuove norme tecniche per le costruzioni
(G.U. n. 29 del 4 febbraio 2008)

Legge 24 giugno 2009, n. 77

Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 28 aprile 2009, n. 39, recante
interventi urgenti in favore delle popolazioni colpite dagli eventi sismici nella regione Abruzzo
nel mese di aprile 2009 e ulteriori interventi urgenti di protezione civile. (09G0088) "
pubblicata nella Gazzetta Ufficiale n. 147 del 27 giugno 2009

«Art. 1-bis. - (Misure urgenti in materia antisismica). - 1. All'articolo 20, comma 1, del
decreto-legge 31 dicembre 2007, n. 248, convertito, con modificazioni, dalla legge 28
febbraio 2008, n. 31, e successive modificazioni, al primo periodo, le parole: "30
giugno 2010" sono sostituite dalle seguenti: "30 giugno 2009" e il secondo periodo è
soppresso».

96
NORMATIVA www.protezionecivile.gov.it

DM 17 GENNAIO 2018
Aggiornamento delle «Norme Tecniche per le costruzioni»

97
Normativa di riferimento
D.M. 17.01.2018
www.protezionecivile.gov.it

98
Normativa di riferimento
D.M. 17.01.2018
www.protezionecivile.gov.it

99
www.protezionecivile.gov.it

(http://esse1.mi.ingv.it/)
100
PERICOLOSITA’ LOCALE www.protezionecivile.gov.it

101
Azioni del sima sui terreni
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La Microzonazione Sismica

DEFINIZIONE: Per microzonazione sismica (MS) si intende la valutazione e


l’individuazione delle aree di comportamento omogeneo sotto il profilo della
risposta sismica locale e dei fenomeni che avvengono durante un terremoto. La
MS individua e caratterizza le zone stabili, le zone stabili suscettibili di
amplificazione locale del moto sismico e le zone suscettibili di instabilità*
* ("Indirizzi e criteri generali per la microzonazione sismica“ _ Dipartimento della Protezione civile,
Conferenza Unificata delle Regioni e delle Province autonome_www.protezionecivile.gov.it)

4 1
FINALITA’:
Nella pianificazione territoriale per 1 2 4
- orientare la scelta di aree per nuovi insediamenti
3
- definire gli interventi ammissibili in una data area
- programmare le indagini e i livelli di approfondimento
- stabilire orientamenti e modalità di intervento nelle aree
urbanizzate
- definire priorità di intervento.

102
Azioni del sima sui terreni
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La Microzonazione Sismica

Nella pianificazione d’emergenza per


-scegliere aree e strutture di emergenza ed edifici strategici in zone
stabili;
- individuare, in caso di collasso, i tratti “critici” delle infrastrutture
viarie e di servizio e le opere rilevanti per le quali potrebbero essere
necessarie specifiche valutazioni di sicurezza.

Nella fase della ricostruzione per


- scegliere le aree per le abitazioni temporanee;
- fornire elementi ai tecnici e amministratori, sull’opportunità di
ricostruire gli edifici non agibili;
- contribuire a scegliere nuove aree edificabili

Nella fase della ricostruzione, inoltre, gli studi di MS, possono offrire
elementi conoscitivi utili per la progettazione di opere, con differente
incisività in funzione del livello di approfondimento e delle
caratteristiche delle opere stesse, indirizzando alla scelta delle indagini di
dettaglio. 103
Azioni del sima sui terreni
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La
La Microzonazione
Microzonazione Sismica
Sismica

Lo studio di MS è uno strumento conoscitivo dalle diverse


potenzialità, che ha costi differenti in funzione del livello di
approfondimento che si vuole raggiungere:
- il livello 1 è un livello propedeutico ai veri e propri studi di MS,
in quanto consiste in una raccolta di dati preesistenti, elaborati per
suddividere il territorio in microzone qualitativamente omogenee
- il livello 2 introduce l’elemento quantitativo associato alle zone
omogenee, utilizzando ulteriori e mirate indagini, ove necessarie, e
definisce una vera carta di MS
- il livello 3 restituisce una carta di MS con approfondimenti su
tematiche o aree particolari.

