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COMENALE PINTO
ASSICURAZIONI
E RESPONSABILITÀ EXTRACONTRATTUALE
NELLA NAVIGAZIONE AEREA
______________________________
Estratto da:
RIVISTA
DEL
DIRITTO DELLA NAVIGAZIONE
2016 – Numero 2
ISSN 0035-5895
Aracne
[…]
Scritto sottoposto a doppio referaggio anonimo – This writing has been submitted to double blind peer review
ASSICURAZIONI
E RESPONSABILITÀ EXTRACONTRATTUALE
NELLA NAVIGAZIONE AEREA
(1) Soprattutto questo costituisce un istituto di indubbio interesse anche per rifles-
sioni rispetto alle categorie generali: cfr. le considerazioni di E. FANARA, Le assicurazioni del
ramo trasporti: banco di prova per l‟affermazione dell‟autonomia del diritto dei trasporti, in Studi in onore
di Gustavo Romanelli, Milano, 1997, 499; nella letteratura recente, conf. A. ANTONINI,
L‟assicurazione della responsabilità per i danni a terzi sulla superficie e per i danni da urto, in Nuovi
profili di responsabilità e di assicurazione nel diritto aeronautico, a cura di L. Tullio, Napoli, 2009,
293, ivi, 296 s., che richiama il carattere pionieristico della disciplina considerata.
(2) V. da ultimo, in generale, anche per ulteriori riferimenti M. M. COMENALE
PINTO, La responsabilità per i danni da urto fra aeromobili, in Nuovi profili di responsabilità e di
assicurazione nel diritto aeronautico, cit., 129.
(3) V. da ultimo B. BAGO ORIA, La lógica económica del seguro aéreo, in Cuestiones
actuales del derecho aéreo, a cura di M. J. Guerrero Lebrón, Madrid, 2012, 305, ivi, 309 ss. Si
può convenire con S. FERRARINI, Assicurazione e responsabilità nel campo della navigazione, in
Riv. dir. comm., 1971, I, 250, quando sottolinea che «Il costo del rischio chiama sponta-
neamente in gioco l‟assicurazione, che viene così, in ultima analisi, a porsi come condi-
zione di ogni sistema di responsabilità per rischio, che deve risultare concretamente as-
sicurabile e ad un prezzo economico». La previsione dell‟obbligatorietà dell‟assicura-
zione è intimamente connessa ai criteri di imputazione dell‟obbligazione risarcitoria a
cui si riferiscono, con la coincidenza fra assicurato e soggetto responsabile (con riferi-
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(6) Cfr. A. GIANNINI, La convenzione di Roma (1933) sulla responsabilità pei danni cau-
sati ai terzi dagli aeromobili, in Studi di diritto aeronautico, IV, 1933, 44, ora in Nuovi saggi di
diritto aeronautico, I, Milano, 1940, 137.
(7) Cfr. G. W. BALL, Compulsory Airplane Insurance, in J. Air Law Comm., 4, 1933,
52. Il quadro è profondamente mutato nel giro di qualche lustro. Poteva scrivere G.
VAGO, Assicurazioni aeree, in Foro pad., 1965, III, 26: «La sicurezza del mezzo di trasporto
aereo è giunta ormai a tale grado che la frequenza dei sinistri è minima e lo scarso in-
combere del rischio pone ora l‟aeromobile tra i mezzi di locomozione più sicuri».
(8) R. BLUM, Les assurances aériennes, Paris, 1930, 337.
(9) Il tema era stato dibattuto nel corso del VII congresso di legislazione aerea di
Lione del 1925, con una proposta favorevole all‟adozione di un regime di assicurazione
obbligatoria, formulata da Georges Ripert, autorevole relatore sul punto, che venne tut-
tavia respinta a forte maggioranza: cfr. R. BLUM, Les assurances aériennes, cit., 337. Per una
ricostruzione dei lavori dedicati alle assicurazioni, nell‟ambito dell‟attività di codifi-
cazione del diritto aeronautico, cfr. in particolare A. GIANNINI, Il movimento internazionale
per la disciplina giuridica delle assicurazioni aeronautiche, in Assic., 1934, I, 453.
(10) Significativa dei timori al riguardo appare la predizione: «l‟assicurazione ob-
bligatoria prevista dalla convenzione di Roma produrrà un aumento del costo medio di
esercizio, contrariamente allo sforzo a cui tendono faticosamente sia tutte le compagnie
sia gli Stati sovvenzionanti» (A. CROCCO, Le conseguenze economiche della convenzione di Roma
sulla responsabilità verso i terzi alla superficie, in Riv. dir. aer., 1933, 48, ivi, 50).
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A seguito della riforma della parte aeronautica del codice della na-
vigazione del 2005/2006 (18), l‟impianto normativo della copertura assi-
curativa per danni a terzi in superficie e per urto del codice della navi-
gazione è rimasto sostanzialmente invariato rispetto a quello originario
(19), salvo qualche adattamento, su cui si avrà modo di tornare nel prosie-
guo (20).
A livello di diritto uniforme la questione è stata presa in considera-
zione nell‟ambito della disciplina dei danni a terzi in superficie ( 21), chia-
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(18) Riforma recata dal d. lgs. 9 maggio 2005 n. 96 e dal d. lgs. 15 marzo 2006 n.
151, adottati a norma dell‟art. 2 della l. 9 novembre 2004 n. 265. V. amplius, sub § 8.
(19) Cfr. S. VERNIZZI, Brevi note sul nuovo assetto delle assicurazioni aeronautiche a seguito
dei decreti legista nn. 96/2005 e 151/2006, in Resp. civ. prev., 2006, 1946, ivi, 1953; G.
MASTRANDREA, L. TULLIO, Il compimento della revisione della parte aeronautica del codice della
navigazione, in Dir. maritt., 2006, 699, ivi, 734.
(20) Tale disciplina si inserisce in un contesto di disciplina delle assicurazioni
contro i rischi della navigazione marittima ed aerea in cui permane il rinvio, per quanto
non disposto, e con le specifiche eccezioni di cui all‟art. 1021 c. nav., alle disposizioni
dettate nella parte I dello stesso codice, al di là dell‟applicabilità le previsioni in tema di
assicurazione del codice civile, ai sensi dell‟art. 1885 c.c. (cfr. A. GIANNINI, Sulle assicu-
razioni aeronautiche, in Assic., 1952, I, 210, ivi, 218; peraltro, queste ultime sarebbero ap-
plicabili in deroga dei criteri stabiliti dall‟art. 1 c. nav., proprio in virtù dell‟art. 1885 c.c.:
cfr. Cass. 18 settembre 1961, n. 2033, in questa Rivista, 1963, II, 167, con nota sul punto
conforme di G. RICCARDELLI, Nave navigabile e «certi[fi]cato di navigabilità», ivi, 168, non-
ché in Foro it., 1962, I, 322, con nota di R. A. CAPOTOSTI, Alcune questioni in tema di assi-
curazione marittima corpi di nave, e di A. TORRENTE, A proposito di massime inesatte, ivi, 1983);
conf. Cass. 21 luglio 1962, n. 1989, in questa Rivista, 1962, II, 86. Ma, in proposito, si è
affermato che si sarebbe trattato di una «unificazione […] soltanto formale», tenuto
conto che le assicurazioni aeronautiche sarebbero sorte e si sarebbero strutturate come
«assicurazioni di responsabilità obbligatoria, secondo la regolamentazione internazio-
nale della responsabilità aerea, tipica della materia» (G. VAGO, Assicurazioni aeree, cit.,
30). D‟altronde, agli albori dell‟aviazione civile, nel già menzionato Congresso di Ve-
rona del 1910, si pervenne alla conclusione, sintetizzata da Vittorio Scialoja, che in
campo aeronautico, a quello che era allora lo stato di evoluzione della materia, non fos-
se ipotizzabile l‟applicazione né diretta né per analogia della disciplina delle assicura-
zioni marittime: cfr. 1° Congresso giuridico internazionale per il regolamento della locomozione ae-
rea, 31 maggio, 1-2 giugno 1910. Atti e relazioni, cit., 197; v. anche la sintesi di S. CACO-
PARDO, Evoluzione del pensiero giuridico internazionale in tema di assicurazione aeronautica, in As-
sic., 1940, I, 426, ivi, 429.
(21) Fin dai primi anni trenta del secolo scorso era stata affermata l‟opportunità
di pervenire ad un regime di diritto uniforme per i danni a terzi in superficie, con
l‟adozione di un meccanismo di imputazione oggettiva che, sia pure con divergenze si-
gnificative per quanto concerneva le cause di esclusione e dell‟estensione quantitativa,
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era comune a tutte le legislazioni aeronautiche dell‟epoca, con la sola significativa ecce-
zione dell‟allora vigente legge aeronautica italiana del 1923 (cfr. R. BLUM, Les assurances
aériennes, cit., 331; l‟affermazione della necessità del principio della responsabilità per
colpa in campo aeronautico è rimasta prevalente anche nella letteratura italiana dell‟epo-
ca: v., in senso adesivo, F. PEZZELLA, La responsabilità del proprietario di veicoli negli infortuni
della strada e dell‟aria, Milano, 1935, 210 ss.). Ricordava S. FERRARINI, Sulla disciplina delle
assicurazioni aeronautiche, cit., 616, «la tendenza del diritto aeronautico verso un‟elabo-
razione di principii e regole uniformi trova nel campo delle assicurazioni una viva e più
naturale spinta per le esigenze tecniche di ampliare il numero dei rischi, troppo esiguo,
se limitato ad un solo paese; di facilitare la riassicurazione; di consentire ai consorzi o
pools, che esercitano queste assicurazioni, di comunicarsi informazioni e dati statistici,
necessari per una migliore gestione dei rischi». In realtà, non si è pervenuti ad una disci-
plina uniforme sulle assicurazioni in generale e, come si avrà modo di vedere, queste
esigenze non hanno trovato soddisfazione che in parte, anche per quanto riguarda, nel-
lo specifico, la copertura dei rischi legati ai danni a terzi in superficie. Nondimeno, le
convenzioni internazionali in tema di danni a terzi in superficie hanno avuto un succes-
so di ratifiche piuttosto limitato rispetto a quello di altri strumenti di diritto uniforme in
campo aeronautico, con resistenze verso l‟uniformazione particolarmente spiccate pro-
prio in ragione delle riserve sulle previsioni in tema di assicurazione, tanto che la con-
venzione del 1952, come avrà modo di dirsi, facendo un passo indietro rispetto a quella
del 1933, si limitò ad introdurre disposizioni per il caso che lo Stato sorvolato avesse
previsto un regime di copertura obbligatoria del rischio.
(22) Preso atto che l‟esercizio dell‟aeromobile sia una «attività lecita ancorché inconte-
stabilmente idonea a creare un continuo pericolo per i terzi in superficie» (G. ROMANELLI, I
danni da aeromobile sulla superficie, Milano, 1970, 22), si è individuato in ciò il presupposto del
relativo regime di responsabilità, che prescinde dall‟illecito (G. ROMANELLI, I danni da aero-
mobile sulla superficie, cit., 44 ss.). Va incidentalmente ricordato come fra le ragioni addotte a
supporto della tesi contraria all‟introduzione di regimi di responsabilità aggravata per l‟attività
aeronautica si era evocata anche la minor pericolosità che già all‟epoca l‟avrebbe caratterizza-
ta rispetto «ai pericoli generati da tutti gli altri mezzi di trasporto terrestri» (così: A.
