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Carmine Albanese, Anna Lanza, Greta Di Fabio, Fabio Catalanotto, Giuseppe

Biasin

Problemi con equazioni di secondo


grado

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OpenProf.com, aprile 2023


1 OpenProf.com

1 Scomposizione di polinomi
La scomposizione si può considerare come il procedimento inverso alla moltiplicazione:
leggiamo i numeri e le lettere che compongono un polinomio come i risultati di moltipli-
cazioni già fatte.
Dobbiamo imparare a percorrere a rovescio le moltiplicazioni.
La scomposizione di un polinomio in fattori è quindi la procedura attraverso cui
riusciamo ad abbassare il grado di un polinomio, senza cambiare il suo valore.
Facciamo un esempio semplice:

Esempio

Scomponiamo questo polinomio:

x2 + y 2 + 2xy

Possiamo scrivere questo polinomio come:

(x + y)(x + y)

Infatti:

(x + y)(x + y) = x2 + xy + xy + y 2 = x2 + y 2 + 2xy

1.1 Raccoglimento a fattor comune


Se i monomi che fanno parte di un polinomio sono divisibili per lo stesso monomio,
possiamo raccogliere a fattor comune o mettere in evidenza tale monomio.

Esempio

Inizio dei passaggi

Esempio di raccoglimento a fattor comune:

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2ax + ay − 4bx − 2by

I primi due monomi sono divisibili per a e i secondi due sono divisibili per
-2b. Procediamo perciò al raccoglimento a fattor comune per ciascuno dei
due binomi:

a(2x + y) − 2b(2x + y)

Il polinomio ottenuto è ulteriormente divisibile per (2x + y). Procediamo


a mettere tale termine in evidenza, ottenendo il seguente polinomio scom-
posto:

(2x + y)(a − 2b)

Fine dei passaggi

In questo caso si dice che abbiamo effettuato dei raccoglimenti a fattor comune
parziali.

Esempio

Inizio dei passaggi

Esempio di raccoglimento a fattor comune totale:

2ax3 + 8a2 x2 − 4ax

Tutti i monomi sono divisibili per 2ax. Procediamo perciò al raccoglimento


a fattor comune di tale monomio:

2ax(x2 + 4ax − 2)

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Fine dei passaggi

In quest’ultimo esempio si dice che abbiamo effettuato un raccoglimento a fattor


comune totale.

1.2 Differenza di due quadrati


Abbiamo visto precedentemente che vale l’uguaglianza:

Differenza di due quadrati

a2 − b2 = (a + b)(a − b)

Possiamo scomporre in fattori un polinomio che sia la differenza di due quadrati.

Esempio

Vediamo un esempio di scomposizione di un polinomio in cui sia presente


anche la differenza di due quadrati:

Inizio dei passaggi

50x3 − 8xy 2

Tutti i monomi sono divisibili per 2x. Procediamo al raccoglimento a fattor


comune totale:

2x(25x2 − 4y 2 )

Ma (25x2 −4y 2 ) non è altro che una differenza di quadrati e quindi scriviamo:

2x(5x + 2y)(5x − 2y)

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Fine dei passaggi

1.3 Trinomio equivalente al quadrato di un binomio


Abbiamo visto precedentemente che valgono le seguenti uguaglianze:

Quadrato di un binomio somma

(a + b)2 = a2 + 2ab + b2

Quadrato di un binomio differenza

(a − b)2 = a2 − 2ab + b2

Quindi possiamo ricavare il quadrato di un binomio da un trinomio costituito:

• il quadrato del primo monomio;

• il quadrato del secondo monomio;

• il doppio prodotto dei due monomi;

Esempio

Inizio dei passaggi

Vediamo un esempio di scomposizione di un polinomio in cui sia


presente anche un trinomio convertibile nel quadrato di un binomio:

12ax3 − 12ax2 y + 3axy 2

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Tutti i monomi sono divisibili per 3ax. Procediamo quindi al raccoglimento


a fattor comune totale:

3ax(4x2 − 4xy + y 2 )

Il trinomio (4x2 − 4xy + y 2 ) non è altro che il quadrato di un binomio e


quindi possiamo scrivere:

3ax(2x − y)2

Fine dei passaggi

1.4 Quadrinomio equivalente al cubo di un binomio


Come ricordiamo, valgono le seguenti uguaglianze:

Cubo di un binomio somma

(a + b)3 = a3 + 3a2 b + 3ab2 + b3

Cubo di un binomio differenza

(a − b)3 = a3 − 3a2 b + 3ab2 − b3

Possiamo ricavare il cubo di un binomio da un quadrinomio costituito da:

• due monomi che sono cubi;

• da altri due monomi che sono ognuno il triplo prodotto del quadrato dell’uno per
l’altro;

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Esempio

Inizio dei passaggi

Vediamo un esempio di scomposizione di un polinomio in cui sia


presente anche un quadrinomio convertibile nel cubo di un binomio:

a3 x − 3a3 − 6a2 x + 18a2 + 12ax − 36a − 8x + 24

Procediamo con un raccoglimento a fattor comune parziale:

a3 (x − 3) − 6a2 (x − 3) + 12a(x − 3) − 8(x − 3)

Raccogliamo a fattor comune il binomio x − 3:

(x − 3)(a3 − 6a2 + 12a − 8)

Il quadrinomio (a3 − 6a2 + 12a − 8) non è altro che il cubo di un binomio e


quindi scriviamo:

(x − 3)(a − 2)3

Fine dei passaggi

1.5 Somma e differenza di potenze di uguale grado


Abbiamo visto precedentemente che valgono le seguenti uguaglianze, che valgono per
tre differenti casi, a seconda dell’esponente.

1.5.1 Per n dispari

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Quoziente tra la somma di due potenze di grado n e il corrispondente


binomio somma di primo grado:

(xn + an ) : (x + a) = xn−1 − axn−2 + a2 xn−3 + · · · + an−1

per n dispari

E quindi vale anche l’uguaglianza:

Svolgimento della somma di due potenze di grado n, con n dispari:

(xn + an ) = (x + a)(xn−1 − axn−2 + a2 xn−3 + · · · + an−1 )

Possiamo scomporre in questo modo la somma di potenze uguali con esponente dis-
pari.

Esempio

Vediamo un esempio di scomposizione di una somma di potenze uguali con


esponente dispari:

x5 + a5 = (x + a)(x4 − ax3 + a2 x2 − a3 x + a4 )

1.5.2 Per n pari

Quoziente tra la differenza di due potenze di grado n e il corrispondente


binomio somma di primo grado

(xn − an ) : (x + a) = xn−1 − axn−2 + a2 xn−3 + · · · − an−1

per n pari

E quindi vale anche l’uguaglianza:

Svolgimento della differenza di due potenze di grado n, con n pari:

xn − an = (x + a)(xn−1 − axn−2 + a2 xn−3 + · · · − an−1 )

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Possiamo scomporre in questo modo la differenza di potenze uguali con esponente


pari.

Esempio

Vediamo un esempio di scomposizione di una differenza di potenze uguali


con esponente pari:

x6 − y 6 = (x + y)(x5 − x4 y + x3 y 2 − x2 y 3 + xy 4 − y 5 )

1.5.3 Per qualsiasi n

Quoziente tra la differenza di due potenze di grado n e il corrispondente


binomio differenza di primo grado

(xn − an ) : (x − a) = xn−1 + axn−2 + a2 xn−3 + · · · + an−1

per qualunque valore di n

E quindi possiamo anche scrivere:

Svolgimento della differenza di due potenze di grado n, con n qualsiasi

(xn − an ) = (x − a)(xn−1 + axn−2 + a2 xn−3 + · · · + an−1 )

Possiamo scomporre in questo modo la differenza di potenze uguali, qualunque sia il


valore dell’esponente.

Esempio

Esempio di scomposizione di una differenza di potenze con esponente pari:

(x4 − y 4 ) = (x − y)(x3 + x2 y + xy 2 + y 3 )

Esempio

Esempio di scomposizione di una differenza di potenze con esponente dis-

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pari:

(x5 − a5 ) = (x − a)(x4 + ax3 + a2 x2 + a3 x + a4 )

1.6 Trinomio di secondo grado


Se in un trinomio di secondo grado nella variabile x :

• il secondo coefficiente è uguale alla somma di due numeri relativi;

• il terzo coefficiente è uguale al prodotto tra quei due stessi numeri;

Allora il trinomio di secondo grado è uguale al prodotto (x + 1◦ numero) (x + 2◦


numero)

Esempio

Vediamo un esempio di quanto affermato:


Consideriamo il seguente trinomio di secondo grado:

x2 + 8x + 15

Possiamo riscrivere il secondo coefficiente, 8, e il terzo coefficiente, 15 come:

8=3+5

15 = 3 · 5
ovvero, 8 corrisponde alla somma dei numeri 3 e 5 e 15 corrisponde al prodotto
tra 3 e 5, e quindi avremo:

x2 + 8x + 15 = x2 + 3x + 5x + 15 = (x + 3)(x + 5)

Come possiamo verificare, se effettuamo il prodotto (x+3)(x+5) otterremo proprio


il binomio x2 + 8x + 15

Scomposizione di un trinomio di secondo grado


Un trinomio di secondo grado è scomponibile come segue:

x2 + ax + b = (x + m)(x + n)

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con

a=m+n

b=m·n

1.7 Scomposizione tramite la Regola di Ruffini


Possiamo vedere qui che, se un polinomio viene annullato sostituendo alla sua variabile
un numero relativo k, tale polinomio è divisibile per il binomio (x - k).
Se tale polinomio ha più zeri o radici, ovvero più numeri che lo rendono uguale a
zero, allora tale polinomio è divisibile per tanti binomi (x - k) in cui possiamo sostituire
di volta in volta a k ognuno dei numeri che annullano il polinomio dato.