104
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La Microzonazione Sismica

Metodi ed indagini propedeutici alla microzonazionesismica


Livelli Metodi Indagini
1° livello di tipo qualitativo Raccolta dati Geologiche
Analisi critica dati Geomorfologiche
Analisi topografica Litotecniche
Redazione carte Geofisiche (Vp/Vs)
Morfologiche
2° livello di tiposemiquantitativo Ricostruzione profili Vs – H Geognostiche
Ricostruzione profili topograici Geofisiche (Vp/Vs)
Metodi semplificati (Abachi) Topografiche
3° livello di tipo quantitativo Analisi risposta sismica locale Geognostiche
Definizione input sismico Geofisiche (Vp/Vs)
Modelli numerici 1D/2D
Calcolo dei Fa

Onda anomala prodotta da un maremoto e schema della sua azione.


L. CAGLIOTI – P. MISITI – E. PELLACCI, Scienze della Terra, Le Monnier, Firenze 1996, p. 239.

105
Quindi lo scopo della microzonazione sismica è quello di valutare ed
individuare aree a comportamento omogeneo sotto il profilo della risposta
sismica locale e dei fenomeni cosismici. www.protezionecivile.gov.it

A tal fine sono analizzate le condizioni geologiche, geomorfologiche e


idrogeologiche locali in grado di produrre amplificazioni del segnale sismico
rispetto al substrato.
Misure di amplificazione

Microzonazione
sismica
del centro abitato di
San Giuliano di
La Microzonazione

Puglia,
emanazione degli
indirizzi per Molise e
Puglia e preparazione
delle linee guida
nazionali.

106
Carta delle MOPS www.protezionecivile.gov.it

Le microzone sono distinte in:

Zone stabili, senza effetti di modificazione del moto sismico rispetto ad


un terreno rigido (Vs ≥800 m/s) e pianeggiante (pendenza < 15°)

Zone stabili suscettibili di amplificazioni locali:


✓ amplificazioni litostratigrafiche per Vs<800 m/s e spessori >5 m
✓ amplificazioni topografiche)

Zone suscettibili di instabilità (instabilità di versante, liquefazioni,


faglie attive e capaci, cedimenti differenziali)

107
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Pianificazione e progettazione
Sito 0
Sito 2
Sito 1 Sito 3
➢Microzonazione sismica

Scala locale
(pianificazione)

➢ Progettazione antisismica
Scala di manufatto
(progettazione)
108
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La scheda AeDES:
….e le problematiche geologiche e
geotecniche

109
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110
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111
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La gestione tecnica
dell’emergenza sismica
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Direttiva del Presidente del Consiglio dei Ministri del 14 gennaio 2014 relativa al
Programma nazionale di soccorso per il rischio sismico
Pubblicata nella Gazzetta Ufficiale n. 79 del 4 aprile 2014
Obiettivi

➔ Coordinamento e direzione unitaria


dell'intervento del Servizio nazionale della
protezione civile
➔ Indirizzi per la predisposizione delle
pianificazioni di emergenza del Dipartimento
della protezione civile e delle Componenti e
delle Strutture Operative

➔ viene definita la Struttura organizzativa


nazionale, indipendente dalla
localizzazione dell'evento ed articolata per
funzioni di supporto, finalizzata al
coordinamento ed alla direzione unitaria
degli interventi del livello nazionale in
emergenza.
112
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rilievo del danno e valutazione dell'agibilita"

La gestione tecnica
dell’emergenza sismica
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Organizzazione dell’attività per FUNZIONI DI SUPPORTO

1. TECNICO SCIENTIFICA-PIANIFICAZIONE
FUNZIONE 1
FUNZIONE 2
2. SANITA’,ASSITENZA SOCIALE E VETERINARIA FUNZIONE 3
FUNZIONE 4
3. MASS MEDIA E INFORMAZIONE FUNZIONE 5
FUNZIONE 6
4. VOLONTARIATO FUNZIONE 7
FUNZIONE 8
5. MATERIALI E MEZZI FUNZIONE 9
6. TRASPORTI E CIRCOLAZIONE - VIABILITA’
FUNZIONE 10
FUNZIONE 11
7. TELECOMUNICAZIONI FUNZIONE 12
FUNZIONE 13
8. SERVIZI ESSENZIALI FUNZIONE 14
9. CENSIMENTO DANNI A PERSONE E COSE
10. STRUTTURE OPERATIVE S.A.R.
11. ENTI LOCALI
12. MATERIALI PERICOLOSI
13. LOGISTICA EVACUATI - ZONE OSPITANTI
14. COORDINAMENTO CENTRI OPERATIVI

