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Tessuti a doppia faccia (francese: Tissus double-face) — (inglese: Double face cloths)
Concetti generali
L’esigenza di produrre tessuti a doppia faccia può essere dovuta alla necessità di:
A) produrre tessuti di spessore e corpo notevoli, atti a sopportare sforzi, oppure per aumentare la coibenza
termica, es.: panni, coperte, ecc.;
B) produrre tessuti operati (francese Façonnés) ovvero tessuti con effetto di disegno diverso sulle due facce.
Per produrre un tessuto pesante, mediante un tessuto semplice invece che mediante un tessuto a doppia faccia, in
linea di principio, si potrebbe operare secondo due modalità:
A1) aumentare le riduzioni;
A2) impiegare filati più “grossi” (di titolo indiretto basso).
Nel caso A2) (filati grossi in un tessuto semplice) il tessuto cambierebbe le proprie caratteristiche rispetto a quello
prodotto con filati di titolo normale e, probabilmente, non sarebbe più idoneo allo scopo dell’utilizzatore.
Nel caso A1) (filati di titoli normali per quella tipologia di tessuto ma riduzioni aumentate) è probabile che, in tessitura,
l’intreccio contrasti l’introduzione di tanti fili o trame quanti sarebbero necessarie per raggiungere il nuovo peso
richiesto (in altre parole il tessuto diventerebbe impossibile da tessere).
Per superare queste difficoltà è quindi opportuno ricorrere ai tessuti composti.
In questo paragrafo esamineremo i tessuti a doppia faccia che sono costituiti da tre elementi:
1) Due orditi e una trama, nei tessuti a doppia faccia per ordito.
2) Un ordito e due serie di trame nei tessuti doppia faccia per trama.
Nei tessuti a doppia faccia per ordito troviamo sempre un assortimento serrato di fili costituenti due orditi, uguali o
dissimili, combinati insieme e tenuti da un’unica trama, la quale intreccia ora l’uno ora l’altro e concorre a formare le
facce esterne del tessuto.
Si osservi che quando si dice “due orditi” non necessariamente ci si riferisce a “due subbi di ordito”. I tessuti doppia
faccia per ordito possono, infatti, essere realizzati con un solo subbio perché i fili del diritto e del rovescio hanno
evoluzioni simili e, di conseguenza, sono alimentati nello stesso modo.
Nei tessuti a doppia faccia di trama troviamo invece un solo ordito intrecciato da due serie di trame, l’una visibile
unicamente sopra una faccia e l’altra sulla faccia opposta. L’ordito di questi tessuti sarà così contenuto fra le due serie
di trame e comparirà ora sull’una ed ora sull’altra delle facce esterne della stoffa.
Talvolta il rovescio del tessuto è formato con elementi di qualità inferiore (per diminuire il costo), e serve solo da
fodera al dritto e ad aumentare il peso ed il corpo del tessuto.
Alcuni casi, specialmente nei tessuti operati, invece, necessitano che tutti gli elementi siano della stessa qualità,
poiché il rovescio passa, ad intervalli, nella faccia opposta e partecipa alla formazione del dritto (doppia faccia
alternati).
Come vedremo nel prossimo paragrafo, per realizzare un tessuto a doppia faccia è necessario scegliere i punti di
legatura delle due catene (o delle due trame) in maniera tale che essi compaiano su una sola faccia e che non siano
visibili sull’altra.
Riassumendo, con i tessuti a doppia faccia possiamo ottenere i seguenti risultati:
a) tessuti di maggior peso;
b) tessuti con ambe le facce uguali;
oppure, tessuti con facce disuguali in:
c) colore
d) disegno;
e) riduzione;
f) qualità/composizione delle fibre;
g) titolo dei filati.
Distingueremo in tutti i tessuti a doppia faccia:
• il dritto (francese: Endroit) - (inglese: Right side);
• il rovescio (francese: Envers) — (inglese: Back, Wrong—side).
1
Nel corso della trattazione utilizzeremo, per la rappresentazione degli intrecci, quadratini di colore rosso e di colore nero. Com’è
noto la tessitura segue una logica binaria (pieno=filo sopra la trama – vuoto=filo sotto la trama) e, pertanto, i colori hanno solo un
significato descrittivo per il disegnatore. In altre parole non c’è alcuna differenza, da un punto di vista pratico, tra un punto pieno
rosso ed un punto pieno nero; entrambi significano che in quel punto il filo sta sopra la trama.
Fig. 01-08
Fig.
02-02 Fig. 02-03
L’armatura fig. 02-03 può essere scritta in altre 4 posizioni differenti come mostrano le fig. 02-04, 05, 06 e 07.
1
Si ricorda che l’armatura ad effetto di trama sul dritto si presenta ad effetto di catena sul rovescio.
2
E’ opportuno sottolineare che non è possibile costruire i tessuti di questo genere mettendo in doppia faccia le armature: tela,
batavie, nattés, levantine damascate.
Fig. 02-08 Fig. 02-09 Fig. 02-10 Fig. 02-11 Fig. 02-12
(con 02-03) (con 02-05) (con 02-07) (con 02-06) (con 02-04)
Di queste 5 combinazioni è necessario vedere quali siano le più convenienti.
Esaminiamo per prima la fig. 02-08 ed è facile osservare che ogni filo del rovescio ha i suoi punti di legatura in
contatto, a destra, con quelli dei fili del dritto e questa contiguità fa sì che i fili del rovescio tenderanno a scorrere
sotto ai rispettivi fili di destra appartenenti al dritto.
L’armatura della fig. 02-10 presenta analoga disposizione. Infatti, i fili del rovescio, essendo a contatto con i loro punti
di legatura a sinistra con quelli del dritto, causeranno lo sdoppiamento ovvero i fili del rovescio tenderanno a portarsi
sotto i fili del diritto a sinistra.
Analizzando l’armatura della fig. 02-09 troviamo punti di legatura dei fili del rovescio a contatto a sinistra ed a destra
coi fili del dritto. Ciò vorrà dire che i fili del rovescio non avranno tendenza a portarsi sotto ai fili del dritto posti alla
loro sinistra piuttosto che a quelli di destra. Perciò il nascondimento avverrà per opera di due fili
contemporaneamente e quindi in condizioni migliori che non nelle due precedenti armature esaminate.
L’armatura della fig. 02-11 ha pure i fili del rovescio con doppia contiguità, ma in migliori condizioni della fig. 02-09; e
ciò grazie al 3° principio esposto nelle generalità.
In analoghe condizioni si trova l’armatura della fig. 02-12.
Per cui, delle 5 combinazioni sono da ritenersi migliori le soluzioni delle fig. 02- 11, 12.
SUP INF
Fig. 02-16 Fig. 02-17
Alla messincarta deve essere associata un’appropriata “nota di lettura” ovvero un’indicazione che ne consenta
l’interpretazione e la sua trasformazione in un intreccio.
Nota di lettura
Ogni corda (colonna di quadratini nelle messincarta) vale 2 fili.
Ogni passo (riga di quadratini nella messincarta) vale 1 trama.
Leggere dalla messincarta:
• Per i fili dispari leggere fondo e nero
• Per i fili pari leggere nero
Fig. 02-20
Per la costruzione del rimettaggio, osservando che i fili del diritto (1,3,5,7,9) levano di più di quelli del rovescio (2,4, 6,
8, 10), non appare ragionevole utilizzare una disposizione diretta (o seguita) in quanto i fili del diritto, facendo un
maggior lavoro di quelli del rovescio, debbono essere messi sui quadri più vicini al tessitore.
Con il rimettaggio diretto si instaurerebbero, infatti, diversità di tensioni tra i fili. In particolare il quadro più lontano
dal tessitore, che deve alzare più di quello più vicino (affinché si ottenga un’apertura pulita del passo), sarebbe
sottoposto ad una maggior tensione rispetto a quella del filo rimesso nel liccio più vicino. Questa diversità di tensione
provocherebbe imperfezioni sul tessuto e da ciò discende la necessità di diminuire al massimo le differenze di tensione
fra due o più fili vicini che possono produrre slegature molto gonfie, alternate a slegature molto piatte e conseguente
alterazione della regolarità e compattezza del tessuto.
Se osserviamo la fig. 02-35 notiamo che questa modalità di rimettaggio (detta “per corpi”) permette di collocare vicino
al pettine i quadri che fanno maggior lavoro (quadri del diritto ).
PRODUZIONE DEI TESSUTI DOPPIA FACCIA PER ORDITO SULLE MACCHINE PER TESSERE
Le macchine per tessere, sia a licci che Jacquard, consentono la costruzione dei doppia faccia per ordito solo se la
densità dei fili d'ordito (riduzione in ordito) è adeguata.
Nei tessuti doppia faccia per ordito la densità di ordito dovrà essere molto superiore rispetto a quella di un tessuto
semplice realizzato con gli stessi titoli dei filati. Questo perché i fili si dovranno sovrapporre scorrendo l'uno rispetto
all'altro grazie alla regola di contiguità.
Nota di lettura
Ogni corda (colonna di quadratini nelle messincarta) vale 2 fili.
Ogni passo (riga di quadratini nella messincarta) vale 1 trama.
Leggere dalla messincarta:
• Per i fili dispari leggere fondo e nero
• Per i fili pari leggere nero
Seguendo le indicazioni della “nota di lettura” siamo in grado di disegnare l’intreccio a partire dalla messincarta “a
punti e linee”:
La fig. 03-05 rappresenta intreccio,
rimettaggio ed armatura licci del
doppia faccia d’ordito in raso da 4.
La fig. 03-06 rappresenta il profilo
della prima corda della messincarta
di fig. 03-04 ovvero l’evoluzione
dei fili n.1 e n.2.
Fig. 03-05
Fig. 03-06
Fig. 03-07
Fig. 03-08
La fig. 03-09 rappresenta la messincarta ottenuta
sovrapponendo l’armatura dell’INF (fig. 03-08) a
quella del SUP (fig. 03-07). La fig. 03-10 rappresenta
la messincarta “a punti e linee”
Fig. 03-09 Fig. 03-10
Seguendo le indicazioni della “nota di lettura” dell’esempio 03-1 siamo in grado di disegnare l’intreccio a partire dalla
messincarta “a punti e linee”:
La fig. 03-11 rappresenta intreccio,
rimettaggio ed armatura licci del
doppia faccia d’ordito in saia da 3.
La fig. 03-12 rappresenta il profilo
della prima corda della messincarta
di fig. 03-10 ovvero l’evoluzione dei
fili n.1 e n.2.
Fig. 03-23
Fig. 03-24
Fig. 03-31
Fig. 03-32
La fig. 03-33 rappresenta la messincarta ottenuta
sovrapponendo l’armatura dell’INF (fig. 03-32) a
quella del SUP (fig. 03-31). La fig. 03-34
Fig. 03-33
rappresenta la messincarta “a punti e linee”
Fig. 03-34
Seguendo le indicazioni della “nota di lettura” dell’esempio 03-1 siamo in grado di disegnare l’intreccio a partire dalla
messincarta “a punti e linee”:
Fig. 03-36
Seguendo le indicazioni della “nota di lettura” dell’esempio 03-1 siamo in grado di disegnare l’intreccio a partire dalla
messincarta “a punti e linee”:
Fig. 03-42
Fig. 03-43
ESEMPI DI DOPPIA FACCIA PER ORDITO 1-1 CON ARMATURE DI DISUGUALE RAPPORTO
Le combinazioni per doppia faccia in ordito si possono fare anche fra armatura di disuguale rapporto.
In questo caso occorre portarle ad un minimo rapporto comune.
Fig. 03-44
Fig. 03-45
(ampliamento del SUP 03-44) Fig. 03-46
La fig. 03-47 rappresenta la messincarta
ottenuta sovrapponendo l’armatura dell’INF (fig.
03-46) a quella invertita del SUP (fig. 03-45). La
fig. 03-48 rappresenta la messincarta “a punti e
linee”
Seguendo le indicazioni della “nota di lettura” dell’esempio 03-1 siamo in grado di produrre l’intreccio a partire dalla
messincarta “a punti e linee”:
Fig. 03-49
Fig. 03-50
Fig.04-01
Per maggiori approfondimenti delle relazioni tra titolo e diametro si consulti il paragrafo Appendice 1.
Esempio 04-10 - Doppia faccia per ordito in riduzioni 2-1 - Dritto rasato da 7 – Rovescio levantina da 7
SUP INF
Fig. 04-09
Fig. 04-10
Fig. 04-12
Seguendo le indicazioni della “nota di lettura” dell’esempio precedente siamo in grado di produrre l’intreccio a partire
dalla messincarta “a punti e linee”:
La fig. 04-13 rappresenta intreccio, rimettaggio ed
armatura licci del doppia faccia per ordito in rasato da 7
e levantina da 7.
Fig. 04-13
Esempio 04-12 - Doppia faccia per ordito in riduzioni 2-1 - Dritto épingline da 8 – Rovescio saia da 4
SUP INF In questo caso l’intreccio del rovescio deve essere
raddoppiato nel senso della trama. Utilizzando il
metodo della messincarta si disegna l’intreccio del
diritto con effetto leggero e si sovrappone l’intreccio
del rovescio.
Fig. 04-18 Fig. 04-19
Esempio 04-13 - Doppia faccia per ordito in riduzioni 2-1 - Dritto reps obliquo a briglie ripetute – Rovescio rasato da
13
SUP INF In questo caso l’intreccio del dritto deve essere
raddoppiato nel senso dell’ordito. Utilizzando il
metodo della messincarta si disegna l’intreccio del
diritto con effetto leggero e si sovrappone
l’intreccio del rovescio.
Fig. 04-24
La fig. 04-25 rappresenta il rapporto d’intreccio
realizzato mediante la nota di lettura per doppia
faccia per ordito 2-1.
Fig. 04-25
Nei tessuti 2-1 è bene che i fili del rovescio siano passati fra quelli del diritto, ossia “non debbano toccare il dente”
come è rappresentato nelle passature delle fig. 04-26 e 27:
Fig. 04-28
Fig. 04-32
I doppia faccia per ordito 3-1 sono molto meno utilizzati rispetto ai precedenti anche perché è più difficile ottenere il
rispetto della regola di contiguità. Come si può osservare dall’esempio di fig. 04-35, il filo del rovescio è “coperto” solo
dai fili contigui subito a sinistra ed a destra e non dai tre fili del diritto che sono passati tra due denti del pettine.
La fig. 04-33 mostra la disposizione dei fili in un La fig. 04-34 mostra la disposizione dei fili in un
tessuto doppia faccia d’ordito con riduzione 2-1 per tessuto doppia faccia d’ordito con riduzione 3-1 per il
il quale è rispettata la regola di contiguità. I fili del quale non è completamente rispettata la regola di
rovescio possono avere un diametro doppio contiguità. I fili del rovescio possono avere un
rispetto a quelli del diritto e la copertura può diametro circa doppio rispetto a quelli del diritto e la
essere perfetta. copertura, sul rovescio non può essere perfetta.
Se non è rispettata perfettamente la regola di contiguità i fili del rovescio possono comunque assolvere a compiti di
tipo tecnico come, per esempio, aumentare il peso, la resistenza, la coibenza termica ecc.
Sono casi particolari nei quali non si ricerca una copertura perfetta ma, piuttosto, di raggiungere obiettivi di tipo
tecnico. Con questa tecnica si possono realizzare tessuti con riduzioni 1-1, 2-1 e 3-1. Nell’esempio di fig. 04-37 è stato
utilizzata una riduzione 3-1.
SUP INF Come si può osservare la punteggiatura dell’INF di
fig. 04-36 non è un’armatura che abbia senso in
quanto contiene trame senza punti di legatura.
Il modo di combinare le due armature fra loro si può dedurre esaminando l’intreccio fig. 05-02, che rappresenta il
doppio raso da 5, per trama, con riduzione 1-1.
Esaminando le trame troviamo che esse sono legate dove può esservi la contiguità
sulle trame adiacenti del dritto o, in altre parole, le trame di rovescio 2, 4, 6, 8, 10 si
legano con i fili in modo che le proprie legature (rappresentate dal quadratino
vuoto) siano a contatto con caselle simili, sopra e sotto, sulle trame del dritto 1, 3,
5, 7, 9 che sono ad esse adiacenti.