Esempio

Vediamo un esempio di quanto affermato:


Consideriamo il seguente polinomio:

x2 + 2x − 15

Tale polinomio viene annullato per x = 3 :

(3)2 + 2(3) − 15 = 9 + 6 − 15 = 0

e per x = -5 :

(−5)2 + 2(−5) − 15 = 25 − 10 − 15 = 0.

Deduciamo che tale polinomio è divisibile per (x - 3) e (x + 5).

Come possiamo notare dall’esempio, 3 e -5 sono anche entrambi divisori del termine
noto del polinomio iniziale, ovvero di -15. Ne deduciamo che:

Regola per la ricerca degli zeri di un polinomio


Gli zeri di un polinomio sono divisori del suo termine di grado zero.

Possiamo dunque cercare gli zeri di un polinomio tra tutti i divisori del termine noto
per poi scartare quelli che non annullano il polinomio. Infatti, nell’esempio, divisori di
-15 sono +3, -3, +5 e -5, ma come abbiamo visto solo +3 e -5 annullano il polinomio e
quindi sono suoi zeri.

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Dividendo così un polinomio per ognuno dei binomi per cui esso è divisibile, possiamo
ottenere via via dei polinomi più semplici, il cui prodotto ci dà proprio il polinomio di
partenza. Se svolgiamo quindi divisioni successive con la Regola di Ruffini, possiamo
scomporre in fattori un polinomio complesso.

Esempio

Vediamo un esempio di scomposizione di un polinomio attraverso la Regola


di Ruffini:

Inizio dei passaggi

Consideriamo il seguente polinomio:

x4 + 2x3 − 12x2 + 6x − 45

Ricerchiamo innanzitutto i suoi zeri tra quelli che, come abbiamo affermato,
sono divisori del suo termine di grado zero, ovvero di -45, e dunque:

±1, ±3, ±5, ±9, ±15, ±45.

Come possiamo verificare sostituendo tali valori alla variabile x, di tali di-
visori solo +3 è uno zero del polinomio:

(3)4 + 2(3)3 − 12(3)2 + 6(3) − 45 = 81 + 54 − 108 + 18 − 45 = 0

e quindi dividiamo il polinomio per il binomio x - 3 con la Regola di Ruffini:

1 2 −12 6 −45
3 15 9 45
1 5 3 15 0

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Il quoziente della divisione è un nuovo polinomio:

x3 + 5x2 + 3x + 15.

Il nostro polinomio iniziale è stato scomposto come segue:

(x − 3)(x3 + 5x2 + 3x + 15)

Ricerchiamo gli zeri del nuovo polinomio ottenuto tra i divisori del suo
termine di grado zero, ovvero di +15, e dunque:

±1, ±3, ±5, ±15.

Come possiamo verificare sostituendo tali valori alla variabile x, di tali di-
visori solo -5 è uno zero, e quindi dividiamo il polinomio per x + 5 con la
Regola di Ruffini:

1 5 3 15
−5 0 −15
1 0 3 0

Il quoziente della divisone è:

x2 + 3

e dunque abbiamo scomposto il secondo polinomio ottenuto come:

(x + 5)(x2 + 3)

Con una serie di divisioni successive abbiamo dunque scomposto il polinomio


di partenza:

(x − 3)(x + 5)(x2 + 3)

Fine dei passaggi

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1.8 Utilizzo di artifici


Nel processo di scomposizione in fattori di un polinomio, a volte dobbiamo ricorrere
a degli artifici. Consideriamo i seguenti esempi:

Esempio

Inizio dei passaggi

Vediamo un esempio di scomposizione di un polinomio in cui è nec-


essario utilizzare degli artifici:

x4 + 4

Aggiungiamo e sottraiamo il monomio 4x2 in modo da simulare la presenza


del quadrato di un binomio:

x4 + 4 + 4x2 − 4x2

I primi tre monomi corrispondono al quadrato di un binomio e quindi scriv-


iamo:

(x2 + 2)2 − 4x2

Abbiamo ottenuto così la differenza di due quadrati che scomponiamo come


segue:

(x2 + 2 + 2x)(x2 + 2 − 2x)

Fine dei passaggi

Per differenze di potenze di ugual grado e superiori a 2, procediamo considerandole


differenze di quadrati come mostrato nell’esempio seguente:

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Esempio

Inizio dei passaggi

Vediamo un esempio di scomposizione di una differenza di potenze


superiori a 2:

x4 − y 4

Riscriviamo tale espressione come segue:

(x2 )2 − (y 2 )2

Abbiamo ottenuto in questo modo la differenza di due quadrati. Scomponi-


amola nel seguente modo:

(x2 + y 2 )(x2 − y 2 )

Scomponiamo ulteriormente la differenza di quadrati risultante:

(x2 + y 2 )(x + y)(x − y)

Fine dei passaggi

Per somme di potenze di ugual grado con esponente divisibile per 3, possiamo pro-
cedere considerandole somme di cubi come mostrato nell’esempio seguente:

Esempio

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Inizio dei passaggi

Vediamo un esempio di scomposizione di una somma di potenze con


esponente divisibile per 3:

x9 + y 9

Riscriviamo tale espressione come segue:

(x3 )3 + (y 3 )3

Abbiamo ottenuto in questo modo la somma di due cubi. Scomponiamola


nel seguente modo, come per i binomi costituiti da somme di potenze dello
stesso grado:

(x3 + y 3 )(x6 − x3 y 3 + y 6 )

Scomponiamo ulteriormente la somma di cubi rimanente:

(x + y)(x2 − xy + y 2 )(x6 − x3 y 3 + y 6 )

Fine dei passaggi

1.9 M.C.D. e m.c.m. di polinomi


Il Massimo Comun Divisore o M.C.D. di polinomi scomposti in fattori e non
ulteriormente scomponibili è dato dal prodotto dei fattori comuni, ciascuno preso col
minor esponente.
Il minimo comune multiplo o m.c.m. di polinomi scomposti in fattori e non
ulteriormente scomponibili è dato dal prodotto dei fattori comuni e non comuni, ciascuno
preso una sola volta e col maggior esponente.

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Esempio

Vediamo un esempio di come si trova il M.C.D. e il m.c.m. dei seguenti


polinomi:

(9x2 − y 2 ); (9x2 + 6xy + y 2 ); (15x2 + 5xy)

Scomposti in fattori i suddetti polinomi, avremo:

9x2 − y 2 = (3x + y)(3x − y)

9x2 + 6xy + y 2 = (3x + y)2


15x2 + 5xy = 5x(3x + y)
Considerando solo i fattori comuni con minor esponente, avremo che il M.C.D. dei
tre polinomi è:

3x + y

Considerando i fattori comuni e non comuni con maggior esponente, avremo che
il m.c.m. dei tre polinomi è dato dal prodotto:

5x(3x + y)2 (3x − y)

Il M.C.D. e il m.c.m di due o più polinomi interi in una stessa variabile si possono
calcolare con il cosiddetto metodo Euclideo delle divisioni successive:

• Per il M.C.D. di due polinomi interi nella stessa variabile, procediamo dividendo il
polinomio di grado maggiore per quello di grado minore. Dividiamo poi il polinomio
di grado minore per il resto della prima divisione. Dividiamo il primo resto per il
secondo resto e così via fino ad ottenere per resto zero o un’espressione di grado
zero rispetto alla variabile. Quando il resto finale è zero, il M.C.D. è dato dal
penultimo resto. Quando il resto finale è un’espressione di grado zero rispetto alla
variabile, allora i due polinomi iniziali sono primi fra loro.

Esempio

Calcoliamo il M.C.D. di due polinomi interi nella stessa variabile col


metodo delle divisioni successive.
Consideriamo i due polinomi:

x4 − 4x3 − 6x2 + 4x + 5

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x3 + 3x2 − x − 3

Inizio dei passaggi

x4 − 4x3 − 6x2 + 4x + 5 : x3 + 3x2 − x − 3

Dividiamo il polinomio di grado maggiore per il polinomio di grado


minore:

x4 −4x3 −6x2 +4x +5 : x3 +3x2 −x −3


−x4 −3x3 +x2 +3x x −7
−7x3 −5x2 +7x +5
7x3 +21x2 −7x −21
16x2 −16
R= x2 −1

Dividiamo il polinomio di grado minore per il resto della prima divi-


sione:

x3 +3x2 −x −3 : x2 −1
−x3 +x x +3
3x2 −3
−3x2 +3
R= 0

Poiché il resto della seconda divisione è zero, il M.C.D. è dato dal


resto della penultima divisione:

M.C.D. = x2 − 1

Fine dei passaggi

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• Per il m.c.m. di due polinomi interi nella stessa variabile, procediamo moltiplicando
uno di essi per il quoziente della divisione tra l’altro polinomio e il loro M.C.D.