BRUNETTI, Lineamenti d‟una legislazione sulla proprietà dei veicoli aerei, cit., 54).
(23) Tenuto conto, fra l‟altro, come è stato efficacemente puntualizzato (v. C. SA-
VOIA, L‟aviazione civile. Questioni giuridiche di attualità, Milano, 1958, 109 s.), che «l‟aeromobile
non ha vie sulle quali debba a somiglianza dei veicoli terrestri obbligatoriamente correre, e
quindi con possibilità per il pubblico di agevolmente guardarsene, non ha come la nave un
campo speciale di movimento, nel quale l‟eventuale accidente di solito non è suscettibile
di arrecare danno ad altri; l‟aeromobile ha invece a sua disposizione tutte e tre le dimen-
sioni dello spazio, vola su tutto e la sua eventuale caduta può danneggiare anche il pacifico
cittadino intento al suo lavoro o raccolto al focolare domestico». E vale il rilievo che «i
terzi estranei all‟esercizio del volo non hanno modo e possibilità di evitare gli incombenti
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danni o di prevenirli, a parte la difficoltà di provare la colpa dell‟autore del danno», da cui
discende la necessità che sia «imperante l‟esigenza giuridica e sociale che il pregiudizio ar-
recato da un aeromobile a persone e cose alla superficie debba essere risarcito in ogni ca-
so» (in tali termini: S. MARINO, Aspetti e problemi delle assicurazioni aeronautiche, II, cit., 272).
(24) Peraltro, a favore dell‟adozione di un regime di responsabilità oggettiva mili-
tava anche la considerazione delle difficoltà a soddisfare l‟onere della prova che sarebbe
ricaduto sulla vittima di tali categorie di incidenti circa la colpa dell‟esercente: cfr. R.
BLUM, Les assurances aériennes, cit., 319, richiamando le conclusioni cui era pervenuta la
giurisprudenza francese di legittimità, circa l‟applicabilità dell‟art. 1384 c.c. francese, e
l‟esclusione della necessità per la vittima di incidente automobilistico di dare la prova
della colpa del conducente (se la difficoltà di prova per la vittima andava riconosciuta
rispetto ad incidenti che si verificano su vie frequentate, arguiva l‟autore in questione
che, a fortiori, avrebbe dovuto essere riconosciuta rispetto alle circostanze di tempo e di
luogo in cui si verificano gli incidenti aerei).
(25) Contro la paventata introduzione di un siffatto regime di imputazione della
responsabilità, chiosava A. BRUNETTI, Lineamenti d‟una legislazione sulla proprietà dei veicoli
aerei, cit., 53: «I nostri tempi non sono così maturi da consentire una innovazione tanto
radicale e da abbandonare le tradizioni di un pensiero giuridico secolare». Ed aggiun-
geva «Quando la legge cautamente disponga con garanzie non formali, per la costru-
zione, la conduzione, le partenze e via dicendo, disciplinando le patenti di costruzione e
di abilitazione al trasporto, non vi sarebbe ragione plausibile nemmeno per adottare il
criterio intermedio della presunzione di colpa e della conseguente inversione dell‟onere
della prova» (ivi, 53 s.).
(26) Va puntualizzato che resta sempre attuale il rilievo dell‟inesistenza di una no-
zione univoca di «responsabilità oggettiva» e dell‟impiego della relativa formula come
sintesi verbale di ipotesi in cui l‟obbligazione risarcitoria viene imputata in base ad un
criterio diverso dalla colpa, previsto nell‟art. 2043 c.c. (per i riferimenti si rinvia a M. M.
COMENALE PINTO, La responsabilità per inquinamento da idrocarburi nel sistema della C.L.C.
1969, Padova, 1993, 58 ss.).
(27) V. per tutti G. ROMANELLI, I danni da aeromobile sulla superficie, cit., spec. 57 ss.
Riteneva, però, E. FANARA, Le assicurazioni aeronautiche, I, Reggio Calabria, 1976, 47, che
non sarebbe stato possibile, neanche de jure condendo, ipotizzare una progressiva trasla-
zione dell‟assicurazione sulla responsabilità. Nondimeno, la dottrina da ultimo richia-
mata (op. loc. cit.) dava atto della tendenza «a surrogare le obbligazioni legali di risarci-
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niera, si può rilevare che è vero anche l‟inverso (28). In effetti, i danni a
terzi in superficie, con il loro regime assicurativo, hanno costituito un
campo privilegiato per la verifica delle dottrine sull‟evoluzione della re-
sponsabilità civile, che postulavano la necessità di spostare l‟attenzione
dalla posizione del soggetto su cui veniva imputata l‟obbligazione risar-
citoria a quella del danneggiato (29).
Il contratto di assicurazione assunto dalla legge come garanzia del
risarcimento del danno subito da un terzo ed accompagnato dalla previ-
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mento del danno attraverso il meccanismo dell‟assicurazione, che svolge una funzione
indennitaria non solo quando è contratta in forza di un espresso obbligo di legge, ma
anche quando essa abbia origine da una libera determinazione dell‟assicurato». D‟altra
parte non erano mancate in passato proposte (provenienti dal ceto degli assicuratori) di
prevedere, piuttosto che un‟assicurazione obbligatoria di responsabilità delle imprese di
navigazione aerea, un obbligo generalizzato di copertura assicurativa gravante su tutti i
cittadini imposto dagli Stati, rispetto al rischio di danno derivanti dalla circolazione degli
aeromobili; da un lato, non si sarebbero gravate le imprese di navigazione aerea e,
dall‟altro, la base molto ampia degli assicurati avrebbe consentito di contenere i costi:
cfr. A. CROCCO, Le conseguenze economiche della convenzione di Roma sulla responsabilità verso i
terzi alla superficie, cit., 51, sub nt. 1.
(28) È stato anche affermato che la copertura assicurativa avrebbe avuto la fun-
zione di rendere più sopportabile per l‟esercente l‟assoggettamento ad un regime di re-
sponsabilità oggettiva, piuttosto che per colpa: v. in tal senso, anche per richiami, G.
VAGO, Responsabilità senza colpa del danno a terzi ad opera di aeromobile, in Resp. civ. prev.,
1962, 125, ivi, 128.
(29) Si fa riferimento a quella revisione critica delle problematiche della responsabi-
lità civile (per cui, nella dottrina civilistica italiana, ex plurimis: S. RODOTÀ, Il problema della
responsabilità civile, Milano, 1964 e R. SCOGNAMIGLIO, Responsabilità civile, in Nss. dig. it., XV,
Torino, 1968, 628), nell‟ottica sintetizzata nella felice formula «de la responsabilité à la répara-
tion» (per cui, v. G. RIPERT, Le régime démocratique et le droit civil moderne, Paris, 1948, 303 ss.;
cfr. L. JOSSERAND, L‟évolution de la responsabilité, in Evolution et actualités, Paris, 1936, 49; Y.
LAMBERT-FAIVRE, L‟évolution de la responsabilité civile d‟une dette de responsabilité à une creance
d‟indemnisation, in Rev. trim. dr. civ., 1987, 5). Per la verifica di tale impostazione nell‟ambito
del diritto della navigazione, con riferimento allo specifico istituto dei danni a terzi sulla
superficie, ed alla collocazione fra le responsabilità per atto lecito: G. ROMANELLI, I danni
da aeromobile sulla superficie, cit., 6 ss. È stato però puntualizzato come il fine della copertura
assicurativa obbligatoria in questione non possa essere circoscritto alla semplice tutela del-
la potenziale vittima, svolgendo anche il ruolo di ausilio alla scelta della compagnia aerea
di operare razionalmente sul mercato e di favorire lo svolgimento normale dell‟attività ae-
ronautica (e ciò varrebbe in particolare rispetto alle coperture di rischi e terrorismo, impo-
ste dalla disciplina Ue, senza alcun collegamento con una responsabilità a carico del sog-
getto chiamato a munirsi della copertura): cfr. B. BAGO ORIA, La lógica económica del seguro
aéreo, in Cuestiones actuales del derecho aéreo, cit., 305, ivi, 319.
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sione, dettata nel nostro ordinamento dall‟art. 1015 c. nav., di una «azione
diretta» (30) diviene in qualche misura esso stesso un criterio di imputazio-
ne dell‟obbligazione risarcitoria (31). Il rilievo trova una conferma signi-
ficativa nell‟affermazione dell‟inopponibilità al terzo danneggiato, da parte
dell‟assicuratore, ai sensi dell‟art. 1015 c. nav., comma 2 ss., delle eccezioni
che potrebbe invece opporre all‟assicurato (32), comprese quelle relative
alla delimitazione del rischio, ex art. 1012 c. nav. (33); tuttavia, non viene
esclusa l‟azione contro l‟esercente responsabile in quanto tale (34). Alla
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volta determinata, assume l‟obbligo di pagare il premio, il che determina un rapporto contrattuale di-
retto con l‟assicuratore» (F. ROCCO DI TORREPADULA, L‟assicurazione marittima ed aeronautica nel
diritto interno ed internazionale, Napoli, 1935, 34; il corsivo è originale).
(40) S. MARINO, Aspetti e problemi delle assicurazioni aeronautiche, II, cit., 275.
(41) Cfr. M. V. PETIT LAVALL, La reciente regulación internacional del abordaje aéreo en el
Convenio sobre riesgos generales, in Dir. trasp., 2009, 707.
(42) Si allude a Tar Sardegna 21 gennaio 2015, n. 198, confermato da Cons. St. 11
dicembre 2015, n. 5662, che hanno affermato l‟applicabilità della disciplina, dettata dal-
l‟art. 17 del d. lgs. 5 febbraio 1997 n. 22, dell‟obbligo di rimozione di rifiuti, conside-
rando tale il relitto di un aeromobile, per di più con riferimento ad un sinistro verifica-
tosi vari anni prima dell‟entrata in vigore della normativa applicata (si trattava dell‟in-
cidente di Capoterra del 14 settembre 1979). Entrambe le decisioni sono pubblicate in
questa Rivista, 2015, rispettivamente, 859 e 860, con nota perplessa di L. ERBA, Il relitto
aereo quale rifiuto, ivi, 869, che segnala (ivi, 883) i punti di contatto della giurisprudenza in
questione con la pronunzia resa da C. giust. Ce 24 giugno 2008, causa C-188/07 (in Dir.
trasp., 2009, 134 ss., con nota di F. PELLEGRINO, La Corte di giustizia europea si pronuncia
sul caso Erika), in cui pure si è ritenuto il proprietario della nave tenuto al pagamento dei
costi di rimozione dei rifiuti risultanti dalle operazioni antinquinanti, oltre quanto già gli
era stato imputato in base al regime della responsabilità derivante dalla pur applicabile
convenzione di Bruxelles del 29 novembre 1969 e relativi emendamenti.
(43) Le azioni che non siano proposte entro i sei mesi dall‟incidente che ha cagio-
nato il danno, ai sensi dell‟art. 19 della convenzione del 1952, portano l‟attore a concor-
rere, soltanto su quanto residui rispetto alla somma-limite, dopo che siano stati soddi-
sfatti i creditori che abbiano, viceversa, proposto tempestivamente azione nel suddetto
termine (sulla ratio della previsione, v. N. MATEESCO MATTE, Treatise on Air-Aeronautical
Law, Montreal, Toronto, 1981, 529). Il termine (prescrizionale) per l‟esercizio dell‟azio-
ne, ai sensi dell‟art. 21, § 1, della convenzione di Roma del 1952, è fissato in due anni
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in Trattato breve di diritto marittimo, a cura di A. Antonini, III, Milano, 2010, 89).