Fig. 05-02
Per questo fatto, le trame del rovescio si porteranno sotto a quelle del dritto e le
legature saranno invisibili tanto da una parte che dall’altra come si può vedere dal
profilo di fig. 05-03.
Fig. 05-03
Nei tessuti doppia faccia per trama, come mostra la fig. 05-04, non si utilizza il
rimettaggio “per corpi” in quanto è presente una sola catena.
Il rimettaggio è diretto e l’armatura dei licci coincide con l’intreccio.
Fig 05-04
1
Si fa notare che l’armatura è ad effetto di catena perché si disegna osservando il tessuto dal dritto ma essa, osservando il tessuto
dal rovescio, presenta un effetto di trama.
TESSUTI COMPOSTI – Capitolo 5 Paolo Borgiotti Pagina 17
Le fig. 05-05 e 06 mostrano le due facce del
tessuto realizzato con i seguenti colori dei filati:
Nei tessuti a doppia faccia per trama troviamo analoghe diciture a quelle usate per i doppia faccia per ordito.
Dicendo, ad esempio, doppia faccia per trama 1-1, s’intende che le due armature si combineranno trama a trama, e
che le due facce avranno uguale riduzione in trama.
Si dirà 2-1 quando la riduzione in trama sul dritto sarà doppia di quella sul rovescio; 3-1 quando è tripla, ecc.
Infine si dirà 2-2, quando la riduzione è uguale sulle due facce, ma le trame sono inserite a due per volta in ciascuna
faccia; e, finalmente, 3-2 quando la riduzione del dritto è una volta e mezzo quella del rovescio e le trame sono
inserite a 3 e 2 per volta sul dritto e sul rovescio rispettivamente (normalmente con nota di colore 1A - 1B - 1A - 1B -
1A).
Esempio Doppia faccia per trama – Riduzioni 1-1 – Diritto e rovescio in raso da 8
Anche per i tessuti doppia faccia per trama possiamo ricorrere alla tecnica della messincarta per facilitare la
costruzione dell’intreccio. In questo esempio iniziamo disegnando l’armatura del diritto (raso da 8 ad effetto leggero)
utilizzando la normale partenza. Per completezza è stata tracciata anche l’armatura del rovescio (raso da 8 disegnato
ad effetto leggero anche se l'intreccio sarà ad effetto pesante) con uno spostamento della partenza adeguato allo
scopo.
Nella pratica non è necessario disegnare l’armatura del rovescio ed, invece, si vanno a posizionare i punti pieni di
quest’armatura direttamente sull’armatura del diritto ottenendo la messincarta “a punti pieni”. Ovviamente i punti
dell’armatura del rovescio devono essere posizionati in modo tale da rispettare la regola di contiguità e, nella
messincarta, questo implica che il punto pieno del rovescio sia posizionato in modo tale da avere un punto vuoto sia
sopra che sotto. Questo aspetto si visualizza meglio se, invece di realizzare la messincarta “a punti pieni”, si realizza la
messincarta “a punti e linee” perché le linee fanno meglio apprezzare il fatto che i punti sopra e sotto sono vuoti.
SUP INF Messincarta a punti pieni Messincarta a punti e linee
Per realizzare l’intreccio occorre la “nota di lettura” ovvero la modalità d’interpretazione della messincarta.
Nota di lettura
Ogni corda (colonna di quadratini nelle messincarta) vale 1 filo.
Ogni passo (riga di quadratini nella messincarta) vale 2 trame.
Leggere dalla messincarta:
• Per le trame dispari leggere rosso
• Per le trame pari leggere fondo e rosso
Seguendo le indicazioni della messincarta siamo in grado di produrre l’intreccio di fig.05-11
Fig. 05-12
Come si può osservare dal profilo di fig. 05-12 le trame del rovescio si portano sotto
a quelle del dritto e le legature sono invisibili tanto da una parte che dall’altra.
Esempio Doppia faccia per trama – Riduzioni 1-1 – Diritto épingline da 4; rovescio diagonale da 4
(intrecci dissimili di uguale rapporto)
SUP INF Messincarta a punti e linee Intreccio
Esempio Doppia faccia per trama – Riduzioni 1-1 – Diritto raso da 5; rovescio diagonale da 5
(intrecci dissimili di rapporto diverso)
SUP INF Messincarta a punti e linee Intreccio
In questo caso l’armatura del diritto è stata raddoppiata nel senso delle trame
Fig. 05-20
Esempio Doppia faccia per trama – Riduzioni 1-1 – Diritto batavia da 4; rovescio raso da 8
(intrecci dissimili di rapporto diverso)
SUP INF Messincarta a punti e linee Intreccio
In questo caso l’armatura del diritto è stata raddoppiata nel senso delle trame e dell’ordito.
Fig. 05-24
Esempio Doppia faccia per trama – Riduzioni 1-1 – Diritto saia da 3; rovescio rasato da 12
(intrecci dissimili di rapporto diverso)
SUP INF Messincarta a punti e linee Intreccio
In questo caso l’armatura del diritto è stata ampliata nel senso delle trame e dell’ordito sul rapporto 12 x 12.
Fig. 05-29
Esempio Doppia faccia per trama – Riduzioni 1-1 – Diritto saia da 4; rovescio raso da 8
(intrecci dissimili di rapporto diverso)
SUP INF Messincarta a punti e linee Intreccio
In questo caso l’armatura del diritto è stata ampliata nel senso delle trame e dell’ordito sul rapporto 8 x 8.
Fig. 05-36
Esempio Doppia faccia per trama – Riduzioni 2-1 – Diritto épingline da 4; rovescio saia da 4
Utilizzando le regole di combinazione:
SUP INF Intreccio Profilo di trama
Fig. 05-40
Si osservi come la legatura della trama 3 del rovescio sia coperta dalle
Fig. 05-38 trame contigue 2 e 4 del dritto
Fig. 05-37
Fig. 05-39
Utilizzando la messincarta:
SUP INF Messincarta a punti e linee Intreccio
Fig. 05-42
Fig. 05-43
Fig. 05-41
Fig. 05-44
Fig. 05-46
Fig. 05-45 Fig. 05-47
Fig. 05-48
Esempio Doppia faccia per trama – Riduzioni 2-1 – Diritto raso da 5; rovescio saia da 5
SUP INF Messincarta a punti e linee Intreccio
Fig. 05-50
Esempio Doppia faccia per trama – Riduzioni 2-1 – Diritto raso da 5; rovescio rasato da 5
SUP INF Messincarta a punti e linee Intreccio
Fig. 05-54
Esempio Doppia faccia per trama – Riduzioni 3-1 – Diritto diagonale 6x18; rovescio saia da 6
SUP INF Messincarta a punti e linee Intreccio
Fig. 05-59
Fig. 05-56
Fig. 05-58
Esempio Doppia faccia per trama – Riduzioni 4-1 – Diritto rasato semplice; rovescio punteggiato in maniera
conveniente per la legatura
SUP INF Messincarta a punti e linee Intreccio
Fig. 05-62
Fig. 05-64
Fig. 05-61 Fig. 05-63
Come si può osservare dalla fig. 05-60, l’armatura del dritto è stata raddoppiata nel senso delle trame. L’armatura del
rovescio non ha senso dal punto di vista tessile perché presenta fili senza legatura tuttavia l’intreccio risultante di fig.
05-64 non ha problemi di tessitura.
L’unica particolarità è che le trame del rovescio legano solo con una parte dei fili di ordito.
Esempio Doppia faccia per trama – Riduzioni 3-2 – Diritto saia da 3; rovescio punteggiato in maniera conveniente
per la legatura
SUP INF Intreccio
Fig. 05-66
Fig. 05-65
Fig. 05-67
DOPPIA FACCIA PER TRAMA CON IMBOTTITURA – Aumento di peso e spessore dei tessuti
Utilizzando il principio su cui si basa la costruzione dei tessuti a doppia faccia è possibile realizzare tessuti con
maggiore spessore e peso senza alterare l’aspetto del dritto del tessuto.
1. Fare sì che le legature delle trame d’imbottitura siano contigue con le trame del dritto o, in altre parole, che
la legatura della trama supplementare essendo rappresentata con un punto vuoto , sia a contatto con altri
punti vuoti situati sulle trame adiacenti ed appartenenti al dritto.
Questa condizione sarà soddisfatta dagli intrecci che presentano due caselle vuote consecutive e, fra queste
due caselle, s’introdurrà e si legherà la trama d’imbottitura.
2. Disporre le legature in modo che esse assecondino il ritmo dell’armatura.
Ad esempio se il tessuto è in saia anche le legature dell’imbottitura saranno in saia; se il tessuto è in
diagonale anche le legature saranno in diagonale; in raso, se il tessuto è con intreccio a base raso.
3. Assicurarsi che le legature siano distribuite equamente su tutti i fili d’ordito, ossia, che a ogni filo si leghi un
uguale numero di trame supplementari.
4. Verificare che le briglie delle trame supplementari non siano di eccessiva lunghezza o viceversa; la loro
lunghezza si determina in base al tipo d’intreccio del tessuto da imbottire.
Tessuto con imbottitura 1-1 – Dritto in reps diagonale da 5; legature disposte in raso da 5.
DRITTO Intreccio
Fig. 05-68
Fig. 05-69
Fig. 05-70
Fig. 05-71
Fig. 05-72
Fig. 05-73
Fig. 05-74
Fig. 05-75
Fig. 05-77
Fig. 05-76
Fig. 05-78
Fig. 05-79
Tessuto con imbottitura 2-1 - Dritto diagonale “élastique”; legature in raso da 16.
DRITTO Intreccio
Fig. 05-81
Fig. 05-80
fig. 05-82
Note così le due armature ed il loro rapporto di combinazione, si procede ad amalgamarle secondo le regole enunciate
per la costruzione dei doppia faccia.
fig. 05-83
Accade talvolta che, estraendo i fili del dritto, le trame rimangano libere in parte; o, in altri termini, che i fili del
rovescio leghino soltanto con una parte delle trame del tessuto. Ciò sarà indice che soltanto le trame pari o le dispari,
o solo alcune, intrecciano con i fili del rovescio.
Concetti generali
In generale, per realizzare effetti alternati, occorre il passaggio, da una faccia all’altra, degli elementi che costituiscono
l’intreccio del tessuto e, per questo motivo, sono necessari almeno tre elementi.
I tessuti a doppia faccia, sia per ordito, che per trama sono dunque idonei per realizzare effetti alternati.
Infatti, se in un tessuto doppia faccia per ordito (composto da due orditi ed una trama) si fa in modo che, ad intervalli
prestabiliti, la catena del dritto passi nel rovescio e, nello stesso punto, quella del rovescio passi nel dritto, si possono
ottenere disegni e motivi di colore diverso (se le due catene sono costituite da fili di diverso colore).
In questi tessuti la trama, che è unica, comparirà evidentemente sulle due facce dei tessuto e dovrà essere di colore
intermedio a quelli dei due orditi. Questo fa intuire subito una limitazione nell’uso perché è impossibile ottenere degli
effetti a “colori puri”.
Questo inconveniente può tuttavia essere attenuato impiegando armature ad effetto di catena e tali che la trama sia
poco visibile, ad es. i rasi semplici od altri intreccio simili.
Per “nascondere” la trama, inoltre, si può adottare una forte riduzione dei fili di ordito, benché questa disposizione
non sia sempre tecnicamente praticabile.
Questa tipologia di intreccio è molto impiegata per produrre anche tessuti a licci ed il disegno si riduce a semplici
effetti di rigatura e/o quadrettatura a causa del numero di licci limitato delle comuni ratiere.
Nella realizzazione dell’armatura si dovrà fare attenzione al fatto che l’effetto che si vuol ottenere sia composto da un
numero di fili e di trame uguale o multiplo di quello dell’armatura base del doppia faccia in modo tale da avere una
regolare continuazione delle legature e non incorrere in difetti di punteggiatura dovuti, appunto, alle legature.
E’ implicito che è indispensabile rispettare la regola che consente la copertura delle legature.
Fig. 06-01
Se le due facce del tessuto debbono essere in saia da 4 ad effetto di catena, facendo riferimento all’esempio 03-3,
possiamo determinare le armature dei due effetti.
EFFETTO A EFFETTO B
Nell’armatura dell’effetto A i fili di ordito dispari
formano il dritto del tessuto mentre nell’armatura
dell’effetto B, ottenuta invertendo a coppie
l'evoluzione dei fili dell'armatura dell'effetto A,
Fig. 06-02 Fig. 06-03
sono i fili pari a formare il dritto mentre quelli
dispari passano sul rovescio.
1
La messincarta rappresenta la disposizione degli effetti di colore all'interno del disegno ovvero, utilizzando colori simbolici, si
definisce quale armatura degli effetti deve essere presente in ciascun quadretto. Per completare la messincarta occorre stabilire i
"valori della messincarta" ovvero quanti fili e quante trame sono presenti all'interno di ciascun corda o passo rispettivamente.
Fig. 06-05
Si osservi che, per ottenere un risultato perfetto e fare in modo che i contorni dei disegni siano nitidi e precisi, è
necessario che le armature componenti non siano mai interrotte. Tale condizione deriva dalla scelta del numero di
corde dell’effetto nella messincarta (nel nostro caso 8 corde rappresentano 16 fili che sono il doppio esatto dei fili
dell’armatura dell’effetto).
Ipotizzando di impiegare riduzioni del diritto di 16 fili/cm e 12 trame/cm, per realizzare il motivo di fig. 06-6, occorre
un intreccio costituito da 12 x 16 = 192 fili di ordito e 11 x 12 x 2 = 264 trame (sul dritto saranno visibili solo la metà
delle trame totali ovvero 132 trame).
Per realizzare il doppia faccia per trama, utilizziamo una spina da
4 sul dritto e sul rovescio con riduzione 1-1.
Le armature per i due effetti e la nota di colore di trama sono
rappresentate in fig. 06-07 ed a fianco delle armature è riportata
anche la nota di colore di trama. Si osservi che l'armatura
dell'effetto R è ottenuta scambiando, a coppie, l'evoluzione delle
trame dell'armatura dell'effetto N.
Con queste armature, per non avere problemi nei punti di
inversione dei due effetti è sufficiente utilizzare sempre un
multiplo di 4 fili di ordito e di 4 trame (in realtà 8 trame
Fig. 06-07 considerando che è un doppia faccia per trama).
Per ottenere l’intreccio in maniera semplice possiamo utilizzare la “messincarta ridotta” ovvero una rappresentazione
sintetica del motivo desiderato. In pratica, su carta a quadretti, riproduciamo il disegno di fig. 06-06.
Ipotizzando che nella messincarta ogni colonna (corda)
rappresenti 16 fili, occorrono 192 / 16 = 12 colonne e che ogni
riga (passo) rappresenti 24 trame (12 trame sul dritto),
occorrono 264 / 24 = 11 righe.
Sulla carta a quadretti della fig. 06-08 possiamo facilmente
disegnare il motivo ed, in questo modo, siamo sicuri che il
tessuto non presenterà problemi nelle inversioni dell’effetto
poiché ogni punto rappresenta un multiplo esatto di rapporti di
intreccio degli effetti sia in ordito che in trama.
Fig. 06-08
Dalla messincarta ridotta possiamo ricavare gli “effetti unici” ovvero le colonne che hanno una evoluzione diversa
(nell’esempio di fig. 06-08 si ottengono cinque effetti unici) ed il corrispondente rimettaggio per gli effetti unici ovvero
le “rimesse dei licci” necessarie per sviluppare l’intreccio.
In questo esempio occorrono cinque rimesse ognuna delle quali utilizzerà 4 licci per un totale di 20 licci.
Dalle rimesse dei licci, sempre tenendo conto dei valori della messincarta (ovvero tenendo presente che una colonna
si riferisce a 16 fili e che dunque contiene 3 rapporti di armatura degli effetti), si può ricavare il seguente rimettaggio:
Rimessa Fili nei licci Ripetizioni Numero di fili
1 1-2-3-4 x 4 16
2 5-6-7-8 x 12 48
3 9-10-11-12 x 4 16
4 13-14-15-16 x 4 16
3 9-10-11-12 x 4 16
2 5-6-7-8 x 12 48
1 1-2-3-4 x 4 16
5 17-18-19-20 x 4 16
Fili totali 192
Fig. 06-13
Si osservi che per la realizzazione di otto effetti sono necessari 32 licci che superano i limiti delle ratiere e che
pertanto, per essere attuabili, necessitano di macchine Jacquard per il sollevamento dei fili.
