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3.

Equazioni di primo e secondo grado

3. Equazioni di Primo e Secondo grado. Un’equazione è un’uguaglianza fra due


espressioni algebriche. Il grado di un’equazione ad una incognita, è determinato
dall’esponente più grande a cui compare elevata l’incognita stessa, cioè la x. Ad
esempio l’equazione: 3 x5 − 2 x + 7 = 0 è di grado 5.
Un’equazione di 1° grado può essere impossibile se non esiste alcun valore
dell’incognita, della x, che soddisfa, cioè verifica l’equazione data; può essere
indeterminata se è soddisfatta per qualunque valore della x; oppure determinata se
esiste un solo valore della x cha la soddisfa.
3.1 La forma più generale di un’equazione di 1° grado intera è del tipo:

ax + b = 0 (1.1)

con a ≠ 0 . La soluzione di questa equazione è:


b
x=− (1.2)
a
Esempi.

3
2x − 3 = 0 ⇒ x =
2
3 6
2x + 3 = 0 ⇒ x = − =−
2 2

3.1.1 Equazioni intere letterali. Nel caso in cui fra i coefficienti dell’equazione
compaiano delle lettere (è per questo che si chiamano letterali) il metodo risolutivo
non cambia, solo che bisogna fare molta attenzione alle condizioni imposte per la
validità delle operazioni che servono a risolverla. Vediamo degli esempi.
i)
(1 − a ) x + a = 0
a
La soluzione è: x = solo per a − 1 ≠ 0 ⇒ a ≠ 1 . Per a=1 l’equazione diventa:
a −1
1=0 che è impossibile.
ii)
(a − 1)( x − 3) = 0
per a = 1, l' equazione è indeterminata (0=0)
. Per a ≠ 1, la soluzione è x = 3.

3.1.2 Equazioni fratte. In queste equazioni, la x compare al DENOMINATORE.


Esse si risolvono normalmente, calcolando il m.c.m. fra tutti i denominatori e poi
moltiplicando entrambi i membri dell’equazione per il m.c.m. stesso per “mandarlo
via”. Dobbiamo solo stare attenti a scrivere all’inizio le CONDIZIONI di
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ESISTENZA (C.E.) ossia quelle richieste che dobbiamo imporre all’equazione
originaria affinché esista. Infatti, essendoci denominatori con espressioni contenenti
delle x, essi potrebbero annullarsi, rendendo priva di significato l’equazione stessa.
Fra tutte le soluzioni trovate alla fine del procedimento risolutivo, accetteremo solo
quelle compatibili con le C.E.

Esempio.

x−3 x−4 x + 1 ≠ 0  x ≠ −1
= C .E .  ⇒ 
x +1 x + 2 x + 2 ≠ 0  x ≠ −2
( x − 3 )( x + 2 ) = ( x − 4 )( x + 1)
( x + 1)( x + 2 ) ( x + 1)( x + 2 )
moltiplichiamo entrambi i membri per il m.c.m. ( x + 1)( x + 2 )
( x − 3 )( x + 2 ) = ( x − 4 )( x + 1)
x 2 − x − 6 = x 2 − 3x − 4
2x = 2 ⇒ x =1

x=1 è accettabile, perché è diversa da –1 e –2 come richiesto dalle C.E.

3.2 L’espressione completa di un’equazione di 2° grado è del tipo:

ax 2 + bx + c = 0 (1.3)

a e b sono detti coefficienti delle incognite x 2 e x ( a ≠ 0), c è detto termine noto.