(46) In particolare, nella convenzione del 1933, all‟affermazione dell‟obbligo di co-
pertura assicurativa, di cui all‟art. 12, § 1, segue la previsione del § 2 dello stesso articolo,
che consente alle legislazioni nazionali di sostituire in tutto o in parte alla copertura assicu-
rativa o il deposito di una somma di danaro presso una cassa pubblica o una banca auto-
rizzata nel territorio dello Stato di immatricolazione dell‟aeromobile (lett. a)), oppure una
garanzia prestata da una banca autorizzata, nel territorio dello Stato di immatricolazione
(lett. b)). Si era ipotizzato che tali strumenti potessero dimostrarsi economicamente più
convenienti, rispetto all‟assicurazione, in particolare per le compagnie aeree dotate di flot-
te particolarmente numerose: cfr. A. KAFTAL, La Convention de Rome du 29 mai 1933 pour
l‟unification de certaines règles relatives aux dommages causés par les aéronefs aux tiers à la surface et les
législations nationales, cit., 123. Secondo M. GRIGOLI, Responsabilità per danni a terzi sulla superfi-
cie, in Nss. dig. it., XV, Torino, 1968, nonché in questa Rivista, 1968, I, 195 (a cui si fa rife-
rimento per la citazione), ivi, 198, almeno formalmente sarebbe stata preferita la garanzia
assicurativa, «essendo gli altri sistemi previsti [soltanto] in via sussidiaria». La possibilità di
prevedere garanzie alternative all‟assicurazione è evocata anche nell‟art. 15 della conven-
zione di Roma (per gli Stati che intendano imporre l‟obbligatorietà): cfr. M. DE JUGLART,
La Convention de Rome du 7 octobre 1952, Paris, 1956, 139. Sul minor livello di tutela che sa-
rebbe offerta al danneggiato da tali tipologie di garanzia, v. A. BAUZÁ ARAÚJO, Derechos de
los terceros de la superficie en relación con las aeronaves convencionales a reacción supersónicas e ingenios
espaciales, Montevideo, 1963, 13 s. Per un più recente studio sulle possibili garanzie finan-
ziarie alternative all‟assicurazione, sia pure con riferimento alla disciplina comunitaria in
materia di responsabilità ambientale, v. H. BOCKEN, Alternative Financial Guarantees under the
ELD, in EELR, June 2009, 146.
(47) Su cui si rinvia a A. GIANNINI, L‟assicurazione pei danni ai terzi secondo il proto-
collo di Bruxelles del 1938, in Assic., 1938, I, 321, ora in Nuovi saggi di diritto aeronautico, I,
cit., 233, nonché a S. CACOPARDO, Evoluzione del pensiero giuridico internazionale in tema di
assicurazione aeronautica, in Assic., 1940, I, 426; R. MONACO, Les assurances en droit interna-
tional, in Recueil des cours, 1960, III, 389, ivi, 410; G. RIPERT, L‟assurance obligatoire des aéro-
nefs et la conférence diplomatique de Bruxelles de 1938, in Rev. gén. ass. terr., 1938, 917; N.
MATEESCO MATTE, Treatise on Air-Aeronautical Law, cit., 511.
(48) V. in tal senso R. GRAVELIN, La nouvelle Convention de Rome et l‟assurance, in
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Rev. gén. ass. terr., 1953, 109; J. BONET CORREA, La responsabilidad en el derecho aéreo, cit.,
157. Peraltro tutto si inseriva nel profondo mutamento della realtà dell‟aviazione civile
del secondo dopoguerra, con il ridimensionamento del rilievo degli Stati europei e la
dilatazione del ruolo statunitense: cfr. R. MONACO, Problemi attuali della responsabilità per i
danni causati ai terzi dagli aeromobili, in questa Rivista, 1950, I, 302, ivi, 303 s.
(49) Cfr. D. STANESCO, La responsabilité dans la navigation aérienne. Dommages causés
aux tiers à la surface, Paris, 1951, 44; M. DE JUGLART, La Convention de Rome du 7 octobre
1952, cit., 112; E. FANARA, Le assicurazioni aeronautiche, I, cit., 629 ss.
(50) Con riferimento alla convenzione del 1952, in rapporto a quella del 1933,
l‟abbandono del regime di obbligatorietà dell‟assicurazione è stato indicato come «un
regresso di fronte alle tendenze che nella prassi e nella dottrina si manifestano in favore
di una garanzia che attenga all‟attività dell‟aeromobile nelle varie direzioni in cui si espli-
ca» (R. MONACO, Una nuova convenzione sulla responsabilità per i danni causati ai terzi dagli ae-
romobili, in Scritti giuridici in onore di Antonio Scialoja per il suo XLV anno d‟insegnamento, I,
Diritto della navigazione, Bologna, 1952, 1675, ivi, 175).
(51) La formula dell‟art. 15, § 4, della convenzione di Roma del 7 ottobre 1952,
per l‟eventuale «security» richiesta dallo Stato sorvolato, è ispirata a quella dell‟art. 12, §
1, della convenzione del 1933, con soluzione analoga a quella che in precedenza era sta-
ta adottata in Italia nell‟art. 267 del regolamento per la navigazione aerea, di cui al r.d.
11 gennaio 1925 n. 356 (cfr. A. CROCCO, Le conseguenze economiche della convenzione di Roma
sulla responsabilità verso i terzi alla superficie, cit., 48 s. P. COGLIOLO, S. CACOPARDO, Manu-
ale di diritto aeronautico, cit., 332, al riguardo di tale previsione, annotavano che «esso arti-
colo non rientrerebbe neppure nel Capo delle assicurazioni aeronautiche, in quanto la
sua larga formulazione non circoscrive la garanzia richiesta alla sola forma assicurativa,
ma ne ammette ogni altra possibile: per es. la garanzia bancaria»). La differenza è data,
però, dal fatto che la garanzia non è richiesta per tutti gli aeromobili degli Stati contra-
enti, ma può essere imposta dallo Stato sorvolato: cfr. N. MATEESCO MATTE, Treatise on
Air-Aeronautical Law, cit., 524. Incidentalmente, è da ricordare come previsioni
dell‟obbligatorietà della copertura assicurativa dei danni conseguenti al sorvolo erano
contenute, su basi di reciprocità, in vari accordi bilaterali antecedenti alla seconda guerra
mondiale, a partire da quello fra Danimarca e Norvegia del 1921 (cfr. H. MATOUK, Les
assurances aériennes, Paris, 1971, 24).
515
RIVISTA DEL DIRITTO DELLA NAVIGAZIONE 2016
goli Stati della libertà di attraversare il proprio spazio aereo e/o di utiliz-
zare i propri aeroporti alla stipulazione di un‟adeguata copertura assicu-
rativa od altra idonea garanzia equivalente, ed alla presenza di una certifi-
cazione al riguardo (art. 15). Del resto, tale soluzione è coerente con
quanto previsto dalla convenzione di Chicago circa la necessità di ade-
guarsi alle regole di circolazione dello Stato di cui viene attraversato lo
spazio aereo (52). La convenzione di Roma del 1952 ha ottenuto un suc-
cesso di ratifiche soltanto relativo (53); nondimeno, fra gli Stati che
l‟hanno ratificata e per cui è in vigore si annovera anche l‟Italia (54).
Il regime dell‟obbligo assicurativo e/o di garanzia eventualmente
imposto da ciascuno degli Stati parte, in base al testo originario, era ap-
parso eccessivamente complesso. Ad una semplificazione si è provve-
duto con il successivo protocollo di Montreal del 23 settembre 1978 (55),
nell‟ambito di una serie di emendamenti, che toccano anche altri aspetti
della convenzione di Roma (56), fra cui il campo di applicazione, opportu-
____________
(52) Annotava M. DE JUGLART, La Convention de Rome du 7 octobre 1952, cit., 126: «il
ne s‟agit pas aujourd‟hui de sanctionner l‟exploitant sans garantie par une responsabilité illimitée, mais
tout simplement de permettre à l‟Etat survolé d‟obtenir, dans le plein exercice de sa souveraineté, la légitime
protection à laquelle il a droit sans qu‟il puisse abuser toutefois des contraintes dont il dispose».
(53) Fra le ragioni del relativo insuccesso, secondo alcuni, sarebbe da annoverare
anche la mancata adozione di un regime di copertura assicurativa obbligatoria: cfr. T.
BALLARINO, S. BUSTI, Diritto aeronautico e spaziale, Milano, 1988, 319.
(54) L‟autorizzazione alla ratifica per l‟Italia deriva dalla l. 2 marzo 1963 n. 674.
L‟entrata in vigore internazionale risale al 4 febbraio 1958; per l‟Italia, l‟8 gennaio 1964,
a seguito del deposito dello strumento di ratifica del 10 ottobre 1963.
(55) Cfr. G. F. FITZGERALD, The Protocol to Amend the Convention on Damage caused
by Foreign Aircraft to Third Parties on the Surface (Rome 1952), in Annals Air & Space Law,
1979, 29, ivi, 55 ss.; N. MATEESCO MATTE, Treatise on Air-Aeronautical Law, cit., 537 s.
(56) In particolare, con l‟adozione di nuovi e più elevati limiti risarcitori, peraltro
quantificati in diritti speciali di prelievo. Sotto quest‟ultimo profilo, il protocollo di Mon-
treal si inserisce nell‟ambito delle misure adottate a seguito della sospensione della conver-
sione dell‟oro in dollari degli Stati Uniti d‟America, decisa dall‟amministrazione Nixon, e
dell‟affermazione di un mercato libero dell‟oro: v., con riferimento specifico alla commi-
surazione dei valori delle limitazioni nelle convenzioni di diritto uniforme in campo marit-
timo ed aeronautico: A. TOBOLEWSKI, Monetary Limitation of Liability in Air Law, Montreal,
1986, 166; G. GUILLAUME, L‟évolution du systeme monétaire international et l‟application des Con-
vention de Varsovie et de Rome, in Rev. fr. dr. aér., 1975, 137, ivi, 129 ss.; P. LATRON, Problèmes
actuels posés par l‟utilisation dans les conventions internationales d‟une monnaie or et des droits de tirage
spéciaux, in Rev. fr. dr. aér., 1979, 432; R. H. MANKIEWICZ, Modification de la «clause or» de la
Convention de Varsovie et des protocoles d‟amendement – Les Protocoles additionnels n° 1 à 3 et le Pro-
tocole n° 4 de Montréal du 25 septembre 1975, in Ann. fr. dr. intern., 1975, 784; T. TREVES, Les
516
MICHELE M. COMENALE PINTO
namente esteso anche agli aeromobili di Stati terzi (57). Anche dopo tale
protocollo, comunque, il sistema di garanzie è rimasto un aspetto oltre-
modo controverso (58). Peraltro l‟Italia non lo ha ratificato; a livello
internazionale, pur se entrato in vigore, ha riscosso un successo ancor
più circoscritto della convenzione del 1952 (59).
Nel diritto uniforme, sebbene, almeno per ora, non in vigore (e
con qualche scetticismo circa la possibilità che la situazione al riguardo
possa modificarsi nel breve periodo), vanno anche richiamate le due
convenzioni di Montreal del 2 maggio 2009: convenzione sul «rischio
generale» e convenzione sui danni da «interferenza illecita»; tali testi po-
trebbero sostituirsi alla convenzione di Roma del 1952: resterebbe, però,
da vedere, se con un maggior successo quanto al numero di ratifiche (60).
