18 maggio 2022
«Aspetti geologici e geotecnici: implicazioni sul
comportamento delle strutture».
Relatrice:
dott.ssa geol. Lorella Salvatori
Dipartimento della Protezione Civile
Presidenza del Consiglio dei Ministri
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PROGRAMMA
➢ Il concetto di rischio
➢ La Pericolosità - il terremoto
➢ Le onde sismiche
➢ Come si misura un terremoto
➢ L’evoluzione della normativa sismica
➢ Elementi di microzonazione sismica
➢ I fenomeni cosismici
➢ Gli effetti sulle strutture sotto l’azione del sisma
➢ Casi di studio
➢ Esercitazione
➢ Discussione
➢ Il supporto GIS per la gestione dell’agibilità: casi studio2
Corso di formazione pilota per
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La gestione tecnica
dell’emergenza sismica
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➔IL RISCHIO??????????
IL RISCHIO www.protezionecivile.gov.it
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R = P V E
Pericolosità sismica (P):
Probabilità di eccedenza che si verifichi un evento di prefissata intensità in
un assegnato intervallo di tempo.
Vulnerabilità (V):
Propensione di un oggetto o di un sistema complesso a subire danni delle
caratteristiche intrinseche, sia fisiche che funzionali.
Esposizione (E):
Dislocazione, consistenza, qualità e valore dei beni e delle attività presenti sul
territorio che possono essere influenzate direttamente o indirettamente
dall'evento sismico (insediamenti, edifici, attività economico-produttive,
infrastrutture 5
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Ma anche:
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Rischio sismico 7
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PERICOLOSITA’ SISMICA
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Pericolosità sismica di base
Si intende la pericolosità sismica intrinseca alle caratteristiche Sismologiche dell’area (tipologia delle sorgenti
sismiche, energia e frequenza dei terremoti).
La pericolosità sismica di base calcola (con approccio probabilistico), per una certa regione e in
un determinato periodo di tempo, i valori di parametri corrispondenti a prefissate probabilità di eccedenza.
Tali parametri (velocità, accelerazione, intensità, ordinate spettrali) descrivono lo scuotimento prodotto dal
terremoto in condizioni di suolo rigido e senza irregolarità morfologiche (terremoto di riferimento).
La scala di studio è solitamente regionale. Una delle finalità di questi studi è la classificazione sismica a vasta scala
del territorio, finalizzata alla programmazione delle attività di prevenzione e alla pianificazione dell’emergenza.
Costituisce una base per la definizione del terremoto di riferimento per studi di microzonazione sismica
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VULNERABILITA’ www.protezionecivile.gov.it
Età di costruzione
(ISTAT ) A B C1 C2
< 1919 0,74 0,23 0,03
1919-1945 0.52 0,4 0,08
Muratura 1946-1960 0,25 0,47 0,28
1961-1971 0,04 0,31 0,65
Distribuzione percentuale degli edifici appartenenti 1972-1991 0,02 0,19 0,79
alla classe di maggiore vulnerabilità (A)
c.a. - - - 1
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ESPOSIZIONE www.protezionecivile.gov.it
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ESPOSIZIONE www.protezionecivile.gov.it
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ESPOSIZIONE www.protezionecivile.gov.it
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Litosfera = 70 km
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La lava esce dalla dorsale oceanica e si sposta fino al bordo del continente e poi comincia
a scivolare; La spinta produce il sollevamento delle montagne;
Le rocce che scendono per frizione originano terremoti, si riscaldano, fondono e danno
luogo a vulcani
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I terremoti in Italia
I terremoti avvengono:
….e??
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LA SCOMPARSA DI ADRIATICO E PIANURA PADANA
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Il terremoto www.protezionecivile.gov.it
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Le onde
• Applicando sollecitazioni dinamiche ad un mezzo
continuo si producono vibrazioni che si trasmettono
sotto forma di onde, all’interno del mezzo (onde di
compressione e di taglio) o sulla sua superficie (onde di
Rayleigh e Love)
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SUSSULTORIO??
ONDULATORIO??