Cominciamo a distinguere due casi possibili:
i) b = 0, equazioni PURE.
In questo caso la (1.3) diventa:
ax 2 + c = 0 (1.4)
e le soluzioni sono:
c
x1,2 = ± − (1.5)
a
c
ovviamente deve essere − ≥ 0 ossia c e a devono avere segno opposto.
a
ii) c = 0, equazioni SPURIE.
In questo caso la (1.3) diventa
ax 2 + bx = 0 (1.6)

e le soluzioni sono:

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x = 0

x(ax + b) = 0 ⇒  b (1.7)
 x = − a
Cerchiamo ora le soluzioni generali dell’equazione (1.3), quando cioè nessun
coefficiente è nullo. Per fare ciò moltiplichiamo entrambi i membri dell’equazione
(1.3) per 4a , aggiungiamo ad entrambi i membri b 2 e portiamo c a destra, otteniamo:

4a 2 x 2 + 4abx + b 2 = b 2 − 4ac (1.8)

Il 1° membro è il quadrato ( 2ax + b )2 . Chiamando il secondo membro ∆ , ossia:


∆ = b 2 − 4ac (1.9)

La (1.8) si può scrivere allora come:


( 2ax + b ) = b 2 − 4ac = ∆
2
(1.10)

Il ∆ è chiamato DISCRIMINANTE dell’equazione (1.3) perché, a seconda del suo


segno, “discrimina” il tipo di soluzioni dell’equazione di 2° grado. Infatti si possono
distinguere 3 casi differenti; a) se ∆ < 0 la (1.10) non ammette soluzioni reali perché
non può mai essere che il quadrato di un numero reale sia negativo; si dice che
l’equazione è IMPOSSIBILE da risolvere in campo reale e quindi non ci sono
soluzioni.
Se ∆ = 0 otteniamo per la (1.10) 1 sola soluzione:
b
( 2ax + b ) =0⇒x=−
2
(1.11)
2a

se infine ∆ > 0 abbiamo invece 2 soluzioni distinte:

−b ± b2 − 4ac
x1,2 = (1.12)
2a

Ricapitolando quanto detto per le soluzioni della (1.3) si ha dunque:

 −b ± b 2 − 4ac
 ∆ > 0, x1,2 =
 2a
 b
ax 2 + bx + c = 0 ∆ = 0, x = − (1.13)
 2a
∆ < 0, impossibile



Notiamo che se a e c hanno segni discordi (uno + l’altro -), il ∆ è sempre positivo e
quindi l’equazione (1.3) ammette sempre 2 soluzioni distinte.

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3.3 Formula ridotta. Se b è PARI (cioè b = 2 β ) la formula (1.12) si può
semplificare perché notiamo che sotto il segno di radice si può raccogliere un fattore
4 (da 4 β 2 − 4ac ) che portato fuori diventa un 2 che a sua volta si semplifica con il 2
al denominatore per cui si avrà:
− β ± β 2 − ac
x1,2 = (1.14)
a
dove quindi β rappresenta la metà del coefficiente della x.

Graficamente, cercare le soluzioni di una equazione di 2° grado, significa cercare, se


esistono, le intersezioni della parabola di equazione y = ax 2 + bx + c con l’asse x di
equazione y = 0 . Ponendo per semplicità a > 0 , i 3 casi riportati nella (1.13)
corrispondono alle 3 situazioni riportate qui sotto:

Esempi.

x 2 − 4 = 0 ⇒ x 2 = 4 ⇒ x1,2 = ± 4 = ±2
x 2 + 2 = 0 ⇒ x 2 = −2, impossibile
 x1 = 0

2 x − 7 x = 0 ⇒ x(2 x − 7) = 0 ⇒ 
2
7
 x2 = 2
 x = −1
−1 ± 1 + 3  1
3 x + 2 x − 1 = 0 ⇒ x1,2 =
2
= 1
3  x2 = 3

2± 4−4
x 2 − 4 x + 4 = 0 ⇒ x1,2 = ⇒ x1 = x2 = 2
1

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Esempio notevole: Determinare la frazione x di un segmento di lunghezza l in modo
tale che x sia medio proporzionale fra il tutto e la parte di segmento rimanente.
x
Questo valore x è detto sezione aurea del segmento l ed il rapporto viene chiamato
l
sezione aurea. In formule si ha:
l : x = x : (l − x ) (1.15)
che semplificata porta a:
x 2 + lx − l 2 = 0 (1.16)

ossia:
 1+ 5
−l < 0, scartata
−l ± l + 4l
2 2
−l ± l 5  2
x1,2 = = = (1.17)
2 2 l 5 − 1 > 0, accettata
 2