____________
unités de compte dans les Conventions et Organisations internationales, in Ann. fr. dr. intern., 1974,
753; ID., La diffusion des clauses en droits de tirage spéciaux, ivi, 1977, 700. Per la convenienza di
rapportare le limitazioni al valore dell‟oro piuttosto che ai diritti speciali di prelievo: E. DU
PONTAVICE, À la rechèrce d‟une unité de compte universelle pour les conventionsde droit privé sur la
responsabilité, in Ann. dr. mar. aér., 1982, 33. Contra: R. TRANQUILLI-LEALI, Vantaggi ed even-
tuali correttivi dei limiti espressi in diritti speciali di prelievo, ne Il limite risarcitorio nell‟ordinamento dei
trasporti. Profili sistematici e problematiche attuali (atti del Convegno di Modena del 2-3 aprile
1993), a cura di G. Silingardi, A. Antonini, B. Franchi, Milano, 1994, 321.
(57) L‟ampliamento dell‟ambito di applicazione deriva dal nuovo testo dell‟art. 23
della convenzione di Roma, come emendato dall‟art. XII del protocollo del 1978. Sul pun-
to, cfr. M. F. MORSELLO, Responsabilidade civil no transporte aéreo, São Paulo, 2006, 451. L‟as-
soggettamento di un veicolo iscritto nei registri di uno Stato terzo alla disciplina di un testo
di diritto uniforme per i danni cagionati nel territorio o nelle acque territoriali di uno Stato
contraente non era una novità assoluta (cfr., in particolare, convenzione internazionale sulla
responsabilità civile per i danni derivanti da inquinamento da idrocarburi conclusa a Bruxel-
les il 29 novembre 1969, da ultimo modificata con il protocollo firmato a Londra il 27 no-
vembre 1992, c.d. CLC, art. II. Sul punto si rinvia a M. M. COMENALE PINTO, La responsabi-
lità per inquinamento da idrocarburi nel sistema della C.L.C. 1969, cit., 41 ss.).
(58) MAURO CASANOVA, La convenzione di Montreal del 2009 sui danni a terzi in superficie,
in XXXIV Jornadas latinoamericanas de derecho aeronático y espacial XXXIV Giornate latinoame-
ricane di diritto aeronautico e spaziale, celebrate in occasione dei 50 anni di ALADA, Asociación Latino
Americana de Derecho Aeronáutico y Espacial (Sassari, 3-7 maggio 2010), a cura di M. O. Folchi,
M. M. Comenale Pinto, U. La Torre, F. Morandi, R. Tranquilli-Leali, Padova, 2010, 25; M.
DONATO, La responsabilidad por daños a terceros en la superficie según la OACI, cit., 27.
(59) Ad oggi risultano dodici ratifiche; ai sensi del suo art. XXII, la sua entrata in
vigore, a livello internazionale, era condizionata al decorso del novantesimo giorno dal
deposito del quinto strumento di ratifica, condizione che si è verificata il 25 luglio 2002.
(60) Per dubbi in proposito, cfr. MAURO CASANOVA, La convenzione di Montreal del
2009 sui danni a terzi superficie, cit., 26.
517
RIVISTA DEL DIRITTO DELLA NAVIGAZIONE 2016
3. Influenza delle convenzioni sui danni a terzi in superficie ed unitarietà del di-
ritto della navigazione e dei trasporti.
(61) Come, rispetto al diritto uniforme, è accaduto, in campo marittimo, per la di-
sciplina del soccorso, con la convenzione di Londra del 28 aprile 1989 (c.d. «Salvage
89»; per i suoi rapporti con il codice della navigazione, v. in generale F. BERLINGIERI,
L‟introduzione nell‟ordinamento italiano della convenzione del 1989 sul salvataggio: suoi effetti sulla
normativa previgente, in Dir. maritt., 1998, 1369; G. CAMARDA, Il soccorso in mare. Profili con-
trattuali ed extracontrattuali, Milano, 2006, 47 ss.; M. P. RIZZO, La nuova disciplina nuova di-
sciplina internazionale del soccorso in acqua e il codice della navigazione, Napoli, 1996, 73 ss.; E.
VOLLI, Il soccorso marittimo, in Trattato breve di diritto marittimo, a cura di A. Antonini, III,
Milano, 2010, 163, ivi, 165 ss.). Per la tendenza del più recente diritto uniforme (con
l‟eccezione delle convenzioni in tema di responsabilità vettoriale) ad estendere in ma-
niera generalizzata il proprio campo di applicazione, al di là della sussistenza di elementi
di internazionalità, v. A. MALINTOPPI, Diritto uniforme e diritto internazionale privato in mate-
ria di trasporto, Milano, 1955, 39 ss.; P. IVALDI, Diritto uniforme dei trasporti e diritto interna-
zionale privato, Milano, 1990, 19. Da ultimo: F. BERLINGIERI, Le convenzioni internazionali
di diritto marittimo e il codice della navigazione, Milano, 2009, 79 ss.
(62) Art. 9 convenzione sul rischio generale; art. 7 convenzione sul rischio da in-
terferenza illecita.
(63) V. su questo punto specifico in senso favorevole, pur nel contesto di una
posizione critica generale sulle due convenzioni del 2009, S. BUSTI, La tormentata costru-
zione della nuova normativa internazionaluniforme sul danno a terzi dal volo di aeromobile: tanta fa-
tica per nulla?, in questa Rivista, 2011, 499, ivi, 509.
518
MICHELE M. COMENALE PINTO
(64) Sotto questo profilo, può riconoscersi che l‟intervento del più recente legisla-
tore di diritto uniforme abbia finalmente iniziato a tener conto di quell‟esigenza, già lu-
cidamente segnalata dalla più attenta dottrina, di inserirsi «sulla base dei principi che re-
golano gli istituti del diritto privato che sono relativi alla navigazione considerata nel
suo complesso» (R. MONACO, Una nuova convenzione sulla responsabilità per i danni causati ai
terzi dagli aeromobili, cit., 325), sicché ciascuna convenzione non sia «rivolta a creare un
sistema a sé stante di responsabilità dell‟esercente, di limitazione di responsabilità, di
regole di procedura e di norme di diritto internazionale privato», ma tenga «conto dei
risultati che su questi punti già sono stati ottenuti in convenzioni precedenti» (R. MO-
NACO, op. loc. ult. cit.). Su queste basi può arrivare ad affermarsi anche l‟esigenza di un‟in-
terpretazione «interconvenzionale» (rispetto alla quale, invero con riferimento specifico
alle convenzioni in materia contrattuale, v. F. FERRARI, I rapporti tra le convenzioni di diritto
materiale uniforme in materia contrattuale e la necessità di un‟interpretazione interconvenzionale, in
Riv. dir. intern. priv. proc., 2000, 669).
(65) Si allude alla CLC, art. VII, § 1. Formula analoga si rinviene nell‟art. 12, § 1,
della convenzione internazionale sulla responsabilità e il risarcimento dei danni connessi al
trasporto di merci pericolose e tossiche per mare (convenzione HNS), firmata a Londra il
3 maggio 1996, nonché nell‟art. 7 della convenzione internazionale sulla responsabilità
civile per i danni causati dall‟inquinamento derivante dal combustibile delle navi (Bulk
Convention), adottata a Londra il 23 marzo 2001 e nell‟art. 12 della convenzione internazio-
nale sulla rimozione dei relitti, firmata a Nairobi il 18 maggio 2007 (WRC 2007).
(66) Convenzione di Atene del 13 dicembre 1974 relativa al trasporto per mare di
passeggeri e dei loro bagagli, come modificata dal protocollo di Londra del 1° novem-
bre 2002 (PAL 2002), art. 4 bis.
(67) In tale ottica G. ROMANELLI, Il trasporto, in Dir. maritt., 1983, 120, ivi, 125, fa
riferimento ad un «largo fenomeno di reciproca influenza e di osmosi, che si riscontra
tra i vari testi di diritto uniforme». V. anche ID., Principi comuni del diritto uniforme dei tra-
sporti, in Studi in memoria di Gino Gorla, II, Milano, 1994, 1315, ivi, 1324 ss. Per uno stu-
dio più recente sulla problematica, pur evidenziando la persistenza di vari profili di dif-
ferenziazione, v. G. M. BOI, Diritto uniforme e diversi modi di trasporto: riflessioni comparate, in
Studi in memoria di Elio Fanara, I, a cura di U. La Torre, G. Moschella, F. Pellegrino, M.
P. Rizzo, G. Vermiglio, Milano, 2006, 105. Ancora G. ROMANELLI, Riflessioni sulla disci-
plina del contratto di trasporto e sul diritto dei trasporti, in Dir. trasp., 1993, 295, ivi, 305, pur
dando atto, all‟epoca in cui scriveva (come ora) dell‟assenza nella circolazione stradale
del fenomeno della «scissione fra proprietà ed esercizio», che caratterizza, invece, la na-
vigazione, segnalava, fra l‟altro, i punti di contatto fra il regime di responsabilità e di as-
519
RIVISTA DEL DIRITTO DELLA NAVIGAZIONE 2016
della navigazione» della Scuola napoletana, come della sua evoluzione nel
«diritto dei trasporti» (68).
È incidentalmente da segnalare come la disciplina della responsa-
bilità e dell‟assicurazione obbligatoria dei danni a terzi in superficie pre-
senti diversi punti in comune anche con quella della responsabilità auto-
mobilistica e con la relativa assicurazione (69) che, a sua volta, trova le pro-
prie basi in un‟altra convenzione di diritto uniforme (70), oltre che in alcune
legislazioni statali precorritrici (71). Va però evidenziata una differenza
____________
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521
RIVISTA DEL DIRITTO DELLA NAVIGAZIONE 2016
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MICHELE M. COMENALE PINTO
In Italia, fin dal testo originario del 1942 del codice della naviga-
zione, si è prevista l‟assicurazione obbligatoria per danni a terzi in super-
ficie, come altre ipotesi di assicurazione obbligatoria (75). Il regime di
obbligatorietà della copertura assicurativa dei danni a terzi in superficie
era ispirato a quello dettato dalla convenzione di Roma del 29 maggio
1933 e del protocollo di Bruxelles del 20 settembre 1938 (76).
____________
Foro it., 1999, I, 3621, con nota di E. MALFATTI, Riserva di legge e sindacabilità del vizio di
eccesso di delega.
(75) Il codice della navigazione del 1942, oltre all‟assicurazione per danni a terzi
in superficie, prevedeva come obbligatorie l‟assicurazione infortuni dei passeggeri (artt.