Esempio

Calcoliamo il m.c.m. dei due polinomi presi in considerazione nell’esempio


precedente:

Inizio dei passaggi

[(x3 + 3x2 − x − 3) : x2 − 1](x4 − 4x3 − 6x2 + 4x + 5)

Dividiamo uno dei due polinomi per il loro M.C.D. che, come abbiamo
visto, è x2 − 1:

(x + 3)(x4 − 4x3 − 6x2 + 4x + 5)

Risolviamo la moltiplicazione e otteniamo il m.c.m. dei due polinomi:

m.c.m. = x5 − x4 − 18x3 − 14x2 + 17x + 15

Fine dei passaggi

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2 Equazioni di secondo grado


Un’equazione di secondo grado o equazione quadratica in una sola variabile x è
un’uguaglianza che, quando ridotta in forma normale, presenta la x del primo membro
di grado pari a 2:

ax2 + bx + c = 0

I numeri o le espressioni letterali a, b e c sono detti primo, secondo e terzo coeffi-


ciente (quest’ultimo è detto anche termine noto) dell’equazione.
E’ chiaro che deve sempre valere la condizione:

a 6= 0

Altrimenti non abbiamo più un’equazione di secondo grado, bensì di primo grado:

bx + c = 0

Esempio

Vediamo come si riduce a forma normale un’equazione di secondo grado.

Inizio dei passaggi

Consideriamo la seguente equazione:

3x + (x + 2)2 = 1 − (x − 1)(x + 1)

Calcoliamo il quadrato del binomio al primo membro e il prodotto tra bi-


nomi al secondo membro:

3x + x2 + 4x + 4 = 1 − x2 + 1

Spostiamo i termini del secondo membro al primo membro cambiandoli di


segno:

3x + x2 + 4x + 4 − 1 + x2 − 1 = 0

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Sommiamo i monomi simili tra loro e otteniamo l’equazione di secondo


grado in forma normale:

2x2 + 7x + 2 = 0

Fine dei passaggi

Esempio

Individuiamo il coefficienti di un’equazione di secondo grado.


Consideriamo l’equazione ridotta in forma normale:

x2 − 3x + 5 = 0

In questo caso i coefficienti dell’equazione saranno:

a b c o termine noto
+1 -3 +5

2.1 Soluzioni di un’equazione di secondo grado


Consideriamo un’equazione di secondo grado.

ax2 + bx + c = 0

a 6= 0, b 6= 0, c 6= 0
Si chiama soluzione o radice dell’equazione un qualunque numero reale che, sos-
tituito alla variabile x, fa valere l’equazione. Nel caso delle equazioni ridotte a forma
normale troviamo i valori di x che annullano il polinomio di secondo grado.
Il numero massimo di soluzioni o radici di un’equazione dipende dal suo grado:

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Grado Max numero di soluzioni


Equazione di primo grado 1
Equazione di secondo grado 2
Equazione di terzo grado 3
Equazione di grado n n

Esempio

Troviamo le soluzioni di un’equazione di secondo grado per tentativi.


Consideriamo l’equazione ridotta in forma normale:

x2 − 2x − 3 = 0

Sostituiamo i seguenti valori alla variabile x :

(1)2 − 2(1) − 3 = 1 − 2 − 3 = −4

(−1)2 − 2(−1) − 3 = 1 + 2 − 3 = 0
x1 = −1 è una soluzione dell’equazione.
Cerchiamo, se esiste, la seconda soluzione:

(2)2 − 2(2) − 3 = 4 − 4 − 3 = −3

(−2)2 − 2(−2) − 3 = 4 + 4 − 3 = 5
(3)2 − 2(3) − 3 = 9 − 6 − 3 = 0
x2 = 3 è la seconda soluzione dell’equazione.

Possiamo considerare la risoluzione di tale equazione da due punti di vista:

2.2 Risoluzione matematica delle equazioni di secondo grado


Per risolvere l’equazione, si applica la seguente Formula risolutiva delle equazioni di
secondo grado:

−b ± b2 − 4ac
x1,2 =
2a
dove il binomio al di sotto della radice quadrata viene denominato discriminante
ed è solitamente rappresentato dalla lettera greca delta:

∆ = b2 − 4ac

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Si chiama discriminante poiché le possibili soluzioni dell’equazione quadratica dipen-


dono da esso. Si possono verificare infatti tre casi:

• ∆ > 0: l’equazione ha due soluzioni reali e distinte

• ∆ = 0: l’equazione ha una sola soluzione reale

• ∆ < 0: l’equazione non ha soluzioni reali

2.3 Risoluzione grafica delle equazioni di secondo grado


Un altro approccio alla risoluzione delle equazioni di secondo grado è quello grafico.
Possiamo notare infatti che il grafico della funzione quadratica:

f (x) = ax2 + bx + c

corrisponde nel piano cartesiano a una parabola, ovvero a una figura geometrica
piana i cui punti hanno coordinate che si possono calcolare secondo la seguente equazione
cartesiana:

y = ax2 + bx + c

Scegliendo quindi un punto di ascissa:

x1

la sua ordinata sarà calcolata nel seguente modo:

y1 = ax21 + bx1 + c

Esempio

Tracciamo una parabola il cui primo coefficiente a è positivo.


Consideriamo la parabola:
y = x2 + x + 1
Calcoliamo le coordinate di alcuni dei suoi punti:

Punto x y = x2 + x + 1
A 0 y = 02 + 0 + 1 = 1
B 1 y = 12 + 1 + 1 = 3
C −1 y = (−1)2 − 1 + 1 = 1

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Se tracciamo il grafico della parabola dell’esempio precedente, possiamo notare che


per a > 0 la concavità della parabola è verso l’alto:

Esempio

Tracciamo ora una parabola il cui primo coefficiente a è negativo.

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Consideriamo la parabola:

y = −x2 + x − 1

Calcoliamo le coordinate di alcuni dei suoi punti:

Punto x y = −x2 + x − 1
A 0 y = 02 + 0 − 1 = −1
B 1 y = −(1)2 + 1 − 1 = −1
C −1 y = −(−1)2 − 1 − 1 = −3

Se tracciamo il grafico della parabola dell’esempio precedente, possiamo notare che


per a < 0 la concavità della parabola è verso il basso:

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Quindi trovare le soluzioni di un’equazione quadratica del tipo:

ax2 + bx + c = 0

vorrà dire quindi trovare i valori per cui la funzione f (x) = ax2 + bx + c si annulla,
ovvero calcolare:

f (x) = 0

il che corrisponde a trovare il valore delle ascisse dei punti nei quali la parabola
interseca l’asse X e per i quali l’ordinata è zero.

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Analizziamo nel dettaglio la risoluzione delle equazioni di secondo grado in base ai


valori assunti dal delta.

2.3.1 Delta positivo; due soluzioni reali

Se consideriamo la parabola:

f (x) = ax2 + bx + c

Il discriminante è

∆ = b2 − 4ac > 0

∆>0
il grafico della funzione è una parabola che interseca l’asse delle X in due punti, aventi
per ascisse le due radici dell’equazione.
Per calcolare i due punti dove la parabola interseca l’asse x:

−b + b2 − 4ac
x1 =
2a


−b − b2 − 4ac
x2 =
2a

Coefficiente a positivo

Esempio

Risoluzione di un’equazione quadratica con delta > 0 e a > 0.

x2 − 10x + 16 = 0

Tale equazione corrisponde alla parabola:

y = x2 − 10x + 16

Poiché il valore del coefficiente

a = +1 > 0

sappiamo che la parabola avrà la concavità verso l’alto.


Calcoliamo ora il delta:

∆ = (−10)2 − 4(16) = 100 − 64 = 36 > 0

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Essendo il delta positivo, sappiamo che la parabola interseca l’asse delle x in due
punti. Per calcolare le coordinate di questi due punti, applichiamo le formule:

10 + 36 10 + 6 16
x1 = = = =8
2 2 2

10 − 36 10 − 6 4
x2 = = = =2
2 2 2
Adesso possiamo disegnare la parabola che avrà concavità verso l’alto e inter-
secherà l’asse delle x nei punti:

A(8, 0)

B(2, 0)

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Coefficiente a negativo

Esempio

Risoluzione di un’equazione quadratica con delta > 0 e a < 0.

−x2 + 10x − 16 = 0

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Tale equazione corrisponde alla parabola:

y = −x2 + 10x − 16

Poiché il valore del coefficiente

a = −1 < 0

sappiamo che la parabola avrà la concavità verso il basso.


Calcoliamo ora il delta:

∆ = (10)2 − 4(−1)(−16) = 100 − 64 = 36 > 0

Essendo il delta positivo, sappiamo che la parabola interseca l’asse delle x in due
punti. Per calcolare le coordinate di questi due punti, applichiamo le formule:

−10 + 36 −10 + 6 −4
x1 = = = =2
−2 −2 −2

−10 − 36 −10 − 6 −16
x2 = = = =8
−2 −2 −2
Adesso possiamo disegnare la parabola che avrà concavità verso il basso e inter-
secherà l’asse delle x nei punti:

A(2, 0)

B(8, 0)

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2.3.2 Delta uguale a zero; una soluzione reale

Se consideriamo la parabola:
f (x) = ax2 + bx + c
Il discriminante è
∆ = b2 − 4ac = 0
∆=0

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il grafico della funzione è una parabola che interseca l’asse delle X in un solo punto
avente per ascissa la radice dell’equazione.
Per calcolare il punto dove la parabola interseca l’asse x:
b
x1 = −
2a

Coefficiente a positivo

Esempio

Risoluzione di un’equazione quadratica con delta = 0 e a > 0 .

x2 − 2x + 1 = 0

Tale equazione corrisponde alla parabola:

y = x2 − 2x + 1

Poiché il valore del coefficiente

a = +1 > 0

sappiamo che la parabola avrà la concavità verso l’alto.