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Il censimento del danno e


rilievo del danno e valutazione dell'agibilita"

dell’agibilità post-sisma www.protezionecivile.gov.it

Il Corpo Nazionale dei Vigili


del Fuoco realizza, con proprie
procedure e strumenti:
Le Componenti e le Strutture operative
✓ un rilievo speditivo in ordine del Servizio nazionale della protezione
alla percorribilità delle strade per la civile, anche avvalendosi dei soggetti
conduzione delle operazioni di soccorso concorrenti (art. 13, comma 2 del Decreto
e di assistenza, alla fruibilità dei legislativo n. 1 del 2 gennaio 2018) “Codice
fabbricati (Triage); della protezione civile”, procedono nell’:
✓ analisi puntuale degli edifici,
Seppur speditiva, attraverso sopralluoghi
✓ Perimetra le aree condotti da tecnici appositamente formati
all’utilizzo di strumenti schedografici
da sottoporre a interdizione preventiva all’uopo predisposti (schede Aedes e GL –
e ogni altra informazione utile alle Aedes).
autorità locali per la realizzazione dei
primi interventi urgenti di protezione
civile.
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29 Esiti sopralluogo FASE 0 www.protezionecivile.gov.it

❖ La FASE 0 può essere effettuata, con diverse procedure e strumenti


già in utilizzo presso il Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco. Questa fase
prevede, in prima battuta, una ricognizione generale delle aree interessate,
con sopralluoghi dall’esterno (prevalentemente) riferiti ad unità edilizie
variamente individuate secondo le esigenze (ad esempio singola cella edilizia,
intero aggregato, più aggregati insieme).

- All’esito dei sopralluoghi gli oggetti ispezionati (FASE 0) vengono


classificati secondo la seguente codifica:
BIANCO non potuto accertare: da rivedere;

VERDE CHIARO senza apparenti criticità dall’esterno;

G IALLO con criticità lievi o evitabili;

ROSSO con criticità gravi o non evitabili;

NERO con crolli generalizzati.

Gli esiti potranno essere ulteriormente caratterizzati distinguendo la categoria dei manufatti
“ordinari” (civile abitazione, negozi, officine, …) da quelli “non ordinari” (edifici di rilevanza
storico-monumentale, di pubblico servizio, di protezione civile, caratterizzati da notevole
affollamento, ecc.).
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PIANIFICAZIONE DEI
rilievo del danno e valutazione dell'agibilita"

29
SOPRALLUOGHI SU SCHEMA TRIAGE www.protezionecivile.gov.it

a priorità invertite
Raccordo e coordinamento delle attività di valutazione del danno
e dell’agibilità con il Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco

Sopralluoghi in Fase 0

Crolli
generalizzati
Ordinanze di sgombero
Criticità gravi o non Ordinanze per «zone rosse»
evitabili

Criticità lievi o
evitabili Prioritarie per successivi
sopralluoghi in Fase I
(Triage a priorità invertite)
Senza apparenti criticità
dall’esterno
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Il censimento del danno e rilievo del danno e valutazione dell'agibilita"

29 dell’agibilità post-sisma www.protezionecivile.gov.it

LO STATO DELL’ARTE Strumenti di rilievo


DPCM 8 luglio 2014
Art. 10 Strumenti di rilievo
1. Le verifiche di danno ed agibilita' sugli edifici ordinari sono effettuate ai
sensi del decreto del Presidente del Consiglio dei ministri del 5 maggio
2011, attraverso la compilazione della «Scheda AeDES per il rilevamento
dei danni, pronto intervento e agibilita‘ per edifici ordinari
nell'emergenza post-sismica», e relativo manuale, approvati nella loro
versione aggiornata e allegati al presente decreto di cui costituiscono
parte integrante (allegati B e C).
2. Le Amministrazioni dello Stato, le regioni, le province autonome di
Trento e Bolzano e gli enti locali dotano le proprie strutture della scheda
e del manuale aggiornati di cui al comma 1 e li utilizzano in
occasione di eventi sismici per il rilevamento speditivo dei danni, la
definizione di provvedimenti di pronto intervento e la valutazione
dell'agibilita' post-sismica degli edifici ordinari, da intendersi come unita'
di tipologia strutturale ordinaria (in muratura, in cemento armato o
acciaio o legno, intelaiato o a setti) dell'edilizia per abitazioni e/o servizi.
L’art. 10 dispone in merito agli strumenti di rilievo da utilizzare per lo
svolgimento delle verifiche di agibilità in emergenza post sismica ed in
particolare dispone in merito all’aggiornamento della “Scheda Aedes
per il rilevamento dei danni, pronto intervento e agibilità per edifici
ordinari nell’emergenza post-sismica” e del relativo Manuale, già
pubblicati nel DPCM del 5 maggio 2011, ed approvati nella loro
versione aggiornata con il presente decreto.
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STRUMENTI DI RILEVO FASE 1 www.protezionecivile.gov.it