996-1000 v. s. c. nav.; disciplina abrogata dall‟art. 18 del d. lgs. 9 maggio 2005 n. 96),
che discendeva da una prassi amministrativa risalente agli anni venti del secolo scorso
(cfr. S. FERRARINI, Le assicurazioni aeronautiche, in Assic., 1985, I, 511, ivi, 516); l‟assicu-
razione contro i rischi di volo del personale navigante (artt. 935 s., non interessata da
interventi normativi successivi). L‟assicurazione per la responsabilità per danni a terzi
sulla superficie era intesa come contrappeso della limitazione: «Una volta seguìto il
principio della limitazione del debito, è sembrato equo garantire il soddisfacimento del
loro credito ridotto»: E. SPASIANO, Sulla disciplina della responsabilità per danni da urto e per
danni a terzi sulla superficie, in Studii per la codificazione del diritto della navigazione, IV, Roma,
1940, 1052, ivi, 1100; il fine della tutela del terzo rispetto a danni per i quali non dispo-
ne di alcuna possibilità di difesa è indicato nella prevalente letteratura come ratio del re-
gime di responsabilità oggettiva accompagnato da assicurazione obbligatoria per i danni
in superficie: v. per tutti L. TULLIO, Responsabilità per danni a terzi sulla superficie, in Enc.
dir., XXIX, Milano, 1988, 1420, ivi, 1421. Sulla riforma del codice della navigazione,
con riferimento allo specifico punto, v., per considerazioni critiche, E. G. ROSAFIO,
Considerazioni sull‟assicurazione della responsabilità del vettore aereo di persone, in Nuovi profili di
responsabilità e di assicurazione nel diritto aeronautico, cit., 307; v. anche S. VERNIZZI, Brevi note
sul nuovo assetto delle assicurazioni aeronautiche a seguito dei decreti legislativi nn. 96/2005 e
151/2006, cit., 1948. A proposito della disciplina sui danni ai terzi sulla superficie, nella
relazione ministeriale al codice della navigazione si legge «la preoccupazione che, dichia-
randosi responsabile l‟armatore e non il proprietario, i terzi non siano sufficientemente
tutelati, per la navigazione aerea è ancora meno fondata di quanto non lo sia per quella
marittima, poiché per un‟ampia zona dei rapporti extracontrattuali, e precisamente per i
danni a terzi sulla superficie, il codice predispone l‟assicurazione obbligatoria a garanzia
dei terzi medesimi» (rel. min. c. nav., § 545).
(76) Cfr. G. ROMANELLI, I danni da aeromobile sulla superficie, cit., 14; A. DONATI,
Trattato del diritto delle assicurazioni private, III, Milano, 1956, 107; A. LEFEBVRE D‟OVIDIO,
Appunti per lo studio dell‟assicurazione obbligatoria della responsabilità per danni a terzi sulla super-
ficie, in Assic., 1970, I, 111; M. STOLFI, L‟assicurazione obbligatoria per danni a terzi sulla su-
perficie, cit., 283. V. anche E. FOGLIANI, Le assicurazioni del trasporto aereo, ne I nuovi con-
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RIVISTA DEL DIRITTO DELLA NAVIGAZIONE 2016
tratti nella prassi civile e commerciale, XVII, Trasporto, Torino, 2004, 173, ivi, 183. In realtà,
tale rapporto di discendenza si inserisce nella più ampia tendenza della codificazione del
1942 del diritto della navigazione a tener conto dell‟elaborazione del diritto uniforme, in
particolare per quanto concerne la navigazione aerea, come si legge nella relazione mini-
steriale al codice della navigazione (§ 9): «Per la navigazione aerea il codice ha seguito
un criterio di maggior larghezza e condiscendenza verso quanto in sede internazionale
era stato elaborato, guidato in ciò dalla considerazione che la materia mancava di una
sufficiente esperienza legislativa, nonché dal fatto che le convenzioni aeronautiche sono
in linea di massima, nel contenuto, non lontane dalla nostra mentalità giuridica. In con-
seguenza di ciò, nel campo aeronautico sono stati accolti non soltanto accordi interna-
zionali già perfezionati, ma anche semplici progetti».
(77) Con riferimento al testo originario dell‟art. 798 c. nav., v., anche per il conte-
sto e per riferimenti, E. G. ROSAFIO, L‟assicurazione obbligatoria dei danni a terzi in superficie:
una fattispecie di difficile identificazione, cit., 405 ss.
(78) Con riferimento al testo originario dell‟art. 971 c. nav., v. E. G. ROSAFIO,
L‟assicurazione obbligatoria dei danni a terzi in superficie: una fattispecie di difficile identificazione,
cit., 406 s., che convincentemente sottolineava che, rispetto a tale effetto, la stipulazione
dell‟assicurazione dovesse essere collocata, come posizione soggettiva, nell‟ambito della
categoria degli oneri, posto che dalla sua omissione discendeva un «mancato procurato
beneficio» (ivi, 407).
(79) La previsione dell‟assicurazione obbligatoria degli infortuni dei passeggeri è
stata abrogata dal legislatore della riforme della parte aeronautica del codice che ha rite-
nuto che il più rigoroso regime di imputazione della responsabilità vettoriale, derivante
dal rinvio al diritto uniforme di cui all‟art. 941 c. nav., nel testo vigente, unitamente
all‟introduzione di un‟assicurazione obbligatoria di responsabilità, lo avessero reso inu-
tile: cfr. G. MASTRANDREA, L. TULLIO, Il compimento della revisione della parte aeronautica del
codice della navigazione, in Dir. maritt., 2006, 699, ivi, 729. Dubbi sull‟opportunità della so-
luzione adottata al riguardo nella riforma sono espressi da M. M. COMENALE PINTO,
La sindrome della classe economica, ne Il trasporto aereo tra normativa comunitaria e uniforme, cit.,
107, ivi, 119 ss.
524
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RIVISTA DEL DIRITTO DELLA NAVIGAZIONE 2016
maritt., 1985, 751, con nota di E. FOGLIANI, La limitazione della responsabilità del vettore ae-
reo internazionale di persone nel giudizio della Corte costituzionale, ivi, 752): cfr. G. SILINGARDI,
Limite di risarcimento nei trasporti aerei internazionali di persone (l. 7 luglio 1988, n. 274), in Nuo-
ve leggi civili, 1989, 772. In senso critico, v. G. GUERRERI, Law no. 274 of 7 July 1988: a
Remarkable Piece of Italian Patchwork, in Air Law, 1989, 176 (spec. 179).
(84) In generale v. M. DEIANA, I minimali assicurativi nell‟evoluzione normativa, in Dir.
trasp., 2004, 757; M. GRIGOLI, Un incisivo intervento del legislatore comunitario per integrare le
garanzie assicurative richieste al vettore aereo ed all‟esercente dell‟aeromobile, in Assic., 2005, I, 3; C.
SEVERONI, Requisiti assicurativi minimi nell‟assicurazione di responsabilità del vettore aereo, in
Dir. trasp., 2004, 769. Per quanto concerne l‟estensione ai servizi aerei non di linea, v. M.
GRIGOLI, Evoluzione del regime assicurativo dei vettori aerei e degli esercenti di aeromobili, in Assic.,
2008, I, 277. Il regolamento in questione è stato modificato, per quanto concerne i mas-
simali nel trasporto aereo di persone, dal reg. Ue n. 285/2010 della Commissione del 6
aprile 2010. Un obbligo assicurativo dei vettori aerei (comunitari) era già previsto dal-
l‟art. 7 del reg. Cee n. 2407/92 del Consiglio, del 23 luglio 1992, sul rilascio delle licenze
ai vettori aerei, oggi corrispondente all‟art. 11 del reg. Ce del Parlamento europeo e del
Consiglio del 24 settembre 2008 recante norme comuni per la prestazione di servizi ae-
rei nella Comunità (rifusione), richiamato dall‟art. 3, § 2, del reg. Ce n. 2027/97 del
Consiglio, del 9 ottobre 1997, sulla responsabilità del vettore aereo con riferimento al
trasporto aereo dei passeggeri e dei loro bagagli, vigente nel testo emendato dal reg. Ce
n. 889/2002 del Parlamento europeo e del Consiglio del 13 maggio 2002 (per i requisiti
assicurativi, con riferimento al testo originario, v. R. CAPOTOSTI, Criteri di «ragio-
nevolezza» e obbligo di assicurazione della responsabilità civile del vettore comunitario per i danni ai
passeggeri, in Assic., 1997, II, 244; in particolare sul rapporto con l‟obbligo assicurativo di
cui alla l. n. 274 del 1988, v. G. SILINGARDI, Reg. Ce 2027/97 e nuovo regime di responsabi-
lità del vettore aereo di persone, in Dir. trasp., 1998, 621, ivi, 628). Sulla disciplina sanzionato-
ria, ai sensi dell‟art. 8 del detto reg. Ce n. 785/2004, attuata in Italia con il d. lgs. 6 no-
vembre 2007 n. 197 e con la circolare ENAC EAL-17A del 21 dicembre 2011, cfr. F.
GASPARI, La nuova circolare ENAC sui requisiti assicurativi applicabili ai vettori aerei e agli eser-
centi di aeromobili e relativo regime sanzionatorio, in Giureta, 2012, 57.
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ting Production Storage and Offloading Units (FPSOs), in Dir. maritt., 2016, 221; ID., The Concept of
Ship an Italian Perspective, in J. Int. Mar. Law , 21, 2015, 419. V. anche C. KENDE, Une nouvelle
définition de la notion de navire en droit américain, in Dr. mar. fr., 2015, 995; S. MIRIBEL, Evolution de
la notion de navire en droit français, ivi, 2015, 1000. Peraltro, già nella prima metà del secolo
scorso, in dottrina si era posta la questione del regime giuridico da applicarsi alle navi a co-
mando remoto: cfr. S. CRISAFULLI BUSCEMI, Alcune considerazioni sulla situazione giuridica della
nave manovrabile da lontano, in Studi in onore di Francesco Berlingieri, Genova, 1933, 191, recente-
mente richiamato da U. LA TORRE, Problematiche giuridiche attuali sul comandante di aeromobile, in
questa Rivista, 2014, 635, ivi, 636, sub nt. 2, a cui si rinvia anche per riferimenti alle applica-
zioni concrete, sostanzialmente circoscritte al campo militare.
(91) D‟altronde, lo stesso aggiornamento del quadro normativo di diritto uni-
forme va ricondotto anche all‟esigenza di tener conto dello sviluppo tecnologico, per
evitare l‟assoggettamento a regole diventate anacronistiche: v., proprio con riferimento
ai danni a terzi in superficie, M. F. MORSELLO, Responsabilidade civil no transporte aéreo, cit.,
448 ss.; cfr. pure N. MATEESCO MATTE, Treatise on Air-Aeronautical Law, cit., 513.
(92) Ai sensi dell‟art. 1, comma 1, testo originario, della l. n. 106 del 1985, «Gli
apparecchi utilizzati per il volo da diporto o sportivo, sempreché compresi nei limiti
indicati nell‟allegato annesso alla presente legge, non sono considerati aeromobili ai sen-
si dell‟art. 743 del codice della navigazione».
(93) Conseguentemente, si è posta la questione del regime di responsabilità in con-
creto applicabile. Per la generale affermazione della disciplina di diritto comune, v. Trib.
Roma 22 maggio 2002, in Dir. trasp., 2004, 953. Per la puntualizzazione che l‟esclusione
della qualificazione del velivolo come «aeromobile» non avrebbe implicato di per sé la sot-
trazione a tutta la disciplina della navigazione aerea, dovendosi comunque tener conto del
sistema delle fonti di cui all‟art. 1 c. nav.: A. ANTONINI, Il sistema della responsabilità derivante
dall‟utilizzazione degli apparecchi per il volo da diporto o sportivo, in Resp. civ. prev., 1993, 699 (ma,
su questo presupposto, riteneva comunque assoggettate al diritto comune le ipotesi corri-
spondenti ad urto e danni a terzi sulla superficie: ivi, 707 ss.).