Fig. 06-14
Per disegnare il rapporto di intreccio si inizia riportando uniformemente l’armatura C su un quadro di 32 fili x 16
trame.
Successivamente si riportano nelle zone corrispondenti
ai due effetti A e B rispettivamente le punteggiature
Ma e Mb.
Fig. 06-15
Il risultato, riportato in fig. 06-15, deve ovviamente
coincidere con l’intreccio di fig. 06-4
Fig. 06-18
Supponiamo di dover realizzare il tessuto di fig. 06-20 con un doppia faccia alternato per trama
La punteggiatura denominata Mb rappresenta, invece, l’insieme di punti che devono essere aggiunti a C per ottenere
l’armatura B.
Per disegnare il rapporto di intreccio si inizia riportando uniformemente l’armatura C su un quadro di 16 fili x 8 trame.
Facendo riferimento alle armature di fig. 06-20, per disegnare il rapporto di intreccio si
inizia riportando uniformemente l’armatura C su un quadro di 4 fili x 32 trame.
Successivamente si riportano, nelle zone corrispondenti ai due effetti A e B,
rispettivamente, le punteggiature Ma e Mb ottenendo l’intreccio della fig. 06-28.
Nella fig. 06-30, vicino all’intreccio, sono anche riportate le note di colore di ordito e
trama. In questo caso il colore dell’ordito deve essere intermedio a quello dei due
colori di trama poiché compare su entrambi gli effetti.
Fig. 06-30
Facendo riferimento alle armature di fig. 06-22, per disegnare il rapporto di intreccio si
inizia riportando uniformemente l’armatura C su un quadro di 16 fili x 32 trame.
Successivamente si delimitano le zone dei due effetti e si riportano, lungo le diagonali
le punteggiature Ma e Mb ottenendo l’intreccio della fig. 06-34.
Nella fig. 06-32, vicino all’intreccio, sono anche riportate le note di colore di ordito e
trama. In questo caso il colore dell’ordito deve essere intermedio a quello dei due
colori di trama poiché compare su entrambi gli effetti.
Fig. 06-34
Fig. 06-35
La fig. 06-36 rappresenta la messincarta del disegno nell’ipotesi di realizzare il doppia faccia per trama impiegando
armature in raso da 5
Nella fig. 06-37, oltre alle armature degli effetti A e B, è
rappresentata anche la punteggiatura C che è costituita dai punti
comuni alle armature A e B (idealmente sovrapposte).
Fig. 06-37
Nella fig. 06-38, vicino all’intreccio, sono anche riportate le note di colore
di ordito e trama. In questo caso il colore dell’ordito deve essere
intermedio a quello dei due colori di trama poiché compare su entrambi
gli effetti.
Fig. 06-38
Perfettamente separabili
Tessuti doppi
Tessuti doppi (francese: Tissus double) — (inglese: Double cloths)
Un tessuto doppio è costituito da 4 elementi: 2 orditi e 2 serie di trame che si intrecciano tra di loro originando due
tessuti sovrapposti.
I due tessuti possono, o meno, avere la stessa riduzione e si possono individuare più categorie.
Si parla di riduzione 1-1 in catena e trama se i fili dei due orditi sono intercalati uno ad uno e le trame inserite una ad
una, alternatamente, nei due orditi.
Con riduzione 2-1 in catena e trama si intende la condizione in cui un tessuto ha riduzioni doppie rispetto all’altro
ovvero i fili e le trame sono intercalati con la sequenza 2–1.
Con riduzione 3-1 in catena e trama si intende la condizione in cui un tessuto ha riduzioni triple rispetto all’altro
ovvero i fili e le trame sono intercalati con la sequenza 3–1.
I due tessuti, comunque possono avere anche la stessa riduzione su un elemento e diversa su un altro. Per esempio, i
due tessuti potrebbero avere uguale riduzione in ordito ma l’uno avere riduzione doppia rispetto all’altro in trama; in
questo caso si deve specificare 1-1 in catena e 2-1 in trama.
In generale, quindi, si devono specificare la riduzione relativa in ordito e quella in trama e le combinazioni che hanno
qualche applicazione pratica possono essere:
E’ evidente che se i titoli sono differenti anche le riduzioni devono essere differenti e se un tessuto ha riduzioni metà
dell’altro la grossezza dei sui filati deve essere inversa alle riduzioni ovvero deve avere filati grossi il doppio.
Si osservi che quando si dice “due orditi” non necessariamente ci si riferisce a “due subbi di ordito”; i tessuti doppi
della classe A, infatti, possono essere realizzati con un solo subbio in quanto i due elementi hanno uguale qualità e
stesso intreccio per cui subiscono lo stesso rientro durante la tessitura e, quindi, possono essere alimentati nella
stessa maniera.
Spesso uno dei due tessuti rappresenta il rovescio ovvero viene usato come fodera; in questi casi esso è formato con
elementi di qualità inferiore e titolo più grosso (per diminuire il costo) con lo scopo di aumentare il peso ed il corpo del
tessuto.
La fig. 07-01 rappresenta la sezione parallela ai fili di ordito dello schema di un telaio che sta producendo un tessuto
doppio. Come si può osservare il telaio sta inserendo una trama del dritto poiché la “bocca d’ordito” è costituita dai
soli fili del dritto mentre i fili del rovescio sono in abbassata.
Fig. 07-01
La fig. 07-02 rappresenta la stessa sezione della fig. 07-01 ma il telaio sta inserendo una trama del rovescio poiché la
“bocca d’ordito” è costituita dai soli fili del rovescio mentre i fili del dritto sono in alzata.
Fig. 07-02
Dal caso di fig. 07-02 discende il concetto di “levata in massa”. I fili del diritto devono tutti “levare” ovvero alzarsi
quando si introduce una trama del rovescio e questa alzata massiva dei fili viene denominata appunto “levata in
massa”. Il concetto di “levata in massa” è impiegato, come vedremo nel prossimo paragrafo, per la costruzione
dell’armatura dei tessuti doppi.
Fig. 07-05
DOPPIO Per completare l’armatura dobbiamo tuttavia tener presente il concetto di “levata in massa”.
Quando si inseriscono le trame 2 e 4 (del rovescio) i fili 1 e 3 (del diritto) devono essere sollevati e
dunque l’armatura deve essere completata aggiungendo punti pieni per ottenere questo risultato.
Fig. 07-06
La fig. 07-06 mostra l’armatura completa nella quale è stato usato il simbolo che deve essere interpretato come un
punto pieno; si preferisce questa forma grafica per chiarire meglio il fatto che si tratta di una “levata in massa”.
In realtà, essendo il simbolo posizionato sui fili rossi del dritto, sarebbe forse stato più corretto rappresentarlo di
colore rosso ma è stato volutamente disegnato nero per evidenziare il fatto che la levata avviene sulle trame del
rovescio.
Utilizzando l’armatura di fig. 07-06 su una macchina per tessere senza navetta otteniamo due tessuti perfettamente
separabili.
Ovviamente quanto descritto è un esercizio teorico perché il processo, industrialmente, sarebbe privo di senso in
quanto non porterebbe nessun vantaggio economico; il tempo di tessitura sarebbe lo stesso (ammesso che il telaio
riuscisse a produrre alla stessa velocità di un tessuto semplice) mentre, a causa della complessità della struttura, si
abbasserebbe sicuramente il rendimento.
Utilizzando invece un telaio a navetta ed impiegando una sola navetta si potrebbe produrre un tessuto “a sacco”
legato in corrispondenza delle due cimose.
Sintetizzando le regole per la costruzione dell’armatura di un tessuto doppio sono:
SUP Scrivere l’armatura del tessuto superiore numerando sia i fili che le trame con i numeri
dispari in sequenza.
a) Nella fig. 07-07 è riportata l’armatura del tessuto superiore in batavia da 4.
Fig. 07-7
INF Scrivere l’armatura del tessuto inferiore numerando sia i fili che le trame con i numeri pari
in sequenza.
b)
Nella fig. 07-08 è riportata l’armatura del tessuto inferiore in batavia da 4.
Fig. 07-8
Nella fig. 07-09 è riportata la combinazione delle due armature SUP ed INF che richiede un
quadro di 8 fili ed 8 trame. Tale combinazione si ottiene riportando i punti delle due
c) armature componenti in base alla numerazione attribuita (i numeri delle armature
componenti rappresentano quindi le coordinate nell'armatura risultante).
Fig. 07-9
DOPPIO Aggiungere le “levate in massa” ovvero sollevare tutti i fili del tessuto superiore quando si
inseriscono le trame del tessuto inferiore.
In pratica, in ciascun filo del superiore, bisogna aggiungere punti pieni in corrispondenza di
d) ogni incrocio con una trama dell'inferiore ed invece di rappresentarlo con un normale
punto pieno, si utilizza il simbolo .
Nella fig. 07-10 è riportata l’armatura del tessuto doppio.
Fig. 07-10
Si osservi che l'armatura dell'inferiore è vista dal rovescio ovvero il tessuto inferiore avrà effetto opposto sia nel senso
di pesante/leggero, sia di eventuale andamento diagonale.
Fig. 07-13
Fig. 07-16
Esempio (classe A) di tessuto doppio con dritto in saia da 4 effetto di ordito e rovescio in saia da 4 ad effetto di
ordito.
INF DOPPIO
SUP
Esempio (classe A) di tessuto doppio con dritto in raso turco effetto di ordito e rovescio in raso turco ad effetto di
ordito.
DOPPIO
SUP INF
Fig. 07-22
Esempio (classe B) di tessuto doppio con dritto in batavia da 4 e rovescio in saia da 4 ad effetto di ordito.
SUP DOPPIO
INF
Esempio (classe B) di tessuto doppio con dritto in rasato da 8 e rovescio in raso da 8 ad effetto di ordito.
DOPPIO
SUP INF
Fig. 07-28
INF
Fig. 07-26
Fig. 07-27
L’armatura è stata raddoppiata per poterla combinare
con il raso da 8
Fig. 07-28
Esempio (classe B) di tessuto doppio con dritto in saia da 3 ad effetto d’ordito e rovescio in saia da 4 ad effetto di
ordito.
DOPPIO
SUP
INF
L’armatura è stata quadruplicata per poterla L’armatura è stata triplicata per poterla
combinare con la saia da 4. Si calcola il minimo combinare con la spina da 3.
comune multiplo tra 3 e 4 = 12
Fig. 07-28
Regole per la costruzione dell’armatura dei tessuti doppi con riduzioni 2-1
In un tessuto doppio con riduzioni 2-1 in catena e trama il dritto ha riduzione doppia rispetto al rovescio e, pertanto,
supponendo di utilizzare lo stesso intreccio a tela sia per il dritto che per il rovescio, le regole della combinazione sono
le seguenti:
SUP Scrivere l’armatura del tessuto superiore numerando sia i fili che le trame i numeri 1, 2, 4,
5, 7, 8, 10, 11, 13, 14 ecc.
Nella fig. 07-29 è riportata l’armatura del tessuto superiore a tela raddoppiata nei due sensi
a) (perché deve avere rapporto doppio rispetto al rovescio).
Fig. 07-29
INF Scrivere l’armatura del tessuto inferiore numerando sia i fili che le trame con i numeri 3, 6,
9, 12, 15, ecc.
b) Nella fig. 07-30 è riportata l’armatura del tessuto inferiore a tela (il suo rapporto deve
Fig. 07-30 essere la metà di quello del dritto).
Fig. 07-31
DOPPIO Aggiungere le “levate in massa” ovvero sollevare tutti i fili del tessuto superiore quando si
inseriscono le trame del tessuto inferiore.
d) Nella fig. 07-32 è riportata l’armatura del tessuto doppio.
Fig. 07-32
INF
Fig. 07-34
Fig. 07-33
Fig. 07-35
Esempio (classe C) di tessuto doppio riduzioni 2-1 con dritto e rovescio in batavia da 4.
DOPPIO
SUP
INF
Fig. 07-37
Fig. 07-36
Fig. 07-38
Esempio (classe D) di tessuto doppio riduzioni 2-1 con dritto in batavia da 4 e rovescio in saia da 4 ad effetto
d’ordito.
DOPPIO
SUP
INF
Fig. 07-40
Fig. 07-39
Fig. 07-41
Esempio (classe D) di tessuto doppio riduzioni 2-1 con dritto in natté da 4 e rovescio in saia da 4 ad effetto
d’ordito.
SUP DOPPIO
INF
Fig. 07-43
Fig. 07-42
Fig. 07-44
Esempio (classe D) di tessuto doppio riduzioni 2-1 con dritto in saia inglese e rovescio in tela.
DOPPIO
SUP
INF
Fig. 07-46
Fig. 07-45
Fig. 07-47
Fig. 07-48
INF Scrivere l’armatura del tessuto inferiore numerando sia i fili che le trame con i numeri
4, 8, 12, 16, 20, ecc.
b) Nella fig. 07-49 è riportata l’armatura del tessuto inferiore a tela raddoppiata nei due
sensi (il suo rapporto deve essere un terzo di quello del dritto).
Fig. 07-49
c)
Fig. 07-50
DOPPIO Aggiungere le “levate in massa” ovvero sollevare tutti i fili del tessuto superiore
quando si inseriscono le trame del tessuto inferiore.
Nella fig. 07-51 è riportata l’armatura del tessuto doppio.
d)
Fig. 07-51
Esempio (classe D) di tessuto doppio riduzioni 3-1 con dritto natté da 6 e rovescio in tela.
SUP DOPPIO
INF
Fig. 07-53
Fig. 07-52
Fig. 07-54
INF Scrivere l’armatura del tessuto inferiore numerando i fili con i numeri pari e le trame con i
numeri 3, 6, 9, 12 ecc.
b) Nella fig. 07-56 è riportata l’armatura del tessuto inferiore a tela (il suo rapporto in ordito
Fig. 07-56
deve essere uguale a quello del dritto ed, in trama, deve essere la metà).
Combinare le due armature SUP ed INF in base alla numerazione attribuita.
Nella fig. 07-57 è riportata la combinazione delle due armature SUP ed INF che richiede un
c) quadro di 4 fili e 6 trame.
Fig. 07-57
DOPPIO Aggiungere le “levate in massa” ovvero sollevare tutti i fili del tessuto superiore quando si
inseriscono le trame del tessuto inferiore.
d) Nella fig. 07-58 è riportata l’armatura del tessuto doppio.
Fig. 07-58
Esempio (classe D) di tessuto doppio riduzioni 1-1 in catena e 2-1 in trama con dritto batavia da 4 e rovescio in
épingline 4 fili x 8 trame.
DOPPIO
SUP
INF
Fig. 07-60
Fig. 07-59
Fig. 07-61
Esempio (classe D) di tessuto doppio riduzioni 1-1 in catena e 2-1 in trama con dritto diagonale 4 fili x 8 trame e
rovescio in saia da 4.
DOPPIO
SUP
INF
Fig. 07-63
Fig. 07-62
Fig. 07-64
INF
Fig. 07-66
Fig. 07-65
Fig. 07-67
Dalla numerazione delle armature si intuiscono le regole per la costruzione dell’armatura di fig. 07-67.
Costruzione dell’armatura dei tessuti doppi con riduzioni 1-1 in catena e 3-1 in trama
Anche per questi tipi che hanno modesta utilizzazione pratica, riportiamo solo l’esempio di un tessuto con intreccio
del dritto diagonale da 4 fili x 12 trame e rovescio saia da 4.
DOPPIO
SUP
INF
Fig. 07-69
Fig. 07-68
Fig. 07-70
Dalla numerazione delle armature si intuiscono le regole per la costruzione dell’armatura di fig. 07-70.
Fig. 08-03
Fig. 08-05
Le moderne macchine per tessere non utilizzano le navette; l’inserzione delle trame
è generalmente monolaterale e non consente di legare in cimosa i due tessuti.
E’ comunque possibile alternare zone costituite da due tessuti completamente
separati con zone longitudinali e trasversali costituite da un tessuto semplice a tela.
Con i telai a licci sono possibili semplici geometrie rettangolari ma, con macchine
Jacquard e tessuti doppi alternati è possibile realizzare forme molto complesse come
quella mostrata nella fig. 08-06 che si riferisce ad una airbag automobilistico.