Calcoliamo ora il delta:

∆ = (−2)2 − 4 = 4 − 4 = 0

Essendo il delta nullo, sappiamo che la parabola interseca l’asse delle x in un solo
punto. Per calcolare le coordinate di questo punto, applichiamo la formula:
−2
x1 = − = +1
2
Adesso possiamo disegnare la parabola che avrà concavità verso l’alto e inter-
secherà l’asse delle x nel punto:

A(1, 0)

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Coefficiente a negativo

Esempio

Risoluzione di un’equazione quadratica con delta = 0 e a < 0 .

−x2 + 2x − 1 = 0

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Tale equazione corrisponde alla parabola:

y = −x2 + 2x − 1

Poiché il valore del coefficiente

a = −1 < 0

sappiamo che la parabola avrà la concavità verso il basso.


Calcoliamo ora il delta:

∆ = (2)2 − 4(−1)(−1) = 4 − 4 = 0

Essendo il delta nullo, sappiamo che la parabola interseca l’asse delle x in un solo
punto. Per calcolare le coordinate di questo punto, applichiamo la formula:
2
x1 = − = +1
−2
Adesso possiamo disegnare la parabola che avrà concavità verso il basso e inter-
secherà l’asse delle x nel punto:

A(1, 0)

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2.3.3 Delta negativo; nessuna soluzione reale

Se consideriamo la parabola:
f (x) = ax2 + bx + c
Il discriminante è
∆ = b2 − 4ac < 0
∆<0

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il grafico della funzione è una parabola che non interseca l’asse delle X poiché
l’equazione non ammette radici reali.

Coefficiente a positivo

Esempio

Risoluzione di un’equazione quadratica con delta < 0 e a > 0 .

x2 + x + 1 = 0

Tale equazione corrisponde alla parabola:

y = x2 + x + 1

Poiché il valore del coefficiente

a = +1 > 0

sappiamo che la parabola avrà la concavità verso l’alto.


Calcoliamo ora il delta:

∆ = (1)2 − 4 = 1 − 4 = −3

Essendo il delta negativo, sappiamo che la parabola non interseca l’asse delle X.
Adesso possiamo disegnare la parabola che avrà concavità verso l’alto e non inter-
seca l’asse delle X.

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Coefficiente a negativo

Esempio

Risoluzione di un’equazione quadratica con delta < 0 e a < 0 .

−x2 + x − 1 = 0

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Tale equazione corrisponde alla parabola:

y = −x2 + x − 1

Poiché il valore del coefficiente

a = −1 < 0

sappiamo che la parabola avrà la concavità verso il basso.


Calcoliamo ora il delta:

∆ = (1)2 − 4(−1)(−1) = 1 − 4 = −3

Essendo il delta negativo, sappiamo che la parabola non interseca l’asse delle X.
Adesso possiamo disegnare la parabola che avrà concavità verso l’alto e non inter-
seca l’asse delle X.

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3 Formula risolutiva delle equazioni di sec-


ondo grado
Consideriamo un’equazione di secondo grado o equazione quadratica in una sola
variabile x ridotta in forma normale:

ax2 + bx + c = 0

a 6= 0, b 6= 0, c 6= 0
La formula risolutiva per ottenere le soluzioni dell’equazione è:

−b ± b2 − 4ac
x1,2 =
2a
Vediamo come si ottiene la formula suddetta:

Inizio dei passaggi

ax2 + bx + c = 0

Portiamo al secondo membro il termine noto

ax2 + bx = −c

moltiplichiamo entrambi i membri per 4a

4a2 x2 + 4abx = −4ac

aggiungiamo b2 ad entrambi i membri

4a2 x2 + 4abx + b2 = b2 − 4ac

al primo membro abbiamo ottenuto il quadrato di un binomio che si può scrivere


dunque come:

(2ax + b)2 = b2 − 4ac

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Ora, se il discriminante:

∆ = b2 − 4ac < 0

l’uguaglianza non sarà mai verificata poiché al primo membro abbiamo un


quadrato che darà sempre come risultato un valore positivo e quindi non ci saranno
soluzioni reali per l’equazione.
Se invece il discriminante:

∆ = b2 − 4ac > 0

allora possiamo calcolare la radice quadrata di entrambi i membri:

p
2ax + b = ± b2 − 4ac

portando b al secondo membro e dividendo entrambi i membri per 2a, otterremo


quindi la formula vista per calcolare le soluzioni di un’equazione di secondo grado
completa:

b± b2 − 4ac
x=
2a

Fine dei passaggi

3.1 Calcolo del Delta di un’equazione di secondo grado


Il binomio al di sotto della radice quadrata nella formula risolutiva di un’equazione
di secondo grado viene denominato discriminante ed è solitamente rappresentato dalla
lettera greca delta:
∆ = b2 − 4ac
Si chiama discriminante poiché le possibili soluzioni dell’equazione quadratica dipen-
dono da esso. Si possono verificare infatti tre casi:
• ∆ > 0: l’equazione ha due soluzioni reali e distinte
• ∆ = 0: l’equazione ha una sola soluzione reale
• ∆ < 0: l’equazione non ha soluzioni reali
Analizziamo nel dettaglio la risoluzione delle equazioni di secondo grado in base ai
valori assunti dal delta.

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3.1.1 Delta positivo; due soluzioni reali

Data l’equazione:

ax2 + bx + c = 0

Il discriminante è

∆ = b2 − 4ac > 0

∆>0
l’equazione avrà due soluzioni reali che si possono calcolare con le formule:

−b + b2 − 4ac
x1 =
2a


−b − b2 − 4ac
x2 =
2a

Esempio

Risoluzione di un’equazione quadratica con delta > 0.

x2 − 10x + 16 = 0

Poiché il delta è:

∆ = (−10)2 − 4(16) = 100 − 64 = 36 > 0

Applichiamo le formule:

10 + 36 10 + 6 16
x1 = = = =8
2 2 2

10 − 36 10 − 6 4
x2 = = = =2
2 2 2

3.1.2 Delta uguale a zero; una soluzione reale

Se il discriminante è:

∆ = b2 − 4ac = 0

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Essendo il delta nullo, la formula si semplifica nel seguente modo.



−b ± ∆
x1,2 =
2a

−b ± 0
x1,2 =
2a
b
x1,2 = −
2a
Abbiamo un’unica soluzione (detto in un altro modo, le due soluzioni sono coincidenti)

Esempio

Risoluzione di un’equazione quadratica con delta = 0.

x2 − 2x + 1 = 0

Poiché il delta è:

∆ = (−2)2 − 4 = 4 − 4 = 0

Applichiamo la formula:
−2
x1 = − = +1
2

3.1.3 Delta negativo; nessuna soluzione reale

Come abbiamo visto, se il discriminante è:


∆ = b2 − 4ac < 0
non abbiamo soluzioni reali, ovvero:
x∈∅

3.2 Formula risolutiva ridotta

ax2 + bx + c = 0
Se b è un numero divisibile per 2, come si può facilmente dimostrare, la formula vista
in precedenza si può semplificare come segue, ponendo k = 2b :

−k ± k 2 − ac
x=
a

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e se a = 1, si può semplificare ulteriormente nel seguente modo:


p
x = −k ± k 2 − ac

Esempio

Risoluzione di un’equazione di secondo grado con la formula ridotta.

3x2 − 8x + 4 = 0

Essendo il secondo coefficiente un numero divisibile per 2, dimezziamolo:


8
=4
2
Applichiamo ora la formula ridotta:
p √ √
4 + (4)2 − 3 · 4 4 + 16 − 12 4+ 4 4+2 6
x1 = = = = = =2
3 3 3 3 3
p √ √
4 − (4)2 − 3 · 4 4 − 16 − 12 4− 4 4−2 2
x2 = = = = =
3 3 3 3 3

3.3 Somma e prodotto delle radici di un’equazione di sec-


ondo grado
Considerata un’equazione di secondo grado:
ax2 + bx + c
con discriminante:
∆ = b2 − 4ac ≥ 0
sappiamo che le due radici reali (distinte o coincidenti) saranno calcolate nel seguente
modo:

−b + ∆
x1 =
2a

−b − ∆
x2 =
2a
Pertanto la somma delle radici sarà:
√ √
−b + ∆ − b − ∆ −2b
x1 + x2 = =
2a 2a

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ovvero:
−b
x1 + x2 =
a
Il prodotto delle radici invece sarà:
√ √
(−b + ∆)(−b − ∆) b2 − ∆ b2 − b2 − 4ac
x1 · x2 = = =
4a2 4a2 4a2
ovvero:
c
x1 · x2 =
a

Esempio

Calcoliamo la somma e il prodotto delle radici di un’equazione di secondo


grado senza risolverla.

x2 − 3x + 2 = 0

Verifichiamo che il discriminante sia positivo o nullo:

∆ = (−3)2 − 4 · 2 = 9 − 8 = 1 > 0
−b
Ora calcoliamo la somma delle radici che è data dalla formula x1 + x2 = a :

+3
x1 + x2 = =3
1
e calcoliamo il prodotto delle radici con la formula x1 · x2 = ac :