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Le onde superficiali www.protezionecivile.gov.it
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INTENSITA’ - MAGNITUDO www.protezionecivile.gov.it
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M=7.0
M=6.3
M=7.1
L’Aquila 2009
Messina e M=5.9
Reggio Calabria 1908
Emilia 2012
M=6.5
DEFINIZIONI
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….approfondimento…
La magnitudo Richter o locale (Ml) fu introdotta dal sismologo statunitense Richter nel 1935
per avere una stima della grandezza dei terremoti che fino a quel momento si basava
esclusivamente sulla determinazione degli effetti dei terremoti (scale di intensità). Il semplice
concetto introdotto da Richter era che si poteva stimare la grandezza di un terremoto
direttamente dall’ampiezza di un sismogramma registrato da un sismografo standard
chiamato Wood-Anderson.
La magnitudo Richter quindi è una misura della grandezza relativa tra terremoti e non una
stima della reale grandezza dei terremoti. Negli anni ’70 Kanamori introdusse la magnitudo
momento (Mw) derivata dal parametro sismologico momento sismico che equivale al
prodotto tra area di faglia, dislocazione e la resistenza delle rocce.
Il momento sismico e la magnitudo momento rappresentano quindi la migliore stima della
reale grandezza del terremoto, ma la sua determinazione richiede un certo tempo.
L’ampiezza delle onde sismiche a bassa frequenza, dove viene calcolata la magnitudo
momento (al di sotto di 1 Hz), per forti terremoti è maggiore dell’ampiezza delle onde
sismiche a 1 Hz, dove viene calcolata la magnitudo Richter, e questo è dovuto alle
caratteristiche della sorgente sismica. Questa particolarità delle onde sismiche dei forti
terremoti è alla base della differenza che si osserva tra magnitudo Richter e magnitudo
momento. Si parla infatti di saturazione della magnitudo Richter per forti terremoti in quanto
l’ampiezza della onde sismiche a 1 Hz non aumenta linearmente all’aumentare della
magnitudo. (fonte www.ingv.it)
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Localizzazione di un terremoto
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LOCALIZZAZIONE DELL’EPICENTRO DI UN TERREMOTO
Fonte INGV
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Localizzazione di un terremoto
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…..nella realtà….
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Scala Richter
magnitudo TNT equivalente Frequenza
0 1 chilogrammo circa 8.000 al giorno
1 31,6 chilogrammi
1,5 178 chilogrammi
2 1 tonnellata circa 1.000 al giorno
2,5 5,6 tonnellate
3 31,6 tonnellate circa 130 al giorno
3,5 178 tonnellate
4 1000 tonnellate circa 15 al giorno
4,5 5600 tonnellate
5 31600 tonnellate 2-3 al giorno
5,5 178000 tonnellate
1 milione di
6 120 all'anno
tonnellate
5,6 milioni di
6,5
tonnellate
31,6 milioni di
7 18 all'anno
tonnellate
178 milioni di
7,5
tonnellate
1 miliardo di
8 1 all'anno
tonnellate
5,6 miliardi di
8,5
tonnellate
31,6 miliardi di
9 1 ogni 20 anni
tonnellate
178 miliardi di
9,5
tonnellate
1000 miliardi di
10 sconosciuto 40
tonnellate
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Dove amax è la PGA, M è la magnitudo, r è la distanza dalla sorgente sismica, S1 è funzione del suolo (S1 =
0 per siti su roccia o depositi alluvionale con spessore maggiore di 20 m, S1 = 1 per siti su depositi
alluvionali superficiali con spessore minore di 20 m) e P è la densità di probabilità.