Fig. 08-05
Fig. 08- 06
II° Legature mediante fili del tessuto superiore con le trame del tessuto inferiore ( “in abbassata” )
Si osservi che le legature possono essere fatte solo dai fili perché solo questi elementi, nel corso della tessitura,
possono essere spostati, alzandoli o abbassandoli, per effettuare appunto le legature delle trame che vengono
inserite, dritte, nella bocca d’ordito.
Non ci sono motivi teorici che precludano l’uso di un tipo o dell’altro ed in questo capitolo esamineremo i due sistemi
di legatura per individuare quello più idoneo tenendo presente che l’obiettivo da raggiungere è quello di far rimanere
le legature all’interno del tessuto in modo che esse siano invisibili dall’esterno e che la superficie del tessuto non
risulti alterata.
I° tipo - Legature mediante fili del tessuto inferiore con le trame del tessuto superiore (legatura “in alzata”)
Fig. 09-02
Per collegare tra di loro i due tessuti inseriamo delle “legature” ovvero facciamo sì che un filo
del tessuto inferiore passi sopra una trama del tessuto superiore.
Affinché il passaggio non sia visibile dall’esterno, occorre che i fili che legano si trovino
all’interno tra le due falde di tessuto.
Nella fig. 09-03 è stato impiegato il filo 2 del rovescio (che si trovava appunto tra le due falde
di tessuto) facendolo passare sopra una trama del diritto e, precisamente, sopra la trama 3.
La fig. 09-03 mostra inoltre come sia opportuno che la legatura avvenga su una trama che, in
quel punto, si trova nella faccia interna e la trama 3 garantisce questa condizione.
Fig. 09-03
Questo tipo di legatura, nell’armatura, si concretizza con l’aggiunta di un punto pieno perché il filo del rovescio si deve
sollevare. Il punto aggiunto deve essere contiguo, a destra ed a sinistra, con i fili del dritto adiacenti (per assicurare la
perfetta copertura ovvero l’invisibilità guardando dal lato del dritto).
Nella fig.09-04 è ancora rappresentata l’armatura di
un tessuto doppio in riduzioni 1-1 con dritto e rovescio
in batavia da 4 ma, in corrispondenza dei fili del
rovescio 2, 4, 6 ed 8 sono stati riportati, negli incroci
con la trama 3 (del dritto), i simboli che
rappresentano un punto pieno e stanno ad indicare
che si tratta di una legatura in alzata.
Fig. 09-04 Sono stati riportati 4 simboli di legatura per far capire
che, in teoria, la legatura potrebbe avvenire in uno di
questi 4 punti.
Fig. 09-05
Nella fig.09-6 è rappresentata l’armatura completa di tutti i punti di legatura che risultano
perfetti e tutti nelle medesime condizioni.
Si osservi che, per collegare i due tessuti, non è detto che ciascun filo del rovescio leghi una
trama del dritto e potrebbe bastare anche un solo punto di legatura per ogni rapporto di
armatura.
Fig. 09-06
II° tipo - Legature mediante fili del tessuto superiore con le trame del tessuto inferiore (legatura “in abbassata”)
Queste legature si ottengono facendo passare un filo del tessuto superiore sotto una trama
del tessuto inferiore.
Affinché il passaggio non sia visibile dall’esterno, occorre che i fili che legano si trovino
all’interno tra le due falde di tessuto.
Nella fig. 09-07 è stato impiegato il filo 3 del diritto (che si trovava appunto tra le due falde di
tessuto) facendolo passare sotto una trama del rovescio e, precisamente, sotto la trama 8.
La fig. 09-07 mostra inoltre come sia opportuno che la legatura avvenga su una trama che , in
quel punto, si trova nella faccia interna e la trama 8 garantisce appunto questa condizione.
Fig. 09-07
Questo tipo di legatura, nell’armatura, si traduce con la soppressione di un punto pieno (il filo del dritto si deve
abbassare) che deve essere contigua, sopra e sotto, con le trame del dritto adiacenti (per assicurare la perfetta
copertura ovvero l’invisibilità guardando dal lato del dritto).
La forma del simbolo (legatura in abbassata) assomiglia a quello della levata in massa, che si sopprime, per
consentire al filo del dritto di passare sotto la trama.
La fig. 09-09 rappresenta, in altro modo, lo stesso concetto. Le trame del rovescio 2, 4, 6, 8 sono state schematizzate
sottili per farle “intravedere” tra le trame del dritto (nella realtà le trame del rovescio avrebbero lo stesso titolo di
quelle del dritto e non sarebbero visibili). Inoltre il filo 3 (del dritto) è rappresentato in abbassata rispetto a tutte le
trame del rovescio ovvero in modo tale che esso possa effettuare la legatura di tutte le trame del rovescio.
Come si può chiaramente vedere dalla fig. 09-09, la trama 4 è completamente scoperta ed è chiaramente visibile sul
dritto; di conseguenza essa non è idonea per la legatura.
La trama 2 è solamente parzialmente coperta dalla trama 1 in basso e quindi anch’essa non è idonea per la legatura.
Nella stessa situazione si trova la trama 6 che è solo parzialmente coperta dalla trama 7 in alto e, pertanto, anch’essa
non è idonea.
Non rimane quindi che la trama 8 che è perfettamente coperta, sopra, dalla trama 1 e, sotto, dalla trama 7; essa è
quindi idonea per effettuare la legatura con il filo 3 del dritto.
Alla stessa conclusione si sarebbe arrivati esaminando la fig. 09-08 ed osservando che solo il punto di legatura della
trama 8 rispetta la regola di contiguità ovvero ha la perfetta copertura, sopra e sotto, del simbolo di soppressione
Tessuto doppio con legature in alzata – riduzioni 1-1 tela sul dritto e sul rovescio (tela doppia)
Utilizzando l’armatura a tela non è possibile avere la perfetta contiguità ed i punti di legatura potranno avere solo due
Fig. 09-11
Fig. 09-12
Fig. 09-13
Il tessuto è legato con 2 punti Il tessuto è legato con 8 punti
Il tessuto è legato con 2 punti su 16 (disposti a tela) su 64 punti del (disposti in raso ) su 256 punti del
punti del rapporto (12,5%) e questo rapporto (3,1%). La disposizione a rapporto (3,1%). I fili che legano,
può causare problemi sia in
tela asseconda il ritmo tuttavia, “lavorano” meno di quelli
tessitura che in finissaggio
Sono necessari 4 licci. dell’armatura. in fig. 09-12.
Sono necessari 5 licci. Sono necessari 10 licci.
Fig. 09-14
Fig. 09-15
Il tessuto è legato con 4 punti su 64 punti del rapporto Il tessuto è legato con 8 punti su 256 punti del rapporto
(6,25%). (3,1%).
La disposizione è saia da 4. La disposizione è raso da 8.
Sono necessari 8 licci. Sono necessari 12 licci.
Fig. 09-16
Fig. 09-18
Fig. 09-17
Tessuto doppio 1-1, dritto batavia Tessuto doppio 1-1, dritto batavia da 4; Tessuto doppio 2-1, dritto e
da 4; rovescio saia da 4. rovescio raso da 8. rovescio in saia da 3.
l tessuto è legato con 4 punti su 64 Il tessuto è legato con 8 punti su 256 Il tessuto è legato con 3 punti su
punti del rapporto (6,25%). punti del rapporto (3,1%). 81 punti del rapporto (3,7%).
La disposizione è saia da 4. La disposizione è raso da 8. La disposizione è saia da 3.
Sono necessari 8 licci. Sono necessari 12 licci. Sono necessari 6 licci.
Tessuto doppio 2-1, dritto Natté da 4; rovescio tela. Tessuto doppio 2-1, dritto batavia da 4; rovescio saia da
l tessuto è legato con 4 punti su 144 punti del rapporto 4.
(2,8%). Il tessuto è legato con 4 punti su 144 punti del rapporto
La disposizione in saia da 4 ha obbligato a raddoppiare (2,8%).
l’intreccio. La disposizione è saia da 4.
Sono necessari 6 licci. Sono necessari 8 licci.
INF
Fig. 09-22
Fig. 09-21
Fig. 09-23
Tessuto doppio con legature in abbassata – riduzioni 1-1 tela sul dritto e sul rovescio (tela doppia)
Utilizzando l’armatura a tela non è possibile avere la perfetta contiguità ed i punti di legatura potranno avere solo due
Fig. 09-24
Fig. 09-25
Fig. 09-26
Il tessuto è legato con 2 punti Il tessuto è legato con 8 punti
Il tessuto è legato con 2 punti su 16 (disposti a tela) su 64 punti del (disposti in raso) su 256 punti del
punti del rapporto (12,5%) e questo rapporto (3,1%). La disposizione a rapporto (3,1%). I fili che legano,
può causare problemi sia in
tela asseconda il ritmo tuttavia, “lavorano” meno di quelli
tessitura che in finissaggio
Sono necessari 4 licci. dell’armatura. in fig. 09-25.
Sono necessari 5 licci. Sono necessari 10 licci.
Fig. 09-27
Fig. 09-28
Il tessuto è legato con 4 punti su 64 punti del rapporto Il tessuto è legato con 8 punti su 256 punti del rapporto
(6,25%). (3,1%).
La disposizione è saia da 4. La disposizione è raso da 8.
Sono necessari 8 licci. Sono necessari 12 licci.
Fig. 09-29
Fig. 09-30
Fig. 09-31
DOPPIO
SUP
INF
Fig. 09-33
Fig. 09-32
Fig. 09-34
In alternativa all’intreccio di fig. 09-34 viene impiegato un doppio in raso da 5 con riduzione 2-1 in catena ed in trama.
Il dritto è ad effetto d’ordito mentre il rovescio è ad effetto di trama.
DOPPIO
SUP
INF
Fig. 09-36
Fig. 09-35
Fig. 09-37
Un altro tessuto dello stesso genere può essere realizzato con un doppio in raso da 4 sul dritto e saia da 4 sul rovescio
in riduzione 2-1 in catena ed in trama. Il dritto è ad effetto d’ordito mentre il rovescio è ad effetto di trama.
DOPPIO
SUP
INF
Fig. 09-39
Fig. 09-38
Fig. 09-40
a) Determinare le riduzioni in catena ed in trama. Dalla riduzione dei due tessuti si può dedurre il rapporto di
combinazione delle due armature.
b) Armatura del tessuto superiore. Per ricavarla si estraggono dal campione mediante un ago, e con cura, tutti i
fili e le trame del tessuto inferiore. Ciò che rimane, dopo questa operazione, non è altro che il tessuto
superiore, ossia un tessuto semplice, che si può facilmente analizzare per ricavarne l’intreccio e, nel
contempo, verificare la correttezza delle riduzioni.
c) Armatura del tessuto inferiore. Da un’altra porzione del tessuto si asportano i fili e le trame del tessuto
superiore facendo rimanere solo il tessuto inferiore per il quale si possono leggere le riduzione e l’intreccio
NB. Se nell’asportare i fili del tessuto inferiore si isola subito il tessuto superiore, si tratta allora di un tessuto a doppia
faccia per ordito. Se invece il tessuto superiore si isola asportando le sole trame del tessuto inferiore, il tessuto sotto
esame è a doppia faccia per trama. In entrambi i casi si tratta di tessuti a 3 elementi invece di 4.
Fig. 09-41
Fig. 09-46
Fig. 09-49
Fig. 09-51
Fig. 09-52
Fig. 09-53
Fig. 09-54
Fig. 09-57
Utilizzando sempre l’armatura di fig. DL8-55 si coprono con linee nere tutti
gli elementi del dritto allo scopo di far “sparire” tutto quanto non
appartenente al rovescio.
Fig. 09-62
Orditura
Se il tessuto doppio è costituito da due tessuti di uguale qualità e intreccio, si allestisce tutto l’ordito su un solo subbio.
In questo caso, infatti, i due orditi hanno lo stesso imborso e sarebbe inutilmente costoso ricorrere ad un’orditura
separata e ad una tessitura con doppio subbio.
In generale si può ancora ordire su di un solo subbio, quando gli imborsi delle due catene risultino ancora pressoché
uguali tuttavia sarebbe sempre preferibile un’orditura su due subbi con la quale si ottengono risultati migliori.
Fig. 10-03
Nelle normali condizioni il dritto si trova al disopra del rovescio e, siccome gli
elementi del dritto sono quelli dispari, si dovranno sollevare i fili dispari
quando si inseriscono le trame del rovescio (levata in massa). La fig. 10-04
mostra l’armatura del tessuto doppio con il dritto al disopra del rovescio.
Fig. 10-04
Se, invece, vogliamo che il rovescio passi al disopra e il dritto al disotto, è evidente che occorre sollevare i fili del
rovescio quando si inseriscono le trame nel dritto.
Questo cambiamento di posizione dei due tessuti è indicato nella fig. 10-05.
Fig. 10-5
Le due armature delle fig. 10-4 e 10-5 rappresentano le posizioni che possono assumere, l’uno rispetto all’altro, il
dritto ed il rovescio in un tessuto doppio 1-1.
Le due armature delle fig. 10-04 e 10-05 hanno in comune la
punteggiatura di fig. 10-03 e, se ad esse togliamo la punteggiatura
comune, non rimangono che, rispettivamente, le punteggiature delle fig.
10-06 e 10-07 che sono costituite dalle sole levate in massa.
Fig. 10-6 Fig. 10-7
Paragonando le punteggiature delle fig. 10-06 e 10-07 vediamo che le levate occupano due posizioni totalmente
differenti ma che queste posizioni sono caratteristiche e costanti qualunque siano le armature dei dritto e del rovescio
dei tessuto doppio 1-1.
Infatti, possiamo immaginare la fig. 10-06 come costituita da tanti gruppi di 4 caselle, in cui il sollevamento occupa la
Per rendere evidenti gli effetti dovuti al cambiamento di posizione dei due tessuti componenti la stoffa doppia è
necessario che questi siano di colore diverso. In questa logica sono stati sviluppati tutti gli esempi seguenti.
Esempio di tessuto a doppia tela 1-1 con effetto rigato ed alternato in direzione verticale.
Supponiamo di dover realizzare il tessuto di fig. 10-08 con un doppio alternato in riduzioni 1-1 utilizzando la tela sia
per il dritto che per il rovescio.
La fig. 10-08 mostra l’effetto sulla
stoffa: un rigato in ordito con rigature
di colore alternato ognuna costituita da
6 fili sul dritto. Fig. 10-09
Il rovescio presenta l’effetto opposto. La fig. 10-09 rappresenta l’effetto sul tessuto
“a tinte piatte” ovvero la messincarta. Ogni
Fig. 10-08
colonna (corda) rappresenta 2 fili ed ogni riga
(passo) rappresenta due trame.
Nella striscia D i due tessuti componenti sono nella loro posizione normale mentre, nella striscia seguente R, il dritto
passa nella parte sottostante, ed il rovescio passa superiormente.
Esempio di tessuto a doppia tela 1-1 con effetto rigato ed alternato in direzione orizzontale.
Supponiamo di dover realizzare il tessuto di fig. 10-13 con un doppio alternato in riduzioni 1-1 utilizzando la tela sia
per il dritto che per il rovescio.
Nella striscia D i due tessuti componenti sono nella loro posizione normale mentre, nella
striscia seguente R, il dritto passa nella parte sottostante ed il rovescio passa superiormente.
La figura 10-15 rappresenta il profilo di ordito (relativo ai primi 4 fili) dal quale si vede come
le posizioni dei due tessuti si invertano.
Fig. 10-15
In base alla messincarta di fig. 10-14 possiamo rappresentare l’armatura, su una griglia
quadrettata di 8 fili e 16 trame, combinando le tele del dritto e del rovescio come già visto in
fig. 10-3.
Inoltre possiamo idealmente pensare la griglia suddivisa in gruppi di quattro caselle come in
fig 10.16.
Fig. 10-16
Per completare l’armatura dobbiamo quindi solo aggiungere un punto di levata ogni 4
caselle.
Nella metà in basso usiamo lo schema; mentre, nella metà in alto, usiamo lo schema
.
La fig. 10-17 rappresenta l’armatura completa nella quale sono anche indicate le note di
colore di ordito e trama.
Fig. 10-17
Si osservi che anche questo tessuto non necessita di ulteriori legature in base alle considerazioni fatte nell’esempio
precedente.
Fig. 10-20
Infine si dispongono le levate come mostrato negli esempi precedenti facendo attenzione ai
contorni tracciati in precedenza.
