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ALLERTA METEO, FACCIAMO CHIAREZZA

Sui social network, sempre più spesso, si leggono post di persone che prendono in giro le istituzioni che lanciano
gli allarmi meteo perché, a volte, agli occhi dei profani appaiono non necessari. In realtà gli allerta meteo non sono
mai lanciati a casaccio. Ecco perché cercheremo di fare un po’ di chiarezza su quest’argomento con l’articolo che
state leggendo. Prima di tutto bisogna dire che le parole “allerta” e “meteo”, messe una accanto all’altra, sono
sempre più che sufficienti ad attirare la massima attenzione nei lettori dei giornali e negli utenti radiotelevisivi,
quando sono pronunciate dagli speaker dei radio e telegiornali. Vista la confusione che spesso si fa su questi
termini, però, è essenziale comprendere che essi non sono utilizzati con leggerezza da parte delle istituzioni
deputate a “usarli”. Il rischio, in caso contrario, sarebbe quello che nessuno più prenderebbe sul serio le vere
“allerte meteo” che anche ad Aversa e nell’agro aversano purtroppo non mancano. Si parla di “allerta meteo”
quando un’istituzione (protezione Civile, Comune, Regione, Provincia Autonoma ecc.) emette un comunicato
ufficiale in tal senso perché ritiene necessario preavvisare la popolazione sui possibili rischi connessi a eventi
meteo estremi. A differenza di quanto pensano i profani non si tratta di una”attenzione, forse domani pioverà”, ma
di un avviso lanciato dopo aver bene ponderato tutte le possibili varianti di pericolo per la cittadinanza. Gli allerta
meteo devono essere considerati sempre con la massima serietà. Per chi volesse informarsi costantemente su questi
allarmi, diciamo che nel nostro paese ci sono dei siti autorizzati che pubblicano una mappa geografica dell’Italia in
cui si possono vedere e valutare per la loro pericolosità tutti i fenomeni temporaleschi con le relative informazioni
utili per prevenirne gli “effetti indesiderati”. Su queste cartine, ben visibili, ci sono le varie tonalità di colore che
servono a stabilire le zone in cui sono probabili i fenomeni atmosferici che potrebbero creare danni a persone e
cose come uragani, tempeste di grandine, bufere di vento, nevicate intense ecc. In questi siti troverete anche
specificate le zone in cui si prevedono temperature estreme o ghiaccio che rende sdrucciolevoli strade e autostrade.
Di questi “avvisi” alla popolazione ne esistono due tipi: preallerte e allarmi. Si parla di “preallerta” quando è
necessario emettere un avviso due giorni prima dell’evento. Si usano i comunicati di “preallerta” quando i
fenomeni climatici estremi sono molto probabili, ma non certi. In questo caso sono probabili variazioni nel grado
d’intensità, nella traiettoria seguita dal fronte temporalesco e nella possibile durata. Si parla, invece, di vero e
proprio allarme quando il tempo di rilascio dell’avviso è più ridotto rispetto al primo e quando riguarda eventi
ritenuti molto probabili o quasi certi. Di “allerta meteo” ne esistono quattro. Ognuno rappresenta un livello di
pericolosità. Il livello di criticità dei fenomeni atmosferici è rappresentato attraverso l’utilizzo di quattro colori
diversi. Il colore verde rappresenta l’assenza di eventuali criticità. Con il colore giallo s’indica una criticità
“ordinaria”. L’arancione è usato quando si ritiene la criticità “moderata”. Infine il colore rosso si usa nei casi di
elevata criticità. Vogliamo precisare che gli allerta possono anche non riguardare i pericoli legati ai fenomeni
atmosferici. Si emettono “allerta” anche quando sono i fiumi e i corsi d’acqua in generale a rappresentare un
pericolo (esondazioni, possibili piene ecc.). Il livello di allerta arancione è uno di quelli più “discussi” sui social.
La scorsa domenica 3 novembre facebook e twitter sono stati inondati da post di aversani che “sfottevano”
l’amministrazione comunale per aver lanciato un allarme arancione con un cielo terso, senza neanche l’ombra di
una nuvola. A metà mattinata, però, gli “sfottitori” si sono dovuti ricredere perché un violentissimo temporale ha
creato i soliti danni e problemi che tutti noi già ben conosciamo. Il livello di allerta meteo arancione è quello più
passibile di “sfottò” proprio per la sua caratteristica intrinseca di avviso di un evento di moderata criticità. Di solito
a diramare questo tipo di avviso e quelli concernenti gli altri colori è la Protezione Civile. Può anche riguardare il
pericolo di distacco di piccole frane, “colate” di fango, cadute di massi, corsi d’acqua che potrebbero esondare,
rotture di argini di fiumi e torrenti, pericoloso “tappo” di detriti sotto le arcate dei ponti stradali e ferroviari. In
seguito a questo tipo di fenomeni si possono valutare danni sia a singole case sia a interi centri abitati. Questi
allerta comunque non devono mai essere sottovalutati. La tipologia di rischi e la durata dei fenomeni riguardanti
gli “allerta arancione” possono essere molto diversi da caso a caso. Possono esserci  danni anche gravi ad argini di
un fiume, alle attività agricole nei campi confinanti con il corso d’acqua, ai cantieri stradali o agli insediamenti
industriali ecc. Quando c’è un allerta meteo arancione, di solito, sono previste interruzioni delle strade che
“potrebbero” mettere a rischio vite umane. La Protezione Civile è l’organo primario deputato a lanciare gli allerta.
Gestisce il sistema di allerta sul territorio nazionale coordinandosi con le varie Regioni attraverso una rete definita
“Centri Funzionali” e “Centri di Competenza”. Le previsioni sulle quali si emettono gli allarmi sono di solito
quelle delle 24-48 ore precedenti il possibile fenomeno. Le criticità sono segnalate in modo tale da evitare pericoli
senza, però, costringere la popolazione a vivere in un continuo stato di emergenza. Tra i provvedimenti che,
normalmente, si prendono per evitare possibili danni e vittime del maltempo, c’è la chiusura delle scuole. Questo
provvedimento serve oltre ad evitare rischi agli alunni, personale dipendente e docente anche per evitare
fibrillazioni nei genitori che accorrerebbero in massa al primo accenno di temporale non previsto. Quando ci sono
gli allerta meteo vanno rispettate le prescrizioni della Protezione Civile. Se ci viene sconsigliato di muoverci da
casa o di utilizzare una certa strada è meglio starla a sentire.

UGO PERSICE PISANTI

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