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TESSUTI A DOPPIA FACCIA

Tessuti a doppia faccia (francese: Tissus double-face) — (inglese: Double face cloths)

Concetti generali
L’esigenza di produrre tessuti a doppia faccia può essere dovuta alla necessità di:
A) produrre tessuti di spessore e corpo notevoli, atti a sopportare sforzi, oppure per aumentare la coibenza
termica, es.: panni, coperte, ecc.;
B) produrre tessuti operati (francese Façonnés) ovvero tessuti con effetto di disegno diverso sulle due facce.
Per produrre un tessuto pesante, mediante un tessuto semplice invece che mediante un tessuto a doppia faccia, in
linea di principio, si potrebbe operare secondo due modalità:
A1) aumentare le riduzioni;
A2) impiegare filati più “grossi” (di titolo indiretto basso).
Nel caso A2) (filati grossi in un tessuto semplice) il tessuto cambierebbe le proprie caratteristiche rispetto a quello
prodotto con filati di titolo normale e, probabilmente, non sarebbe più idoneo allo scopo dell’utilizzatore.
Nel caso A1) (filati di titoli normali per quella tipologia di tessuto ma riduzioni aumentate) è probabile che, in tessitura,
l’intreccio contrasti l’introduzione di tanti fili o trame quanti sarebbero necessarie per raggiungere il nuovo peso
richiesto (in altre parole il tessuto diventerebbe impossibile da tessere).
Per superare queste difficoltà è quindi opportuno ricorrere ai tessuti composti.
In questo paragrafo esamineremo i tessuti a doppia faccia che sono costituiti da tre elementi:
1) Due orditi e una trama, nei tessuti a doppia faccia per ordito.
2) Un ordito e due serie di trame nei tessuti doppia faccia per trama.
Nei tessuti a doppia faccia per ordito troviamo sempre un assortimento serrato di fili costituenti due orditi, uguali o
dissimili, combinati insieme e tenuti da un’unica trama, la quale intreccia ora l’uno ora l’altro e concorre a formare le
facce esterne del tessuto.
Si osservi che quando si dice “due orditi” non necessariamente ci si riferisce a “due subbi di ordito”. I tessuti doppia
faccia per ordito possono, infatti, essere realizzati con un solo subbio perché i fili del diritto e del rovescio hanno
evoluzioni simili e, di conseguenza, sono alimentati nello stesso modo.

Nei tessuti a doppia faccia di trama troviamo invece un solo ordito intrecciato da due serie di trame, l’una visibile
unicamente sopra una faccia e l’altra sulla faccia opposta. L’ordito di questi tessuti sarà così contenuto fra le due serie
di trame e comparirà ora sull’una ed ora sull’altra delle facce esterne della stoffa.
Talvolta il rovescio del tessuto è formato con elementi di qualità inferiore (per diminuire il costo), e serve solo da
fodera al dritto e ad aumentare il peso ed il corpo del tessuto.
Alcuni casi, specialmente nei tessuti operati, invece, necessitano che tutti gli elementi siano della stessa qualità,
poiché il rovescio passa, ad intervalli, nella faccia opposta e partecipa alla formazione del dritto (doppia faccia
alternati).
Come vedremo nel prossimo paragrafo, per realizzare un tessuto a doppia faccia è necessario scegliere i punti di
legatura delle due catene (o delle due trame) in maniera tale che essi compaiano su una sola faccia e che non siano
visibili sull’altra.
Riassumendo, con i tessuti a doppia faccia possiamo ottenere i seguenti risultati:
a) tessuti di maggior peso;
b) tessuti con ambe le facce uguali;
oppure, tessuti con facce disuguali in:
c) colore
d) disegno;
e) riduzione;
f) qualità/composizione delle fibre;
g) titolo dei filati.
Distingueremo in tutti i tessuti a doppia faccia:
• il dritto (francese: Endroit) - (inglese: Right side);
• il rovescio (francese: Envers) — (inglese: Back, Wrong—side).

TESSUTI COMPOSTI – Capitolo 1 Paolo Borgiotti Pagina 1


Regola di contiguità
Esaminiamo quale sia il comportamento dell’elemento doppio sulle rispettive facce
del tessuto.
Prendiamo in esame due fili adiacenti a e b le cui evoluzioni1 sono rappresentate
nella fig. 01-01, e consideriamo una sezione parallela a questi fili. L’andamento
nella fig. 01-02 rappresenta il profilo d’ordito dove i cerchi sono le trame sezionate.
Supponendo di guardare dalla parte sinistra, nel senso indicato dalla freccia D, si
vede il filo a la cui evoluzione corrisponde esattamente a quella indicata nella fig.
01-01.
Se passiamo a guardare dalla parte opposta, nel senso indicato dalla freccia R,
vediamo il filo b che copre interamente il filo a e lo rende invisibile; mentre dalla
parte della freccia D, il filo a copre interamente quello b e lo rende invisibile a sua
Fig. 01-01 volta.
Se quindi immaginiamo una serie di fili a ed un’altra di fili b, una costituirà
esclusivamente una faccia del tessuto cioè dal lato D; mentre l’altra costituirà la
Fig. 01-02 faccia opposta R.
Questa disposizione particolare di sdoppiamento dei fili e la conseguente formazione delle rispettive e distinte facce
del tessuto è dovuta al fatto, che i punti pieni del filo b (fig. 01-01) sono a contatto con i punti pieni del filo a e,
viceversa, i punti vuoti del filo a sono a contatto con punti vuoti posti sul filo b.
Esaminiamo invece la punteggiatura della fig. 01-03 e la relativa sezione riportata
in fig. 01-04 dalla quale si osserva l’evoluzione dei due fili adiacenti a’ e b’.
E’ evidente che, in questa sezione, la sovrapposizione dei fili non avviene
perfettamente, e cioè nel punto s il filo b’, che forma la faccia R del tessuto, viene a
comparire sulla faccia D, e viceversa il filo a’ della faccia D viene, in s, a comparire
sulla faccia R.
A causa di questo incrocio, le due facce del tessuto mostreranno promiscuamente
tanto i fili a’, quanto i fili b’.
Si è detto che lo sdoppiamento dei fili è dovuto alla contiguità (contatto) dei
quadretti pieni di un filo con quelli dell’altro e di quelli vuoti di questo con altri
quadretti vuoti del primo.
Fig. 01-03 Nel punto s vediamo che questa condizione non è soddisfatta e cioè, in s, il
quadretto del filo b’ non è a contatto con un altro quadretto simile sul filo a’, e
Fig. 01-04 viceversa.
Da questa opposizione nasce l’incrocio dei due fili e quindi la loro presenza su ambe le facce del tessuto.
Analogamente si può dimostrare lo sdoppiamento di due trame adiacenti.

Siano ad es. a’ e b’ due trame le cui evoluzioni sono segnate nella


Fig. 01-05 fig. 01-05.
Effettuando una sezione parallela, sezioneremo i fili che saranno
rappresentati con altrettanti cerchi (profilo di trama) nella fig. 01-06.
Se osserviamo dalla parte superiore D verso il basso vediamo
esclusivamente la trama a’, mentre la trama b’ è perfettamente
invisibile essendo sottoposta interamente alla trama a’.
Fig. 01-06
Nella fig. 01-06 troviamo che la sovrapposizione delle due trame è dovuta al contatto dei quadretti pieni della trama a’
con quelli pieni sulla trama b’ e, reciprocamente, i quadretti vuoti di questa a contatto con quelli vuoti della a’.

1
Nel corso della trattazione utilizzeremo, per la rappresentazione degli intrecci, quadratini di colore rosso e di colore nero. Com’è
noto la tessitura segue una logica binaria (pieno=filo sopra la trama – vuoto=filo sotto la trama) e, pertanto, i colori hanno solo un
significato descrittivo per il disegnatore. In altre parole non c’è alcuna differenza, da un punto di vista pratico, tra un punto pieno
rosso ed un punto pieno nero; entrambi significano che in quel punto il filo sta sopra la trama.

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Fig. 01-07
Al contrario la fig. 01-08, che rappresenta il profilo della
punteggiatura delle trame a” e b” della fig. 01-07, presenta, in s” e
s”, un loro incrocio e la conseguente impossibilità per essere
utilizzato nella costruzione di una doppia faccia esente da difetti.

Fig. 01-08

Enunciato della regola di contiguità


1. Individuata la regola che serve di fondamento ai tessuti a doppia faccia e che si basa sul contatto dei punti di
legatura fra due elementi adiacenti, possiamo enunciare:
1) Due elementi (fili o trame) si dicono contigui, quando i punti di legatura dell’uno sono a contatto con i
punti di legatura dell’altro.
Così diremo che nella fig. 01-01 il filo a è contiguo al filo b, perché i quadretti pieni del filo b sono a contatto
con quelli, pure pieni, del filo a; e, contemporaneamente, perché i quadretti vuoti del filo a sono a contatto
con quelli vuoti del filo b.
Allo stesso modo, nella fig. 01-05 si dirà che la trama a' è contigua alla trama b' adiacente, perché i punti di
legatura colorati di a' sono a contatto con quelli di b'; che i punti di legatura di b', sono a contatto con quelli
di a'.
In virtù di questa legge i due elementi contigui si sovrappongono e uno di essi nasconde l’altro.
Nel caso della fig. 01-01 il filo b passerà sotto ad a; e nella fig. 01-05 la trama b' passerà sotto ad a'.
2. Due elementi contigui si sdoppieranno e si copriranno meglio a vicenda quanto più il numero dei punti di
legatura in contatto sarà piccolo.
3. Due elementi contigui si sdoppieranno e si nasconderanno meglio a vicenda quanto più il contatto dei punti
di legatura avviene simmetricamente.
La fig. 01-14 che rappresenta il profilo della fig. 01-13, mostra come il filo b intrecci con le trame in punti
simmetrici alle briglie di catena del filo a e non ci sono ostacoli alla completa sovrapposizione.
All’opposto, la fig. 01-16 (che rappresenta il profilo dei fili a’ e b’ della fig. 01-15) mette in evidenza la
difficoltà che il filo b’ possa essere sottoposto al filo a’.

Scelta del profilo più adeguato


Approfondiamo il concetto di contiguità mediante alcuni esempi di profili.
Esempio di contiguità Esempio di scarsa Esempio di contiguità Esempio di scarsa contiguità
contiguità perfetta

Fig. 01-13 Fig. 01-15

Fig. 01-9 Fig. 01-11 Fig. 01-14 Fig. 01-16


Fig. 01-12
Fig. 01-10
Esaminando il profilo della fig. 01-10 è evidente che il filo a celerà il filo b nel miglior modo possibile mentre
altrettanto non può dirsi del filo a’ nella fig. 01-12.
La fig. 01-11 mostra chiaramente che il filo b’, avendo troppi punti di contatto con il filo a’, non potrà essere
ricoperto esattamente avendo quasi la stessa evoluzione.
Nella fig. 01-13, invece, avendo il filo b pochi punti di contatto col filo a, verrà da questo interamente
nascosto e, reciprocamente, b nasconderà a.

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TESSUTI A DOPPIA FACCIA PER ORDITO
I tessuti a doppia faccia per ordito sono costituiti da tre elementi: due orditi ed una serie di trame. L’intreccio è
ottenuto mediante due armature: una rappresenta l’intreccio della prima catena con la trama mentre la seconda
rappresenta l’intreccio della seconda catena sempre con la stessa trama (che è unica nel tessuto).
La fig. 02-01 rappresenta i profili di ordito e di trama di un tessuto
doppia faccia per ordito.
Dal profilo di ordito si nota che l’armatura del dritto deve essere ad
effetto d’ordito mentre quella del rovescio deve essere ad effetto di
trama1. Le armature che offrono i migliori risultati sono quelle che
possiedono uno spiccato dritto ed uno spiccato rovescio come i rasi, le
saie ed i derivati (elevata percentuale di presenza dell'elemento
principale).
Dal profilo di trama si osserva che la trama è visibile sia sul dritto che
Fig. 02-01 sul rovescio e che quindi influisce sull’aspetto delle due facce.
Facciamo, per ora, astrazione dalla natura della fibra impiegata, dal colore e dal titolo e teniamo solo conto della
riduzione sulle due facce e delle armature rispettive.
Le combinazioni che si possono avere con questi due dati generano i seguenti tipi di tessuti a doppia faccia per ordito:
a) uguale intreccio e riduzione in entrambe le facce.
b) uguale intreccio, ma con riduzione diversa sulle due facce.
c) riduzione uguale, ma intreccio diverso.
d) intreccio e riduzione differenti.
Quando l’ordito del diritto deve avere ugual numero di fili come nel rovescio, allora le armature rispettive verranno
intercalate l’una nell’altra, filo per filo; i fili di una delle due armature avranno la numerazione dispari, e quelli
dell’altra la numerazione pari.
In questo caso si usa dire che il tessuto è a doppia faccia per ordito 1-1.
Se, invece, l’ordito del dritto ha un numero di fili doppio rispetto a quello del rovescio, è chiaro che ad ogni due fili del
diritto si dovrà intercalare un filo del rovescio ed allora si dirà che il tessuto è a doppia faccia per ordito 2-1.

Tessuto a doppia faccia per ordito 1-1 con armature uguali.


Si ribadisce, anzitutto, che se combiniamo due armature uguali, l’una ad effetto di catena e l’altra ad effetto di trama,
il tessuto risultante avrà entrambe le facce esterne ad effetto di catena 2.
Supponiamo quindi di voler costruire l’armatura di un tessuto a doppia faccia per ordito avente il dritto ed il rovescio
in raso da 5 ad effetto di catena.

La fig. 02-02 rappresenta l’armatura del dritto e la fig. 02-03 quella


del rovescio ma quest’ultima deve essere scritta ad effetto di trama
affinché, sulla faccia del rovescio, appaia l’effetto richiesto.

Fig.
02-02 Fig. 02-03

L’armatura fig. 02-03 può essere scritta in altre 4 posizioni differenti come mostrano le fig. 02-04, 05, 06 e 07.

Fig. 02-04 Fig. 02-05 Fig. 02-06 Fig. 02-07

1
Si ricorda che l’armatura ad effetto di trama sul dritto si presenta ad effetto di catena sul rovescio.
2
E’ opportuno sottolineare che non è possibile costruire i tessuti di questo genere mettendo in doppia faccia le armature: tela,
batavie, nattés, levantine damascate.

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Intercalando ai fili dell’armatura di fig. 02-02 quelli del rovescio, otterremo 5 combinazioni diverse indicate
rispettivamente nelle fig. 02-08, 09, 10, 11 e 12.

Fig. 02-08 Fig. 02-09 Fig. 02-10 Fig. 02-11 Fig. 02-12
(con 02-03) (con 02-05) (con 02-07) (con 02-06) (con 02-04)
Di queste 5 combinazioni è necessario vedere quali siano le più convenienti.
Esaminiamo per prima la fig. 02-08 ed è facile osservare che ogni filo del rovescio ha i suoi punti di legatura in
contatto, a destra, con quelli dei fili del dritto e questa contiguità fa sì che i fili del rovescio tenderanno a scorrere
sotto ai rispettivi fili di destra appartenenti al dritto.
L’armatura della fig. 02-10 presenta analoga disposizione. Infatti, i fili del rovescio, essendo a contatto con i loro punti
di legatura a sinistra con quelli del dritto, causeranno lo sdoppiamento ovvero i fili del rovescio tenderanno a portarsi
sotto i fili del diritto a sinistra.

Analizzando l’armatura della fig. 02-09 troviamo punti di legatura dei fili del rovescio a contatto a sinistra ed a destra
coi fili del dritto. Ciò vorrà dire che i fili del rovescio non avranno tendenza a portarsi sotto ai fili del dritto posti alla
loro sinistra piuttosto che a quelli di destra. Perciò il nascondimento avverrà per opera di due fili
contemporaneamente e quindi in condizioni migliori che non nelle due precedenti armature esaminate.
L’armatura della fig. 02-11 ha pure i fili del rovescio con doppia contiguità, ma in migliori condizioni della fig. 02-09; e
ciò grazie al 3° principio esposto nelle generalità.
In analoghe condizioni si trova l’armatura della fig. 02-12.
Per cui, delle 5 combinazioni sono da ritenersi migliori le soluzioni delle fig. 02- 11, 12.

Regole per la costruzione dei doppia faccia per ordito 1-1


Possiamo quindi dare le seguenti regole:
a) Scrivere l’armatura del dritto e (dare i numeri
dispari ai fili e la numerazione normale alle
trame). Fig.02-13

b) Scrivere l’armatura del rovescio ad effetto di


trama e che abbia uguale rapporto della prima
(dare i numeri pari ai fili e la numerazione Fig. 02-14
normale alle trame).

c) Combinare insieme le due armature intercalando


i fili in modo tale che i quadretti pieni dei fili del
rovescio siano a contatto con i quadretti pieni, a Fig. 02-15
sinistra ed a destra, appartenenti ai fili del
diritto.

Costruzione dei doppia faccia per ordito mediante messincarta


La costruzione dei tessuti a doppia faccia d’ordito può essere effettuata, in maniera più semplice, ricorrendo ad una
messincarta ottenuta combinando le armature del diritto (abbreviato SUP che sta per “superiore”) e del rovescio
(abbreviato INF che sta per “inferiore”). Utilizzando questa tecnica l’armatura del dritto deve essere scritta ad effetto
di trama (invece che ad effetto di ordito come si fa normalmente nei tessuti a doppia faccia per ordito).

SUP INF
Fig. 02-16 Fig. 02-17

La fig. 02-18 rappresenta la messincarta ottenuta sovrapponendo l’armatura


dell’INF (fig. 02-17) a quella del SUP (fig. FD-16).
Fig. 02-18 Ovviamente l’armatura dell’INF deve avere i punti disposti in modo tale da non
sovrapporsi con quelli del SUP.

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La messincarta può anche essere rappresentata nella forma della fig. 02-19 ed è denominata “a punti e linee”.
Questa tecnica consente di inserire i punti dell’intreccio dell’INF osservando con facilità la
regola di contiguità. La linea viene infatti posta laddove dovrebbe essere collocato il filo del
secondo intreccio in posizioni tali che le lineette non siano coperte né a destra, né a sinistra, dai
punti del primo intreccio.
La messincarta a “a punti e linee”, come vedremo, è particolarmente utile per i tessuti a
riduzioni differenti per i quali non sarebbe utilizzabile la messincarta a “punti pieni”.
Fig. 02-19

Alla messincarta deve essere associata un’appropriata “nota di lettura” ovvero un’indicazione che ne consenta
l’interpretazione e la sua trasformazione in un intreccio.
Nota di lettura
Ogni corda (colonna di quadratini nelle messincarta) vale 2 fili.
Ogni passo (riga di quadratini nella messincarta) vale 1 trama.
Leggere dalla messincarta:
• Per i fili dispari leggere fondo e nero
• Per i fili pari leggere nero

Seguendo le indicazioni della “nota di lettura” siamo in grado


interpretare la messincarta “a punti e linee” di fig. 02-19 e di
produrre l’intreccio e, da quest’ultimo, ricavare rimettaggio (in
due corpi) ed armatura licci rappresentati in fig. 02-20.

Fig. 02-20

Per la costruzione del rimettaggio, osservando che i fili del diritto (1,3,5,7,9) levano di più di quelli del rovescio (2,4, 6,
8, 10), non appare ragionevole utilizzare una disposizione diretta (o seguita) in quanto i fili del diritto, facendo un
maggior lavoro di quelli del rovescio, debbono essere messi sui quadri più vicini al tessitore.
Con il rimettaggio diretto si instaurerebbero, infatti, diversità di tensioni tra i fili. In particolare il quadro più lontano
dal tessitore, che deve alzare più di quello più vicino (affinché si ottenga un’apertura pulita del passo), sarebbe
sottoposto ad una maggior tensione rispetto a quella del filo rimesso nel liccio più vicino. Questa diversità di tensione
provocherebbe imperfezioni sul tessuto e da ciò discende la necessità di diminuire al massimo le differenze di tensione
fra due o più fili vicini che possono produrre slegature molto gonfie, alternate a slegature molto piatte e conseguente
alterazione della regolarità e compattezza del tessuto.
Se osserviamo la fig. 02-35 notiamo che questa modalità di rimettaggio (detta “per corpi”) permette di collocare vicino
al pettine i quadri che fanno maggior lavoro (quadri del diritto ).

PRODUZIONE DEI TESSUTI DOPPIA FACCIA PER ORDITO SULLE MACCHINE PER TESSERE
Le macchine per tessere, sia a licci che Jacquard, consentono la costruzione dei doppia faccia per ordito solo se la
densità dei fili d'ordito (riduzione in ordito) è adeguata.
Nei tessuti doppia faccia per ordito la densità di ordito dovrà essere molto superiore rispetto a quella di un tessuto
semplice realizzato con gli stessi titoli dei filati. Questo perché i fili si dovranno sovrapporre scorrendo l'uno rispetto
all'altro grazie alla regola di contiguità.

TESSUTI COMPOSTI – Capitolo 2 Paolo Borgiotti Pagina 6


ESEMPI DI DOPPIA FACCIA PER ORDITO 1-1 CON ARMATURE UGUALI
Di seguito sono riportati alcuni esempi di tessuti a doppia faccia per ordito 1-1 con ambedue le facce uguali. Le
armature però non sono orientate nello stesso modo; quella del rovescio, infatti, deve essere scritta nella posizione
più conveniente per avere la combinazione perfetta con quella del dritto.
Esempio 03-1 - Doppia faccia di ordito in raso da 4
SUP INF Per costruire l’intreccio del tessuto a doppia
faccia utilizzeremo la tecnica della messincarta
e, pertanto, l’intreccio del dritto (che in realtà
deve essere ad effetto pesante) viene
Fig. 03-01 Fig. 03-02 rappresentato ad effetto leggero.
La fig. 03-03 rappresenta la messincarta
ottenuta sovrapponendo l’armatura dell’INF (fig.
03-02) a quella del SUP (fig. 03-31). La fig. 03-04
Fig. 03-03 Fig. 03-04
rappresenta la messincarta “a punti e linee”

Nota di lettura
Ogni corda (colonna di quadratini nelle messincarta) vale 2 fili.
Ogni passo (riga di quadratini nella messincarta) vale 1 trama.
Leggere dalla messincarta:
• Per i fili dispari leggere fondo e nero
• Per i fili pari leggere nero
Seguendo le indicazioni della “nota di lettura” siamo in grado di disegnare l’intreccio a partire dalla messincarta “a
punti e linee”:
La fig. 03-05 rappresenta intreccio,
rimettaggio ed armatura licci del
doppia faccia d’ordito in raso da 4.
La fig. 03-06 rappresenta il profilo
della prima corda della messincarta
di fig. 03-04 ovvero l’evoluzione
dei fili n.1 e n.2.

Fig. 03-05
Fig. 03-06

Esempio 03-2 - Doppia faccia di ordito in saia da 3


SUP INF

Fig. 03-07
Fig. 03-08
La fig. 03-09 rappresenta la messincarta ottenuta
sovrapponendo l’armatura dell’INF (fig. 03-08) a
quella del SUP (fig. 03-07). La fig. 03-10 rappresenta
la messincarta “a punti e linee”
Fig. 03-09 Fig. 03-10

Seguendo le indicazioni della “nota di lettura” dell’esempio 03-1 siamo in grado di disegnare l’intreccio a partire dalla
messincarta “a punti e linee”:
La fig. 03-11 rappresenta intreccio,
rimettaggio ed armatura licci del
doppia faccia d’ordito in saia da 3.
La fig. 03-12 rappresenta il profilo
della prima corda della messincarta
di fig. 03-10 ovvero l’evoluzione dei
fili n.1 e n.2.

Fig. 03-11 Fig. 03-12

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Esempio 03-3 - Doppia faccia di ordito in saia da 4
SUP INF

Fig. 03-13 Fig. 03-14


La fig. 03-15 rappresenta la messincarta ottenuta
sovrapponendo l’armatura dell’INF (fig. 03-14) a quella del
SUP (fig. 03-13). La fig. 03-16 rappresenta la messincarta “a
punti e linee”
Fig. 03-15 Fig. 03-16
Seguendo le indicazioni della “nota di lettura” dell’esempio 03-1 siamo in grado di disegnare l’intreccio a partire dalla
messincarta “a punti e linee”:
La fig. 03-17 rappresenta
intreccio, rimettaggio ed
armatura licci del doppia faccia
d’ordito in saia da 4.
La fig. 03-18 rappresenta il
profilo della prima corda della
messincarta di fig. 03-16 ovvero
Fig. 03-17 l’evoluzione dei fili n.1 e n.2.
Fig. 03-18

Esempio 03-4 - Doppia faccia di ordito in épingline da 4


SUP INF

Fig. 03-19 Fig. 03-20


La fig. 03-21 rappresenta la messincarta ottenuta
sovrapponendo l’armatura dell’INF (fig. 03-20) a quella del
SUP (fig. 03-19). La fig. 03-22 rappresenta la messincarta “a
punti e linee”

Fig. 03-21 Fig. 03-22


Seguendo le indicazioni della “nota di lettura” dell’esempio 03-1 siamo in grado di disegnare l’intreccio a partire dalla
messincarta “a punti e linee”:
La fig. 03-23 rappresenta intreccio,
rimettaggio ed armatura licci del
doppia faccia d’ordito in épingline
da 4.
La fig. 03-24 rappresenta il profilo
della prima corda della messincarta
di fig. 03-22 ovvero l’evoluzione
dei fili n.1 e n.2.

Fig. 03-23

Fig. 03-24

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Esempio 03-5 - Doppia faccia di ordito in rasato da 7
SUP INF

Fig. 03-25 Fig. 03-26


La fig. 03-27 rappresenta la messincarta ottenuta
sovrapponendo l’armatura dell’INF (fig. 03-26) a
quella del SUP (fig. 03-25). La fig. 03-28
rappresenta la messincarta “a punti e linee”

Fig. 03-27 Fig. 03-28


Seguendo le indicazioni della “nota di lettura” dell’esempio 03-1 siamo in grado di disegnare l’intreccio a partire dalla
messincarta “a punti e linee”:
La fig. 03-29 rappresenta
intreccio, rimettaggio ed
armatura licci del doppia
faccia d’ordito in rasato da 7.
La fig. 03-30 rappresenta il
profilo della prima corda della
messincarta di fig. 03-28
ovvero l’evoluzione dei fili n.1
e n.2.

Fig. 03-29 Fig. 03-30

ESEMPI DI DOPPIA FACCIA PER ORDITO 1-1 CON ARMATURE DISUGUALI


Le combinazioni per doppia faccia in ordito si possono fare anche fra armature disuguali.
Di seguito sono riportati alcuni esempi di tessuti a doppia faccia per ordito 1-1 con le due facce differenti.

Esempio 03-6 - Doppia faccia di ordito in batavia da 4 e saia 4


SUP INF

Fig. 03-31
Fig. 03-32
La fig. 03-33 rappresenta la messincarta ottenuta
sovrapponendo l’armatura dell’INF (fig. 03-32) a
quella del SUP (fig. 03-31). La fig. 03-34
Fig. 03-33
rappresenta la messincarta “a punti e linee”
Fig. 03-34

Seguendo le indicazioni della “nota di lettura” dell’esempio 03-1 siamo in grado di disegnare l’intreccio a partire dalla
messincarta “a punti e linee”:

TESSUTI COMPOSTI - Capitolo 3 Paolo Borgiotti Pagina 9


La fig. 03-35 rappresenta intreccio,
rimettaggio ed armatura licci del
doppia faccia d’ordito in batavia da 4 e
saia da 4.
La fig. 03-36 rappresenta il profilo
della prima corda della messincarta di
fig. 03-34 ovvero l’evoluzione dei fili
n.1 e n.2.
Fig. 03-35

Fig. 03-36

Esempio 03-7 - Doppia faccia di ordito in rasato da 8 e raso da 8


SUP (effetto opposto del SUP 03-70) INF

Fig. 03-37 Fig. 03-38 Fig. 03-39


La fig. 03-40 rappresenta la messincarta
ottenuta sovrapponendo l’armatura dell’INF
(fig. 03-39) a quella invertita del SUP (fig. 03-
38). La fig. 03-41 rappresenta la messincarta “a
punti e linee”

Fig. 03-40 Fig. 03-41

Seguendo le indicazioni della “nota di lettura” dell’esempio 03-1 siamo in grado di disegnare l’intreccio a partire dalla
messincarta “a punti e linee”:

La fig. 03-42 rappresenta intreccio,


rimettaggio ed armatura licci del
doppia faccia d’ordito in rasato da 8 e
raso da 8.
La fig. 03-43 rappresenta il profilo della
prima corda della messincarta di fig.
03-41 ovvero l’evoluzione dei fili n.1 e
n.2.

Fig. 03-42
Fig. 03-43

ESEMPI DI DOPPIA FACCIA PER ORDITO 1-1 CON ARMATURE DI DISUGUALE RAPPORTO
Le combinazioni per doppia faccia in ordito si possono fare anche fra armatura di disuguale rapporto.
In questo caso occorre portarle ad un minimo rapporto comune.

TESSUTI COMPOSTI - Capitolo 3 Paolo Borgiotti Pagina 10


Esempio 03-8 - Doppia faccia di ordito in batavia da 4 e raso da 8
SUP INF

Fig. 03-44
Fig. 03-45
(ampliamento del SUP 03-44) Fig. 03-46
La fig. 03-47 rappresenta la messincarta
ottenuta sovrapponendo l’armatura dell’INF (fig.
03-46) a quella invertita del SUP (fig. 03-45). La
fig. 03-48 rappresenta la messincarta “a punti e
linee”

Fig. 03-47 Fig. 03-48

Seguendo le indicazioni della “nota di lettura” dell’esempio 03-1 siamo in grado di produrre l’intreccio a partire dalla
messincarta “a punti e linee”:

La fig. 03-49 rappresenta


intreccio, rimettaggio ed
armatura licci del doppia faccia
d’ordito in batavia da 4 e raso da
8.
La fig. 03-50 rappresenta il profilo
della prima corda della
messincarta di fig. 03-48 ovvero
l’evoluzione dei fili n.1 e n.2.

Fig. 03-49

Fig. 03-50

Passatura nel pettine nei doppia faccia per ordito 1-1


Per facilitare la formazione regolare del tessuto è buona norma passare i fili nel pettine in modo da rispettare le
modalità costruttive dell’intreccio:
Riduzione Passatura dei fili nel pettine
1-1 4, 6, 8 fili per dente

TESSUTI COMPOSTI - Capitolo 3 Paolo Borgiotti Pagina 11


Doppia faccia in ordito con riduzioni 2-1
Se si vogliono ottenere due facce del tessuto costruite con titoli dei filati diversi, la riduzione 1-1 non consente,
all'elemento più fine, di realizzare una copertura perfetta dell'altro elemento, più grosso, che diventa visibile dal lato
dell'elemento più fine. Per compensare queste differenze di titolo degli elementi si costruiscono tessuti doppia faccia
con riduzioni diverse da 1-1.
I doppia faccia per ordito con riduzioni 2-1 si costruiscono in modo analogo a quelli 1-1; varia solo l’ordine con cui si
intercalano i fili del rovescio fra quelli del diritto.
Per questo tipo di doppia faccia di ordito le regole possono essere enunciate nel modo seguente:

a) Scrivere l’armatura del dritto e dare ai fili i numeri 1, 2, 4, 5, 7, 8, 11, 13,


14 ecc. e la numerazione normale alle trame).