La fig. 10-24 rappresenta l’armatura completa nella quale sono anche indicate le note di
colore di ordito e trama.
Fig. 10-24
Se invece i valori della messincarta sono diversi, per esempio:
• ogni corda vale 24 fili;
• ogni passo vale 24 trame,
possiamo sviluppare l’armatura dei licci ed il rimettaggio mediante gli effetti unici e le rimesse dei licci come mostrato
in fig. 10-25 e 10-26.
Fig. 10-27
Fig. 10-28
Esempio di tessuto a doppia tela 1-1 alternato con motivi con contorno curvilineo.
Il metodo esaminato ha valenza generale e si applica anche a motivi con contorno curvilineo.
Supponiamo di dover realizzare il tessuto di fig. 10-30 con un doppio alternato in riduzioni 1-1 utilizzando la tela sia
per il dritto che per il rovescio.
La fig. 10-30 mostra La fig. 10-31 rappresenta la
l’effetto sulla stoffa di messincarta dove:
colore alternato. • ogni corda vale 4 fili;
Il rovescio presenta • ogni passo vale 4 trame.
l’effetto opposto. L’armatura risulta quindi di 96 fili
x 120 passi.
Fig. 10-30
Fig. 10-31
Fig. 10-35
schema .
A fianco dell’armatura sono anche indicate le note di colore di ordito e trama
Fig. 10-36
Esempio di tessuto doppio 1-1 con effetto alternato a quadri di intrecci diversi sul dritto.
Supponiamo di dover realizzare il tessuto di fig. 10-41 con un doppio alternato in riduzioni 1-1 utilizzando la batavia da
4 sia per il dritto che per il rovescio (effetto rosso) ed il natté da 4 per il rovescio quando esso è visibile sul dritto
(effetto nero).
La fig. 10-41 mostra l’effetto sulla La fig. 10-42 rappresenta la
stoffa: quadri di colore nero messincarta dove:
ognuno costituito da 8 fili e 8 • ogni corda vale 2 fili;
trame su fondo di colore rosso. • ogni passo vale 2 trame.
In base alle regole di costruzione dei tessuti doppi 1-1 possiamo realizzare l’armatura combinata da utilizzare per
punteggiare una griglia quadrettata di 32 fili e 32 trame sulla quale possiamo evidenziare anche i contorni dei due
effetti come in fig. 10-43.
DRITTO ROVESCIO ROVESCIO sul DRITTO Combinata Combinata
effetto rosso effetto nero
Fig. 10-43
schema .
A fianco dell’armatura sono anche indicate le note di colore di ordito e trama
Nel tessuto si vedrà, sul dritto, l’effetto nero in natté su un fondo batavia da 4
mentre il rovescio l’armatura sarà sempre batavia da 4.
Fig. 10-44
Esempio di tessuto doppio 2-1 con effetto alternato a quadri di intrecci diversi sul dritto.
Supponiamo di dover realizzare il tessuto di fig. 10-51 con un doppio alternato in riduzioni 2-1 utilizzando il natté da 4
per il dritto e la tela per il rovescio.
La fig. 10-51 mostra l’effetto sulla
stoffa: quadri di colore nero ognuno La fig. 10-52 rappresenta la
costituito da 4 fili e 4 trame sul dritto messincarta dove:
su un fondo di colore rosso. • ogni corda vale 3 fili;
Il rovescio presenta l’effetto Fig. 10-52 • ogni passo vale 3 trame.
Fig. 10-51 opposto.
In base alle regole di costruzione dei tessuti doppi 2-1 possiamo realizzare l’armatura combinata da utilizzare per
punteggiare una griglia quadrettata di 24 fili e 24 trame sulla quale possiamo evidenziare anche i contorni dei due
effetti come in fig. 10-53.
DRITTO ROVESCIO Combinata
Fig. 10-53
schema .
A fianco dell’armatura sono anche indicate le note di colore di ordito e trama
Fig. 10-54
In base alle regole di costruzione dei tessuti doppi 2-1 possiamo realizzare l’armatura combinata da utilizzare per
punteggiare una griglia quadrettata di 42 fili e 42 trame sulla quale possiamo evidenziare anche i contorni dei due
effetti come in fig. 10-57.
Armatura combinata
.
A fianco dell’armatura sono anche indicate
le note di colore di ordito e trama
Fig. 10-57
Fig. 10-60
Fig. 10-61
Fig. 10-62
Fig. 10-63
Fig. 11-05
Per completare l’armatura occorre ricordare quanto detto a proposito dei tessuti doppi e cioè : “sollevare i fili del
tessuto superiore quando si inserisce una trama nel tessuto inferiore”.
Nel caso del tessuto triplo solleveremo i fili del tessuto superiore nel momento di inserire trama nel tessuto medio ed
inoltre si solleveranno i fili dei tessuti superiore e medio sulle trame del tessuto inferiore.
In altre parole, si dovranno sollevare i fili 1, 4 , 7, 10 sulle trame 2,5, 8, 11; e quindi i fili 1, 2, 4, 5, 7, 8, 10, 11 sulle
trame 3, 6, 9, 12.
Affinché i 3 tessuti semplici componenti siano poi separabili, occorre tessere con
3 navette distinte, ognuna delle quali intrecci continuamente e separatamente
con un solo dei 3 orditi.
Fig. 11-06
Impiegando telai a navetta ed in particolare, utilizzando un’unica navetta, è anche possibile realizzare, nel corso della
tessitura, un tessuto triplo che, una volta uscito dal telaio e disteso, abbia un’altezza tripla rispetto all’altezza a telaio.
Fig. 11-08
Fig. 11-12
Per completare l’armatura non resta che inserire i sollevamenti.
Fig. 11-13
Fig. 11-18
Fig. 11-19
Fig. 11-20
Nell’effetto II° la tela superiore passa al disotto delle altre due, e la tela intermedia diventa superiore e la inferiore
diventa intermedia mentre, nell’effetto III° la tela che era al disopra nell’effetto II° passa ora al disotto delle altre due e
la tela intermedia (dell’effetto II°) passa superiormente.
In base a queste informazioni non resta che introdurre i sollevamenti con lo stesso criterio seguito per l’effetto I°.
Fig. 11-21
Fig. 11-22
Fig. 11-24
Fig. 11-26
Fig. 11-27
Si osservi che questi tessuti, detti anche “tubici a tre corpi” non necessitano di ulteriori legature poiché i tre tessuti si
legano tra di loro nel punto di inversione dell’effetto. Se, come nei casi esaminati, l’estensione delle zone in cui i due
tessuti rimangono separati è modesta, possono essere evitate ulteriori legature.
Se invece le zone in cui i tessuti sono separati fossero molto estese, sarebbe necessario inserire legature seguendo le
regole esaminate nel relativo capitolo.
Tessuti quadruplo
Fig. 11-28
Queste, a loro volta, possono essere suddivise in base al tipo di tessuto che deve essere imbottito e la classificazione è
la seguente:
Talvolta si può, in un tessuto doppio, legare i due componenti mediante l’elemento stesso di imbottitura; possiamo
quindi aggiungere altre due categorie di tessuti imbottiti, e cioè:
In generale le imbottiture con fili di ordito necessitano di essere effettuate con filati di buona qualità poiché anch’essi
sono soggetti alle tensioni di tessitura e la loro rottura causerebbe un abbassamento del rendimento. Le imbottiture
con trame supplementari, invece, possono essere effettuate anche con filati scadenti ma il costo della tessitura
aumenta.
Premessa questa suddivisione, esamineremo, singolarmente, i vari casi per dedurre le norme necessarie per tutte le
categorie.
Tessuti con imbottitura interna – Tessuti a doppia faccia per ordito, con ordito di imbottitura
L’elemento supplementare giace nell’interno dei tessuto e deve trovarsi fra l’ordito dei dritto e quello dei rovescio.
L’ordine secondo il quale i fili di ordito si succedono è il seguente:
• ordito del dritto;
• ordito di imbottitura;
• ordito del rovescio.
Per ottenere una combinazione che sia nelle migliori condizioni è necessario che il filo di imbottitura sollevi sulle
medesime trame sulle quali si sollevano i fili del dritto vicini e il filo del rovescio adiacente.
Ossia, nel solito linguaggio: i quadretti pieni dei fili di imbottitura devono essere a contatto, a destra ed a sinistra, con
quadretti pieni situati sui fili del dritto adiacenti. Ed i quadretti vuoti degli stessi fili di imbottitura devono essere a
contatto a destra ed a sinistra, con altri quadretti vuoti situati sui fili del rovescio adiacenti.
La combinazione sarà migliore quanto più il numero dei quadretti pieni situati sui fili di imbottitura sarà minore
rispetto a quello dei quadretti pieni situati sui fili del dritto.
Se questa condizione viene soddisfatta, il dritto dei tessuto risulterà alterato il meno possibile dall’introduzione
dell’elemento di riempimento.
Per il rovescio, al contrario, si deve verificare un numero di caselle vuote, situate sui fili di imbottitura, minore di
quello dei fili di rovescio; in pratica, per una buona combinazione, si terranno le briglie di catena dei fili di imbottitura
Fig. 12-04
I fili del rovescio poi hanno le briglie di catena minori di quelli di imbottitura e, per questi motivi, la combinazione
finale risulta nelle migliori condizioni possibili
Fig. 12-05
Fig. 12-09
I fili del rovescio poi hanno le briglie di catena minori di quelli di imbottitura e, per questi motivi, la combinazione
finale risulta nelle migliori condizioni possibili
Fig. 12-10
Fig. 12-15
Fig. 12-16
Tessuti con imbottitura interna - Tessuti a doppia faccia per trama, con trama di imbottitura
L’elemento di riempimento si deve trovare compreso fra le trame dei dritto e le trame del rovescio e deve risultare
invisibile all’esterno.
la sua evoluzione può quindi variare a seconda dei casi, purché soddisfi alla seguente condizione: i fili che sollevano
sulla trama del dritto devono anche sollevare sulla trama di imbottitura; ed i fili che passano sotto le trame di rovescio
devono anche passare sotto le trame di imbottitura (vedi profilo fig. 12-21).
Nel linguaggio solito delle contiguità, si potrà dire che i quadretti pieni delle trame di imbottitura devono essere
contigui sulle trame dei dritto adiacenti ; ed i quadretti vuoti devono essere contigui sulle trame dei rovescio.
L’ordine di inserzione delle trame è il seguente:
• trama del dritto;
• trama di imbottitura;
• trama di rovescio.
Supponiamo di imbottire, con trame, il tessuto a doppia faccia per trama il cui rapporto di combinazione è 1-1 e le cui
armature dei dritto e del rovescio sono in saia da 4 ad effetto di trama (rappresentate in fig.12-17 e12-18). La fig. 12-
19 rappresenta l’armatura dell’imbottitura (batavia da 4).
Fig. 12-20
L’armatura combinata è riportata in fig.12-20 e, come si può osservare dal profilo di trama di fig. 12-21, che riproduce
l’evoluzione delle prime tre trame, la trama 2 si inserisce tra le trame 1 e 3 e si nasconde completamente.
Fig. 12-25
L’armatura combinata è riportata in fig.12-25; anche in questo caso, come si può osservare dal profilo di trama della
fig. 12-26 che rappresenta l’evoluzione delle trame 2, 3 e 4, la trama di imbottitura 3 si insinua tra la trama del dritto 2
e quella del rovescio 4 e si nasconde completamente.
Fig. 12-26
Fig. 12-30
Fig. 12-33
Fig. 12-32 Fig. 12-35
Anche in questo caso i fili di imbottitura si sollevano sulle trame del rovescio e restano in abbassata su quelle del
dritto.
Fig. 12-37
Fig. 12-36
La guida a fianco dell’armatura (di colore verde) indica la posizione delle trame di imbottitura sulle quali sollevano i fili
dispari del dritto. Esse, infatti, devono trovarsi all’interno dei due tessuti come evidenziato dal profilo di trama di fig.
12-37.
Esempio di doppio 1-1 con trama supplementare di imbottitura
Supponiamo di imbottire, con trama supplementare un tessuto doppio 1-1 con dritto e rovescio in batavia da 4 (fig.
12-38 e 12-39).
SUP INF
Fig. 12-38
Fig. 12-39
Fig. 12-41
Fig. 12-40
I due tessuti sono tra loro legati con legature in alzata (il tessuto inferiore lega quello superiore) disposte a tela e
rappresentate dal simbolo .
La guida a fianco dell’armatura (di colore verde) indica la posizione delle trame di imbottitura sulle quali sollevano i fili
dispari del dritto. Esse, infatti, devono trovarsi all’interno dei due tessuti come evidenziato dal profilo di trama di fig.
12-41.
Esempio di doppio 2-1 con trama supplementare di imbottitura
Supponiamo di imbottire, con trama supplementare un tessuto doppio 2-1 con dritto in saia inglese e rovescio in tela
(fig. 12-42 e 12-43).
L’ordine di inserzione delle trame è il seguente:
• 2 trame del dritto;
• trama di imbottitura;
• trama del rovescio.
SUP INF
Fig. 12-43
Fig. 12-42
Fig. 12-45
Fig. 12-44
Fig. 12-49
Fig. 12-48
La guida a fianco dell’armatura (di colore verde) indica la posizione delle trame di imbottitura sulle quali sollevano i fili
dispari del dritto. Esse, infatti, devono trovarsi all’interno dei due tessuti come evidenziato dal profilo di trama di fig.
12-49.
Fig. 12-53
Fig. 12-52
La guida a fianco dell’armatura (di colore verde) indica la posizione delle trame di imbottitura sulle quali sollevano
tutti fili di ordito tranne quelli che effettuano la legatura della trama (in ogni trama di imbottitura è presente un punto
Fig. 12-57
Fig. 12-56
La guida a fianco dell’armatura (di colore verde) indica la posizione delle trame di imbottitura sulle quali sollevano
tutti fili di ordito tranne quelli, del rovescio, che effettuano la legatura della trama. Esse, infatti, devono trovarsi al
disotto del tessuto inferiore come evidenziato dal profilo di trama di fig. 12-57.
Fig. 12-58
Fig. 12-57
Fig. 12-60
Fig. 12-59
La guida a fianco dell’armatura (di colore verde) indica la posizione delle trame di imbottitura sulle quali sollevano
tutti fili di ordito tranne quelli (del rovescio) che effettuano la legatura della trama (in questo caso disposta in saia da
4). Esse, infatti, devono trovarsi al disotto del tessuto inferiore come evidenziato dal profilo di trama di fig. 12-60.
Tessuti con imbottitura interna - Tessuti doppi con catena o trama di imbottitura e legatura
SUP
INF
Fig. 12-61
Fig. 12-62
Fig. 12-63
Fig. 12-64
La guida al piede dell’armatura (di colore verde) indica la posizione dei fili di imbottitura che effettuano la legatura dei
tessuti superiore ed inferiore (in questo caso disposta in raso da 8) come evidenziato dal profilo di ordito di fig. 12-64.
Spesso si utilizza un ordito supplementare che ha il solo scopo di effettuare la legatura; in tal caso il filato utilizzato è
molto fine e la sua composizione può anche essere diversa da quella dei due tessuti (es. la legatura può essere in
cotone ed i tessuti in lana oppure in lana ed i due tessuti in cashmere). L’utilizzazione di una diversa composizione del
filo di legatura è generalmente legata ad aspetti economici in quanto si cerca di diminuire il costo del prodotto finale.
In questa ottica si cerca anche di utilizzare un minor numero di fili di ordito supplementare.
Nell’esempio seguente di fig. 12-65 è stato realizzato lo stesso tessuto in doppia batavia in base a questi criteri:
Fig. 12-65
Fig. 12-68
Fig. 12-69
La guida al piede dell’armatura rappresentata in fig. 12-68 indica la posizione dei fili di imbottitura (di colore verde). La
legatura della trama del tessuto inferiore ha la contiguità solo dal lato destro. Dal profilo di ordito di fig. 12-69 si vede
l’evoluzione dei primi tre fili dell’armatura.
SUP INF
Fig. 12-73
Fig. 12-70 Fig. 12-71
Fig. 12-72
Fig. 12-77
Fig. 12-76
La guida a fianco dell’armatura rappresentata in fig 12-76 indica la posizione delle trame di imbottitura (di colore
verde). Le legature sono perfettamente invisibili e la loro disposizione è in raso da 8. Dal profilo di trama di fig. 12-77 si
vede l’evoluzione delle prime tre trame dell’armatura.
