Mario Turci: Antropologo patrimonialista e del paesaggio
Cultura Materiale e dell’affettività Il patrimonio e l’insieme dei beni e degli usi di un popolo. Gli IPEROGGETTI. Perché le donne che escono da Aushwitz non sono disposte ad abbandonare le loro valigie, a costo di perdere il treno per fuggire via? Ogni vecchio Armeno ha una valigia sotto al letto, ma cosa c’è in quella valigia? È una domanda a cui non riceveremo mai risposta, oggetti carichi di senso affettivo. Gli oggetti carichi di affetto diventano cose. Le cose sono piene della densità affettiva che noi gli affidiamo, gli iperoggetti sono cose. Gli oggetti sono dei canali, dei segnavia per comprende le persone. Le cose parlano, e se parlano pensano, ma che cosa pensano? E quindi di che cosa parlano? Gli oggetti parlano della vita. Il patrimonio è quando riusciamo a scovare nell’oggetto la dimensione umana che può narrarci l’incontro con le persone. Se il patrimonio non è narrabile, è patrimonio? Il patrimonio ci è utile perché partecipa alla qualità della nostra vita. Noi il patrimonio lo possiamo scoprire, indagare, cercare ma quella cosa è patrimonio nostro se entra dentro di noi, a far parte della nostra vita. Noi siamo una relazione, noi siamo una molteplicità di relazione. Se si toglie la memoria agli oggetti, smettono di essere parte del patrimonio, perche parlano solo della loro superficie. Etnografia dell’oggetto, i due elementi sono il tempo e lo spazio. L’abito è un velo tra il nostro corpo ed il mondo, perche noi non nasciamo vestiti, nasciamo nudi, ma non potremmo girare nudi, abbiamo bisogno di coprirci. Obsolescenza. Gli iper oggetti sono densamente relazionali, storici e esistenziali. Gli iper oggetti sono orme di cura.. Gli oggetti sono testimoni di un processo esistenziale