(94) L‟art. 2 della l. 106 del 1985 rimetteva al regolamento la disciplina dell‟obbli-
go assicurativo. Si è provveduto con gli artt. 21 ss. del già richiamato d.P.R. 5 agosto
1988 n. 404, poi modificati in base agli artt. 6 e 7 del d.P.R. 28 aprile 1993 n. 207. Sui
dubbi interpretativi aperti da tale disciplina, v. V. MUNGARI, A proposito dell‟assicurazione
obbligatoria prevista dalla nuova disciplina legislativa in tema di volo da diporto sportivo (deltaplano),
in Assic., 1989, I, 380.
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MICHELE M. COMENALE PINTO
distanza è sembrato preferibile in dottrina (al di là delle terminologie poi impiegate, di cui
si riferisce di seguito) far riferimento, piuttosto, all‟acronimo «UAS», ovvero «Unmanned
Aerial System», in quanto riferibile anche alla stazione di controllo a terra ed al relativo pro-
gramma (peraltro impiegato anche nella documentazione ICAO): M. F. MORSELLO, Aspec-
tos jurídicos principales de las aeronaves sin piloto, in Nuevos enfoques del derecho aeronáutico y espacial.
XXXVIII Jornadas latino americanas de derecho aeronáutico y del espacio, a cura di M. C. Mayorga
Toledano, Madrid, 2015, 513, ivi, 521.
(100) Si tratta dell‟acronimo di «Remotely Piloted Aircraft System».
(101) Acronimo di «Sistemi aeromobili a pilotaggio remoto».
(102) Tale era uno dei presupposti su cui si fondava lo studio di F. GOUTTE-
FARDE, Le cadre juridique de l‟emploi de drones au dessus des espaces maritimes, in Rev. fr. dr. aér.,
2009, 5; P. M. DUPONT, Les drones en question, ivi, 2006, 97.
(103) Cfr. in proposito U. LA TORRE, Gli UAV: mezzi aerei senza pilota, in Sicurezza,
navigazione e trasporto, cit., 93, ivi, spec. 105; M. J. GUERRERO LEBRÓN, C. CUERNO REJA-
DO, P. MÁRQUEZ LOBILLO, Aeronaves no tripuladas: estado de la legislación para realizar su
integración en el espacio aéreo no segregado, in Rev. der. transp., 12, 2013, 63, ivi, 73 ss.
(104) Cfr. in proposito M. J. GUERRERO LEBRÓN, C. CUERNO REJADO, P. MÁR-
QUEZ LOBILLO, Aeronaves no tripuladas: estado de la legislación para realizar su integración en el
espacio aéreo no segregado, cit., 63 ss.; A. MASUTTI, Prospettive di regolamentazione dell‟uso dei veli-
voli senza pilota (UAV) nello spazio aereo comune, in Dir. trasp., 2007, 783. In tale prospettiva
va collocata anche la comunicazione della Commissione al Parlamento europeo del 8
aprile 2014, Una nuova era per il trasporto aereo. Aprire il mercato del trasporto aereo all‟uso civile
dei sistemi aerei a pilotaggio remoto in modo sicuro e sostenibile, COM (2014) 207 final (cfr. A.
SIA, Profili attuali della disciplina giuridica dei mezzi aerei a pilotaggio remoto e il regolamento del-
l‟ente nazionale dell‟aviazione civile italiana (ENAC), in Dir. trasp., 2014, 743, ivi, 755 ss.; A.
ZAMPONE, Riflessioni in tema di responsabilità nell‟esercizio di remotely-piloted aircraft system
(RPAS), in Dir. trasp., 2015, 63, ivi, 64).
(105) La norma in questione, che reca la definizione di «aeromobile», è stata novella-
ta dapprima con l‟art. 5 del d. lgs. 9 maggio 2005 n. 96, e poi con l‟art. 8 del d. lgs. 15 marzo
2006 n. 151. Nel testo vigente, alla riformulata definizione di aeromobile come «macchina
destinata al trasporto per aria di persone o cose» (comma 1), segue l‟affermazione «Sono
altresì considerati aeromobili i mezzi aerei a pilotaggio remoto, definiti come tali dalle leggi
speciali, dai regolamenti dell‟ENAC e, per quelli militari, dai decreti del Ministero della dife-
531
RIVISTA DEL DIRITTO DELLA NAVIGAZIONE 2016
sa» (secondo comma) e la precisazione «Agli apparecchi costruiti per il volo da diporto o
sportivo, compresi nei limiti indicati nell‟allegato annesso alla legge 25 marzo 1985, n. 106,
non si applicano le disposizioni del libro primo della parte seconda del presente codice»
(quarto comma). Con riferimento agli apparecchi a pilotaggio remoto, v. ex plurimis U. LA
TORRE, Problematiche giuridiche attuali sul comandante di aeromobile, cit., 638. Per quanto concer-
ne gli apparecchi per il volo da diporto o sportivo, v. in generale B. FRANCHI, La nuova di-
sciplina del volo da diporto o sportivo dopo la riforma del codice della navigazione, in Resp. civ. prev., 2007,
5; da ultimo, v. anche F. PELLEGRINO, Gli apparecchi per il volo da diporto e sportivo alla luce del
d.P.R. n. 133/2010, ne Il diporto come fenomeno diffuso. Problemi e prospettive del diritto della naviga-
zione, cit., 343; F. SALERNO, Volo da diporto o sportivo e sicurezza, ivi, 124.
(106) Cfr. S. A. KAISER, Third Party Liability of Unmanned Aerial Vehicles, in ZLW,
2008, 229, ivi, 230. Come è stato sottolineato, anche per tali velivoli valgono le regole
della convenzione di Chicago in tema di iscrizione nei registri e di certificazione dell‟ae-
ronavigabilità: cfr. M. F. MORSELLO, Aspectos jurídicos principales de las aeronaves sin piloto,
cit., 523 (ma il regolamento ENAC la prevede soltanto per gli apparecchi con massa
operativa al decollo a partire da venticinque chilogrammi: v. oltre).
(107) Cfr. U. LA TORRE, La navigazione degli UAV: un‟occasione di riflessione sull‟art. 965
c. nav. in tema di danni a terzi sulla superficie, in questa Rivista, 2012, 553. Sostanzialmente conf.
(pur rilevando lo scarso successo del diritto uniforme in tema di responsabilità per danni a
terzi): S. KAISER, Third Party Liability of Unmanned Aerial Vehicles, cit., 530.
(108) Sulle implicazioni assicurative della disciplina dei droni, v. i rilievi di B.
FRANCHI, Gli aeromobili a pilotaggio remoto: profili normativi ed assicurativi, in Resp. civ. prev.,
2014, 1770, ivi, 1783 ss. e, con riferimento alle assicurazioni di responsabilità per danni
a terzi in superficie, ivi, 1785 ss. Per quanto concerne gli aspetti di tecnica assicurativa,
rispetto ad un mercato ancora immaturo, sulle coperture dei droni, v. A. AZZANO, Profi-
li assicurativi degli unmanned aerial vehicles (UAV), ne Il diritto aeronautico a cent‟anni dal
primo volo, atti dei convegni di Modena, del 6-7 giugno 2003, e di Trieste, del 26-27 set-
tembre 2003, a cura di A. Antonini, B. Franchi, Milano, 2005, 27.
(109) Cfr. art. 5 reg. ENAC «Mezzi aerei a pilotaggio remoto», ed. II del 16 luglio
2015. Non ci sono novità, sul punto, rispetto alla formulazione della ed. I del 16 dicembre
2013. In ogni caso, il regolamento ENAC impone vincoli all‟attività di volo degli aeromo-
delli, in ragione della sicurezza (cfr. art. 35, ed. II;); nondimeno, gli aeromodelli «possono
essere utilizzati esclusivamente per impiego ricreazionale e sportivo» (art. 1, § 4, ed art. 5, §
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MICHELE M. COMENALE PINTO
1, reg. ENAC, ed. II ). Anche nella disciplina federale statunitense (U.S. FAA Moderniza-
tion and Reform Act of 2012, Public Law 112-95 del 14 febbraio 2012, § 336, Special Rule for
Model Aircraft, viene evidenziato il rilievo dello scopo ludico come elemento differenziato-
re dell‟aeromodello dal drone di piccole dimensioni (in quanto «[…] is flown strictly for hobby
or recreational use»): cfr. I. BOUFATIT, Les drones: delimitation conceptuelle et regime juridique de base,
ne La eficiencia del transporte como objetivo de la actuación de los poderes públicos liberalización y respon-
sabilidad, a cura di M. V. Petit Lavall, Madrid, 2015, 457, ivi, 459.
(110) Cfr. art. 32 reg. ENAC «Mezzi aerei a pilotaggio remoto», ed. II, cit., che ri-
chiama i minimali assicurativi dell‟art. 7 del reg. Ce n. 785/2004 del Parlamento europeo e
del Consiglio, del 21 aprile 2004, relativo ai requisiti assicurativi applicabili ai vettori aerei e
agli esercenti di aeromobili. Non ci sono novità, sul punto, rispetto alla formulazione della
ed. I, cit., (cfr. art. 20), a cui fanno riferimento le puntualizzazioni di E. G. ROSAFIO, Con-
siderazioni sui mezzi aerei a pilotaggio remoto e sul regolamento ENAC, in questa Rivista, 2014,
787, ivi, spec. 796 e 803. D‟altra parte il richiamo dei minimali del reg. Ce 785 del 2004
presenta elementi di criticità, in particolare, tenuto conto che tale ultima disciplina non si
applica agli «aeromobili con una massa massima al decollo (MTOM) inferiore a 20 kg»:
cfr. A. SIA, Profili attuali della disciplina giuridica dei mezzi aerei a pilotaggio remoto e il regolamento
dell‟ente nazionale dell‟aviazione civile italiana (ENAC), cit., 768; B. FRANCHI, Gli aeromobili a
pilotaggio remoto: profili normativi ed assicurativi, cit. 1787. Per riferimenti all‟(omesso) rilievo in
ambito ICAO degli aeromodelli, v. B. FRANCHI, Aeromobili senza pilota (UAV): inquadra-
mento giuridico e profili di responsabilità, II, in Resp. civ. prev., 2010, 1213, ivi, 1221 ss.
(111) Cfr. art. 14 reg. ENAC «Mezzi aerei a pilotaggio remoto», ed. II, cit. Non si
registrano sul punto novità significative rispetto alla formulazione della ed. I del 16 di-
cembre 2013 (cfr. art. 9).
(112) Dal cui ambito sono esclusi ai sensi dell‟art. 1, § 4, del reg. ENAC «Mezzi
aerei a pilotaggio remoto», ed. II, cit. Devono peraltro richiamarsi, anche sul punto spe-
cifico, le riserve circa il ruolo di tale fonte nel sistema della gerarchia delle norme e-
spresse, con riferimento all‟ed. I da E. G. ROSAFIO, Considerazioni sui mezzi aerei a pilotag-
gio remoto e sul regolamento ENAC, cit., 801 ss.
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RIVISTA DEL DIRITTO DELLA NAVIGAZIONE 2016
esse non è previsto alcun limite dimensionale (113). Limiti sono previsti
soltanto ai fini dell‟impiego al di fuori di aree riservate: fra l‟altro, a tali
fini, la massa operativa al decollo, deve essere inferiore a venticinque chi-
logrammi, equivalente, quindi, a quella dei droni non assoggettati ad
iscrizione nel registro degli aeromobili a pilotaggio remoto (114).