Fig.04-01

b) Scrivere l’armatura del rovescio ad effetto di trama e che abbia, in


trama, uguale rapporto della prima ed, in ordito, metà (dare ai fili 3, 6, 9,
12, 15 ecc. ai fili e la numerazione normale alle trame).
Fig. 04-02

c) Combinare insieme le due armature intercalando i fili in modo tale che i


quadretti pieni dei fili del rovescio siano a contatto con i quadretti pieni,
a sinistra ed a destra, appartenenti ai fili del diritto.
Fig. 04-03

Anche in questo caso, per facilitare la costruzione si può utilizzare la messincarta.


Messincarta “a punti pieni”
costruita sovrapponendo
l’intreccio del dritto scritto
Messincarta “a punti e linee”
ad effetto di trama con
quello del rovescio Fig. 04-04 Fig. 04-05

Nota di lettura per doppia faccia per ordito 2-1


Due corde (due colonne di quadratini nelle messincarta) contengono 3 fili.
Ogni passo (riga di quadratini nella messincarta) vale 1 trama.
Leggere dalla messincarta:
• Per i fili 1, 2, 4, 5, 7, 8 ecc. leggere fondo e nero
• Per i fili 3, 6, 9 leggere nero
Seguendo le indicazioni della “nota di lettura”
siamo in grado di produrre l’intreccio a partire dalla
messincarta “a punti e linee”.

La fig. 04-06 rappresenta intreccio, rimettaggio ed


armatura licci del doppia faccia d’ordito in riduzioni
2-1.
Il profilo d’ordito mette in evidenza la contiguità dei
fili 2, 3 e 4 dell’armatura. Si osservi come il filo del
rovescio abbia diametro maggiore rispetto a quelli
Fig. 04-06
del dritto.

TESSUTI COMPOSTI –Capitolo 4 Paolo Borgiotti Pagina 12


Si osservi che i fili del rovescio devono avere titolo più basso (titolo indiretto) rispetto a quello dei fili del dritto. Infatti
ciascun filo del rovescio deve “coprire” due fili del dritto ed, in teoria, quindi, il Nm del filo del rovescio deve essere
pari ad ¼ del Nm dei fili del dritto (ovvero il Tex del rovescio deve essere pari a 4 volte il Tex del diritto).

Per maggiori approfondimenti delle relazioni tra titolo e diametro si consulti il paragrafo Appendice 1.

Esempio 04-10 - Doppia faccia per ordito in riduzioni 2-1 - Dritto rasato da 7 – Rovescio levantina da 7
SUP INF

Fig. 04-07 Fig. 04-08

In questo caso, avendo le armature del SUP e dell’INF lo


stesso numero di fili di rapporto, si raddoppia l’armatura
del SUP nel senso dell’ordito, e si attribuisce ai fili la
numerazione indicata nella regola costruttiva.

Fig. 04-09

La fig. 04-10 è stata ottenuta alternando, nell’ordine 2-1 i


fili delle armature delle fig. 04-09 e 04-08.

Fig. 04-10

Anche in questo caso possiamo costruire la messincarta a


partire dall’armatura del SUP (rasato da 7 di fig. 04-07)
disegnata ad effetto leggero e raddoppiata nel senso
dell’ordito e sovrapponendo a questa, l’armatura dell’INF
di fig. 04-08.
Fig. 04-11
La fig. 04-12 rappresenta la messincarta “a punti e linee”
relativa alla messincarta “a punti pieni” della fig. 04-11.

Fig. 04-12

Seguendo le indicazioni della “nota di lettura” dell’esempio precedente siamo in grado di produrre l’intreccio a partire
dalla messincarta “a punti e linee”:
La fig. 04-13 rappresenta intreccio, rimettaggio ed
armatura licci del doppia faccia per ordito in rasato da 7
e levantina da 7.

Fig. 04-13

TESSUTI COMPOSTI –Capitolo 4 Paolo Borgiotti Pagina 13


Esempio 04-11 - Doppia faccia per ordito in riduzioni 2-1 - Dritto reps obliquo da 7 – Rovescio saia da 7
SUP INF In questo caso l’intreccio del dritto deve
essere raddoppiato nel senso dell’ordito.
Utilizzando il metodo della messincarta lo si
disegna con effetto leggero e si sovrappone
Fig. 04-14 Fig. 04-15
l’intreccio del rovescio.

La fig. 04-16 rappresenta la messincarta “a


punti e linee” ottenuta sovrapponendo
l’armatura dell’INF (fig. 04-15) a quella del
SUP (fig. 04-14).
La fig. 04-17 rappresenta il rapporto
Fig. 04-16 Fig. 04-17 d’intreccio realizzato mediante la nota di
lettura per doppia faccia per ordito 2-1.

Esempio 04-12 - Doppia faccia per ordito in riduzioni 2-1 - Dritto épingline da 8 – Rovescio saia da 4
SUP INF In questo caso l’intreccio del rovescio deve essere
raddoppiato nel senso della trama. Utilizzando il
metodo della messincarta si disegna l’intreccio del
diritto con effetto leggero e si sovrappone l’intreccio
del rovescio.
Fig. 04-18 Fig. 04-19

La fig. 04-20 rappresenta la messincarta “a punti e


linee” ottenuta sovrapponendo l’armatura dell’INF
(fig. 04-19) a quella del SUP (fig. 04-18).
La fig. 04-21 rappresenta il rapporto d’intreccio
realizzato mediante la nota di lettura per doppia
Fig. 04-20 Fig. 04-21 faccia per ordito 2-1.

Esempio 04-13 - Doppia faccia per ordito in riduzioni 2-1 - Dritto reps obliquo a briglie ripetute – Rovescio rasato da
13
SUP INF In questo caso l’intreccio del dritto deve essere
raddoppiato nel senso dell’ordito. Utilizzando il
metodo della messincarta si disegna l’intreccio del
diritto con effetto leggero e si sovrappone
l’intreccio del rovescio.

Fig. 04-22 Fig. 04-23


La fig. 04-24 rappresenta la messincarta “a punti e
linee” ottenuta sovrapponendo l’armatura dell’INF
(fig. 04-23) a quella del SUP (fig. 04-22).

Fig. 04-24
La fig. 04-25 rappresenta il rapporto d’intreccio
realizzato mediante la nota di lettura per doppia
faccia per ordito 2-1.

Fig. 04-25

TESSUTI COMPOSTI –Capitolo 4 Paolo Borgiotti Pagina 14


Passatura nel pettine nei doppia faccia per ordito 2-1
Per facilitare la formazione regolare del tessuto è necessario passare i fili nel pettine in modo da rispettare le modalità
costruttive dell’intreccio:
Riduzione Passatura dei fili nel pettine
2-1 3 o 6 fili per dente
3-1 4 o 8 fili per dente

Nei tessuti 2-1 è bene che i fili del rovescio siano passati fra quelli del diritto, ossia “non debbano toccare il dente”
come è rappresentato nelle passature delle fig. 04-26 e 27:

1 filo del dritto


1 dente 1 filo del rovescio
1 filo del dritto Fig. 04-26
oppure:
1 filo del dritto
1 filo del rovescio
1 dente 2 fili del dritto
1 filo del rovescio Fig. 04-27

1 filo del dritto

La fig. 04-28 mostra come dovrebbe essere


realizzata la passatura nel pettine per
l’esempio 04-13 fig. 04-25.

Fig. 04-28

Doppia faccia per ordito con riduzioni 3-1


I doppia faccia per ordito con riduzioni 3-1 hanno la catena della faccia superiore con una riduzione tripla di quella
della faccia inferiore.
Per questo tipo di doppia faccia di ordito le regole, simili a quelle già esaminate per gli altri tipi, possono essere
enunciate nel modo seguente:

d) Scrivere l’armatura del dritto e dare ai fili i


numeri 1, 2,3, 5, 6, 7, 9, 10, 11, 13, 14, 15
ecc. e la numerazione normale alle trame).
Fig.04-29

e) Scrivere l’armatura del rovescio ad effetto


di trama e che abbia, in trama, uguale
rapporto della prima ed, in ordito, un terzo
(dare i 4, 8, 12, 16 ecc. ai fili e la
numerazione normale alle trame).
Fig. 04-30

f) Combinare insieme le due armature


intercalando i fili in modo tale che i
quadretti pieni dei fili del rovescio siano a
contatto con i quadretti pieni, a sinistra ed
a destra, appartenenti ai fili del diritto.
Fig. 04-31
Anche in questo caso, per facilitare la costruzione si può utilizzare la messincarta disegnando l’armatura del diritto, ad
effetto leggero, ampliata 3 volte nel senso dell’ordito, e sovrapponendo l’armatura del rovescio:

TESSUTI COMPOSTI –Capitolo 4 Paolo Borgiotti Pagina 15


Messincarta “a punti e linee”

Fig. 04-32

Nota di lettura per doppia faccia per ordito 3-1


Tre corde (colonne di quadratini nelle messincarta) contengono 4 fili.
Ogni passo (riga di quadratini nella messincarta) vale 1 trama.
Leggere dalla messincarta:
• Per i fili 1, 2, 3, 5, 6, 7 … ecc. leggere fondo e nero
• Per i fili 4, 8, 12 … ecc. leggere nero

I doppia faccia per ordito 3-1 sono molto meno utilizzati rispetto ai precedenti anche perché è più difficile ottenere il
rispetto della regola di contiguità. Come si può osservare dall’esempio di fig. 04-35, il filo del rovescio è “coperto” solo
dai fili contigui subito a sinistra ed a destra e non dai tre fili del diritto che sono passati tra due denti del pettine.

Fig. 04-33 Fig. 04-34

La fig. 04-33 mostra la disposizione dei fili in un La fig. 04-34 mostra la disposizione dei fili in un
tessuto doppia faccia d’ordito con riduzione 2-1 per tessuto doppia faccia d’ordito con riduzione 3-1 per il
il quale è rispettata la regola di contiguità. I fili del quale non è completamente rispettata la regola di
rovescio possono avere un diametro doppio contiguità. I fili del rovescio possono avere un
rispetto a quelli del diritto e la copertura può diametro circa doppio rispetto a quelli del diritto e la
essere perfetta. copertura, sul rovescio non può essere perfetta.
Se non è rispettata perfettamente la regola di contiguità i fili del rovescio possono comunque assolvere a compiti di
tipo tecnico come, per esempio, aumentare il peso, la resistenza, la coibenza termica ecc.

Doppia faccia per ordito con legatura incompleta dei fili


Talvolta si costruiscono tessuti doppia faccia per ordito 3-1 con fili del rovescio che si legano solo con una parte delle
trame.

Sono casi particolari nei quali non si ricerca una copertura perfetta ma, piuttosto, di raggiungere obiettivi di tipo
tecnico. Con questa tecnica si possono realizzare tessuti con riduzioni 1-1, 2-1 e 3-1. Nell’esempio di fig. 04-37 è stato
utilizzata una riduzione 3-1.
SUP INF Come si può osservare la punteggiatura dell’INF di
fig. 04-36 non è un’armatura che abbia senso in
quanto contiene trame senza punti di legatura.

Fig. 04-35 Fig. 04-36


La fig. 04-37 rappresenta il rapporto d’intreccio
che evidenzia come i fili del rovescio leghino solo
con alcune trame.
Dall’intreccio si può anche osservare che, per i 4
fili di ogni corda, non è soddisfatta
completamente la regola di contiguità.
Fig. 04-37

TESSUTI COMPOSTI –Capitolo 4 Paolo Borgiotti Pagina 16


TESSUTI A DOPPIA FACCIA PER TRAMA
Sono costituiti da un solo ordito e da due serie di trame, l’una per la faccia superiore (SUP) o dritto, l’altra per la faccia
inferiore (INF) o rovescio.
Per la costruzione dei tessuti a doppia faccia per trama le armature che
producono i risultati migliori sono quelle che hanno uno spiccato diritto
e, di conseguenza, un altrettanto spiccato rovescio. Rasi, spine e derivati
sono gli intrecci che meglio assolvono allo scopo.
Come si può osservare dai profili di ordito e di trama di fig. 05-01, per
questa particolare applicazione, l’armatura del diritto deve essere ad
effetto leggero (punti pieni in minor numero rispetto ai punti vuoti)
mentre quella del rovescio ad effetto pesante 1.
Dal profilo di ordito si osserva che l’ordito è visibile sia sul dritto che sul
Fig. 05-01
rovescio e che quindi influisce sull’aspetto delle due facce.
Anche per i tessuti doppia faccia per trama si sfrutta la regola di contiguità e, pertanto, le due armature del diritto e
del rovescio devono essere combinate in modo tale da rispettare tale regola (questo significa che è necessario
spostare la partenza dell’armatura finché non si determina una condizione soddisfacente).

Le regole per combinare due armature a questo scopo sono le seguenti:


a) Scrivere l’armatura del dritto, ad effetto di trama, dando alle trame i numeri 1, 3, 5, 7, 9, 11, 13, 15, 17, ecc.,
ed ai fili la normale numerazione.
b) Scrivere l’armatura del rovescio ad effetto di catena, di uguale rapporto della precedente, con numeri 2, 4, 6,
8, 10, 12, 14, 16, ecc., alle trame e sequenziali ai fili.
c) Combinare le due armature trama a trama, in modo che le legature (punti vuoti) delle trame di rovescio
siano contigue al disopra e al disotto con altri punti vuoti  situati sulle trame del dritto.

Il modo di combinare le due armature fra loro si può dedurre esaminando l’intreccio fig. 05-02, che rappresenta il
doppio raso da 5, per trama, con riduzione 1-1.
Esaminando le trame troviamo che esse sono legate dove può esservi la contiguità
sulle trame adiacenti del dritto o, in altre parole, le trame di rovescio 2, 4, 6, 8, 10 si
legano con i fili in modo che le proprie legature (rappresentate dal quadratino
vuoto) siano a contatto con caselle simili, sopra e sotto, sulle trame del dritto 1, 3,
5, 7, 9 che sono ad esse adiacenti.

Fig. 05-02

Per questo fatto, le trame del rovescio si porteranno sotto a quelle del dritto e le
legature saranno invisibili tanto da una parte che dall’altra come si può vedere dal
profilo di fig. 05-03.
Fig. 05-03

Nei tessuti doppia faccia per trama, come mostra la fig. 05-04, non si utilizza il
rimettaggio “per corpi” in quanto è presente una sola catena.
Il rimettaggio è diretto e l’armatura dei licci coincide con l’intreccio.

Fig 05-04

1
Si fa notare che l’armatura è ad effetto di catena perché si disegna osservando il tessuto dal dritto ma essa, osservando il tessuto
dal rovescio, presenta un effetto di trama.
TESSUTI COMPOSTI – Capitolo 5 Paolo Borgiotti Pagina 17
Le fig. 05-05 e 06 mostrano le due facce del
tessuto realizzato con i seguenti colori dei filati:

Si osservi la presenza del colore d’ordito su


SUP Fig. 05-05 INF Fig. 05-06 entrambe le facce del tessuto.

Nei tessuti a doppia faccia per trama troviamo analoghe diciture a quelle usate per i doppia faccia per ordito.
Dicendo, ad esempio, doppia faccia per trama 1-1, s’intende che le due armature si combineranno trama a trama, e
che le due facce avranno uguale riduzione in trama.
Si dirà 2-1 quando la riduzione in trama sul dritto sarà doppia di quella sul rovescio; 3-1 quando è tripla, ecc.
Infine si dirà 2-2, quando la riduzione è uguale sulle due facce, ma le trame sono inserite a due per volta in ciascuna
faccia; e, finalmente, 3-2 quando la riduzione del dritto è una volta e mezzo quella del rovescio e le trame sono
inserite a 3 e 2 per volta sul dritto e sul rovescio rispettivamente (normalmente con nota di colore 1A - 1B - 1A - 1B -
1A).

DOPPIA FACCIA PER TRAMA – RIDUZIONI 1-1

Esempio Doppia faccia per trama – Riduzioni 1-1 – Diritto e rovescio in raso da 8
Anche per i tessuti doppia faccia per trama possiamo ricorrere alla tecnica della messincarta per facilitare la
costruzione dell’intreccio. In questo esempio iniziamo disegnando l’armatura del diritto (raso da 8 ad effetto leggero)
utilizzando la normale partenza. Per completezza è stata tracciata anche l’armatura del rovescio (raso da 8 disegnato
ad effetto leggero anche se l'intreccio sarà ad effetto pesante) con uno spostamento della partenza adeguato allo
scopo.
Nella pratica non è necessario disegnare l’armatura del rovescio ed, invece, si vanno a posizionare i punti pieni di
quest’armatura direttamente sull’armatura del diritto ottenendo la messincarta “a punti pieni”. Ovviamente i punti
dell’armatura del rovescio devono essere posizionati in modo tale da rispettare la regola di contiguità e, nella
messincarta, questo implica che il punto pieno del rovescio sia posizionato in modo tale da avere un punto vuoto sia
sopra che sotto. Questo aspetto si visualizza meglio se, invece di realizzare la messincarta “a punti pieni”, si realizza la
messincarta “a punti e linee” perché le linee fanno meglio apprezzare il fatto che i punti sopra e sotto sono vuoti.
SUP INF Messincarta a punti pieni Messincarta a punti e linee

Fig. 05-07 Fig. 05-08 Fig. 05-09 Fig. 05-10

Per realizzare l’intreccio occorre la “nota di lettura” ovvero la modalità d’interpretazione della messincarta.
Nota di lettura
Ogni corda (colonna di quadratini nelle messincarta) vale 1 filo.
Ogni passo (riga di quadratini nella messincarta) vale 2 trame.
Leggere dalla messincarta:
• Per le trame dispari leggere rosso
• Per le trame pari leggere fondo e rosso
Seguendo le indicazioni della messincarta siamo in grado di produrre l’intreccio di fig.05-11

Fig. 05-12

Come si può osservare dal profilo di fig. 05-12 le trame del rovescio si portano sotto
a quelle del dritto e le legature sono invisibili tanto da una parte che dall’altra.

TESSUTI COMPOSTI – Capitolo 5 Paolo Borgiotti Pagina 18


Fig. 05-11

Esempio Doppia faccia per trama – Riduzioni 1-1 – Diritto épingline da 4; rovescio diagonale da 4
(intrecci dissimili di uguale rapporto)
SUP INF Messincarta a punti e linee Intreccio

Fig. 05-13 Fig. 05-14 Fig. 05-15 Fig. 05-16

Esempio Doppia faccia per trama – Riduzioni 1-1 – Diritto raso da 5; rovescio diagonale da 5
(intrecci dissimili di rapporto diverso)
SUP INF Messincarta a punti e linee Intreccio

Fig. 05-17 Fig. 05-18 Fig. 05-19

In questo caso l’armatura del diritto è stata raddoppiata nel senso delle trame

Fig. 05-20

Esempio Doppia faccia per trama – Riduzioni 1-1 – Diritto batavia da 4; rovescio raso da 8
(intrecci dissimili di rapporto diverso)
SUP INF Messincarta a punti e linee Intreccio

Fig. 05-21 Fig. 05-22 Fig. 05-23

In questo caso l’armatura del diritto è stata raddoppiata nel senso delle trame e dell’ordito.

Fig. 05-24

TESSUTI COMPOSTI – Capitolo 5 Paolo Borgiotti Pagina 19


E’ conveniente realizzare l’intreccio di fig. 05-24 con il rovescio sopra come
mostrato in fig. 05-25 perché il telaio è meno sollecitato dovendo sollevare solo un
Fig. 05-25 filo su otto quando viene inserita la trama del raso (nella soluzione mostrata in fig.
05- 24, invece, vengono sollevati sette fili su otto).

Esempio Doppia faccia per trama – Riduzioni 1-1 – Diritto saia da 3; rovescio rasato da 12
(intrecci dissimili di rapporto diverso)
SUP INF Messincarta a punti e linee Intreccio

Fig. 05-26 Fig. 05-27 Fig. 05-28

In questo caso l’armatura del diritto è stata ampliata nel senso delle trame e dell’ordito sul rapporto 12 x 12.

Fig. 05-29

E’ conveniente realizzare l’intreccio di fig. 05-29 con il rovescio sopra come


mostrato in fig. 05-30 perché il telaio è meno sollecitato dovendo
Fig. 05-30 sollevare solo due fili su dodici quando viene inserita la trama del rasato
(nella soluzione mostrata in fig. 05-29, invece, vengono sollevati dieci fili
su dodici).

Esempio Doppia faccia per trama – Riduzioni 1-1 – Diritto saia da 4; rovescio raso da 8
(intrecci dissimili di rapporto diverso)
SUP INF Messincarta a punti e linee Intreccio

Fig. 05-31 Fig. 05-32 Fig. 05-33

In questo caso l’armatura del diritto è stata ampliata nel senso delle trame e dell’ordito sul rapporto 8 x 8.

Profilo di trama Fig. 05-35


Fig. 05-34

TESSUTI COMPOSTI – Capitolo 5 Paolo Borgiotti Pagina 20


E’ conveniente realizzare l’intreccio di fig. 05-34 con il rovescio sopra come mostrato in fig. 05-36
perché il telaio è meno sollecitato dovendo sollevare solo un filo su otto quando viene inserita la
trama del raso (nella soluzione mostrata in fig. 05-34, invece, vengono sollevati sette fili su otto).

Fig. 05-36

DOPPIA FACCIA PER TRAMA – RIDUZIONI 2-1


In questi tessuti le trame s’inseriscono nell’ordine seguente:
• 2 inserzioni di trama nel dritto
• 1 inserzione di trama nel rovescio.
Le regole di combinazione delle due armature sono:
a) Dare i numeri 1, 2, 4, 5, 7, 8, 10, 11, 13, 14, 16, 17, ecc., alle trame del dritto.
b) L’armatura del rovescio deve avere metà trame di quella del dritto, con numeri 3, 6, 9, 12, 15, 18 alle
trame.
Le trame del rovescio (analogamente a quello che accade nei doppia faccia per ordito 2-1), dovendo ciascuna coprire
due trame del diritto, hanno titolo più basso (titolo indiretto). In pratica il diametro della trama del rovescio deve
essere circa il doppio di quello delle trame del dritto e, di conseguenza, il titolo Nm circa 1/4.
Per realizzare l’intreccio occorre la “nota di lettura” ovvero la modalità d’interpretazione della messincarta.
Nota di lettura
Ogni corda (colonna di quadratini nelle messincarta) vale 1 filo.
Ogni 2 passi (righe di quadratini nella messincarta) contengono 3 trame.
Leggere dalla messincarta:
• Per le trame 1, 2, 4, 5, 7, 8, 10, 11, 13, 14, 16, 17 leggere rosso
• Per le trame 3, 6, 9, 12, 15, 18 leggere fondo e rosso

Esempio Doppia faccia per trama – Riduzioni 2-1 – Diritto épingline da 4; rovescio saia da 4
Utilizzando le regole di combinazione:
SUP INF Intreccio Profilo di trama

Fig. 05-40
Si osservi come la legatura della trama 3 del rovescio sia coperta dalle
Fig. 05-38 trame contigue 2 e 4 del dritto
Fig. 05-37
Fig. 05-39
Utilizzando la messincarta:
SUP INF Messincarta a punti e linee Intreccio

Fig. 05-42
Fig. 05-43
Fig. 05-41
Fig. 05-44

TESSUTI COMPOSTI – Capitolo 5 Paolo Borgiotti Pagina 21


Esempio Doppia faccia per trama – Riduzioni 2-1 – Diritto épingline da 5; rovescio saia da 5
SUP INF Messincarta a punti e linee Intreccio

Fig. 05-46
Fig. 05-45 Fig. 05-47
Fig. 05-48

Esempio Doppia faccia per trama – Riduzioni 2-1 – Diritto raso da 5; rovescio saia da 5
SUP INF Messincarta a punti e linee Intreccio

Fig. 05-50

Fig. 05-49 Fig. 05-51


Fig. 05-52

Esempio Doppia faccia per trama – Riduzioni 2-1 – Diritto raso da 5; rovescio rasato da 5
SUP INF Messincarta a punti e linee Intreccio

Fig. 05-54

Fig. 05-53 Fig. 05-55 Fig. 05-56

DOPPIA FACCIA PER TRAMA – RIDUZIONI 3-1


I tessuti doppia faccia per trama 3-1 si costruiscono in modo analogo ai precedenti e quindi s’inserisce una trama del
rovescio ogni 3 trame del dritto.
L’armatura del rovescio deve quindi avere 1/3 delle trame dell’armatura del dritto.

Esempio Doppia faccia per trama – Riduzioni 3-1 – Diritto diagonale 6x18; rovescio saia da 6
SUP INF Messincarta a punti e linee Intreccio

TESSUTI COMPOSTI – Capitolo 5 Paolo Borgiotti Pagina 22


Fig. 05-57

Fig. 05-59
Fig. 05-56
Fig. 05-58

DOPPIA FACCIA PER TRAMA – RIDUZIONI 4-1


I tessuti doppia faccia per trama 4-1 hanno scarse utilizzazioni pratiche.
L’armatura del rovescio deve avere 1/4 delle trame dell’armatura del dritto.

Esempio Doppia faccia per trama – Riduzioni 4-1 – Diritto rasato semplice; rovescio punteggiato in maniera
conveniente per la legatura
SUP INF Messincarta a punti e linee Intreccio

Fig. 05-62

Fig. 05-64
Fig. 05-61 Fig. 05-63
Come si può osservare dalla fig. 05-60, l’armatura del dritto è stata raddoppiata nel senso delle trame. L’armatura del
rovescio non ha senso dal punto di vista tessile perché presenta fili senza legatura tuttavia l’intreccio risultante di fig.
05-64 non ha problemi di tessitura.
L’unica particolarità è che le trame del rovescio legano solo con una parte dei fili di ordito.

DOPPIA FACCIA PER TRAMA – RIDUZIONI 3-2


I tessuti doppia faccia per trama 3-2 hanno scarse utilizzazioni pratiche.

Esempio Doppia faccia per trama – Riduzioni 3-2 – Diritto saia da 3; rovescio punteggiato in maniera conveniente
per la legatura
SUP INF Intreccio

Fig. 05-66
Fig. 05-65

Fig. 05-67

DOPPIA FACCIA PER TRAMA CON IMBOTTITURA – Aumento di peso e spessore dei tessuti
Utilizzando il principio su cui si basa la costruzione dei tessuti a doppia faccia è possibile realizzare tessuti con
maggiore spessore e peso senza alterare l’aspetto del dritto del tessuto.

TESSUTI COMPOSTI – Capitolo 5 Paolo Borgiotti Pagina 23


Per rendere pesante il tessuto si utilizzano trame supplementari che possono essere inserite con riduzione 1-1 (tessuti
imbottiti) ma, più frequentemente, con riduzioni 2-1 o 3-1 impiegando filati grossi di minor costo e, normalmente, di
qualità inferiore.

Le regole da seguire sono:

1. Fare sì che le legature delle trame d’imbottitura siano contigue con le trame del dritto o, in altre parole, che
la legatura della trama supplementare essendo rappresentata con un punto vuoto , sia a contatto con altri
punti vuoti situati sulle trame adiacenti ed appartenenti al dritto.
Questa condizione sarà soddisfatta dagli intrecci che presentano due caselle vuote consecutive e, fra queste
due caselle, s’introdurrà e si legherà la trama d’imbottitura.
2. Disporre le legature in modo che esse assecondino il ritmo dell’armatura.
Ad esempio se il tessuto è in saia anche le legature dell’imbottitura saranno in saia; se il tessuto è in
diagonale anche le legature saranno in diagonale; in raso, se il tessuto è con intreccio a base raso.
3. Assicurarsi che le legature siano distribuite equamente su tutti i fili d’ordito, ossia, che a ogni filo si leghi un
uguale numero di trame supplementari.
4. Verificare che le briglie delle trame supplementari non siano di eccessiva lunghezza o viceversa; la loro
lunghezza si determina in base al tipo d’intreccio del tessuto da imbottire.

Tessuto con imbottitura 1-1 – Dritto in reps diagonale da 5; legature disposte in raso da 5.
DRITTO Intreccio

Fig. 05-68

Fig. 05-69

Tessuto con imbottitura 1-1 - Dritto in reps diagonale da 7; legature in raso da 7.


DRITTO Intreccio

Fig. 05-70

Fig. 05-71

Tessuto con imbottitura 1-1 - Dritto in rasato da 8; legature in raso da 8.


DRITTO Intreccio

Fig. 05-72

Fig. 05-73

Tessuto con imbottitura 1-1 - Dritto in diagonale da 6 fili; legature in saia da 6.

TESSUTI COMPOSTI – Capitolo 5 Paolo Borgiotti Pagina 24


DRITTO Intreccio

Fig. 05-74
Fig. 05-75

TESSUTI COMPOSTI – Capitolo 5 Paolo Borgiotti Pagina 25


Tessuto con imbottitura 2-1 - Dritto in rasato a scoccamenti multipli; legature in saia da 9.
DRITTO Intreccio

Fig. 05-77

Fig. 05-76

Tessuto con imbottitura 2-1 - Dritto in natté; legature in raso turco.


DRITTO Intreccio

Fig. 05-78

Fig. 05-79

Tessuto con imbottitura 2-1 - Dritto diagonale “élastique”; legature in raso da 16.
DRITTO Intreccio

Fig. 05-81

Fig. 05-80

TESSUTI COMPOSTI – Capitolo 5 Paolo Borgiotti Pagina 26


PRODUZIONE DEI TESSUTI DOPPIA FACCIA PER TRAMA SULLE MACCHINE PER TESSERE
Le macchine per tessere, sia a licci che Jacquard, consentono la costruzione dei doppia faccia per trama solo se la
densità delle trame (riduzione in trama) è adeguata.
Nei tessuti doppia faccia per trama la densità di trama dovrà essere molto superiore rispetto a quella di un tessuto
semplice realizzato con gli stessi titoli dei filati. Questo perché le trame si dovranno sovrapporre scorrendo l'una
rispetto all'altra grazie alla regola di contiguità.

ANALISI DEI TESSUTI A DOPPIA FACCIA


In questo paragrafo sono fornite alcune indicazioni procedurali per determinare la struttura di un tessuto a doppia
faccia (analisi dell’intreccio o scampionatura) ed individuare gli intrecci del diritto e del rovescio.
In primo luogo bisogna capire che si tratta di un tessuto a doppia faccia esaminando l’aspetto e l’evoluzione dei fili e
delle trame.
In secondo luogo bisogna determinare se si tratta di un doppia faccia per ordito o per trama ed a questo scopo,
possono essere applicate tutte le regole valide per il riconoscimento di ordito e trama nei tessuti semplici.
Infine si devono ricavare le due armature e, se il tessuto è a doppia faccia per ordito, si fa la lettura della riduzione
ordito sia sul dritto che sul rovescio.
Chiamando con Rd la riduzione in catena sul dritto e con Rr la riduzione in catena del rovescio, il rapporto tra le due
riduzioni indica se le due armature sono combinate 1-1, oppure 2-1, 3-1, ecc.
Ad esempio se Rd = 24 e Rr = 12, si avrà:
𝑅𝑑 2
=
𝑅𝑟 1
Poi si esamina una piccola porzione del campione e da essa si estraggono, con la massima cura, i fili del rovescio.
Ciò che rimane non è altro che l’intreccio dei fili del dritto con le trame ovvero un tessuto semplice del quale è facile
ricavare l’armatura del diritto.
Da un’altra piccola porzione del campione si estraggono con cautela i fili del dritto in modo che rimangano solo i fili
del rovescio legati alle trame; in pratica si tratta di un secondo tessuto semplice che si deve analizzare tenendo la
faccia esterna al disotto.

fig. 05-82
Note così le due armature ed il loro rapporto di combinazione, si procede ad amalgamarle secondo le regole enunciate
per la costruzione dei doppia faccia.

fig. 05-83
Accade talvolta che, estraendo i fili del dritto, le trame rimangano libere in parte; o, in altri termini, che i fili del
rovescio leghino soltanto con una parte delle trame del tessuto. Ciò sarà indice che soltanto le trame pari o le dispari,
o solo alcune, intrecciano con i fili del rovescio.

