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C'è un primo gesto fondamentale per cui nella vita

della Chiesa un uomo è reso immanente al mistero di


Cristo: è il Battesimo, il gesto con cui Cristo afferra
l'uomo e lo porta dentro di sé. L'acqua, presente nella
cerimonia del battesimo, era un tempo più abbondan-
te e in essa ci si immergeva. Simbolo primordiale e
ambivalente, l'acqua è il segno della vita, e la parola
del celebrante su di essa rende presente la forza ri-
creatrice dello Spirito di Dio, ma è anche simbolo di
rischio e fatica, per cui l'uomo attraversa il mare della
vita, con una libertà diversa. Attraverso il segno di
questa immersione e rigenerazione Cristo afferra nella
storia l'uomo che sceglie come suo discepolo. Dice
Paolo scrivendo ai Galati: «Quanti siete stati battezzati
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in Cristo, vi siete rivestiti di Cristo [cioè immedesimati


con Lui]. Non c'è più giudeo né greco; non c'è più
schiavo né libero; non c'è più uomo né donna, poiché
tutti voi siete uno in Cristo Gesù. E se appartenete a
Cristo, allora siete discendenza di Abramo, eredi se-
condo la promessa».34
Una immedesimazione che diventa determinante
per la fisionomia dell'uomo, ne tocca le più intime
fibre, lo trasforma, lo rende nuova creatura.
E il gesto che rende possibile il cammino di questa
nuova creatura, rifatta dalla potenza di Dio e capace
di cose nuove, è l'Eucaristia, viatico, cibo del cammino,
alimento vero della persona, della sua speranza. Con-
tinuamente, in questo gesto, Cristo, donandosi, perfe-
ziona l'uomo in se stesso.
Ricordiamo ancora una volta l'incontro del Signore
con Zaccheo, il ricco pubblicano che si arrampicò sul
sicomoro per riuscire a vedere Gesù che passava.
«Gesù alzò lo sguardo e gli disse: "Zaccheo, scendi subi-
to, perché oggi devo fermarmi a casa tua". In fretta
scese e lo accolse pieno di gioia.»35 Questa è l'eucaristia:
Cristo ci restituisce un'umanità capace di giustizia, di
34
Gal 3,27-29.
35
Lc 19,5-6.

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