2
x1 · x2 = =2
1

3.4 Altri tipi di equazioni di secondo grado


Abbiamo finora visto il caso in cui:

ax2 + bx + c = 0

a 6= 0, b 6= 0, c 6= 0
Tale equazione si dice completa perché nessuno dei suoi tre coefficienti è nullo.
Tuttavia si possono verificare anche casi in cui il coefficiente b, il coefficiente c o entrambi
siano nulli e in quel caso otteniamo delle equazioni di secondo grado di diverso tipo:

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3.4.1 Equazione monomia

L’equazione monomia si presenta nella forma:

ax2 = 0

con a 6= 0.
E’ chiaro che l’unico valore di x che annulla il primo membro è zero, pertanto l’unica
soluzione di questa equazione è:

x1 = 0

3.4.2 Equazione spuria

L’equazione spuria si presenta nella forma:

ax2 + bx = 0

con a 6= 0, b 6= 0.
Per risolvere l’equazione, mettiamo in evidenza il fattore comune ai due monomi,
ovvero x :

x(ax + b) = 0

Perché l’uguaglianza sia valida, deve verificarsi una delle seguenti condizioni, o en-
trambe:

x=0

ax + b = 0
La seconda condizione è un’equazione di primo grado che avrà come sola radice:
b
x=−
a
Dunque un’equazione spuria avrà sempre due radici distinte, di cui una è nulla:

x1 = 0

b
x2 = −
a

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Esempio

Esempio di risoluzione di un’equazione spuria.

2x2 + 6x = 0

Mettiamo in evidenza il fattore comune 2x :

2x(x + 3) = 0

Imponiamo le seguenti condizioni:

2x = 0

x+3=0
Risolvendo le due equazioni di primo grado, otteniamo le radici dell’equazione
spuria:

x1 = 0

x2 = −3

3.4.3 Equazione pura

L’equazione pura si presenta nella forma:

ax2 + c = 0

con a 6= 0, c 6= 0.
Per risolvere l’equazione, portiamo il termine noto al secondo membro e poi dividiamo
entrambi i membri per a:
c
x2 = −
a
Si tratta ora di trovare quel numero reale che elevato al quadrato dia come risultato
− ac .
Possono verificarsi due condizioni:
Per − ac < 0 non esistono soluzioni reali:

x∈∅

ovvero non esiste alcun numero reale il cui quadrato dia un numero negativo.

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Per − ac > 0 esistono due soluzioni reali distinte:


r
c
x1 = + −
a

r
c
x2 = − −
a
ovvero esistono due numeri reali, tra loro opposti, che elevati al quadrato danno come
risultato − ac

Esempio

Esempio di risoluzione di un’equazione pura.

2x2 − 50 = 0

Riscriviamo l’equazione come:


50
x2 =
2
ovvero:

x2 = 25

Le soluzioni saranno:

x1 = + 25 = +5

x2 = − 25 = −5

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4 Equazioni di primo grado


Si chiama equazione di primo grado un’uguaglianza in cui grado massimo delle
incognite (ossia le lettere di cui si deve determinare il valore) è pari a 1:

ax + b = 0

Esempio

Equazioni di primo grado:

• 2x + 3 = 0

• x=2

• 3x = 2

Esistono equazioni di grado superiore al primo, come quelle di secondo grado.

Le equazioni di secondo grado hanno grado pari a 2, come

ax2 + b = 0

Ciò che si trova a sinistra dell’uguale è detto primo membro, ciò che si trova a destra
è detto secondo membro. Tale uguaglianza può diventare vera sostituendo alla lettera
(incognita) un valore particolare detto soluzione.

Esempio

Risolviamo la seguente equazione di primo grado.

Inizio dei passaggi

4x − 8 = 0

Se al posto della x metto il 2 l’uguaglianza è verificata:

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4·2−8=0
8−8=0
0=0

Fine dei passaggi

4.1 Risolvere un’equazione di primo grado


I valori dell’incognita che soddisfano la equazione sono detti soluzioni o radici
dell’equazione. Due equazioni si dicono equivalenti quando tutte le soluzioni della prima
sono anche soluzioni della seconda e viceversa. Due equazioni equivalenti a una terza
sono equivalenti tra loro. In generale per risolvere un’equazione si cerca di trasformarla
in un’altra ad essa equivalente, ma di forma più semplice. Per far ciò si utilizzano i
principi di equivalenza.

4.1.1 1◦ principio di equivalenza

Sommando o sottraendo ad entrambi i membri di una equazione una stessa espressione


si ottiene una equazione equivalente a quella data.

Esempio

Applichiamo il 1◦ principio di equivalenza.

Inizio dei passaggi

3x − 5 = x − 1

Sottraggo x a entrambi i membri: l’espressione è equivalente.

3x − 5 − x = x − 1 − x

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Eseguo i calcoli letterali in entrambi i membri: l’espressione è equivalente.


Primo membro: 3x − x = 2x
Secondo membro: x − x = 0

2x − 5 = −1

Sommo 5 a entrambi i membri

2x − 5 + 5 = −1 + 5

Eseguo i calcoli numerici in entrambi i membri: l’espressione è equivalente.

2x = 4

Fine dei passaggi

Da tale principio derivano le seguenti regole, spiegate tramite esempi.

Esempio

Regole di equivalenza.

1. se uno stesso termine figura in entrambi i membri di un’equazione può essere


soppresso;

4+x=4 → 6 4 + x =6 4 → x=0

2. se due termini opposti si trovano nello stesso membro possono essere sop-
pressi;

4−4+x=2 → x=2

3. Legge del trasporto: si può trasportare un termine di un’equazione da un


membro all’altro purché gli si cambi il segno.

x+4=2 → x=2−4 → x = −2

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4.1.2 2◦ principio di equivalenza

Moltiplicando o dividendo ambo i membri di una equazione per una stessa espressione
(diversa da zero) si ottiene una equazione equivalente a quella data.

Esempio

Applichiamo il 2◦ principio di equivalenza.

Inizio dei passaggi

3x + 2 = x − 1

Moltiplico per x entrambi i membri: l’espressione è equivalente.

(3x + 2)x = (x − 1)x


3x + 2 = x − 1

Divido per x entrambi i membri: l’espressione è equivalente.

3x + 2 x−1
=
3 3

Fine dei passaggi

Da tale principio derivano le seguenti regole, spiegate tramite esempi.

Esempio

Regole di equivalenza.

1. se i due membri di un’equazione hanno un fattore numerico comune questo


può essere soppresso;

2 · (x + 2) = 2 · (3 − x) → 6 2 · (x + 2) =6 2 · (3 − x) → x+2 = 3−x

2. cambiando i segni a tutti i termini di una equazione se ne ottiene un’altra

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equivalente (risulta equivalente a moltiplicare tutti i termini per -1);

−x = +2 → +x = −2

−x = +2 → +x · (−1) = −2 · (−1) → +x = −2

3. moltiplicando (o dividendo) i due membri di una equazione per una espres-


sione, o numero, conveniente si ottiene un’equazione equivalente a quella
data.
2x 4
2x = 4 → = → x=2
2 2

4.2 Le equazioni di primo grado intere


Le equazioni di primo grado intere sono quelle in cui l’incognita si trova solo al
numeratore.
Il procedimento utilizzato per risolvere questo tipo di equazioni è il seguente:

Procedimento per risolvere un’equazione di primo grado:

• Si eseguono i calcoli.

• Si spostano i termini con la x a 1◦ membro e quelli senza la x a


secondo membro. I termini che si spostano da un membro all’altro
devono essere cambiati di segno, quelli che non si spostano restano
con lo stesso segno.

• Si sommano i termini simili.

• Si dividono ambo i membri per il numero davanti alla x.

Esempio

Risolvo un’equazione di primo grado.

Inizio dei passaggi

3 · (4x) − 6 = 6

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Eseguo la moltiplicazione:

12x − 6 = 6

Sposto i termini con la x a primo membro e quelli senza la x a secondo


membro:

12x = 6 + 6

Sommo i termini simili:

12x = 12

Divido per il numero davanti alla x:

x=1

Fine dei passaggi

4.3 Le equazioni di primo grado fratte


Le equazioni di primo grado fratte sono quelle in cui l’incognita si trova al denomi-
natore.
Bisogna ricordare in questo caso che:

E’ assolutamente vietato dividere un numero per 0


Bisogna quindi escludere dalle possibili soluzioni tutti i valori che annullano il
denominatore.

Il procedimento utilizzato per risolvere questo tipo di equazioni è il seguente:

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• Si scompongono in fattori i denominatori.

• Si determina un denominatore comune.

• Si leva il denominatore e si calcola il campo di esistenza. Bisogna


indicare con x 6= . . . quali sono i valori della x che annullano il
denominatore. Per fare ciò si pone il denominatore diverso da zero.

• Si svolgono i calcoli.

• Si spostano i termini con la x a primo membro e quelli senza la x a


secondo membro. I termini che si spostano devono essere cambiati
di segno, quelli che non si spostano restano con lo stesso segno.

• Si sommano i termini simili.

• Si dividono ambo i membri per il numero davanti alla x.

• Si verifica che la soluzione non sia una di quelle escluse con il campo
di esistenza. Se la soluzione è una di quelle escluse l’equazione è
impossibile.