La scheda Aedes

Sopralluogo

Schede Aedes

 Stabilisce un linguaggio comune nella


descrizione del danno e dell’agibilità
 Ha lo scopo di tracciare un percorso
guidato, in grado di evidenziare al
rilevatore ciò che va osservato,
analizzato ed interpretato per arrivare
ad una valutazione speditiva di
agibilità
 Indirizza verso la valutazione del
rischio e quindi il giudizio di agibilità
Non è e non può essere uno strumento esaustivo.
Il giudizio di agibilità va espresso sulla base della sensibilità professionale del rilevatore.
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29 Esiti sopralluogo FASE 1 www.protezionecivile.gov.it

La valutazione di agibilità in emergenza post-sismica è una valutazione


temporanea e speditiva - vale a dire formulata sulla base di un giudizio esperto e
condotta in tempi limitati ed in base alla semplice analisi visiva ed alla raccolta di
informazioni facilmente accessibili - volta a stabilire se, in presenza di una crisi
sismica in atto, gli edifici colpiti dal terremoto possano essere utilizzati restando
ragionevolmente protetta la vita umana.
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Il rilievo del danno e
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LA SCHEDA AeDES

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la valutazione dell’agibilità
LA SCHEDA AeDES www.protezionecivile.gov.it

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Il rilievo del danno e
la valutazione dell’agibilità www.protezionecivile.gov.it
LA SCHEDA AeDES

La valutazione di agibilità in emergenza post-sismica è una valutazione temporanea


e speditiva – vale a dire formulata sulla base di un giudizio esperto e condotta in tempi
limitati, in base alla semplice analisi visiva ed alla raccolta di informazioni facilmente
accessibili – volta a stabilire se, in presenza di una crisi sismica in atto, gli edifici colpiti
dal terremoto possano essere utilizzati restando ragionevolmente protetta la vita umana.

Pertanto la dichiarazione di agibilità consiste, esclusivamente, nel verificare che la funzionalità


dello stabile, quale si presentava prima del sisma, non sia stata sostanzialmente alterata a
causa dei danni provocati dal sisma stesso. Ciò significa che a seguito di una scossa
successiva, di intensità non superiore a quella per cui è richiesta la verifica, è ragionevole
supporre che non ne derivi un incremento significativo del livello di danneggiamento generale.
Tale definizione presuppone la conoscenza della massima intensità che può verificarsi nel
sito nel corso della crisi sismica, e cioè dell’evento di riferimento rispetto al quale formulare
il giudizio di agibilità.

Nel quadro dell’attuale politica di gestione dell’emergenza, tuttavia, l’evento di riferimento


non è stato esplicitamente definito, né è stato stabilito l’Ente preposto a fornire, per ogni
località, tale evento.

Utile riferimento in merito, quindi, è rappresentato dalla pubblicazione del rilievo macrosismico
con le intensità riportate per le località interessate dal sisma, da parte degli Enti preposti.

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I rilievi macrosismici www.protezionecivile.gov.it

Dalla scala delle intensità Mercalli-Cancani-Sieberg (MCS):

• 1) danni leggeri, ovvero: leggere spaccature negli intonaci con limitati distacchi degli stessi;
• possibile caduta di qualche tegola o pietra di camino;
• 2) danni moderati, ovvero: lievi lesioni nei muri, notevole caduta di intonaci e stucchi,
• mattoni e tegole; molti fumaioli vengono lesi da incrinature con fuoriuscita di pietre; camini
• si rovesciano sopra il tetto e lo danneggiano; da torri e costruzioni alte cadono decorazioni
• mal fissate;
• 3) danni gravi, tali da produrre “inabitabilità”; corrispondono a gravi lesioni nei muri, che
• al momento possono pregiudicare la stabilità degli edifici, ma che possono essere riparate;
• gli edifici sono quindi recuperabili;
• 4) distruzioni, corrispondono a gravissime lesioni nei muri a crolli parziali, tali da rendere
• non recuperabili gli edifici;
• 5) crolli, pressoché totali.