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AMPLIFICAZIONI LOCALI
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Azioni del sisma sui terreni
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Effetti di sito
Producono fenomeni di
dissesto e/o determinano
amplificazioni o riduzioni
dello scuotimento sismico
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risposta sismica locale
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Corsodell'emergenza
di formazione sismica -
rilievo del danno
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tecnica dell'agibilita"
dell'emergenza sismica
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Effetti locali www.protezionecivile.gov.it
effetti di sito
• amplificazione nei depositi
• effetti topografici
effetti di instabilità
• rotture di faglia
• movimenti franosi
• liquefazione
• cedimenti
N.B. Gli effetti di instabilità sono in genere una conseguenza degli “effetti di
sito” e si verificano quando le azioni sismiche superano la resistenza al
taglio del terreno
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Frequenza (Hz)
2 2 2 2 2 2 2 2 2
1.6 1.6 1.6 1.6 1.6 1.6 1.6 1.6 1.6
1.2 1.2 1.2 1.2 1.2 1.2 1.2 1.2 1.2
0.8 0.8 0.8 0.8 0.8 0.8 0.8 0.8 0.8
Stazione 0.4 0.4 0.4 0.4 0.4 0.4 0.4 0.4
Fattori di amplificazione nella Valle
0.4
su roccia
8 0 8 0 8 0 8 0 8 0 8 0 8 0 8 0 8 0
S01 S02 S 03 S04 S05 S06 S07 S08 S09 dell’Aterno con sorgente attiva a
percussione
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H/L = 0.4
f = 2L/
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Da Risposta Sismica Locale (Lanzo e Silvestri,
58
1998). Leggermente modificata
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Amplificazione sismica
Frane sismoindotte
Fagliazione
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Le frane sismoindotte
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Azioni del sima sui terreni
Le frane sismoindotte
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Fattori determinanti
Magnitudo del terremoto
Geologia
Durata dell’evento
Profondità dell’ipocentro
Morfologia
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Azioni del sima sui terreni
Le frane sismoindotte
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granulometria, densità,
ampiezza, frequenza,
grado di saturazione,
durata, forma e
permeabilità, gradi di
regolarità delle
sovraconsolidazione,
vibrazioni, numero
resistenza statica e
delle componenti
dinamica di picco e
simultanee del sisma,
residua, coefficiente di
direzione delle onde
smorzamento, proprietà
incidenti
elastiche del bedrock
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Le frane sismoindotte
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El Salvador, 2001 65
Azioni del sima sui terreni
66
Azioni del sima sui terreni
67
FRANE SISMOINDOTTE www.protezionecivile.gov.it
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FRANE SISMOINDOTTE www.protezionecivile.gov.it
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FRANE SISMOINDOTTE www.protezionecivile.gov.it
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Azioni del sima sui terreni
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Liquefazione
Addensamento
Fenomeno di perdita di resistenza da
parte di terreni saturi sotto Fenomeno di addensamento di un
sollecitazioni di taglio impresse da terreno granulare asciutto per
un terremoto, in conseguenza delle effetto delle vibrazioni indotte da un
quali, il terreno raggiunge una terremoto
condizione di fluidità pari a quella di
un liquido viscoso Tipo di terreno
La pressione dell’acqua nei Terreni granulari asciutti
pori aumenta Tipo di terreno
progressivamente fino ad
eguagliare la pressione Terreni siltosi e sabbiosi Effetti
totale di confinamento e gli recenti
sforzi efficaci, da cui Compattazione volumetrica
dipende la resistenza al immediata
Terreni saturi d’acqua
taglio, si riducono a zero
Falda freatica superficiale Miglioramento delle
Effetti (profondità < 10 m) caratteristiche dinamiche del
terreno (aumento del modulo di
Compattazione volumetrica taglio e diminuzione del
ritardata coefficiente di smorzamento) e
Espulsione violenta dell’acqua dallo abbassamento del livello della
scheletro solido (“vulcanelli di fango”) 71 )
superficie del deposito (cedimenti
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Azioni del sima sui terreni
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Liquefazione
Espansione laterale
Cedimento di flusso
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Azioni del sima sui terreni
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Liquefazione Esempi 1
Vulcanelli di fango
Liquefazione Esempi 2
Vulcanelli di fango
Liquefazione Esempi 3
Cedimenti
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Cedimenti Esempi 1
78
Azioni del sima sui terreni
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Cedimenti Esempi 2
Cedimenti
Deformazioni indotte
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Terremoto di Kobe 1995, Giappone
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Azioni del sima sui terreni
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Effetti di superficie delle faglie
Faglia trascorrente
Faglia diretta
Faglia inversa
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Effetti di superficie delle faglie
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Azioni del sima sui terreni
Effetti di superficie delle faglie www.protezionecivile.gov.it
Tsunami: è un anomalo moto ondoso del mare, originato da unwww.protezionecivile.gov.it
terremoto o da altri eventi che comportino uno spostamento
improvviso di una grande massa d'acqua (frane, eruzioni
vulcaniche sottomarine, un impatto meteorico)
da WIKIMEDIA COMMONS
I terremoti che si generano sui fondali marini, sono la causa più frequente dei maremoti o
tsunami. Essi sono dovuti all’improvviso movimento di una faglia o di una conseguente
grossa frana sottomarina. Tale movimento genera un’onda che, avvicinandosi alla costa, in
corrispondenza dei fondali meno profondi, aumenta rapidamente in altezza. In base ai filmati
di recenti tsunami, sappiamo che spesso non si tratta in genere di un’alta onda che si
abbatte improvvisamente sulla costa, ma di una grande onda di marea che aumenta di
altezza in pochi minuti di diversi metri e che travolge ogni cosa al suo passaggio
espandendosi per centinaia di metri o di qualche chilometro all’interno delle zone più basse
della costa.