TESSUTI COMPOSTI – Capitolo 5 Paolo Borgiotti Pagina 27


TESSUTI A DOPPIA FACCIA ALTERNATI
Tessuti a doppia faccia alternati (francese: Tissus alterné, à faces alternéés) — (inglese: reversible cloths)
Le armature doppia faccia consentono di ottenere tessuti la cui principale caratteristica è di mostrare, nei due lati
della stoffa, lo stesso effetto e colore.
Per la produzione di particolari articoli da abbigliamento o per coperte, invece, è richiesto di avere, nello stesso lato
del tessuto, l’alternanza degli effetti delle due catene o delle due trame.

Concetti generali
In generale, per realizzare effetti alternati, occorre il passaggio, da una faccia all’altra, degli elementi che costituiscono
l’intreccio del tessuto e, per questo motivo, sono necessari almeno tre elementi.
I tessuti a doppia faccia, sia per ordito, che per trama sono dunque idonei per realizzare effetti alternati.
Infatti, se in un tessuto doppia faccia per ordito (composto da due orditi ed una trama) si fa in modo che, ad intervalli
prestabiliti, la catena del dritto passi nel rovescio e, nello stesso punto, quella del rovescio passi nel dritto, si possono
ottenere disegni e motivi di colore diverso (se le due catene sono costituite da fili di diverso colore).
In questi tessuti la trama, che è unica, comparirà evidentemente sulle due facce dei tessuto e dovrà essere di colore
intermedio a quelli dei due orditi. Questo fa intuire subito una limitazione nell’uso perché è impossibile ottenere degli
effetti a “colori puri”.
Questo inconveniente può tuttavia essere attenuato impiegando armature ad effetto di catena e tali che la trama sia
poco visibile, ad es. i rasi semplici od altri intreccio simili.
Per “nascondere” la trama, inoltre, si può adottare una forte riduzione dei fili di ordito, benché questa disposizione
non sia sempre tecnicamente praticabile.
Questa tipologia di intreccio è molto impiegata per produrre anche tessuti a licci ed il disegno si riduce a semplici
effetti di rigatura e/o quadrettatura a causa del numero di licci limitato delle comuni ratiere.
Nella realizzazione dell’armatura si dovrà fare attenzione al fatto che l’effetto che si vuol ottenere sia composto da un
numero di fili e di trame uguale o multiplo di quello dell’armatura base del doppia faccia in modo tale da avere una
regolare continuazione delle legature e non incorrere in difetti di punteggiatura dovuti, appunto, alle legature.
E’ implicito che è indispensabile rispettare la regola che consente la copertura delle legature.

Esempio di doppia faccia alternato per ordito


Supponiamo di voler ottenere un tessuto a doppia faccia per ordito 1-1, il cui effetto, a quadri, sia rappresentato dalla
messincarta1 di fig. 06-1.
Supponiamo che nelle due parti A di fig. 06-01 i due orditi siano nelle loro
posizioni normali, mentre nelle due parti B la catena dei dritto passi al disotto,
nel rovescio, e la catena dei rovescio al disopra, nel dritto.
Ogni colonna (corda) della messincarta rappresenta due fili sull’armatura
mentre ogni riga (passo) rappresenta una trama.
L’armatura sarà quindi formata da 16 trame e 32 fili.

Fig. 06-01
Se le due facce del tessuto debbono essere in saia da 4 ad effetto di catena, facendo riferimento all’esempio 03-3,
possiamo determinare le armature dei due effetti.
EFFETTO A EFFETTO B
Nell’armatura dell’effetto A i fili di ordito dispari
formano il dritto del tessuto mentre nell’armatura
dell’effetto B, ottenuta invertendo a coppie
l'evoluzione dei fili dell'armatura dell'effetto A,
Fig. 06-02 Fig. 06-03
sono i fili pari a formare il dritto mentre quelli
dispari passano sul rovescio.

1
La messincarta rappresenta la disposizione degli effetti di colore all'interno del disegno ovvero, utilizzando colori simbolici, si
definisce quale armatura degli effetti deve essere presente in ciascun quadretto. Per completare la messincarta occorre stabilire i
"valori della messincarta" ovvero quanti fili e quante trame sono presenti all'interno di ciascun corda o passo rispettivamente.

TESSUTI COMPOSTI – Capitolo 6 Paolo Borgiotti Pagina 27


Con una semplice sostituzione di ogni singolo quadretto rosso della messincarta di fig. 06-01 con l’armatura di fig. 06-
02 e di ogni quadretto nero con l’armatura di fig. 06-03, possiamo ottenere l’armatura necessaria per produrre il
tessuto.

L’orditura deve essere eseguita con la nota di


colore:
1 rosso
1 nero
E la trama dovrà avere colore intermedio ai due.

La fig. 06-05 mostra il profilo d’ordito dei primi due


Fig. 06-04 fili dell’intreccio di fig. 06-04.

Fig. 06-05
Si osservi che, per ottenere un risultato perfetto e fare in modo che i contorni dei disegni siano nitidi e precisi, è
necessario che le armature componenti non siano mai interrotte. Tale condizione deriva dalla scelta del numero di
corde dell’effetto nella messincarta (nel nostro caso 8 corde rappresentano 16 fili che sono il doppio esatto dei fili
dell’armatura dell’effetto).

Esempio di doppia faccia alternato per trama


Supponiamo di voler realizzare il tessuto rappresentato dalla fig. 06-06 con
dimensioni del motivo di 12 x 11 cm e, per ottenere questo effetto, possiamo
utilizzare un doppia faccia per trama.
Fig. 06-06

Ipotizzando di impiegare riduzioni del diritto di 16 fili/cm e 12 trame/cm, per realizzare il motivo di fig. 06-6, occorre
un intreccio costituito da 12 x 16 = 192 fili di ordito e 11 x 12 x 2 = 264 trame (sul dritto saranno visibili solo la metà
delle trame totali ovvero 132 trame).
Per realizzare il doppia faccia per trama, utilizziamo una spina da
4 sul dritto e sul rovescio con riduzione 1-1.
Le armature per i due effetti e la nota di colore di trama sono
rappresentate in fig. 06-07 ed a fianco delle armature è riportata
anche la nota di colore di trama. Si osservi che l'armatura
dell'effetto R è ottenuta scambiando, a coppie, l'evoluzione delle
trame dell'armatura dell'effetto N.
Con queste armature, per non avere problemi nei punti di
inversione dei due effetti è sufficiente utilizzare sempre un
multiplo di 4 fili di ordito e di 4 trame (in realtà 8 trame
Fig. 06-07 considerando che è un doppia faccia per trama).
Per ottenere l’intreccio in maniera semplice possiamo utilizzare la “messincarta ridotta” ovvero una rappresentazione
sintetica del motivo desiderato. In pratica, su carta a quadretti, riproduciamo il disegno di fig. 06-06.
Ipotizzando che nella messincarta ogni colonna (corda)
rappresenti 16 fili, occorrono 192 / 16 = 12 colonne e che ogni
riga (passo) rappresenti 24 trame (12 trame sul dritto),
occorrono 264 / 24 = 11 righe.
Sulla carta a quadretti della fig. 06-08 possiamo facilmente
disegnare il motivo ed, in questo modo, siamo sicuri che il
tessuto non presenterà problemi nelle inversioni dell’effetto
poiché ogni punto rappresenta un multiplo esatto di rapporti di
intreccio degli effetti sia in ordito che in trama.

Fig. 06-08
Dalla messincarta ridotta possiamo ricavare gli “effetti unici” ovvero le colonne che hanno una evoluzione diversa
(nell’esempio di fig. 06-08 si ottengono cinque effetti unici) ed il corrispondente rimettaggio per gli effetti unici ovvero
le “rimesse dei licci” necessarie per sviluppare l’intreccio.
In questo esempio occorrono cinque rimesse ognuna delle quali utilizzerà 4 licci per un totale di 20 licci.

TESSUTI COMPOSTI – Capitolo 6 Paolo Borgiotti Pagina 28


Per eseguire la tessitura dobbiamo costruire l’armatura dei licci e questo
si ottiene sostituendo, negli effetti unici, le armature corrispondenti agli
effetti (utilizzando la nota di lettura).
La fig. 06-09 è un’altra rappresentazione degli effetti unici che tiene
Fig. 06-09 conto del fatto che ciascuna riga si riferisce a 24 trame e dunque essa
deve essere sostituita, in trama, con 3 rapporti di intreccio degli effetti.
Questa rappresentazione facilita la realizzazione dell’armatura licci.

Se nello schema di fig. 06-09, si


sostituiscono le lettere N ed R con le
rispettive armature della fig. 06-07,
otteniamo l’armatura per i licci del
tessuto rappresentata in fig. 06-10.
Si osservi che la numerazione delle
trame non è riferita alle trame
effettive bensì alla riga della griglia.
Fig. 06-10

Dalle rimesse dei licci, sempre tenendo conto dei valori della messincarta (ovvero tenendo presente che una colonna
si riferisce a 16 fili e che dunque contiene 3 rapporti di armatura degli effetti), si può ricavare il seguente rimettaggio:
Rimessa Fili nei licci Ripetizioni Numero di fili
1 1-2-3-4 x 4 16
2 5-6-7-8 x 12 48
3 9-10-11-12 x 4 16
4 13-14-15-16 x 4 16
3 9-10-11-12 x 4 16
2 5-6-7-8 x 12 48
1 1-2-3-4 x 4 16
5 17-18-19-20 x 4 16
Fili totali 192

Tessuti a doppia faccia per trama alternati a più effetti


Sfruttando la tecnica utilizzata per i tessuti a doppia faccia per trama alternati a due effetti, è possibile ottenere
ulteriori effetti (tre o quattro) che consentono di produrre tessuti con disegnature più complesse.

Tessuti a doppia faccia per trama alternati a tre effetti.


Nella fig. 06-11 sono riportati tre intrecci; i primi due consentono
di ottenere i due effetti “nero” e “rosso” già esaminati per i
tessuti alternati a due effetti che sono denominati "puri" mentre,
Fig. 06-11 il terzo intreccio, ottenuto prelevando le trame, a coppie dai
primi due, genera un effetto denominato “misto”.

TESSUTI COMPOSTI – Capitolo 6 Paolo Borgiotti Pagina 29


A fianco degli intrecci è rappresentata la nota di colore di trama e, sotto, sono tracciati gli effetti ottenuti. Si osservi
che, anche in questo caso, l’ordito compare in tutti gli effetti ed il suo colore deve essere intermedio tra quelli dei due
effetti (nell’esempio di fig. 06-11 l’ordito è stato tracciato di colore rosso scuro).

Tessuti a doppia faccia per trama alternati a quattro effetti.


Nella fig. 06-12 sono riportati quattro intrecci dei quali, solo il
primo consente di ottenere un effetto “puro” generato dalle
trame di ordine dispari.
Può essere considerato "puro" anche il secondo effetto in quanto
Fig. 06-12
generato dalle trame di ordine pari ma, avendo usato due colori
per le trame pari, il risultato è un colore misto.
Gli altri due intrecci producono tre effetti “misti” poiché
presentano le trame 2-3-6-7 e 1-4-5-8.
Grazie alla combinazione tra armatura e nota di colore (rappresentata a fianco delle armature) si ottengono quindi i 4
effetti di colore.
Mediante questa tecnica, utilizzando 16 licci, è possibile realizzare disegni geometrici e, nella pratica, essi sono stati
utilizzati nella produzione di coperte denominate commercialmente "coperta di Berlino".

Tessuti a doppia faccia per trama alternati ad otto effetti.


Nella fig. 06-13 sono riportati gli otto intrecci dei
quali, solo il primo consente di ottenere un
effetto “puro” generato dalle trame di ordine
dispari.
Può essere considerato "puro" anche il quinto
effetto in quanto generato dalle trame di ordine
pari ma, avendo usato tre colori per le trame
pari, il risultato è un colore misto.
Gli altri sei intrecci producono altrettanti effetti
“misti”.

Fig. 06-13

Si osservi che per la realizzazione di otto effetti sono necessari 32 licci che superano i limiti delle ratiere e che
pertanto, per essere attuabili, necessitano di macchine Jacquard per il sollevamento dei fili.

Tecnica per la combinazione delle armature degli effetti


Talvolta la condizione ideale, cioè far sì che ogni singola parte del disegno contenga un numero intero di rapporti, è
impossibile da ottenere (esempi tipici sono i disegni a contorni curvi od obliqui). In questi casi la combinazione delle
armature degli effetti è più complessa ed è utile ricorrere ad una particolare tecnica per la costruzione dell’intreccio.
Supponiamo di dover realizzare il tessuto di fig. 06-1 con un doppia faccia per ordito e che le armature siano ancora
due saie da 4 come nelle fig. 06-2 e 06-3.

TESSUTI COMPOSTI – Capitolo 6 Paolo Borgiotti Pagina 30


Nella fig. 06-14, oltre alle armature degli effetti A e B, è
rappresentata anche la punteggiatura C che è costituita dai punti
comuni alle armature A e B (idealmente sovrapposte).

La punteggiatura denominata Ma rappresenta, invece, l’insieme di


punti che devono essere aggiunti a C per ottenere l’armatura A.

La punteggiatura denominata Mb rappresenta, invece, l’insieme di


punti che devono essere aggiunti a C per ottenere l’armatura B.

Fig. 06-14
Per disegnare il rapporto di intreccio si inizia riportando uniformemente l’armatura C su un quadro di 32 fili x 16
trame.
Successivamente si riportano nelle zone corrispondenti
ai due effetti A e B rispettivamente le punteggiature
Ma e Mb.
Fig. 06-15
Il risultato, riportato in fig. 06-15, deve ovviamente
coincidere con l’intreccio di fig. 06-4

Esempio di doppia faccia alternato per ordito (rigato in ordito)


Supponiamo di dover realizzare il tessuto di fig. 06-14 con un doppia faccia alternato per ordito e che le armature
siano in raso da 5.
La fig. 06-16 mostra l’effetto
sulla stoffa: un rigato in ordito
con rigature di colore alternato
Fig. 06-17
ognuna costituita da 10 fili.
La fig. 06-17 rappresenta la messincarta del
Il rovescio presenta l’effetto
disegno nell’ipotesi di realizzare il doppia
opposto.
faccia per ordito impiegando armature in raso
da 5
Fig. 06-16

Nella fig. 06-18 oltre alle armature degli effetti A e B, è


rappresentata anche la punteggiatura C che è costituita dai punti
comuni alle armature A e B (idealmente sovrapposte).

La punteggiatura denominata Ma rappresenta, invece, l’insieme di


punti che devono essere aggiunti a C per ottenere l’armatura A.

La punteggiatura denominata Mb rappresenta, invece, l’insieme di


punti che devono essere aggiunti a C per ottenere l’armatura B.

Fig. 06-18

TESSUTI COMPOSTI – Capitolo 6 Paolo Borgiotti Pagina 31


Per disegnare il rapporto di intreccio si inizia riportando uniformemente l’armatura C su un quadro di 40 fili x 5 trame.
Successivamente si riportano, nelle zone
corrispondenti ai due effetti A e B,
rispettivamente, le punteggiature Ma e Mb
Fig. 06-19
ottenendo l’intreccio della fig. 06-19.
Nella fig. 06-19, vicino all’intreccio, sono anche riportate le note di colore di ordito e trama. Anche in questo caso il
colore della trama deve essere intermedio a quello dei due colori di ordito.

Esempio di doppia faccia alternato per trama (rigato in ordito)


Nella pratica i tessuti a doppia faccia alternati per trama sono preferiti a quelli per ordito. Questo è dovuto ad aspetti
economici ed organizzativi ed in particolare al fatto che essi consentono di ottenere una grande varietà di disegni
utilizzando la stessa catena di ordito.

Supponiamo di dover realizzare il tessuto di fig. 06-20 con un doppia faccia alternato per trama

La fig. 06-18 mostra l’effetto


sulla stoffa: un rigato in ordito
con rigature di colore alternato
Fig. 06-21
ognuna costituita da 8 fili.
La fig. 06-21 rappresenta la messincarta del
Il rovescio presenta l’effetto
disegno nell’ipotesi di realizzare il doppia faccia
opposto.
Fig. 06-20 per trama impiegando armature in saia da 4

Nella fig. 06-22, oltre alle armature degli effetti A e B, è


rappresentata anche la punteggiatura C che è costituita dai
punti comuni alle armature A e B (idealmente
sovrapposte).

La punteggiatura denominata Ma rappresenta, invece,


l’insieme di punti che devono essere aggiunti a C per
ottenere l’armatura A.
Fig. 06-22

La punteggiatura denominata Mb rappresenta, invece, l’insieme di punti che devono essere aggiunti a C per ottenere
l’armatura B.
Per disegnare il rapporto di intreccio si inizia riportando uniformemente l’armatura C su un quadro di 16 fili x 8 trame.

Successivamente si riportano, nelle zone corrispondenti ai


due effetti A e B, rispettivamente, le punteggiature Ma e
Mb ottenendo l’intreccio della fig. 06-23.
Fig. 06-23
Nella fig. 06-23, vicino all’intreccio, sono anche riportate le note di colore di ordito e trama. In questo caso il colore
dell’ordito deve essere intermedio a quello dei due colori di trama poiché compare su entrambi gli effetti.

Con lo stesso intreccio di fig. 06-21 è possibile realizzare un disegno


quadrettato.
Fig. 06-24
La fig. 06-24 mostra l’effetto che si vuole ottenere costituito da quadri di
8 fili x 8 trame di colore alternato.

Per ottenere l’effetto desiderato è sufficiente modificare la nota di


colore di trama come indicato in fig. 06-25.
Fig. 06-25
Si osservi che, per ciascun quadro di 8 trame, tenendo presente che
l’armatura è doppia faccia per trama, occorrono 16 trame.

TESSUTI COMPOSTI – Capitolo 6 Paolo Borgiotti Pagina 32


Sempre con lo stesso intreccio di fig. 06-23 è possibile realizzare un
disegno con una striscia di colore uniforme ed un’altra quadrettata.
Fig. 06-26
La fig. 06-26 mostra l’effetto che si vuole ottenere costituito da quadri di
8 fili x 8 trame di colore alternato in una delle due strisce.

Per ottenere l’effetto desiderato è sufficiente modificare la nota di


colore di trama come indicato in fig. 06-27.
Fig. 06-27
Si osservi che, per ciascun quadro di 8 trame, tenendo presente che
l’armatura è doppia faccia per trama, occorrono 16 trame.

Esempio di doppia faccia alternato per trama (rigato in trama)


Supponiamo di dover realizzare il tessuto di fig. 06-28 con un doppia faccia alternato per trama.

La fig. 06-28 mostra l’effetto La fig. 06-29 rappresenta


sulla stoffa: un rigato in trama la messincarta del disegno
con rigature di colore alternato nell’ipotesi di realizzare il
ognuna costituita da 8 trame. doppia faccia per trama
Il rovescio presenta l’effetto impiegando armature in
opposto. saia da 4.
Fig. 06-28
Fig. 06-29

Facendo riferimento alle armature di fig. 06-20, per disegnare il rapporto di intreccio si
inizia riportando uniformemente l’armatura C su un quadro di 4 fili x 32 trame.
Successivamente si riportano, nelle zone corrispondenti ai due effetti A e B,
rispettivamente, le punteggiature Ma e Mb ottenendo l’intreccio della fig. 06-28.

Nella fig. 06-30, vicino all’intreccio, sono anche riportate le note di colore di ordito e
trama. In questo caso il colore dell’ordito deve essere intermedio a quello dei due
colori di trama poiché compare su entrambi gli effetti.

Fig. 06-30

TESSUTI COMPOSTI – Capitolo 6 Paolo Borgiotti Pagina 33


E’ anche possibile ottenere un effetto a quadri come quello riportato in fig. 06-24.
Ancora facendo riferimento alle armature di fig. 06-22, per disegnare il rapporto di
intreccio si inizia riportando uniformemente l’armatura C su un quadro di 16 fili x 32
trame.
Successivamente si riportano, nelle zone corrispondenti ai due effetti A e B,
rispettivamente, le punteggiature Ma e Mb ottenendo l’intreccio della fig. 06-31.
Nella fig. 06-28, vicino all’intreccio, sono anche riportate le note di colore di ordito e
trama. In questo caso il colore dell’ordito deve essere intermedio a quello dei due
colori di trama poiché compare su entrambi gli effetti.
Con questa armatura ed utilizzando la nota di colore di trama di fig. 06-25 si ottiene un
disegno a righe longitudinali anche se, nei punti di inversione, non potrà essere
eliminata la presenza di una discontinuità che genera un difetto.
Fig. 06-31

Esempio di doppia faccia alternato per trama (linee oblique)


Supponiamo di dover realizzare il tessuto di fig. 06-30 con un doppia faccia alternato per trama.
La fig. 06-32 mostra l’effetto
La fig. 06-33 rappresenta
sulla stoffa: una linea obliqua
la messincarta del disegno
con colore alternato e rapporto
nell’ipotesi di realizzare il
di disegno costituito da 16 fili e
doppia faccia per trama
16 trame.
impiegando armature in
Il rovescio presenta l’effetto
Fig. 06-32 saia da 4.
opposto. Fig. 06-33

Facendo riferimento alle armature di fig. 06-22, per disegnare il rapporto di intreccio si
inizia riportando uniformemente l’armatura C su un quadro di 16 fili x 32 trame.
Successivamente si delimitano le zone dei due effetti e si riportano, lungo le diagonali
le punteggiature Ma e Mb ottenendo l’intreccio della fig. 06-34.

Nella fig. 06-32, vicino all’intreccio, sono anche riportate le note di colore di ordito e
trama. In questo caso il colore dell’ordito deve essere intermedio a quello dei due
colori di trama poiché compare su entrambi gli effetti.

Fig. 06-34

Esempio di doppia faccia alternato per trama (effetto batavia spezzata)


Supponiamo di dover realizzare il tessuto di fig. 06-35 con un doppia faccia alternato per trama e che le armature
siano in raso da 5.
La fig. 06-35 mostra l’effetto
sulla stoffa: una batavia da
20 spezzata con rigature di
colore alternato ognuna
costituita da 10 fili.
Il rovescio presenta l’effetto
opposto.

Fig. 06-35

TESSUTI COMPOSTI – Capitolo 6 Paolo Borgiotti Pagina 34


Fig. 06-36

La fig. 06-36 rappresenta la messincarta del disegno nell’ipotesi di realizzare il doppia faccia per trama impiegando
armature in raso da 5
Nella fig. 06-37, oltre alle armature degli effetti A e B, è
rappresentata anche la punteggiatura C che è costituita dai punti
comuni alle armature A e B (idealmente sovrapposte).

La punteggiatura denominata Ma rappresenta, invece, l’insieme di


punti che devono essere aggiunti a C per ottenere l’armatura A.

La punteggiatura denominata Mb rappresenta, invece, l’insieme di


punti che devono essere aggiunti a C per ottenere l’armatura B.

Fig. 06-37

Facendo riferimento alle armature di fig. 06-37, per disegnare il rapporto


di intreccio si inizia riportando uniformemente l’armatura C su un quadro
di 20 fili x 40 trame.
Successivamente si delimitano le zone dei due effetti e si riportano, lungo
le diagonali le punteggiature Ma e Mb ottenendo l’intreccio della
fig. 06-38.

Nella fig. 06-38, vicino all’intreccio, sono anche riportate le note di colore
di ordito e trama. In questo caso il colore dell’ordito deve essere
intermedio a quello dei due colori di trama poiché compare su entrambi
gli effetti.

Fig. 06-38

TESSUTI COMPOSTI – Capitolo 6 Paolo Borgiotti Pagina 35


TESSUTI MULTIPLI
Con la denominazione di “tessuti multipli” si intendono le stoffe costituite da due o più tessuti semplici sovrapposti,
legati tra loro oppure perfettamente separabili.
Il numero minimo di elementi necessari per la costruzione di un tessuto multiplo è 4 ovvero 2 orditi e 2 serie di trame.
Uno dei due orditi intreccia con una delle due serie di trame e dà luogo ad un tessuto semplice mentre l’altro ordito
intreccia con l’altra serie di trame realizzando il secondo tessuto semplice; i due tessuti, realizzati
contemporaneamente con un’unica operazione di tessitura, costituiscono un tessuto doppio.
In maniera analoga, con 6 elementi, è possibile realizzare un tessuto triplo e, con 8 elementi, un tessuto quadruplo.
I tessuti singoli che compongono il tessuto multiplo possono essere uguali oppure differenti tra di loro e le eventuali
differenze possono risiedere nel colore, nella qualità e nel disegno in base agli obiettivi che si vogliono raggiungere.
Come di può intuire dai profili seguenti, i tessuti multipli possono essere:

Perfettamente separabili

Legati tra loro in modo tale da presentare una faccia sul


dritto ed un’altra, uguale o diversa, sul rovescio

Legati tra di loro tramite alternamento, ossia mediante


lo scambio dei tessuti sui due lati della stoffa

Legati tra di loro solo ad una cimosa

Legati tra di loro ad entrambe le cimose ovvero


tubolare

Tessuti doppi
Tessuti doppi (francese: Tissus double) — (inglese: Double cloths)

Un tessuto doppio è costituito da 4 elementi: 2 orditi e 2 serie di trame che si intrecciano tra di loro originando due
tessuti sovrapposti.
I due tessuti possono, o meno, avere la stessa riduzione e si possono individuare più categorie.
Si parla di riduzione 1-1 in catena e trama se i fili dei due orditi sono intercalati uno ad uno e le trame inserite una ad
una, alternatamente, nei due orditi.
Con riduzione 2-1 in catena e trama si intende la condizione in cui un tessuto ha riduzioni doppie rispetto all’altro
ovvero i fili e le trame sono intercalati con la sequenza 2–1.
Con riduzione 3-1 in catena e trama si intende la condizione in cui un tessuto ha riduzioni triple rispetto all’altro
ovvero i fili e le trame sono intercalati con la sequenza 3–1.
I due tessuti, comunque possono avere anche la stessa riduzione su un elemento e diversa su un altro. Per esempio, i
due tessuti potrebbero avere uguale riduzione in ordito ma l’uno avere riduzione doppia rispetto all’altro in trama; in
questo caso si deve specificare 1-1 in catena e 2-1 in trama.
In generale, quindi, si devono specificare la riduzione relativa in ordito e quella in trama e le combinazioni che hanno
qualche applicazione pratica possono essere:

Riduzione Ordito Riduzione Trama


1-1 1-1 2-2 2-1 3-1
2-2 2-2 1-1 3-3
2-1 2-1 4-2
3-1 3-1
4-1 4-1

TESSUTI COMPOSTI – Capitolo 7 Paolo Borgiotti Pagina 36


Oltre alla classificazione basata sulle riduzioni (usata più frequentemente) possiamo raggruppare questi tessuti nelle
seguenti classi:
Classe Tessuti componenti
A Riduzioni uguali Intrecci uguali
B Titoli uguali Intrecci differenti
C Titoli diversi Intrecci uguali
D Titoli diversi Intrecci differenti

E’ evidente che se i titoli sono differenti anche le riduzioni devono essere differenti e se un tessuto ha riduzioni metà
dell’altro la grossezza dei sui filati deve essere inversa alle riduzioni ovvero deve avere filati grossi il doppio.
Si osservi che quando si dice “due orditi” non necessariamente ci si riferisce a “due subbi di ordito”; i tessuti doppi
della classe A, infatti, possono essere realizzati con un solo subbio in quanto i due elementi hanno uguale qualità e
stesso intreccio per cui subiscono lo stesso rientro durante la tessitura e, quindi, possono essere alimentati nella
stessa maniera.
Spesso uno dei due tessuti rappresenta il rovescio ovvero viene usato come fodera; in questi casi esso è formato con
elementi di qualità inferiore e titolo più grosso (per diminuire il costo) con lo scopo di aumentare il peso ed il corpo del
tessuto.

Concetto di “levata in massa”

La fig. 07-01 rappresenta la sezione parallela ai fili di ordito dello schema di un telaio che sta producendo un tessuto
doppio. Come si può osservare il telaio sta inserendo una trama del dritto poiché la “bocca d’ordito” è costituita dai
soli fili del dritto mentre i fili del rovescio sono in abbassata.

Fig. 07-01

La fig. 07-02 rappresenta la stessa sezione della fig. 07-01 ma il telaio sta inserendo una trama del rovescio poiché la
“bocca d’ordito” è costituita dai soli fili del rovescio mentre i fili del dritto sono in alzata.

Fig. 07-02

Dal caso di fig. 07-02 discende il concetto di “levata in massa”. I fili del diritto devono tutti “levare” ovvero alzarsi
quando si introduce una trama del rovescio e questa alzata massiva dei fili viene denominata appunto “levata in
massa”. Il concetto di “levata in massa” è impiegato, come vedremo nel prossimo paragrafo, per la costruzione
dell’armatura dei tessuti doppi.

TESSUTI COMPOSTI – Capitolo 7 Paolo Borgiotti Pagina 37


Regole per la costruzione dell’armatura dei tessuti doppi con riduzioni 1-1
Supponiamo di voler realizzare un tessuto doppio con riduzioni 1-1 in catena e trama e con lo stesso intreccio a tela.
In pratica vogliamo realizzare, in un’unica operazione di tessitura, due tessuti sovrapposti denominati superiore o
dritto ed inferiore o rovescio.
Usiamo il termine superiore perché immaginiamo che, a telaio, il tessuto del dritto sia realizzato superiormente al
rovescio.
DRITTO ROVESCIO Siccome il tessuto ha riduzioni 1-1 sia in catena che in trama, i due orditi si
intercaleranno filo a filo e le due trame saranno inserite, alternativamente, colpo
Fig. 07-04
dopo colpo, una nel dritto ed una nel rovescio.
Fig. 07-03
Per questo motivo all’armatura del dritto di fig. 07-03 sono assegnati i numeri 1 e 3 ed a quella del rovescio i numeri 2
e 4.
Le due armature dei tessuti semplici possono quindi essere riportate, in una griglia di 4 fili e 4 trame,
in base alla numerazione attribuita ai vari elementi come mostrato in fig. 07-05.

