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Studente Jose Manuel Hernandez Cruz.

CONVEGNO
“E alla masse delle acque diede il nome di “mari” (Genesi 1, 10)
La Bibbia e il mediterraneo di ieri e di oggi
Il tema dell’avventura marittima che abbiamo trattato in questo convegno è stato
davvero molto interessante, perché attraverso i diversi interventi abbiamo attraversato, dal
punto di vista storico e biblico, le acque del vicino Oriente fino a raggiungere le acque del
Mediterraneo. E la cosa più mi ha colpito è data dal fatto che i temi trattati sono stati
concretamente esposti; soprattutto la parte finale del convegno che ci ha presentato la crudele
realtà che si vive nel mare, non perché il mare sia cattivo, me perché i confini politici che
sono stati stabiliti tra le nazioni fanno sì che il viaggio migratorio marittimo diventi
un’esperienza di naufragio e, in alcuni casi, di morte per tutti coloro che si imbarcano perché
desiderano vivere una vita nuova e più serena.
Il viaggio che abbiamo fatto sulla storia del Mediterraneo ci porta a conoscere il
rapporto dell’uomo con il mare, i diversi approcci dal campo religioso, sociale, economico e
soprattutto ci mette sulla strada delle diverse culture, storie che sono stati trovati nel corso
degli anni offrendo un lungo viaggio con diverse fasi della vita dell’essere umano. Ci aiuta a
capire che il mare nella sua immensità è un mistero. Una delle frasi che ha attirato l’attenzione
in uno degli interventi è stata quella del “mare come luogo di relazione, incontro e di
accoglienza”, che ha portato la cultura e la civiltà in tutti i secoli della storia umana. Ma
abbiamo anche potuto osservare che il mare può essere luogo di morte e tragedie, soprattutto
quando l’essere umano vuole prendere il controllo del mare, ponendo limiti e barriere che
fanno diventare il mare un mostro che divora tutto ciò che incontra.
Il mare, però, è anche il simbolo della vita, perché tutto nasce dal mare e tutto ritorna
ad esso: luogo di nascita, trasformazioni e rinascite. Le onde del mare simboleggiano lo stato
transitorio della vita. È l’immagine del subconscio, che è anche una fonte di correnti che
possono essere mortali o vivificanti. La Bibbia fa eco al simbolismo orientale delle acque
primordiali, temibile anche per gli dei. Secondo le usanze babilonesi, Tiamat, il mare, dopo
aver dato alla luce gli dei, era stato sconfitto e sottoposto da uno di essi.
La Bibbia può anche essere raccontata come una storia sull’acqua. L’acqua è uno dei
suoi grandi simboli. È la sua alfa e omega: la Bibbia si apre con le acque della Genesi e si
chiude, nell’ultimo capitolo dell’Apocalisse, con un fiume nella città. L’acqua è vita. Sempre
e ovunque, in tutte le regioni semiaride del Medio Oriente.

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