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Aurora Oggioni aurora.oggioni@liceoberchet.edu.

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Liceo Classico G. Berchet. A.S. 2020-2021, IIIB

Testi con relativa traduzione


Testo di partenza di lingua greca: da Platone, Repubblica, V,16 - sezione 470b e ss.

“Φαίνεταί μοι, ὥσπερ καὶ ὀνομάζεται δύο ταῦτα ὀνόματα, πόλεμός τε καὶ στάσις, οὕτω καὶ εἶναι δύο, ὄντα ἐπὶ δυοῖν
τινοιν διαφοραῖν. λέγω δὲ τὰ δύο τὸ μὲν οἰκεῖον καὶ συγγενές, τὸ δὲ ἀλλότριον καὶ ὀθνεῖον. ἐπὶ μὲν οὖν τῇ τοῦ
οἰκείου ἔχθρᾳ στάσις κέκληται, ἐπὶ δὲ τῇ τοῦ ἀλλοτρίου πόλεμος.

[…] Ἕλληνας μὲν ἄρα βαρβάροις καὶ βαρβάρους Ἕλλησι πολεμεῖν μαχομένους τε φήσομεν καὶ πολεμίους φύσει
εἶναι, καὶ πόλεμον τὴν ἔχθραν ταύτην κλητέον· Ἕλληνας δὲ Ἕλλησιν, ὅταν τι τοιοῦτον δρῶσιν, φύσει μὲν φίλους
εἶναι, νοσεῖν δ' ἐν τῷ τοιούτῳ τὴν Ἑλλάδα καὶ στασιάζειν, καὶ στάσιν τὴν τοιαύτην ἔχθραν κλητέον.”
Traduzione.

“A me sembra che come esistono questi due termini, guerra in senso proprio e guerra intestina, così esistono
due nozioni, poiché ci sono due diversi tipi (di conflitti). Io intendo per questi due (concetti) l’uno elemento
familiare e congiunto, l’altro elemento estraneo e straniero. Dunque quando si tratta di discordia con chi è
familiare (questa) si chiama guerra intestina, quando con chi è straniero, guerra in senso proprio.

[…] Diremo dunque che si fronteggiano e che sono per natura nemici quando combattono Greci con barbari,
e barbari con Greci, e questa discordia va chiamata guerra in senso proprio; ma quando fanno questa
guerriglia Greci contro Greci, diremo che per natura sono concittadini, ma che la Grecia in questo caso è
inferma e in rivolta, e questa discordia va chiamata guerra intestina.”
Testo latino di confronto, da Sant’Agostino, Epistola CLXXXIX a Bonifacio (5; 15-17).

“Maioris quidem loci sunt apud Deum, qui omnibus istis saecularibus actionibus derelictis, etiam summa
continentia castitatis ei serviunt; Sed unusquisque, sicut Apostolus dicit, proprium donum habet a Deo; alius
sic, alius autem sic. Alii ergo pro vobis orando pugnant contra invisibiles inimicos; vos pro eis pugnando
laboratis contra visibiles barbaros. Utinam una fides esset in omnibus, quia et minus laboraretur, et facilius
diabolus cum angelis suis vinceretur.”
Traduzione a cura di augustinus.it.

“E' bensì vero che presso Dio sono tenuti in maggiore considerazione coloro i quali, rinunciando a tutte
codeste occupazioni mondane, lo servono anche nella perfetta continenza della castità, ma ognuno - come
afferma l'Apostolo - ha il proprio dono da Dio, chi in una maniera, chi in un’altra. Altri dunque combattono
contro i nemici invisibili pregando per voi, mentre voi spendete le vostre energie combattendo per loro
contro i barbari visibili. Volesse però il cielo che tutti avessimo un'unica fede, poiché allora saremmo
angustiati di meno e vinceremmo più facilmente il demonio con gli angeli suoi”.

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