Fig. 07-05
DOPPIO Per completare l’armatura dobbiamo tuttavia tener presente il concetto di “levata in massa”.
Quando si inseriscono le trame 2 e 4 (del rovescio) i fili 1 e 3 (del diritto) devono essere sollevati e
dunque l’armatura deve essere completata aggiungendo punti pieni per ottenere questo risultato.
Fig. 07-06

La fig. 07-06 mostra l’armatura completa nella quale è stato usato il simbolo che deve essere interpretato come un
punto pieno; si preferisce questa forma grafica per chiarire meglio il fatto che si tratta di una “levata in massa”.
In realtà, essendo il simbolo posizionato sui fili rossi del dritto, sarebbe forse stato più corretto rappresentarlo di
colore rosso ma è stato volutamente disegnato nero per evidenziare il fatto che la levata avviene sulle trame del
rovescio.
Utilizzando l’armatura di fig. 07-06 su una macchina per tessere senza navetta otteniamo due tessuti perfettamente
separabili.
Ovviamente quanto descritto è un esercizio teorico perché il processo, industrialmente, sarebbe privo di senso in
quanto non porterebbe nessun vantaggio economico; il tempo di tessitura sarebbe lo stesso (ammesso che il telaio
riuscisse a produrre alla stessa velocità di un tessuto semplice) mentre, a causa della complessità della struttura, si
abbasserebbe sicuramente il rendimento.
Utilizzando invece un telaio a navetta ed impiegando una sola navetta si potrebbe produrre un tessuto “a sacco”
legato in corrispondenza delle due cimose.
Sintetizzando le regole per la costruzione dell’armatura di un tessuto doppio sono:
SUP Scrivere l’armatura del tessuto superiore numerando sia i fili che le trame con i numeri
dispari in sequenza.
a) Nella fig. 07-07 è riportata l’armatura del tessuto superiore in batavia da 4.
Fig. 07-7
INF Scrivere l’armatura del tessuto inferiore numerando sia i fili che le trame con i numeri pari
in sequenza.
b)
Nella fig. 07-08 è riportata l’armatura del tessuto inferiore in batavia da 4.
Fig. 07-8
Nella fig. 07-09 è riportata la combinazione delle due armature SUP ed INF che richiede un
quadro di 8 fili ed 8 trame. Tale combinazione si ottiene riportando i punti delle due
c) armature componenti in base alla numerazione attribuita (i numeri delle armature
componenti rappresentano quindi le coordinate nell'armatura risultante).

Fig. 07-9
DOPPIO Aggiungere le “levate in massa” ovvero sollevare tutti i fili del tessuto superiore quando si
inseriscono le trame del tessuto inferiore.
In pratica, in ciascun filo del superiore, bisogna aggiungere punti pieni in corrispondenza di
d) ogni incrocio con una trama dell'inferiore ed invece di rappresentarlo con un normale
punto pieno, si utilizza il simbolo .
Nella fig. 07-10 è riportata l’armatura del tessuto doppio.
Fig. 07-10
Si osservi che l'armatura dell'inferiore è vista dal rovescio ovvero il tessuto inferiore avrà effetto opposto sia nel senso
di pesante/leggero, sia di eventuale andamento diagonale.

TESSUTI COMPOSTI – Capitolo 7 Paolo Borgiotti Pagina 38


Esempio (classe A) di tessuto doppio con dritto in saia da 3 effetto di ordito e rovescio in saia da 3 ad effetto di
trama.
DOPPIO
SUP INF

Fig. 07-11 Fig. 07-12

Fig. 07-13

Esempio (classe A) di tessuto doppio con dritto e rovescio in natté da 4.


DOPPIO
SUP INF

Fig. 07-14 Fig. 07-15

Fig. 07-16

Esempio (classe A) di tessuto doppio con dritto in saia da 4 effetto di ordito e rovescio in saia da 4 ad effetto di
ordito.
INF DOPPIO
SUP

Fig. 07-17 Fig. 07-18


Fig. 07-19

Esempio (classe A) di tessuto doppio con dritto in raso turco effetto di ordito e rovescio in raso turco ad effetto di
ordito.
DOPPIO
SUP INF

Fig. 07-20 Fig. 07-21

Fig. 07-22

Esempio (classe B) di tessuto doppio con dritto in batavia da 4 e rovescio in saia da 4 ad effetto di ordito.
SUP DOPPIO
INF

Fig. 07-23 Fig. 07-24


Fig. 07-25

Esempio (classe B) di tessuto doppio con dritto in rasato da 8 e rovescio in raso da 8 ad effetto di ordito.
DOPPIO
SUP INF

Fig. 07-26 Fig. 07-27

Fig. 07-28

TESSUTI COMPOSTI – Capitolo 7 Paolo Borgiotti Pagina 39


Esempio (classe B) di tessuto doppio con dritto batavia da 4 e rovescio in raso da 8 ad effetto di ordito.
SUP DOPPIO

INF

Fig. 07-26

Fig. 07-27
L’armatura è stata raddoppiata per poterla combinare
con il raso da 8
Fig. 07-28

Esempio (classe B) di tessuto doppio con dritto in saia da 3 ad effetto d’ordito e rovescio in saia da 4 ad effetto di
ordito.
DOPPIO
SUP
INF

Fig. 07-26 Fig. 07-27

L’armatura è stata quadruplicata per poterla L’armatura è stata triplicata per poterla
combinare con la saia da 4. Si calcola il minimo combinare con la spina da 3.
comune multiplo tra 3 e 4 = 12

Fig. 07-28

Regole per la costruzione dell’armatura dei tessuti doppi con riduzioni 2-1
In un tessuto doppio con riduzioni 2-1 in catena e trama il dritto ha riduzione doppia rispetto al rovescio e, pertanto,
supponendo di utilizzare lo stesso intreccio a tela sia per il dritto che per il rovescio, le regole della combinazione sono
le seguenti:
SUP Scrivere l’armatura del tessuto superiore numerando sia i fili che le trame i numeri 1, 2, 4,
5, 7, 8, 10, 11, 13, 14 ecc.
Nella fig. 07-29 è riportata l’armatura del tessuto superiore a tela raddoppiata nei due sensi
a) (perché deve avere rapporto doppio rispetto al rovescio).
Fig. 07-29

INF Scrivere l’armatura del tessuto inferiore numerando sia i fili che le trame con i numeri 3, 6,
9, 12, 15, ecc.
b) Nella fig. 07-30 è riportata l’armatura del tessuto inferiore a tela (il suo rapporto deve
Fig. 07-30 essere la metà di quello del dritto).

Combinare le due armature SUP ed INF in base alla numerazione attribuita.


Nella fig. 07-31 è riportata la combinazione delle due armature SUP ed INF che richiede un
c) quadro di 6 fili ed 6 trame.

Fig. 07-31
DOPPIO Aggiungere le “levate in massa” ovvero sollevare tutti i fili del tessuto superiore quando si
inseriscono le trame del tessuto inferiore.
d) Nella fig. 07-32 è riportata l’armatura del tessuto doppio.

Fig. 07-32

TESSUTI COMPOSTI – Capitolo 7 Paolo Borgiotti Pagina 40


Esempio (classe C) di tessuto doppio riduzioni 2-1 con dritto e rovescio in raso da 5 effetto di ordito.
DOPPIO
SUP

INF

Fig. 07-34

Fig. 07-33

Fig. 07-35

Esempio (classe C) di tessuto doppio riduzioni 2-1 con dritto e rovescio in batavia da 4.
DOPPIO
SUP
INF

Fig. 07-37
Fig. 07-36

Fig. 07-38

Esempio (classe D) di tessuto doppio riduzioni 2-1 con dritto in batavia da 4 e rovescio in saia da 4 ad effetto
d’ordito.
DOPPIO
SUP
INF

Fig. 07-40
Fig. 07-39

Fig. 07-41

Esempio (classe D) di tessuto doppio riduzioni 2-1 con dritto in natté da 4 e rovescio in saia da 4 ad effetto
d’ordito.
SUP DOPPIO

INF

Fig. 07-43

Fig. 07-42
Fig. 07-44

Esempio (classe D) di tessuto doppio riduzioni 2-1 con dritto in saia inglese e rovescio in tela.
DOPPIO
SUP

INF

Fig. 07-46

Fig. 07-45

Fig. 07-47

TESSUTI COMPOSTI – Capitolo 7 Paolo Borgiotti Pagina 41


Regole per la costruzione dell’armatura dei tessuti doppi con riduzioni 3-1
In un tessuto doppio con riduzioni 3-1 in catena e trama il dritto ha riduzione tripla rispetto al rovescio. Supponendo di
utilizzare un intreccio saia da 4 per il dritto ed una tela per il rovescio, le regole della combinazione sono le seguenti:
SUP Scrivere l’armatura del tessuto superiore numerando sia i fili che le trame i numeri 1, 2,
3, 5, 6, 7, 9, 10, 11, 13, 14, 15 ecc.
Nella fig. 07-48 è riportata l’armatura del tessuto superiore triplicata nei due sensi
(perché deve avere rapporto triplo rispetto al rovescio).
a)

Fig. 07-48

INF Scrivere l’armatura del tessuto inferiore numerando sia i fili che le trame con i numeri
4, 8, 12, 16, 20, ecc.
b) Nella fig. 07-49 è riportata l’armatura del tessuto inferiore a tela raddoppiata nei due
sensi (il suo rapporto deve essere un terzo di quello del dritto).
Fig. 07-49

Combinare le due armature SUP ed INF in base alla numerazione attribuita.


Nella fig. 07-50 è riportata la combinazione delle due armature SUP ed INF che
richiede un quadro di 16 fili ed 16 trame.

c)

Fig. 07-50

DOPPIO Aggiungere le “levate in massa” ovvero sollevare tutti i fili del tessuto superiore
quando si inseriscono le trame del tessuto inferiore.
Nella fig. 07-51 è riportata l’armatura del tessuto doppio.

d)

Fig. 07-51

Esempio (classe D) di tessuto doppio riduzioni 3-1 con dritto natté da 6 e rovescio in tela.
SUP DOPPIO

INF

Fig. 07-53

Fig. 07-52
Fig. 07-54

TESSUTI COMPOSTI – Capitolo 7 Paolo Borgiotti Pagina 42


Regole per la costruzione dell’armatura dei tessuti doppi con riduzioni 1-1 in catena e 2-1 in trama
In un tessuto doppio con riduzioni 1-1 in catena e 2-1 in trama sia il dritto che il rovescio hanno la stessa riduzione in
ordito mentre, in trama, il dritto ha riduzione doppia rispetto a quella del rovescio.
Supponendo di utilizzare un intreccio “gros de Tours” per il dritto ed una tela per il rovescio, le regole della
combinazione sono le seguenti:
SUP Scrivere l’armatura del tessuto superiore numerando i fili con i numeri dispari e le trame
con i numeri 1, 2, 4, 5, 7, 8, 10, 11, 13, 14 ecc.
Nella fig. 07-55 è riportata l’armatura del tessuto superiore che deve avere lo stesso
a)
numero di fili di quella del rovescio ed il doppio in trama.
Fig. 07-55

INF Scrivere l’armatura del tessuto inferiore numerando i fili con i numeri pari e le trame con i
numeri 3, 6, 9, 12 ecc.
b) Nella fig. 07-56 è riportata l’armatura del tessuto inferiore a tela (il suo rapporto in ordito
Fig. 07-56
deve essere uguale a quello del dritto ed, in trama, deve essere la metà).
Combinare le due armature SUP ed INF in base alla numerazione attribuita.
Nella fig. 07-57 è riportata la combinazione delle due armature SUP ed INF che richiede un
c) quadro di 4 fili e 6 trame.

Fig. 07-57

DOPPIO Aggiungere le “levate in massa” ovvero sollevare tutti i fili del tessuto superiore quando si
inseriscono le trame del tessuto inferiore.
d) Nella fig. 07-58 è riportata l’armatura del tessuto doppio.

Fig. 07-58

Esempio (classe D) di tessuto doppio riduzioni 1-1 in catena e 2-1 in trama con dritto batavia da 4 e rovescio in
épingline 4 fili x 8 trame.
DOPPIO
SUP
INF

Fig. 07-60
Fig. 07-59

Fig. 07-61

Esempio (classe D) di tessuto doppio riduzioni 1-1 in catena e 2-1 in trama con dritto diagonale 4 fili x 8 trame e
rovescio in saia da 4.
DOPPIO
SUP
INF

Fig. 07-63
Fig. 07-62

Fig. 07-64

TESSUTI COMPOSTI – Capitolo 7 Paolo Borgiotti Pagina 43


Costruzione dell’armatura dei tessuti doppi con riduzioni 2-1 in catena e 3-1 in trama
Questi tipi hanno modesta utilizzazione pratica per cui riportiamo solo l’esempio di un tessuto con intreccio del dritto
raso turco ed intreccio del rovescio tela.
DOPPIO
SUP

INF

Fig. 07-66

Fig. 07-65

Fig. 07-67
Dalla numerazione delle armature si intuiscono le regole per la costruzione dell’armatura di fig. 07-67.

Costruzione dell’armatura dei tessuti doppi con riduzioni 1-1 in catena e 3-1 in trama
Anche per questi tipi che hanno modesta utilizzazione pratica, riportiamo solo l’esempio di un tessuto con intreccio
del dritto diagonale da 4 fili x 12 trame e rovescio saia da 4.
DOPPIO
SUP

INF

Fig. 07-69

Fig. 07-68

Fig. 07-70
Dalla numerazione delle armature si intuiscono le regole per la costruzione dell’armatura di fig. 07-70.

TESSUTI COMPOSTI – Capitolo 7 Paolo Borgiotti Pagina 44


Produzione di sacchi mediante tessuti doppi
I tessuti doppi possono essere sfruttati per la produzione di sacchi senza cuciture.
Un sacco, rappresentato in fig. 08-01 è costituito da due falde o tessuti semplici
cuciti lungo le linee a-b e c-d ed, al fondo lungo la linea b-d. La “bocca” del sacco, per
evitare sprefilamenti, viene orlata ovvero al bordo il tessuto è raddoppiato e cucito
lungo a-c.
Sfruttando la tecnica dei tessuti doppi è possibile produrre sacchi senza cuciture.
Questa tecnica che con le moderne macchine per tessere risulta non più attuabile
può tuttavia essere sfruttata, come principio, per ottenere strutture complesse che
hanno un’utilizzazione tecnica estesa.
Un esempio di applicazione si trova nella produzione degli air bag che non devono
avere cuciture per non pregiudicarne la resistenza.
Fig. 08-01

Se si effettua la tessitura dell’armatura di fig. 08-02 su un telaio a navetta che


impiega un’unica navetta, si ottiene un tessuto doppio con le due falde legate in
corrispondenza delle due cimose.
In pratica si realizza un tessuto tubolare.
Fig. 08-02

La fig. 08-02 mostra come la navetta


unica nell’alternarsi del movimento da
sinistra a destra e viceversa, leghi i due
tessuti del dritto e del rovescio in
corrispondenza delle due cimose.
Fig. 08-2
Se l’ordito di uno dei due tessuti ha un filo in più rispetto all’altro (nella fig. 08-02 è il dritto ad avere un filo in più) la
tessitura tubolare è perfetta mentre se i due orditi hanno lo stesso numero di fili i primi due fili hanno la stessa
evoluzione e questo crea una discontinuità nella struttura.

La fig. 08-03 schematizza la modalità di costruzione dei sacchi tubolari


realizzati utilizzando un’unica navetta.

Il tessuto tubolare che consente di realizzare il sacco è interrotto, ad


intervalli regolari, con un tessuto semplice a tela.

Effettuando tagli lungo le linee indicate in fig. 08-03 si ottengono singoli


sacchi i cui bordi, nella parte aperta, sono rovesciati ed orlati ed il cui fondo
è costituito dal tessuto a tela.

Fig. 08-03

TESSUTI COMPOSTI – Capitolo 8 Paolo Borgiotti Pagina 45


La fig. 08-04 schematizza la modalità di costruzione dei sacchi tubolari
realizzati utilizzando due navette.

Fig. 08-05

Impiegando l’armatura della fig. 08-05 (attribuendo ai ripetitori n ed m


valori appropriati per realizzare la lunghezza desiderata del fondo e del
sacco), i due tessuti si legano solo in corrispondenza della cimosa sinistra;
il bordo destro non necessita di orlatura perché la cimosa dei due tessuti
impedisce che esso si sprefili.
Anche in questo caso il tessuto tubolare che consente di realizzare il sacco
Fig. 08-04
è interrotto, ad intervalli regolari, con un tessuto semplice a tela nel
mezzo del quale si effettua il taglio di separazione.

Le moderne macchine per tessere non utilizzano le navette; l’inserzione delle trame
è generalmente monolaterale e non consente di legare in cimosa i due tessuti.
E’ comunque possibile alternare zone costituite da due tessuti completamente
separati con zone longitudinali e trasversali costituite da un tessuto semplice a tela.
Con i telai a licci sono possibili semplici geometrie rettangolari ma, con macchine
Jacquard e tessuti doppi alternati è possibile realizzare forme molto complesse come
quella mostrata nella fig. 08-06 che si riferisce ad una airbag automobilistico.

Fig. 08-05

Fig. 08- 06

TESSUTI COMPOSTI – Capitolo 8 Paolo Borgiotti Pagina 46


Legature nei tessuti doppi
In questo paragrafo studiamo i veri tessuti doppi ovvero quelli formati da due falde che comunque sono collegate tra
di loro su tutta la loro superficie.
Il collegamento delle due falde implica che gli elementi di uno dei tessuti si colleghino con gli elementi dell’altro ed, in
particolare, che i fili di uno vadano a “legare” le trame dell’altro.
In questo modo possiamo ipotizzare i due seguenti tipi di “legatura”:
I° Legature mediante fili del tessuto inferiore con le trame del tessuto superiore ( “in alzata” )

II° Legature mediante fili del tessuto superiore con le trame del tessuto inferiore ( “in abbassata” )
Si osservi che le legature possono essere fatte solo dai fili perché solo questi elementi, nel corso della tessitura,
possono essere spostati, alzandoli o abbassandoli, per effettuare appunto le legature delle trame che vengono
inserite, dritte, nella bocca d’ordito.
Non ci sono motivi teorici che precludano l’uso di un tipo o dell’altro ed in questo capitolo esamineremo i due sistemi
di legatura per individuare quello più idoneo tenendo presente che l’obiettivo da raggiungere è quello di far rimanere
le legature all’interno del tessuto in modo che esse siano invisibili dall’esterno e che la superficie del tessuto non
risulti alterata.

I° tipo - Legature mediante fili del tessuto inferiore con le trame del tessuto superiore (legatura “in alzata”)

La fig. 09-02 rappresenta il profilo di ordito del tessuto doppio 1-1


con dritto e rovescio batavia da 4 la cui armatura è rappresentata in
fig. 09-01.
Possiamo vedere chiaramente che i due tessuti sono perfettamente
separati.
Fig. 09-01

Fig. 09-02

Per collegare tra di loro i due tessuti inseriamo delle “legature” ovvero facciamo sì che un filo
del tessuto inferiore passi sopra una trama del tessuto superiore.
Affinché il passaggio non sia visibile dall’esterno, occorre che i fili che legano si trovino
all’interno tra le due falde di tessuto.
Nella fig. 09-03 è stato impiegato il filo 2 del rovescio (che si trovava appunto tra le due falde
di tessuto) facendolo passare sopra una trama del diritto e, precisamente, sopra la trama 3.
La fig. 09-03 mostra inoltre come sia opportuno che la legatura avvenga su una trama che, in
quel punto, si trova nella faccia interna e la trama 3 garantisce questa condizione.
Fig. 09-03

Questo tipo di legatura, nell’armatura, si concretizza con l’aggiunta di un punto pieno perché il filo del rovescio si deve
sollevare. Il punto aggiunto deve essere contiguo, a destra ed a sinistra, con i fili del dritto adiacenti (per assicurare la
perfetta copertura ovvero l’invisibilità guardando dal lato del dritto).
Nella fig.09-04 è ancora rappresentata l’armatura di
un tessuto doppio in riduzioni 1-1 con dritto e rovescio
in batavia da 4 ma, in corrispondenza dei fili del
rovescio 2, 4, 6 ed 8 sono stati riportati, negli incroci
con la trama 3 (del dritto), i simboli che
rappresentano un punto pieno e stanno ad indicare
che si tratta di una legatura in alzata.
Fig. 09-04 Sono stati riportati 4 simboli di legatura per far capire
che, in teoria, la legatura potrebbe avvenire in uno di
questi 4 punti.
Fig. 09-05

TESSUTI COMPOSTI – Capitolo 9 Paolo Borgiotti Pagina 47


La fig. 09-05 rappresenta, in altro modo, lo stesso concetto. I fili di ordito del rovescio 2, 4, 6, 8 sono stati
schematizzati sottili per farli “intravedere” tra i fili del dritto (nella realtà i fili del rovescio avrebbero lo stesso titolo di
quelli del dritto e non sarebbero visibili). Inoltre, in corrispondenza della trama 3 (del dritto) i suddetti fili sono
rappresentati in alzata ovvero hanno tutti effettuato la legatura della trama 3.
Come si può chiaramente vedere dalla fig. 09-05, il filo 6, nel punto dove ha fatto la legatura, è completamente
scoperto ed è chiaramente visibile sul dritto; di conseguenza il punto non è idoneo per la legatura.
Il filo 4 è solamente parzialmente coperto dal filo 3, del dritto, alla sua sinistra ed anch’esso non è idoneo per la
legatura. Nella stessa situazione si trova il filo 8 che è solo parzialmente coperto dal filo 1 alla sua destra e, pertanto,
anch’esso non è idoneo.
Non rimane quindi che il filo 2 che è perfettamente coperto, a sinistra, dal filo 1 ed a destra, dal filo 3; il filo 2 del
rovescio è quindi idoneo per effettuare la legatura della trama 3 del dritto.
Alla stessa conclusione si sarebbe arrivati esaminando la fig. 09-04 ed osservando che solo il punto di legatura del filo

2 rispetta la regola di contiguità ovvero ha una perfetta copertura a sinistra ed a destra: .


Possiamo quindi dedurre una regola generale: una legatura realizzata da un filo del rovescio che lega una trama del
dritto è perfettamente invisibile solo se è contigua, a sinistra ed a destra, con i fili del dritto o, in altre parole, la
legatura deve essere effettuata quando si sollevano, sulla stessa trama, il filo di sinistra e di destra del dritto.
Se questa condizione, in relazione alle armature utilizzate, non si verifica, deve essere scelta una legatura che sia
almeno coperta da uno dei lati. Per contro, non devono essere utilizzate legature che non hanno contiguità.
In questo modo abbiamo solo considerato il dritto del tessuto ma deve anche essere verificato quello che accade sul
rovescio; in particolare la trama del dritto che è stata legata potrebbe risultare visibile sul rovescio se non fossero
rispettate le regole di contiguità ovvero se essa non fosse coperta, al disopra ed al disotto, dalle trame adiacenti del
rovescio.

Tale contiguità, nella fig. 09-06, è rappresentata dalla condizione:

Nella fig.09-6 è rappresentata l’armatura completa di tutti i punti di legatura che risultano
perfetti e tutti nelle medesime condizioni.
Si osservi che, per collegare i due tessuti, non è detto che ciascun filo del rovescio leghi una
trama del dritto e potrebbe bastare anche un solo punto di legatura per ogni rapporto di
armatura.
Fig. 09-06

II° tipo - Legature mediante fili del tessuto superiore con le trame del tessuto inferiore (legatura “in abbassata”)
Queste legature si ottengono facendo passare un filo del tessuto superiore sotto una trama
del tessuto inferiore.
Affinché il passaggio non sia visibile dall’esterno, occorre che i fili che legano si trovino
all’interno tra le due falde di tessuto.
Nella fig. 09-07 è stato impiegato il filo 3 del diritto (che si trovava appunto tra le due falde di
tessuto) facendolo passare sotto una trama del rovescio e, precisamente, sotto la trama 8.
La fig. 09-07 mostra inoltre come sia opportuno che la legatura avvenga su una trama che , in
quel punto, si trova nella faccia interna e la trama 8 garantisce appunto questa condizione.

Fig. 09-07
Questo tipo di legatura, nell’armatura, si traduce con la soppressione di un punto pieno (il filo del dritto si deve
abbassare) che deve essere contigua, sopra e sotto, con le trame del dritto adiacenti (per assicurare la perfetta
copertura ovvero l’invisibilità guardando dal lato del dritto).

TESSUTI COMPOSTI – Capitolo 9 Paolo Borgiotti Pagina 48


Nella fig.09-08 è rappresentata l’armatura di un tessuto
doppio in riduzioni 1-1 con dritto e rovescio in batavia da
4.
In corrispondenza delle trame del rovescio 2, 4, 6 ed 8
sono stati riportati, negli incroci con il filo 3 (del dritto),
dei simboli che rappresentano un punto vuoto e stanno
ad indicare che si tratta di una legatura.
Fig. 09-08 Sono stati riportati 4 simboli di legatura per far capire che,
in teoria, la legatura potrebbe avvenire in uno di questi 4
Fig. 09-09 punti.

La forma del simbolo (legatura in abbassata) assomiglia a quello della levata in massa, che si sopprime, per
consentire al filo del dritto di passare sotto la trama.
La fig. 09-09 rappresenta, in altro modo, lo stesso concetto. Le trame del rovescio 2, 4, 6, 8 sono state schematizzate
sottili per farle “intravedere” tra le trame del dritto (nella realtà le trame del rovescio avrebbero lo stesso titolo di
quelle del dritto e non sarebbero visibili). Inoltre il filo 3 (del dritto) è rappresentato in abbassata rispetto a tutte le
trame del rovescio ovvero in modo tale che esso possa effettuare la legatura di tutte le trame del rovescio.
Come si può chiaramente vedere dalla fig. 09-09, la trama 4 è completamente scoperta ed è chiaramente visibile sul
dritto; di conseguenza essa non è idonea per la legatura.
La trama 2 è solamente parzialmente coperta dalla trama 1 in basso e quindi anch’essa non è idonea per la legatura.
Nella stessa situazione si trova la trama 6 che è solo parzialmente coperta dalla trama 7 in alto e, pertanto, anch’essa
non è idonea.
Non rimane quindi che la trama 8 che è perfettamente coperta, sopra, dalla trama 1 e, sotto, dalla trama 7; essa è
quindi idonea per effettuare la legatura con il filo 3 del dritto.
Alla stessa conclusione si sarebbe arrivati esaminando la fig. 09-08 ed osservando che solo il punto di legatura della
trama 8 rispetta la regola di contiguità ovvero ha la perfetta copertura, sopra e sotto, del simbolo di soppressione

della levata in massa: .


Se questa condizione, in relazione alle armature utilizzate, non è possibile, deve essere scelta una legatura che sia
almeno coperta da uno dei lati. Per contro, non devono essere utilizzate legature che non hanno contiguità.
In questo modo abbiamo solo considerato il dritto del tessuto ma deve anche essere verificato quello che accade sul
rovescio; in particolare il filo del dritto che ha effettuato la legatura si è spostato sull’inferiore e potrebbe risultare
visibile sul rovescio se non fossero rispettate le regole di contiguità ovvero se esso non fosse coperto, a sinistra ed a
destra, dai fili adiacenti del rovescio.
Possiamo quindi dedurre una regola generale: una legatura realizzata da un filo del dritto che lega una trama del
rovescio è perfettamente invisibile solo se è contigua, da quattro parti, sui fili e sulle trame adiacenti.
Nella fig.09-10 è rappresentata l’armatura completa di tutti i punti di legatura
che risultano perfetti e tutti nelle medesime condizioni.
Se le armature consentono solo tre contiguità è necessario che due di esse siano
sopra e sotto alla legatura e situate sulle trame dei dritto adiacenti ed, in questo
modo, si assicura la copertura perfetta rispetto al dritto. La contiguità restante
dovrà essere sul filo di destra o di sinistra e produrre una parziale copertura
della legatura sul rovescio del tessuto.
Fig. 09-10
Se le contiguità sono in numero di due sole se ne disporrà una sulle trame e
l’altra sui fili. Un numero minore è insufficiente.

Disposizione e tipo delle legature nei tessuti doppi


Le legature possono essere effettuate da tutti i fili o solo da una parte di essi con tutte o solo una parte delle trame del
tessuto opposto a seconda se si desidera il tessuto più o meno legato. Comunque bisogna tener presente che le
legature costituiscono un impedimento al rientro durante la fasi di finissaggio e che, nel corso della tessitura, possono
far aumentare sensibilmente la percentuale di rottura dei fili.
In ogni caso i fili che legano hanno differenze di tensione rispetto a quelli che non legano dovute alla diversa
evoluzione e questo deve essere tenuto presente per cercare di ottenere la migliore regolarità di aspetto del tessuto.
In altre parole le legature di un tessuto doppio devono trovarsi tutte nelle medesime condizioni e, per quanto
possibile, devono assicurare l’invisibilità.
Tutte devono presentare il medesimo numero di contiguità e tale obiettivo deve essere raggiunto per tentativi,
disponendo le due armature del dritto e del rovescio nel modo più favorevole.

TESSUTI COMPOSTI – Capitolo 9 Paolo Borgiotti Pagina 49


La disposizione delle legature non è arbitraria ed è una conseguenza del tipo di armatura del dritto. Il “ritmo” della
legatura deve, infatti, assecondare l’andamento dell’effetto e quindi se per esempio il dritto è una saia od una
diagonale, anche le legature dovranno essere disposte in saia od in diagonale oppure se il dritto è un raso od un suo
derivato, anche le legature dovranno essere disposte in raso. Operando diversamente si corre il rischio di alterare
l’intreccio e di rendere visibili, sulla superficie del tessuto, le tracce degli elementi che legano.
Solo l’esperienza può fornire un aiuto per determinare posizione e numero di legature anche in relazione al “grado di
forza” da dare al doppio tessuto che si vuol fabbricare.
Resta ancora da esaminare, per terminare lo studio delle legature, quale dei due metodi sopradescritti sia il migliore.
Nei tessuti doppi in cui i quattro elementi abbiano all’incirca lo stesso titolo, i due metodi possono essere utilizzati in
modo indifferente. Tuttavia, generalmente, il dritto deve avere caratteristiche superiori rispetto al rovescio (perché
quest’ultimo serve da fodera e per accrescere il peso globale del tessuto risultante) e, per questo motivo, la maggior
cura va rivolta al dritto e si cerca di ottenere un aspetto perfettamente regolare. Queste considerazioni fanno
propendere per il I° metodo ovvero per legature in alzata e, in aggiunta, se sul dritto l’effetto è di ordito, le sue trame
saranno in maggior quantità nella faccia interna e quindi diventa scontato usare il I° metodo.
Se invece i titoli dei quattro elementi sono diversi, raramente si incontrano dei tessuti in cui le trame sono più fini
dell’ordito e quindi, essendo le trame del rovescio più grosse rispetto all’ordito, non conviene legare i due tessuti col
II° metodo, poiché si correrebbe il rischio di renderle visibili sul dritto o, per lo meno, rendere visibili le tracce della
legatura.
Si userà il II° metodo nel solo caso in cui l’armatura del dritto presenti un effetto pronunciato di trama che, tuttavia,
avviene raramente.
E’ opportuno far notare che è possibile effettuare, nello stesso tessuto, sia legature in alzata che in abbassata
(legatura “mista” o “doppia”). Questa tecnica può essere utilizzata per rendere esattamente simmetrico il tessuto e, di
conseguenza, ottenere due superfici del tessuto con esattamente lo stesso aspetto dal punto di vista della regolarità.