Esempio

Inizio dei passaggi

4 2
=
(x + 1) x

I denominatori risultano già scomposti ai minimi termini, quindi determino


direttamente il denominatore comune:

4x = 2(x + 1)
x(x + 1)

Tolgo il denominatore e trovo le condizioni di esistenza.

x 6= 0, x + 1 6= 0 → x 6= −1

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4x = 2x + 2

Sposto i termini con la x a primo membro e quelli senza la x a secondo


membro:

4x − 2x = 2

Eseguo i calcoli:

2x = 2

Divido per il numero davanti alla x:

x=1

La soluzione x = 1 non è una di quelle escluse dal C.E. quindi è accettabile.

Fine dei passaggi

4.4 Equazioni indeterminate


Si definisce indeterminata un’equazione che si presenta sotto la forma 0 = 0, nella
quale tutti i valori possibili della x sono soluzioni.

Esempio

Risolviamo la seguente equazione.

Inizio dei passaggi

2x − (3x + 4) = −(x + 4)

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2x − 3x − 4 = −x − 4

Sposto le incognite al primo membro ed i termini noti al secondo:

2x − 3x + x = −4 + 4

Sommo i termini simili:

0=0

Tutti i numeri sono soluzioni dell’equazione.

Fine dei passaggi

4.5 Equazioni impossibili

Si definisce impossibile un’equazione che si presenta sotto la forma 0 = k (k 6= 0), in


questo caso infatti nessun valore della x è soluzione.

Esempio

Risolviamo la seguente equazione.

Inizio dei passaggi

(4x + 2) − 2 · (2x + 3) = 6
4x + 2 − 4x − 6 = 6

Sposto le incognite al primo membro ed i termini noti al secondo:

4x − 4x = 6 − 2 + 6

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Sommo i termini simili:

0 = 10

Non ci sono soluzioni. Non c’è alcun numero che, sostituito al posto della
x, verifichi l’equazione.

Fine dei passaggi

4.6 Equazioni letterali


Le equazioni letterali sono quelle in cui compaiono altre lettere oltre all’incognita, del
tipo:

ax + 1 = by

Di solito le lettere x, y, z sono utilizzate per indicare le incognite, mentre le lettere


a, b, k vengono usate per indicare i parametri, vale a dire dei simboli che possono
essere sostituiti da numeri.

Il procedimento è lo stesso utilizzato per risolvere le equazioni intere e fratte.


Ci sono però due differenze:

1. Una volta portate le x da una parte e il resto dall’altra si mette in evidenza la x e


poi si divide per il coefficiente della x;

2. Nel risultato spesso ci sono delle lettere al denominatore. In questi casi bisogna
discutere la soluzione.

Quando risolviamo un’equazione letterale è importante tener presente che il


parametro occupa il posto di un numero, dunque per risolvere l’equazione bisogna
tener presente che non è possibile dividere per zero; quindi al posto della lettera

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non si potranno sostituire quei numeri che rendono il denominatore pari a zero.

Esempio

Esempio

Inizio dei passaggi

2x + ax − 2 = 2x

Spostiamo 2x a sinistra dell’uguale e lo cambiamo di segno.

2x + ax − 2 − 2x = 0

Spostiamo −2 a destra dell’uguale e lo cambiamo di segno.

2x + ax − 2x = 2

Eseguiamo la sottrazione a sinistra dell’uguale:

2x − 2x + ax = ax

ax = 2

Sappiamo che ax = 2, quindi dividiamo per il coefficiente della x.

2
x=
a

Fine dei passaggi

Ora andiamo a discutere le possibili soluzioni:


• se a = 0, l’equazione è priva di significato perchè non possiamo avere 0 al
denominatore di una frazione.
• se a 6= 0, la soluzione è pari ax = a2 .

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5 Quadrilateri
Un quadrilatero è un poligono con quattro lati e quattro vertici.
Noi consideriamo soltanto i quadrilateri i cui lati non si intersecano in nessuno dei
loro punti interni. Un quadrilatero con queste caratteristiche si dice semplice.
Un quadrilatero semplice può essere convesso oppure concavo:

un quadrilatero convesso

Un poligono si dice convesso quando ha le seguenti proprietà:

• tutti gli angoli interni sono minori di 180◦

• qualunque segmento che unisca due vertici è contenuto all’interno


della figura o nel suo bordo

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un quadrilatero concavo

Un poligono si dice concavo se ha le seguenti proprietà:

• almeno un angolo interno è maggiore di 180◦ (nel caso del quadri-


latero questo può avvenire per uno solo degli angoli interni)

• almeno un segmento che unisce due vertici del poligono è totalmente


o parzialmente esterno alla figura (nel caso del quadrilatero, questo
avviene per una sola coppia di vertici)

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5.1 Parallelogramma
Il parallelogramma è un quadrilatero con due coppie di lati paralleli e congruenti,
più precisamente le coppie dei lati opposti. In un parallelogramma, gli angoli interni
opposti sono congruenti mentre gli angoli interni adiacenti sono supplementari:

5.1.1 Elementi caratteristici del parallelogramma

• Diagonali

Le diagonali sono i segmenti che uniscono i vertici non adiacenti


del parallelogramma.

Un parallelogramma ha due diagonali, che si bisecano, ovvero si incontrano nel


loro punto medio. Nel seguito indichiamo le due diagonali con e in f :

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• Altezza

L’altezza del parallelogramma è la distanza tra i lati opposti par-


alleli.

Un parallelogramma ha due altezze. Le indicheremo con va e vb :

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• Angoli interni
Gli angoli interni sono gli angoli convessi formati da coppie di lati del parallelo-
gramma che abbiano un vertice in comune, Chiameremo gli angoli interni con le
lettere greche α, β, γ e δ:

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La somma degli angoli interni di un parallelogramma è di 360◦


(angolo giro).

• Angoli esterni
Gli angoli esterni sono gli angoli supplementari a ciascun angolo interno. Anche
gli angoli esterni sono convessi. Indicheremo gli angoli esterni con le lettere greche
dei rispettivi angoli interni, a cui aggiungiamo un apostrofo: (α’ , β’, γ’ e δ’:

La somma degli angoli esterni di un parallelogramma è di 360◦


(angolo giro).

5.1.2 Parallelogrammi particolari

Rombo

Il rombo è un parallelogramma con i quattro lati congruenti. Le diagonali del


rombo formano tra di loro un angolo retto:

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Rettangolo

Il rettangolo è un parallelogramma con i quattro angoli congruenti la cui ampiezza


è quindi di 90◦ . Esso ha anche le diagonali congruenti:

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Quadrato

Il quadrato è un parallelogramma che ha contemporaneamente gli angoli e i lati


congruenti. Esso ha quindi anche le diagonali congruenti. Gli angoli interni inoltre
sono retti:

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Il quadrato è un quadrilatero regolare, poichè ha tutti i lati e tutti


gli angoli congruenti.

5.1.3 Perimetro del parallelogramma

Il perimetro di un parallelogramma si calcola come segue:

Formula generale per il perimetro del parallelogramma:

2p = 2a + 2b

Nei casi particolari, la formula del perimetro è la seguente:

Perimetro del rombo e del quadrato:

2p = 4a

Perimetro del rettangolo:

2p = 2a + 2b

5.1.4 Area del parallelogramma

L’area del parallelogramma si calcola come segue:

Formula generale per l’area del parallelogramma:

S = ava = bvb

Nei casi particolari, la formula dell’area è la seguente:

Area del rombo:

S = ava

oppure usando le diagonali:


e·f
S=
2

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Area del rettangolo:

S = ab

Area del quadrato:

S = a2

Esempio

Scomposizione di un parallelogramma in triangoli rettangoli:

Se scomponiamo un parallelogramma in triangoli rettangoli, possiamo ap-


plicare le formule risolutive dei triangoli per calcolarne i diversi elementi
(vedi capitolo triangoli).

5.2 Trapezio
Il trapezio è un quadrilatero con una coppia di lati paralleli opposti tra di loro.
Questi due lati si dicono le basi del trapezio. Gli altri due lati non paralleli si chiamano
lati obliqui.

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In ogni trapezio, le coppie di angoli adiacenti a ciascun lato obliquo sono


coppie di angoli supplementari.

α + δ = 180◦

β + γ = 180◦

5.2.1 Elementi caratteristici del trapezio

• Diagonali

Si chiamano diagonali i segmenti che uniscono coppie di vertici non


consecutivi del trapezio.

Il trapezio ha due diagonali:

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In ogni trapezio, le diagonali si dividono reciprocamente in segmenti che stanno tra


di loro nello stesso rapporto delle due basi:

e1 : e2 = f1 : f2 = a : c

dove la prima diagonale è

e = e1 + e2

e la seconda diagonale è

f = f1 + f2

• Mediana

La mediana m è un segmento, parallelo alle due basi a e c, che


unisce i punti medi dei lati obliqui b e d del trapezio.

Indicheremo la mediana con la lettera minuscola m.

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La mediana m è il segmento che unisce i punti medi dei due lati obliqui del
trapezio

La lunghezza della mediana è pari alla media aritmetica di a e


c:
a+c
m=
2

• Altezza

L’altezza del trapezio è la distanza tra le due basi parallele.

Indicheremo l’altezza del trapezio con la lettera v

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• Angoli interni
Gli angoli interni del trapezio sono angoli convessi che hanno per vertice i vertici
della figura e per lati i lati consecutivi del trapezio.
Di solito indichiamo gli angoli interni con le lettere greche α, β, γ e δ:

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La somma degli angoli interni di un trapezio è di 360◦ (angolo giro).

