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Contro lo spreCo

SCONFIGGERE IL PARADOSSO DEL FOOD WASTE

Guido Barilla
soledad BlanCo
BCFn Yes!
BarBara BuCHner
andrea seGrè
JonatHan Bloom
ren WanG
roBerto Cavallo
tristram stuart
FreeGans
moreno Cedroni
danielle nierenBerG
BARILLA CENTER
FOR FOOD & NUTRITION
persone, amBiente, sCienza, eConomia

WWW.BarillaCFn.Com

Il mondo contemporaneo è attraversato da un’im- verse competenze, offrendo soluzioni e proposte e


portante emergenza alimentare. Il cibo che sce- mettendo la scienza e la ricerca in comunicazione
gliamo di mangiare, la filiera con cui lo producia- con le decisioni politiche e le azioni governative.
mo, i modi e i luoghi in cui lo consumiamo e la sua Il BCFN dedica un’area di studio e ricerca a ogni
distribuzione sbilanciata nelle diverse zone del tema cruciale legato al cibo e alla nutrizione, per
Pianeta incidono profondamente sui meccanismi affrontare le sfide attuali e future: dal problema
che regolano la nostra società e la nostra epoca. dell’accesso al cibo e della sua distribuzione nel
Negli ultimi anni è nata l’esigenza di mettere a mondo (Food for All) al riequilibrio dell’instabile
confronto i diversi punti di vista degli attori coin- rapporto tra cibo e salute attraverso corretti stili di
volti nel campo dell’alimentazione. Fin dalla sua vita (Food for Health), dalla riflessione sulla filiera
nascita nel 2009, il Barilla Center for Food & Nu- agroalimentare e la valutazione dell’impatto del-
trition si è posto come piattaforma privilegiata per la produzione sull’ambiente (Food for Sustainable
questo dialogo corale e ad ampio raggio sui temi Growth) alla storia del rapporto tra l’uomo e il cibo
del cibo e della nutrizione. Lo scopo del BCFN è per cercare in essa delle buone soluzioni per l’at-
promuovere un’analisi multidisciplinare tra le di- tualità (Food for Culture).
EDITORIALI LO SPRECO NEL MONDO

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stati Uniti dello spreco
62
il cibo, un valore
da difendere di Jonathan Bloom
di Guido Barilla
44
6
l’europa rifiuta lo spreco
la modernizzazione
ecologica del Giappone
8
nella filiera alimentare di Federica Marra
di Soledad Blanco
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perdite alimentari nei paesi
in via di sviluppo
di Ren Wang

INIZIATIVE ANTISPRECO

40
Un tesoro di scarti.
freegans, feeding the 5k,
34
CONTRO LO fUsions
conversazione con Tristram Stuart

SPRECO bcfn FOOD WASTE


di Alessandra Viola

A CURA DEL BCFN 52


sconfiGGere il paradosso il recupero dei resti:
8 un’arte con la
del food waste cibo a perdere “a” maiuscola

In questo secondo numero della rivista, il Barilla Cen-


ter for Food & Nutrition affronta il problema globale
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Una filiera di sprechi
di Roberto Cavallo

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40
dello spreco alimentare. Un paradosso che mette in a cura di Anastasia Lidia Scotto food sharing: condividere
evidenza lo spreco di cibo lungo il percorso che va dal- per non sprecare
la produzione al consumo, anche negli stessi Paesi in
20 di Pamela Pelatelli
costruire un nuovo
cui molte persone soffrono la fame. Una vera e propria
patologia sociale che nuoce alle persone e all’ambien-
sistema alimentare 60
a cura di Elisa Bianco il risparmio è il miglior
te e che nega il valore del cibo. guadagno
Per contrastarla, istituzioni e associazioni sono 28
all’opera da anni, come raccontano Barbara Buchner
e Danielle Nierenberg (BCFN), Ren Wang (FAO), So-
la filiera che preserva
il cibo
di Barbara Buchner
di Danielle Nierenberg

LA CULTURA DEL CIBO


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ledad Blanco (UE), Andrea Segrè (Last Minute Mar-
ket). Oltre alle ricerche del BCFN, Tristram Stuart
(Freegans), Jonathan Bloom e Federica Marra descri- 31
siamo ciò che
56
Una questione
20
vono gli sprechi in diverse parti del mondo. Questo di buon senso
non mangiamo conversazione con Moreno Cedroni
numero dedica poi spazio alla quotidianità del riuso e
di Andrea Segrè
del risparmio alimentari – con il lavoro di Roberto Ca-
vallo –, alle azioni del singolo consumatore attraverso RUBRICHE
32
nuove iniziative come il food sharing, ai progetti di
raccolta, alla filosofia gastronomica di Moreno Cedro-
bcfn Yes! 50
Young earth solutions men(yo)u
ni. E ancora: gli avanzi come tema che lega passato e di Marta Antonelli
presente, dai libri storici che spiegano come cucinarli Martina Sartori 62
alle app che insegnano a non ignorarli. e Natia Bejanidze appetite
IL CIBO, UN VALORE
DA DIFENDERE
di GUido barilla
Presidente Barilla Center for Food & Nutrition

L o spreco alimentare è una delle patologie


sociali, economiche ed ecologiche più gra-
vi tra quelle che affliggono il nostro Piane-
ta. Per tre ragioni.
Le valutazioni di tipo economico sono le più evi-
credeva che sarebbe stato possibile nutrire tut-
ti gli abitanti del Pianeta. Purtroppo il risultato
principale è stato invece quello di far perdere alle
persone la percezione del valore reale del cibo.
Tutti noi facciamo ogni giorno attenzione a non
denti. In un momento storico in cui ogni anno sprecare ciò a cui attribuiamo valore (tempo, sol-
quasi un miliardo di persone ancora muore di di, talento), eppure sprechiamo moltissimo cibo.
fame o deve accontentarsi di un’alimentazione Ciò non è solamente dovuto a problemi di logi-
inadeguata, non si può accettare che oltre un stica (trasporti, magazzini) o al marketing troppo
terzo delle derrate alimentari mondiali rimanga aggressivo di chi vende (sconti, promozioni, pub-
abbandonato nei campi o finisca nelle discariche. blicità). Il motivo va ricercato in un cambiamento
C’è poi una ragione di ordine ambientale. Oggi culturale che ha caratterizzato gli ultimi (pochi)
sappiamo che ogni prodotto non solo genera CO2 decenni della nostra storia e che ha relegato ciò
durante tutto il suo ciclo di vita – e ha quindi che da sempre l’uomo ha giustamente considerato
un’impronta di carbonio – ma, consumando ac- come un bene primario – e quindi da conservare
qua, ha anche un’impronta idrica che incide pe- e difendere – al ruolo effimero e generico di com-
santemente sul cambiamento climatico. Produrre modity. Se è vero che solo chi non attribuisce valo-
cibo che non finirà mai su una tavola – in molti re al cibo è disposto a sprecarlo con disinvoltura,
casi perché passerà direttamente dal frigorifero, mi auguro che la lettura di questa pubblicazione
o dalla dispensa, alla pattumiera – vuol dire ag- aiuti tutti noi a riacquisire la consapevolezza che il
gravare inutilmente la salute del nostro Pianeta. cibo sarà sempre alla base della nostra esistenza e
Ma c’è anche un motivo di tipo psicologico, che che trattarlo con cura sia l’unica soluzione per pre-
considero il sintomo più evidente di questa pato- servare la nostra salute e quella del nostro Pianeta.
logia: la perdita di valore del cibo. Dopo anni di
industrializzazione agricola, la diminuzione dei
prezzi degli alimenti è stata inarrestabile e que-
sto fenomeno ha alimentato la speranza di chi
L’EUROPA RIFIUTA
LO SPRECO NELLA
FILIERA ALIMENTARE
di soledad blanco
Direttore Gestione risorse sostenibili DG Ambiente Commissione
Europea

N el 2006, nell’Unione Europea sono state


buttate via più di 89 milioni di tonnella-
te di alimenti, per una media di circa 180
chili a persona. Lo spreco ha riguardato l’intera fi-
liera alimentare, dalla fase di produzione agricola
rivenditori, policy maker e altri stakeholder, da
mettere in pratica negli anni a venire. Per esem-
pio, i retailer dovrebbero «praticare uno sconto
e, dove possibile, regalare i prodotti prossimi alla
scadenza», e dovrebbero «informare i consuma-
allo stoccaggio, lavorazione, distribuzione, gestio- tori sul reale significato delle diciture “consuma-
ne e consumo finale. Sprecare il cibo è economi- re entro” e “preferibilmente entro”; fornire con-
camente dannoso, ecologicamente sbagliato e mo- sigli ai consumatori su come trattare, conservare
ralmente inaccettabile, soprattutto se si considera e usare i cibi in modo più efficiente» e «adatta-
la quantità di risorse necessarie per produrre quel- re le dimensioni delle confezioni, aumentare la
le tonnellate di viveri. vendita di alimenti sfusi». L’attuazione di tutte
Secondo l’Organizzazione delle Nazioni Unite queste raccomandazioni sarà seguita e monitora-
per l’Alimentazione e l’Agricoltura (FAO), se gli ta durante gli incontri del Retail Forum. Inoltre,
attuali trend di domanda dovessero continuare, sempre nell’ottobre del 2012, durante l’incontro
l’incremento demografico previsto – da 7 a 9 annuale del Retail Forum, 19 società e associa-
miliardi entro il 2050 – potrebbe far crescere la zioni di rivenditori hanno sottoscritto un accor-
domanda alimentare addirittura del 70%. Con- do volontario riguardo allo spreco, impegnandosi
trastando lo spreco, si potrebbero garantire fino a realizzare entro la metà del 2014 almeno due
ai tre quinti dell’offerta necessaria. Nell’Unione iniziative di sensibilizzazione sulla riduzione
Europea lo spreco nella vendita al dettaglio rap- dello spreco, incluso quello alimentare. A parti-
presenta circa il 40% del totale, ma le aziende re dall’obiettivo di dimezzare lo spreco dei beni
del settore hanno un’influenza molto, molto più commestibili entro il 2020, la Commissione Eu-
forte sulla creazione di spreco, sia a monte sia ropea presenterà quest’anno un documento pro-
a valle della filiera alimentare. Il Retail Forum grammatico sul cibo sostenibile, incentrato in
for Sustainability dell’Unione Europea – una larga parte sullo spreco alimentare. Per raggiun-
piattaforma multi-stakeholder co-presieduta dal- gere questi ambiziosi traguardi c’è bisogno della
la Commissione Europea e dai retailer – ha ri- partecipazione di tutti gli stakeholder importan-
conosciuto l’importante ruolo che questi ultimi ti, compresi i produttori, distributori e rivendito-
possono avere nel contribuire a ridurre lo spre- ri di prodotti alimentari: questa partecipazione
co dei cibi. Nell’ottobre del 2012 il Retail Forum condivisa non è solo nell’interesse della popola-
ha pubblicato un documento sul ridimensiona- zione e del Pianeta, ma anche, evidentemente,
mento dello spreco, in cui dà consigli specifici a della competitività dell’intero settore alimentare.

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bcfn

CIBO A PERDERE
Conseguenza di politiche economiche e produttive, di carenze organizzative nella filiera
agroalimentare o di abitudini alimentari, lo spreco di cibo è comune a tutto il mondo e
in tutto il mondo significa grandi perdite economiche, oltre che di risorse. Un fenomeno
mondiale di impressionante portata e un circolo vizioso da interrompere per potere
soddisfare la richiesta alimentare di una popolazione in crescita.

a cura di anastasia lidia scotto

F ood is simply too good to waste è lo slogan


del Natural Resources Defence Council
(NRDC), una delle organizzazioni non
profit americane in prima fila nella lotta allo
spreco di cibo. Eppure il food waste è un feno-
produzione in campo a quella di trasformazione e
distribuzione, fino al consumo finale. Ma quanto
si butta via e quale settore della filiera spreca di
più?
Un primo problema da risolvere, per affrontare la
+70%
l’aumento della produzione
meno immenso, che riguarda sia le perdite più sfida contro lo spreco di cibo, è riuscire a quan-
o meno evitabili che si originano lungo la filiera, tificarlo correttamente. Perché a livello globale alimentare necessaria entro il
sia gli sprechi veri e propri. Le sue dimensioni manca una definizione comune di food waste e 2050 per soddisfare la domanda
sono state sottolineate nel 2011 dalla Food and Paesi diversi associano a questo termine signifi-
Agriculture Organization (FAO), che ha stimato cati differenti.
di cibo
che a livello mondiale lo spreco alimentare è pari Questo rende difficile una comparazione dei dati,
a 1,3 miliardi di tonnellate, circa un terzo della così come l’esistenza di una metodologia comune
produzione totale di cibo destinato al consumo che permetta di stimare gli sprechi. Le metodo-
umano. Oggi i dati diffusi dalle Nazioni Unite nel
rapporto How to Feed the World in 2050 indica-
no che la popolazione mondiale raggiungerà i 9,1
miliardi di abitanti entro il 2050 e questo dovrà
logie possono cambiare, infatti, da uno stadio
all’altro della filiera (consultazione di database,
interviste, ecc.) e questo rende impossibile para-
gonare i dati raccolti e impedisce di individuare
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dell’offerta necessaria entro il
comportare un aumento della produzione agroa- quali siano i settori più critici nella produzione
limentare del 70%. Tuttavia, ogni giorno un’enor- degli sprechi e di sviluppare strategie mirate. Le 2050 potrebbe essere garantita
me quantità di cibo viene persa o sprecata lungo cause del food waste possono essere molteplici e dalla riduzione dello spreco
tutta la filiera agroalimentare, dalla prima fase di comprendere: fattori climatici e ambientali, che

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possono portare alla rovina di un raccolto; limiti stina una bassa percentuale del reddito familiare per Nella maggior parte dei casi, gli alimenti elimina- Lo spreco maggiore, però, avviene tra le mura
delle tecniche agricole; ragioni economiche, qua- il loro acquisto, e questo fa sì che i consumatori non ti sono quelli che non corrispondono agli standard domestiche, responsabili del 60% del food waste
li standard estetici e qualitativi (che spesso fanno percepiscano la convenienza di evitare gli sprechi. previsti. Jonathan Bloom nel suo libro American totale. Le famiglie americane buttano via circa il
sì che vengano eliminati quei prodotti che non ri- Secondo l’USDA, nel 2008 le perdite totali di frutta Wasteland (2010) racconta che una grossa società 25% del cibo comprato e lo spreco domestico pro
spettano specifici canoni;), leggi di mercato che e verdura dei consumatori corrispondevano a 91,54 americana che si occupa del confezionamento dei capite è pari a 109 kg. Porzioni troppo abbondan-
determinano la maggiore o minore convenienza dollari, che è meno del 2,4% di quanto un america- pomodori ha stimato che, considerando la quanti- ti, confusione sulle diciture delle scadenze ripor-
nella raccolta di un prodotto; i comportamenti no in media spenda per il cibo. Il secondo grande tà di pomodori che risultano non idonei alla ven- tate sulle etichette, prodotti acquistati in offer-
dei consumatori, per i quali cibo perfettamente fattore che influisce sul food waste è la tendenza, dita ma che sarebbero adatti al consumo umano, ta promozionale che rimangono nel frigorifero,
commestibile viene gettato via. Il problema del- nei mercati maturi, a non scoraggiare lo spreco, in si potrebbe riempire un camion di 10.000 kg ogni sono solo alcune delle cause che sono alla base
lo spreco agroalimentare, in particolar modo in quanto più cibo viene sprecato più aumentano le 40 minuti. Andando avanti nelle fasi della filiera, il dello spreco domestico.
un periodo di crisi come questo, ha raggiunto di- vendite. Questo “circolo vizioso” fa sì che lo spreco cibo buttato via nei supermercati di piccole e grandi
mensioni tali da suggerire al Parlamento Europeo a livello domestico si traduca in pratica nella pos- dimensioni è pari a circa 20 milioni di tonnellate – FooD wAstE EURoPEo
la possibilità di dichiarare il 2014 “Anno europeo sibilità di vendite maggiori a monte. L’interazione la maggior parte costituita da frutta e verdura – e
contro lo spreco di cibo” e ad adottare una risolu- tra abbondanza di cibo, bassi costi, fattori tecnici o questi sprechi corrispondono a quasi il 10% della In Europa i dati raccolti dall’Eurostat nel 2010
zione che si prefigge di ridurre del 50% lo spreco climatici, ragioni economiche e leggi di mercato ha disponibilità totale di cibo del settore della vendita indicano che la quantità di prodotti alimentari
entro il 2020. determinato lo scenario attuale. al dettaglio. che viene persa ogni anno lungo la filiera am-