Tessuto doppio con legature in alzata – riduzioni 1-1 tela sul dritto e sul rovescio (tela doppia)
Utilizzando l’armatura a tela non è possibile avere la perfetta contiguità ed i punti di legatura potranno avere solo due

contiguità (una a destra e l’altra sotto):


Possiamo comunque posizionare le legature secondo più modalità:

Fig. 09-11

Fig. 09-12

Fig. 09-13
Il tessuto è legato con 2 punti Il tessuto è legato con 8 punti
Il tessuto è legato con 2 punti su 16 (disposti a tela) su 64 punti del (disposti in raso ) su 256 punti del
punti del rapporto (12,5%) e questo rapporto (3,1%). La disposizione a rapporto (3,1%). I fili che legano,
può causare problemi sia in
tela asseconda il ritmo tuttavia, “lavorano” meno di quelli
tessitura che in finissaggio
Sono necessari 4 licci. dell’armatura. in fig. 09-12.
Sono necessari 5 licci. Sono necessari 10 licci.

TESSUTI COMPOSTI – Capitolo 9 Paolo Borgiotti Pagina 50


Tessuto doppio con legature in alzata – riduzioni 1-1 batavia da 4 sul dritto e sul rovescio (batavia doppia)

In questo caso è possibile avere la perfetta contiguità dei punti di legatura:


Possiamo comunque posizionare le legature secondo più modalità:

Fig. 09-14

Fig. 09-15

Il tessuto è legato con 4 punti su 64 punti del rapporto Il tessuto è legato con 8 punti su 256 punti del rapporto
(6,25%). (3,1%).
La disposizione è saia da 4. La disposizione è raso da 8.
Sono necessari 8 licci. Sono necessari 12 licci.

Tessuti doppi con legature in alzata perfette sul dritto


Come già accennato, quando le armature lo consentono si cerca di avere la contiguità perfetta su dritto che è la
superficie principale del tessuto. La perfetta contiguità dei punti di legatura sul dritto si verifica con la condizione:

Fig. 09-16
Fig. 09-18

Fig. 09-17

Tessuto doppio 1-1, dritto batavia Tessuto doppio 1-1, dritto batavia da 4; Tessuto doppio 2-1, dritto e
da 4; rovescio saia da 4. rovescio raso da 8. rovescio in saia da 3.
l tessuto è legato con 4 punti su 64 Il tessuto è legato con 8 punti su 256 Il tessuto è legato con 3 punti su
punti del rapporto (6,25%). punti del rapporto (3,1%). 81 punti del rapporto (3,7%).
La disposizione è saia da 4. La disposizione è raso da 8. La disposizione è saia da 3.
Sono necessari 8 licci. Sono necessari 12 licci. Sono necessari 6 licci.

TESSUTI COMPOSTI – Capitolo 9 Paolo Borgiotti Pagina 51


Fig. 09-19 Fig. 09-20

Tessuto doppio 2-1, dritto Natté da 4; rovescio tela. Tessuto doppio 2-1, dritto batavia da 4; rovescio saia da
l tessuto è legato con 4 punti su 144 punti del rapporto 4.
(2,8%). Il tessuto è legato con 4 punti su 144 punti del rapporto
La disposizione in saia da 4 ha obbligato a raddoppiare (2,8%).
l’intreccio. La disposizione è saia da 4.
Sono necessari 6 licci. Sono necessari 8 licci.

Tessuto doppio 2-1, dritto batavia spezzata; rovescio DOPPIO


batavia da 4. Il tessuto è legato in saia da 4 con 8 punti
su 288 punti del rapporto 2,8%). Sono necessari 8 licci.
SUP

INF

Fig. 09-22

Fig. 09-21
Fig. 09-23

Tessuto doppio con legature in abbassata – riduzioni 1-1 tela sul dritto e sul rovescio (tela doppia)
Utilizzando l’armatura a tela non è possibile avere la perfetta contiguità ed i punti di legatura potranno avere solo due

contiguità (una a sinistra e l’altra sopra):


Possiamo comunque posizionare le legature secondo più modalità:

Fig. 09-24

Fig. 09-25

Fig. 09-26
Il tessuto è legato con 2 punti Il tessuto è legato con 8 punti
Il tessuto è legato con 2 punti su 16 (disposti a tela) su 64 punti del (disposti in raso) su 256 punti del
punti del rapporto (12,5%) e questo rapporto (3,1%). La disposizione a rapporto (3,1%). I fili che legano,
può causare problemi sia in
tela asseconda il ritmo tuttavia, “lavorano” meno di quelli
tessitura che in finissaggio
Sono necessari 4 licci. dell’armatura. in fig. 09-25.
Sono necessari 5 licci. Sono necessari 10 licci.

TESSUTI COMPOSTI – Capitolo 9 Paolo Borgiotti Pagina 52


Tessuto doppio con legature in abbassata – riduzioni 1-1 batavia da 4 sul dritto e sul rovescio (batavia doppia)

In questo caso è possibile avere la perfetta contiguità dei punti di legatura:


Possiamo comunque posizionare le legature secondo più modalità:

Fig. 09-27

Fig. 09-28

Il tessuto è legato con 4 punti su 64 punti del rapporto Il tessuto è legato con 8 punti su 256 punti del rapporto
(6,25%). (3,1%).
La disposizione è saia da 4. La disposizione è raso da 8.
Sono necessari 8 licci. Sono necessari 12 licci.

Tessuti doppi con legature in abbassata perfette sul dritto


Come già accennato, quando le armature lo consentono si cerca di avere la contiguità perfetta su dritto che è la
superficie principale del tessuto. La perfetta contiguità dei punti di legatura sul dritto si verifica con la condizione:

Fig. 09-29
Fig. 09-30

Tessuto doppio 2-1, dritto batavia da 4; rovescio saia da


Tessuto doppio 2-1, dritto levantina da 8; rovescio tela.
4.
l tessuto è legato con 4 punti su 144 punti del rapporto
Il tessuto è legato con 4 punti su 144 punti del rapporto
(2,8%).
(2,8%).
Sono necessari 10 licci.
La disposizione è saia da 4. Sono necessari 10 licci.

Tessuto doppio 2-1, dritto batavia da 4; rovescio saia da


4.
Il tessuto è legato con 8 punti su 576 punti del rapporto
(1,38%).
La disposizione in raso da 8 ha obbligato a raddoppiare il
rapporto.
La disposizione delle legature è migliore di quella di fig.
09-30 ma sono necessari 16 licci.

Fig. 09-31

TESSUTI COMPOSTI – Capitolo 9 Paolo Borgiotti Pagina 53


Tessuti doppi di uso comune nel settore laniero
Nella costruzione dei tessuti lana denominati Moskova o Beavers, si utilizza spesso un doppio in saia da 3 con
riduzione 2-1 in catena ed in trama. Il dritto è ad effetto d’ordito mentre il rovescio è ad effetto di trama.

DOPPIO
SUP
INF

Fig. 09-33
Fig. 09-32

Fig. 09-34
In alternativa all’intreccio di fig. 09-34 viene impiegato un doppio in raso da 5 con riduzione 2-1 in catena ed in trama.
Il dritto è ad effetto d’ordito mentre il rovescio è ad effetto di trama.

DOPPIO

SUP

INF

Fig. 09-36

Fig. 09-35

Fig. 09-37
Un altro tessuto dello stesso genere può essere realizzato con un doppio in raso da 4 sul dritto e saia da 4 sul rovescio
in riduzione 2-1 in catena ed in trama. Il dritto è ad effetto d’ordito mentre il rovescio è ad effetto di trama.

DOPPIO
SUP

INF

Fig. 09-39

Fig. 09-38

Fig. 09-40

Analisi dei tessuti doppi


L’analisi dei tessuti doppi consiste nel ricavare gli intrecci del tessuto superiore e del tessuto inferiore.

Le operazioni da eseguirsi sono le seguenti:

a) Determinare le riduzioni in catena ed in trama. Dalla riduzione dei due tessuti si può dedurre il rapporto di
combinazione delle due armature.
b) Armatura del tessuto superiore. Per ricavarla si estraggono dal campione mediante un ago, e con cura, tutti i
fili e le trame del tessuto inferiore. Ciò che rimane, dopo questa operazione, non è altro che il tessuto
superiore, ossia un tessuto semplice, che si può facilmente analizzare per ricavarne l’intreccio e, nel
contempo, verificare la correttezza delle riduzioni.
c) Armatura del tessuto inferiore. Da un’altra porzione del tessuto si asportano i fili e le trame del tessuto
superiore facendo rimanere solo il tessuto inferiore per il quale si possono leggere le riduzione e l’intreccio

TESSUTI COMPOSTI – Capitolo 9 Paolo Borgiotti Pagina 54


tenendo la faccia esterna al disotto. Conoscendo in questo modo le due armature ed il loro rapporto di
combinazione in ordito ed in trama, si potrà scrivere l’armatura del tessuto doppio.
d) Legature — Per determinare qual è il sistema di legature impiegato si estraggono, da un’altra porzione del
tessuto, i fili del tessuto inferiore e se le sue trame (tutte od in parte) rimangono legate all’ordito del tessuto
superiore si potrà dedurre che le legature sono del 2° metodo (in abbassata). Se, al contrario, eliminando i fili
del tessuto inferiore le trame di questo restano tutte libere, si tratta di legature del I° metodo (in alzata). Non
resta altro che segnarle sull’armatura, nei modi e con le regole indicate. Un’ulteriore analisi per rintracciare
anche il ritmo delle legature, il loro numero e la loro disposizione è superflua perché possono essere usati i
criteri esaminati.

NB. Se nell’asportare i fili del tessuto inferiore si isola subito il tessuto superiore, si tratta allora di un tessuto a doppia
faccia per ordito. Se invece il tessuto superiore si isola asportando le sole trame del tessuto inferiore, il tessuto sotto
esame è a doppia faccia per trama. In entrambi i casi si tratta di tessuti a 3 elementi invece di 4.

Tecnica di decomposizione delle armature combinate


Talvolta capita di dover interpretare e decomporre un’armatura di un tessuto doppio nelle sue componenti, conoscere
il sistema di legatura, il ritmo.
Il primo lavoro da fare è di rilevare il rapporto di combinazione in catena ed in trama, e rintracciare gli elementi del
dritto e del rovescio.
Per risolvere il problema basta pensare al fatto che gli elementi del tessuto superiore sono sopra a quelli del tessuto
inferiore e che, quando viene inserita una trama del tessuto inferiore si sollevano tutti i fili del tessuto superiore. In
base a questa considerazione si può affermare:
a) I fili dei tessuto superiore si levano un maggior numero di volte de quelli del tessuto inferiore.
b) I fili del tessuto superiore si levano sempre su tutte le trame del tessuto inferiore.
Con queste premesse è facile determinare gli elementi dei due tessuti semplici e leggere gli intrecci rispettivi.
Esaminando l’armatura della fig. 09-41 si si rileva che i fili dispari si
sollevano 10 volte mentre, i fili pari si sollevano soltanto 3 volte.
Da ciò possiamo dedurre che i fili dispari formino il tessuto superiore,
mentre i fili pari appartengano al tessuto inferiore.
Per le trame osserviamo che i fili dispari si sollevano tutti sulle trame
pari e quindi deduciamo che queste ultime sono le trame del tessuto
inferiore.

Fig. 09-41

In base a queste considerazioni si coprono con linee nere tutti gli


elementi del rovescio (fili e trame pari) allo scopo di far “sparire” tutto
quanto non appartenente al dritto.

Per ottenere l’armatura del rovescio è ora sufficiente leggere la parte


rimanente (colore rosso e bianco) della fig. 09-42 e riportarla su una
griglia di 6 fili e 6 trame numerata con i numeri dispari.
Fig. 09-42

La fig. 09-43 rappresenta l’armatura del dritto in saia da 3 ad effetto


d’ordito.
Fig. 09-43

TESSUTI COMPOSTI – Capitolo 9 Paolo Borgiotti Pagina 55


Utilizzando sempre l’armatura di fig. 09-41 si colorano ora, in nero,
tutti gli elementi del dritto (fili e trame dispari) allo scopo di far
“sparire” tutto quanto non appartenente al rovescio.

Per ottenere l’armatura del rovescio è ora sufficiente leggere la parte


rimanente (colore rosso e bianco) della fig. 09-44 e riportarla su una
griglia di 6 fili e 6 trame numerata con i numeri pari.
Fig. 09-44

La fig. 09-45 rappresenta l’armatura del rovescio in saia da 3,


anch’essa ad effetto d’ordito.
Fig. 09-45

Rimangono solo da individuare le legature e, per far questo è


sufficiente confrontare l’evoluzione dei fili pari nella fig. 09-44 (dove
ogni filo ha due punti pieni) con quella dei fili pari della fig. 09-41
(dove ogni filo ha tre punti pieni).
I punti pieni dei fili pari della fig. 09-41 che non sono presenti nella fig.
09-44, sono legature in alzata e possono essere segnati con il simbolo
corrispondente come nella fig. 09-45.
Fig. 09-45

La fig. 09-46 rappresenta l’armatura delle legature in alzata disposte in


saia da 6 e perfettamente coperte sul dritto.

Fig. 09-46

Esempio di decomposizione di armatura combinata con legatura in alzata


Esaminando l’armatura della fig. 09-47 si si rileva che i fili dispari si
sollevano 8 volte mentre, i fili pari si sollevano soltanto 2 volte.
Da ciò possiamo dedurre che i fili dispari formino il tessuto superiore,
mentre i fili pari appartengano al tessuto inferiore.
Per le trame osserviamo che i fili dispari si sollevano tutti sulle trame 3,
6, 9, 12 e quindi deduciamo che queste ultime sono le trame del
tessuto inferiore.
Fig. 09-47

In base a queste considerazioni si coprono con linee nere tutti gli


elementi del rovescio allo scopo di far “sparire” tutto quanto non
appartenente al dritto.

Per ottenere l’armatura del diritto è ora sufficiente leggere la parte


rimanente (colore rosso e bianco) della fig. 09-48 e riportarla su una
griglia di 8 fili e 8 trame numerata con i numeri presenti su fili e trame.
Fig. 09-48

TESSUTI COMPOSTI – Capitolo 9 Paolo Borgiotti Pagina 56


La fig. 09-49 rappresenta l’armatura del dritto in batavia da 4.

Fig. 09-49

Utilizzando sempre l’armatura di fig. 09-47 si coprono con linee nere


tutti gli elementi del dritto allo scopo di far “sparire” tutto quanto non
appartenente al rovescio.

Per ottenere l’armatura del rovescio è ora sufficiente leggere la parte


rimanente (colore rosso e bianco) della fig. 09-50 e riportarla su una
griglia di 8 fili e 4 trame numerata con i numeri presenti su fili e trame.
Fig. 09-50

La fig. 09-51 rappresenta l’armatura del rovescio ad effetto d’ordito.

Fig. 09-51

Per individuare le legature confrontiamo l’evoluzione dei fili pari nella


fig. 09-50 (dove ogni filo ha un solo punto pieno) con quella dei fili pari
della fig. 09-47 (dove ogni filo ha due punti pieni).
I punti pieni dei fili pari della fig. 09-47 che non sono presenti nella fig.
09-50, sono legature in alzata e possono essere segnati con il simbolo
corrispondente come nella fig. 09-52.

Fig. 09-52

La fig. 09-53 rappresenta l’armatura delle legature in alzata disposte


in raso da 8 e perfettamente coperte sul dritto.

Fig. 09-53

La fig. 09-54 sintetizza come sia stata interpretata, utilizzando le


convenzioni grafiche stabilite, l’armatura di fig. 09-47.

Fig. 09-54

TESSUTI COMPOSTI – Capitolo 9 Paolo Borgiotti Pagina 57


Esempio di decomposizione di armatura combinata con legatura in abbassata
Esaminando l’armatura della fig. 09-55 si si rileva che i fili 3, 6, 9 e 12 si
sollevano una sola volta per cui possiamo dedurre che essi appartengono
al tessuto inferiore mentre i fili 1, 2, 4, 5, 7, 8, 10 e 11 appartengono al
tessuto superiore.
Per le trame osserviamo che i fili del tessuto superiore non si sollevano su
tutti sulle trame 3, 6, 9, 12. Tuttavia i sollevamenti sono quasi completi e
quindi possiamo ipotizzare che queste ultime sono le trame del tessuto
Fig. 09-55 inferiore e che ci siano legature in abbassata (soppressione di punti pieni).

In base a queste considerazioni si ipotizza che il doppio sia con riduzioni 2-


1 in ordito e trama e si coprono con linee nere tutti gli elementi del
rovescio allo scopo di far “sparire” tutto quanto non appartenente al
dritto.
Per ottenere l’armatura del diritto è ora sufficiente leggere la parte
rimanente (colore rosso e bianco) della fig. 09-56 e riportarla su una griglia
di 8 fili e 8 trame numerata con i numeri presenti su fili e trame.
Fig. 09-56

La fig. 09-57 rappresenta l’armatura del dritto in natté da 4.

Fig. 09-57

Utilizzando sempre l’armatura di fig. DL8-55 si coprono con linee nere tutti
gli elementi del dritto allo scopo di far “sparire” tutto quanto non
appartenente al rovescio.

Per ottenere l’armatura del rovescio è ora sufficiente leggere la parte


rimanente (colore rosso e bianco) della fig. 09-58 e riportarla su una griglia
di 4 fili e 4 trame numerata con i numeri presenti su fili e trame.
Fig. 09-58

La fig. 09-59 rappresenta l’armatura del rovescio in saia da 4 ad effetto


d’ordito.
Fig. 09-59

Per individuare le legature confrontiamo l’evoluzione dei fili 3, 6, 9, 12


della fig. 09-58 (dove ogni filo ha un solo punto pieno) con quella degli
stessi fili della fig. 09-55 e non osserviamo differenze. Questo conferma
l’ipotesi che le legature sono in abbassata.
Le legature devono quindi essere ricercate sulle trame del tessuto
inferiore e sui fili del tessuto superiore.
Osserviamo che manca una levata in massa del filo 1 sulla trama 9, una del
filo 4 sulla trama 12, una del filo 7 sulla trama 3 ed una del filo 10 sulla
Fig. 09-60 trama 6. I punti che mancano sono legature in abbassata e possono essere
segnati con il simbolo corrispondente come nella fig. 09-60.

TESSUTI COMPOSTI – Capitolo 9 Paolo Borgiotti Pagina 58


La fig. 09-61 rappresenta l’armatura delle legature in abbassata
disposte in saia da 4 e perfettamente coperte sul dritto.
Fig. 09-61

La fig. 09-62 sintetizza come sia stata interpretata, utilizzando le


convenzioni grafiche stabilite, l’armatura di fig. 09-55.

Fig. 09-62

Indicazioni tecniche per la produzione dei tessuti doppi

Orditura
Se il tessuto doppio è costituito da due tessuti di uguale qualità e intreccio, si allestisce tutto l’ordito su un solo subbio.
In questo caso, infatti, i due orditi hanno lo stesso imborso e sarebbe inutilmente costoso ricorrere ad un’orditura
separata e ad una tessitura con doppio subbio.
In generale si può ancora ordire su di un solo subbio, quando gli imborsi delle due catene risultino ancora pressoché
uguali tuttavia sarebbe sempre preferibile un’orditura su due subbi con la quale si ottengono risultati migliori.

Passatura nei licci


La passatura nei licci si fa sempre su due corpi di licci distinti.
Nel corpo di licci più vicino al tessitore si rimette l’ordito dei tessuto superiore ed in quello più lontano, si rimette
l’ordito dei tessuto inferiore.

Passatura nel pettine.


Per i tessuti doppi valgono tutte le considerazioni fatte per i tessuti doppia faccia.

TESSUTI COMPOSTI – Capitolo 9 Paolo Borgiotti Pagina 59


Tessuti doppi alternati
I tessuti doppi alternati hanno estesissime applicazioni.
Lo scopo da raggiungere, in queste combinazioni, è quello di invertire, a dati intervalli, la posizione del dritto e del
rovescio in un tessuto doppio.
Iniziamo lo studio dei tessuti doppi alternati esaminando l’intreccio tela che è utilizzato diffusamente per le sue
caratteristiche positive benché il procedimento esaminato per la tela potrà essere applicato a qualsiasi altro tipo di
intreccio.
Consideriamo quindi una tela doppia combinando la tela del dritto con la tela del rovescio in base ai numeri disposti
secondo le regole dei tessuti doppi:
Armature combinate
DRITTO ROVESCIO

Fig. 10-01 Fig. 10-02

Fig. 10-03

Nelle normali condizioni il dritto si trova al disopra del rovescio e, siccome gli
elementi del dritto sono quelli dispari, si dovranno sollevare i fili dispari
quando si inseriscono le trame del rovescio (levata in massa). La fig. 10-04
mostra l’armatura del tessuto doppio con il dritto al disopra del rovescio.
Fig. 10-04

Se, invece, vogliamo che il rovescio passi al disopra e il dritto al disotto, è evidente che occorre sollevare i fili del
rovescio quando si inseriscono le trame nel dritto.

Questo cambiamento di posizione dei due tessuti è indicato nella fig. 10-05.

Fig. 10-5

Le due armature delle fig. 10-4 e 10-5 rappresentano le posizioni che possono assumere, l’uno rispetto all’altro, il
dritto ed il rovescio in un tessuto doppio 1-1.
Le due armature delle fig. 10-04 e 10-05 hanno in comune la
punteggiatura di fig. 10-03 e, se ad esse togliamo la punteggiatura
comune, non rimangono che, rispettivamente, le punteggiature delle fig.
10-06 e 10-07 che sono costituite dalle sole levate in massa.
Fig. 10-6 Fig. 10-7
Paragonando le punteggiature delle fig. 10-06 e 10-07 vediamo che le levate occupano due posizioni totalmente
differenti ma che queste posizioni sono caratteristiche e costanti qualunque siano le armature dei dritto e del rovescio
dei tessuto doppio 1-1.
Infatti, possiamo immaginare la fig. 10-06 come costituita da tanti gruppi di 4 caselle, in cui il sollevamento occupa la

casella a sinistra in alto:


Anche nella fig. 10-07 possiamo individuare la stessa suddivisione in gruppi di 4 caselle ¡n cui il sollevamento occupa la

casella a destra in basso:


Nella fig. 10-06 il sollevamento occupa la posizione corrispondente al filo dispari su trama pari; nella 10-07 il
sollevamento occupa la posizione corrispondente al filo pari sulla trama dispari.
Da questa disamina possiamo trarre una regola generale:
per fare alternare il dritto ed il rovescio in un tessuto doppio 1-1 occorre combinare assieme le due armature date, in
modo che i fili e le trame dispari appartengano al dritto, ed i fili e le trame pari siano del rovescio.
Poi, nelle parti dell’armatura in cui il dritto ed il rovescio occupano le loro posizioni naturali, si porteranno i
sollevamenti nella casella di sinistra in alto per ogni gruppo di 4 caselle; nelle parti rimanenti (in cui il dritto passa al

TESSUTI COMPOSTI – Capitolo 10 Paolo Borgiotti Pagina 60


posto del rovescio e questi al posto dei dritto) si introdurranno i sollevamenti nella casella di destra in basso, per
gruppi di 4 caselle.
NB. Ognuna delle parti dell’armatura, corrispondentemente alle diverse posizioni dei due tessuti, deve sempre
contenere un numero di fili e di trame multiplo di 2.

Per rendere evidenti gli effetti dovuti al cambiamento di posizione dei due tessuti componenti la stoffa doppia è
necessario che questi siano di colore diverso. In questa logica sono stati sviluppati tutti gli esempi seguenti.

Esempio di tessuto a doppia tela 1-1 con effetto rigato ed alternato in direzione verticale.
Supponiamo di dover realizzare il tessuto di fig. 10-08 con un doppio alternato in riduzioni 1-1 utilizzando la tela sia
per il dritto che per il rovescio.
La fig. 10-08 mostra l’effetto sulla
stoffa: un rigato in ordito con rigature
di colore alternato ognuna costituita da
6 fili sul dritto. Fig. 10-09
Il rovescio presenta l’effetto opposto. La fig. 10-09 rappresenta l’effetto sul tessuto
“a tinte piatte” ovvero la messincarta. Ogni
Fig. 10-08
colonna (corda) rappresenta 2 fili ed ogni riga
(passo) rappresenta due trame.
Nella striscia D i due tessuti componenti sono nella loro posizione normale mentre, nella striscia seguente R, il dritto
passa nella parte sottostante, ed il rovescio passa superiormente.

La figura 10-10 rappresenta il profilo di trama (relativo alle


prime 4 trame) dal quale si vede come le posizioni dei due
tessuti si invertano.
Fig. 10-10

In base alla messincarta di fig. 10-9 possiamo rappresentare


l’armatura, su una griglia quadrettata di 24 fili e 8 trame,
combinando le tele del dritto e del rovescio come già visto in
fig. 10-3.
Inoltre possiamo idealmente pensare la griglia suddivisa in
Fig. 10-11 gruppi di quattro caselle come in fig 10-11.

Per completare l’armatura dobbiamo quindi solo aggiungere


un punto di levata ogni 4 caselle.

Nella metà di sinistra usiamo lo schema; mentre, nella

metà di destra, usiamo lo schema .


La fig. 10-12 rappresenta l’armatura completa nella quale
sono anche indicate le note di colore di ordito e trama.
Fig. 10-12
Si osservi che questo tessuto non necessita di ulteriori legature; i due tessuti, infatti, si legano tra di loro nel punto di
inversione dell’effetto ed, in considerazione della modesta estensione delle zone in cui i due tessuti rimangono
separati, possono essere evitate ulteriori legature.
Se invece le zone in cui i tessuti sono separati fossero molto estese, sarebbe necessario inserire legature seguendo le
regole esaminate nel relativo capitolo.

Esempio di tessuto a doppia tela 1-1 con effetto rigato ed alternato in direzione orizzontale.
Supponiamo di dover realizzare il tessuto di fig. 10-13 con un doppio alternato in riduzioni 1-1 utilizzando la tela sia
per il dritto che per il rovescio.

TESSUTI COMPOSTI – Capitolo 10 Paolo Borgiotti Pagina 61


La fig. 10-13 mostra l’effetto sulla
stoffa: un rigato in trama con rigature di
colore alternato ognuna costituita da 4
trame sul dritto.
Il rovescio presenta l’effetto opposto. Fig. 10-14
La fig. 10-14 rappresenta la messincarta in cui:
Fig. 10-13 • ogni corda vale 2 fili;
• ogni passo vale 2 trame.

Nella striscia D i due tessuti componenti sono nella loro posizione normale mentre, nella
striscia seguente R, il dritto passa nella parte sottostante ed il rovescio passa superiormente.
La figura 10-15 rappresenta il profilo di ordito (relativo ai primi 4 fili) dal quale si vede come
le posizioni dei due tessuti si invertano.

Fig. 10-15

In base alla messincarta di fig. 10-14 possiamo rappresentare l’armatura, su una griglia
quadrettata di 8 fili e 16 trame, combinando le tele del dritto e del rovescio come già visto in
fig. 10-3.
Inoltre possiamo idealmente pensare la griglia suddivisa in gruppi di quattro caselle come in
fig 10.16.

Fig. 10-16

Per completare l’armatura dobbiamo quindi solo aggiungere un punto di levata ogni 4
caselle.

Nella metà in basso usiamo lo schema; mentre, nella metà in alto, usiamo lo schema

.
La fig. 10-17 rappresenta l’armatura completa nella quale sono anche indicate le note di
colore di ordito e trama.

Fig. 10-17
Si osservi che anche questo tessuto non necessita di ulteriori legature in base alle considerazioni fatte nell’esempio
precedente.

Esempio di tessuto a doppia tela 1-1 con effetto alternato a quadri.


Supponiamo di dover realizzare il tessuto di fig. 10-18 con un doppio alternato in riduzioni 1-1 utilizzando la tela sia
per il dritto che per il rovescio.
La fig. 10-18 mostra l’effetto sulla La fig. 10-14 rappresenta la
stoffa: quadri di colore alternato messincarta in cui:
ognuno costituita da 6 fili e 6 trame • ogni corda vale 2 fili;
sul dritto. • ogni passo vale 2 trame.
Il rovescio presenta l’effetto opposto.
Fig. 10-18
Fig. 10-19

TESSUTI COMPOSTI – Capitolo 10 Paolo Borgiotti Pagina 62


L’effetto da realizzare può essere considerato come la combinazione
degli effetti dei due esempi precedenti.
La fig. 10-20 rappresenta l’armatura completa, ottenuta in modo
analogo ai due esempi precedenti, nella quale sono anche indicate le
note di colore di ordito e trama

Fig. 10-20

Esempio n. 1 di tessuto a doppia tela 1-1 con effetto alternato a motivi


Supponiamo di dover realizzare il tessuto di fig. 10-21 con un doppio alternato in riduzioni 1-1 utilizzando la tela sia
per il dritto che per il rovescio.
La fig. 10-21 mostra l’effetto La fig. 10-22 rappresenta la
sulla stoffa. messincarta con gli effetti
Il rovescio presenta l’effetto unici e le rimesse dei licci.
opposto.

Fig. 10-21 Fig. 10-22


Se i valori della messincarta sono:
• ogni corda vale 2 fili;
• ogni passo vale 2 trame;
per realizzare l’armatura si prepara una griglia di 16 fili x 16 trame nella quale si dispone la tela
doppia. Poi si individuano i contorni dell’effetto tenendo presente che ciascuna casella della
messincarta corrisponde a 2 fili e 2 trame nell’armatura.
Per facilitare la lettura del contorno, nella fig. 10-23, le caselle del dritto sono state colorate di
Fig. 10-23
rosa e quelle del rovescio di grigio.

Infine si dispongono le levate come mostrato negli esempi precedenti facendo attenzione ai
contorni tracciati in precedenza.
La fig. 10-24 rappresenta l’armatura completa nella quale sono anche indicate le note di
colore di ordito e trama.

Fig. 10-24
Se invece i valori della messincarta sono diversi, per esempio:
• ogni corda vale 24 fili;
• ogni passo vale 24 trame,
possiamo sviluppare l’armatura dei licci ed il rimettaggio mediante gli effetti unici e le rimesse dei licci come mostrato
in fig. 10-25 e 10-26.

TESSUTI COMPOSTI – Capitolo 10 Paolo Borgiotti Pagina 63


Armatura di licci - Fig. 10-25 Rimettaggio - Fig. 10-26

Esempio N. 2 di tessuto a doppia tela 1-1 con effetto alternato a motivi.


Supponiamo di dover realizzare il tessuto di fig. 10-27 con un doppio alternato in riduzioni 1-1 utilizzando la tela sia
per il dritto che per il rovescio.
La fig. 10-27 mostra La fig. 10-28 rappresenta la
l’effetto sulla stoffa di messincarta dove:
colore alternato. • ogni corda vale 2 fili;
Il rovescio presenta • ogni passo vale 2 trame.
l’effetto opposto.

Fig. 10-27
Fig. 10-28

Per realizzare l’armatura si prepara una griglia di 32 fili x


32 trame nella quale si dispone la tela doppia. Poi si
individuano i contorni dell’effetto tenendo presente che
ciascuna casella della messincarta di fig. 10-28
corrisponde a 2 fili e 2 trame nell’armatura.
Per facilitare la lettura del contorno le caselle del dritto
sono state colorate di rosa e quelle del rovescio di
grigio.
Infine si dispongono le levate come mostrato negli
esempi precedenti facendo attenzione ai contorni
tracciati in precedenza.
La fig. 10-29 rappresenta l’armatura completa nella
quale sono anche indicate le note di colore di ordito e
trama.
Fig. 10-29

Esempio di tessuto a doppia tela 1-1 alternato con motivi con contorno curvilineo.
Il metodo esaminato ha valenza generale e si applica anche a motivi con contorno curvilineo.
Supponiamo di dover realizzare il tessuto di fig. 10-30 con un doppio alternato in riduzioni 1-1 utilizzando la tela sia
per il dritto che per il rovescio.
La fig. 10-30 mostra La fig. 10-31 rappresenta la
l’effetto sulla stoffa di messincarta dove:
colore alternato. • ogni corda vale 4 fili;
Il rovescio presenta • ogni passo vale 4 trame.
l’effetto opposto. L’armatura risulta quindi di 96 fili
x 120 passi.