• Angoli esterni
Gli angoli esterni sono supplementari ai rispettivi angoli interni. Anche gli angoli
esterni sono convessi. Indichiamo gli angoli esterni con le lettere greche - alle quali
aggiungiamo un apostrofo: (α’, β’, γ’ e δ’:

La somma degli angoli esterni di un trapezio e’ di 360◦ (angolo


giro).

Esempio

Se trasliamo un lato obliquo del trapezio fino a far coincidere il suo vertice
con il vertice del secondo lato obliquo, otteniamo un triangolo:

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5.2.2 Trapezi particolari

Trapezio isoscele

Un trapezio isoscele è un trapezio che ha i due lati obliqui congruenti. Un


trapezio isoscele ha anche gli angoli adiacenti a ciascuna base congruenti, e per
simmetria della figura sono congruenti anche le due diagonali.

Esempio

Se trasliamo un lato obliquo del trapezio isoscele fino a far coincidere il


suo vertice con il vertice del secondo lato obliquo, otteniamo un triangolo isoscele:

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Trapezio rettangolo

Un trapezio rettangolo è un trapezio che ha un lato obliquo perpendicolare


alle basi. Tale lato obliquo costituisce anche l’altezza del trapezio rettangolo

5.2.3 Perimetro del trapezio

Il perimetro del trapezio si calcola sommando le lunghezze dei quattro lati:

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Il perimetro del trapezio è dato dalla seguente formula:

2p = a + b + c + d

Nei casi particolari il perimetro è dato in questo modo:

Perimetro del trapezio isoscele:

2p = a + 2b + c

Perimetro del trapezio rettangolo:

o=a+b+c+d

5.2.4 Area del trapezio

L’area del trapezio si ricava nel modo seguente:

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Formula generale dell’area del trapezio:

(a + c) · v
S=
2
ovvero, ricordando l’espressione della mediana m:

S = mv

Nei trapezi particolari, l’area si può anche esprimere in questo modo:

Area del trapezio isoscele:

S = mv

Osserviamo che nel trapezio isoscele la proiezione di ciascun lato obliquo sulla base
maggiore ha lunghezza a−c
2 . Applicando il teorema di Pitagora si ha allora:
r
a−c 2
v= b2 − ( )
2

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L’area del trapezio isoscele si può esprimere quindi con la formula:


r
a−c 2
S = m b2 − ( )
2

Area del trapezio rettangolo:

S = md

dove d indica il lato perpendicolare alle basi.

Esempio

Scomposizione del trapezio in quattro triangoli:

Scomponendo il trapezio in triangoli, possiamo applicare a ciascun ele-


mento tutte le proprietà studiate nel capitolo Triangoli.

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5.3 Romboide
Un romboide è un quadrilatero che ha due coppie di lati consecutivi congruenti
tra di loro:

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Esempio

Chi di noi non ha mai giocato con un aquilone? Gli aquiloni più semplici
sono fatti proprio a forma di romboide. Il telaio che lo mantiene teso è formato
proprio dai quattro lati e dalle due diagonali.

5.3.1 Elementi caratteristici del romboide

• Diagonale

Le diagonali sono i segmenti che uniscono vertici non adiacenti del


romboide

Il romboide ha due diagonali, che formano tra loro un angolo retto. Una delle due
diagonali è asse di simmetria della figura e divide la seconda diagonale in due
parti uguali:

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La diagonale f è asse di simmetria della figura ed è perpendicolare alla diagonale


e, che divide in due parti uguali

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• Angoli interni
Gli angoli interni sono gli angoli convessi che hanno per vertice un vertice del
romboide, e per lati due lati consecutivi della figura. Indichiamo gli angoli interni
con le lettere greche α, β, γ e δ:

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La somma degli angoli interni del romboide è di 360◦ (angolo giro).

• Angoli esterni
Gli angoli esterni sono gli angoli supplementari a ciascun angolo interno della figura.
Gli angoli esterni sono quindi convessi. Indichiamo gli angoli esterni con le lettere
greche dei rispettivi angoli interni, a cui aggiungiamo un apostrofo: (α’ , β’, γ’ e
δ’)

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La somma degli angoli esterni del romboide è di 360◦ (angolo giro).

5.3.2 Perimetro del romboide

Il perimetro del romboide è dato dalla seguente formula:

2p = 2a + 2b

5.3.3 Area del romboide

L’area del romboide si calcola in questo modo:


ef
S=
2

Esempio

Scomposizione del romboide in quattro triangoli rettangoli:

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Scomponendo il romboide in triangoli rettangoli, possiamo calcolarne le


diverse parti applicando le proprietà illustrate nel capitolo triangoli.

5.4 Altri quadrilateri particolari

5.4.1 Quadrilateri inscrivibili in un cerchio

I quadrilateri i cui vertici appartengono tutti ad una stessa circonferenza, sono detti
quadrilateri inscrivibili in un cerchio:

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Ogni quadrilatero inscrivibile in un cerchio ha gli angoli opposti sup-


plementari:

α + γ = 180◦

β + δ = 180◦

5.4.2 Quadrilateri circoscrivibili ad un cerchio

I quadrilateri i cui quattro lati sono tangenti ad una stessa circonferenza, sono detti
quadrilateri circoscrivibili ad un cerchio:

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Ogni quadrilatero circoscrivibile ad un cerchio ha le somme dei lati


opposti congruenti tra di loro:

a+c=b+d

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5.4.3 Quadrilateri sia inscrivibili sia circoscrivibili

Un quadrilatero che abbia contemporaneamente le seguenti proprietà:

• α + γ = 180◦

• β + δ = 180◦

• a+c=b+d

risulta sia inscrivibile sia circoscrivibile ad un cerchio

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6 Problemi con equazioni di secondo grado


- esercizi
1. Calcolare le lunghezze dei lati di un triangolo rettangolo sapendo che il cateto
maggiore supera il cateto minore di 7 cm e che l’ipotenusa lo supera di 8 cm.

2. L’area di un rettangolo è 248 cm2 . Calcolare il perimetro del rettangolo sapendo


che la differenza fra la base e l’altezza è 23 cm.

3. Calcolare il perimetro di un rettangolo iscritto in una circonferenza di raggio 30


cm, sapendo che la differenza dei suoi lati è di 12 cm.

4. Bisogna costruire una staccionata all’interno di un prato di forma rettangolare che


ha il perimetro di 80 m e la base di 26 m. La staccionata deve pure avere una
forma rettangolare, e i suoi lati devono avere tutti la stessa distanza dai bordi del
prato. Inoltre, la sua area deve essere di 28 m2 .
Quanti paletti bisogna acquistare per costruire la staccionata se questi dovranno
essere posti a una distanza di 50 cm l’uno dall’altro ?

5. Individuare tre numeri dispari positivi consecutivi la somma dei cui quadrati è 83.

6. Scomporre il numero 15 in due numeri, sapendo che la somma dei loro quadrati è
117.

7. Trovare due numeri la cui somma è 12, sapendo che la somma dei loro reciproci è
12
35

8. La diagonale f di un rettangolo misura 9.22 cm, l’area è di 42 cm2 . Determinare il


perimetro del rettangolo.

9. Iil perimetro di un rettangolo misura 36.61 cm, l’area è di 83.07 cm2 . Determinare
le misure dei lati del rettangolo.

10. In un triangolo rettangolo la somma dei cateti è 56 cm e l’ipotenusa misura 40 cm.


Trova la misura dei due cateti.

11. Trova le soluzioni dell’equazione



x − x = 72

12. Trova due numeri tali che la loro somma sia 62 ed il loro prodotto sia 672.

13. Trova due numeri tali che il loro prodotto è 45 e la loro differenza è 4.

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14. In un triangolo rettangolo l’ipotenusa misura 13 cm ed il primo cateto è 7 cm


minore del secondo cateto.
Trova la misura dei cateti.

15. Trova l’intervallo dei valori che può assumere il parametro k in modo che l’equazione

kx2 + 4x + 2 = 0

abbia soluzioni reali.

16. Trova l’intervallo dei valori che può assumere il parametro k affinché l’equazione

x2 + kx + 4 = 0

abbia soluzioni reali.

17. Trova l’intervallo dei valori che può assumere il parametro k affinché l’equazione

x2 + 3x + k = 0

abbia soluzioni reali.

18. Trova per quali valori del parametro k l’equazione

(k − 1)x2 − (2k + 3)x + k − 3 = 0

ammette soluzioni reali e coincidenti.

19. Trova per quali valori del parametro k l’equazione

kx2 = (k − 3)x − 4k

ammette soluzioni doppie.

20. In un triangolo rettangolo i due cateti e l’ipotenusa sono rispettivamente pari ad x,


3(x + 1) e 3x + 4.
Calcola la misura dei cateti e dell’ipotenusa.

21. Trova la frazione in cui la somma del numeratore e del denominatore è 5 e som-
mando la frazione con la sua inversa si ottiene 13
6 .

22. Trova la frazione il cui numeratore è pari al denominatore diminuito di 7 ed inoltre


21
la frazione è uguale alla sua inversa diminuita di 10 .

23. Trova la base l’altezza di un rettangolo il cui perimetro misura 46 m e la cui area
è 120m2 .

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24. Trova la diagonale di un rettangolo il cui perimetro misura 22,4 cm e la cui area
vale 30,72 cm2 .