Da: Molin (2003; 2009)

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I rilievi macrosismici www.protezionecivile.gov.it

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I rilievi macrosismici
Sisma de L’aquila
Aprile 2009

Rilievo macrosismico
che consente di definire
la distribuzione dei danni
per località.

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I rilievi macrosismici
http://www.protezionecivile.gov.it/resources/cms/documents/TerremotoEmiliaMCS.pdf

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I rilievi macrosismici

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I rilievi macrosismici

Tabella delle Intensità MCS per località 128


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Il fattore di rischi geotecnico viene in definitiva tenuto in considerazione,


ma solo compatibilmente con il carattere speditivo del rilevamento.

Nella gestione tecnica dell'emergenza post-sismica è contemplata anche


l'attività di controllo sui fenomeni franosi ed è quindi assai probabile che
nell'ambito di tale attività vengano anche identificati ed esaminati gli
edifici coinvolti in situazioni di questo tipo; tuttavia può anche verificarsi il
caso contrario nel quale l'individuazione di un dissesto del terreno possa
derivare dalla normale verifica di agibilità sugli edifici.

Si sottolinea anche in questo caso la possibilità di casi di condizioni di


rischio indotto ed indiretto rispetto all'edificio, che possono riguardare, ad
esempio, le vie d'accesso e che devono essere valutati ed evidenziati con
l'attenzione di cui si è già detto nei casi precedenti.
133
134

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Nella Sezione 7 sono raccolte alcune informazioni riguardanti le condizioni del terreno e
delle fondazioni, aspetti ascrivibili al cosiddetto rischio geotecnico, ma di carattere
molto qualitativo e descrittivo.
Il loro significato è da vedere più sotto l'aspetto di una constatazione di evidenza, che
come valutazione sintetica di tipo specialistico. Infatti le informazioni contemplano una
semplice osservazione sulla morfologia del sito nel quale l'edificio è collocato e la
registrazione di evidenti presenze di dissesti del terreno, distinti nella forma di versanti
incombenti o di cedimenti che interessano le fondazioni dell'edificio.

Per i dissesti del terreno si richiede di valutare se sono riconducibili in tutto o in parte
all'azione del sisma o se sono invece da ritenere conseguenza di fatti preesistenti
all'evento.

La morfologia di Cresta costituisce elemento di particolare vulnerabilità per possibili


amplificazioni locali dell’eccitazione sismica; fondazioni in Pendio forte o su piani di posa
differenti possono essere causa di cedimenti del terreno o delle fondazioni; a maggior
ragione quando si accoppiano a dissesti in atto o temibili. Per questo motivo sono
evidenziate le scale di grigio nelle relative caselle.
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135

Esame
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CRESTA

PENDIO FORTE

PENDIO LEGGERO

PIANURA

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ing. Sabato Sergio
SCHEDA DI AGIBILITA’: SEZIONE 7
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morfologia del sito

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Esame
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Irpinia, 1980

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Cedimenti di
fondazione

Movimento
fondale
Esame
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Piano verticale – Cedimento fondale ad un’estremità

Tensione di trazione

Lesione

Deformazione
struttura
Movimento
fondale
Trazione

Effetto arco
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a) Senza variazione di volume b) con variazione di volume <0

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Piano verticale – Cedimento fondale ad un’estremità

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Sisma Centro Italia
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Versanti
incombenti

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Esempi e casi di studio

147
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Fenomeni di fratturazione
cosismica e liquefazione

Emilia Romagna 2012

L’Aquila 2009 148


148
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Fenomeni di liquefazione

Emilia Romagna 2012

149
Effetti della fratturazione cosismica e della liquefazione www.protezionecivile.gov.it

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Emilia Romagna 2012
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Effetti della liquefazione

Emilia Romagna 2012


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da
sink hole Università Roma 3