____________
(113) L‟attività aeromodellistica è caratterizzata nel reg. ENAC «Mezzi aerei a pi-
lotaggio remoto», ed. II, cit., dall‟utilizzazione di un «dispositivo aereo a pilotaggio re-
moto, senza persone a bordo, impiegato esclusivamente per scopi ricreativi e sportivi,
non dotato di equipaggiamenti che ne permettano un volo autonomo, e che vola sotto
il controllo visivo diretto e costante dell‟aeromodellista, senza l‟ausilio di aiuti visivi»:
così art. 5, § 1, reg. ENAC «Mezzi aerei a pilotaggio remoto», ed. II, cit.
(114) Cfr. art. 35, § 3, lett. a), reg. ENAC «Mezzi aerei a pilotaggio remoto», ed. II, cit.
(115) Inducendo, in particolare, alla riposta, in ambito comunitario, di cui al reg.
Ce n. 868/2004 del Parlamento europeo e del Consiglio del 21 aprile 2004, relativo alla
protezione contro le sovvenzioni e le pratiche tariffarie sleali che recano pregiudizio ai
vettori aerei comunitari nella prestazione di servizi di trasporto aereo da parte di Paesi
non membri della Comunità europea: cfr. S. MCGONIGLE, Past its Use-by Date: Regulation
868 Concerning Subsidy and State Aid in International Air Services, in Air & Space Law, 2013,
1. A livello nazionale, v. anche d. l. 28 settembre 2001 n. 354, convertito in l. 27 no-
vembre 2001 n. 413, su cui M. GRIGOLI, Preclusioni all‟accesso al mercato assicurativo e prospet-
tazione di un modello integrativo di intervento pubblico a favore delle imprese di gestione aeroportuale e
del trasporto aereo, in Assic., 2003, I, 11.
(116) Nella copertura assicurativa obbligatoria di vettori ed esercenti di aeromobi-
li, ai sensi dell‟art. 4 del reg. Ce n. 785/2004 del Parlamento europeo e del Consiglio del
21 aprile 2004 relativo ai requisiti assicurativi applicabili ai vettori aerei e agli esercenti di
aeromobili, sono inclusi, ai sensi del § 1, «[…] atti di guerra, terrorismo, pirateria aerea,
atti di sabotaggio, sequestro illegale di aeromobile e tumulti popolari».
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MICHELE M. COMENALE PINTO
(117) V. i rilievi di P. MENDES DE LEON, Liability for Surface Damages and Collisions
after the World Trade Center – Is there a Need for Change?, in Eur. Transp. Law, 2003, 577.
(118) Reg. Ce n. 785/2004, cit., art. 7, § 1, comma 2: «Se, in qualsiasi momento, la co-
pertura assicurativa per danni a terzi derivanti da rischi di guerra o terrorismo non fosse di-
sponibile per qualsiasi vettore aereo o esercente di aeromobile su base di incidente, tale vet-
tore o esercente di aeromobile può soddisfare il suo obbligo di assicurare tali rischi mediante
assicurazione su base aggregata […]». Nella medesima direzione dispone l‟art. 7, § 1, della
convenzione di Montreal del 2009 sul rischio da interferenza illecita. In generale, sulla rispo-
sta del mercato assicurativo alle vicende dell‟11 settembre 2001, v. R. ABEYRATNE, Emergent
Trends in Aviation War Risk Insurance, in Air & Space Law, 2005, 117; E. E. CABAN, War-Risk,
Hijacking & Terrorism Exclusions in Aviation Insurance: Carrier Liability in the Wake of September 11,
2001, in J. Air Law Comm., 68, 2003, 421; H. CAPLAN, War and Terrorism Insurance: How to
Promote Long-Term International Stability and Affordability, in Air & Space Law, 2004, 3; R.
GONZÁLES LEBRERO, Seguros aeronáuticos y terrorismo, in Nuovi profili di responsabilità e di assicura-
zione nel diritto aeronautico, cit., 246, ivi, 251; M. J. GUERRERO LEBRÓN, Incidencia del 11 de sep-
tiembre en el derecho aeronáutico, in Eur. Transp. Law, 2004, 603. Circa le specifiche problematiche
del risarcimento dei danni successivi all‟11 settembre 2001: J. L. GERAGHTY, To Sue or Not to
Sue: A Look at the Legal Landscape for Victims of «September 11», in Air & Space Law, 2002, 363.
(119) Per un confronto della previsione con quella dell‟art. 7 del reg. Ce del Con-
siglio, del 23 luglio 1992, sul rilascio delle licenze ai vettori aerei (che è uno dei testi og-
getti di rifusione), v. D. BOCCHESE, La rifusione della disciplina comunitaria sulla prestazione
dei servizi aerei, in Dir. trasp., 2009, 307, ivi, 317.
535
RIVISTA DEL DIRITTO DELLA NAVIGAZIONE 2016
798 c. nav., nel testo vigente, non alla sola assicurazione per danni a terzi
in superficie, ma a tutte le coperture assicurative di cui al «presente codice»
e alla «normativa comunitaria» (120): conseguentemente, il riferimento va
inteso tanto alle assicurazioni di responsabilità per i danni a terzi in
superficie, quanto per quelle per i danni da urto (121).
7. L‟azione diretta.
Fra gli elementi che si rinvengono nelle convenzioni sui danni a terzi
in superficie (come in altre convenzioni in materia di responsabilità nella
navigazione) (122), e che è espressamente introdotto nel nostro ordinamento
con l‟art. 1015 c. nav. (123), è quello della legittimazione del terzo danneggiato
ad agire contro l‟assicuratore, la c.d. azione «diretta» (124). Si tratta di un
istituto adottato dal legislatore nazionale anche per la circolazione stradale
____________
(120) Cfr. G. MASTRANDREA, L. TULLIO, Il compimento della revisione della parte aero-
nautica del codice della navigazione, cit., 724.
(121) Conf. M. P. RIZZO, Assicurazioni aeronautiche, in Diritto della navigazione, a cura
di M. Deiana, cit., 29, ivi, 42; A. M. L. SIA, L‟urto di navi e di aeromobili tra disciplina speciale
e diritto comune, in Studi in memoria di Elio Fanara, II, a cura di U. La Torre, G. Moschella,
F. Pellegrino, M. P. Rizzo, G. Vermiglio, Milano, 2008, 361, ivi, 382.
(122) Deve ancora farsi riferimento alla convenzione CLC, art. VII, § 8 (su cui v.
M. GRIMALDI, Oil Pollution e coperture assicurative P&I, in Studi in memoria di Elio Fanara,
II, cit., 91, ivi, 98; E. MORDIGLIA, Profili assicurativi della responsabilità civile per inquinamento
marino da idrocarburi: la diversa attitudine dei P&I Clubs con riferimento alla convenzione di Bru-
xelles del 1969 (CLC) ed alla recente normativa statunitense (Oil Pollution Act 1990), in Dir.
maritt., 2000, 277). V. anche HNS, art. 12, § 2; art. 7, § 10, Bulk Convention; WRC
2007, art. 12, § 10; PAL 2002, art. 4 bis, § 10.
(123) Suscita grande perplessità dover constatare che tale previsione è stata im-
provvidamente ignorata da una delle poche pronunzie giurisprudenziali che avrebbe do-
vuto farne applicazione: v. Trib. Bologna, sez. Imola, 6 ottobre 2003, in Dir. trasp.,
2004, 581, con nota condivisibilmente critica di L. TULLIO, Assicurazione della responsabili-
tà per danni a terzi sulla superficie ed ignoranza del diritto della navigazione, ivi, 582.
(124) Si tratta di terminologia non pacifica. Qui viene impiegata nell‟accezione me-
no restrittiva: sul punto cfr. M. M. COMENALE PINTO, La responsabilità per inquinamento da
idrocarburi nel sistema della C.L.C. 1969, cit., 29 s., sub. nt. 34. In generale v. E. FANARA, Le
assicurazioni aeronautiche, I, cit., 38 ss.; A. LA TORRE, Azione diretta ed assicurazione, in Assic.,
1971, I, 565. Come convincentemente rileva E. G. ROSAFIO, L‟assicurazione obbligatoria dei
danni a terzi in superficie: una fattispecie di difficile identificazione, cit., 434, nella disciplina in que-
stione la «finalità riparatoria del danneggiato viene a prevalere su ogni altro aspetto».
536
MICHELE M. COMENALE PINTO
(125) Nel regime vigente, cfr. art. 144 c. assic. priv. (d. lgs. 7 settembre 2005 n.
209), nel cui contesto, nondimeno, ha perso parte del rilievo che aveva avuto sulla base
dell‟art. 18 della l. 24 dicembre 1969 n. 990, in considerazione dell‟intervenuta introdu-
zione della procedura di risarcimento diretto (cfr. art. 149 s. c. assic. priv.). V. F. PECCE-
NINI, Assicurazione per la responsabilità civile automobilistica e dei natanti, in Enc. dir., Annali,
III, Milano, 2010, 35, ivi, 41 ss.).
(126) Si deve incidentalmente osservare che la l. n. 990/1969, rispetto alla con-
venzione di Strasburgo del 20 aprile 1959, aveva esteso l‟obbligo assicurativo anche ai
natanti: cfr. A. DONATI, L‟assicurazione obbligatoria di responsabilità civile auto, in Assic.,
1971, I, 101, ivi, 105; L. GALLETTI, I «natanti» soggetti all‟assicurazione obbligatoria r. c., in
Assic., 1974, I, 52. L‟azione diretta, in tale contesto, discende dall‟art. 6, § 1, dell‟Annexe
I, che afferma che: «La personne lésée possède un droit propre contre l‟assureur». Come chiosava,
a proposito della non coincidenza di formula dell‟art. 18 della l. n. 990/1969, A. DO-
NATI, La nuova legge italiana sull‟assicurazione obbligatoria responsabilità civile automobilistica e la
convenzione di Strasburgo, in Assic., 1970, I, 30 ivi, 36: «La convenzione, per vero, parla di
diritto proprio mentre la legge parla solo di azione diretta; e se è vero che da un diritto
proprio discende sempre un‟azione (diretta) per farla valere, non è sempre detto che
un‟azione diretta presupponga sempre un proprio diritto sostanziale, potendo essa an-
che discendere verso un terzo per volontà di legge (ad esempio ex privilegio)».
(127) Il riferimento normativo, nella disciplina vigente, è l‟art. 12, comma 10, del-
la l. 11 febbraio 1992 n. 157.
(128) V. in generale, non con riferimento allo specifico regime di imputazione ri-
sarcitoria in considerazione: P. M. VECCHI, L‟azione diretta, Padova, 1990. Con riferi-
mento specifico all‟istituto a cui si riferisce questo contributo, annotava E. FANARA, Le
assicurazioni aeronautiche, I, cit., 623: «La posizione di “terzo” del soggetto posto in super-
ficie, che non partecipa né direttamente né volontariamente (a differenza del passegge-
ro) ai vantaggi e rischi della navigazione aerea, e la possibilità di trovarsi di fronte ad un
danneggiante non solvibile giustificano ulteriormente il favore di cui gode l‟assicurazio-
ne dei danni a terzi in superficie». V. diffusamente E. G. ROSAFIO, L‟assicurazione obbli-
gatoria dei danni a terzi in superficie: una fattispecie di difficile identificazione, cit., 418. Cfr. anche
A. ANTONINI, A. GAGGIA, Le assicurazioni aeronautiche, cit., 290. Pur dando conto della
ritrosia delle compagnie di assicurazione all‟ipotesi di introduzione, all‟epoca de jure con-
dendo, di un‟azione diretta del danneggiato contro l‟assicuratore, auspicava una siffatta
soluzione L. MOSSA, Diritto dell‟assicurazione aerea, cit., 273, constatando che, rispetto ad
altri settori assicurativi «Più acuta e urgente si manifesta la preoccupazione, nell‟assicu-
razione aerea, per la natura del rischio e la necessità della protezione».