Tsunami
91
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Tsunami
92
MAREMOTI www.protezionecivile.gov.it
Pucket, Thailandia 26/12/04 M=9.0 Galle, Sri Lanka 26/12/04 M=9.0 Giappone 2011, baia di Sendai M=8.9)
più di 250.000 vittime.
Stromboli 30/12/02 crollo in mare di L’onda anomala generata dal crollo, L’onda spazza ogni cosa al suo passaggio
un costone della Sciara del Fuoco. fa tutto il giro dell’isola. lungo la riva per fortuna senza vittime.
93
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La Classificazione Sismica
O.P.C.M. 28 marzo 2003, n.3274
94
I NUMERI www.protezionecivile.gov.it
95
Normativa di riferimento
D.M. 14.01.2008
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Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 28 aprile 2009, n. 39, recante
interventi urgenti in favore delle popolazioni colpite dagli eventi sismici nella regione Abruzzo
nel mese di aprile 2009 e ulteriori interventi urgenti di protezione civile. (09G0088) "
pubblicata nella Gazzetta Ufficiale n. 147 del 27 giugno 2009
«Art. 1-bis. - (Misure urgenti in materia antisismica). - 1. All'articolo 20, comma 1, del
decreto-legge 31 dicembre 2007, n. 248, convertito, con modificazioni, dalla legge 28
febbraio 2008, n. 31, e successive modificazioni, al primo periodo, le parole: "30
giugno 2010" sono sostituite dalle seguenti: "30 giugno 2009" e il secondo periodo è
soppresso».
96
NORMATIVA www.protezionecivile.gov.it
DM 17 GENNAIO 2018
Aggiornamento delle «Norme Tecniche per le costruzioni»
97
Normativa di riferimento
D.M. 17.01.2018
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98
Normativa di riferimento
D.M. 17.01.2018
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99
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(http://esse1.mi.ingv.it/)
100
PERICOLOSITA’ LOCALE www.protezionecivile.gov.it
101
Azioni del sima sui terreni
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La Microzonazione Sismica
4 1
FINALITA’:
Nella pianificazione territoriale per 1 2 4
- orientare la scelta di aree per nuovi insediamenti
3
- definire gli interventi ammissibili in una data area
- programmare le indagini e i livelli di approfondimento
- stabilire orientamenti e modalità di intervento nelle aree
urbanizzate
- definire priorità di intervento.
102
Azioni del sima sui terreni
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La Microzonazione Sismica
Nella fase della ricostruzione, inoltre, gli studi di MS, possono offrire
elementi conoscitivi utili per la progettazione di opere, con differente
incisività in funzione del livello di approfondimento e delle
caratteristiche delle opere stesse, indirizzando alla scelta delle indagini di
dettaglio. 103
Azioni del sima sui terreni
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La
La Microzonazione
Microzonazione Sismica
Sismica
104
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La Microzonazione Sismica
105
Quindi lo scopo della microzonazione sismica è quello di valutare ed
individuare aree a comportamento omogeneo sotto il profilo della risposta
sismica locale e dei fenomeni cosismici. www.protezionecivile.gov.it
Microzonazione
sismica
del centro abitato di
San Giuliano di
La Microzonazione
Puglia,
emanazione degli
indirizzi per Molise e
Puglia e preparazione
delle linee guida
nazionali.