Fig. 13-01
Nella parte di sinistra, sul dritto, comparirebbero le trame pari, mentre, nella
parte di destra, si vedrebbero le trame dispari.
Tessendo con una nota di colore come quella a fianco dell’armatura n fig. 13-
01, si ottiene un effetto simile a quello rappresentato in fig. 13-02.
Fig. 13-02
Se sulle trame libere dell’armatura di fig. 13-01 si segna l’armatura tela come è
indicata nella fig. 13-03; questa tela, evidentemente, sarà l’intreccio che si
vedrà sul dritto mentre, sul rovescio, si vedrà il reps da 8.
La costa in rilievo non è dunque formata da briglie bensì da una striscia di
tessuto fortemente intrecciato.
Fig. 13-03
Ogni trama, dunque, lavora alternativamente in tela in una delle coste e in reps
nel rovescio della costa successiva come evidenziato dal profilo di trama di fig.
13-04.
Fig. 13-04
La separazione fra una costa e la seguente non è che una scanalatura dovuta al passaggio delle trame dal dritto al
rovescio; questa scanalatura si troverà situata sulle linee riportate nella fig.13-03.
Se il tessuto è fabbricato con filati di lana ed è possibile sottoporlo, in finissaggio, all’operazione di follatura, allora si
otterrà sulla costa il maggior rilievo possibile, poiché l’azione della follatura sarà più accentuata sulle trame libere dei
rovescio, le quali, non avendo per un buon tratto alcuna legatura con la catena, follano più rapidamente del rimanente
tessuto e si accorciano obbligando la struttura ad incurvarsi e ad aumentare la bombatura (bombé) della costa.
L’armatura della fig. 13-03 rappresenta il dritto al disopra ed il rovescio sotto.
Nella lavorazione è conveniente tessere col rovescio sopra; ed allora
l’armatura diventa quella rappresentata nella fig. 13-05.
Fig. 13-05
L’ampiezza della costa può essere maggiore di 4 fili, ed in tal
caso, si possono usare le armature delle fig. 13-06 e 13-07;
in ambedue, le coste sono in tela e la base è un reps da 6 e
da 8 rispettivamente.
Fig. 13-06 Fig. 13-07
Il reps di base può anche essere irregolare come quello della fig. 13-08 le cui coste sono
ancora in tela (una di 4 fili e l’altra di 6).
Fig. 13-08
Adoperando altre armature invece della tela, il tessuto può diventare più serrato
e, di conseguenza, potrà crescere l’ampiezza della costa.
La fig. 13-09 rappresenta un tessuto a coste di uguali dimensioni, in gros de Tours.
Fig. 13-09
Fig. 13-10
Si possono ottenere altre varietà combinando assieme armature diverse. Il metodo non presenta alcuna difficoltà e
non richiede che un po’ di attenzione nel raccordare i rapporti delle armature che entrano a far parte dei medesimo
intreccio.
Fig. 13-11
Fig. 13-12
La fig. 13-13 rappresenta un tessuto a coste con cordonetto; la costa è formata da 4 fili
in tela; le trame del cordonetto, che è di due fili, passano nel rovescio della costa
mentre le trame che nella costa lavorano in tela, nel cordonetto passano al rovescio.
Fig. 13-13
La fig. 13-14 rappresenta un tessuto a coste con cordonetto; la costa è formata da 8 fili
in gros de Tours; cordonetto di due fili formato con le trame che nella costa sono nel
rovescio.
Fig. 13-14
Fig. 13-15
La fig. 13-16 rappresenta un tessuto a coste con cordonetto; la costa è formata da 8
fili; il cordonetto è formato da 3 fili in cannelé semplice.
Questi 3 fili possono avvicinarsi l’uno all’altro e costituire come un filo solo, il quale
risulta di grossezza rilevante e fa rigonfiare il cordonetto.
Questa disposizione è molto utilizzata.
Fig. 13-16
La fig. 13-17 rappresenta un tessuto a coste con cordonetto; la costa è formata da 8 fili
ed il cordonetto da 4 fili.
Le trame pari hanno la loro evoluzione in tela per tutta la lunghezza.
Fig. 13-17
La fig. 13-18 rappresenta un tessuto a coste con cordonetto; la costa è formata da 4 fili
alternata con un cordonetto pure di 4 fili; questo è costituito da raso da 4 ad effetto di
trama ed è quindi un tessuto semplice.
Il raso è stato punteggiato su tutte le trame dell’armatura.
Fig. 13-18
La fig. 13-19 rappresenta un tessuto a coste con cordonetto
con fondo in reps diagonale da 7.
Le due coste in tela sono separate da un cordonetto di 4 fili
con trame dispari libere.
Quest’armatura è una delle numerose combinazioni di coste
intercalate a tessuti di natura diversa.
Fig. 13-19
La fig. 13-20 rappresenta un tessuto a coste in gros de Tours
separate da un cordonetto di 4 fili. L’altro tratto di separazione
è formato da un tessuto doppia faccia per trama 1-1, con dritto
e rovescio in raso da 4.
Fig. 13-20
Fig. 13-22
La fig. 13-23 rappresenta un’altra forma di cordonetto ad effetto di catena in causa
della forma della costa. La base di questa non è più un reps di trama come si è visto
finora ; è un’armatura tale che, di 3 trame di cui si compone il suo rapporto, una
sola forma il rovescio, mentre le altre due formano esclusivamente il dritto della
Fig. 13-23 costa.
Tessuti a coste con effetti trasversali ed a quadri
I tessuti a coste si possono ottenere anche con effetti trasversali nel senso delle trame; per costruirli basta girare di
90° tutti gli intrecci dati finora.
Combinando una costa verticale con una costa trasversale si possono ottenere dei
tessuti a quadri.
La fig. 13-24 rappresenta un quadro con fondo raso da 4 in doppia faccia per trama
1-1, ed i bordi del quadro sono a coste.
L’armatura è stata ridotta a 16 fili e 16 trame ma espandendo le parentesi il fondo si
amplia e il rapporto diventa di 80 trame e 72 fili; il fondo a doppia faccia occupa da
solo 72 trame e 64 fili.
Fig. 13-24
I tessuti a coste si fanno talvolta colorati, alternando le coste di un colore con altre di colore diverso.
Facendo riferimento all’armatura di fig. 13-7 che è
stata riportata per comodità, possiamo facilmente
ottenere la costa di sinistra di colore chiaro e
quella di destra di colore scuro applicando le note
indicate a fianco dell’armatura.
Fig. 13-7
Fig. 13-26
Fig. 13-27
Fig. 13-25
La fig. 13-25 rappresenta un tessuto a La fig. 13-26 rappresenta un tessuto a La fig. 13-26 rappresenta un tessuto a
coste diagonali in tela di uguale coste diagonali in tela e cordonetto coste diagonali in tela. Rispetto agli
larghezza. diagonale formato da quelle trame altri esempi cambia la dimensione
che, nella costa, sono nel rovescio. della diagonale e del cordonetto.
Fig. 13-28
Fig. 13-31
Fig. 13-33
Fig. 13-34
Fig. 13-35
La fig. 13-36 rappresenta un tessuto a coste con dritto in batavia da 4: ogni
costa ha 3 fili di imbottitura esterna con evoluzione in tela rispetto alle
trame del rovescio.
Fig. 13-36
Si possono adoperare i due metodi di imbottitura esterna ed interna, simultaneamente, allo scopo di aumentare il
rilievo della costa e lo spessore del tessuto.
Fig. 13-37
Fig. 13-38
Fig. 13-39
Infatti il primo filo passa sulle trame 2 e 4 del dritto ed il secondo filo passa sulle trame 10 e 12; i due effetti sono in
posizione alternata.
Questa disposizione operata può servire di guida ad altre combinazioni del genere.
Fig. 13-40
Fig. 13-41 Fig. 13-42
Fig. 13-43
Costa di 3 fili in saia da 3 ad effetto di Costa di 4 fili in saia da 4 ad effetto di Costa su 4 fili; l’armatura è un raso da Costa in raso da 5
catena. catena 4.
Non è però sempre necessario far ruotare l’intreccio attorno ad un lato ed invertire i colori; basta porre accanto l’uno
all’altro, un effetto di trama ed un effetto di catena di una stessa armatura, purché i fili estremi di ciascun effetto, nel
punto in cui vengono in contatto, siano in opposizione.
Fig. 13-45
Gli stessi effetti di rilievo si ottengono anche disponendo diagonalmente un’armatura ad effetto di catena e
raccordandola con effetto di trama in senso obliquo.
Le tre figure seguenti rappresentano esempi di questo metodo in saia da 3, da 4 ed in raso da 5.
Fig. 13-46
Un altro procedimento consiste nell’aggiungere una trama supplementare ad un tessuto semplice in modo che la
legatura con la catena avvenga sempre sui medesimi fili. Le trame così legate rimangono libere sul rovescio ed
accorciandosi nel finissaggio con il lavaggio e, in misura maggiore, con la follatura, fanno rialzare il tessuto formando
una specie di costa.
Le legature devono essere disposte con criteri delle combinazioni a doppia faccia per trama.
Fig. 13-50
Fig. 13-51
Tessuti articolati mediante combinazione di due armature in doppia faccia per trama
Combinazione 1-1
Si formano disponendo due armature in modo che, combinandole, vi sia opposizione fra due trame vicine a dati
intervalli. Le due armature devono avere direzione opposta.
DRITTO ROVESCIO
Fig. 14-03
DRITTO ROVESCIO
Fig. 14-06
DRITTO ROVESCIO
Fig. 14-12
DRITTO ROVESCIO
Combinazione 2-1
Per la combinazione 2-1 non è necessario che le due armature abbiano direzione opposta ma è sufficiente che ci sia
opposizione tra una trama del rovescio ed una del dritto.
Fig. 14-17
Fig. 14-16 Fig. 14-18
Nel caso di combinazioni 2-1 non è neppure necessario che l’opposizione sia completa e netta come accade nella fig.
14-18.
Fig. 14-19
L’opposizione avviene tra le trame 1 e 3, 4 e 6, 7 e 9 ed, infine, 10 e 12 ed in questi punti si ottiene l’effetto di côteline.
Tessuti articolati con tela doppia
Essi costituiscono le imitazioni tricot; perché la loro somiglianza con i tessuti a maglia (tricot) è notevole.
L’armatura che serve come base è la tela doppia 1-1 senza legature
rappresentata nella fig. 14-20.
Fig. 14-20
Per costruire l’imitazione tricot se ne prende un rapporto e lo si fa ruotare attorno ad un lato, rovesciando i colori.
Se la rotazione avviene su di un lato verticale, l’opposizione sarà tra due fili e quindi l’effetto sarà parallelo all’ordito;
se la rotazione avviene su un lato parallelo alle trame l’effetto sarà, invece, trasversale.
Fig. 14-21
Questi passaggi delle trame da una faccia all’altra formano anche le legature del tessuto doppio.
La fig.14-21 rappresenta il tessuto tipico di questo genere, ma vi sono delle
combinazioni in cui le parti (originale e ruotata) sono di larghezza
differente, come appunto rappresentato nella fig. 14-22, in cui la parte
originale è larga il doppio di quella ruotata. L’effetto è verticale, e
nell’armatura avviene dopo 8 e 4 fili, mentre, nel tessuto appare dopo 4 e
2 fili.
Fig. 14-22
Effettuando la rotazione della tela doppia su un lato orizzontale si ottiene l’effetto trasversale.
La fig. 14-23 rappresenta la rotazione sul lato orizzontale della doppia tela.
L’effetto trasversale si verifica dopo 4 trame nell’armatura e quindi dopo 2
trame nel tessuto.
Fig. 14-23
Fig. 14-27
Questa opposizione produce il distacco delle trame e quindi l’effetto di côteline.
L’effetto è anche aumentato dal fatto che, sulla direzione della trama supplementare, il tessuto è di spessore ridotto
perché semplice e con evoluzione in tela.
Esaminiamo ora un tessuto a doppia faccia per trama 2-1; dritto in épingline da 4 fili x 8 trame e rovescio in saia da 4,
ambedue ad effetto di trama.
DRITTO
ROVESCIO
Ogni 3 trame viene introdotta un’inserzione
supplementare allo scopo di produrre l’effetto.
L’evoluzione è in tela ed è in opposizione con le
Fig. 14-29
trame adiacenti che sono del dritto.
Fig. 14-28
Fig. 14-30
Fig. 14-33
Supponiamo di voler realizzare un tessuto articolato a doppia faccia per trama 2-1 con dritto épingline da 4 fili x 8
trame e rovescio in saia da 4.
Siccome la combinazione delle due armature avviene nel rapporto 2-1 e l’ordine di inserzione delle trame è il
seguente:
• 2 trame del dritto;
• 1 trama supplementare di riempimento;
• 1 trama di rovescio.
DRITTO
ROVESCIO
La fig. 14-36 rappresenta l’armatura con le trame
di riempimento che hanno l’evoluzione in tela e
che soddisfano le condizioni necessarie per la sua
completa dissimulazione nell’interno dei tessuto.
Fig. 14-35
Fig. 14-34
Fig. 14-36
Anche l’imitazione tricot su doppia tela è suscettibile di ricevere elementi di riempimento i quali non intrecciano col
tessuto ma stanno semplicemente racchiusi fra le due tele costituenti il tessuto doppio.
La fig. 14-37 rappresenta un’imitazione tricot con effetto verticale diretto
secondo le linee segnate sull’armatura. Ognuna delle due parti di cui si
compone l’intreccio, porta un filo di riempimento (colore verde).
Affinché il filo di riempimento possa essere compreso fra le due tele
componenti il tessuto è necessario sollevarlo quando si inseriscono le
trame del rovescio ed abbassarlo sotto le trame dei dritto, come appare
nell’armatura.
Fig. 14-37
E’ da notare però, come è già stato detto, che nella parte di sinistra le trame dispari sono quelle dei dritto, mentre
nella parte di destra, le medesime trame, formano il rovescio. L’opposto succede per le trame pari; per cui il filo di
riempimento, nella parte sinistra, solleva sulle trame pari e, nella parte di destra, solleva sulle trame dispari.
Fig. 14-38
Accenniamo ad un altro modo di aumentare lo spessore ed il peso di un’imitazione tricot, mediante inserzioni di trame
di imbottitura esterne e sul rovescio.
Fig. 14-39
Matelassés I° metodo
Si applica specialmente alle stoffe doppie 1-1 in catena ed in trama.
Esso consiste nel prendere un elemento del tessuto inferiore (o rovescio) e farlo legare con gli elementi del tessuto
superiore (o dritto) o, in altre parole, far passare un elemento del rovescio sopra a quelli del diritto.
Prendiamo ad esempio un tessuto doppio 1-1 composto di una batavia da 4 per dritto e da una tela per rovescio.
Combinando assieme le due armature secondo le
SUP INF modalità dei tessuti doppi, otteniamo l’armatura di fig.
15-03 senza però alcuna legatura tra la batavia e la tela.
Fig. 15-04
Questa semplice soluzione, non è esente da inconvenienti.
L’evoluzione dei filo essendo in tela semplice, differisce totalmente dall’evoluzione degli altri fili del tessuto
inferiore cui esso appartiene (che fanno una tela doppia) ed, intrecciando un maggior numero di volte, imborserà di
più e richiederà essere ordito su di un subbio a parte.
Per evitare questo costo aggiuntivo si può modificare il procedimento ed in questa maniera: il filo della tela del
rovescio, può benissimo conservare la sua evoluzione naturale e, per produrre l’effetto d'incavo o di matelassé, basta
aggiungere alcuni punti di sollevamento in modo da far passare il filo su tutte le trame dei dritto.
Fig. 15-05
L’effetto di matelassés, tuttavia, non sarà così accentuato come nel caso della fig. 15-04.
L’incavo si può ottenere anche in senso trasversale prendendo una trama del rovescio e facendola passare al disopra
dei fili del dritto e sotto a quelli del rovescio come indica la fig. 15-05-bis nella quale è stata sostituita l'evoluzione.
Fig. 15-05-bis
L'evoluzione in tela della trama , però, causa un differente andamento di alcuni fili del rovescio.