UN FENoMENo CoMPLEsso iL CAso DEGLi GLi stAti UNiti Il problema in questo caso è che le perdite all’in- monta a 89 milioni di tonnellate, ogni cittadino
terno dei supermercati vengono viste dai gestori europeo quindi butta via in media 180 kg di ali-
Ma perché si butta via così tanto? Il problema dello Negli Stati Uniti, nel 2012, il 40% del cibo prodotto come “parte del business”. Il direttore della nota menti. Anche in questo caso sono le famiglie le
spreco dei prodotti agroalimentari, al di là delle cau- è stato buttato via. Un americano medio spreca oggi catena americana Trader Joe’s ha infatti sottoli- maggiori responsabili del food waste:, il 42% dei
se elencate prima, ha anche origine dall’intreccio di dieci volte più di un abitante del Sudest Asiatico e neato che «la verità dal punto di vista di chi gesti- rifiuti agroalimentari totali proviene infatti da
due diversi fattori. Il primo è che il cibo è un bene fino al 50% in più rispetto a un americano che ha sce un supermercato è che un punto vendita che questo settore. In particolare, la Germania but-
relativamente economico, la maggior parte della vissuto nel 1970. Secondo il NRDC nella prima fase butta via poco fa pensare che non ci sia grande ta via 11 milioni di tonnellate di cibo all’anno,
popolazione nei Paesi sviluppati ha accesso a grandi della filiera, quella di produzione, il 20% delle per- disponibilità di prodotti e che la clientela possa il che equivale a dire che ogni cittadino tedesco
quantità di prodotti alimentari a basso prezzo, si de- dite agroalimentari è costituito da frutta e verdura. non essere soddisfatta». getta nei rifiuti circa 81,6 kg di prodotti alimen-

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CoNtRo Lo sPRECo:
1,5 mln EvENti 2013
sono le tonnellate di prodotti
agricoli che ogni anno restano 6-7 giugno 2013
nei campi italiani sustainable Food summit
Amsterdam, olanda
7 giugno 2013
FUsioNs – incontro regionale
organizzato da Bio intelligence
service, Parigi, Francia
20-21 giugno
Quarto Meeting annuale della
Food Chain Analysis Network
dell'oCsE, Parigi, Francia
26 giugno 2013
Caterraduno contro lo spreco
senigallia, italia
28 settembre 2013
salone trieste Next, premiazione
100 Buone Pratiche europee
trieste, italia
tari (per un valore economico di 235 euro), dei italiane buttano via il cibo non più di una vol- 29 settembre – 2 ottobre
quali 53 kg sarebbero perfettamente evitabili. ta a settimana e la pattumiera è ancora oggi il Prima Conferenza internazionale
La Francia sembra essere, invece, un Paese mol- mezzo più diffuso utilizzato per disfarsi di ciò sulla Food security
to più virtuoso. Le famiglie francesi, infatti, but- che non si consuma, mentre il compostaggio o Noordwijkerhout, olanda
tano via circa 30 kg di cibo all’anno. Secondo i la donazione degli alimenti che non interessano 4 ottobre 2013
Feeding the 5000
dati raccolti dall'Eurostat il Paese in cui si spreca più sono dei metodi di “riciclo” ancora troppo
Copenhagen, Danimarca
di più è l'Olanda, dove si gettano circa 579 chili poco conosciuti e adottati.
16 ottobre 2013
di cibo pro capite all'anno. Giornata Mondiale
In Italia i dati raccolti nel 2011 da Last Minu- sPRECo EMERGENtE dell’Alimentazione
te Market e UniBo indicano che nei campi ogni 17-18 ottobre 2013
anno restano circa 1,5 milioni di tonnellate di Il food waste, però, non è solo un problema del FUsioNs – Primo meeting
prodotti agricoli, pari al 2,73% della produzione mondo occidentale. piattaforma europea
agricola totale. Inoltre un’indagine eseguita ana- Secondo i dati presentati nel corso della World Amsterdam, olanda
lizzando piccoli e grandi supermercati ha messo Water Week tenutasi a Stoccolma lo scorso luglio, 16-24 novembre 2013
in evidenza che nel settore della distribuzione in Cina circa il 20% del cibo prodotto viene perso Quinta settimana europea
ogni anno vengono buttate via 270.776 tonnella- lungo la filiera agroalimentare. per la Riduzione dei Rifiuti
te di prodotti alimentari che sarebbero perfetta- Questo dato è particolarmente grave se si consi-
mente consumabili. dera che la Cina è un’economia emergente e deve
conterranno eventi save food
Per capire invece quanto le famiglie italiane affrontare il problema della sicurezza alimentare,
3-6 novembre 2013
siano virtuose, sono stati intervistati 3500 nu- confrontandosi con scarse risorse idriche e terre the Global Food Equipment
clei familiari. I dati raccolti hanno messo in limitate. & technology show, Chicago,
evidenza che circa un terzo degli intervistati è Produrre così tanto cibo che diventa poi scarto stati Uniti
consapevole di buttare via una gran parte del vuol dire sprecare circa il 17-20% delle risorse 26-28 novembre 2013
cibo acquistato, mentre un altro terzo dichiara idriche del Paese, equivalente al consumo idrico Food Processing and Packaging
di eliminare poco o niente. In media le famiglie di tutta la Francia. Exposium, Nairobi, Kenya

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UNA FILIERA DI
SPRECHI
Il valore degli alimenti dipende anche dalle energie messe in campo per produrli e farli
arrivare fino a noi. Per questo sprecare il cibo non vuole solo dire creare rifiuti, ma
significa rendere inutile il consumo di risorse preziose come acqua, terra, petrolio
ed energia, utilizzate per produrlo; ed emettere anidride carbonica in due fasi,
prima per la sua produzione e poi per il suo smaltimento.

a cura di anastasia lidia scotto


Q
uando si parla di impatti degli sprechi dati mettono in evidenza quale peso abbia la pro-
agroalimentari, si pensa immediatamen- duzione agroalimentare sull’ambiente, limitandosi
te alle emissioni di anidride carbonica ad analizzare solo le prime due fasi della filiera. Se
associate allo smaltimento dei prodotti prendiamo in considerazione anche la distribuzio-
che diventano rifiuti. Questa è però solo una parte ne e il consumo finale, l’impatto della filiera agro-
degli impatti totali generati dallo spreco di cibo. alimentare sulle emissioni di gas serra nazionali
Ogni alimento che arriva quotidianamente sulle sarà ancora maggiore. Una volta che un prodotto
nostre tavole ha alle spalle un lungo viaggio che alimentare viene gettato via, a tutta l’anidride car-
inizia dai campi sui quali è stato prodotto, conti- bonica emessa inutilmente per la sua produzio-
nua nell’industria che l’ha trasformato, prosegue ne bisognerà poi sommare quella associata allo
nei mercati e nei supermercati che l’hanno distri- smaltimento in discarica. Per avere un’idea delle
buito e termina nelle nostre case nelle quali il cibo dimensioni del problema, l’ISPRA ci dice che an-
può essere ulteriormente modificato e infine con- cora oggi circa il 40% dei rifiuti urbani finisce nel-
sumato o gettato via. Questo lungo viaggio, from le discariche, che costituiscono la maggiore fonte
cradle to grave (dalla culla alla tomba) comporta di emissione del metano. Secondo lo studio svolto
un consumo di risorse, lavoro e conseguenti emis- nel Regno Unito dalla non profit Waste&Resources
sioni di gas serra. Considerando un alimento lun- Action Programme (WRAP), eliminare i rifiu-
go tutto il suo ciclo di vita, quindi, si dovrà tenere ti alimentari dalle discariche porterebbe a una
conto anche dell’acqua, dell’energia e delle risorse riduzione delle emissioni di gas serra equivalen-
che sono consumate, e di conseguenza sprecate, te a quella che si otterrebbe togliendo un quinto
quando questo cibo diventa rifiuto. Dal punto di delle automobili dalle strade del Paese. In Italia,
vista ambientale, i rifiuti agro- secondo uno studio svolto nel
alimentari determinano uno 2011 dall’Università di Bologna
spreco di fertilizzanti e pesti-
cidi, del carburante utilizzato
80% e dal Last Minute Market, gli
sprechi agroalimentari prodot-
15 mld
per trasportare gli alimenti e
causano una forte emissione di
è la percentuale
di acqua potabile
ti lungo la filiera, dalla fase di
produzione fino alla distribu-
di euro
metano, un gas climalterante zione, emetterebbero circa 4
consumata il valore dello spreco
che ha un potere pari a 21 volte milioni di tonnellate di CO2, e
quello dell’anidride carbonica. dall’agricoltura in UsA questo valore corrisponde a cir- di cibo in italia
Il problema degli impatti am- ca un quarto di quanto l’Italia
bientali associati allo spreco di cibo assume un dovrebbe tagliare per rispettare gli accordi di Kyo-
peso ancora maggiore se si considera che, secondo to. All’impatto ambientale se ne associa anche uno
i dati raccolti nel 2012 dall’Istituto Superiore per energetico. Secondo lo stesso studio prima citato,
la Protezione e la Ricerca Ambientale (ISPRA), il in Italia gli sprechi agroalimentari corrispondono
settore dell’agricoltura da solo emette ben 33 mi- a circa il 3% del consumo di energia. L’energia
lioni di tonnellate di CO2 equivalente ed è quindi, sprecata in agricoltura, per la produzione di quel
dopo quello dell’energia, il secondo responsabile milione e mezzo di tonnellate che vengono lascia-
delle emissioni di gas serra nazionali. Questa sti- te nei campi, corrisponde a circa 98.000 tep (ton-
ma però include solo le emissioni di gas serra as- nellate equivalenti di petrolio), una quantità che è
sociate alla prima fase della filiera agroalimentare, pari a quella che sarebbe necessaria per riscaldare
ovvero quella in campo, senza considerare tutte le 67.000 appartamenti da 100 m2 per un anno. I dati
altre. Secondo il rapporto del 2009 Agricarbon, dell’Università di Bologna indicano inoltre che
dell’Istituto di servizi per il mercato agricolo ali- lo spreco di cibo nell’industria alimentare corri-
mentare (ISMEA), se facciamo un passo avanti sponde a 80.000 tep, una quantità con la quale si
e analizziamo le emissioni associate alla filiera potrebbero riscaldare 55.000 appartamenti da 100
agroindustriale (che includono non solo quelle m2 per un anno. Allo spreco energetico è associa-
legate all’agricoltura, ma anche quelle generate to anche quello del petrolio. Si stima che i rifiuti
dal processamento dei prodotti, dal trasporto e dal agroalimentari in Italia determinano uno spreco
packaging) avremo che questa è responsabile del di circa 19 milioni di tonnellate di barili di petro-
20% delle emissioni italiane di gas serra. Questi lio, che equivale a buttare via circa un miliardo e

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Buttare via prodotti alimentari
vuol dire aver consumato
acqua e terra inutilmente

duecentomila euro. Waste Watcher, osservatorio dover gestire una grande quantità di rifiuti in real-
nazionale sugli sprechi alimentari, stima che in tà evitabili. I prodotti alimentari che finiscono in
totale il valore economico degli sprechi lungo la discarica corrispondono, infatti, a circa il 12% dei
filiera, in Italia, è pari a più di 15 miliardi di euro, rifiuti solidi urbani degli Stati Uniti e il loro costo
oltre l’1% del PIL. Oltre all’energia sprecata nella per lo smaltimento è pari a circa 1,3 miliardi di
produzione dei rifiuti agroalimentari, c’è un’altra dollari. Per rendersi conto dello spreco di risorse,
forma di energia che viene persa: quella chimica. energia e soldi associati al cibo inutilmente getta-
In uno studio condotto dal Last Minute Market to via, uno studio americano pubblicato nel 2011
in un ipermercato di Bologna, è stato rilevato che su “The Journal of Consumer Affairs” ha analizza-
in un anno vengono smaltiti come rifiuti fino a to in particolare la filiera del pomodoro. Secondo
92.000 chili di cibo commestibile, ossia una me- i dati raccolti, nel 2008 sono stati persi o sprecati
dia di 252 chili al giorno, costituiti soprattutto da lungo la filiera circa 415 milioni di tonnellate di
frutta, verdura e carne. Questa enorme quanti- pomodori. Aver buttato via questa enorme quanti-
tà di rifiuti corrisponde a uno spreco di 310.000 tà di pomodori equivale ad aver consumato inutil-
kcal al giorno. Con questo cibo inutilmente eli- mente circa 9000 ettari di terreno, 15 miliardi di
minato in un solo supermercato si potrebbe as- litri di acqua e aver sprecato in media 7 milioni di
sicurare una dieta completa ed equilibrata a 18 ore di lavoro.
persone al giorno, soddisfacendo a pieno il loro Lo smaltimento dei pomodori buttati via costa circa
fabbisogno energetico. 17 milioni di dollari ed emette 311.845 tonnellate
Anche negli Stati Uniti il food waste ha un forte di gas serra. Evitare lo spreco di questi pomodori,
impatto ambientale ed energetico. Secondo una secondo l’EPA, ridurrebbe le emissioni di gas serra
ricerca svolta nel 2012 dall’Environmental Protec- di una quantità pari a quella ottenuta dall’elimina-
tion Agency (EPA), il cibo che finisce nei rifiuti è zione di 55.471 automobili.
responsabile del 16% delle emissioni nazionali di Ridurre il food waste anche solo del 15% sarebbe
metano ed equivale allo spreco di 165 miliardi di sufficiente a dare da mangiare a più di 25 milioni
dollari ogni anno. I dati raccolti indicano che il di americani all’anno, e questo è un dato partico-
consumo energetico associato ai rifiuti alimentari larmente importante se si considera che in questo
è pari al 2,5% del totale ed equivale a sprecare 300 periodo di crisi un americano su sei non riesce a
milioni di barili di petrolio ogni anno. sfamare la propria famiglia.
Ma non sono solo energia e petrolio a essere spre- In Europa, i dati raccolti nel 2009 dal DG Ambiente
cati. Secondo il United States Department of Agri- indicano una produzione di food waste lungo la fi-
culture (USDA) la produzione agricola degli Stati liera agroalimentare (considerando le fasi che van-
Uniti è responsabile dell’80% del consumo di ac- no dalla distribuzione fino al consumo finale) pari
qua potabile di tutto il Paese e sfrutta circa il 50% a circa 90 milioni di tonnellate. La produzione e lo
delle terre utilizzabili. Buttare via i prodotti ali- smaltimento di questi rifiuti agroalimentari porta
mentari vuol dire aver consumato tutta quest’ac- all’emissione di 170 milioni di tonnellate di CO2 e
qua e questa terra inutilmente. E allo spreco di consuma 261 milioni di tonnellate di risorse (che
risorse si aggiungono anche le conseguenze di includono sia la terra consumata sia l’acqua).

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bcfn

COSTRUIRE UN NUOVO
SISTEMA ALIMENTARE
Portare a casa la bottiglia di vino aperta al ristorante, creare una cucina in un
supermarket, vendere a prezzo scontato i prodotti prossimi alla scadenza, distribuire le
eccedenze e, soprattutto, informare sono solo alcune delle iniziative di istituzioni, enti
pubblici e privati, associazioni e singoli cittadini per limitare lo spreco di cibo ancora
perfettamente commestibile. Per restituirgli il giusto valore.

a cura di elisa bianco

M olti prodotti alimentari ancora buoni da


mangiare spesso finiscono fuori mercato
per motivi che nulla hanno a che vedere
con la qualità dell’alimento: confezioni danneggia-
te, prossimità alla scadenza, eccedenze di produzio-
all’assistenza di persone indigenti o emargina-
te. In alcuni casi i prodotti alimentari possono
provenire da ricevimenti pubblici, catering o
concerti (The Rock and Wrap It Up!), oppure le
organizzazioni che recuperano gli sprechi posso-
promossa dalla Fiera di Düsseldorf. Partendo
dall’idea che il cibo sprecato nei campi dei Paesi
in via di sviluppo e nelle case dei Paesi sviluppati
può essere impiegato per sfamare chi ne ha bi-
sogno, Save Food cerca di agire a livello globale
lo possono influire sullo spreco di cibo: ciascun
membro apporta le proprie esperienze e cono-
scenze per arrivare a ridurre, entro il 2020, del
50% gli sprechi alimentari e del 20% la domanda
di risorse lungo la filiera.
ne, ricambio programmato sugli scaffali, acquisti no impiegarli servendo pasti nelle mense o orga- sull’intera filiera, facendo dialogare tra loro un
impulsivi e così via. nizzando cene di beneficienza ed eventi pubblici numero di partner molto ampio, dall’industria DALLo sCAFFALE AL BiDoNE
Per recuperare questi prodotti ancora commestibili (come l’iniziativa Feeding the 5000). Talvolta alla ricerca, dalla politica alla società civile. Dal
ma non più vendibili, sono nate, nel mondo, moltis- sono le agenzie governative e gli enti pubblici canto suo, anche l’Unione Europea ha iniziato a In alcuni casi, le iniziative sono guidate da coo-
sime iniziative, che possono essere distinte in base che promuovono il riutilizzo degli alimenti, so- muovere passi importanti: tra i progetti finanzia- perative di produttori che ridistribuiscono tra la
alla natura del soggetto che le porta avanti, all’obiet- prattutto mediante campagne di informazione o ti nel 2012 nell’ambito del Settimo Programma comunità locale quella fetta di produzione che
tivo che si pone e al tipo di azioni che intraprende. certificazioni dell’impegno svolto da una partico- Quadro, uno dei principali strumenti di sostegno non riesce a raggiungere il mercato, come fa il
lare struttura. In molti casi, però, le campagne al mondo della ricerca della Commissione Euro- Grow Sheffield’s Abundance Project in Gran Bre-
DistRiBUiRE LE ECCEDENZE di sensibilizzazione sono portate avanti anche pea, salta all’occhio FUSIONS (Food Use for So- tagna. Tuttavia, spesso anche i prodotti che ar-
da associazioni ed enti privati le cui iniziative, cial Innovation by Optimising Waste Prevention rivano nei supermercati vanno sprecati: a causa
Le prime iniziative cui è facile pensare, sono rap- generalmente rivolte al grande pubblico (come Strategies). Il progetto, avviato ad agosto 2012, di strategie commerciali e politiche di vendita,
presentate dalla distribuzione di aiuti alimenta- Teller Statt Tonne in Germania), diventano an- ha una durata di quattro anni e punta a realizzare molti cibi non raggiungono gli scaffali, altri re-
ri diretti da parte di organizzazioni profit e non cora più efficaci se rivolte alle scuole, perché in Europa un uso più efficiente delle risorse, ri- stano invenduti o deperiscono nel frigo di casa
profit. Nella maggior parte dei casi si tratta di contribuiscono a formare le future generazioni di ducendo gli sprechi alimentari attraverso l’inno- perché i clienti, affascinati dalle promozioni, ne
associazioni di volontariato (come City Harvest produttori e consumatori (come l’Edible School- vazione sociale. Uno degli strumenti principali comprano troppi.
negli Stati Uniti) o private che recuperano le do- yard Project negli Stati Uniti). Dal 2011, inoltre, per la realizzazione degli obiettivi di FUSIONS Alcune catene di distribuzione hanno così av-
nazioni dell’industria, della distribuzione o della anche la FAO ha iniziato a impegnarsi in questo consiste nella creazione di una piattaforma in viato iniziative mirate a limitare gli sprechi, tra
ristorazione per distribuirle a strutture deputate settore, con l’adesione alla campagna Save Food cui vengano riuniti quei soggetti che a ogni livel- queste: raccolta e ridistribuzione di alimenti in-