La prima soluzione viene scartata perché un segmento non può mai essere negativo,
così rimane solo la seconda ed otteniamo per la sezione aurea:

x 5 −1
= ≈ 0.618 (1.18)
l 2

Questo numero che si indica con ϕ che si legge “fi”(dallo scultore greco Fidia che lo
utilizzò per realizzare le proporzioni del Partenone di Atene) contiene in sé armonia
(= bellezza?). Infatti se due segmenti hanno come loro rapporto il valore della sezione
aurea essi danno origine, per esempio ad un rettangolo armonioso e ben
proporzionato, almeno secondo i nostri canoni estetici.
Nel 1876 uno psicologo, Fechtner, sottopose ad un gruppo di intervistati una serie di
rettangoli, dei quali uno era proporzionato secondo il rapporto aureo. La maggior
parte di essi prediligeva il rettangolo di queste proporzioni dimostrando una naturale
predisposizione alla proporzione aurea da parte dell’uomo.

La Sezione Aurea fu scoperta fin dall’antichità, tanto che la si può trovare nel libro
VI degli Elementi di Euclide. Inoltre, Luca Pacioli, nel 1509, scrisse il libro “De
divina proportione”, dove espone i casi in cui la si utilizza. Essa rappresenta un
rapporto numerico, che trova applicazioni nelle opere d’arte (pittura, scultura ed
architettura), nelle proporzioni del corpo umano, in musica e perfino in Natura (nei
molluschi, nella disposizione e struttura delle foglie, etc.). Vediamone alcuni esempi.

La sezione aurea fu ripetutamente utilizzata dai greci che la usavano per costruire i
loro templi e le loro statue. Come ho appena detto, uno dei primi fu il grande scultore
Fidia che progettò il Partenone posto sull’acropoli di Atene tenendo conto della
sezione aurea. Ma molto tempo prima di Fidia, anche gli antichi egizi avevano
inserito la sezione aurea nelle dimensioni della camera del Re dentro la Grande
piramide di Cheope. L’uomo stesso ha inserito nel suo corpo la sezione aurea che si
ottiene facendo il rapporto fra l’altezza da terra dell’ombelico e l’altezza della
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persona. E anche noi, abbiamo fatto le nostre moderne carte di credito rispettando la
sezione aurea fra i lati (provate)!

In geometria il rapporto fra il lato di un decagono regolare ed il raggio della


circonferenza ad esso circoscritta stanno secondo il rapporto aureo di 0.618… e ce ne
sono molte altre che potete scoprire voi stessi !

Per trovare la sezione aurea di un segmento ricorrendo ad una costruzione geometrica


occorre seguire i seguenti passi:

1) Disegnare un segmento AB e tracciare la perpendicolare su uno


dei vertici, di lunghezza pari a metà del segmento AB.
A B

2) Unire i vertici dei segmenti non congruenti.

A B
3) Disegnare l’arco che va dal vertice B fino all’ipotenusa del
triangolo, con centro sul vertice dell’angolo acuto maggiore.
A B
4) Disegnare l’arco che va dall’intersezione del primo arco fino al
cateto maggiore, con centro sul vertice dell’angolo acuto minore
A M B
(A).

Il segmento AM rappresenta la sezione aurea del segmento AB.

La Sezione Aurea nell’Arte.


Gli esempi sull’applicazione di ϕ sono moltissimi. Infatti personaggi che ne fecero
uso sono, tra gli altri Leonardo da Vinci, Pierre Mondrian (pittore ottocentesco),
Georges Seurat (pittore francese), Piero della Francesca, Botticelli, etc.; oppure fu
utilizzata in architettura, per la costruzione delle chiese di San Pietro e di Ognissanti a
Valenzano, etc.