Fig. 10-30
Fig. 10-31

TESSUTI COMPOSTI – Capitolo 10 Paolo Borgiotti Pagina 64


Fig. 10-32
La fig. 10-32 rappresenta l’armatura che sarà inviata al telaio che dovrà essere dotato di macchina Jacquard perché il
numero di fili che hanno evoluzione diversa supera i limiti delle macchine per il movimento dei licci.
Nonostante che l’immagine dell’armatura sia priva di colori, guardandola attentamente, si riescono ad intravedere le
inversioni del dritto e del rovescio che originano l’effetto.

TESSUTI COMPOSTI – Capitolo 10 Paolo Borgiotti Pagina 65


Esempio di tessuto a doppia batavia da 4, 1-1 con effetto alternato a quadri.
Supponiamo di dover realizzare il tessuto di fig. 10-33 con un doppio alternato in riduzioni 1-1 utilizzando la batavia da
4 sia per il dritto che per il rovescio.
La fig. 10-33 mostra l’effetto sulla La fig. 10-34 rappresenta la
stoffa: quadri di colore nero, ognuno messincarta dove:
costituito da 4 fili e 4 trame sul • ogni corda vale 2 fili;
dritto, disposti in saia da 3, su fondo • ogni passo vale 2 trame.
di colore rosso.
Fig. 10-33
Il rovescio presenta l’effetto
opposto. Fig. 10-34
In base alle regole di costruzione dei tessuti doppi 1-1 possiamo realizzare l’armatura combinata da utilizzare per
punteggiare una griglia quadrettata di 24 fili e 24 trame sulla quale possiamo evidenziare anche i contorni dei due
effetti come in fig. 10-35.
DRITTO ROVESCIO Combinata

Fig. 10-35

La fig. 10-36 rappresenta l’armatura completa, ottenuta inserendo un punto di


levata ogni 4 caselle.

Nell’effetto rosso usiamo lo schema; mentre, nell’effetto nero usiamo lo

schema .
A fianco dell’armatura sono anche indicate le note di colore di ordito e trama

Fig. 10-36

Esempio di tessuto a doppia batavia da 4 con effetto alternato a motivi


Supponiamo di dover realizzare il tessuto di fig. 10-37 con un doppio alternato in riduzioni 1-1 utilizzando la batavia da
4 sia per il dritto che per il rovescio.
La fig. 10-37 mostra l’effetto La fig. 10-38 rappresenta la
sulla stoffa. messincarta, gli effetti unici e
Il rovescio presenta l’effetto le rimesse dei licci.
opposto.

Fig. 10-37 Fig. 10-38


Se i valori della messincarta sono:
• ogni corda vale 16 fili;
• ogni passo vale 16 trame;
possiamo sviluppare l’armatura dei licci ed il rimettaggio mediante gli effetti unici e le rimesse dei licci come
mostrato, rispettivamente, nelle fig. 10-39 e 10-40.

TESSUTI COMPOSTI – Capitolo 10 Paolo Borgiotti Pagina 66


Armatura di licci - Fig. 10-39 Rimettaggio - Fig. 10-40

Esempio di tessuto doppio 1-1 con effetto alternato a quadri di intrecci diversi sul dritto.
Supponiamo di dover realizzare il tessuto di fig. 10-41 con un doppio alternato in riduzioni 1-1 utilizzando la batavia da
4 sia per il dritto che per il rovescio (effetto rosso) ed il natté da 4 per il rovescio quando esso è visibile sul dritto
(effetto nero).
La fig. 10-41 mostra l’effetto sulla La fig. 10-42 rappresenta la
stoffa: quadri di colore nero messincarta dove:
ognuno costituito da 8 fili e 8 • ogni corda vale 2 fili;
trame su fondo di colore rosso. • ogni passo vale 2 trame.

Fig. 10-41 Fig. 10-42

In base alle regole di costruzione dei tessuti doppi 1-1 possiamo realizzare l’armatura combinata da utilizzare per
punteggiare una griglia quadrettata di 32 fili e 32 trame sulla quale possiamo evidenziare anche i contorni dei due
effetti come in fig. 10-43.
DRITTO ROVESCIO ROVESCIO sul DRITTO Combinata Combinata
effetto rosso effetto nero

Fig. 10-43

La fig. 10-44 rappresenta l’armatura completa, ottenuta inserendo un punto


di levata ogni 4 caselle.

Nell’effetto rosso usiamo lo schema; mentre, nell’effetto nero usiamo lo

schema .
A fianco dell’armatura sono anche indicate le note di colore di ordito e trama
Nel tessuto si vedrà, sul dritto, l’effetto nero in natté su un fondo batavia da 4
mentre il rovescio l’armatura sarà sempre batavia da 4.

Fig. 10-44

TESSUTI COMPOSTI – Capitolo 10 Paolo Borgiotti Pagina 67


Tessuti doppi alternati con riduzioni 2-1
Anche nei tessuti doppi 2-1 è possibile alternare le posizioni del dritto e del rovescio con una procedura analoga a
quella esaminata per i tessuti doppi 1-1.
Prendiamo in esame una tela doppia 2-1.
DRITTO ROVESCIO Per avere il dritto sopra il rovescio è necessario sollevare i fili del dritto
quando si inseriscono le trame del rovescio mentre, per avere il rovescio
sopra il dritto occorre sollevare i fili del rovescio quando si inseriscono le
trame del dritto come mostrato dalle fig. 10–45 e 10-46.
Fig. 10-45 Fig. 10-46

Levate dritto Levate rovescio


Possiamo trascrivere nelle fig. 10-47 e 10-48, rispettivamente, le levate
delle armature del dritto e del rovescio e possiamo pensarle
idealmente suddivise in gruppi di 9 caselle.
Fig. 10-47 Fig. 10-48

Nelle fig. 10-49 e 10-50 sono riportate le levate da applicare ai gruppi


di 9 caselle rispettivamente per il dritto e per il rovescio.
Fig. 10-49 Fig. 10-50
Per ottenere gli effetti alternati in un tessuto doppio 2-1 è necessario trascrivere, per ogni effetto, l’armatura
combinata e poi applicare ad essa le levate a gruppi di 9 caselle.

Esempio di tessuto doppio 2-1 con effetto alternato a quadri di intrecci diversi sul dritto.
Supponiamo di dover realizzare il tessuto di fig. 10-51 con un doppio alternato in riduzioni 2-1 utilizzando il natté da 4
per il dritto e la tela per il rovescio.
La fig. 10-51 mostra l’effetto sulla
stoffa: quadri di colore nero ognuno La fig. 10-52 rappresenta la
costituito da 4 fili e 4 trame sul dritto messincarta dove:
su un fondo di colore rosso. • ogni corda vale 3 fili;
Il rovescio presenta l’effetto Fig. 10-52 • ogni passo vale 3 trame.
Fig. 10-51 opposto.
In base alle regole di costruzione dei tessuti doppi 2-1 possiamo realizzare l’armatura combinata da utilizzare per
punteggiare una griglia quadrettata di 24 fili e 24 trame sulla quale possiamo evidenziare anche i contorni dei due
effetti come in fig. 10-53.
DRITTO ROVESCIO Combinata

Fig. 10-53

TESSUTI COMPOSTI – Capitolo 10 Paolo Borgiotti Pagina 68


La fig. 10-54 rappresenta l’armatura completa, ottenuta inserendo i punti di
levata ogni 9 caselle.

Nell’effetto rosso usiamo lo schema mentre, nell’effetto nero, usiamo lo

schema .
A fianco dell’armatura sono anche indicate le note di colore di ordito e trama

Fig. 10-54

Esempio di tessuto in tela doppia 2-1 con effetto alternato.


Supponiamo di dover realizzare il tessuto di fig. 10-55 con un doppio alternato in riduzioni 2-1 utilizzando la tela per il
dritto e per il rovescio.
La fig. 10-55 mostra l’effetto
sulla stoffa.
La fig. 10-56 rappresenta la
Il rovescio presenta l’effetto
messincarta dove:
opposto.
• ogni corda vale 3 fili;
• ogni passo vale 3 trame.
Fig. 10-55
Fig. 10-56

In base alle regole di costruzione dei tessuti doppi 2-1 possiamo realizzare l’armatura combinata da utilizzare per
punteggiare una griglia quadrettata di 42 fili e 42 trame sulla quale possiamo evidenziare anche i contorni dei due
effetti come in fig. 10-57.
Armatura combinata

La fig. 10-57 rappresenta l’armatura


completa, ottenuta inserendo i punti di
levata ogni 9 caselle.

Nell’effetto rosso usiamo lo schema


mentre, nell’effetto nero, usiamo lo schema

.
A fianco dell’armatura sono anche indicate
le note di colore di ordito e trama

Fig. 10-57

TESSUTI COMPOSTI – Capitolo 10 Paolo Borgiotti Pagina 69


Effetti “misti” nei tessuti alternati doppi
Con i tessuti alternati doppi è possibile ottenere, grazie a particolari disposizioni, una terza nuance formata
dall’intreccio della catena scura con la trama chiara o viceversa. Possiamo definire questo terzo effetto come “misto”
in quanto il colore risultante sarà intermedio a quelli di ordito e trama.
La fig. 10-58 rappresenta il profilo di trama di un doppio a tela i cui
tessuti semplici si alternano originando gli effetti:
I° - “puro” rosso
II° - “misto” con ordito rosso e trama nera
Fig. 10-58 III° - “misto” con ordito nero e trama rossa
IV° - “puro” nero
In pratica si ottengono 3 diversi effetti (essendo il II° ed il III° uguali tra loro).
L’armatura della fig. 10-59 è quella di un normale tessuto doppio
e corrisponde all’effetto I° della fig. 10-58.
Per ottenere tale armatura sono stati sollevati i fili della tela
superiore sulle trame della tela inferiore.
Per ottenere gli altri effetti si deve posizionare adeguatamente
Fig. 10-59 l’armatura combinata ed i sollevamenti necessari.
Con l’armatura di fig. 10-60 si ottiene un tessuto con 3 righe
verticali, la prima (di 4 fili sul dritto) di colore rosso la seconda (di
8 fili) di colore misto rosso-nero e la terza (di 4 fili) di colore nero.

Fig. 10-60
Fig. 10-61

Esempio di tessuto doppio 1-1 alternato con effetto a quadri a 3 nuances


La fig. 10-63 rappresenta l’effetto sul tessuto ottenuto sul tessuto
impiegando l’armatura di fig. 10-62.
Il rovescio presenta l’effetto opposto nel quadro grande, rosso, che
diventa nero sul rovescio e nel quadro piccolo, nero, che diventa
rosso sul rovescio.
L’effetto misto rimane uguale sul dritto e sul rovescio.

Fig. 10-62

Fig. 10-63

TESSUTI COMPOSTI – Capitolo 10 Paolo Borgiotti Pagina 70


Tessuti triplici
Estendendo il concetto di tessuto doppio si intuisce che, in un’unica operazione di tessitura, si possono produrre tre
tessuti semplici sovrapposti.
In maniera analoga a quanto esaminato per i tessuti doppi, essi possono essere completamente indipendenti l’uno
dall’altro oppure essere legati intimamente su tutta la loro superficie.

Tessuti triplici in riduzioni 1-1-1 senza legatura


Esamineremo anzitutto il modo di fabbricare un tessuto triplo senza legatura come quello schematizzato, in forma di
profilo di trama, nella fig. 11-01.
Supponiamo, per semplicità, che i tre tessuti semplici siano in tela e, dovendo
intercalare filo a filo e trama a trama le tre armature dei tessuti, semplici daremo
numerazioni:
1, 4, 7, 10 agli elementi dell’armatura del tessuto superiore;
2, 5, 8, 11 agli elementi dell’armatura del tessuto medio;
3, 6, 9, 12 agli elementi dell’armatura del tessuto inferiore
Fig. 11-01

SUP MEDIO INF

Combinandole assieme le armature dei


Fig. 11-02 Fig. 11-03
tre tessuti con modalità 1-1-1, si ottiene
Fig. 11-04
la punteggiatura di fig. 11-05

Fig. 11-05
Per completare l’armatura occorre ricordare quanto detto a proposito dei tessuti doppi e cioè : “sollevare i fili del
tessuto superiore quando si inserisce una trama nel tessuto inferiore”.
Nel caso del tessuto triplo solleveremo i fili del tessuto superiore nel momento di inserire trama nel tessuto medio ed
inoltre si solleveranno i fili dei tessuti superiore e medio sulle trame del tessuto inferiore.
In altre parole, si dovranno sollevare i fili 1, 4 , 7, 10 sulle trame 2,5, 8, 11; e quindi i fili 1, 2, 4, 5, 7, 8, 10, 11 sulle
trame 3, 6, 9, 12.

In questo modo si ottiene l’armatura di fig. 11-06 che rappresenta il tessuto


triplo.

Affinché i 3 tessuti semplici componenti siano poi separabili, occorre tessere con
3 navette distinte, ognuna delle quali intrecci continuamente e separatamente
con un solo dei 3 orditi.

Fig. 11-06
Impiegando telai a navetta ed in particolare, utilizzando un’unica navetta, è anche possibile realizzare, nel corso della
tessitura, un tessuto triplo che, una volta uscito dal telaio e disteso, abbia un’altezza tripla rispetto all’altezza a telaio.

Tessuti triplici in riduzioni 1-1-1 con legatura


Esaminiamo ora il vero tessuto triplo ovvero quello costituito da tre falde di tessuto semplice sovrapposte e legate
intimamente tra di loro in modo tale che si realizzi un unico tessuto di triplice spessore.
La costruzione dell’armatura è quella di fig. 11-06 sulla quale non rimane altro che stabilire le legature.
Si potrebbe effettuare una legatura del tessuto inferiore a quello superiore (attraversando il tessuto medio) ma
questo metodo è troppo brutale e, le legature così fatte, lasciano profonde tracce sulla superficie del tessuto.
E’ opportuno quindi legare i tessuti due a due ovvero legare il tessuto inferiore a quello medio e quest’ultimo a quello
superiore.
Il profilo d’ordito della fig. 11-07 mostra come sia possibile legare i tessuti
utilizzando legature in alzata.
Come per i tessuti doppi è opportuno effettuare le legature con elementi che si
trovano all’interno ed occorre che questi vadano a legare trame in posizione
interna. Anche per questi tessuti è necessario che la legatura sia invisibile
sfruttando la regola di contiguità.
Fig. 11-07

TESSUTI COMPOSTI – Capitolo 11 Paolo Borgiotti Pagina 71


La fig. 11-08 mostra l’armatura del tessuto triplo con le legature posizionate in
maniera conveniente.
I tessuti triplici trovano applicazioni soprattutto nel settore tecnico.
In campo laniero, con la follatura, si possono realizzare tessuti di notevole
spessore paragonabili a quello dei feltri. Le applicazioni riguardano la
produzione di pantofole, tappeti, sotto-selle ecc.

Fig. 11-08

Tessuto triplo intreccio batavia da 4 - riduzioni 1-1-1 con legatura


SUP MEDIO INF

Combinandole assieme le armature dei


Fig. 11-09 Fig. 11-10 Fig. 11-11 tre tessuti con modalità 1-1-1, si ottiene
la punteggiatura di fig. 11-12.

Fig. 11-12
Per completare l’armatura non resta che inserire i sollevamenti.

Nella fig. 11-13 oltre all’armatura completa delle note di colore


sono anche stati riportati il rimettaggio su tre corpi e l’armatura per
i licci.
Si osservi che, per realizzare la legatura, sono stati inseriti due punti
di levata sui fili 3 ed 8 del tessuto medio (legatura in alzata) e sono
state soppresse due alzate sempre sugli stessi due fili del tessuto
medio (legatura in abbassata).
Si osservi inoltre che il tessuto medio è stato passato sul corpo di
licci più lontano dal tessitore in quanto esso riveste una minore
importanza per il tessuto.

Fig. 11-13

Tessuto triplo con legatura e riduzioni diverse da 1-1-1


Nella maggior parte dei casi capita che le riduzioni dei tessuti esterni di un triplo sono “alla pari” mentre quelle del
tessuto medio sono la metà rispetto a quelle del tessuto superiore ed inferiore. Il motivo di questa soluzione tecnica è
dovuto al fatto che il tessuto intermedio serve solo da imbottitura e per aumentare il peso totale e quindi, per
realizzarlo, possono essere impiegati filati di titolo più grosso, di minor pregio e più economici. Inoltre, riducendo il
numero di inserzioni di trama, si riduce anche il costo dell’operazione di tessitura.
SUP MEDIO INF Combinandole assieme le armature dei
tre tessuti in modo tale che il medio
Fig. 11-15 abbia riduzione metà rispetto agli altri
due si ottiene la punteggiatura di fig. 11-
Fig. 11-14 Fig. 11-16
17
Fig. 11-17
Per completare l’armatura non resta che inserire i sollevamenti.

TESSUTI COMPOSTI – Capitolo 11 Paolo Borgiotti Pagina 72


Nella fig. 11-18 è riportata l’armatura completa delle note di colore.
Si osservi che, per realizzare la legatura, sono stati inseriti due punti
di levata sui fili 2 ed 7 del tessuto medio (legatura in alzata) e sono
state soppresse due alzate sempre sugli stessi due fili del tessuto
medio (legatura in abbassata).

Fig. 11-18

Tessuti alternati triplici


In un tessuto triplo costituito da 3 tele di colore diverso possiamo alternare le posizioni dei singoli tessuti in modo che
ognuno di essi compaia sul dritto, in determinate posizioni, in modo da ottenere effetti a 3 colori.

La fig. 11-19 il profilo di trama di un tessuto triplo in cui i tre


tessuti a tela si alternano per realizzare 3 effetti di colore.

Fig. 11-19

L’armatura della fig. 11-20 è quella di normale tessuto triplo e


corrisponde all’effetto I° della fig. 11-19.
Per ottenere tale armatura sono stati sollevati i fili della tela
superiore sulle trame della tela intermedia ed i fili della tela
superiore ed intermedia su quelli della tela inferiore.

Fig. 11-20
Nell’effetto II° la tela superiore passa al disotto delle altre due, e la tela intermedia diventa superiore e la inferiore
diventa intermedia mentre, nell’effetto III° la tela che era al disopra nell’effetto II° passa ora al disotto delle altre due e
la tela intermedia (dell’effetto II°) passa superiormente.
In base a queste informazioni non resta che introdurre i sollevamenti con lo stesso criterio seguito per l’effetto I°.

Volendo alternare sul dritto le 3 tele


successivamente, si scrivono 3 armature nel
rapporto dato di 36 fili e 12 trame
La fig. 11-21 rappresenta l’armatura
completa con, a fianco, le note di colore.

Fig. 11-21

Esempio di tessuto triplo 1-1-1


Supponiamo di dover realizzare il tessuto di fig. 11-22 con un triplo alternato in riduzioni 1-1 utilizzando l’intreccio
tela.

La fig. 11-23 rappresenta la messincarta


dove:
La fig. 11-22
• ogni corda vale 3 fili;
mostra l’effetto
sulla stoffa. • ogni passo vale 3 trame.
Fig. 11-23

Fig. 11-22

TESSUTI COMPOSTI – Capitolo 11 Paolo Borgiotti Pagina 73


La fig. 11-24 rappresenta le armature che consentono di realizzare i 3 effetti.

Fig. 11-24

Come già osservato per i tessuti doppi alternati, possiamo ricavare le


punteggiature che, aggiunte all’armatura combinata, consentono di generare
gli effetti. In questo caso le caselle dell’armatura devono essere prese in
esame a gruppi di 9 caselle ( 3 x 3 ). La fig. 11-25 rappresenta le tre
Fig. 11-25
punteggiature per i tre effetti.

In base alla messincarta di fig. 11-23 possiamo rappresentare l’armatura, su


una griglia quadrettata di 18 fili e 18 trame, combinando le tele dei tre tessuti.
Inoltre possiamo idealmente pensare la griglia suddivisa in gruppi di 9 caselle
come in fig. 11-26 nella quale sono anche stati evidenziati, con colori chiari, i
contorni della messincarta.

Fig. 11-26

Per completare l’armatura dobbiamo quindi solo aggiungere i punti di levata


ogni 9 caselle usando gli schemi di fig. 11-25 in corrispondenza dei colori della
messincarta.
La fig. 11-27 rappresenta l’armatura completa nella quale sono anche indicate
le note di colore di ordito e trama.

Fig. 11-27
Si osservi che questi tessuti, detti anche “tubici a tre corpi” non necessitano di ulteriori legature poiché i tre tessuti si
legano tra di loro nel punto di inversione dell’effetto. Se, come nei casi esaminati, l’estensione delle zone in cui i due
tessuti rimangono separati è modesta, possono essere evitate ulteriori legature.
Se invece le zone in cui i tessuti sono separati fossero molto estese, sarebbe necessario inserire legature seguendo le
regole esaminate nel relativo capitolo.

Tessuti quadruplo

I tessuti quadrupli si costruiscono con considerazioni simili a quelle dei


tessuti triplici.
La fig. 11-28 mostra l’armatura del tessuto quadruplo con le legature
posizionate in maniera conveniente.
Anche i tessuti quadrupli trovano applicazioni soprattutto nel settore
tecnico.

Fig. 11-28

TESSUTI COMPOSTI – Capitolo 11 Paolo Borgiotti Pagina 74


TESSUTI IMBOTTITI
Talvolta si devono fabbricare tessuti di spessore e peso rilevante, senza modificarne sensibilmente l’aspetto. Si ricorre
perciò ai tessuti imbottiti, i quali sono costituiti da tessuti a doppia faccia o doppi, a cui si aggiungono degli elementi
supplementari (catena o trama od anche entrambi) che ne aumentano il peso ed il corpo.
L’elemento supplementare può essere interno al tessuto e quindi invisibile dall’esterno, oppure esterno ed allora,
normalmente, si trova sul rovescio.
Dal punto di vista generale i tessuti imbottiti possono essere costruiti con due modalità:
• Tessuti con imbottitura interna;
• Tessuti con imbottitura esterna.

Queste, a loro volta, possono essere suddivise in base al tipo di tessuto che deve essere imbottito e la classificazione è
la seguente:

Tessuti con imbottitura interna

a) Tessuti a doppia faccia per ordito, con ordito supplementare di imbottitura;


b) Tessuti a doppia faccia per trama, con trama supplementare di imbottitura;
c) Tessuti doppi con ordito supplementare di imbottitura
d) Tessuti doppi con trama supplementare di imbottitura

Tessuti con imbottitura esterna

e) Tessuti doppi con trama di imbottitura

Talvolta si può, in un tessuto doppio, legare i due componenti mediante l’elemento stesso di imbottitura; possiamo
quindi aggiungere altre due categorie di tessuti imbottiti, e cioè:

Tessuti con elementi di imbottitura e legatura

f) Tessuti doppi con ordito di imbottitura e legatura


g) Tessuti doppi con trama di imbottitura e legatura.

In generale le imbottiture con fili di ordito necessitano di essere effettuate con filati di buona qualità poiché anch’essi
sono soggetti alle tensioni di tessitura e la loro rottura causerebbe un abbassamento del rendimento. Le imbottiture
con trame supplementari, invece, possono essere effettuate anche con filati scadenti ma il costo della tessitura
aumenta.
Premessa questa suddivisione, esamineremo, singolarmente, i vari casi per dedurre le norme necessarie per tutte le
categorie.

Tessuti con imbottitura interna – Tessuti a doppia faccia per ordito, con ordito di imbottitura
L’elemento supplementare giace nell’interno dei tessuto e deve trovarsi fra l’ordito dei dritto e quello dei rovescio.
L’ordine secondo il quale i fili di ordito si succedono è il seguente:
• ordito del dritto;
• ordito di imbottitura;
• ordito del rovescio.
Per ottenere una combinazione che sia nelle migliori condizioni è necessario che il filo di imbottitura sollevi sulle
medesime trame sulle quali si sollevano i fili del dritto vicini e il filo del rovescio adiacente.
Ossia, nel solito linguaggio: i quadretti pieni dei fili di imbottitura devono essere a contatto, a destra ed a sinistra, con
quadretti pieni situati sui fili del dritto adiacenti. Ed i quadretti vuoti degli stessi fili di imbottitura devono essere a
contatto a destra ed a sinistra, con altri quadretti vuoti situati sui fili del rovescio adiacenti.
La combinazione sarà migliore quanto più il numero dei quadretti pieni situati sui fili di imbottitura sarà minore
rispetto a quello dei quadretti pieni situati sui fili del dritto.
Se questa condizione viene soddisfatta, il dritto dei tessuto risulterà alterato il meno possibile dall’introduzione
dell’elemento di riempimento.
Per il rovescio, al contrario, si deve verificare un numero di caselle vuote, situate sui fili di imbottitura, minore di
quello dei fili di rovescio; in pratica, per una buona combinazione, si terranno le briglie di catena dei fili di imbottitura

TESSUTI COMPOSTI – Capitolo 12 Paolo Borgiotti Pagina 74


minori di quelle dei fili dei dritto; e le briglie di catena dei fili del rovescio, a loro volta, minori di quelle dei fili di
imbottitura.
Premesse queste regole, si supponga di imbottire, con fili d’ordito, il tessuto a doppia faccia le cui armature dei dritto
(batavia da 6) e del rovescio (saia da 6) sono rappresentate in fig.12-01 e12-02. La fig. 12-03 rappresenta l’armatura
dell’imbottitura (spigato da 6).
La loro combinazione avviene nel solito modo,
lasciando fra un filo del dritto e uno del
rovescio, uno spazio vuoto destinato ai fili di
catena dell’imbottitura

Fig. 12-01 Fig. 12-02 Fig. 12-03

L’armatura rappresentata in fig.12-04, soddisfa le regole date. I suoi


fili, infatti, sollevano sulle medesime trame su cui alzano i fili del
dritto posti ai lati, ed hanno una briglia di catena minore di questi.

Fig. 12-04
I fili del rovescio poi hanno le briglie di catena minori di quelli di imbottitura e, per questi motivi, la combinazione
finale risulta nelle migliori condizioni possibili

In fig.12-05 è rappresentato il profilo di ordito dei primi 3 fili


dell’armatura (il rapporto in trama è stato duplicato per maggiore
chiarezza).
Dal profilo risulta evidente come il filo 2 di imbottitura si insinui tra il
filo 1 del dritto e quello 3 del rovescio.

Fig. 12-05

Esempio N. 1 di doppia faccia per ordito con imbottitura


Supponiamo di imbottire, con fili d’ordito, il tessuto a doppia faccia, le cui armature del dritto (derivato del raso ad
effetto di catena 7 fili x7 trame) e del rovescio (raso da 7) sono rappresentate in fig.12-06 e 12-07. La fig. 12-08
rappresenta l’armatura dell’imbottitura (derivato del raso da 7).
La loro combinazione avviene nel solito modo, lasciando fra
un filo del dritto e uno del rovescio, uno spazio vuoto
destinato ai fili di catena dell’imbottitura.

Fig. 12-06 Fig. 12-07 Fig. 12-08

L’armatura rappresentata in fig. 12-09, e soddisfa le regole date. I


suoi fili di imbottitura, infatti, sollevano sulle medesime trame su
cui alzano i fili del dritto posti ai lati, ed hanno una briglia di catena
minore di questi.

Fig. 12-09
I fili del rovescio poi hanno le briglie di catena minori di quelli di imbottitura e, per questi motivi, la combinazione
finale risulta nelle migliori condizioni possibili

TESSUTI COMPOSTI – Capitolo 12 Paolo Borgiotti Pagina 75


In fig. 12-10 è rappresentato il profilo di ordito dei primi 3 fili
dell’armatura (il rapporto in trama è stato duplicato per maggiore
chiarezza).
Dal profilo risulta evidente come il filo 2 di imbottitura si insinui tra il
filo 1 del dritto e quello 3 del rovescio.

Fig. 12-10

Esempio N. 2 di doppia faccia per ordito con imbottitura riduzione 2-1


Supponiamo di imbottire, con fili d’ordito, il tessuto a doppia faccia le cui armature del dritto (derivato del raso ad
effetto di catena 7 fili x 7 trame) e del rovescio (saia da 7) sono rappresentate in fig.12-11 e12-12 ed il cui rapporto di
combinazione è 2-1.
L’odine di successione dei fili è quindi:
• 2 fili del dritto
• 1 filo di imbottitura
• 1 filo del rovescio
La fig. 12-13 rappresenta l’armatura dell’imbottitura (spigato da 7).

Fig. 12-11 Fig. 12-12 Fig. 12-13 Fig. 12-14


L’armatura combinata è riportata in fig. 12-14; anche in questo caso i fili di imbottitura si insinuano tra i fili del dritto e
quelli del rovescio.

Doppia faccia per ordito con trame di imbottitura


Un sistema abbastanza comodo e frequentemente impiegato per accrescere il peso delle stoffe a doppia faccia per
catena, consiste nell’inserire delle trame di imbottitura fra le due catene costituenti il tessuto a doppia faccia.
Le trame di imbottitura possono essere costituite da filati economici poiché esse sono perfettamente invisibili e
servono solo per riempimento.
L’ordine di inserzione delle trame è il seguente:
• 2 trame del tessuto doppia faccia
• 1 trama di imbottitura
L’evoluzione di questi elementi di riempimento è facile da determinare poiché per far sì che l’imbottitura si trovi
all’interno del tessuto, fra i due orditi, basta sollevare i fili del dritto e lasciar abbassati quelli del rovescio al momento
dell’inserimento della trama.
Esempio di doppia faccia in catena 1-1 con trame di imbottitura; dritto, batavia da 4; rovescio, raso da 8.

Fig. 12-15

TESSUTI COMPOSTI – Capitolo 12 Paolo Borgiotti Pagina 76


Esempio di doppia faccia in catena 1-1 con trame di imbottitura: dritto, batavia da 6; rovescio, saia da 6.

Fig. 12-16

Tessuti con imbottitura interna - Tessuti a doppia faccia per trama, con trama di imbottitura
L’elemento di riempimento si deve trovare compreso fra le trame dei dritto e le trame del rovescio e deve risultare
invisibile all’esterno.
la sua evoluzione può quindi variare a seconda dei casi, purché soddisfi alla seguente condizione: i fili che sollevano
sulla trama del dritto devono anche sollevare sulla trama di imbottitura; ed i fili che passano sotto le trame di rovescio
devono anche passare sotto le trame di imbottitura (vedi profilo fig. 12-21).
Nel linguaggio solito delle contiguità, si potrà dire che i quadretti pieni delle trame di imbottitura devono essere
contigui sulle trame dei dritto adiacenti ; ed i quadretti vuoti devono essere contigui sulle trame dei rovescio.
L’ordine di inserzione delle trame è il seguente:
• trama del dritto;
• trama di imbottitura;
• trama di rovescio.
Supponiamo di imbottire, con trame, il tessuto a doppia faccia per trama il cui rapporto di combinazione è 1-1 e le cui
armature dei dritto e del rovescio sono in saia da 4 ad effetto di trama (rappresentate in fig.12-17 e12-18). La fig. 12-
19 rappresenta l’armatura dell’imbottitura (batavia da 4).