20 21
venduti, possibilità di dilazionare le promozioni più di altri hanno assunto un impegno ufficiale
commerciali con acquisti in tempi separati (l’ini- nella lotta agli sprechi alimentari, in Europa, ad
ziativa “Buy one, get one later” di Sainsbury’s e esempio, la Francia fa da capofila, mentre nel re-
Tesco), utilizzo degli sprechi alimentari come sto del mondo il Brasile merita una menzione.
combustibile per generare elettricità, migliora-
mento degli imballaggi (Morrisons e Marks & LE ÉPiCERiEs soLiDAiREs
Spencer in Gran Bretagna), suggerimento delle REGioNi
modalità di conservazione in etichetta o su inter- Nel Paese transalpino numerose iniziative anno- E CoMUNi
net (Morrisons in Gran Bretagna). verano, tra i partner, ministeri ed enti pubblici,
Recentemente anche la catena spagnola Merca- come dimostra, ad esempio, l’impegno dell’Agen- Impegnarsi a stimolare azioni nei territori e nelle questo l’obiettivo di riunire così tante amministra-
dona ha iniziato a collaborare con le banche ali- zia francese per l’ambiente e l’energia, che con comunità per ridurre lo spreco alimentare è lo sco- zioni. Ed è anche quello di Save Food, il progetto
mentari: mettendo a disposizione 217 dei suoi l’obiettivo di ridurre e prevenire la formazione di po della Carta Spreco Zero, firmata a dicembre 2012 di sensibilizzazione sul problema del food waste del
supermercati come punti di raccolta, ha con- rifiuti, ha inserito tra le aree di intervento la lotta da oltre 50 sindaci della regione Emilia Romagna e Comune di Settimo Torinese: recuperare l’invendu-
tribuito a recuperare più di 300 tonnellate di allo spreco alimentare. sottoscritta il 20 maggio da 1000 sindaci riuniti a Pa- to e distribuirlo ai cittadini più disagiati, grazie alla
alimenti. In alcune parti del mondo, inoltre, si A meritare particolare attenzione è il progetto dova per “Mille sindaci a spreco zero”. L’iniziativa è rete creata con distributori, Caritas e Croce Rossa
stanno diffondendo siti internet che commercia- dell’Association Nationale de Développement des stata promossa nell’ambito della campagna europea Militare. Solo nel 2012, in questo comune di circa
lizzano, a prezzi ridotti, i prodotti prossimi alla Épiceries Solidaires (ANDES). Nata nel 2000, “Un anno contro lo spreco” (unannocontrolospreco. 48.000 abitanti, sono stati recuperati circa 26.000
scadenza. la rete di ANDES riunisce le épiceries solidari- org). Condividere, confrontarsi, mettere in rete: è chili di cibo che altrimenti sarebbe andato sprecato.
es, cioè negozi solidali in cui le persone con un
tUtto È RECUPERABiLE basso reddito possono acquistare prodotti di uso
quotidiano al 10-20% in meno rispetto al norma-
Alla distribuzione si aggiungono poi le iniziati- le prezzo di vendita.
ve promosse dalla ristorazione. In alcuni Paesi è Grazie ad accordi nazionali e locali con produtto-
un sistema già diffuso, in altri, invece, chi va al ri, industrie alimentari e catene distributive, gli iNDUstRiA: i REtAiLER:
ristorante non sempre porta a casa gli avanzi di esercizi commerciali si riforniscono raccoglien- AUstRiA E FRANCiA tEsCo
cibo e bevande; da qui l’utilità di campagne come do dal canale distributivo i prodotti invenduti e
Il buono che avanza, in Lombardia, o Buta stupa, commestibili che altrimenti andrebbero distrut-
La multinazionale francese Sodexo, che si occupa La catena britannica Tesco contrasta l’idea che la
in Piemonte. In alcuni casi la comunità locale è ti. Tra i suoi partner ANDES annovera due mini-
anche di ristorazione collettiva, si è messa in prima grande distribuzione sia sempre responsabile di
coinvolta in iniziative promosse da singole strut- steri, svariati enti pubblici locali e nazionali, rap-
linea, con il progetto Stop Wasting Food, per cre- grandi sprechi alimentari.
ture, come nel caso del People’s supermarket a presentanti dell’industria (come Ferrero France),
are consapevolezza contro lo spreco nelle mense. Con la campagna BOGOF (Buy One, Get One
Londra, un supermercato che mira a rispondere della distribuzione (come Carrefour e Simply
Ha eliminato l’uso del vassoio (diminuendo così gli Free Later), attiva dal 2009, cerca di invertire
ai bisogni della comunità offrendo prodotti locali Market) e di diverse associazioni caritative.
sprechi del 30%); chiede di servirsi poco alla volta, la tendenza degli sprechi spesso provocati dalla
a prezzi accessibili. I negozi solidali rivestono, inoltre, un ruolo so-
in più turni; crea informazione, esplicitando quan- logica del 2x1. In questo modo compri sempre
Il supermercato è gestito da una cooperativa cui ciale importante: si rivolgono a una fascia di per-
to lo spreco alimentare incida sulle emissioni di due prodotti (l’iniziativa è riservata a verdura
possono aderire anche i clienti, che, in cambio sone indigenti che non possono permettersi di
CO2. In Austria, invece, dove c’è una forte tradizio- e frutta) pagandone uno, ma il secondo lo puoi
di una quota minima (25 sterline all’anno) e accedere ai canali distributivi standard, ma che
ne panificatoria e uno spreco annuo di 60-65.000 ritirare la settimana dopo e non rischi di non
dell’impegno a svolgere quattro ore di volonta- non si rivolgerebbero a strutture caritative per-
tonnellate di pane invenduto, l’industria Ring and riuscire a consumarlo.
riato al mese nella struttura, possono usufruire ché lo percepirebbero come una forma di esclu-
Salzkammergut-Bäckerei, produttrice e fornitrice Proprio la necessità di conservare i prodotti
del 10% di sconto sui prodotti venduti. Il People’s sione sociale. Attraverso le sue attività, la rete di
di prodotti da forno, dà spiegazioni su come con- è anche alla base nel nuovo packaging Tesco,
supermarket s’impegna anche nella riduzione dei ANDES raggiunge, quindi, molteplici obiettivi:
servare il pane, inaugura iniziative per prenotare il in grado – grazie a una particolare striscia che
rifiuti e degli sprechi alimentari grazie a una cu- riduzione dello spreco di frutta e verdura, pro-
pane – con vantaggi per il consumatore – e comu- assorbe l’etilene, l’ormone vegetale che provoca il
cina, installata all’interno del supermercato, in mozione di abitudini alimentari sane nelle fasce
nica un nuovo modo di vendere e comperare. Non deperimento – di mantenere a lungo le verdure.
cui i prodotti alimentari prossimi alla scadenza meno abbienti, inclusione sociale di soggetti al
abbondanza ma varietà: perché se non c’è proprio Il risultato? Un milione e mezzo di pomodori e
sono impiegati come ingredienti nella prepara- momento esclusi, recupero delle eccedenze ali-
quello che stavamo cercando, ci sarà sempre qualco- 350.000 avocado in meno gettati nell’immondizia
zione di piatti pronti (zuppe, insalate, torte, ecc). mentari nazionali.
sa che gli assomiglia per gusto e proprietà. ogni anno.
Da non dimenticare, infine, le iniziative com- A fine 2012 ANDES contava 240 épiceries, circa
merciali che valorizzano scarti e residui di tra- 130.000 clienti e più di 1300 tonnellate di frutta
sformazione, impiegandoli nella produzione di e verdura sono state recuperate dai mercati all’in-
altri beni commerciali, come nel caso della linea grosso di Rungis, Perpignan, Lille e Marsiglia (di
di cosmetici IoMiAmo. cui cinque al giorno nel solo mercato di Rungis,
Da un punto di vista istituzionale, alcuni Paesi uno tra i più grandi al mondo).

22
ABBAttERE sPRECo E FAME nutrizionale nato da un’iniziativa lanciata nel 1991
a Paranà dal Serviço Social do Comércio (SESC),
Tra le nazioni in via di sviluppo, il Brasile rappre- gestisce numeri stupefacenti: nel 2012 ha recupe-
senta un modello virtuoso. Il Paese sudamericano rato e ridistribuito più di 41.000 tonnellate di ali-
è tra i primi produttori mondiali di alimenti, eppu- menti, è attivo in 408 città, ha più di 3000 aziende
re moltissime persone vivono sotto la soglia di po- partner che donano generi alimentari e realizza
vertà e lungo la filiera si spreca ogni anno più della quasi 5000 attività educative e formative nei setto-
metà del cibo destinato al consumo domestico: il ri dell’alimentazione e del lavoro sociale. Un altro
CoLDiREtti
20% in fase di raccolta, il 15% in quella di trasfor- programma di successo è stato lanciato nella città E CARitAs
mazione e il 20% tra le mura di casa. Il programma di Curitiba, Spazzatura che non è spazzatura, dove
Fome Zero (fame zero), lanciato nel 2003 dall’allora ogni quattro chili di rifiuti riciclabili raccolti e con- Secondo i dati raccolti dalla Coldiretti, in Italia cir- bucce di frutta, bucce caramellate, ribollita e tanti
presidente Lula, si rivolge a 44 milioni di persone e segnati alle unità di raccolta è possibile ricevere due ca il 30% del cibo acquistato finisce nella spazzatu- altri. La Coldiretti li ha preparati in occasione dell’XI
grazie a Mesa Brasil (www.sesc.com.br/mesabrasil) chili di cibo. ra, e per limitare lo spreco domestico, che riguarda Forum internazionale dell’agricoltura e dell’alimen-
nel 2012 un milione e mezzo di persone ogni gior- Recentemente, inoltre, l’impegno istituzionale è con più facilità i prodotti freschi, frutta e verdura tazione a Cernobbio per la “tavola dello spreco”. La
no hanno potuto fruire di aiuti alimentari. Mesa ancora aumentato con la promulgazione di leggi andrebbero acquistate in minor quantità e più fre- Caritas di Roma, insieme all’Associazione Panifi-
Brasil, un programma di sicurezza alimentare e che mirano a ridurre gli sprechi alimentari. quentemente, preferibilmente sfuse e di stagione. catori aderenti alla CNA di Roma e la Federconsu-
Ma soprattutto bisognerebbe dedicare più tempo matori Lazio – già protagonisti della campagna di
alla cucina. Perché quelli che noi chiamiamo “scarti” donazione alimentare “Oggi offro io” –, li ha messi,
sono alla base di moltissimi piatti, tra i quali alcuni insieme allo chef Paolo Cacciani, nel libro La tua ri-
Decalogo_tips Orizzontale_23052013_verdechiaro_CROP.pdf 1 03/06/13 09.17 tradizionali: polpette, frittate di pasta, marmellate di cetta contro gli sprechi.

CHE FARE? - IL DECALOGO INTELLIGENTE BANCo


LA SPESA INTELLIGENTE È TROPPO PER TE? ALiMENtARE
Prima della spesa, controlla Danne un po' ai tuoi vicini di casa.
cosa serve davvero.
Industria, ristorazione collettiva e grande distribu- collocare prodotti non commerciabili – per difetti
LA CUCINA INTELLIGENTE AL RISTORANTE NON RIESCI zione organizzata hanno in comune la gestione di di confezionamento o campionatura, o per motivi
Quando cucini, fai attenzione A FINIRE IL TUO PIATTO? consistenti quantità di alimenti e, di conseguenza, di stagionalità o prossimità della scadenza – e che
alle quantità. Non farti problemi, chiedi la necessità di risolvere il problema di tonnellate hanno preferito la donazione come soluzione; la
di portare a casa gli avanzi
di scarti ed eccedenze. Il Banco Alimentare, asso- grande distribuzione che, per le medesime ragioni
IL FRIGORIFERO in un pacchetto.
Lo fa anche Michelle Obama... ciazione presente sul territorio italiano dal 2003, si dell’industria, possiede una vasta gamma di prodotti
INTELLIGENTE
In frigo, metti davanti i cibi
occupa di trasformare queste eccedenze in risorse, non più vendibili; la ristorazione collettiva, che si
a breve scadenza. distribuendole gratuitamente ad associazioni ed troverebbe altrimenti a dover gettare via pasti pron-
"DA CONSUMARE enti caritativi. ti ancora perfettamente commestibili ma non ripro-
PREFERIBILMENTE ENTRO IL..."
IL FREEZER INTELLIGENTE I prodotti donati arrivano in via principale da: ponibili, ad esempio, nelle mense.
Vuol dire che gli alimenti risultano
Congela i cibi che non puoi
ancora idonei al consumo anche l’Agenzia per le erogazioni in Agricoltura (AGEA) È una rete complessa, che si basa sul lavoro di oltre
mangiare a breve. dell’Unione Europea che, secondo il Programma 1600 volontari e che ha permesso che solo nel 2012
successivamente al giorno indicato.
Verifica bene prima di buttarli. europeo di aiuti, distribuisce derrate alimentari in venissero donate 61.000 tonnellate di cibo: un ri-
RICETTE CONTRO LO SPRECO
eccedenza; l’industria alimentare, una rete di 700 mettere in circolo alimenti, in una società che vede
Utilizza avanzi e scarti alimentari.
aziende grandi e piccole, che si trovano a dover ri- moltiplicarsi la richiesta di aiuti alimentari.
FIDATI DEL TUO NASO
PRODOTTI FRESCHI Prima di buttare un alimento
E DI STAGIONE annusa, guarda e, se l’aspetto
Privilegia l'acquisto dal produttore. è buono, assaggia.
FONTE: elaborazione BCFN da Segrè A. (2013) “Vivere a spreco zero. Una rivoluzione alla portata di tutti”

24
iniziatiVe di sensibilizzazione iniziatiVe di sconti iniziatiVe dei
per alimenti aVanzati Grandi retailer

iniziatiVe di
ridistribUzione

sVezia

danimarca

Usa

reGno Unito
iniziatiVe per
Germania Giappone ridUrre
riUtilizzare
riciclare

francia

sinGapore

italia

brasile

eUropa fao

iniziatiVe
iniziatiVe del settore iniziatiVe iniziatiVe iniziatiVe della
commerciali aGricolo indiVidUali istitUzionali ristorazione

26 27
bcfn

LA FILIERA CHE
PRESERVA IL CIBO
1

Definire il problema,
Un mondo che spreca così tanto cibo è un mondo con una filiera agroalimentare che capire le cause
non funziona come dovrebbe. Per invertire questa tendenza e ricostruire un ordine che
restituisca il valore al cibo, è necessario che i cambiamenti avvengano in ogni fase della 2
produzione e del consumo. Il BCFN riflette su chi se ne deve occupare e come.
stimolare l’attenzione
di barbara bUchner
di governi e istituzioni

Creare una rete di


cooperazione

L o spreco alimentare è un problema che coin-


volge tutti. Non solo perché è diffuso in tutto
il mondo, ma perché la sua imponente mani-
festazione ha ora – e a maggior ragione avrà in futu-
ro – pesanti conseguenze sulla società. Continuare
BCFN, si deve definire chiaramente cosa signifi-
ca sprecare il cibo. Food losses, food waste: spre-
chi o perdite?
Definire le une e le altre aiuta a conoscerne me-
glio caratteristiche e possibili soluzioni, a quanti-
4