106
Carta delle MOPS www.protezionecivile.gov.it
107
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Pianificazione e progettazione
Sito 0
Sito 2
Sito 1 Sito 3
➢Microzonazione sismica
Scala locale
(pianificazione)
➢ Progettazione antisismica
Scala di manufatto
(progettazione)
108
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La scheda AeDES:
….e le problematiche geologiche e
geotecniche
109
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110
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111
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rilievo del danno e valutazione dell'agibilita"
La gestione tecnica
dell’emergenza sismica
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Direttiva del Presidente del Consiglio dei Ministri del 14 gennaio 2014 relativa al
Programma nazionale di soccorso per il rischio sismico
Pubblicata nella Gazzetta Ufficiale n. 79 del 4 aprile 2014
Obiettivi
La gestione tecnica
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1. TECNICO SCIENTIFICA-PIANIFICAZIONE
FUNZIONE 1
FUNZIONE 2
2. SANITA’,ASSITENZA SOCIALE E VETERINARIA FUNZIONE 3
FUNZIONE 4
3. MASS MEDIA E INFORMAZIONE FUNZIONE 5
FUNZIONE 6
4. VOLONTARIATO FUNZIONE 7
FUNZIONE 8
5. MATERIALI E MEZZI FUNZIONE 9
6. TRASPORTI E CIRCOLAZIONE - VIABILITA’
FUNZIONE 10
FUNZIONE 11
7. TELECOMUNICAZIONI FUNZIONE 12
FUNZIONE 13
8. SERVIZI ESSENZIALI FUNZIONE 14
9. CENSIMENTO DANNI A PERSONE E COSE
10. STRUTTURE OPERATIVE S.A.R.
11. ENTI LOCALI
12. MATERIALI PERICOLOSI
13. LOGISTICA EVACUATI - ZONE OSPITANTI
14. COORDINAMENTO CENTRI OPERATIVI
113
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Gli esiti potranno essere ulteriormente caratterizzati distinguendo la categoria dei manufatti
“ordinari” (civile abitazione, negozi, officine, …) da quelli “non ordinari” (edifici di rilevanza
storico-monumentale, di pubblico servizio, di protezione civile, caratterizzati da notevole
affollamento, ecc.).
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PIANIFICAZIONE DEI
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29
SOPRALLUOGHI SU SCHEMA TRIAGE www.protezionecivile.gov.it
a priorità invertite
Raccordo e coordinamento delle attività di valutazione del danno
e dell’agibilità con il Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco
Sopralluoghi in Fase 0
Crolli
generalizzati
Ordinanze di sgombero
Criticità gravi o non Ordinanze per «zone rosse»
evitabili
Criticità lievi o
evitabili Prioritarie per successivi
sopralluoghi in Fase I
(Triage a priorità invertite)
Senza apparenti criticità
dall’esterno
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La scheda Aedes
Sopralluogo
Schede Aedes
120
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Il rilievo del danno e rilievo del danno e valutazione dell'agibilita"
la valutazione dell’agibilità
LA SCHEDA AeDES www.protezionecivile.gov.it
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rilievo del danno e valutazione dell'agibilita"
Il rilievo del danno e
la valutazione dell’agibilità www.protezionecivile.gov.it
LA SCHEDA AeDES
Utile riferimento in merito, quindi, è rappresentato dalla pubblicazione del rilievo macrosismico
con le intensità riportate per le località interessate dal sisma, da parte degli Enti preposti.