Anfora greca (IV-III sec. A.C.): il diametro maggiore sta al diametro del
collo come 1:0,618. Il listello all’altezza dei manici divide l’altezza
totale in una proporzione aurea, che si riduce anche nel rapporto tra la
fascia decorata a figure e la parte superiore del vaso.

La Sezione Aurea in Natura


La fronte divide l’altezza totale determinando la sezione aurea. La
fronte, il naso e la parte inferiore del viso sono della stessa lunghezza.
La bocca divide la parte inferiore del viso determinando a sua volta una
sezione aurea (v. Vitruvio).
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La conchiglia Nautilus ha la forma di una spiarle logaritmica
bidimensionale che, costruita, giace all’interno di un “rettangolo aureo”

La Sezione Aurea in Musica.


In un violino, il cui timbro dipende dalle possibilità di vibrazione di
tutte le parti, la S.A. gioca sicuramente un ruolo; se misuriamo uno
Stradivari constatiamo che esso è contenibile entro quattro pentagoni
regolari (il pentagono regolare segue il rapporto aureo: le sue diagonali
costituiscono una stella a cinque punte) i cui lati sono le tangenti.

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3.4 Equazioni di 2° grado letterali. Per risolvere le equazioni letterali di 2° grado, si
procede come descritto sopra a patto di discutere i risultati come si è fatto nel caso
delle equazioni di 1° grado.

Esempi.

i)
ax 2 − (a + 1) x + 1 = 0
 1
(a + 1) ± (a + 1)2 − 4a (a + 1) ± a 2 − 2a + 1 (a + 1) ± (a − 1)  x1 =
x1,2 = = = = a
2a 2a 2a  x2 = 1
Questo nel caso a ≠ 0,altrimenti non potremmo dividere per a. Se a =0 ⇒
l'equazione diventa: − x + 1 = 0 ossia x = 1.
ii)
a 2 x 2 − 2a 2 x + a 2 − b 2 = 0
a + b
a ± a − a ( a −b ) a ± a b a ± ab  a
2 4 2 2 2 2 2 2 2
x1,2 = = = =
a2 a2 a2 a − b
 a
Questo se a ≠ 0 , altrimenti non potremmo dividere per a 2 . Se a=0, l’equazione
diventa: b 2 = 0. Se b=0 l’equazione è indeterminata, altrimenti è impossibile.

3.5 Somma e prodotto delle soluzioni di una equazione di 2° grado. Riguardiamo


per un attimo quello che abbiamo ottenuto nella (1.12):

−b ± b2 − 4ac
x1,2 =
2a

e calcoliamoci la somma ed il prodotto delle soluzioni così ottenute, ossia:

s = x1 + x2 e p=x1 ⋅ x2 (1.19)
Il risultato è:

 −b − b 2 − 4ac −b + b 2 − 4ac −2b b


 s = x1 + x2 = + = =−
 2a 2a 2a a
 (1.20)
 −b − b − 4ac −b + b − 4ac 4ac c
2 2

 p = x1 ⋅ x2 = 2a

2a
= 2=
4a a

Scriviamo ora l’equazione generica di 2° grado (1.3) nella forma equivalente:

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b c
x2 + x+ = 0 (1.21)
a a

Alla luce dei quanto riportato sopra nella (1.20), la (1.21) può essere riscritta come:

x 2 − sx + p = 0 (1.22)

che mette in risalto la relazione che c’è fra la somma ed il prodotto delle soluzioni di
un’equazione di 2° grado con il coefficiente della x ed il termine noto.
Quindi la somma delle soluzioni di un’equazione di 2° grado con il coefficiente della
x 2 uguale ad 1 è data dal coefficiente della x, cambiato di segno; il prodotto, dal
termine noto!

Esempi.