Promuovere eventi
a perdere il cibo lungo la filiera agroalimentare in ficarle e ad analizzarne le cause. Alcune sono già di informazione al
un mondo in piena crisi economica vuol dire per- state identificate, altre sono ancora da esplorare, consumatore
dere l’occasione di intervenire su un sistema che ed è per questo che la filiera agroalimentare va
non funziona più, significa impedire che le perso- ancora, in ogni sua fase, osservata e compresa:
ne che soffrono la fame possano accedere a questo per poterla correggere. 5
eccesso di produzione, ma anche non avere chiaro
per quante persone produciamo oggi e per quante UN ARGoMENto PoLitiCo
dovremo produrre domani. Per questo negli ultimi Prima ridurre,
anni il Barilla Center for Food & Nutrition e molte Occorre inoltre che i governi s’interroghino sul poi recuperare,
istituzioni, organizzazioni e associazioni hanno de- perché sprecare il cibo sembra ormai diventato eco- eventualmente
ciso di schierarsi contro lo spreco. nomicamente conveniente, soprattutto in un mon-
do che dovrebbe risparmiare le proprie risorse. È condividere
DEFiNiRE PER QUANtiFiCARE proprio nelle agende politiche che deve comparire
con giusta priorità la riduzione delle perdite e degli
Per ridurre drasticamente, se non eliminare del sprechi; è importante che le istituzioni europee e
tutto, un fenomeno globale e radicato come quel- quelle di tutto il mondo valutino gli impatti che il
lo del food waste sono molte le pratiche che bi- food waste comporta in ogni fase della filiera – au-
sogna mettere in atto. Innanzitutto, secondo il mentando e migliorando la ricerca e l’indagine sulla

28
siAMo Ciò CHE non MANGiAMo
se ognuno farà la
sua parte, il cibo di andrea segrè
prenderà strade Presidente Last Minute Market, spin off Università di Bologna
diverse da quelle
che lo portano a
In quei Paesi che una volta si definivano ricchi oggi modificare le regole che disciplinano gli appalti pubbli-
essere rifiutato lo spreco alimentare si “concentra” fra le mura do- ci per i servizi di ristorazione e di ospitalità alberghiera
e scartato mestiche: ciò che si spreca a casa propria conta mol- in modo da privilegiare, a parità di altre condizioni,
to più di tutto il resto, per valore e per quantità. In le imprese che promuovono azioni di riduzione dello
Italia, per esempio, l’ordine di grandezza è di 5 a 1. spreco e di ridistribuzione;
Siamo ciò che non mangiamo, direbbe oggi – se po-
tesse – Ludwig Feuerbach. istituire programmi e corsi di educazione alimenta-
Del resto, le analisi qualitative rilevate dall’Osserva- re, per rendere il consumatore consapevole degli
torio Waste Watcher di Last Minute Market-SWG sprechi e dei loro impatti, insegnando a rendere più
situazione attuale –, in mondo da studiare manovre per favorire la concentrazione dell’offerta, e una dimostrano che il fenomeno incomincia a essere sostenibile acquisto, conservazione, preparazione e
e norme adeguate, standard da rispettare che ridu- fra produzione e distribuzione, che permetta di percepito con maggiore chiarezza dagli italiani, an- smaltimento.
cano lo spreco. Perché prima ancora di pensare a programmare e rispondere in modo corretto alle che in termini di impatto ambientale.
come recuperare i nostri scarti, a come riciclarli, richieste del consumatore, sia per quel che ri- Esiste inoltre una comunità sempre più diffusa, regolamentare le vendite scontate quando un prodot-
compostarli, usarli per produrre energia o mangimi guarda le quantità realmente necessarie, sia per almeno potenzialmente, e molto attenta, attiva e to è vicino alla scadenza oppure presenta un difetto
animali, è importante adottare alcune pratiche per soddisfare esigenze di qualità. In questo modo si disponibile a condividere delle buone pratiche per (contro lo spreco e contro la crisi);
ridurli. Dobbiamo infatti ridimensionare il proble- potrebbero equilibrare domanda e offerta, ridu- ridurre lo spreco di alimenti e favorire un consumo
ma già alla radice, per limitare il numero di risorse cendo notevolmente lo spreco alimentare. E se responsabile. semplificare le etichette degli alimenti: una scadenza
necessario a mettere in pratica la fase del riutilizzo. ognuno farà la sua parte, il cibo prenderà strade Vale la pena allora cercare di raccogliere le azioni unica ma con due date, quella commerciale (fino a
diverse da quelle che lo portano a essere rifiutato che si possono mettere in campo. quando può essere venduto) e quella che riguarda il
RiDistRiBUiRE L’ECCEDENZA e scartato. E in questa direzione molto possono fare le ammini- consumo;
Questo processo di correzione della filiera non strazioni locali, le più vicine ai cittadini.
Esiste, infatti, una parte di sprechi inevitabile, ma a può però considerarsi completo senza un inter- La Carta per una rete di amministrazioni a spreco istituire un osservatorio nazionale per la riduzione
questa dovrebbe essere data, prima di tutto, un’altra vento sulla sua ultima fase: il consumo domesti- zero è un esempio, concreto, di cosa si può fare an- degli sprechi con l’obiettivo di minimizzare tutte
possibilità di essere cibo per chi ne ha bisogno. Lo co. Il comportamento di ognuno di noi è infatti dando oltre ai singoli, le associazioni e i movimenti. le perdite e le inefficienze della filiera, favorendo
si può fare attraverso le iniziative di donazione e di di fondamentale importanza, e perché le persone La Carta, sottoscritta a maggio 2013 da oltre 700 la relazione diretta fra produttori e consumatori e
redistribuzione a fasce di popolazione in difficoltà. cambino attitudine nei confronti del cibo c’è bi- amministratori, impegna fra l’altro a: coinvolgendo tutti i soggetti interessati. Diversi Pa-
Sono molte quelle che stanno nascendo nel mondo, sogno di impegno, rispetto, attenzione, fantasia, esi europei si sono già dotati di questo strumento,
ma dovrebbero essere un’assodata pratica quotidia- ma prima di tutto di comprensione del proble- condividere e promuovere la campagna “Un anno con- l’Italia non ancora;
na e non sporadica o isolata: supermercati, mercati, ma. Il BCFN crede con forza nel ruolo positivo di tro lo spreco”, patrocinata dal Parlamento Europeo,
aziende, mense dovrebbero destinare il cibo che per un’adeguata informazione su cosa significhi per per sensibilizzare l’opinione pubblica sul valore po- confrontare, condividere, mettere in rete le buone pra-
alcune ragioni non può più essere venduto a chi, l’ambiente e l’economia gettare del cibo che ha sitivo del cibo e sulle conseguenze economiche, am- tiche – tecnologie, processi, progetti per prevenire
comunque, non potrebbe permettersi di comprarlo. richiesto molte risorse per crescere e che tante bientali e sociali dello spreco alimentare; lo spreco alimentare – e costituire infine una rete di
Solo dopo aver percorso questa strada le eccedenze ne richiederà per essere smaltito, su come preve- Comuni a spreco zero.
ancora esistenti, o quelle non edibili, potranno es- nire gli sprechi, conservare gli alimenti, su come rendere operative da subito alcune delle indicazioni
sere – e dovranno essere – destinate alla nutrizione interpretare la data di scadenza. contenute nella “Risoluzione europea contro lo spreco Chiediamo, chiedete ai vostri Sindaci di sottoscrive-
degli animali e alla conversione in bioenergia. La filiera di sprechi che conosciamo oggi deve alimentare” per contribuire all’obiettivo di dimezzare re la Carta a Spreco Zero. Saremo un fiume di citta-
quindi diventare una filiera attenta, che in ogni gli sprechi entro il 2025; dini consapevoli e responsabili, milioni di gocce che
CooPERAZioNE Di FiLiERA fase e con strategie mirate riduce lo spreco, riuti- faranno la differenza. Perché, come diceva il poeta
lizza dove possibile, ridistribuisce le eccedenze. sostenere tutte le iniziative – pubbliche e private – Tonino Guerra, una goccia più una goccia non fa
Oltre alla cooperazione tra distribuzione e asso- che recuperano, a livello locale, i prodotti invenduti due gocce: ma una goccia più grande. Grande come
ciazioni umanitarie, o coinvolte nella distribuzio- Barbara Buchner è direttore senior del Climate Policy e scartati lungo la filiera per ridistribuirli gratuita- l’Italia, grande come l’Europa. Un’onda che som-
ne di aiuti alimentari, il BCFN ritiene indispen- Initiative Europe ed è stata ricercatrice presso l’IEA. È mente alle categorie di cittadini al di sotto del red- mergerà lo spreco, così – finalmente – torneremo a
sabile che nasca anche una rete tra gli agricoltori, membro dell’advisory board del BCFN. dito minimo; essere ciò che mangiamo.

30
bcfn

BCFN YES!
YoUnG earth solUtions!

Il BCFN favorisce attivamente lo sviluppo delle giovani idee per promuovere contributi
concreti e soluzioni su cibo e nutrizione. Dieci idee che sono ogni anno valutate al 1/3
Forum internazionale del BCFN.
della produzione di cibo annua
(bfcnYes.com)
finisce nella spazzatura

How much water waste-free


do you need to be
di natia bejanidze
a chef? (Finalista del BCFN Yes! 2012)

di marta antonelli
e martina sartori
(Finaliste del BCFN YEs! 2012)

Che l’acqua sia un fattore essenziale nei processi Il progresso economico di un Paese dipende dalla
produttivi agricoli e industriali è forse noto a molti. crescita del reddito nazionale, che non può esiste-
Ma quanti sono consapevoli dell’effettiva quantità re senza un rapido sviluppo dell’industria di tra-
di acqua impiegata per produrre il cibo che portia- alimentare significa innanzitutto rendere consa- sformazione e del suo rinnovamento tecnologico, elettromembrana e baromembrana, è possibile li-
mo sulla nostra tavola? pevoli dell’impiego di tali risorse i consumatori senza cioè lo sviluppo e l’adozione di tecnologie mitare sprechi e scarti. Questa tecnologia permet-
Alcune stime parlano di 3496 litri al giorno, pari a finali. Un modo semplice può essere indicare, sul ecocompatibili e lontane dagli sprechi. te di eseguire molte procedure all’interno di un
circa l’85% del consumo idrico totale dalla nostra packaging del prodotto finale, il volume e la prove- Un Paese agricolo che coltiva grandi quantità di unico ciclo tecnologico: la massima estrazione di
società. Dato che implica che, se vogliamo ridurre nienza dell’acqua utilizzata per la sua produzione. frutta e verdura deve necessariamente possedere oli essenziali dalla pelle dei frutti; succhi di frutta
la nostra “impronta idrica”, non possiamo limitar- Quest’idea è alla base del progetto How much water una capacità manifatturiera che la metta in con- e verdura puri e sterili, resistenti all’immagazzina-
ci a diminuire il consumo di acqua domestico ma do you need to be a chef? proposto per la prima edi- dizioni di lavorare frutta e verdura senza produrre mento e ai sedimenti; la produzione simultanea
dobbiamo soprattutto rivedere le nostre scelte di zione del concorso BCFN YES! e selezionato tra le sprechi, così da ottenere prodotti di alta qualità di acqua potabile, di acidi e alcali da usare nella
consumo alimentare, orientandole verso beni che dieci idee finaliste al quarto Forum Internazionale. che siano vendibili con profitto nel mercato inter- diluizione del succo concentrato, e di pectina e vi-
risultino più sostenibili dal punto di vista idrico. Ad Nello specifico, la proposta è destinata alla pasta no e all’estero. Invece gli scarti, di norma gettati tamina P dai residui della spremitura della frutta.
esempio preferendo prodotti a più ridotta impronta (bene diffuso in tutto il mondo) e alle recenti poli- via, con la loro decomposizione hanno conseguen- L’uso di questa tecnologia nell’industria ha dav-
idrica o quelli provenienti da agricoltura ad acqua tiche di marketing che hanno inserito sulle confe- ze negative per il suolo, l’acqua e l’inquinamento, vero l’opportunità di riempire il mercato interno
piovana anziché da agricoltura irrigua. zioni suggerimenti di ricette: il packaging potrebbe e quindi sulla produzione. Con Waste-free, una tec- con nuovi prodotti di alta qualità ed estremamente
Promuovere una gestione e un utilizzo più soste- così contenere il calcolo di consumo di “acqua vir- nologia combinata che unisce a quella tradiziona- competitivi, prodotti necessari se si vuole tutelare
nibile delle risorse idriche nella catena produttiva tuale” dell’intero piatto. le per la lavorazione della frutta i trattamenti con la salute pubblica.

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Usa

STATI UNITI DELLO


SPRECO
La nazione che produce il doppio del fabbisogno alimentare dei propri cittadini
è l’esempio eclatante delle conseguenze che la cultura dell’abbondanza, del cibo
perfetto e a basso costo può provocare. Un viaggio del giornalista Jonathan Bloom tra
produttori, scaffali, mura domestiche: un modo sbagliato di intendere la produzione di
alimenti e il loro consumo che sta lentamente cercando di cambiare.

di Jonathan bloom

Lo spreco
alimentare è

E ntro nel retro del supermercato aspettan- di prodotti scaduti o che non avevano un aspet- aumentato del 50%
domi di iniziare in dolcezza il mio primo to sufficientemente perfetto. Un normale super- dal 1974 al 2006
giorno di lavoro. Invece il mio nuovo capo, mercato elimina ogni giorno dai 300 ai 350 chili
Gary, mi dice di agguantare un grembiule e di di cibo. Di certo lo spreco alimentare in America
andare ai frigoriferi della frutta e della verdura non riguarda solo i negozi. Il cibo viene buttato
già lavate e affettate. Poi mi dice di prelevare le in ogni fase della filiera alimentare, dalla fattoria
confezioni che hanno la data di scadenza di oggi alle mura domestiche. Di fatto, il 40% del cibo
o di ieri e di buttarle. “Buttarle, nel senso di get- che produciamo non raggiunge la forchetta o il
tarle nel bidone dell’immondizia?”, mi domando cucchiaio di nessuno. E lo spreco alimentare è
dubbioso. Così chiedo a Gary di ripetere, tanto aumentato del 50% dal 1974 al 2006.
per essere sicuro di aver capito bene. Perché Com’è possibile? Perché sprechiamo così tanto
quello che mi ha appena detto, di buttare del cibo cibo in un paese dove 50 milioni di cittadini non
perfettamente sano, non ha molto senso. Invece, hanno abbastanza da mangiare? A confondere Negli UsA un normale
come imparerò nei mesi successivi, è un’appro- ulteriormente le cose, come possono coesistere supermercato elimina
priata introduzione al modo in cui si fanno le spreco, fame e obesità?
cose nei supermercati americani. ogni giorno dai 300
Il lavoro al supermarket mi serve per conosce- PERCHÉ sPRECHiAMo ai 350 chili di cibo
re e capire lo spreco alimentare nella vendita al
dettaglio, una ricerca che svolgo per il mio libro Yolanda Soto è seduta accanto al telefono del suo
American Wasteland. Solo che non credevo di ufficio di Nogales, Arizona. Con l’autoritratto di
trovarmelo subito davanti, e con una tale dimen- Frida Kahlo che la scruta dal muro, la Soto aspet-
sione: il primo giorno, e nella maggior parte di ta la prima delle tante telefonate che arriveranno
quelli successivi, ho buttato via centinaia di chili tra poco da molti dei 200 grossisti presenti in cit-