Fig. 15-06
Fig. 15-07
Supponiamo di voler realizzare un tessuto doppio 1-1, con effetto di matelassé longitudinale e traversale e nel quale il
dritto è costituito da un natté da 4 ed il rovescio in tela.
Le linee A-A nella fig. 15-08,
SUP indicano la posizione in cui cade
INF
l’effetto.
Nella fig. 15-10 è rappresentata
la combinazione dei due tessuti e
gli elementi delle guide sono
quelli che formano l’incavo.
Fig. 15-09
Fig. 15-08
Fig. 15-10
Supponiamo di voler realizzare un tessuto doppio 1-1, con effetto di matelassé longitudinale e traversale e nel quale il
dritto è costituito da un motivo, rappresentato in fig. 15.11, disposto in raso da 4 ad effetto di catena su un fondo ad
effetto di trama ed il rovescio in tela rappresentato in fig. 15.12.
L’incavo deve contornare i motivi dell’effetto.
Fig. 15-13
Nella fig. 15-13 è riportata la combinazione dei due intrecci; le guide indicano quei fili e quelle trame che formano
l’effetto.
L’effetto è continuo in direzione della catena, come si può ben vedere dall’armatura, mentre è saltuario nella
direzione trasversale e si manifesta dove l’effetto di catena del dritto diventa effetto in trama.
Come si può intuire questo procedimento è facilmente applicabile ad una grande varietà di disegni.
Possiamo rilevare che l’evoluzione 3-1 degli elementi di effetto ha, rispetto all’evoluzione 1-1, il vantaggio di esigere
un minor numero di licci. La verifica può essere fatta facilmente sostituendo, nei casi esaminati, all’evoluzione 3-1
quella 1-1.
Fig. 15-15
Fig. 15-14 Fig. 15-16
Fig. 15-17
Inoltre, dato che i due fili hanno evoluzione opposta e tendono ad allontanarsi, si ottiene un’esaltazione
dell’effetto desiderato.
Se l’effetto deve essere orizzontale, si sostituirà l’evoluzione originaria a due trame vicine del dritto, impartendole
l’evoluzione 3-3.
Fig. 15-18
Esaminando le fig. 15-17 ed 15-18 si può osservare che gli elementi che costituiscono l’incavo passano,
alternativamente, al disopra ed al disotto di tre elementi consecutivi, due dei quali appartengono al dritto ed uno al
rovescio.
In conseguenza a ciò, oltre a creare l’effetto matelassé, avviene la legatura dei due tessuti che formano una stoffa
doppia.
Combinando i due effetti, verticale ed trasversale, si possono ottenere disegni a quadri.
Fig. 15-19
Fig. 15-20
Fig. 15-21
Fig. 15-22
L’evoluzione dell’armatura è favorevole all’introduzione dell’effetto matelassé poiché l’armatura combinata non
richiede profonde modifiche per ottenere l’effetto desiderato.
La fig. 15-26 rappresenta la stessa armatura di fig. 15-25 nella quale sono state inserite le
legature in abbassata.
Il simbolo è da intendersi come un vuoto (soppressione della levata).
Fig. 15-26
Ciascun filo del tessuto superiore viene legato in un punto in cui esso si trova sulla faccia esterna dei tessuto.
Poiché la legatura non soddisfa alle condizioni dell’invisibilità, essa diventa visibile.
L’armatura di fig. 15-26 crea una successione di punti di legatura disposti in linea obliqua e quindi un effetto obliquo
nel tessuto.
Fig. 15-27
Fig. 15-28
Le legature fra il tessuto superiore ed il tessuto inferiore, in un tessuto doppio, si possono fare anche mediante fili dei
tessuto inferiore con trame dei tessuto superiore, in modo tale che le trame di questo sono legate quando si trovano
esternamente alla faccia dei tessuto.
Fig. 15-29
Queste legature, rappresentate dal simbolo (punto pieno), non essendo a contatto né a destra né a sinistra con
altre caselle piene situate sui fili adiacenti del tessuto superiore, non possono essere nascoste e rimangono quindi
visibili a causa all’abbassamento che subisce la trama del tessuto superiore legata dal filo del tessuto inferiore.
La disposizione della legatura è in saia da 4 e, quindi, l’effetto matelassé è obliquo.
Disponendo in modo adeguato le legature, si possono ottenere disegni di qualunque forma.
Fig. 15-30
Fig. 15-31
Fig. 15-32
Questo metodo si può applicare anche alle stoffe 2-1.
La fig. 15-33 rappresenta un tessuto doppio 2-1 con dritto natté e rovescio tela.
Le legature in abbassata (punto vuoto) sono disposte in modo tale che
compaiano sul dritto e producano l’abbassamento del filo di catena che lega con
la trama del tessuto inferiore.
Fig. 15-33
Fig. 15-35
Fig. 15-34
Fig. 15-36
Se in un tessuto doppio 2-1 con tessuto superiore in batavia da 4 e tessuto inferiore in tela leghiamo i fili del tessuto
inferiore con le trame del tessuto superiore si ottiene la disposizione di fig. 15-37.
Fig. 15-37
Fig. 15-39
Fig. 15-38
Fig. 15-40
Supponiamo di voler realizzare un tessuto doppio 2-1 con tessuto superiore in raso da 5 ad effetto di ordito e tessuto
inferiore in tela.
Tra i due tessuti componenti vogliamo anche inserire una trama supplementare di imbottitura allo scopo di
aumentare il peso ed anche per obbligare le legature d’effetto (in abbassata ) ad essere più pronunciate.
SUP INF
Fig. 15-43
Le trame di imbottitura sono segnate in grigio nella guida a fianco dell’armatura; esse non intrecciano né con il tessuto
superiore né con quello inferiore e giacciono semplicemente tra i due tessuti (su di esse levano i fili del superiore e si
abbassano quelli dell’inferiore).
In considerazione del fatto che il numero di punti pieni dell’armatura è di gran lunga superiore a quelli vuoti, un tale
intreccio dovrebbe essere realizzato a rovescio a telaio (per scrivere l’armatura da inserire nel telaio si devono leggere
i punti vuoti invece che quelli pieni).
Fig. 16-03
Ognuno dei fili della catena supplementare passa sopra due trame della tela e l’effetto che si produce è disposto in
linea obliqua ed inclinata di 45°, perché l’armatura, benché rettangolare, rappresenta, in definitiva, una superficie
quadrata.
Per comprendere visivamente il modo di agire dei 3 elementi descritti nella fig. 16-04 è
stata rappresentata anche una sezione d’ordito.
Il filo supplementare d’effetto passa sopra a due trame della tela obbligandola ad
abbassarsi, in quel punto, come è rappresentato in figura.
Fig. 16-04
Per la produzione dei tessuti piqués, essendo il fondo a tela, si potrebbe fare la passatura dei fili di fondo su soli due
licci ma, nella pratica, normalmente si impiegano 4 licci. Anche per i tessuti piqués si preferisce passare i fili su due
corpi di licci.
1
La realizzazione della punteggiatura dell’effetto deve essere eseguita su carta tecnica adeguata alla riduzione della tela di fondo per evitare che,
sul tessuto, il disegno si deformi schiacciandosi o allungandosi.
Fig. 16-07
Fig. 16-10
L’andamento a 45° dell’effetto si verifica perché l’armatura contiene lo stesso numero di fili e di trame di fondo.
Fig. 16-13
Fig. 16-14
La figura 16-16 rappresenta l’armatura che consente di ottenere
l’effetto richiesto.
La figura riporta, inoltre, anche il rimettaggio che viene effettuato in
due corpi, uno per il fondo e l’altro per l’opera e l’armatura per i
licci.
Fig. 16-16
Fig. 16-17
Poi si segna l’evoluzione delle trame di imbottitura sollevando i fili di fondo e lasciando
in riposo quelli supplementari come mostrato nella fig. 16-18.
In questo modo le trame di imbottitura rimangono comprese fra i due orditi senza però
intrecciare né con l’uno né con l’altro.
Fig. 16-18
Dopo aver tracciato questa punteggiatura, non rimane altro che stabilire i punti di sollevamento dell’ordito
supplementare sulle trame di fondo. In tali punti, individuati in base al disegno che si vuol realizzare, si verifica il
passaggio della catena supplementare sopra 3 trame, due di fondo ed una di imbottitura, come vedremo negli esempi.
Fig. 16-21
La fig. 16-22 rappresenta il profilo d’ordito che evidenzia come il filo della catena
supplementare, fortemente tesa, passi al disopra di 3 trame di cui due del fondo ed
una di imbottitura.
L’imbottitura, come si vede, giace fra la tela e la catena supplementare.
Fig. 16-22
Fig. 16-23
Fig. 16-25
Nella pratica, volendo ottenere imbottiture di diversa forza, si può aumentare o diminuire il numero delle inserzioni di
imbottitura senza necessariamente essere costretti a cambiare il titolo della trama.
Supponiamo di voler realizzare un Piqué a 4 elementi con una
disposizione 4-4 in trama.
Nella fig. 16-26 è rappresentato l’effetto che si vuole ottenere sulla
stoffa e nella fig. 16-27 è rappresentata la messincarta dell’effetto.
Fig. 16-27 I valori della messincarta sono:
• ogni corda vale 3 fili ( 2 di fondo ed uno di opera);
Fig. 16-26
• ogni passo vale 4 trame (4 di fondo o 4 di imbottitura).
Fig. 16-28
Fig. 16-30
Fig. 16-29
Fig. 16-31
Fig. 16-33
Fig. 16-32
Fig. 16-34
Fig. 16-37
Imitazione broccati
I broccati imitazione possono ancora essere distinti in due casi.
Fig. 17-01
Fig. 17-02
La figura a fianco è la
scannerizzazione della fodera
delle divise dell’Arma dei
Carabinieri dove un complesso
logo ed una scritta sono stati
realizzati con la tecnica
dell’imitazione broccato.
Le portate libere di quei fili che formano il disegno d’effetto saranno tanto più visibili quanto maggiormente
differiscono tra di loro i colori dell’ordito e della trama.
Fig. 17-03
Fig. 17-4
Fig. 17-5
I fili che si mostrano sul dritto a formare la nervatura devono avere colore che spicca rispetto a quello delle trame e
dei fili rimanenti.
La fig. 17-06 rappresenta un’imitazione di broccato con
fondo a tela sul quale compaiono, ad intervalli, trame con
evoluzione reps.
Il motivo generato dalle briglie di trama è disposto in raso
da 4.
Le trame che generano l’effetto possono anche essere di
colore diverso rispetto a quelle del fondo che intrecciano a
tela.
Fig. 17-06
Fig. 17-7
Fig. 17-08
Fig. 17-10
Fig. 17-12
La fig. 17-12 rappresenta l’armatura per i
licci che sono passati su due corpi.
Fig. 17-11
Fig. 17-13
Passando la tela a due fili per dente nel pettine, sarà necessario passare,
nello stesso dente, anche due fili di broccato come mostrato in fig. 17-14.
Inoltre, siccome i due orditi (fondo ed effetto) hanno evoluzione
completamente diversa, devono essere orditi su due subbi separati.
Fig. 17-14
Questo accorgimento tecnico è comune a tutti i tessuti di questa specie.
Fig. 17-15
Fig. 17-16
Fig. 17-17
Fig. 17-19
Fig. 17-20
Fig. 17-18
Nella fig. 17-18 è rappresentato l’effetto sulla stoffa e nella fig. 17-19 è riportata la messincarta dell’effetto con i
seguenti valori:
• ogni corda vale 3 fili ( 2 di fondo ed uno di opera);
• ogni passo vale 1 trama.
Nella fig. 17-20 è riportata l’armatura del broccato con il fondo in batavia da 4.
In questo caso la passatura nel pettine è di 3 o di 6 fili per dente, di cui 2 o 4 fili appartengono al fondo.
Negli esempi precedenti, l’ordito di broccato è uniformemente distribuito fra i fili di fondo nel rapporto 1-1 oppure 2-1
(broccati continui) ma, spesso, esso è disposto a gruppi di fili più o meno distanziati gli uni dagli altri (broccati
discontinui).
Fig. 17-21
Fig. 17-22
Fig. 17-24
Fig. 17-25
Fig. 17-26
La fig. 17-27 rappresenta l’effetto sulla stoffa.
La passatura sarà 2 fili/dente per i primi 6 fili della zona del fondo
e di 4 fili/dente (effetto-fondo-effetto-fondo) nella zona
dell’effetto.
Per realizzare questo tessuto sono necessari 7 licci; 2 per il fondo
e 5 per l’effetto.
Fig. 17-27
Fig. 17-28
La fig. 17-29 rappresenta l’effetto sulla stoffa.
Fig. 17-29
Nei tessuti broccati capita, frequentemente, che i motivi siano troppo distanti l’uno dall’altro nel senso dell’ordito, per
cui, sul rovescio, si creano delle briglie di catena di lunghezza eccessiva, esteticamente sgradevoli e di facile rottura
con conseguente fuoriuscita dei fili d’effetto dal tessuto.
Per cercare di rimediare a questo inconveniente si usa eliminare le briglie del rovescio tagliandole mediante
l’operazione di cimatura durante il finissaggio; ma quest’operazione, che risolve convenientemente il problema
estetico, introduce nuove criticità.
E’ noto che i fili di broccato stanno di solito sul rovescio e passano in posizioni determinate, attraverso il tessuto per
comparire sul dritto e formare l’effetto, per ripassare poi nuovamente attraverso il tessuto e ritornare sul rovescio. E’
evidente che, se si elimina, con la cimatura, la parte di questi fili che sta sul rovescio essi non hanno che la pressione
dei fili di fondo adiacenti, nel passaggio dall’una all’altra faccia, a trattenerli nella struttura del tessuto.
Tale pressione, talvolta, non è sufficiente (specialmente nei tessuti con poca riduzione) a trattenere i fili di effetto, ed
è sufficiente un minimo sforzo per farli uscire sciupando così il disegno e la stoffa.
Per risolvere anche questo inconveniente si ricorre all’espediente di legare, con alcuni punti in tela, i fili di broccato
prima e dopo il loro passaggio sui dritto. In questo modo, si legano i fili di effetto al fondo del tessuto e si può quindi
procedere alla cimatura senza alcun rischio.
Fig. 17-33
Nella fig. 17-33 le legature a tela dei fili d’effetto sono state evidenziate per consentire di
individuarle più facilmente ma, nella realtà, la loro presenza disturba la nitidezza del
disegno e sarebbe opportuno che risultasse meno visibile possibile.
In questo caso, come mostra la fig. 17-34, le legature sono abbastanza dissimulate grazie
al fondo in reps ed il contorno del disegno risulta ancora definito.
Fig. 17-34
Se un solo punto di legatura prima e dopo il passaggio sul dritto non fosse ritenuto sufficiente, nel caso di un tessuto
con poca riduzione, se ne possono disporre due o più , a seconda dei casi, e consecutivamente.
Un secondo espediente per evitare le briglie di rovescio di eccessiva lunghezza consiste nel legarle di tratto in tratto
alle trame dei tessuto stesso ma in modo che le legature siano invisibili sul dritto.
A tal fine è necessario ricordare le regole con le quali si costruiscono i tessuti a doppia faccia per catena ed, in base a
queste, le legature si disporranno col seguente criterio: sollevare e legare i fili di broccato con una trama su cui
sollevino, nello stesso punto, i fili di fondo adiacenti.
La disposizione di queste legature può essere in saia o, meglio, in raso e debbono essere distribuite uniformemente.
Fig. 17-36
Fig. 17-35
I fili di broccato sono disposti per gruppi di 4 e separati da intervalli di 7 fili ognuno. Ciascun filo di effetto lega due
volte sul rovescio come si rileva dalla fig. 17-35 e ciascuna legatura si trova nelle condizioni suddette con disposizione
in raso.
Gli effetti di broccato si usano anche per creare effetti decorativi su tessuti composti di varia natura.
Nella fig. 17-37 è rappresentata l’armatura di un tessuto a coste.
Sulla costa compare una punteggiatura alternata prodotta da due fili di effetto la cui
evoluzione è tale da passare sopra a due trame del dritto e 3 trame del rovescio
consecutivamente.
Nella parte rimanente i fili passano, alternativamente, sopra le trame libere del rovescio e
sotto a quelle che formano il dritto della costa e costituiscono, di fatto, una sorta di
imbottitura interna della costa stessa.
La fig. 17-37 mostra anche la modalità di passatura che, normalmente, è di 2 fili per dente
mentre, dove è presente il filo di broccato, diventa 3 fili per dente.