11 5
i) Trovare due numeri la cui somma sia ed il cui prodotto sia − .
6 3
Soluzione. L’equazione di 2° grado corrispondente è:
11 5
x 2 − x − = 0 ossia 6x 2 − 11x − 10 = 0
6 3
 5
x =
−b ± b − 4ac 11 ± 121 + 240 11 ± 19 
2 1
2
x1,2 = = = =
2a 12 12  x2 = − 2
 3

ii) Si conosce che l’equazione 2 x 2 + 3 x − 2 = 0 ammette come soluzione x1 = −2 .


Determinare l’altra senza usare la formula risolutiva (1.12).
c
Soluzione. Sfruttiamo il fatto che il prodotto delle soluzioni vale = −1 .
a
1
x1 ⋅ x2 = −2 x2 = −1 ⇒ x2 =
2

iii) Nell’equazione x 2 − (a + 1) x + 2b − 1 = 0 , determinare i valori di a e b in modo tale


che x1 = −2 e x2 = 3 .
Soluzione. Sfruttiamo le relazioni (1.20).
b a +1
s=− = = a + 1 = ( x1 + x2 ) = 1 ⇒ a = 0
a 1
c 2b − 1 5
p= = = 2b − 1 = ( x1 ⋅ x2 ) = −6 ⇒ b = −
a 1 2
e l' equazione diventa: x − x − 6= 0
2

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iv) Determinare il valore del parametro a affinchè l’equazione
x 2 − 2(a − 1) x + 4 + a 2 = 0
abbia radici coincidenti. Soluzione. Dovrà risultare: ∆ = 0 e quindi anche

=0 ⇒ (a − 1)2 − (4 + a 2 ) = 0
4
da cui:
3
2a + 3 = 0 ⇒ a = −
2
e l' equazione diventa: x42 + 20 x + 25= 0
5
che ha come soluzioni: x1 = x2 = −
2

v) Nell’equazione kx 2 − (2k + 1) x + k − 1 = 0 , determinare k affinché:


a) una delle soluzioni sia nulla;
b) le due soluzioni siano opposte;
c) le due soluzioni siano reciproche;
d) una delle soluzioni sia uguale a 3;

Soluzione.
a) se x=0 soddisfa l’equazione, allora si deve avere che se metto x=0 nell’equazione
ottengo una identità, ossia: k-1=0 da cui: k=1.

1
b) se le due soluzioni sono opposte, la loro somma è 0. Da cui: (2k+1)=0 => k = −
2
c) se le due soluzioni sono reciproche, il loro prodotto è 1. Da cui:
c k −1
= = 1 ⇒ k − 1 = k impossibile!
a k

d) se 3 soddisfa l’equazione, dovrà accadere che l’equazione è verificata per x=3,


ossia:
9k − 3(2k + 1) + k − 1 = 0
che risolta dà: k=1.

3.6 Scomposizione di un trinomio di II grado. Un’applicazione delle proprietà


della somma e del prodotto delle soluzioni di una equazione di II grado si ha
nella scomposizione dei trinomi di II grado, ossia del trinomio: ax 2 + bx + c .
Riscriviamolo nella forma:
b c
a( x 2 +x + ) = a( x 2 − sx + p) = a( x 2 − ( x1 + x2 ) x + x1 x2 ) (1.23)
a a
dove x1 e x2 sono le soluzioni dell’equazione di II grado associata al trinomio.
Eseguendo i calcoli entro parentesi e raccogliendo a fattor comune, otteniamo:
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ax 2 + bx + c = a ( x − x1 )( x − x2 ) (1.24)

che rappresenta la formula risolutiva della scomposizione che cercavamo.

Esempio.
4 x2 + 5 x − 6
1. Semplificare la seguente frazione: .
2 x2 + 3x − 2
Dapprima si trovano le soluzioni del numeratore e denominatore e poi si applica la
relazione (1.24). Se vi sono dei fattori comuni, in questo caso (x+2), si semplificano.
3
4( x − )( x + 2)
4 x2 + 5 x − 6 4 4x − 3
= =
2 x + 3 x − 2 2( x − 1 )( x + 2) 2 x − 1
2

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