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tà. A Nogales ci sono così tanti distributori perché Dipartimento dell’Agricoltura prevede ancora la all’agricoltura, sarebbe molto più alto. Peraltro, cetta sempre di più i prodotti dalle forme strane, la
è il valico di frontiera da cui entrano più prodotti massima produzione, coltivando “da una stac- stiamo ipotecando la salute nostra e del nostro grande maggioranza della catena di distribuzione
messicani e chiamano la Borderlands Food Bank cionata all’altra”. Questa mentalità, adottata nel Pianeta in nome del risparmio sui costi. Stiamo rifornisce supermercati che non hanno spazio per
di Yolanda Soto per donare pallet o anche interi 1974 dall’allora segretario all’Agricoltura, Earl diventando obesi e malaticci per colpa di cibi le disomogeneità d’aspetto, a parte il marchio di
carichi di pomodori, peperoni, meloni e altri cibi Butts, unita ai continui progressi tecnologici, ha che produciamo avvelenando terra e fiumi. Cose frutta Ugly Tomato (“il brutto pomodoro”).
freschi. Fatta eccezione per l’autunno quando il aumentato sempre di più la disponibilità di calo- che in futuro pagheremo care. Come mi ha spiegato Kevin Moffit, presidente
ritmo rallenta, la Soto riceve in regalo circa 45 rie. Sovrabbondanza che causa dei surplus di der- Il desiderio di un cibo dall’aspetto perfetto e del Northwest Pear Bureau: «La gente dice che
tonnellate di alimenti… al giorno! I distributori rate e ci fa vedere cibo dappertutto, ci fa credere omogeneo produce spreco in tutte le fasi della comprerà un frutto un po’ irregolare, mentre in-
vogliono carichi fatti all’85% da prodotti buoni che possiamo anche non stare attenti al nostro catena alimentare. vece compra con gli occhi. Dicono una cosa, ma
o ottimi, perché sanno che i rivenditori non ac- cibo o alla nostra salute. Ho visitato un impianto di confezionamento degli a dire il vero ne fanno un’altra».
cetteranno nulla che sia meno che perfetto. La Un’altra causa principale dello spreco e dell’obe- asparagi a Caborca, in Messico, dove si preparano Il perfezionismo non riguarda solo i cibi freschi.
flotta della Soto, cinque autoarticolati, è quasi sità sono le porzioni più che generose. Come i famosi mazzetti che troviamo nei supermercati Senior Gleaners, un’organizzazione che raccoglie
in perenne movimento, perché grazie a questa spiega Lisa Young nel suo libro The Portion Tel- americani. Mentre gli asparagi scorrono veloci cibo a Sacramento, California, ha tutta una stan-
campagna che porta avanti da 19 anni alla Borde- ler, le dimensioni di hamburger, patatine e bibite sul nastro trasportatore, gli operai selezionano i za piena di scatole di cereali ammaccate, pacchet-
lands, la maggior parte dei distributori di solito sono quasi raddoppiate negli ultimi trent’anni. E più spessi e mettono i più sottili su un altro na- ti di biscotti squarciati dal taglierino usato per
dona il cibo invece di gettarlo. Tuttavia «di tutto molti di noi purtroppo si portano fin dentro casa stro che serpeggia per l’edificio: i più piccoli sa- aprire gli scatoloni e promozioni scadute (come
il cibo commestibile d’importazione che potreb- quelle idee distorte di porzione. I costi sono il se- ranno venduti in Messico, dove anche i prodot- le bibite energetiche delle Olimpiadi 2012). Inol-

be essere donato, a noi ne arriva probabilmente condo motivo per cui gli americani sprecano così ti non omogeni né immacolati hanno mercato. tre, la natura del nostro sistema alimentare pro-
un quarto», dice la Soto. «Tantissimo finisce in tanto cibo. Malgrado l’aumento dei prezzi, gli Dopo aver creato un mazzo di asparagi, gli operai voca anche più sprechi. All’azienda agricola Tay-
discarica». americani destinano ai generi alimentari meno usano una specie di taglierino per uniformarne lor Farms di Salinas, California, ho appreso che
Il lavoro svolto alla Borderlands mette in luce i del 10% delle spese di casa. Nessun’altra nazione la lunghezza, tagliando via una porzione, perfet- molti prodotti vengono scartati perché si sa già
tre motivi principali per cui il sistema alimentare spende meno per il cibo. tamente edibile, della maggior parte dei gambi. che, una volta giunti alla destinazione prevista, a
americano è arrivato a produrre un simile spreco: Proprio come per l’abbondanza, anche il costo La passione per l’omogeneità è dovuta in parte a migliaia di chilometri di distanza, non sopravvi-
abbondanza, bellezza e costi. degli alimenti ci trasmette la sensazione di non questioni di ordine pratico: così i mazzi entre- veranno per due settimane sugli scaffali. Potreb-
A livello nazionale gli Stati Uniti producono cir- dover stare attenti al nostro cibo. E così faccia- ranno nelle scatole di plastica gialla, pronti per bero essere consumati localmente ma vengono
ca il doppio del fabbisogno alimentare annuo mo. Ma il cibo americano è artificialmente poco viaggiare verso nord. Anche se chi ha un orticello gettati a causa della filiera alimentare nazionale
degli americani. Eppure la politica ufficiale del costoso: il costo reale, senza i sussidi governativi in giardino o compra ai mercati dei contadini ac- e internazionale.

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il 97% dello
spreco alimentare
prodotto negli
stati Uniti finisce
nella discarica o
nell’inceneritore,
danneggiando
l’ambiente

A CHi iMPoRtA? potente dell’anidride carbonica nell’intrappolare i vassoi dalla caffetteria all-you-can-eat nel ten- a porta, dice Juri Freeman, senior enviromental
calore. Stiamo contribuendo al cambiamento cli- tativo di ridurre lo spreco di cibo e il consumo analyst dell’organizzazione non profit SERA, Inc.
Spesso m’imbatto in atteggiamenti del tipo «È il matico dalla pattumiera della nostra cucina. Oggi di acqua ed elettricità. Stuart Leckie, l’economo E il numero dei programmi dovrebbe aumentare
mio cibo. L’ho pagato, quindi ci faccio quello che le discariche più grandi e di nuova generazione della scuola, che conta solo 1000 studenti, ha no- nei prossimi anni. «Il compostaggio degli scarti
mi pare». Se questa logica riflette quella punta devono essere attrezzate per catturare e distrug- tato durante un week-end di prova che, eliminan- alimentari è uno dei settori della gestione dei ri-
d’indipendenza tipica degli americani, ignora gere il metano, ma quella più vicina a casa mia do i vassoi e impedendo di fatto ai ragazzi di tra- fiuti solidi che sta crescendo più in fretta», dice
l’impatto etico e ambientale del nostro spreco – e innumerevoli altre – per scongiurare incendi sportare tre piatti alla volta, lo spreco diminuiva Freeman. «Questa tendenza continua a diffon-
alimentare. ha dei tubi che sfiatano il metano nell’atmosfera. del 40%. Questa semplice strategia si è diffusa in dersi per gli Stati Uniti, grazie a più fattori insie-
Dal punto di vista etico, la giustapposizione di A peggiorare le cose, solo il 3% degli scarti di- tutta la nazione, e oggi, più della metà dei college me: le forze di mercato, la domanda di servizi, gli
ricchezza, spreco e fame in America è senza pre- sponibili sono trasformati in compost oppure in e delle università americane ha abolito i vassoi. obiettivi delle comunità e nuove regole». La mag-
cedenti. Il fatto di vivere in una nazione di tale ab- energia tramite la digestione anaerobica. Il 97% Nella maggior parte delle città americane sono giore attenzione per lo spreco alimentare ha in-
bondanza – agricola ed economica – e che a circa dello spreco alimentare prodotto in America fi- presenti associazioni che si occupano di racco- coraggiato decisioni entusiasmanti: il Massachu-
il 15% degli americani non sia garantito l’accesso nisce nella discarica o nell’inceneritore, danneg- gliere gli alimenti commestibili ma invendibili e setts e il Vermont si sono impegnati a vietare lo
al cibo è moralmente vergognoso. E lo è ancora giando l’ambiente. di ridistribuirli a chi ne ha bisogno. La City Har- smaltimento in discarica dei rifiuti organici negli
di più se si considera il nostro 40% di spreco. Il vest di New York ha lanciato l’idea di recuperare anni a venire. Questo passo probabilmente modi-
cibo sprecato equivale a una dissipazione delle È ARRivAto iL MoMENto il cibo edibile ma non vendibile all’inizio degli ficherà il modo in cui gli americani si accostano
risorse naturali, che significa un mucchio di pe- anni Ottanta e D.C. Central Kitchen di Washing- al cibo, a tutti i livelli della filiera alimentare. In
trolio o di energia elettrica. Il nostro sistema ali- A dicembre, un gruppo di attivisti e di cittadini ton ne ha seguito l’esempio qualche anno dopo. fin dei conti, se non ci è permesso di buttare via
mentare è così dipendente dal petrolio che il 4% interessati di Austin, Texas, ha convinto il Con- Borderlands Food Bank di Nogales opera rifor- il cibo, probabilmente cercheremo prima di tutto
di tutto il consumo energetico americano finisce siglio Comunale a dichiarare il 2013 l’Anno della nendo molte organizzazioni che combattono la di non creare quello spreco. E come può testimo-
nel cibo che scartiamo; la produzione alimenta- Prevenzione e Riduzione dello Spreco Alimenta- fame come The 3000 Club che, col suo program- niare chiunque abbia sbirciato nei cassonetti di
re si serve dell’80% dell’acqua dolce consumata, re. Ci sono progetti per incoraggiare la consape- ma “Market on the Move”, vende 30 chili di frutta un supermercato, questo cambio di atteggiamen-
quindi scialacquiamo ogni anno l’equivalente del volezza, salvare più cibo dalla discarica e amplia- e verdura a 10 dollari nelle zone cittadine a basso to è atteso da tempo.
volume del Great Salt Lake; data la nostra so- re i programmi di compostaggio. Nel dichiarare reddito. Dove gli Stati Uniti sono indietro è nel
vrapproduzione e lo sfruttamento intensivo della guerra allo spreco alimentare Austin rappresenta riciclo dello spreco ma negli ultimi anni quello
terra, non permettiamo al suolo di riacquisire la senz’altro un’eccezione, ma in tutto il Paese c’è degli scarti alimentari è aumentato. Nel 2009 sia Jonathan Bloom è giornalista ed esperto di spreco
sua fertilità. Inoltre gli scarti alimentari sono la una crescente attenzione al problema e molto vie- San Francisco sia Seattle hanno reso obbligatorio del cibo. È autore del famoso libro American Waste-
parte più consistente (21%) dei rifiuti americani ne fatto per ridurre lo spreco creato e per ridistri- il compostaggio dei rifiuti organici. Oggi ci sono land (2010,) che esplora il fenomeno lungo la filiera
destinati alla discarica e la loro decomposizione buire e riciclare l’inevitabile eccesso. Nel 2007, più di 200 comunità che seguono dei programmi alimentare americana, ed è autore del blog Wasted
in assenza di aria produce metano, venti volte più il Saint Joseph’s College del Maine ha eliminato di compostaggio con la raccolta dell’umido porta Food.

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conVersazione con tristram stUart

UN TESORO DI SCARTI Bisogna ripensare l’intera


filiera produttiva, dal
freeGans, feedinG the 5k, fUsions campo alla forchetta,
ma non c’è bisogno di
I Freegans, popolo di raccoglitori del cibo che gli altri abbandonano, conducono una rivoluzioni: a volte basta
vita anticonformista. Ma i loro ideali e i loro progetti sono conosciuti in tutto il mondo un po’ di semplice
e ritenuti ottime soluzioni contro lo spreco alimentare, anche dall’Unione Europea. buon senso
E parlare di Freegans e delle loro iniziative, vuol dire parlare con Tristram Stuart.

di alessandra Viola

D a oggi, ogni volta che buttate via qualco-


sa, pensateci bene: quel gesto è l’ultimo
di una lunga catena di ingiustizie sociali
perpetrate a livello planetario. Non solo scava la di-
stanza tra chi ha (e può sprecare) e chi non ha, ma
osteggiare con ogni mezzo. Vivono in comunità:
per risparmiare e sostenersi a vicenda, e a volte
occupano case disabitate in nome del fatto che il
diritto alla casa vale più «dell’obsoleto concetto di
proprietà». Intento dichiarato: boicottare l’attuale
produce inquinamento, si basa sullo sfruttamento sistema economico, basato sullo spreco sistematico
indiscriminato di risorse e persone, e forse sostie- di risorse e (soprattutto) di cibo.
ne addirittura qualche dittatura. Ne sono convinti I dati raccolti dal leader dei Freegans inglesi, il
i Freegans (il termine è composto da free, libero, trentaseienne pluripremiato ricercatore inglese
e vegan, vegano), che per evitare di rendersi com- Tristram Stuart, sono davvero impressionanti: i
plici hanno adottato uno stile di vita decisamente soli Stati Uniti buttano via ogni anno circa 40 mi-
anticonformistico. I Freegans non comprano: rac- lioni di tonnellate di cibo. Una quantità, per inten-
colgono (in genere nei cassonetti), separano, recu- dersi, sufficiente a sfamare tutte le persone malnu-
perano e riciclano. Non possiedono automobili, al trite del Pianeta (circa un miliardo). Per produrre
massimo fanno l’autostop. Nei limiti del possibile la carne e i latticini buttati nel secchio (sic) ogni
non lavorano, per evitare di sostenere un sistema, anno dalle famiglie inglesi e americane vengono
quello capitalistico, che al contrario cercano di impiegati 8,3 milioni di ettari di terreni agricoli,
frutta e verdura “imperfette” è già molto cresciuta e
oggi è possibile trovarne in molti negozi inglesi. A
volte costano meno, in altri casi invece i commer-
cianti hanno già iniziato a farsi furbi e le vendono
allo stesso prezzo di quelle “perfette”, magari scri-
vendoci sopra “ideale per marmellate”. Segno che la
mentalità sta già cambiando e si comincia a capire
che anche quel cibo ha un valore e non deve anda-
re sprecato». Stuart ha conosciuto il mondo dello
spreco quando, a quindici anni, ha deciso di alleva-
re una scrofa. «Mantenerla costava caro – ricorda
– così ho iniziato a nutrirla di avanzi. Raccoglievo i
pasti buttati dalla mensa scolastica e a volte frugavo
nei secchi del supermercato. Lì ho imparato quale
ben di Dio venga sprecato ogni giorno». Laureato a
GLEANiNG Cambridge e autore di best seller tradotti anche in
si chiama gleaning l’atto di raccogliere Italia sul tema dello spreco, fa risalire a quegli anni
dai campi dei contadini quella parte di il suo interesse per il cibo e per i numerosi, e a volte
raccolto abbandonato perché non com-
merciabile. si tratta di una pratica molto perversi, meccanismi che portano le nazioni bene-
antica, di cui si trova traccia persino nella
Bibbia, che è stata di recente ripristinata
stanti a sprecarne quantità impressionanti.
e resa celebre proprio dal movimento dei Oggi coordina l’iniziativa “Feeding the 5000”,
Freegans.
nell’ambito del progetto europeo FUSIONS: «Orga-
nizziamo grandi manifestazioni in cui raccogliamo,
cuciniamo e distribuiamo gratuitamente cibo che
altrimenti verrebbe buttato – spiega – e chi lo man-
gia si accorge che quel cibo è buono e questo, insie-
mentre l’acqua usata globalmente per coltivare cibo no per tutta la comunità, dal produttore, che ne ha me alle nostre campagne di informazione, produce
che poi non verrà mangiato sarebbe sufficiente a una perdita economica, al consumatore, che trova nuova consapevolezza.
soddisfare il consumo idrico di 9 miliardi di per- prezzi più alti». Il tema è caldo e i gleaners fanno Abbiamo già organizzato decine di incontri di que-
sone. Proprio quelle che secondo le stime popole- rapidamente proseliti. Sono già centinaia in tutto sto tipo in Inghilterra, a Parigi, Torino, Oslo e ne
ranno il Pianeta nel 2050 e che rischiano invece di il mondo e dall’anno scorso hanno recuperato oltre abbiamo moltissimi in programma nei prossimi sei
rimanere a secco. «Bisogna ripensare l’intera filiera 300.000 tonnellate di verdure e frutta in Kent, Sus- mesi, da Sidney a New York. Questi pasti collettivi
produttiva, dal campo alla forchetta – dice Stuart sex e Lincolnshire mentre nuovi gruppi sono già in sono grandi catalizzatori di alleanze tra la cittadi-
senza mezzi termini – ma non c’è bisogno di rivo- formazione a Manchester e Bristol e singole inizia- nanza, il commercio e la politica, spingono a pren-
FUsioNs
luzioni: a volte basta un po’ di semplice buon senso. tive sono partite anche in Francia, Germania, Por- dere impegni, convogliano energie. Non è solo una
Per esempio, in Inghilterra tra il 20% e il 40% della togallo. «Quando lanciamo una raccolta arrivano questione di giustizia sociale: anche i risparmi eco- Food Use for Social Innovation by Opti-
frutta e dei vegetali prodotti vengono scartati prima da tutta l’Inghilterra: raccogliere frutta e verdura è nomici sono enormi. Intanto però la prima cosa da mising Waste Prevention Strategies (FU-
di raggiungere i negozi, principalmente perché la molto divertente, è una cosa bella e ti fa sentire uti- fare è saperne di più e scoprire quanto e quale cibo SIONS) è un progetto europeo finalizzato
loro forma o misura non risponde agli standard “co- le, perché sai che quel cibo sarebbe stato sprecato viene buttato. Abbiamo pochissimi dati in merito». al dimezzamento dello spreco di cibo nei 27
smetici” dei supermercati, che stabiliscono quanto e invece andrà a chi ne ha bisogno, che lo cucinerà Secondo quelli già raccolti dall’Unione Europea, Paesi dell’Unione entro il 2020. Vi prendo-
debbano essere lunghe le carote o larghe le zucchi- e lo mangerà. Non intendiamo però fermarci alla che con il progetto FUSIONS sta portando avanti no parte 13 nazioni, tra cui l’Italia, impe-
ne. Una cosa insensata dato che quel cibo è perfet- raccolta. Il gleaning non è la soluzione nelle campa- un monitoraggio più dettagliato, la produzione di gnate nel monitoraggio e nella raccolta di
tamente idoneo a essere mangiato. Per accendere gne, proprio come raccogliere il cibo dai cassonetti cibo è responsabile del 17% delle emissioni di gas dati sulle derrate alimentari prodotte e non
i riflettori su questo problema abbiamo pensato di non è la soluzione nelle città. Non ho iniziato a ci- serra e del 28% dello sfruttamento complessivo consumate, nella ricerca, nello sviluppo
reintrodurre in Inghilterra il gleaning, una pratica barmi di scarti alimentari per suggerire che si po- delle risorse naturali disponibili. Il cibo sprecato di linee guida da adottare nell’ambito del-
antichissima che consiste nel raccogliere i vegeta- tesse o si dovesse vivere così, ma perché tutti capis- comporta costi economici altissimi anche per il suo la politica comunitaria sul cibo. FUSIONS
li rimasti abbandonati nei campi dopo il raccolto, sero che quel cibo era buono e non avrebbe dovuto smaltimento e si stima che la semplice diminuzione è finanziato dalla Commissione Europea,
per distribuirli ai poveri. Il punto è che quando gli trovarsi in un cassonetto. Per questo ora stiamo della quantità di cibo buttata ogni anno comporte- coinvolge anche partner privati e organiz-
agricoltori fanno il raccolto, scartano a priori quello costruendo un gleaning network, sensibilizzando i rebbe un risparmio medio di 595 euro per ogni nu- zazioni non profit e avrà una durata di quat-
che non potrà essere venduto perché ha la forma consumatori, gli agricoltori e i distributori in modo cleo familiare. In tempo di crisi, un motivo in più tro anni (2012-2016).
sbagliata e lo lasciano nel campo a marcire. Un dan- da risolvere il problema alla radice: la domanda di per prestare attenzione.