Fig. 17-37
Fig. 17-38
Per ottenere effetti broccati a più colori si possono impiegare, simultaneamente, due o anche più orditi di effetto,
ognuno per ogni colore del broccato. Gli orditi di effetto possono essere parziali o continui e, normalmente, ciascuno
di essi è ordito su un proprio subbio, separatamente dagli altri.
Fig. 17-41
Broccati in trama
Esaminiamo ora i tessuti broccati con trame supplementari; essi presentano reali vantaggi sui broccati in ordito che si
possono riassumere come segue:
• assenza di orditi supplementari e, perciò, nessun costo aggiuntivo per orditura e passatura nei licci e nel pettine;
• possibilità di ottenere facilmente anche motivi che, in catena, renderebbero problematica la fabbricazione e il
movimento dei telaio a causa dell’eccessiva riduzione, specialmente se gli orditi di effetto sono due o più.
D’altra parte però, i broccati in ordito hanno qualche notevole vantaggio su quelli in trama, fra i quali i seguenti:
tessendo una stoffa con broccato di catena, in realtà, si lavora come se si trattasse di un tessuto semplice, poiché le
stesse trame servono per legare anche i fili di effetto e, di conseguenza, la produzione di un telaio con articolo di
questo genere, è pressappoco uguale a quella di un altro che esegua il solo tessuto di fondo senza l’effetto di
broccato.
Considerando invece un broccato in trama, oltre alle trame di fondo, si devono inserire le trame di effetto; e se, ad
esempio, il tessuto è broccato 1-1, è evidente che per tessere una certa lunghezza di stoffa occorrerà dare un numero
di colpi doppio di quelli che sarebbero necessari per eseguire la medesima quantità di tessuto se esso fosse broccato
in ordito.
Inoltre il numero dei colori che si possono usare negli effetti di catena è illimitato, mentre negli effetti di trama esso
dipende dal numero dei porgitrama disponibili sul telaio.
Da queste osservazioni emerge che, sia l’uno che l’altro dei due sistemi di broccare, presenta vantaggi ed
inconvenienti che ne rendono difficile la scelta.
La sola osservazione che si può fare si è che il sistema degli orditi supplementari si usa specialmente e con risparmio
notevole, negli effetti a strisce isolate parallele all’ordito, poiché col numero di fili di effetto strettamente necessario si
può ottenere il massimo rendimento, senza generare grande quantità di briglie libere sul rovescio. Le trame
supplementari si usano invece quando i motivi del disegno sono disposti vicini gli uni gli altri con poca distanza
trasversale e che si trovino sulla stessa direzione nel senso delle trame.
Solo la pratica consente di decidere quale sia la tecnica preferibile.
Le osservazioni fatte riguardo alle armature con effetti di broccato in ordito valgono anche per quelle dei broccati in
trama che esamineremo in seguito. Dobbiamo però far notare che tutti gli esempi che seguiranno rappresentano il
rovescio al disopra, salvo indicazioni in contrario e, per avere l’armatura del dritto sopra, basta leggere i punti vuoti.
Fig. 17-45
Fig. 17-46
Fig. 17-47
Le fig. 17-48, 49 e 50
rappresentano l’effetto sulla
stoffa, la messincarta e l’armatura
di un tessuto broccato in trama, a
gruppi di trame isolati e
distanziati.
Il fondo è gros de Tours.
Fig. 17-49
Fig. 17-48
Fig. 17-50
Fig. 17-51
Fig. 17-52
Fig. 17-53
Le fig. 17-51 52 e 53 rappresentano l’effetto sulla stoffa, la messincarta e l’armatura di un tessuto broccato in trama,
con un punto di legatura disposto sul contorno dei motivi. In questo modo è assicurata la stabilità dell’effetto anche
dopo il taglio delle briglie sul rovescio, con la cimatura, nel corso del finissaggio del tessuto.
Se una legatura non fosse sufficiente possono essere disposti due o più punti di legatura in relazione alle riduzioni del
tessuto ed alla resistenza che si vuole assicurare all’effetto.
Fig. 17-54
La figura 17-55 rappresenta l’effetto sulla stoffa.
Esaminando la punteggiatura si può osservare che essa è disposta in raso da 5.
Le trame di broccato si legano al tessuto passando al disopra di un filo in un
punto dove, su di esso, passano anche le trame del fondo adiacenti.
Fig. 17-55
Fig. 17-56
L’effetto a punteggiatura è molto utilizzato nei tessuti di cotone e di lana siano essi semplici, doppia faccia e doppi.
La fig. 17-57 rappresenta un broccato d trama ad effetto punteggiato disposto in
raso da 4 (l’armatura rappresenta la stoffa con il dritto sopra).
La tessitura avviene inserendo 4 trame di fondo seguite da una di effetto broccato.
Il tessuto di fondo è un tessuto articolato (côteline) a doppia faccia per trama 1-1
costituita da due rasi da 4, ad effetto di trama, combinati, con direzione opposta.
Le linee verdi rappresentano i punti dove si verifica l’opposizione e quindi l’effetto
côteline.
Fig. 17-57
Fig. 17-58
Fig. 17-60
Fig. 17-59
Fig. 17-61
Spesso l’effetto do broccato ottenuto con trame supplementari, è combinato con motivi formati dagli elementi stessi
del fondo. Questa tecnica è utile perché consente di limitare il numero di porgitrama necessari.
Fig. 17-64
Le fig. 17-62, 63 e 64 l’effetto sulla stoffa, la messincarta e l’armatura di un tessuto broccato il cui disegno è formato,
in parte dalle trame dl fondo ed, in parte, dalle trame supplementari.
Dalla fig. 17-64 di vede che le trame di broccato lavorano con un’evoluzione a tela con i fili del fondo nei punti in cui
esse non concorrono a formare il disegno.
Questa tecnica consente di dare maggiore solidità al tessuto nelle posizione in cui le trame non intrecciano con i fili
per formare il disegno richiesto.
Fig. 17-65
Fig. 17-66
Fig. 17-69
Fig. 17-70
Fig. 17-71
Fig. 17-72
Conoscendo il tipo di fibra che costituisce il filato è infine possibile ottenere una relazione di calcolo che,
operativamente, consenta di determinare il diametro del filato conoscendone il titolo.
Se, per esempio, supponiamo che il filato sia realizzato con fibre di lana,
la densità che si trova nella bibliografia è:
Sostituendo i valori numerici e tenendo conto dei necessari aggiustamenti dovuti alla congruenza delle unità di
misura, si ha:
può avere un'utilizzazione pratica se, i valori della costante numerica k, sono individuati in base all'esperienza pratica.
La costante k deve quindi essere determinata, caso per caso, eseguendo prove sperimentali, verificando il risultato e
operando una correzione finché il suo valore non sia soddisfacente.
Prima soluzione:
SUP INF Messincarta a punti e linee Intreccio
Fig. A-05
Fig. A-06
Seconda soluzione:
SUP INF Messincarta a punti e linee Intreccio
Fig. A-10
Terza soluzione:
SUP INF Messincarta a punti e linee Intreccio
Fig. A-15
Prima soluzione:
SUP INF Messincarta a punti e linee Intreccio
Fig. A-19
Fig. A-20
Seconda soluzione:
SUP INF Messincarta a punti e linee Intreccio
Fig. A-24
Il profilo di trama di fig. A-24 mostra come per due trame su quattro la
legatura sia posizionata più simmetricamente. La seconda soluzione può
essere preferibile rispetto alla prima.
Fig. A-24
Tot. 4
Filato pettinato ritorto Filato cardato capo unico
100% lana 100% lana
Altezza finita 148 cm – Peso finito 440 g/m2
Nm 40/2 Nm 7/1
Colpi greggi: 1.400 colpi/m
APPENDICE 4 – Uso della "carta tecnica" - Esempio di tessuto a doppia faccia alternato
Supponiamo di voler realizzare un tessuto a doppia faccia alternato per trama.
Bozzetto Il disegno è rappresentato dal bozzetto della fig. A-25 che ha una dimensione
quadrata di 2 cm di lato.
L'effetto che si vuole ottenere sulla stoffa è rappresentato dalla fig. A-26.
Fig. A-25 Fig. A-26
Supponiamo che, per la realizzazione del tessuto, le riduzioni impiegate siano le seguenti:
• Rido = 16 fili/cm
• Ridt= 12 + 12 trame/cm (totale 24 trame/cm)
Utilizzando una carta tecnica con griglia quadrata possiamo rappresentare la messincarta del bozzetto.
Messincarta:
Valori della messincarta:
• 1 corda vale 4 fili
• 1 passo vale 8 trame
Fig. A-27
Le dimensioni del rapporto sono di: 24 fili x 48 trame ovvero 1,5 cm x 2 cm
Queste dimensioni, rettangolari, non sono quindi conformi al bozzetto che è quadrato; ciò significa che la carta
tecnica con griglia quadrata non è idonea.
Per questo motivo, dobbiamo utilizzare una carta tecnica con griglia rettangolare appropriata.
Il calcolo della carta tecnica appropriata si effettua conoscendo i valori di corde/cm e passi/cm:
𝑓𝑖𝑙𝑖 𝑡𝑟𝑎𝑚𝑒
𝑐𝑚 16 12
𝐶𝑜𝑟𝑑𝑒⁄
𝑐𝑚 = 𝑓𝑖𝑙𝑖 = 4 = 4
𝑃𝑎𝑠𝑠𝑖 ⁄𝑐𝑚 = 𝑐𝑚 = =3
𝑡𝑟𝑎𝑚𝑒 4
𝑐𝑜𝑟𝑑𝑎 𝑝𝑎𝑠𝑠𝑜
Tenendo presente che nelle carte tecniche la griglia, in una delle due direzioni, è sempre divisa in 8 parti, possiamo
impostare la seguente proporzione:
𝑐𝑜𝑟𝑑𝑒⁄ 𝑥
𝑐𝑚
𝑝𝑎𝑠𝑠𝑖⁄ = dalla quale si ricava x ovvero il numero di divisioni dell'altra direzione della griglia.
𝑐𝑚 8
4 𝑥
Nel nostro caso avremo: 3 = 8 da cui x = 10,7
La carta tecnica che dovremo utilizzare potrà avere riduzioni 10 in 8 ( arrotondando per difetto) oppure 11 in 8
(arrotondando per eccesso)
Dalla messincarta si ricavano le "rimesse nei licci" ovvero una sorta di rincorso
applicato alle corde invece che ai fili e, di conseguenza, gli effetti unici che
rappresentano le corde con evoluzione diversa tra loro.
Fig A-32
Fig A-33
Fig A-34
Completiamo l'esempio effettuando anche i calcoli delle caratteristiche del tessuto conoscendo i seguenti dati
costruttivi:
Riduzioni finite ordito (RIDO) = 16 fili/cm Riduzioni finite trama (RIDT) = 12 fili/cm
Titolo Ordito: Ne 16/1 ( NmO = 27,1) Titolo trama: Ne 6/1 (NmT = 10,2)
Altezza finita (HF) : 150 cm
Imborso totale ordito (ITO): 4% Imborso totale trama (ITT): 7%
Perdite per rifinizione (PR): 10%
Fig A-38
Fig A-39
Fig A-40
Completiamo l'esempio effettuando anche i calcoli delle caratteristiche del tessuto conoscendo i seguenti dati
costruttivi:
Riduzioni finite ordito (RIDO) = 16 fili/cm Riduzioni finite trama (RIDT) = 20 fili/cm
Titolo Ordito (NmO): Ne 16/1 ( 27,1) Titolo trama (NmT): Nm 10,5
Altezza finita (HF) : 150 cm
Imborso totale ordito (ITO): 5% Imborso totale trama (ITT): 6%
Perdite per rifinizione (PR): 8%
Fig. A-42
Fig. A-43
Fig. A-44
Fig. A-45
Come si può facilmente osservare il rovescio del tessuto, di colore bianco, fa intravedere il disegno del diritto.
Questo significa che i filati del rovescio non hanno un diametro, ovvero un titolo, appropriato per realizzare una
completa "copertura". Questo non significa ci sia stato un errore di progettazione; può dipendere infatti dall'uso a cui
è destinato il tessuto (per esempio il rovescio non deve essere visibile nel capo) e dalle motivazioni hanno spinto ad
utilizzare questa particolare tipologia di tessuto (aumentare il peso, dare una man più sostenuta, irrobustire ecc.).
Esaminando le frange drittofilo del tessuto in corrispondenza di filati del dritto colorati, è facile osservare che le
riduzioni relative del tessuto doppio sono 1:1 infatti si sfilano dal tessuto coppie di fili, uno colorato e l'altro bianco, sia
in ordito che in trama.
Sempre sulla frangia, si potrebbero facilmente contare le riduzioni del tessuto ma è più preciso determinare la nota di
colore e poi dividere i fili del rapporto di colore per la dimensione di quest'ultimo.
La figura A-48 mostra una piccola porzione del rovescio del tessuto dalla
quale, eliminando i fili e le trame bianche che lo costituiscono, si osserva
che il tessuto del dritto è realizzato con intreccio a batavia da 4.
Fig. A-48
Siccome il rapporto di disegno in ordito misura 52 mm la riduzione in ordito del tessuto è 76/5,2 = 14,6 fili/cm.
In trama il rapporto di disegno misura 55 mm per cui la riduzione in trama del tessuto è 86/5,5 = 15,6 trame/cm
Conoscendo le riduzioni in ordito del dritto possiamo calcolare il numero di fili del dritto:
Numero di fili = Riduzione ordito x Altezza finita = 14,6 x 144 = 2.102 fili
I fili totali, tenendo conto che il tessuto è un doppio in riduzione 1-1 sono quindi 2102 x 2 = 4.204 fili
Appare opportuno, tuttavia, arrotondare il numero di fili totali ad un multiplo di 16 fili e, di conseguenza, assumiamo
come numero di fili totali il valore FO = 4.192.
Fig. A-49
Noti gli intrecci del dritto e del rovescio non rimane altro che individuare la modalità utilizzata per legare tra loro i due
tessuti del dritto e del rovescio.
Per fare questo, da una piccola porzione di tessuto, eliminiamo i fili del dritto.
Fig. A-50
Combinando tra loro le armature componenti delle Fig. A-51, A-52 ed A-53, si determina
l'armatura del tessuto doppio nella quale sono state riportate le levate in massa e le
legature in alzata con la simbologia convenzionale.
L'armatura potrà essere realizzata a telaio con un rincorso diretto di 16 licci (meglio se
eseguito su due corpi).
Fig. A-54
Fig. A-55
80 denti/13
Riduzione Pettine: 63 denti/dm Pettine Pratese: cm
Perdite.Ord.&Tess.: 1,5 %
Perdite.Finiss.: 2,0 %
Filati ORDITO
Num. Perc. Titolo tex g/mt
A 11 7,2 % Nm 34/2 59 18
B 46 30,3 % Nm 50/3 60 78
C 12 7,9 % Nm 34/2 59 20
D 7 4,6 % Nm 34/2 59 12
E 76 50,0 % Nm 50/2 40 86
Totali 152 fili 100,0 % 214
Filati TRAMA
Num. Perc. Titolo tex g/mt
A 12 7,0 % Nm 34/2 59 20
B 51 29,7 % Nm 50/3 60 88
C 15 8,7 % Nm 34/2 59 25
D 8 4,7 % Nm 34/2 59 14
E 86 50,0 % Nm 27 37 92
Totali 172 fili 100,1 % 239
Peso Telaio: 441 g/m Peso finito: 467 g/m 324 g/mq
Peso greggio: 453 g/m Peso divisore: 484 g/m
Fig. A-58
Imborsodi ordito Imborso di trama Titolo filato ordito Titolo filato trama Titolo filato legatura
7,9% 12,5% Nm 9,5 /1 Nm 9,5 /1 Nm 50/1
Colpi finiti / m Colpi a telaio / m Peso a telaio ordito g/m Peso a telaio trama g/m Peso a telaio legatura g/m
2.000 1.842 351 336 17
Peso totale a telaio g/m Peso finito g/m Peso finito g/m2 Peso a telaio trama g/m Peso a telaio legatura g/m
(*)
704 764 502 336 17
(*) La differenza del 6,3% in peso rispetto al peso effettivo (472 g/m2) deriva da imprecisioni analitiche.