L’Aquila 2009

Le Sinkhole sono generalmente effetto di fenomeni di carsismo


con cedimento del tetto della struttura, ma anche artificiali. Può essere anche attivato da un sisma.
Le immagini si riferiscono a fenomeni rilevati a seguito del teeremoto del 6 aprile 2009 a l’Aquila
nella valle dell’Aterno.
152
152
Frane sismoindotte: esempi www.protezionecivile.gov.it

Terremoto de l’Aquila aprile 2009_ Valanghe di neve e detriti_interruzione stradale

153
Frane sismoindotte: esempi
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Versanti instabili in prossimità


dell’abitato 154
Frane sismoindotte: esempi
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crolli

Sisma l’Aquila 2009 _Interruzione della Provinciale tra Fossa e


Castello D’Ocre

Sisma l’Aquila 2009 _ Caduta massi sulla SS80

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Frane sismoindotte: esempi
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I versanti in roccia incombenti sugli edifici

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Frane sismoindotte: esempi
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I versanti incombenti e il rischio residuale

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La presenza di cavità sotterranee

158
La presenza di cavità sotterranee www.protezionecivile.gov.it

159
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La presenza di cavità sotterranee dentro L’Aquila: Il caso di Via de Bartholomeis

la voragine apertasi su via De Bartholomeis


in giallo l’estensione della, con cavità
sotterranea.

160
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La presenza di cavità sotterranee dentro L’Aquila: Il caso di Via de Bartholomeis

161
Danni alle infrastrutture per effetto
del sisma de l’Aquila 2009 www.protezionecivile.gov.it

Piano di faglia; la freccia


rossa indica la parte ribassata

Una faglia ha dislocato di una decina di cm. un versante


coinvolgendo la conduttura di un acquedotto in
pressione spezzandola; prontamente ripristinata, si è
rotta una seconda volta coinvolgendo altri servizi
infrastrutturali.
I danni al versante sono stati aggravati dal dilavamento
determinato dalla fuoriuscita di acqua dalla condotta che
ha invaso anche alcuni edifici posti più a valle

Posizione della faglia con a destra


la parte ribassata indicata dalla freccia 162
Danni alle infrastrutture per effetto
del sisma de l’Aquila 2009 www.protezionecivile.gov.it

Tubazione del gas sempre


a Paganica, ruotata di 90°
senza rotture apparenti,
con indicato il piano di
faglia; la parte ribassata
e’ segnata dalla freccia

Acquedotto di Paganica
ripristinato dopo rottura Cedimento di una strada
indotta dal sisma. realizzata per il passaggio
di una condotta interrata
* Foto P. Marsan
163
Condizionamento dei muri di sostegno www.protezionecivile.gov.it

164
Il sisma del 6 aprile 2009 a
l’Aquila
I muri di sostegno: Il caso di Via vasche del Vento
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L’Aquila periferia Est ; Gruppo di


edifici collocati fra Via Vasche del
Vento e Via Pellicciotti in cui il
terremoto ha causato anche un
dissesto di versante

Rischio esterno per cause


geologiche determina inagibilità di per
molti altri aggregati valutabili
intrinsecamente agibili. *

165
165
Il sisma del 6 aprile 2009 a
l’Aquila
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Il caso di Via Vasche del Vento

Il ripido pendio sotto l’edificio


parzialmente abbattuto

166
Il rilievo del danno e
la valutazione dell’agibilità
casi di studio
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167
Il rilievo del danno e
la valutazione dell’agibilità
casi di studio
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168
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Il rilievo del danno e


la valutazione dell’agibilità
casi di studio

169
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Il rilievo del danno e


la valutazione dell’agibilità
casi di studio

170
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Il rilievo del danno e


la valutazione dell’agibilità
casi di studio

171
Il rilievo del danno e www.protezionecivile.gov.it
la valutazione dell’agibilità
casi di studio

172
CORSO DI FORMAZIONE SPECIALISTICA PER VALUTATORI AEDES

" LA GESTIONE TECNICA DELL'EMERGENZA SISMICA -


RILIEVO DEL DANNO E VALUTAZIONE DELL'AGIBILITA"

18 maggio 2022
«Aspetti geologici e geotecnici: implicazioni sul
comportamento delle strutture».
Relatrice:
dott.ssa geol. Lorella Salvatori
Dipartimento della Protezione Civile
Presidenza del Consiglio dei Ministri

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