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Giappone

LA MODERNIZZAZIONE
ECOLOGICA DEL
GIAPPONE
di federica marra

che spreco!
“mottainai” è un termine
giapponese che esprime
rammarico quando non
viene riconosciuto il valore
intrinseco di un oggetto
o di una risorsa. È molto
comune vederlo associato
allo spreco di cibo e di
tempo, ma anche a talento,
sogni, aspettative.

S ono 19 milioni le tonnellate di cibo spreca-


te in Giappone nel 2009, di cui dai 5 ai 9
milioni ancora commestibili. Solo di recen-
te sono state attuate soluzioni correttive, in par-
creti ma limitati. Secondo i rappresentanti delle
istituzioni ambientali chiave (ministeri dell’agri-
coltura e dei consumatori, Istituto di Ricerca Mit-
subishi, FAO Liaison Office, Second Harvest), in
dell’agricoltura per creare un gruppo di lavoro che
racchiuda rappresentanti di tutti i settori dell’in-
dustria, per migliorare l’intero sistema della filie-
ra, funzionando come mediatore per agevolare la
servazione e cottura sostenibili. In base ai risultati
ottenuti, durante il secondo anno l’iniziativa pro-
pone, lungo tutta la filiera, soluzioni di servizio e
prodotti innovativi che nasceranno dalla collabo-
ticolare l’approvazione, nel 2001, della legge per Giappone la difficoltà è insita nella sua cultura comunicazione e l’organizzazione tra produzione, razione da parte di tutti gli stakeholder. I suoi van-
il riciclo dei rifiuti alimentari – unica nella storia del consumo. L’aumento della qualità della vita e distribuzione e dettaglio, con lo scopo di ridurre taggi saranno in una vasta partnership (tra ammi-
della lotta allo spreco alimentare – che imponeva l’entrata delle donne nel mondo del lavoro hanno il più possibile la restituzione o lo smaltimento nistrazione, ONG, think tank e università) e in un
alle aziende di riciclare il 48% degli scarti entro portato al cambiamento radicale delle abitudini della merce invenduta entro i due terzi del tempo processo inclusivo e di co-creazione che guarderà
il 2006. Già nel 2005 il 59% dei rifiuti alimentari alimentari: i pasti hanno cominciato a essere con- precedente alla sua data di “best before” (“regola alle problematiche sociali come effettive necessità
commerciali e industriali veniva riciclato, e l’ul- sumati fuori casa e la presenza massiccia di deli- dell’1/3”). A marzo, con l’intervento di importanti di mercato. Il Giappone sta quindi cambiando la
tima revisione della normativa ha fissato al 66% zie culinarie ha trasformato il consumatore medio istituzioni (FAO LOJ, Ministero dei consumatori) sua strategia in ambito ambientale e dello spreco
l’obiettivo per il 2012. L’industria è in prima fila in un vero e proprio gourmet. Allo stesso modo e ONG (Second Harvest), sono stati presentati il di cibo, forse ispirato dalle numerose iniziative in
nella lotta agli sprechi in Giappone, e il processo di si sono alzate le aspettative sulle proprietà nutri- progetto e la nuova iniziativa di Eco-Cooking, per corso a livello globale. I primi cambiamenti inizie-
“modernizzazione ecologica” ha finora riguardato tive e sulla sicurezza, con grande timore per gli divulgare tra il pubblico nozioni di acquisto, pre- ranno a vedersi alla fine di quest’anno, ma è solo
solo l’economia e la politica. Grazie però alla cre- scandali alimentari e bassa tolleranza al rischio. parazione e cucina senza sprechi. A inizio anno è nel 2014 che sarà possibile valutare il vero impatto
scente diversificazione delle politiche istituzionali I giapponesi si sono trasformati in consumatori nato Foodloss Challenge Project, fondato da FAO delle nuove politiche.
e culturali, è emerso il ruolo della società civile e “iper-consapevoli”: nel bene e nel male, perché gli LOJ, con la partecipazione di Hunger Free World
dei movimenti sociali nel promuovere la lotta allo elevati standard estetici e di qualità sono causa di e dell’università di Keio. Il progetto prevede, nel Federica Marra è stata la vincitrice dell’edizione 2012
spreco: il banco alimentare Second Harvest Japan enormi quantità di sprechi. La ricerca sociologica suo primo anno, di sensibilizzare i consumatori del concorso BCFN YES!. Per la sua laurea in Studi
e il comitato per l’adozione del doggy-bag si sono e l’azione del governo sono state finora piuttosto sul tema dello spreco tramite un nuovo prototipo giapponesi presso l’Università di Leiden (Olanda) si
rivolti direttamente ai cittadini, con risultati con- scarse. È però in corso un progetto del Ministero di doggy-bag e la divulgazione di tecniche di con- sta occupando dello spreco alimentare in Giappone.

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fao

PERDITE ALIMENTARI Quasi il 95% delle


perdite alimentari nei

NEI PAESI IN VIA DI paesi in via di sviluppo

SVILUPPO
sono “non intenzionali”
e avvengono nelle
prime fasi della filiera
la “ricetta” di saVe food

Quasi la metà del cibo sprecato ogni anno viene dissipata nei Paesi in via di
sviluppo, dove il settore alimentare rappresenta il 30% del PIL e in alcune aree (Asia
meridionale e orientale, Africa) ben il 70% della popolazione vive in zone rurali e
dipende dall’agricoltura. Save Food della FAO punta a ridurre le perdite e lo spreco di
cibo, per migliorare la sicurezza alimentare.

di ren wanG
vice-direttore generale FAo

U n terzo del cibo prodotto nel mondo non


viene mangiato. Succede dappertutto, ma
per motivi diversi. Molti dei vecchi film e
delle vecchie comiche in bianco e nero mostrava-
no battaglie a colpi di pannose torte in faccia che
CHE DiMENsioNi HA LA PERDitA
ALiMENtARE NEL MoNDo iN viA
Di sviLUPPo?
Uno studio commissionato dall’Organizzazione del-
diventavano epici momenti di comicità su cellu- le Nazioni Unite per l’Alimentazione e l’Agricoltura
loide. Per qualcuno quello spreco era sconcertan- (FAO), intitolato Global Food Losses and Food Waste,
te, forse perché nella vita reale aveva visto i suoi ha rivelato che ogni anno, di tutto cibo prodotto nel
banani andarsene sotto gli uragani. Lungo tutta mondo e destinato al consumo umano, se ne perdo-
la storia ci sono stati luoghi in cui il cibo era ab- no o sprecano circa 1,3 miliardi di tonnellate. Quasi
bondante e dato per scontato. Ora non più. Sfide la metà viene dissipata nei Paesi in via di sviluppo.
enormi si stagliano all’orizzonte, visto che la popo- Le economie in via di sviluppo e i loro abitanti fan-
lazione mondiale è in netto aumento e il Pianeta no enormemente affidamento sull’agricoltura e sul
è impantanato nel cambiamento climatico. Il pro- bestiame. Secondo la Banca Mondiale, nei Paesi
blema principale nel mondo in via di sviluppo non in via di sviluppo il settore alimentare rappresenta
è il cibo che finisce nei bidoni dell’immondizia e addirittura il 30% del PIL. Nell’Asia meridionale e
nelle discariche: il cibo va a male ancora prima di orientale, e in Africa ben il 70% della popolazione
raggiungere il mercato, a volte a pochi passi da chi vive in aree rurali e dipende dall’agricoltura. Si sti-
si corica con la pancia vuota. ma che, in termini monetari, la perdita e lo spreco

46
globali di cibo ammontino a un trilione di dollari zione diretta al sole, ha salvato i prodotti e ha per-
americani. Un terzo di questa cifra viene perso nei messo di spedirli a mercati lontani: tutto questo
Paesi in via di sviluppo e la riduzione delle perdi- è stato sperimentato durante la formazione delle
te alimentari comporterebbe un miglioramento risorse umane nelle zone desertiche del Messico e
della sicurezza alimentare e nutrizionale, e anche del Perù, due Paesi che basano la loro economia su
dei mezzi di sostentamento, mentre ridurrebbe al verdure soggette a forte disidratazione.
minimo l’impatto ambientale. Ormai è sempre più Sono molti i luoghi tuttora in attesa di soluzioni.
evidente che dobbiamo “risparmiare” cibo. In questi scenari possono essere necessari un ap-
proccio integrato o decisioni a livello macro. Per
L’iNiZiAtivA sAvE FooD esempio, un coltivatore moldavo magari esprime il
suo scontento per i bassi prezzi di mercato e per i
Data la dimensione e la complessità del problema profitti irrisori; e nel frattempo i suoi lavoranti am-
delle perdite e degli sprechi alimentari, c’è bisogno mucchiano scatole di banane usate piene di pesche
della collaborazione di molti soggetti e molte istitu- mature in camion da due tonnellate privi di area-
zioni, perché nessuna organizzazione da sola può zione. Una gestione inappropriata della frutta all’in-
ottenere risultati importanti. grosso, oltretutto al chiuso, accorcia radicalmente
Save Food è l’iniziativa globale volta a ridurre le la durata di un prodotto, e si tradurrà in massicce
perdite e gli sprechi alimentari guidata dalla FAO perdite alimentari. L’agricoltore danneggia il suo
in associazione con Messe Düsseldorf, con una par- stesso reddito perché non conosce le esigenze del-
ticolare attenzione ai Paesi più bisognosi. Save Food le fasi successive della filiera. Dall’altra parte della
si rivolge a reti di stakeholder dell’industria, della QUEstioNi E CAUsE gli impianti di trattamento, stoccaggio e raffredda- strada, un cane sta annusando una delle migliaia
politica, della ricerca e della società civile, incorag- mento, nelle infrastrutture pubbliche, nei mezzi di pesche abbandonate nel frutteto e infettate dal
giando il dialogo e aiutando a elaborare delle solu- I problemi urgenti della fame nel mondo posso- di trasporto e nei sistemi di commercializzazione. fungo Monilinia. È vero che queste pesche malate
zioni lungo la filiera alimentare. no essere alleviati temporaneamente aumentando non sono commerciabili, ma lasciarle nel frutteto
Attualmente l’iniziativa si concentra su quattro la coltivazione e l’accesso ai cereali commestibili, iL CAMBiAMENto, permetterà al fungo di infettare anche i frutti della
obiettivi principali: ma la questione delle perdite alimentari nei Paesi prossima stagione. Gli agricoltori della Repubblica
UN PAsso ALLA voLtA
1. Una maggiore consapevolezza dell’impatto delle in via di sviluppo non riguarda solo gli alimenti Dominicana e i loro lavoratori haitiani urlavano su-
perdite e degli sprechi alimentari e loro soluzioni. base. Anzi, frutta e verdura, oltre a radici e tuberi, La FAO ha promosso la diffusione del sapere e della dati all’unisono «Un, due, tre» mentre buttavano via
Per raggiungere quest’obiettivo è in atto una campa- presentano un tasso di perdita e spreco superiore tecnologia che sono prontamente disponibili e di le verdure coltivate per i mercati etnici asiatici del
gna mediatica e di comunicazione globale. a quello di qualsiasi altro cibo. Questo è partico- cui si è dimostrata l’efficacia nel ridurre le perdite Nord America. Infatti i prezzi internazionali erano
2. La collaborazione e il coordinamento tra le ini- larmente preoccupante perché l’assunzione di ali- alimentari. L’uso di silos di metallo è un’alternativa crollati e i prodotti non erano vendibili sul mercato
ziative mondiali per la riduzione delle perdite e gli menti freschi apporta dei benefici formidabili alla alla frequente affermazione secondo cui le perdite locale: neppure la famiglie dei contadini sapeva-
sprechi alimentari. Si scambiano informazioni sui salute. Sono pochissimi i Paesi in via di sviluppo colpiscono soprattutto gli agricoltori. no che farsene. Ridurre le perdite alimentari è un
problemi e sulle soluzioni e si armonizzano le me- che producono una quantità di frutta e verdura In Kenya, i silos di metallo senza pesticidi aggiunti modo chiaro di migliorare la sicurezza alimentare
todologie, le strategie e gli approcci. sufficiente a garantire il consumo pro capite rac- hanno fatto diminuire radicalmente le perdite cere- e nutrizionale. Il problema della fame nel mondo
3. Lo sviluppo di politiche, strategie e programmi. comandato dall’Organizzazione Mondiale della alicole, superando i benefici ottenuti con altre tec- è complesso e necessita di approcci sfaccettati. I
Quest’ambito include una serie di studi sul campo, Sanità. Se nella stessa equazione sulla disponibi- nologie. In Afghanistan, un recente progetto della provvedimenti devono essere fattibili sotto il pro-
su base nazional-regionale, per stabilire interventi lità alimentare si considerano le perdite post-rac- FAO ha fornito silos di metallo a 18.000 famiglie. filo sociale, ambientale ed economico. Bisogna
contro le perdite alimentari che traggano dall’inve- colta dei prodotti orticoli, si può concludere che I silos hanno permesso una riduzione delle perdite fare di più che obiettare alle torte in faccia del-
stimento i migliori effetti socioeconomici. in molte società è difficile che si segua una dieta alimentari dal 20% all’1%. le vecchie comiche. Non si tratta di ricollocare il
4. Il sostegno ai programmi e ai progetti di inve- giornaliera bilanciata. Un vantaggio aggiuntivo dei silos di metallo è che cibo quando sta per marcire, ma di assicurarsi che
stimento messi in atto dal settore pubblico e pri- Mentre si conoscono varie cause delle perdite ali- hanno aumentato il lavoro per gli stagnini locali e esso venga consumato molto prima di raggiungere
vato. Quest’ambito comprende il supporto tecnico mentari nei Paesi in via di sviluppo, c’è scarsa co- le loro famiglie. quello stadio.
e gestionale per i soggetti e le organizzazioni della noscenza accademica del dove, in quale misura e L’uso delle cassette di plastica ha rivoluzionato il
filiera alimentare, oltre che per la loro formazione perché esattamente le perdite continuino a essere mercato alimentare locale nelle Filippine, in Co-
(sviluppo delle capacità). stratosfericamente alte in certi punti della filiera. lombia e nell’America Centrale, stimolato da det-
Il sito web di Save Food (www.fao.org/save-food) Si stima che quasi il 95% delle perdite alimentari taglianti pionieristici che hanno fornito la logistica
offre informazioni dettagliate sul progetto e un ap- nei Paesi in via di sviluppo siano perdite cosiddet- per il lavaggio e la sterilizzazione delle cassette usa- (L’autore ringrazia Ib Knutsen, Camelia Bucatariu,
pello affinché nuovi partner del settore privato e te “non intenzionali” alle prime fasi della filiera. te dai piccoli agricoltori. Jorge Fonseca e Robert van Otterdijk del Save Food
organizzazioni non profit si uniscano all’iniziativa, Queste perdite sono attribuite a limiti finanziari, La comprensione della necessità di gestire velo- Initiative Group per il loro prezioso contributo nella
mettendo a disposizione la loro competenza. gestionali e tecnici nelle tecniche di raccolta, ne- cemente il cibo dopo il raccolto, evitando l’esposi- stesura dell’articolo)