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• 1) danni leggeri, ovvero: leggere spaccature negli intonaci con limitati distacchi degli stessi;
• possibile caduta di qualche tegola o pietra di camino;
• 2) danni moderati, ovvero: lievi lesioni nei muri, notevole caduta di intonaci e stucchi,
• mattoni e tegole; molti fumaioli vengono lesi da incrinature con fuoriuscita di pietre; camini
• si rovesciano sopra il tetto e lo danneggiano; da torri e costruzioni alte cadono decorazioni
• mal fissate;
• 3) danni gravi, tali da produrre “inabitabilità”; corrispondono a gravi lesioni nei muri, che
• al momento possono pregiudicare la stabilità degli edifici, ma che possono essere riparate;
• gli edifici sono quindi recuperabili;
• 4) distruzioni, corrispondono a gravissime lesioni nei muri a crolli parziali, tali da rendere
• non recuperabili gli edifici;
• 5) crolli, pressoché totali.
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I rilievi macrosismici
Sisma de L’aquila
Aprile 2009
Rilievo macrosismico
che consente di definire
la distribuzione dei danni
per località.
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I rilievi macrosismici
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I rilievi macrosismici
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I rilievi macrosismici
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Nella Sezione 7 sono raccolte alcune informazioni riguardanti le condizioni del terreno e
delle fondazioni, aspetti ascrivibili al cosiddetto rischio geotecnico, ma di carattere
molto qualitativo e descrittivo.
Il loro significato è da vedere più sotto l'aspetto di una constatazione di evidenza, che
come valutazione sintetica di tipo specialistico. Infatti le informazioni contemplano una
semplice osservazione sulla morfologia del sito nel quale l'edificio è collocato e la
registrazione di evidenti presenze di dissesti del terreno, distinti nella forma di versanti
incombenti o di cedimenti che interessano le fondazioni dell'edificio.
Per i dissesti del terreno si richiede di valutare se sono riconducibili in tutto o in parte
all'azione del sisma o se sono invece da ritenere conseguenza di fatti preesistenti
all'evento.
Esame
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CRESTA
PENDIO FORTE
PENDIO LEGGERO
PIANURA
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ing. Sabato Sergio
SCHEDA DI AGIBILITA’: SEZIONE 7
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136
137
Esame
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Irpinia, 1980
137
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Cedimenti di
fondazione
Movimento
fondale
Esame
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Tensione di trazione
Lesione
Deformazione
struttura
Movimento
fondale
Trazione
Effetto arco
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141
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142
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143
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144
Sisma Centro Italia
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Versanti
incombenti
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147
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Fenomeni di fratturazione
cosismica e liquefazione
Fenomeni di liquefazione
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Effetti della fratturazione cosismica e della liquefazione www.protezionecivile.gov.it
150
Emilia Romagna 2012
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da
sink hole Università Roma 3
L’Aquila 2009
153
Frane sismoindotte: esempi
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crolli
155
Frane sismoindotte: esempi
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156
Frane sismoindotte: esempi
www.protezionecivile.gov.it
157
www.protezionecivile.gov.it
La presenza di cavità sotterranee
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La presenza di cavità sotterranee www.protezionecivile.gov.it
159
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160
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Danni alle infrastrutture per effetto
del sisma de l’Aquila 2009 www.protezionecivile.gov.it
Acquedotto di Paganica
ripristinato dopo rottura Cedimento di una strada
indotta dal sisma. realizzata per il passaggio
di una condotta interrata
* Foto P. Marsan
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Condizionamento dei muri di sostegno www.protezionecivile.gov.it
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Il sisma del 6 aprile 2009 a
l’Aquila
I muri di sostegno: Il caso di Via vasche del Vento
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165
Il sisma del 6 aprile 2009 a
l’Aquila
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Il caso di Via Vasche del Vento
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Il rilievo del danno e
la valutazione dell’agibilità
casi di studio
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Il rilievo del danno e
la valutazione dell’agibilità
casi di studio
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la valutazione dell’agibilità
casi di studio
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CORSO DI FORMAZIONE SPECIALISTICA PER VALUTATORI AEDES
18 maggio 2022
«Aspetti geologici e geotecnici: implicazioni sul
comportamento delle strutture».
Relatrice:
dott.ssa geol. Lorella Salvatori
Dipartimento della Protezione Civile
Presidenza del Consiglio dei Ministri