(129) A suo tempo, S. MARINO, Aspetti e problemi delle assicurazioni aeronautiche, I, in
Assic., 1957, I, 168, ivi, 187; da ultimo, conf. A. ANTONINI, L‟assicurazione della responsabi-
537
RIVISTA DEL DIRITTO DELLA NAVIGAZIONE 2016
lità per i danni a terzi sulla superficie e per i danni da urto, cit., 297.
(130) Cfr., da ultimo, R. CAVALLO BORGIA, Il contratto di assicurazione della responsa-
bilità civile, ne Il risarcimento del danno contrattuale. La responsabilità per ritardo e per fatto degli
ausiliari, Trattato della responsabilità contrattuale, a cura di G. Visintini, III, Padova, 2009,
711, ivi, 745. La lettura opposta era stata seguita da A. DONATI, Trattato del diritto delle
assicurazioni private, III, cit., 429.
(131) Così: Cass. 20 aprile 2007, n. 9516, in Arch. giur. circ., 2008, 73. V. anche
Cass. 14 aprile 2010, n. 8885, in Giust. civ. Mass., 2010, 538. In effetti, nel sistema del co-
dice civile, un «limitato favor» per il danneggiato, rispetto alla copertura assicurativa di
responsabilità civile del danneggiante è rinvenibile nella previsione dell‟art. 2767 c.c.,
che ammette un suo privilegio sull‟indennità dovuta dall‟assicuratore: v. O. TROIANO,
La tutela del terzo danneggiato verso l‟assicuratore di responsabilità civile, ne Gli strumenti della pre-
cauzione: nuovi rischi, assicurazione e responsabilità, a cura di G. Comandé, Milano, 2006, 77,
ivi, 78, sub nt. 2. Va poi segnalata la facoltà, ex art. 1917 c.c., dell‟assicuratore di pagare
l‟indennità dovuta direttamente al terzo danneggiato, previa comunicazione all‟assicu-
ratore (cfr. M. STOLFI, Le assicurazioni obbligatorie di responsabilità civile, cit., 543; v. in gene-
rale E. G. ROSAFIO, L‟assicurazione obbligatoria dei danni a terzi in superficie: una fattispecie di
difficile identificazione, cit., 411). Con riferimento al riconoscimento dell‟azione del terzo
danneggiato che caratterizzava il regime di assicurazione per i danni in superficie, veniva
evocata la categoria del quasi-contratto (cfr. F. ROCCO DI TORREPADULA, L‟assicurazione
marittima ed aeronautica nel diritto interno ed internazionale, cit., 32).
(132) La questione non aveva trovato completa soluzione nei lavori che avevano por-
tato alla convenzione del 1933 (cfr. A. GIANNINI, L‟assicurazione pei danni ai terzi secondo il Pro-
tocollo di Bruxelles del 1938, cit., 234); i limiti dell‟opponibilità di eccezioni dell‟assicuratore al
terzo danneggiato sono stati definiti dall‟art. I del protocollo del 1938 (A. GIANNINI, op. ult.
cit., 255 s.). Nella convenzione di Roma del 1952, al di là della contestazione sulla falsifica-
zione della documentazione («defence of forgery») e delle medesime eccezioni che potrebbe op-
porre l‟operator, all‟assicuratore viene comunque riconosciuta la possibilità di opporre soltanto
le due specifiche eccezioni enunziate nell‟art. 16, § 1: «a) that the damage occurred after the security
538
MICHELE M. COMENALE PINTO
____________
ceased to be effective. However, if the security expires during a flight, it shall be continued in force until the next
landing specified in the flight plan, but no longer than twenty-four hours; and if the security ceases to be effective
for any reason other than the expiration of its term, or a change of operator, it shall be continued until fifteen
days after notification to the appropriate authority of the State which certifies the financial responsibility of the
insurer or the guarantor that the security has ceased to be effective, or until effective withdrawal of the certificate
of the insurer or the certificate of guarantee if such a certificate has been required under paragraph 5 of Article
15, whichever is the earlier; b) that the damage occurred outside the territorial limits provided for by the secu-
rity, unless flight outside of such limits was caused by force majeure, assistance justified by the circumstances, or
an error in piloting, operation or navigation».
(133) Cfr., da ultimo, A. ANTONINI, A. GAGGIA, Le assicurazioni aeronautiche, cit., 290.
Sul regime dell‟inopponibilità delle eccezioni ex art. 9 dell‟Annexe I della convenzione di Stra-
sburgo, v. A. DONATI, L‟attuazione della convenzione europea sull‟assicurazione responsabilità civile
automobilistica, in Assic., 1964, I, 5, ivi, 12 s. Il principio è oggi attuato dall‟art. 144, comma 2,
c. ass., sulla scia dell‟art. 18 della l. n. 990 del 1969: sulla natura di strumento tecnico per «raf-
forzare la tutela della vittima […] senza stravolgere lo schema dell‟assicurazione di responsa-
bilità civile (come invece sarebbe accaduto se l‟azione diretta fosse stata sganciata dal pre-
supposto della responsabilità dell‟assicurato)» v. M. ROSSETTI, L‟assicurazione obbligatoria della
R.C.A., Torino, 2011, 188. Con riferimento alla l. n. 990 del 1969, la questione è stata ogget-
to degli studi di M. FRANZONI, Il terzo danneggiato, Padova, 1986; L. STANGHELLINI, I diritti del
danneggiato e le azioni di risarcimento, Milano, 1990. Non si rinviene, invece, una corrispondente
disciplina per l‟azione diretta verso l‟assicuratore degli incidenti di caccia, nell‟ambito della l.
n. 157 del 1992: cfr. M. ROSSETTI, Il diritto delle assicurazioni, II, Le assicurazioni di responsabilità,
Padova, 2013, 750; D. DE STROBEL, V. OGLIARO, L‟assicurazione di responsabilità civile e il nuovo
codice delle assicurazioni private, Milano, 2008, 17. Sul ruolo pionieristico del diritto aeronautico,
con riferimento a tale specifica disciplina, cfr., da ultimo, A. ANTONINI, L‟assicurazione della
responsabilità per i danni a terzi sulla superficie, e per i danni da urto, cit., 298.
(134) Adottato nella prospettiva di una maggior tutela del danneggiato: cfr. E.
TURCO BULGHERINI, La riforma del codice della navigazione. Parte aerea, in Dir. prat. av. civ.,
2006, 21, ivi, 45.
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altri istituti (135), e con la non felice soluzione dell‟estensione della disci-
plina codicistica anche agli aeromobili militari (art. 965 c. nav.) (136) sia (in
misura minore) sul regime dei danni da urto (137), sia infine sulla disci-
plina delle coperture assicurative, a cui si riferisce questo scritto. Il rinvio
disposto dall‟art. 965 c. nav., attualmente, è da intendersi alla conven-
zione di Roma del 1952 sui danni a terzi in superficie, che, come si è vi-
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(135) Con riferimento specifico alla corrispondente disciplina di rinvio per il tra-
sporto aereo di persone e di cose: v. amplius E. G. ROSAFIO, Il trasporto aereo di cose. Rifles-
sioni sul nuovo regime legale, Milano, 2008, 22. V. anche M. COTTONE, Brevi considerazioni sul
rinvio «dinamico» del codice della navigazione alle norme internazionali sul trasporto aereo, in Giure-
ta, 2008. Il ricorso a tale specifica soluzione non ha mancato di suscitare comprensibili
perplessità, tenuto conto dello scarso successo di ratifiche della convenzione del 1952
(cfr. MAURO CASANOVA, La convenzione di Montreal del 2009 sui danni a terzi in superficie,
cit., 30. D‟altra parte, si registrano perplessità (che potrebbero eventualmente tradursi in
ragioni di scarso successo di ratifiche) anche per quanto concerne le due più recenti
convenzioni di Montreal del 2009: con riferimento ai progetti, v. L. TULLIO, La regressio-
ne del sistema di responsabilità per i danni a terzi sulla superficie, in Dir. trasp., 2008, 1; S. BUSTI,
La tormentata costruzione della nuova normativa internazionaluniforme sul danno a terzi dal volo di
aeromobile: tanta fatica per nulla?, cit., 499.
(136) Tale previsione si pone in linea di rottura con la tradizione legislativa prece-
dente e, comunque, con il principio generale di cui all‟art. 748, comma 1, c. nav., nonché
con l‟espressa esclusione agli aeromobili di Stato della convenzione di Roma del 1952, di
cui all‟art. 26 della medesima convenzione. Analoga esclusione è rinvenibile nel sistema
delle convenzioni di Montreal del 2009 (art. 2, § 4, della convenzione sul rischio da inter-
ferenze illecite; art. 2, § 4, della convenzione sul rischio generale). Peraltro, appare incoe-
rente la scelta del legislatore della riforma della parte aeronautica di circoscrivere l‟esten-
sione agli aeromobili di Stato del solo regime dei danni a terzi in superficie, e non quelli
dei danni da urto: M. M. COMENALE PINTO, La responsabilità per i danni da urto fra aeromobili,
in Nuovi profili di responsabilità e di assicurazione nel diritto aeronautico, cit., 129, ivi, 146. Infine,
non può farsi a meno di sottolineare come, a fronte della scelta del legislatore di estendere
l‟ambito di assoggettamento al regime dei danni a terzi in superficie, si debba registrare
una resistenza a farne applicazione in concreto in sede giudiziaria: sembra significativa la
vicenda decisa (a prescindere da tale disciplina) da Cass. 10 novembre 2010, n. 22822, in
questa Rivista, 2011, 397, con nota critica di G. PRUNEDDU, Attività pericolosa e diritto della
navigazione aerea, ivi, 399, nonché in Giust. civ., 2011, I, 1777, con nota di M. M. COMENALE
PINTO, Attività pericolose e danni a terzi in superficie, ivi, 1778. Sul dibattito relativo alla (neces-
saria) distinzione fra aeromobili militari e aeromobili privati, risalente ai primi studi di di-
ritto aeronautico, v., anche per riferimenti, D. GAETA, La distinzione fra aeromobili di Stato e
aeromobili privati, in questa Rivista, 1960, I, 273. Cfr., inoltre, M. GRIGOLI, La disciplina della
navigazione militare nel sistema del diritto della navigazione, in Giust. civ., 1976, I, 167.
(137) Sui risvolti della riforma in questione, si rinvia a M. M. COMENALE PINTO,
La responsabilità per i danni da urto fra aeromobili, cit., 129, 131 ss.
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MICHELE M. COMENALE PINTO
ABSTRACT
The provision on compulsory insurance for liability for damages to third parties on
the surface has been one of the most controversial areas of the codification of uniform air
law. Under domestic law, the 1942 Code of Navigation embodied the principle of
compulsory insurance, maintaining instead, as optional, the insurance for damages by
collision. Today the compulsory nature of both insurances stems from Regulation (EC) No.
785/2004, which was adopted while civil aviation was still under the effect of the
September 2001 terrorist attacks.
The author reviews the objectives and peculiarities of the insurances considered, also
taking into account the consequences of the broadening of the notion of «aircraft», with the in-
clusion of light sport aircrafts, as well as remotly piloted aircrafts.
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