Fig. 12-17 Fig. 12-21


Fig. 12-18 Fig. 12-19

Fig. 12-20
L’armatura combinata è riportata in fig.12-20 e, come si può osservare dal profilo di trama di fig. 12-21, che riproduce
l’evoluzione delle prime tre trame, la trama 2 si inserisce tra le trame 1 e 3 e si nasconde completamente.

Esempio di doppia faccia per trama con imbottitura - riduzione 2-1


Supponiamo di imbottire, con trame, il tessuto a doppia faccia per trama le cui armature dei dritto (saia da 4) e del
rovescio (raso turco) sono rappresentate in fig.12-22 e12-23 ed il cui rapporto di combinazione è 2-1.
L’odine di inserzione delle trame a telaio è quindi:
• 2 colpi di trama del dritto
• 1 colpo di trama di imbottitura
• 1 colpo di trama del rovescio
La fig. 12-24 rappresenta l’armatura dell’imbottitura.

Fig. 12-23 Fig. 12-25


Fig. 12-24
Fig. 12-22

Fig. 12-25
L’armatura combinata è riportata in fig.12-25; anche in questo caso, come si può osservare dal profilo di trama della
fig. 12-26 che rappresenta l’evoluzione delle trame 2, 3 e 4, la trama di imbottitura 3 si insinua tra la trama del dritto 2
e quella del rovescio 4 e si nasconde completamente.

TESSUTI COMPOSTI – Capitolo 12 Paolo Borgiotti Pagina 77


Tessuti con imbottitura interna - Tessuti doppi con catena supplementare di imbottitura
L’elemento di riempimento (in questo caso l’ordito), nei tessuti doppi, giace in mezzo ai due tessuti semplici e,
pertanto, è assolutamente invisibile.
Siccome si utilizza un ordito supplementare, questo non necessita di intrecciare né con le trame del dritto né con
quelle del rovescio e, pertanto, basterà tenerlo abbassato quando si inseriscono le trame del dritto e sollevarlo quando
si inseriscono le trame del rovescio (vedi profilo fig. 12-27).
Gli orditi, nell’armatura, si succedono con il seguente ordine:
• filo di ordito del tessuto superiore;
• filo di ordito di imbottitura;
• filo di ordito del tessuto inferiore.
La fig. 12-26 rappresenta una doppia tela con fili di imbottitura.
I due tessuti sono tra loro legati con legature in alzata (il tessuto inferiore lega quello superiore) disposte a tela e
rappresentate dal simbolo .
La guida la piede dell’armatura (di colore verde) indica la
posizione dei fili di imbottitura che hanno tutti la stessa
evoluzione. Essi, infatti, devono trovarsi all’interno dei due
tessuti e, pertanto, si sollevano sulle trame del rovescio e si
abbassano sul quelle del dritto.
Il profilo d’ordito di fig. 12-27 mette meglio in evidenza
Fig. 12-27
quanto descritto.

Fig. 12-26

Esempio di doppio 1-1 con catena supplementare di imbottitura


Supponiamo di imbottire, con catena supplementare un tessuto doppio 1-1 con dritto in batavia da 4 (fig. 12-28) e
rovescio in raso da 8 (fig. 12-29).
SUP INF

Fig. 12-28 Fig. 12-29 Fig. 12-31

L’armatura è stata raddoppiata


per poterla combinare con il raso
da 8

Fig. 12-30

Esempio di doppio 2-1 con catena supplementare di imbottitura


Supponiamo di imbottire, con catena supplementare un tessuto doppio 2-1 con dritto e rovescio in saia da 3 (fig. 12-
32 e 12-33).
SUP INF

Fig. 12-33
Fig. 12-32 Fig. 12-35

L’armatura è stata raddoppiata


per poterla combinare 2-1
Fig. 12-34

Anche in questo caso i fili di imbottitura si sollevano sulle trame del rovescio e restano in abbassata su quelle del
dritto.

TESSUTI COMPOSTI – Capitolo 12 Paolo Borgiotti Pagina 78


Tessuti con imbottitura interna - Tessuti doppi con trame di imbottitura
L’elemento di riempimento (in questo caso la trama), nei tessuti doppi, giace in mezzo ai due tessuti semplici e,
pertanto, è assolutamente invisibile.
Siccome si utilizza una trama supplementare, questa non necessita di intrecciare né con i fili del dritto né con quelli del
rovescio e, pertanto, basterà sollevare i fili del tessuto superiore ed abbassare quelli del tessuto inferiore quando si
inseriscono le trame di imbottitura (vedi profilo fig. 12-37).
L’inserzione delle trame a telaio avviene con il seguente ordine:
• trama del dritto;
• trama di imbottitura;
• trama del rovescio.
La fig. 12-36 rappresenta una doppia tela con trame supplementari di imbottitura.
I due tessuti sono tra loro legati con legature in alzata (il tessuto inferiore lega quello superiore) disposte a tela e
rappresentate dal simbolo .

Fig. 12-37

Fig. 12-36
La guida a fianco dell’armatura (di colore verde) indica la posizione delle trame di imbottitura sulle quali sollevano i fili
dispari del dritto. Esse, infatti, devono trovarsi all’interno dei due tessuti come evidenziato dal profilo di trama di fig.
12-37.
Esempio di doppio 1-1 con trama supplementare di imbottitura
Supponiamo di imbottire, con trama supplementare un tessuto doppio 1-1 con dritto e rovescio in batavia da 4 (fig.
12-38 e 12-39).
SUP INF

Fig. 12-38
Fig. 12-39

Fig. 12-41

Fig. 12-40
I due tessuti sono tra loro legati con legature in alzata (il tessuto inferiore lega quello superiore) disposte a tela e
rappresentate dal simbolo .
La guida a fianco dell’armatura (di colore verde) indica la posizione delle trame di imbottitura sulle quali sollevano i fili
dispari del dritto. Esse, infatti, devono trovarsi all’interno dei due tessuti come evidenziato dal profilo di trama di fig.
12-41.
Esempio di doppio 2-1 con trama supplementare di imbottitura
Supponiamo di imbottire, con trama supplementare un tessuto doppio 2-1 con dritto in saia inglese e rovescio in tela
(fig. 12-42 e 12-43).
L’ordine di inserzione delle trame è il seguente:
• 2 trame del dritto;
• trama di imbottitura;
• trama del rovescio.
SUP INF

Fig. 12-43

Fig. 12-42
Fig. 12-45

Fig. 12-44

TESSUTI COMPOSTI – Capitolo 12 Paolo Borgiotti Pagina 79


La guida a fianco dell’armatura (di colore verde) indica la posizione delle trame di imbottitura sulle quali sollevano i fili
del dritto 1, 2, 4, 5, 7, 8, 10 ed 11. Esse, infatti, devono trovarsi all’interno dei due tessuti come evidenziato dal profilo
di trama di fig. 12-45.
I due tessuti sono tra loro legati con legature in alzata (il tessuto inferiore lega quello superiore) disposte a tela e
rappresentate dal simbolo .

Esempio di doppio 1-1 con trama supplementare di imbottitura e legature in abbassata


Supponiamo di imbottire, con trama supplementare un tessuto doppio 1-1 con dritto e rovescio in saia da 4 ad effetto
di trama (fig. 12-46 e 12-47).
I due tessuti sono tra loro legati con legature in abbassata (il tessuto superiore lega quello inferiore) disposte a raso da
8 e rappresentate dal simbolo che, rammentiamo, deve essere interpretato come un vuoto.
SUP INF

Fig. 12-46 Fig. 12-47

Fig. 12-49

Fig. 12-48
La guida a fianco dell’armatura (di colore verde) indica la posizione delle trame di imbottitura sulle quali sollevano i fili
dispari del dritto. Esse, infatti, devono trovarsi all’interno dei due tessuti come evidenziato dal profilo di trama di fig.
12-49.

Tessuti con imbottitura esterna - Tessuti doppi con trame di imbottitura


Le trame di imbottitura, in questo caso, sono esterne al tessuto e dunque, trovandosi sul rovescio, sono visibili da quel
lato del tessuto.
Si tratta solo di trovare il modo di legare queste trame al tessuto inferiore e non ci sono vincoli nella determinazione
della modalità di ancoraggio; si stabilisce solo il ritmo della legatura e si controlla eventualmente la lunghezza delle
briglie.
Spesso il rovescio del tessuto viene garzato, durante il finissaggio, per aumentare la voluminosità e la morbidezza e,
poiché la garzatura agisce sulla trama, la lunghezza delle briglie dell’imbottitura dove essere limitata.
La trama supplementare deve essere completamente libera tranne che nei punti di legatura e, pertanto, basterà
sollevare su di essa tutti fili dell’ordito tranne quelli destinati a legarla (vedi profilo fig. 12-53).
L’inserzione delle trame a telaio avviene con il seguente ordine:
• trama del dritto;
• trama del rovescio;
• trama di imbottitura.
Supponiamo di imbottire, con trama supplementare un tessuto doppio 1-1 con dritto in batavia da 4 e rovescio in saia
da 4 (fig. 12-50 e 12-51).
I due tessuti sono tra loro legati con legature in alzata (il tessuto inferiore lega quello superiore) disposte a tela e
rappresentate dal simbolo .
SUP INF

Fig. 12-50 Fig. 12-51

Fig. 12-53

Fig. 12-52

La guida a fianco dell’armatura (di colore verde) indica la posizione delle trame di imbottitura sulle quali sollevano
tutti fili di ordito tranne quelli che effettuano la legatura della trama (in ogni trama di imbottitura è presente un punto

TESSUTI COMPOSTI – Capitolo 12 Paolo Borgiotti Pagina 80


di legatura ovvero una casella vuota su un filo del rovescio). Esse, infatti, devono trovarsi al disotto del tessuto
inferiore come evidenziato dal profilo di trama di fig. 12-53.

Esempio di doppio 1-1 con trama supplementare di imbottitura esterna


Supponiamo di imbottire, con trama supplementare esterna un tessuto doppio 1-1 con dritto in batavia da 4 e
rovescio in tela (fig. 12-54 e 12-55).
I due tessuti sono tra loro legati con legature in alzata (il tessuto inferiore lega quello superiore) disposte a raso da 8 e
rappresentate dal simbolo .
SUP INF

Fig. 12-54 Fig. 12-55

Fig. 12-57

Fig. 12-56
La guida a fianco dell’armatura (di colore verde) indica la posizione delle trame di imbottitura sulle quali sollevano
tutti fili di ordito tranne quelli, del rovescio, che effettuano la legatura della trama. Esse, infatti, devono trovarsi al
disotto del tessuto inferiore come evidenziato dal profilo di trama di fig. 12-57.

Esempio di doppio 2-1 con trama supplementare di imbottitura esterna


Supponiamo di imbottire, con trama supplementare esterna un tessuto doppio 2-1 con dritto in batavia da 4 e
rovescio in saia da 4 (fig. 12-58 e 12-59).
I due tessuti sono tra loro legati con legature in alzata (il tessuto inferiore lega quello superiore) disposte in saia da 4 e
rappresentate dal simbolo .
L’inserzione delle trame a telaio avviene con il seguente ordine:
• 2 trame del dritto;
• trama del rovescio;
• trama di imbottitura.
SUP INF

Fig. 12-58

Fig. 12-57
Fig. 12-60

Fig. 12-59
La guida a fianco dell’armatura (di colore verde) indica la posizione delle trame di imbottitura sulle quali sollevano
tutti fili di ordito tranne quelli (del rovescio) che effettuano la legatura della trama (in questo caso disposta in saia da
4). Esse, infatti, devono trovarsi al disotto del tessuto inferiore come evidenziato dal profilo di trama di fig. 12-60.

Tessuti con imbottitura interna - Tessuti doppi con catena o trama di imbottitura e legatura

Tessuti doppi con catena di imbottitura e legatura.


L’elemento di imbottitura, in questo caso un filo d’ordito supplementare, sta, come al solito, tra i due tessuti ma, oltre
che per la funzione di riempimento, esso è impiegato anche come mezzo per legare il tessuto superiore al tessuto
inferiore.
La legatura si effettua tra l’ordito di imbottitura ed una trama del tessuto superiore e quindi con una del tessuto
inferiore.

TESSUTI COMPOSTI – Capitolo 12 Paolo Borgiotti Pagina 81


Per legare l’ordito di imbottitura al tessuto superiore lo si dovrà sollevare su di una trama di questo, in un punto in cui
sollevino su di essa anche i fili di destra e di sinistra del medesimo.
In altre parole la legatura, rappresentata da una casella piena, dovrà essere contigua a destra ed a sinistra con altre
caselle piene situate sulla medesima trama e sui fili del tessuto superiore.
Per il tessuto inferiore, la legatura si ottiene facendo passare una sua trama sopra un filo della catena di imbottitura in
un punto tale che questo filo, comparendo sul rovescio, possa venir nascosto dai fili vicini. Questo si verifica se la
trama che lega passa sui fili di destra e di sinistra adiacenti a quello che opera la legatura; in altri termini, la legatura
dell’ordito di imbottitura del tessuto inferiore, essendo rappresentata da una casella vuota, dovrà essere contigua a
destra ed a sinistra con altre caselle vuote situate sulla medesima trama e sui fili del tessuto inferiore adiacenti a
quello dell’imbottitura.
Supponiamo di voler realizzare, con questa tecnica, un tessuto doppio 1-1 con dritto e rovescio in batavia da 4 (fig. 12-
61 e 12-62).
L’ordine di successione dei fili di ordito è il seguente:
• filo del tessuto superiore;
• filo di imbottitura;
• filo del tessuto inferiore.
La legatura del filo di imbottitura che passa su una trama del tessuto superiore è rappresentata dal simbolo e deve
essere contigua, a destra ed a sinistra, con i fili adiacenti del tessuto superiore.
La legatura del medesimo filo di imbottitura che passa sotto una trama del tessuto inferiore è rappresentata da una
casella vuota e, per metterla in evidenza sarà utilizzato un punto al centro della casella. Tale casella, vuota, deve
essere contigua, a destra ed a sinistra, con i fili adiacenti del tessuto inferiore per assicurare che il filo non sia visibile
dal rovescio.

SUP
INF

Fig. 12-61
Fig. 12-62

Fig. 12-63
Fig. 12-64
La guida al piede dell’armatura (di colore verde) indica la posizione dei fili di imbottitura che effettuano la legatura dei
tessuti superiore ed inferiore (in questo caso disposta in raso da 8) come evidenziato dal profilo di ordito di fig. 12-64.
Spesso si utilizza un ordito supplementare che ha il solo scopo di effettuare la legatura; in tal caso il filato utilizzato è
molto fine e la sua composizione può anche essere diversa da quella dei due tessuti (es. la legatura può essere in
cotone ed i tessuti in lana oppure in lana ed i due tessuti in cashmere). L’utilizzazione di una diversa composizione del
filo di legatura è generalmente legata ad aspetti economici in quanto si cerca di diminuire il costo del prodotto finale.
In questa ottica si cerca anche di utilizzare un minor numero di fili di ordito supplementare.
Nell’esempio seguente di fig. 12-65 è stato realizzato lo stesso tessuto in doppia batavia in base a questi criteri:

Fig. 12-65

TESSUTI COMPOSTI – Capitolo 12 Paolo Borgiotti Pagina 82


Esempio di doppio 1-1 con catena di imbottitura e legatura
Supponiamo di imbottire, con catena di imbottitura e legatura, un tessuto doppio 1-1 con dritto in batavia da 4 e
rovescio in tela (fig. 12-66 e 12-67).
SUP INF

Fig. 12-66 Fig. 12-67

Fig. 12-68

Fig. 12-69
La guida al piede dell’armatura rappresentata in fig. 12-68 indica la posizione dei fili di imbottitura (di colore verde). La
legatura della trama del tessuto inferiore ha la contiguità solo dal lato destro. Dal profilo di ordito di fig. 12-69 si vede
l’evoluzione dei primi tre fili dell’armatura.

Tessuti doppi con trama di imbottitura e legatura


L’elemento di imbottitura, in questo caso una trama supplementare, sta, come al solito, tra i due tessuti; ma oltre alla
funzione di riempimento essa è impiegata anche come mezzo per legare il tessuto superiore al tessuto inferiore.
La legatura si effettua tra la trama di imbottitura ed un ordito del tessuto superiore e quindi con un ordito del tessuto
inferiore.
Per legare la trama di imbottitura al tessuto superiore essa dovrà passare sopra ad un filo del tessuto superiore che
quindi dovrà essere abbassato in quel punto e, per avere la copertura, dovranno essere abbassati, su di essa, anche i
fili di destra e di sinistra rispetto a quello che lega.
In altre parole, la legatura del tessuto superiore, è rappresentata da una casella vuota che dovrà essere contigua a
destra ed a sinistra con altre caselle vuote, a destra ed a sinistra, situate sulla medesima trama e sui fili del tessuto
superiore.
Per il tessuto inferiore, la legatura si ottiene facendo passare un filo del tessuto inferiore sopra la trama di imbottitura
ed in un punto tale che questa trama, comparendo sul rovescio, possa venir nascosta dalle trame vicine. Questo si
verifica se anche i fili di destra e di sinistra adiacenti a quello che opera la legatura sono in alzata; in altri termini, la
legatura del tessuto inferiore, è rappresentata da una casella piena che deve essere contigua, a destra ed a sinistra,
con altre caselle piene situate sulla trama di imbottitura e sui fili del tessuto inferiore adiacenti a quello che lega.
Supponiamo di voler realizzare, con questa tecnica, un tessuto doppio 1-1 con dritto e rovescio in batavia da 4 (fig. 12-
70 e 12-71).
L’inserzione delle trame a telaio avviene con il seguente ordine:
• trama del tessuto superiore;
• trama di imbottitura;
• trama del tessuto inferiore.
La legatura della trama di imbottitura con un filo del tessuto superiore è rappresentata da una casella vuota e, per
metterla in evidenza, sarà utilizzato un punto al centro della casella. Essa deve essere contigua, a destra ed a sinistra,
con i fili adiacenti del tessuto superiore.
La legatura della trama di imbottitura con il tessuto inferiore è rappresentata da un punto pieno e, per metterla in
evidenza, sarà utilizzato il simbolo . Tale casella piena deve essere contigua, a destra ed a sinistra, con i fili adiacenti
del tessuto inferiore per assicurare che la trama non sia visibile dal rovescio.

SUP INF

Fig. 12-73
Fig. 12-70 Fig. 12-71

Fig. 12-72

TESSUTI COMPOSTI – Capitolo 12 Paolo Borgiotti Pagina 83


La guida al fianco dell’armatura rappresentata in fig. 12-72 indica la posizione delle trame di imbottitura (di colore
verde) che effettuano la legatura dei tessuti superiore ed inferiore (in questo caso disposta in saia da 4) come
evidenziato dal profilo di trama di fig. 12-73 che mostra l’evoluzione delle prime tre trame dell’armatura.

Esempio di doppio 1-1 con trama di imbottitura e legatura


Supponiamo di imbottire, con una trama di imbottitura e legatura, un tessuto doppio 1-1 con dritto in batavia da 4 e
rovescio derivato dal raso da 8 (fig. 12-74 e 12-75).
SUP INF

Fig. 12-74 Fig. 12-75

Fig. 12-77

Fig. 12-76
La guida a fianco dell’armatura rappresentata in fig 12-76 indica la posizione delle trame di imbottitura (di colore
verde). Le legature sono perfettamente invisibili e la loro disposizione è in raso da 8. Dal profilo di trama di fig. 12-77 si
vede l’evoluzione delle prime tre trame dell’armatura.

TESSUTI COMPOSTI – Capitolo 12 Paolo Borgiotti Pagina 84


TESSUTI A COSTE
I tessuti classificati con questo nome presentano righe, in rilievo, di varia dimensione, nel senso dell’ordito.
Il rilievo dell’effetto ha dato origine al termine “costa”; lo spazio tra una costa e la successiva può essere un semplice
solco accentuato, oppure anche una superficie di tessuto più o meno estesa. In quest’ultimo caso la zona di
separazione tra le coste prende il nome di cordonetto.
La base su cui si costruiscono gli effetti più comuni per questo genere è un reps di trama regolare od irregolare, sulle
cui trame libere della base si segnano le armature che si vogliono avere sul dritto.
Prendiamo a considerare il reps di trama regolare di 8 fili, rappresentato
nella fig. 13-01.
Quest’armatura si può considerare come divisa in due parti, ciascuna delle
quali consta di 4 fili.

Fig. 13-01

Nella parte di sinistra, sul dritto, comparirebbero le trame pari, mentre, nella
parte di destra, si vedrebbero le trame dispari.
Tessendo con una nota di colore come quella a fianco dell’armatura n fig. 13-
01, si ottiene un effetto simile a quello rappresentato in fig. 13-02.

Fig. 13-02

Se sulle trame libere dell’armatura di fig. 13-01 si segna l’armatura tela come è
indicata nella fig. 13-03; questa tela, evidentemente, sarà l’intreccio che si
vedrà sul dritto mentre, sul rovescio, si vedrà il reps da 8.
La costa in rilievo non è dunque formata da briglie bensì da una striscia di
tessuto fortemente intrecciato.
Fig. 13-03
Ogni trama, dunque, lavora alternativamente in tela in una delle coste e in reps
nel rovescio della costa successiva come evidenziato dal profilo di trama di fig.
13-04.
Fig. 13-04
La separazione fra una costa e la seguente non è che una scanalatura dovuta al passaggio delle trame dal dritto al
rovescio; questa scanalatura si troverà situata sulle linee riportate nella fig.13-03.
Se il tessuto è fabbricato con filati di lana ed è possibile sottoporlo, in finissaggio, all’operazione di follatura, allora si
otterrà sulla costa il maggior rilievo possibile, poiché l’azione della follatura sarà più accentuata sulle trame libere dei
rovescio, le quali, non avendo per un buon tratto alcuna legatura con la catena, follano più rapidamente del rimanente
tessuto e si accorciano obbligando la struttura ad incurvarsi e ad aumentare la bombatura (bombé) della costa.
L’armatura della fig. 13-03 rappresenta il dritto al disopra ed il rovescio sotto.
Nella lavorazione è conveniente tessere col rovescio sopra; ed allora
l’armatura diventa quella rappresentata nella fig. 13-05.

Fig. 13-05
L’ampiezza della costa può essere maggiore di 4 fili, ed in tal
caso, si possono usare le armature delle fig. 13-06 e 13-07;
in ambedue, le coste sono in tela e la base è un reps da 6 e
da 8 rispettivamente.
Fig. 13-06 Fig. 13-07

Il reps di base può anche essere irregolare come quello della fig. 13-08 le cui coste sono
ancora in tela (una di 4 fili e l’altra di 6).

Fig. 13-08

TESSUTI COMPOSTI – Capitolo 13 Paolo Borgiotti Pagina 85


Gli esempi dati sono i più comuni e non conviene fare le coste di maggior larghezza per evitare gli inconvenienti che
nascerebbero nel finissaggio a causa della larghezza eccessiva che avrebbero le trame libere sul rovescio.

Adoperando altre armature invece della tela, il tessuto può diventare più serrato
e, di conseguenza, potrà crescere l’ampiezza della costa.
La fig. 13-09 rappresenta un tessuto a coste di uguali dimensioni, in gros de Tours.

Fig. 13-09

La fig. 13-10 rappresenta un tessuto a coste di 8 fili ciascuna ed in batavia da 4.

Fig. 13-10
Si possono ottenere altre varietà combinando assieme armature diverse. Il metodo non presenta alcuna difficoltà e
non richiede che un po’ di attenzione nel raccordare i rapporti delle armature che entrano a far parte dei medesimo
intreccio.

La fig. 13-11 rappresenta un tessuto a coste di 8 fili ognuna; la prima in gros de


Tours, la seconda in batavia da 4.

Fig. 13-11

La fig. 13-12 rappresenta un tessuto a coste in cui la costa di sinistra in gros de


Tours, quella di destra in saia da 3 ad effetto di catena.
Le due coste sono di differente larghezza.

Fig. 13-12

Tessuti a coste con entre-côte o cordonetto.


Nei tessuti a coste ora esaminati la separazione tra una costa e la successiva non è altro che un solco o scanalatura
dovuta all’inversione delle posizioni delle trame.
Nei tessuti con cordonetto, il tratto che separa una costa dall’altra può avere una superficie più o meno grande, e può
essere costituito da due fili soltanto, oppure da più fili formanti una superficie di tessuto ragguardevole.
Un cordonetto di due fili non ha altro scopo che quello di separare nettamente le due coste ed, in genere, è costituito
da armature ad effetto di trama, come è facile riscontrare negli esempi che seguiranno.

La fig. 13-13 rappresenta un tessuto a coste con cordonetto; la costa è formata da 4 fili
in tela; le trame del cordonetto, che è di due fili, passano nel rovescio della costa
mentre le trame che nella costa lavorano in tela, nel cordonetto passano al rovescio.
Fig. 13-13

La fig. 13-14 rappresenta un tessuto a coste con cordonetto; la costa è formata da 8 fili
in gros de Tours; cordonetto di due fili formato con le trame che nella costa sono nel
rovescio.
Fig. 13-14

TESSUTI COMPOSTI – Capitolo 13 Paolo Borgiotti Pagina 86


La fig. 13-15 rappresenta un tessuto a coste con cordonetto; la costa è formata in
batavia da 4 su 8 fili; cordonetto come nelle armature precedenti

Fig. 13-15
La fig. 13-16 rappresenta un tessuto a coste con cordonetto; la costa è formata da 8
fili; il cordonetto è formato da 3 fili in cannelé semplice.
Questi 3 fili possono avvicinarsi l’uno all’altro e costituire come un filo solo, il quale
risulta di grossezza rilevante e fa rigonfiare il cordonetto.
Questa disposizione è molto utilizzata.

Fig. 13-16
La fig. 13-17 rappresenta un tessuto a coste con cordonetto; la costa è formata da 8 fili
ed il cordonetto da 4 fili.
Le trame pari hanno la loro evoluzione in tela per tutta la lunghezza.

Fig. 13-17
La fig. 13-18 rappresenta un tessuto a coste con cordonetto; la costa è formata da 4 fili
alternata con un cordonetto pure di 4 fili; questo è costituito da raso da 4 ad effetto di
trama ed è quindi un tessuto semplice.
Il raso è stato punteggiato su tutte le trame dell’armatura.

Fig. 13-18
La fig. 13-19 rappresenta un tessuto a coste con cordonetto
con fondo in reps diagonale da 7.
Le due coste in tela sono separate da un cordonetto di 4 fili
con trame dispari libere.
Quest’armatura è una delle numerose combinazioni di coste
intercalate a tessuti di natura diversa.

Fig. 13-19
La fig. 13-20 rappresenta un tessuto a coste in gros de Tours
separate da un cordonetto di 4 fili. L’altro tratto di separazione
è formato da un tessuto doppia faccia per trama 1-1, con dritto
e rovescio in raso da 4.

Fig. 13-20

La fig. 13-21 rappresenta un tessuto a coste di 6 fili in tela separate da un


cordonetto sempre in tela. I fili del cordonetto impediscono alle trame di serrarsi le
une contro le altre come normalmente accade nei tessuti a coste ed inoltre hanno
maggiore evoluzione dei rimanenti con conseguenti differenze di imborso e
tensione.
Fig. 13-21
L’armatura di fig. 13-21 può servire per articoli colorati, utilizzando per quei due fili in tela un colore diverso da quelli
della costa.

TESSUTI COMPOSTI – Capitolo 13 Paolo Borgiotti Pagina 87


La fig. 13-22 rappresenta un tessuto a coste di 6 fili in saia da 3 ad effetto di catena.
Il cordonetto è di due fili con evoluzione in gros.
Questa armatura assolve agli stessi scopi di quella di fig. 13-21 senza tuttavia avere
gli inconvenienti di questa.

Fig. 13-22
La fig. 13-23 rappresenta un’altra forma di cordonetto ad effetto di catena in causa
della forma della costa. La base di questa non è più un reps di trama come si è visto
finora ; è un’armatura tale che, di 3 trame di cui si compone il suo rapporto, una
sola forma il rovescio, mentre le altre due formano esclusivamente il dritto della
Fig. 13-23 costa.
Tessuti a coste con effetti trasversali ed a quadri
I tessuti a coste si possono ottenere anche con effetti trasversali nel senso delle trame; per costruirli basta girare di
90° tutti gli intrecci dati finora.
Combinando una costa verticale con una costa trasversale si possono ottenere dei
tessuti a quadri.
La fig. 13-24 rappresenta un quadro con fondo raso da 4 in doppia faccia per trama
1-1, ed i bordi del quadro sono a coste.
L’armatura è stata ridotta a 16 fili e 16 trame ma espandendo le parentesi il fondo si
amplia e il rapporto diventa di 80 trame e 72 fili; il fondo a doppia faccia occupa da
solo 72 trame e 64 fili.

Fig. 13-24

I tessuti a coste si fanno talvolta colorati, alternando le coste di un colore con altre di colore diverso.
Facendo riferimento all’armatura di fig. 13-7 che è
stata riportata per comodità, possiamo facilmente
ottenere la costa di sinistra di colore chiaro e
quella di destra di colore scuro applicando le note
indicate a fianco dell’armatura.

Fig. 13-7

Tessuti a coste con effetto diagonale


La costa può essere realizzata non solo parallelamente alla catena od alla trama, ma anche diagonalmente e si può
ottenere anche il cordonetto diagonale.

Fig. 13-26

Fig. 13-27
Fig. 13-25
La fig. 13-25 rappresenta un tessuto a La fig. 13-26 rappresenta un tessuto a La fig. 13-26 rappresenta un tessuto a
coste diagonali in tela di uguale coste diagonali in tela e cordonetto coste diagonali in tela. Rispetto agli
larghezza. diagonale formato da quelle trame altri esempi cambia la dimensione
che, nella costa, sono nel rovescio. della diagonale e del cordonetto.

TESSUTI COMPOSTI – Capitolo 13 Paolo Borgiotti Pagina 88


La fig. 13-28 rappresenta un tessuto a coste diagonali in tela; il cordonetto
diagonale è costituito da una saia da 3 ad effetto pesante combinata 1-1 in
doppia faccia per trama.

Fig. 13-28

Fig. 13-31

Fig. 13-29 Fig. 13-30


La fig. 13-30 rappresenta un tessuto a coste diagonali in tela nel quale
La fig. 13-29 rappresenta un tessuto a
l’effetto è incrociato con un tratto in direzione opposta. Per chiarire meglio
coste diagonali in tela con cordonetto
l’aspetto dell’effetto generato è stata riportata la ripetizione dell’armatura in
diagonale ad effetto di catena.
fig. 13-31.

Tessuti a coste con ordito di imbottitura


L’imbottitura dei tessuti a costa può essere interna od esterna.
Tessuti a coste con ordito di imbottitura interna
Consideriamo quella interna così che la catena di imbottitura si deve trovare tra le trame che formano la costa sul
dritto e le trame libere del rovescio. Essa sarà quindi interamente racchiusa in quella specie di tubo formato dalla
costa e dalle trame del rovescio come mostrato in fig. 13-32.
Per determinare l’evoluzione dell'imbottitura basterà quindi sollevare tali
fili sulle trame del rovescio ed abbassarli sotto le trame che formano il
dritto della costa.
Fig. 13-32

La fig. 13-33 rappresenta un tessuto a coste in tela di tipo ordinario; ogni


costa contiene due fili di imbottitura rappresentati, in azzurro
sull’armatura e sulla guida al piede, che hanno quindi un’evoluzione a tela.