48 49
MEN(YO)U
aVanzi di storia

libri sUl piatto

ieri oGGi

F ino al primo quarto del Novecento,


nella cucina della maggior parte delle
case italiane non esistevano né sprechi
né avanzi. Per una popolazione che ancora a
fine dell’Ottocento destinava più del 70% del
gredienti semplici erano anche le regole di
La cuciniera universale (in cui compaiono ri-
cette di mele, pere e ciliegie secche, cotte al
forno) e de Il re dei cuochi (dove il riso si cuci-
na semplicemente con le rape, con il cavolo,
A. ODESCALCHI, Il cuoco senza pretese, ossia
la cucina facile ed economica, Como, Ostinel-
li, 1834
L. IMBRIANI, Le ricette con gli avanzi, Mila-
no, Fratelli Fabbri, 1973
Fantasia in cucina: come utilizzare gli avanzi,
reddito familiare all’alimentazione, la priori- con i sedani). Nel 1891 la Scienza in cucina La nuova serva economica cuciniera e creden- Milano, U. Hoepli, 1975
tà era cucinare spendendo il meno possibile dell’Artusi, libro che segna la letteratura ga- ziera che prosiegue a dare un assortimento di R. AGNELLO, La cucina dei poveri ma buoni.
e poter conservare tutto. stronomica, continua ad associare ricette ric- pietanze di grasso di magro e d’olio, Milano, Come non perdere il gusto della buona tavola in
Per questo inizialmente in Italia proliferava che (cotolette imbottite) ad altre più “magre” Tipografia Motta, 1845 tempi di crisi, Palermo, Flaccovio, 1993
una letteratura dedicata alla cucina “econo- (come gli Spaghetti della Quaresima). Il cuciniere italiano moderno, ovvero l’amico dei L. NUCCIOTTI, Avanzi popolo. L’arte di rici-
mica” che, senza che fosse necessario espli- Gli avanzi, nei ricettari, fanno ufficialmen- ghiotti economi e dei convalescenti: opera neces- clare tutto quello che avanza in cucina: storie,
citarlo, raccontava anche come non sprecare te la loro prima comparsa nel 1918, in piena saria pei capi di famiglia, che desiderano fare ricette e consigli, Viterbo, Stampa alternativa/
nulla. Odaleschi ne Il cuoco senza pretese, os- guerra, con L’arte di utilizzare gli avanzi della una cucina economica, famigliare, e sana ..., Li- Nuovi equilibri, 2009
sia la cucina facile ed economica nel 1834 dava mensa di Guerrini. Con questo libro, in cui vorno, E. Vignozzi, 1851 BAY – F. GUATTERI, Il gourmet degli avanzi,
ricette con i relativi costi, riuscendo a pre- l’ingrediente da non gettare mai è il pane La cuciniera universale: ossia l’arte di spendere Milano, TCI, 2003
parare lo Gnocco germanico per 16 persone (Riscaldato, Per zuppa, In pallottole in mine- poco e mangiar bene, Venezia, C. Coen, 1870 F. PICCHI, Senza vizi e senza sprechi: la virtù
con 0,89 lire e un Manzo ristretto con 1,17 stra, Budino di mollica), si inaugura una let- Il re dei cuochi ovvero la maniera di fare una in cucina e la passione degli avanzi, Milano,
lire. Nel 1845, La nuova serva economica inse- teratura che riscuoterà un grande successo, buona cucina con poca spesa, Firenze, Salani, Mondadori, 2010
gnava a «conservare l’uovo perché duri fino in particolare a partire dagli anni Settanta. 1874 Andrea Segrè, Cucinare senza sprechi, Mila-
alla nuova vendemmia», mentre nel 1851 Il Oggi lo spreco di cibo è stato riconosciuto P. ARTUSI, La scienza in cucina e l’arte di no, Ponte alle Grazie, 2012
cuciniere italiano moderno preparava piatti come problema mondiale e in Italia conti- mangiar bene: igiene, economia, buon gusto.
dai nomi non troppo invitanti ma evidente- nuano le iniziative editoriali che sensibiliz- Manuale pratico per le famiglie, Firenze, Tip.
mente convenienti: Brodo economico di ossa zano a valorizzare il cibo in ogni suo aspetto di S. Landi, 1891 Fonte:
e Zuppa naturale (pane e brodo). e che raccontano come recuperarlo, senza O. Guerrini, L’arte di utilizzare gli avanzi della Biblioteca gastronomica Academia Barilla
Imparare a conservare e accontentarsi di in- rinunciare al gusto. mensa, Roma, Formiggini, 1918 academiabarilla.it

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più mangiabili, le ossa della carne, gli scarti veri e Lo spreco di cibo può essere ricondotto a tre
meno rifiUti propri, ciascuno di noi butta nella propria pattu- principali luoghi: il frigorifero di casa, le mense
miera 60 chili di cibo ogni anno. In questi 60 chi- pubbliche (scuole, ospedali, comuni) e private
li ci sono tutti quegli avanzi di pasto che i nostri e i luoghi di distribuzione, soprattutto i grandi
nonni ci facevano mangiare a tutti i costi, e guai supermercati.

IL RECUPERO DEI RESTI


a chi si alzava da tavola senza aver terminato ciò Nato per conservare i cibi, oggi il frigorifero ne è
che aveva nel piatto. Il nostro spreco alimentare, diventato la tomba, quando aprendolo scopriamo
secondo il rapporto dell’ADOC, ammonta media- formaggi o salumi ammuffiti, passate di pomo-
mente a 454 euro l’anno, pari all’8% della spesa doro andate a male, yogurt o mozzarelle scadute.
Un’arte con la “a” maiUscola totale di ogni famiglia. Permettetemi allora un consiglio di ecologia ed
A questo proposito, il film d’animazione La gang economia domestica: quando tornate a casa con
Lo spreco è conseguenza di una tendenza innaturale dell’uomo all’accumulo oltre
i propri fabbisogni. Ce lo spiega Roberto Cavallo, consulente ambientale per le
amministrazioni pubbliche, raccontando però anche di nuovi segnali positivi contro lo
spreco che stanno arrivando da associazioni, consumatori, istituzioni e persino
dai film di animazione.

di roberto caVallo

G li scarti di cibo riempiono la nostra pattu-


miera per oltre un quarto e in alcune re-
gioni addirittura per metà. Per una buona
parte si tratta di veri scarti, il cui riutilizzo è com-
plicato, se non impossibile, e l’opzione migliore è
tratta di cibo ancora buono in procinto di diventare
scarto per ragioni futili o per una cattiva conserva-
zione. Così l’etimologia stessa della parola “cibo”
cioè “quanto occorre al mantenimento di un uomo
per un giorno” non solo è sconosciuta, ma ormai
senz’altro la raccolta differenziata con successivo desueta.
avvio al compostaggio, così da proseguire lo straor- La tendenza innaturale dell’uomo all’accumulo ol-
dinario ciclo della natura. tre i propri fabbisogni è certamente alla base di una
Il riciclo della frazione umida attraverso il com- spirale pericolosa di spreco. del bosco ha un momento di straordinaria didatti- le borse della spesa, aprite il frigorifero, svuotate-
postaggio è un’opzione che abbina un importante In Italia buttiamo nella spazzatura, ogni giorno, ca quando il procione RJ riesce ad accompagnare lo di quanto contiene, riponete i nuovi acquisti e
recupero di sostanza organica da riportare ai suoli 4000 tonnellate di cibo ancora buono, il che signifi- la tartaruga Verne e i suoi amici nella casa degli risistemate ciò che avevate tolto così che resti in
a una diminuzione delle emissioni climalteranti, ca che, dei 32 milioni di tonnellate di rifiuti urbani umani illustrando come tutta la loro vita ruoti vista e venga consumato per primo.
soprattutto se, come ancora troppo spesso accade prodotti in un anno, sei milioni sono di cibo. Il 15% attorno al cibo. Un crescendo di scene mostra i Le mense pubbliche “sprecano” cibo nella fase di
in Italia, tale frazione viene avviata a smaltimento di pane e pasta cucinata finisce ogni giorno nella paradossi del rapporto tra gli esseri umani e l’ali- preparazione dei piatti, perché alcuni non ven-
in discarica, dove contribuisce alla formazione di spazzatura, solo a Milano vengono cestinati ben mentazione, finché il procione commenta: «Noi gono serviti o altre porzioni restano nelle teglie
biogas. 180 quintali di pane. La situazione non migliora mangiamo per vivere, loro vivono per mangiare! di cottura, ma anche per alcuni prodotti freschi,
Tra gli scarti biodegradabili una parte importante è per il 18% della carne e il 12% di verdura e ortaggi. E secondo voi ne hanno abbastanza? No! Perché esposti e non ritirati dall’utente, tipicamente
rappresentata da cibo. Purtroppo molto sovente si Questo significa che, togliendo le parti davvero non abbastanza per l’uomo non è mai abbastanza!». pane e frutta. In questo caso alcune felici espe-

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rienze come quella organizzata dal Comune di To- zio COVAR14 in provincia di Torino, oppure Le
rino, con la propria azienda di raccolta (AMIAT) in ricette del risparmio della Regione Val d’Aosta o Il FooD sHARiNG:
collaborazione con il Banco Alimentare e alcune ricettario degli avanzi di Iren Emilia in collabora- CoNDiviDERE PER NoN
strutture caritatevoli (Sermig, Caritas, San Vincen- zione con Academia Barilla. Non si tratta di inno-
zo), dimostrano come sia possibile recuperare pane vazioni, basti pensare al bellissimo testo del poe- sPRECARE
e frutta: in un solo anno scolastico sono state re- ta e critico Olindo Guerrini L’arte di utilizzare gli
cuperate e redistribuite, da una ventina di istituti avanzi della mensa, pubblicato postumo nel 1918.
scolastici, oltre 8 tonnellate di pane e 20 di frutta. «Salvo in due o tre opuscoli tradotti dal francese, di pamela pelatelli
La grande distribuzione organizzata invece butta l’arte di ricucinare gli avanzi non era trattata a sé,
via cibo ancora buono per ragioni diverse (difet- ma dispersa qua e là in poche e laconiche ricette
ti di confezionamento, prossimità della scadenza, nei trattati più celebrati, come se fosse cosa da
parziali danneggiamenti, ecc.). Esperienze sempre vergognarsene; e pensai che l’Art d’accomoder les
più diffuse come il Buon Samaritano a Torino o il restes in Francia va di pari passo con la Cuisiniére
Brutto ma Buono a Ferrara hanno dimostrato come bourgeoise». A causa del cibo disperso e sprecato ogni anno, è prossime alla scadenza escono dalla dispensa e
sia possibile recuperare oltre 100 tonnellate di cibo Il recupero dei resti è una vera e propria Arte con come se nel mondo una mela su tre non arrivasse finiscono sulla tavola di chi ha fame.
per supermercato di medie dimensioni e distribuir- la “A” maiuscola della quale andare fieri per tutti mai a essere mangiata. Sebbene internet annulli la distanza tra le per-
le ai segmenti più bisognosi della popolazione. i vantaggi che comporta. Nella cultura contadina, lasciare un frutto at- sone, lo scambio del cibo non può prescindere
taccato all’albero era segno di empatia con la da un passaggio di mano fisico. Meglio ancora
natura. L’uomo moderno ha trasformato un rito quindi se si è vicini di casa.
pieno di buon auspicio in un gesto fatuo e super- Nasce così casseroleclub.com, il sito web inglese
ficiale; quello digitale ritrova il valore del cibo prodotto da Future Gov, azienda che ha lo scopo
e usa la tecnologia per condividere e distribuire di migliorare l’impatto di alcuni servizi di natu-
localmente gli avanzi e gli eccessi di produzione, ra sociale grazie all’uso delle tecnologie digitali,
spesa e consumo domestico. Da Londra a Berli- che intende far incontrare persone disposte a cu-
no, da Catania a Helsinki, i cittadini di questa cinare una porzione in più per chi, tra i residenti
fetta di mondo opulento e sprecone si organiz- del proprio quartiere, ha bisogno.
zano per fare in modo che pasta, pane, zucchine, Dopo un esperimento pilota di duecento pasti
uova, latte, destinati alla spazzatura, vadano nel- condivisi, la piattaforma è stata aperta e vede
le mani di chi ha fame, ha bisogno o semplice- beneficiare del servizio soprattutto gli anziani.
mente non riesce a comprarne a sufficienza. Per Giovani invece, ma nient’affatto spensierati,
farlo passano da internet: la rete facilita l’incon- sono i ragazzi coinvolti nel progetto Discosoupe.
tro tra portatori di interessi comuni e avvantag- Questo il nome dato a intere sessioni di cucina
gia l’incontro tra domanda e offerta. È in questo collettiva ospitate in varie città francesi dove,
modo che negli ultimi cinque mesi in Germania a ritmo di musica, i partecipanti sono invitati
sono state scambiate oltre 1800 ceste alimentari. a preparare e mangiare zuppe e insalate a base
A dare a famiglie, ristoranti, negozianti e pro- di verdura invenduta presa dai mercati. Data e
duttori la possibilità di offrire e condividere il ora sono resi noti tramite la pagina Facebook
cibo di troppo con la propria comunità è stato il dell’evento: il resto è fatto dai pentoloni e dai
sito Foodsharing.de, nato da un’idea di Valentin dj. È grazie al sostegno del Ministero dell’Am-
Thurn (già autrice del documentario Taste the biente, infine, che nel quartiere Roihuvuori di
siAMo QUELLo CHE MANGiAMo. siAMo QUELLo CHE BUttiAMo waste) e Stefan Kreutzberger. È invece appena Helsinki è iniziata la sperimentazione di un
Progetto fotografico di Paolo Grinza e Silvia Vaulà (Studio Fotografico Plastikwombat). Una delle grandi sfide per un futuro soste-
nibile sarà riuscire a minimizzare gli imballaggi dei beni di utilizzo quotidiano, primi fra tutti quelli alimentari. Una riflessione visuale
approdata sul web Ifoodshare.org, la piattafor- punto di raccolta di foodsharing dove tutta la
sul rischio di “mangiarci” indirettamente i rifiuti se non verranno limitati e gestiti con politiche mirate. Il progetto è stato presentato ma, realizzata da quattro ragazzi siciliani, che popolazione locale è invitata a depositare piat-
alla iv edizione di Play with Food.
consente ora anche in Italia di mettere on line la ti pronti, verdure e prodotti non aperti ma con
Negli ultimi anni interessanti iniziative di recu- propria offerta di cibo a favore di famiglie in dif- data di scadenza imminente. Saa syödä è il nome
pero degli avanzi, promosse soprattutto in occa- Roberto Cavallo è fondatore di ERICA, azienda lea- ficoltà, ma soprattutto di istituti di carità, chiese dell’iniziativa, che in finnico significa letteral-
sione della Settimana Europea per la Riduzione der nella consulenza tecnica e comunicazione am- ed enti sociali che si occupano di sfamare vecchi mente “licenza di mangiare”: all’interno del sito
dei Rifiuti, che quest’anno andrà in scena dal 16 bientale per le amministrazioni pubbliche. e nuovi poveri. Ci si registra, si elencano i pro- web che aggiorna la popolazione sul progetto
al 24 novembre, hanno rivalorizzato tradizionali È autore e protagonista dello spettacolo teatrale (poi dotti da donare compresi di descrizione e data di sono elencati anche i dieci step tramite i quali
abitudini e ricette per cucinare gli avanzi: come divenuto libro) Meno 100 chili. Ricette per la die- scadenza e ci si mette d’accordo per il ritiro. chiunque sul territorio può attivare una sorta di
il progetto “Cucinare con gli avanzi” del Consor- ta della nostra pattumiera. Gli avanzi di un buffet o le confezioni di yogurt Delicatessen degli avanzi.