25. Un rettangolo ABCD ha un’area che misura 279, 5cm2 ed suddiviso in un quadrato
ed un rettangolo (come mostrato in figura). Il lato del rettangolo più piccolo è 4,5
cm inferiore del lato del quadrato.
Calcola la misura dei lati del rettangolo ABCD.

26. Un poligono convesso ha 189 diagonali.


Trova il numero dei vertici del poligono.

27. Il costo di un’escursione a cui hanno partecipato più persone era e 18.000.
Prima di cominciare l’escursione quattro persone non hanno partecipato più, per
cui ogni persona ha dovuto pagare 62,50 e in più.
Calcola quanti erano i partecipanti iniziali e quanto ha dovuto pagare ogni persona
per partecipare all’escursione.

28. L’area di un cerchio è 900πcm2 e la distanza del centro dal punto medio della corda
è uguale alla misura della corda meno 30cm.
Trova la lunghezza della corda.

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c...distanza del centro dal punto medio della corda, t...corda, r...raggio, S...centro
del cerchio

29. In un cerchio di raggio 30 cm è inscritto un rettangolo i cui lati differiscono di 12


cm.
Trova la misura dei lati del rettangolo.

30. In un rettangolo l’area misura 204cm2 ed un lato supera l’altro di 5 cm.


Calcola la misura dei lati del rettangolo.

31. In architettura è spesso utilizzato il concetto di sezione aurea che è il rapporto tra
due lunghezze disuguali l ed m.
In particolare vige la formula
l m
=
m l+m

Esprimi la lunghezza l in funzione di m.

32. In architettura è spesso utilizzato il concetto di sezione aurea che è il rapporto tra
due lunghezze disuguali l ed m.
In particolare vige la formula
l m
=
m l+m

Trova la lunghezza l se m = 25cm.

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33. Una palla viene lanciata da un cannone ad una velocità v = 180m/s e con una
alzata α = 450 rispetto al piano orizzontale.
La legge che lega l’altezza a cui arriva la pallain funzione del tempo (trascurando
la resistenza dell’aria) è

gt2
h = vtsinα −
2

dove si assume g = 9.8m/s2 .


Trova l’altezza massima raggiunta dalla palla.

34. Un corpo viene lasciato libero di cadere da una torre ed arriva a terra in 3 secondi.
Calcola:

a quanto è alta la torre;


b con quale velocità arriva a terra;
c l’altezza a cui si trova il corpo dopo 1,5 secondi;

35. Con un arco viene scoccata una freccia ad un angolo di 300 e ad una velocità iniziale
v0 = 40m/s. La freccia effettua una traiettoria parabolica. Calcola:

a l’altezza massima raggiunta dalla freccia


b la gittata

Utilizza le formule:
v02 sin2 α
h=
2g

v02 sin2α
d=
g
36. Date le parabole

y = (x − 4)2 − 5

ed

y = −x2 + 4x + 1

a) trova le loro intersezioni;


b) scrivi l’equazione della retta passante per i punti di intersezione delle due
parabole.

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37. Data la parabola

y = −(x − 2)2 + 9

trova le tangenti alla parabola nel punto di ordinata 6.

38. Trova le soluzioni dell’equazione



2x + 3 = x + 3

39. Data l’equazione di secondo grado

kx2 − 4x + 2 = 0, k ∈ R, k 6= 0

a trova le soluzioni dell’equazione se k = −2;


b trova per quali valori di k l’equazione ammette soluzioni reali e distinte.

40. Quali numeri razionali diminuiti di 2 sono uguali al proprio quadrato diminuito di
8?

41. Siano dati gli insiemi:

A = {x ∈ Q|x2 = 4}

B = {x ∈ Q|x2 − x = 6}

1. Determinarne gli elementi.


2. Calcolare la differenza insiemistica A - B.

42. Trovare due numeri x e y tali che la loro somma sia 32 ed il loro prodotto sia il più
grande possibile.

43. Dato un quadrato di lato



c = 24 2cm

trovare l’area massima del rettangolo avente come lati a e b (vedi figura).

44. Dato un semicerchio di raggio:

r = 10cm

si disegna un triangolo inscritto nel semicerchio con un lato uguale al diametro.


Trova il valore degli altri due lati del triangolo in modo che l’area del triangolo sia
massima.

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45. Trova due numeri reali x ed y tali che la loro somma sia 25 e la somma dei loro
quadrati sia minima.

46. Trova la misura di due lati di un rettangolo in modo che:


a) il perimetro sia 68 cm;
b) l’area sia la massima possibile.

47. Trova il valore dei cateti di un triangolo rettangolo in modo che:


a) la loro somma sia 54 cm;
b) il valore dell’ipotenusa sia minimo.

48. Abbiamo un giardino a forma di triangolo isoscele e vogliamo recintarlo per 32 m


con del filo spinato.
a) trova le dimensioni del triangolo di modo che la sua area sia massima;
b) ricava l’area del triangolo.

49. Da un cavo lungo 30 cm si vuole realizzare il pezzo mostrato in figura.


Calcola la lunghezza di tutti i lati in modo che le aree del triangolo e del rettangolo
siano le massime possibili.
Arrotonda i risultati a tre cifre decimali.

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50. Si deve utilizzare una sfera di raggio 4 dm per racchiudere un cilindro.


Calcola il raggio e l’altezza del cilindro affinché la superficie coperta sia la massima
possibile.

51. Completare la seguente equazione di 2◦ grado

7x2 − 70x + 9

trasformandola in un quadrato perfetto

52. Completare la seguente equazione di 2◦ grado

7x2 − 98x + 10

trasformandola in un quadrato perfetto

53. Completare la seguente equazione di 2◦ grado

0.2x2 + 0.16x + 1

trasformandola in un quadrato di binomio.

54. Trovare l’intersezione tra la parabola

y = −2x2 + 3x − 4

e la retta

y = 2x − 4

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55. Trova due numeri


x1 ed x2
tali che

x1 + x2 = 19

ed

x1 · x2 = 48

56. Scrivi l’equazione di secondo grado che ha come soluzioni

x1 = 3

ed

x2 = 7

57. Scrivi l’equazione di secondo grado che ha come soluzioni:



x1 = 3

ed

x2 = − 3

58. Scrivi l’equazione di secondo grado che ha come soluzioni

x1 = −12

ed

x2 = 9

59. Scrivi l’equazione di secondo grado che ha come soluzioni



x1 = 1 + 2

ed

x2 = 1 − 2

60. Calcola la somma delle radici dell’equazione di secondo grado


−1 2
x + 5x + 3 = 0
2

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61. Trova due numeri


x1 ed x2
tali che

x1 + x2 = −4

ed

x1 · x2 = −96

62. Trova due numeri


x1 ed x2
tali che

x1 + x2 = 2

ed

x1 · x2 = −2

63. Trova due numeri


x1 ed x2
tali che
8
x1 + x2 = −
3

ed

x1 · x2 = −1

64. Data l’equazione di secondo grado

mx2 + (8m + 2)x − 104 = 0

trova il valore del parametro m in modo che la somma delle radici sia uguale a -9.

65. Data l’equazione di secondo grado

mx2 + (m − 1)x − m − 3 = 0

trova il valore del parametro m in modo che le radici siano opposte.

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66. Data l’equazione di secondo grado

x2 − 3kx + k 2 = 0

ed indicate con x1 ed x2 le soluzioni, trova il valore del parametro k in modo che


la somma dei quadrati delle soluzioni sia pari a 47

67. Scrivi l’equazione di secondo grado avente come soluzioni la somma ed il prodotto
delle radici dell’equazione

x2 + 5x = 12

68. Calcola la somma ed il prodotto delle radici dell’equazione di secondo grado

x2 + 10x + 4 = 0

69. Calcola la somma ed il prodotto delle radici dell’equazione

2x2 − 6x + 1 = 0

70. Calcola la somma ed il prodotto delle radici dell’equazione di secondo grado

−3x2 − 9x + 8 = 0

71. Data l’equazione di secondo grado

mx2 + (m − 1)x − m − 3 = 0

dove m è un parametro reale, calcola il valore di m in modo che le radici dell’equazione


siano reciproche.

72. Data l’equazione di secondo grado

kx2 − (k + 1)x + k + 18 = 0

trova il valore del parametro k in modo che il prodotto delle radici sia pari ad 8.

73. Data l’equazione di secondo grado

x2 − (2k + 1)x + k 2 + 2 = 0

trova il valore del parametro k in modo che le radici siano una la metà dell’altra.

74. Data l’equazione di secondo grado

3x2 − 6x + k = 0

trova il valore del parametro k in modo che la differenza tra le radici sia pari a 1.

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75. Data la parabola


y = (m − 2)x2 + (m + 1)x + m; m ∈ R
trova il valore del parametro m in modo che la somma degli zeri della parabola sia
pari a - 4.
Sostituisci il valore di m trovato e ricava l’equazione della parabola.

76. Data l’equazione di secondo grado

x2 + kx + 12 = 0

trova il valore del parametro k in modo che la differenza tra le radici sia pari a 1.

77. Trova le ascisse in cui si intersecano la parabola

y = x2 + 2x + 5

e la retta

y = 3x + 7

78. Se moltiplichiamo un numero per 6 e lo riduciamo di 9, otteniamo il quadrato del


numero stesso. Trovare questo numero.

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