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conVersazione con moreno cedroni

UNA QUESTIONE DI
BUON SENSO
di nicola ferrero

M oreno Cedroni è uno degli chef più ri- il tema degli sprechi, in quest’epoca di crisi e
nomati d’Italia. Nato nel 1964 ad An- ristrettezze economiche, ha avuto una grande
eco sui media. pensa che questa differente sen-
cona, ha saputo costruirsi una fama in-
sibilità possa influire anche sulla consapevolez-
ternazionale basata su una cucina innovativa e di za dei consumatori e che questa potrebbe por-
altissima qualità. Apre la Madonnina del Pescatore, tare a un minor spreco di cibo?
a Senigallia, a soli vent’anni e intraprende un per-
corso che lo porterà alle due stelle Michelin: negli Magari fosse così e si riscoprisse il valore delle cose,
anni studia, viaggia, affina la sua arte e rielabora il magari si tornasse a mangiare quel che abbiamo
concetto di sushi secondo una visione marchigia- avanzato il giorno prima, come mi faceva mangiare
na, ribattezzandolo “susci”. Apre nel 2000 un altro mia madre. Sarà difficile, però.
locale a Portonovo, in un angolo incantevole del Siamo diventati tutti baronetti: lasciamo il cibo nel
Parco del Conero, che chiama Clandestino e in cui piatto, sprechiamo, buttiamo senza pensare a quello
porta avanti i suoi ragionamenti e le sue intuizioni che stiamo facendo, senza pensare al valore reale di
sul pesce crudo. Ha anche lanciato una sua linea di ciò che finisce nella spazzatura.
prodotti chiamata Officina e ha aperto Anikò, la pri-
ma salumeria ittica del mondo, ancora a Senigallia. la scorsa estate è stato coinvolto dai ragazzi
Tra mille impegni, ha anche trovato il tempo per di caterpillar in “primo: non sprecare. la cena
contro lo spreco”, in collaborazione con il last
scrivere un libro (Maionese di fragole. L’arte di diver- minute market del professor andrea segrè.
tirsi in cucina con i propri figli) e si è fatto coinvolge- ci racconta com’è andata e quali sono state le
re, la scorsa estate, in un evento organizzato dalla sue impressioni?
trasmissione radiofonica Caterpillar di Radio2 per
sensibilizzare il pubblico sul tema degli sprechi in È andata molto bene. Un po’ faticoso, in effetti, ma
ambito alimentare, un argomento che abbiamo vo- riuscire nelle cotture per 1000 persone mi ha reso
luto approfondire con lui, un cuoco stellato. un cuoco felice. Dare dignità a centinaia di chili di

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verdure e ortaggi che sarebbero finiti nel cassonetto giormente e lavorando prevalentemente alla carta,
mi ha permesso di mandare molti messaggi positivi ci sono piatti che, raggiunto il loro ultimo giorno
che, se ripetuti nel piccolo, in casa, porterebbero a “di bontà”, debbano essere dirottati sul pranzo della
un abbattimento degli sprechi esponenziale. Spero brigata di cucina. Poi, avendo otto cuochi e molti
di aver lanciato qualche sasso tra le brutte abitudini stagisti a rotazione, è importantissimo inculcare
che il benessere ha portato, perché quando eravamo a tutti il buon senso e una sensibilità che limiti al
piccoli noi – 40 anni fa per quello che mi riguarda massimo gli sprechi. Ho sempre cercato di spiega-
– non esistevano. Ricordo che il bagno si faceva con re che il prezzemolo ha lo stesso valore del caviale,
l’acqua messa a scaldare sulla stufa: oggi se non hai affinché si dia eguale rispetto a tutti gli ingredienti. lei ha scritto un libro incentrato sul rapporto crede che ci sia, davvero, la coscienza di quan-
20 gradi in casa ti lamenti e basta... con sua figlia e su come la cucina, in effetti, sia to impatto ha a livello ambientale lo spreco di
Comunque, il menu era composto da una pasta con alla madonnina del pescatore si trova in menu un ottimo luogo di gioco, di apprendimento e di cibo? a me pare che si faccia più attenzione,
il tiramisù con il pane del giorno prima. mi pare mediazione. Quanto contano la tradizione fami- ad esempio, al consumo dell’energia elettrica o
l’arrabbiata di alici, salsa di prezzemolo e mousse decisamente una dichiarazione etica e filosofica, liare e l’educazione, per formare un consumato- dell’acqua rispetto a qualche anno fa.
di grana padano, poi una lasagna con pomodoro e oltre che gastronomica... re più accorto? ma non mi pare che si sia consapevoli di quanto
basilico, una caponata al forno e fragole con yogurt. costa, in termini di acqua e di energia, un campo
Certo, e non è altro che il pane che mia madre La tradizione familiare è importantissima per for- di mais o allevare mucche da macello.
che gli italiani non siano bravi a fare la spesa (e metteva nella scodella della colazione con latte e mare l’educazione in generale. La mia fortuna è stata
che buttino 240.000 tonnellate di cibo all’anno) caffè, quello che se tardavo 5 minuti nel mangiar- quella di nascere in una casa senza lussi, dove però No, è vero, non si ha bene a mente questo tipo
è un dato di fatto.
lo raddoppiava di volume. Quel profumo e quel ho sempre mangiato molto bene grazie alla mamma di impatto ambientale. È un concetto conosciuto
Quali sono le difficoltà che uno chef come lei
trova nel gestire questo problema in un ristoran- sapore mi sono rimasti sempre nella mente tanto e alla nonna. Se molte abitudini non si correggono in quasi unicamente dagli addetti ai lavori e questo
te a due stelle? che è nato questo dolce, così ho anche evitato le famiglia, sarà poi difficilissimo recuperarle. Oggi le è un peccato, perché altrimenti sarebbe più faci-
discussioni tra gli amanti del savoiardo e quelli del nonne che facevano la pasta in casa sono quasi scom- le ridurre la presenza della carne rossa nella dieta
Come dicevo prima, a causa dell’educazione rice- pavesino... parse, le mamme dedicano sempre meno tempo al settimanale, ad esempio.
vuta cerchiamo di non buttare niente e di utilizza- piacere della cucina e i bambini, a forza di mangiare Credo sia giunto il momento di urlarlo: ci vuole
re in modo diverso materie prime che perdono di nel suo libro “maionese di fragole. l’arte di diver- crocchette, è probabile che non abbiano mai visto un l’educazione al gusto nelle scuole, per un Paese
freschezza, ad esempio usandole nelle ricette per tirsi in cucina con i propri figli”, dice: «Evitate gli pollo dal vero e non sappiano se le carote si raccolgo- come il nostro, forse il più ricco di materie prime
sprechi in cucina, acquistando prodotti di prima
il pranzo del personale, perché a questo livello il scelta si riducono gli scarti del 25/30%». perché?
no a terra o da un albero. Mia madre mi faceva man- di eccellenza ma con il più alto tasso d’ignoranza
cliente esige il meglio dei prodotti e allo stesso tem- giare le sarde alla griglia con le mani: sapori unici che verso di esse.
po io non potrei fare grandi piatti con una materia Principalmente perché un ingrediente di prima scel- ancora mi porto dentro. Oggi, per paura delle spine,
prima stanca. È normale che con un menu ampio ta avrà una maturazione perfetta e si potrà usare per i bambini mangiano solo filetti di pangasio e persico
e difficile, non sapendo cosa verrà richiesto mag- intero, o comunque in una percentuale maggiore. che offendono tutti i nostri ottimi pesci azzurri.

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nei paesi in via di
food tank
sviluppo come in
quelli industrializzati

IL RISPARMIO È IL
esistono dei modi per
prevenire lo spreco

MIGLIOR GUADAGNO
meno spreco, meno fame

di danielle nierenberG

D ifficile a credersi, ma ogni anno vanno


sprecate 1,3 miliardi di tonnellate di cibo.
Eppure uno dei più grandi miti sul siste-
ma alimentare è che non produciamo abbastanza
da sfamare il mondo – e che questa mancanza di
riportato dalla FAO, per i cereali, i tuberi, la frutta,
la verdura, la carne e il latte, le perdite nella post-
produzione ammontano a circa 100 milioni di ton-
nellate all’anno.
Quello del cibo è uno spreco insidioso: una parte no sviluppando delle innovazioni semplici ed Questa tecnologia ha le potenzialità per far rispar-
cibo sarebbe il motivo per cui quasi un miliardo di va persa nei campi, un’altra nello stoccaggio, un economiche per evitare lo spreco dei prodotti miare ai contadini della regione circa 44 milioni
persone sono malnutrite. po’ nel traporto e un po’ nella vendita al dettaglio, commestibili. di dollari l’anno.
Invece produciamo già abbastanza calorie da nu- nei ristoranti e nel consumo domestico. Nei Pae- In Gambia e in India la papaya e il mango vengono Quando preparate da mangiare o andate a cena
trire ogni donna, uomo e bambino sul Pianeta. si industrializzati, i consumatori sprecano circa il disidratati, riducendo la quantità di frutti che van- fuori, fate in modo di non cucinare o ordinare più
Quelle 1,3 miliardi di tonnellate di cibo sprecate 30% degli alimenti. Il costo di questo spreco non no a male nel cuore della stagione e garantendo del necessario e prendete in considerazione l’idea
ogni anno basterebbero a sfamare gli 868 milioni incide solo sui nostri portafogli: mentre si decom- tutto l’anno un’ottima fonte di vitamina A; in Boli- di trasformare gli avanzi in compost. E ricordatevi
di persone che ogni sera vanno a dormire con la pone, il cibo sprecato rilascia metano, un potente via i coltivatori usano gli essiccatori per conserva- che l’abbondanza di cibo è tutt’intorno a noi.
pancia vuota. gas serra che intrappola il calore 26 volte di più re colture come pomodori e patate.
Nei Paesi in via di sviluppo la cattiva rete viaria, la dell’anidride carbonica. In Africa, buste ermetiche proteggono le colture
mancanza di impianti per lo stoccaggio, la muffa Nei Paesi in via di sviluppo come in quelli in- da umidità, insetti e funghi.
e i parassiti fanno sì che il 40% dei raccolti vada dustrializzati esistono dei modi per prevenire lo I ricercatori della Purdue University, nell’Indiana,
perso. Nella sola Africa Subsahariana, dove più di spreco, e secondo il Barilla Center for Food & Nu- stanno collaborando con i coltivatori africani per
265 milioni di persone soffrono la fame, dopo il trition, i policy-maker, i produttori e tutti noi dob- proteggere i fagiolini dell’occhio (Vigna unguicula- Danielle Nierenberg è co-fodatrice del think tank
raccolto i contadini lottano contro le perdite cau- biamo compiere dei passi per impedire lo spreco ta), un legume ricco di proteine, e per promuove- Food Tank e direttore del progetto “Nutrire il Piane-
sate da alluvioni e siccità, funghi e muffe, o da me- nei campi, nei depositi di stoccaggio e nelle case. re la distribuzione delle buste ermetiche in Niger, ta” per il Worldwatch Institute. È membro dell’adviso-
todi di conservazione inadeguati. Secondo quanto In Asia, Africa e America Latina i contadini stan- Nigeria, Mali e altre nazioni. ry board del BCFN

60 61
RUBRiCA

appEtitE
Da quando è iniziata la crisi lo spreco di cibo si sta riducendo.
Resta tuttavia un problema enorme, riassumibile in un dato: limitandolo del 10%, si
potrebbero imbandire le tavole dei 3,7 milioni di italiani che, secondo Coldiretti, nel
2012 sono stati costretti a rivolgersi alle associazioni perché non in grado di sostenere
economicamente la spesa alimentare quotidiana.
Come evitare che i nostri avanzi vadano ad aggiungersi ai dieci milioni di tonnellate di
cibo sprecato ogni anno? Se parte della filiera sfugge al controllo del consumatore, la
tecnologia può indirizzarlo verso un approccio più ecocompatibile.

di elisa barberis

chi ben comincia il friGo perfetto

Quanti errori commessi nella pianificazio- Una volta a casa, nell’organizzazione di frigo-
ne della spesa, spesso confusi dalle offerte rifero e dispensa ci aiuta MY FooD REMiN-
promozionali o dalla difficoltà di interpre- DER, per chi possiede un iPhone, o FooD
tare correttamente le etichette dei pro- wAstE DiARY, per smartphone targato
dotti. Partire col piede giusto però si può. Android. Grafica diversa ma stesso obietti-
Come? Prediligendo alimenti a chilometro vo: catalogare ciò che abbiamo comprato aVanzi, come ti riUtilizzo za svuotare il portafogli o pesare sull’am-
zero e di stagione: i tempi di maturazione in base a quantità, data di scadenza e prez- biente. Nasce così BRiNG tHE FooD, che
saranno quelli naturali e deperiranno meno zo, con la possibilità anche di scattare foto Cucinare è un piacere ma doverlo fare ogni facilita l’incontro tra piccole aziende e ri-
in fretta. inoltre, il fatto di aver viaggiato e specificare le ragioni per le quali si è ef- giorno richiede molta fantasia. soprattutto storanti con eccedenze da smaltire ed enti
poco o affatto per arrivare al punto di di- fettuato l’acquisto (scorta, offerta speciale, per chi non è a proprio agio tra pentole e che possono “reindirizzarle” nelle mense
stribuzione ne diminuisce l’impronta eco- improvviso cambio di programma culinario). fornelli, RiCEttE AL CoNtRARio può es- per indigenti. il donatore inserisce la pro-
logica, facendone guadagnare in gusto e sere un’ottima fonte d’ispirazione. Non c’è pria offerta, i dati vengono geolocalizzati e
salute. sette Giorni di pasti bisogno di correre al supermercato, basta il raccoglitore sceglie quella che più gli inte-
Dove acquistare questi prodotti te lo dice riempire la dispensa virtuale con gli ingre- ressa. L’elevato livello di qualità per l’intero
NAtURMiA, con il suo elenco di tutti mer- Gestire un lavoro e il menage familiare è la dienti a nostra disposizione e il gioco è fatto: sistema è garantito.
cati biologici italiani e l’elenco dettagliato sfida delle mamme d’oggi. Con LOVE FOOD oltre 9000 primi e secondi piatti, spiegati
di tutte le varietà di frutta e verdura, con HAtE wAstE, disponibile sullo store Goo- passo per passo. ViVere Green a 360°
tanto di proprietà nutrizionali e modi di gle Play, diventa un po’ più semplice. Addio
conservazione. improvvisazione, arriva il planning di tutti riVolUzione “sharinG” volete fare di più per l’ambiente? iniziate
E se un prodotto ti incuriosisce ma non i pranzi e le cene della settimana. Porzioni calcolando il vostro impatto energetico, non
parli l’“ingredientese”? L’app E-CoDEs: contate, meno scarti nel piatto. il lunedì pe- il nuovo verbo d’obbligo è “condividere”. solo in cucina. Con iMPRoNtA ECoLoGiCA,
FooD ADDitivEs ti fornisce una descri- sce, mercoledì pasta e pollo il sabato a pran- Come misura estrema per arginare lo spre- disponibile su Apple store, valutate tutti i
zione completa di tutti gli eventuali additivi zo. E se nel frigo ci sono solo broccoli e caro- co arriva anche il food sharing, che crea una consumi relativi all’abitazione (riscaldamen-
contenuti, avvertenze e controindicazioni te? Ricette su misura di ciò che troviamo in rete di cittadini e associazioni con l’obiettivo to, gas ed elettricità), ma anche ai trasporti
per bambini o categorie a rischio tossicità. casa, perché la parola d’ordine è risparmiare. di mettere insieme il pasto quotidiano sen- e agli alimenti.

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CONTRO
LO SPRECO le aree di riCerCa le puBBliCazioni

sConFiGGere il 2012
paradosso
del Food Waste

GiuGno 2013

Barilla Center For Food for all


Food & nutrition L’accesso al cibo e la malnutrizione: Alimentazione e Lo spreco
il BCFN riflette su come favorire un benessere per una alimentare: cause,
vita sana impatti e proposte
migliore sistema alimentare su scala
advisory Board globale e come rendere possibile una
Barbara Buchner, Ellen Gustafson, più equa distribuzione delle risorse
Danielle Nierenberg, Gabriele alimentari, incoraggiando il benes-
Riccardi, Camillo Ricordi, sere sociale e riducendo l’impatto Water Management

Riccardo Valentini sull’ambiente.


Obesità: gli impatti
sulla salute pubblica
e sulla società

Coordinamento editoriale,
redazione, traduzioni, ricerca Food for Health
iconografica Obesità: gli impatti Agricoltura sostenibile
Il rapporto e il delicato equilibrio sulla salute pubblica e cambiamento
fra l’alimentazione e la salute: racco- e sulla società climatico
gliere le raccomandazioni delle isti-
tuzioni scientifiche mondiali e degli
esperti più qualificati, raccontare
le proposte del BCFN per facilitare
www.codiceedizioni.it Water Management Water Management
l’adozione di uno stile di vita corretto
Consulenza e un’alimentazione sana.
Andrea Segrè, Carlo Alberto
Pratesi, Luca Falasconi,
Ludovica Principato Food for sustainable Doppia Piramide L’alimentazione nel
Growth 2012: favorire 2030: tendenze e
scelte alimentari prospettive
Progetto grafico Analizzare la filiera alimentare cer- consapevoli
e impaginazione cando di segnalare le criticità esisten-
Alessandro Damin 2013
ti, valutando l’impatto sull’ambiente
di produzione e consumo. Il BCFN
Infografica propone buone pratiche e raccoman-
centimetri.it da stili di vita personali e collettivi FOOD FOR HEALTH
che siano in grado di incidere positi-
PARADOSSI ALIMENTARI E CORRETTI STILI DI VITA IN UNA SOCIETÀ CHE CAMBIA

immagini vamente sull’ambiente e sulle risorse.


Corbis, Getty, Studio fotografico
Plastikwombat
Food for Culture
ISBN 978-887578390-7 Il rapporto tra l’uomo e il cibo, le sue GUIDO BARILLA
PAOLA TESTORI COGGI
GABRIELE RICCARDI

tappe nella storia e l’analisi della si- FRANCO SASSI


CAMILLO RICORDI
ELLEN GUSTAFSON
BCFN YES!

tuazione attuale e futura. Il ruolo del- MICHELLE OBAMA


JEAN-MICHEL BORYS
ISTITUTO AUXOLOGICO ITALIANO
ALBERTO E GIOVANNI SANTINI

la mediterraneità nel passato e l’attua- MASSIMO MONTANARI

9 788875 783907
DANIELLE NIERENBERG

le importante compito che, secondo


il BCFN e i principali studi scientifici, FOOD FOR HEALTH
Finito di stampare nel mese di maggio
2013 presso stamperia Artistica
ricopre: riequilibrare la relazione tra Paradossi alimentari e corretti
Nazionale – trofarello (to) le persone e la loro alimentazione. stili di vita in una società che cambia

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