Fig. 13-33

La fig. 13-34 rappresenta un tessuto a coste in tela con cordonetto in gros;


la costa contiene ancora due fili di imbottitura costituiti generalmente da
due o più fili elementari accoppiati e talvolta ritorti assieme.

Fig. 13-34

TESSUTI COMPOSTI – Capitolo 13 Paolo Borgiotti Pagina 89


In generale questa imbottitura interna ha lo scopo di dare maggior rilievo alla costa e garantirne la stabilità. Il rilievo
sarà più o meno accentuato a seconda della grossezza dei fili di ripieno e del loro numero.
Essendo questi completamente invisibili sul dritto, potranno essere costituiti da materiale economico (bisogna
tuttavia che .questi fili abbiano una resistenza adeguata e non creino problemi in tessitura).

Tessuti a coste con ordito di imbottitura esterna


In questo caso vogliamo aumentare lo spessore del tessuto ed i fili della catena di imbottitura stanno all’esterno, sul
rovescio, legando con le sue trame.
I fili della imbottitura lavorano generalmente in tela, con le trame libere del rovescio, e la loro evoluzione si segna
facendoli passare alternativamente sulle trame in questione.
La fig. 13-35 rappresenta un tessuto a coste in tela: ognuna di esse ha due
fili di imbottitura esterna i quali passano, alternativamente, al disopra ed al
disotto delle trame di rovescio.

Fig. 13-35
La fig. 13-36 rappresenta un tessuto a coste con dritto in batavia da 4: ogni
costa ha 3 fili di imbottitura esterna con evoluzione in tela rispetto alle
trame del rovescio.

Fig. 13-36
Si possono adoperare i due metodi di imbottitura esterna ed interna, simultaneamente, allo scopo di aumentare il
rilievo della costa e lo spessore del tessuto.

La fig. 13-37 rappresenta un tessuto a coste, costituito da 4 fili in batavia da 4,


con cordonetto di due fili.

Fig. 13-37

La fig. 13-38 rappresenta lo stesso tessuto di fig. 13-37 con l’introduzione di


due fili di imbottitura esterna e due di imbottitura interna.
I fili segnati in azzurro passano sotto le trame del dritto e sopra quelle del
rovescio e sono quindi interni; quelli segnati in verde lavorano in tela con le
trame del rovescio, e sono quindi esterni.

Fig. 13-38

La fig. 13-39 è una disposizione particolare di imbottitura interna ed esterna.


Essa rappresenta un tessuto a coste di 4 fili in batavia da 4 con un cordonetto
di un filo solo. Nella costa vi sono due fili di ripieno interni di colore azzurro, e
due esterni di colore verde (quelli interni azzurri, per un buon tratto si
trovano fra le trame dispari e quelle pari, ma, a dati intervalli, passano sulla
faccia superiore a formare una punteggiatura che sarà tanto più visibile
quanto più il loro colore sarà spiccante rispetto al resto.

Fig. 13-39
Infatti il primo filo passa sulle trame 2 e 4 del dritto ed il secondo filo passa sulle trame 10 e 12; i due effetti sono in
posizione alternata.
Questa disposizione operata può servire di guida ad altre combinazioni del genere.

TESSUTI COMPOSTI – Capitolo 13 Paolo Borgiotti Pagina 90


Si noti ancora che il cordonetto, benché costituito di un solo filo, si realizza con parecchi fili sottili accoppiati e/o ritorti
fra di loro per evitare rotture durante la tessitura.
I tessuti a coste si possono per ultimo formare anche nel seguente modo: si prende per base una saia semplice od un
raso semplice qualunque ad effetto di catena e la si ruota attorno ad un lato verticale invertendo i colori.
L’effetto di catena sarà in rilievo sull’effetto di trama e corrisponderà alla costa nei tessuti già esaminati. Di seguito
sono riportati gli esempi più noti.

Fig. 13-40
Fig. 13-41 Fig. 13-42
Fig. 13-43
Costa di 3 fili in saia da 3 ad effetto di Costa di 4 fili in saia da 4 ad effetto di Costa su 4 fili; l’armatura è un raso da Costa in raso da 5
catena. catena 4.
Non è però sempre necessario far ruotare l’intreccio attorno ad un lato ed invertire i colori; basta porre accanto l’uno
all’altro, un effetto di trama ed un effetto di catena di una stessa armatura, purché i fili estremi di ciascun effetto, nel
punto in cui vengono in contatto, siano in opposizione.

La fig. 13-44 rappresenta un tessuto a coste con costa e fondo in saia da 3 ad


effetto opposto ma con la stessa direzione.
Nel punto di inversione sono in opposizione.
Fig. 13-44

La fig. 13-45 rappresenta un tessuto a coste con costa e fondo in saia da 4 ad


effetto opposto ma con la stessa direzione.

Fig. 13-45
Gli stessi effetti di rilievo si ottengono anche disponendo diagonalmente un’armatura ad effetto di catena e
raccordandola con effetto di trama in senso obliquo.
Le tre figure seguenti rappresentano esempi di questo metodo in saia da 3, da 4 ed in raso da 5.

Fig. 13-46

Fig. 13-47 Fig. 13-48

Un altro procedimento consiste nell’aggiungere una trama supplementare ad un tessuto semplice in modo che la
legatura con la catena avvenga sempre sui medesimi fili. Le trame così legate rimangono libere sul rovescio ed
accorciandosi nel finissaggio con il lavaggio e, in misura maggiore, con la follatura, fanno rialzare il tessuto formando
una specie di costa.
Le legature devono essere disposte con criteri delle combinazioni a doppia faccia per trama.

TESSUTI COMPOSTI – Capitolo 13 Paolo Borgiotti Pagina 91


La fig. 13-49 rappresenta un gros de Tours con trame supplementari inserite
dopo due del gros.
Le legature sono effettuate solo con i fili 5, 6, 13 e 14 e sono perfettamente
invisibili dal dritto.
Le coste hanno quindi una larghezza di 8 fili.
Il metodo è semplice da applicare ma deve essere scelta un’armatura
conveniente affinché le legature delle trame supplementari siano invisibili e
non alterino l’intreccio del dritto.
Fig. 13-49

La fig. 13-50 rappresenta un’armatura di un tessuto a coste che consente di


realizzare coste di tre colori ciascuna avente spessore di 4 fili.
L’armatura consente una buona riduzione in trama.

Fig. 13-50

Utilizzando le seguenti note di colore:

Si ottiene un effetto analogo a quello della simulazione di fig. 13-51

Fig. 13-51

TESSUTI COMPOSTI – Capitolo 13 Paolo Borgiotti Pagina 92


TESSUTI ARTICOLATI
I tessuti articolati, detti imitazione tricot o côtelines, presentano, sulla superficie dei tessuto, delle scanalature
orizzontali o verticali e che si ripetono dopo 4, 6 od 8 elementi al più.
Queste scanalature sono dovute al fatto che due elementi vicini, con evoluzione opposta, tendono ad allontanarsi
l’uno dall’altro ed a lasciare un solco visibile tra di essi.
I tessuti articolati si possono costruire in numerose combinazioni, ma tutte sono basate sul principio dell’opposizione
tra due elementi vicini. In pratica si costruiscono intrecci che seguono le regole della contiguità ma che contengo
anche elementi in opposizione.
Così la sovrapposizione dei fili o delle trame avviene solo in zone limitate, a gruppi, e sulla superficie del tessuto si
formano rilievi e solchi.
Se per la loro produzione si utilizzano filati che hanno una buona elasticità il tessuto prodotto, oltre che assomigliare
alla maglia per aspetto, le assomiglia anche per l’elasticità che caratterizza appunto la maglia.
I più conosciuti si fanno generalmente mediante tessuti a doppia faccia per trama e mediante tessuti doppi 1-1. I primi
sono tessuti a 3 elementi e si definiscono articolati semplici; i secondi o i doppia faccia con imbottitura, sono tessuti a
4÷5 elementi e si definiscono articolati multipli.

Tessuti articolati mediante combinazione di due armature in doppia faccia per trama

Combinazione 1-1
Si formano disponendo due armature in modo che, combinandole, vi sia opposizione fra due trame vicine a dati
intervalli. Le due armature devono avere direzione opposta.

Esempio n.1 di combinazione 1-1


Dritto e rovescio in saia da 4 ad effetto di trama (fig. 14-01 e 14-02), combinate nel rapporto 1-1 ma con direzione
opposta; si produce l’opposizione fra le trame 4 e 5 e quindi l’effetto di côteline come si può osservare dall’armatura
di fig. 14-03, che è stata ripetuta in larghezza ed in altezza, e, soprattutto, dal relativo profilo di trama.

DRITTO ROVESCIO

Fig. 14-01 Fig. 14-02

Fig. 14-03

Esempio n.2 di combinazione 1-1


Dritto e rovescio in raso da 4 ad effetto di trama (fig. 14-04 e 14-05); si produce l’opposizione fra le trame 4 e 5 e
quindi l’effetto di côteline. L’armatura di fig. 14-06 è stata ripetuta in larghezza ed in altezza.

DRITTO ROVESCIO

Fig. 14-04 Fig. 14-05

Fig. 14-06

Esempio n.3 di combinazione 1-1


Dritto e rovescio in épingline 4 fili x 8 trame ad effetto di trama (fig. 14-07 e 14-08); si produce l’opposizione ogni 4
trame ad partire dalle trame 2 e 3 e quindi l’effetto di côteline mostrato nell’armatura di fig. 14-09 che è stata ripetuta
in larghezza.

TESSUTI COMPOSTI – Capitolo 14 Paolo Borgiotti Pagina 94


DRITTO ROVESCIO

Fig. 14-07 Fig. 14-08


Fig. 14-09

Esempio n.4 di combinazione 1-1


Dritto e rovescio in épingline 5 fili x 10 trame ad effetto di trama (fig. 14-10 e 14-11); si produce l’opposizione ogni 4
trame ad partire dalle trame 2 e 3 e quindi l’effetto di côteline mostrato nell’armatura di fig. 14-12 che è stata ripetuta
in larghezza.

DRITTO ROVESCIO

Fig. 14-10 Fig. 14-11

Fig. 14-12

Esempio n.5 di combinazione 1-1


Dritto in saia da 3 ad effetto di trama e rovescio in diagonale semplice di 3 fili x 6 trame ad effetto di trama (fig. 14-13
e 14-14); si produce l’opposizione ogni 4 trame e quindi l’effetto di côteline mostrato nell’armatura di fig. 14-15 che è
stata ripetuta in larghezza.

DRITTO ROVESCIO

Fig. 14-13 Fig. 14-14


Fig. 14-15

Combinazione 2-1
Per la combinazione 2-1 non è necessario che le due armature abbiano direzione opposta ma è sufficiente che ci sia
opposizione tra una trama del rovescio ed una del dritto.

Esempio n.1 di combinazione 2-1


Dritto in épingline da 4 fili x 8 trame e rovescio in saia da 4 ad effetto di trama (fig. 14-16 e 14-17), combinate nel
rapporto 2-1. Si produce l’opposizione ogni tre trame e ovvero ogni 2 trame del dritto e quindi l’effetto di côteline.
L’armatura di fig. 14-18 è stata ripetuta in larghezza.
DRITTO
ROVESCIO

Fig. 14-17
Fig. 14-16 Fig. 14-18
Nel caso di combinazioni 2-1 non è neppure necessario che l’opposizione sia completa e netta come accade nella fig.
14-18.

TESSUTI COMPOSTI – Capitolo 14 Paolo Borgiotti Pagina 95


Per ottenere l’effetto di côteline, infatti, può spesso bastare anche
un’opposizione indiretta ovvero l’opposizione tra una trama del rovescio e la
trama immediatamente successiva a quella con la quale essa è in contatto.
Questa disposizione, utilizzata frequentemente, è rappresentata in fig. 14-19.

Fig. 14-19
L’opposizione avviene tra le trame 1 e 3, 4 e 6, 7 e 9 ed, infine, 10 e 12 ed in questi punti si ottiene l’effetto di côteline.
Tessuti articolati con tela doppia
Essi costituiscono le imitazioni tricot; perché la loro somiglianza con i tessuti a maglia (tricot) è notevole.
L’armatura che serve come base è la tela doppia 1-1 senza legature
rappresentata nella fig. 14-20.

Fig. 14-20
Per costruire l’imitazione tricot se ne prende un rapporto e lo si fa ruotare attorno ad un lato, rovesciando i colori.
Se la rotazione avviene su di un lato verticale, l’opposizione sarà tra due fili e quindi l’effetto sarà parallelo all’ordito;
se la rotazione avviene su un lato parallelo alle trame l’effetto sarà, invece, trasversale.

La fig. 14-21 rappresenta un’imitazione tricot, con scanalatura verticale ed


è stata ottenuta facendo ruotare la tela doppia sul suo lato destro e
cambiando la punteggiatura che risulta diametralmente opposta a quella
iniziale. Il colore giallo è stato usato solo per evedenziare la rotazione.
Fig. 14-20
La scanalatura si ottiene dopo 4 fili nell’intreccio, ma, in realtà essa appare sul tessuto ogni due fili, poiché esso è un
tessuto doppio.
Esaminando attentamente ciò che è avvenuto dopo la rotazione, si vede
che i fili dispari formano sempre il dritto della stoffa, mentre le trame
dispari, che in origine erano nel dritto, passano, con la rotazione, nel
rovescio, e le trame pari che in origine formavano il rovescio, vanno a
costituire il dritto.

Fig. 14-21
Questi passaggi delle trame da una faccia all’altra formano anche le legature del tessuto doppio.
La fig.14-21 rappresenta il tessuto tipico di questo genere, ma vi sono delle
combinazioni in cui le parti (originale e ruotata) sono di larghezza
differente, come appunto rappresentato nella fig. 14-22, in cui la parte
originale è larga il doppio di quella ruotata. L’effetto è verticale, e
nell’armatura avviene dopo 8 e 4 fili, mentre, nel tessuto appare dopo 4 e
2 fili.
Fig. 14-22

Effettuando la rotazione della tela doppia su un lato orizzontale si ottiene l’effetto trasversale.
La fig. 14-23 rappresenta la rotazione sul lato orizzontale della doppia tela.
L’effetto trasversale si verifica dopo 4 trame nell’armatura e quindi dopo 2
trame nel tessuto.

Fig. 14-23

Esaminando attentamente ciò che è avvenuto dopo la rotazione, si vede


che le trame dispari formano sempre il dritto per tutta l’estensione del
tessuto e le trame pari formano esclusivamente il rovescio.
L’elemento che varia di posizione è l’ordito; infatti, nella parte originale i
fili dispari formano il dritto ed i fili pari il rovescio mentre, nella parte
ruotata, le parti si invertono ovvero i fili dispari formano il rovescio e
Fig. 14-23
quelli pari il dritto.

TESSUTI COMPOSTI – Capitolo 14 Paolo Borgiotti Pagina 96


In questo caso le legature sono formate dai fili che cambiano di posto sulle linee di opposizione.
Facendo ruotare la doppia tela successivamente attorno ai suoi quattro spigoli ed invertendo ad ogni volta la
punteggiatura, si può ottenere una disposizione con scanalatura in catena ed in trama.

La fig. 14-24 rappresenta la rotazione di una doppia tela rispetto ai


quattro spigoli.
L’effetto di ognuna delle quattro parti sarà visibile, sul tessuto, ogni 2
trame e 2 fili.
Fig. 14-24

Tessuti articolati con elementi supplementari


L’elemento che si introduce nel tessuto articolato può avere due scopi:
• formare l’effetto
• servire come elemento di riempimento per accrescere il peso e la voluminosità del tessuto stesso.

Tessuti articolati con elementi supplementari per ottenere la scanalatura


Nella fig. 14-27 è rappresentata un’armatura di un tessuto a doppia faccia per trama in cui il dritto ed il rovescio è
costituito da un raso da 4 ad effetto di trama.
Ogni 4 trame è stata inserita una trama
DRITTO ROVESCIO supplementare destinata a formare l’effetto (di colore
verde nella figura).
L’evoluzione della trama supplementare si trova in
opposizione con quelle che le sono adiacenti, come
Fig. 14-25
infatti si può notare dall’armatura.
Fig. 14-26

Fig. 14-27
Questa opposizione produce il distacco delle trame e quindi l’effetto di côteline.
L’effetto è anche aumentato dal fatto che, sulla direzione della trama supplementare, il tessuto è di spessore ridotto
perché semplice e con evoluzione in tela.

Esaminiamo ora un tessuto a doppia faccia per trama 2-1; dritto in épingline da 4 fili x 8 trame e rovescio in saia da 4,
ambedue ad effetto di trama.

DRITTO

ROVESCIO
Ogni 3 trame viene introdotta un’inserzione
supplementare allo scopo di produrre l’effetto.
L’evoluzione è in tela ed è in opposizione con le
Fig. 14-29
trame adiacenti che sono del dritto.
Fig. 14-28

Fig. 14-30

Tessuti articolati con elementi supplementari per riempimento


La trama supplementare può servire solo per riempimento ed allora è necessario che la sua evoluzione sia tale da
permetterle di insinuarsi fra le trame del dritto e quelle del rovescio e rendersi completamente invisibile.
Per giungere a questo risultato è necessario ricordarsi delle norme date a proposito dei tessuti imbottiti a doppia
faccia per trama e con trame supplementari.
Le trame supplementari devono avere le loro caselle vuote a contatto con
altre caselle vuote situate sulle trame dei dritto e, nello stesso tempo, devono avere le loro caselle piene a contatto
con altrettante, situate sulle trame del rovescio.
L’inserzione delle trame deve quindi avvenire nell’ordine:
• trama del dritto;
• trama supplementare;
• trama del rovescio.

TESSUTI COMPOSTI – Capitolo 14 Paolo Borgiotti Pagina 97


Supponiamo di voler realizzare un tessuto articolato a doppia faccia per trama 1-1 con dritto e rovescio in raso da 4
con trame supplementari di riempimento.
La fig. 14-33 rappresenta l’armatura con le trame
di ripieno che hanno l’evoluzione in tela e
ROVESCIO
DRITTO soddisfano la condizione enunciata. In questo
modo si troveranno nell’interno del tessuto e
saranno perfettamente invisibili.
Fig. 14-31
Fig. 14-32

Fig. 14-33

Supponiamo di voler realizzare un tessuto articolato a doppia faccia per trama 2-1 con dritto épingline da 4 fili x 8
trame e rovescio in saia da 4.
Siccome la combinazione delle due armature avviene nel rapporto 2-1 e l’ordine di inserzione delle trame è il
seguente:
• 2 trame del dritto;
• 1 trama supplementare di riempimento;
• 1 trama di rovescio.

DRITTO

ROVESCIO
La fig. 14-36 rappresenta l’armatura con le trame
di riempimento che hanno l’evoluzione in tela e
che soddisfano le condizioni necessarie per la sua
completa dissimulazione nell’interno dei tessuto.
Fig. 14-35

Fig. 14-34

Fig. 14-36

Anche l’imitazione tricot su doppia tela è suscettibile di ricevere elementi di riempimento i quali non intrecciano col
tessuto ma stanno semplicemente racchiusi fra le due tele costituenti il tessuto doppio.
La fig. 14-37 rappresenta un’imitazione tricot con effetto verticale diretto
secondo le linee segnate sull’armatura. Ognuna delle due parti di cui si
compone l’intreccio, porta un filo di riempimento (colore verde).
Affinché il filo di riempimento possa essere compreso fra le due tele
componenti il tessuto è necessario sollevarlo quando si inseriscono le
trame del rovescio ed abbassarlo sotto le trame dei dritto, come appare
nell’armatura.
Fig. 14-37
E’ da notare però, come è già stato detto, che nella parte di sinistra le trame dispari sono quelle dei dritto, mentre
nella parte di destra, le medesime trame, formano il rovescio. L’opposto succede per le trame pari; per cui il filo di
riempimento, nella parte sinistra, solleva sulle trame pari e, nella parte di destra, solleva sulle trame dispari.

La fig. 14-38 rappresenta un’imitazione tricot con effetto trasversale e con


trame di riempimento.
Queste sono in numero di 4 e sono indicate con il colore verde.
Per inserirle, basta sollevare i fili della tela superiore ed abbassare quelli
della tela inferiore.
Sulla metà inferiore i fili della tela superiore sono quelli dispari, e sulla
metà superiore sono quelli pari, come infatti risulta dall’armatura.

Fig. 14-38

Accenniamo ad un altro modo di aumentare lo spessore ed il peso di un’imitazione tricot, mediante inserzioni di trame
di imbottitura esterne e sul rovescio.

TESSUTI COMPOSTI – Capitolo 14 Paolo Borgiotti Pagina 98


Il procedimento è rappresentato nella fig. 14-39.
L’ordine con cui sono inserite le trarne è 2-1, vale a dire, che vi è una
trama di imbottitura ad ogni due del tessuto, esse stanno sul rovescio e
su di esse si sono sollevati tutti i fili dei tessuto tranne quelli che
formano le legature; queste sono disposte in saia da 4 e sono ottenute
legando le trame di imbottitura con i fili della tela del rovescio.

Fig. 14-39

TESSUTI COMPOSTI – Capitolo 14 Paolo Borgiotti Pagina 99


MATELASSÉS
I tessuti trapuntati denominati Matelassés presentano dei motivi i cui contorni sono in incavo e con direzione verticale
od orizzontale.
L’effetto d'incavo si può ottenere in svariati modi che saranno esposti ricorrendo ad esempi.

Matelassés I° metodo
Si applica specialmente alle stoffe doppie 1-1 in catena ed in trama.
Esso consiste nel prendere un elemento del tessuto inferiore (o rovescio) e farlo legare con gli elementi del tessuto
superiore (o dritto) o, in altre parole, far passare un elemento del rovescio sopra a quelli del diritto.
Prendiamo ad esempio un tessuto doppio 1-1 composto di una batavia da 4 per dritto e da una tela per rovescio.
Combinando assieme le due armature secondo le
SUP INF modalità dei tessuti doppi, otteniamo l’armatura di fig.
15-03 senza però alcuna legatura tra la batavia e la tela.

Fig. 15-01 Fig. 15-02


Fig. 15-03
In quest'armatura prendiamo un filo della tela di rovescio e precisamente quello indicato in grigio nella nota al piede,
ne cancelliamo l’evoluzione e lo facciamo passare sopra tutte le trame del dritto e sotto quelle del rovescio, com'è
indicato in fig. 15-04.
La sua evoluzione è ora in tela e forma, in quel punto, un tessuto semplice il
quale ha certamente uno spessore minore dei tessuto doppio che lo circonda.
Questa diminuzione di spessore produce l’incavo e quindi l’effetto di matelassé.

Fig. 15-04
Questa semplice soluzione, non è esente da inconvenienti.
L’evoluzione dei filo essendo in tela semplice, differisce totalmente dall’evoluzione degli altri fili del tessuto
inferiore cui esso appartiene (che fanno una tela doppia) ed, intrecciando un maggior numero di volte, imborserà di
più e richiederà essere ordito su di un subbio a parte.
Per evitare questo costo aggiuntivo si può modificare il procedimento ed in questa maniera: il filo della tela del
rovescio, può benissimo conservare la sua evoluzione naturale e, per produrre l’effetto d'incavo o di matelassé, basta
aggiungere alcuni punti di sollevamento in modo da far passare il filo su tutte le trame dei dritto.

La fig. 15-05 mostra la nuova evoluzione del filo .


Si può osservare che l’andamento di tale filo è ancora 3-1 uguale a quella degli
altri fili del rovescio e, pertanto tutti i fili del rovescio hanno lo stesso imborso.

Fig. 15-05
L’effetto di matelassés, tuttavia, non sarà così accentuato come nel caso della fig. 15-04.
L’incavo si può ottenere anche in senso trasversale prendendo una trama del rovescio e facendola passare al disopra
dei fili del dritto e sotto a quelli del rovescio come indica la fig. 15-05-bis nella quale è stata sostituita l'evoluzione.

Tale trama è segnata con nella nota a fianco dell’armatura. La sua


evoluzione è in tela semplice e l’effetto di matelassé deriva dalla riduzione di
spessore che subisce il tessuto in quel punto, come già fatto a proposito
dell’effetto verticale.

Fig. 15-05-bis

L'evoluzione in tela della trama , però, causa un differente andamento di alcuni fili del rovescio.

TESSUTI COMPOSTI – Capitolo 15 Paolo Borgiotti Pagina 100


Questo inconveniente si può evitare lasciando alla trama la sua evoluzione naturale e togliendo semplicemente i punti
che rappresentano il suo passaggio al disotto dei fili dei dritto.

La modifica apportata all'evoluzione della trama è rappresentata nella


fig. 15-06 nella quale è facile vedere che tutti i fili del rovescio hanno
equivalente punteggiatura 3-1.

Fig. 15-06

Combinando fra di loro i due effetti si ottengono delle disposizioni a quadri.

Una di queste è rappresentata nella fig. 15-07, il cui fondo è di


15 fili e 15 trame; il 16o filo e la 16a trama hanno l’evoluzione
richiesta per formare l’effetto di matelassé; il rapporto
dell’armatura è stato ripetuto in altezza ed in larghezza.

Fig. 15-07

Supponiamo di voler realizzare un tessuto doppio 1-1, con effetto di matelassé longitudinale e traversale e nel quale il
dritto è costituito da un natté da 4 ed il rovescio in tela.
Le linee A-A nella fig. 15-08,
SUP indicano la posizione in cui cade
INF
l’effetto.
Nella fig. 15-10 è rappresentata
la combinazione dei due tessuti e
gli elementi delle guide sono
quelli che formano l’incavo.
Fig. 15-09
Fig. 15-08

Fig. 15-10
Supponiamo di voler realizzare un tessuto doppio 1-1, con effetto di matelassé longitudinale e traversale e nel quale il
dritto è costituito da un motivo, rappresentato in fig. 15.11, disposto in raso da 4 ad effetto di catena su un fondo ad
effetto di trama ed il rovescio in tela rappresentato in fig. 15.12.
L’incavo deve contornare i motivi dell’effetto.

TESSUTI COMPOSTI – Capitolo 15 Paolo Borgiotti Pagina 101


Fig. 15-11 Fig. 15-12

Fig. 15-13
Nella fig. 15-13 è riportata la combinazione dei due intrecci; le guide indicano quei fili e quelle trame che formano
l’effetto.
L’effetto è continuo in direzione della catena, come si può ben vedere dall’armatura, mentre è saltuario nella
direzione trasversale e si manifesta dove l’effetto di catena del dritto diventa effetto in trama.
Come si può intuire questo procedimento è facilmente applicabile ad una grande varietà di disegni.
Possiamo rilevare che l’evoluzione 3-1 degli elementi di effetto ha, rispetto all’evoluzione 1-1, il vantaggio di esigere
un minor numero di licci. La verifica può essere fatta facilmente sostituendo, nei casi esaminati, all’evoluzione 3-1
quella 1-1.

Matelassés II° metodo


Questo metodo si applica solo ai tessuti doppi 2-1 e consiste nel prendere due fili del dritto e dare loro l’evoluzione in
reps d’ordito regolare (2 fili x 6 trame).
Supponiamo di voler realizzare un tessuto doppio 2-1 in cui il dritto è in batavia da 4 ed il rovescio in tela.
SUP La fig. 15-16 rappresenta l’armatura
INF combinata del tessuto doppio.

Fig. 15-15
Fig. 15-14 Fig. 15-16

La fig. 15-17 rappresenta l’armatura dopo la sostituzione dell’evoluzione dei fili 7 ed 8


del dritto con l’evoluzione del reps d’ordito regolare (2 fili x 6 trame).
Nel punto della sostituzione si viene a creare un tessuto semplice il cui spessore è
minore di quello del tessuto doppio che costituisce la parte rimanente. Questa
differenza di spessore genera l’effetto matelassé.

Fig. 15-17

Inoltre, dato che i due fili hanno evoluzione opposta e tendono ad allontanarsi, si ottiene un’esaltazione
dell’effetto desiderato.
Se l’effetto deve essere orizzontale, si sostituirà l’evoluzione originaria a due trame vicine del dritto, impartendole
l’evoluzione 3-3.

TESSUTI COMPOSTI – Capitolo 15 Paolo Borgiotti Pagina 102


La fig. 15-18 rappresenta l’armatura dopo la sostituzione dell’evoluzione delle trame 7
ed 8 del dritto con l’evoluzione3-3.
Nel punto della sostituzione si viene a creare un tessuto semplice il cui spessore è
minore di quello del tessuto doppio che costituisce la parte rimanente. Questa
differenza di spessore genera l’effetto matelassé.

Fig. 15-18

Esaminando le fig. 15-17 ed 15-18 si può osservare che gli elementi che costituiscono l’incavo passano,
alternativamente, al disopra ed al disotto di tre elementi consecutivi, due dei quali appartengono al dritto ed uno al
rovescio.
In conseguenza a ciò, oltre a creare l’effetto matelassé, avviene la legatura dei due tessuti che formano una stoffa
doppia.
Combinando i due effetti, verticale ed trasversale, si possono ottenere disegni a quadri.

La fig. 15-19 rappresenta un disegno a quadri in cui il dritto è in batavia da 4 ed il


rovescio in tela.
L’effetto si ha dopo 16 fili e dopo 16 trame ed essendo l’estensione del quadro
abbastanza piccola, non è necessario aggiungere altre legature all’interno.
Se invece l’estensione fosse più ampia, diventerebbe necessario unire i due
tessuti con qualche punto di legatura disposto, con le solite regole, in modo tale
da essere invisibile.

Fig. 15-19

In fig. 15-20 è stato riportato un altro esempio


dello stesso genere. In questo caso abbiamo un
quadro grande limitato da una doppia fila di
effetti in incavo.

Fig. 15-20

TESSUTI COMPOSTI – Capitolo 15 Paolo Borgiotti Pagina 103


Il tessuto doppio con riduzioni 2-1 ad
effetto matelassé rappresentato in fig. 15-
21 ha il dritto in levantina da 8 damascata
SUP
ed il rovescio in tela.
Sui 4 spigoli ove avviene la rotazione
dell’armatura di fig. 15-21 avviene anche
l’inversione dei colori e l’opposizione
completa.

Fig. 15-21

Fig. 15-22

L’evoluzione dell’armatura è favorevole all’introduzione dell’effetto matelassé poiché l’armatura combinata non
richiede profonde modifiche per ottenere l’effetto desiderato.

Matelassés III° metodo


L’effetto di matelassé, in quest’ultima categoria, dipende dal modo con cui si eseguono le legature fra i due tessuti
costituenti la stoffa doppia.
E’ stato dimostrato, parlando dei tessuti doppi, che per legare il tessuto superiore al tessuto inferiore occorre far agire
fra di loro due elementi i quali si trovino, in quel punto, sulle facce interne dei due tessuti; effettuando la legatura in
questa condizione, essa rimarrà perfettamente invisibile all’esterno. Se, invece di seguire questa regola, leghiamo un
elemento del rovescio con uno del dritto che, in quel punto, si trovi sulla faccia esterna dei tessuto, questi sarà
obbligato ad abbassarsi ed a produrre quindi una specie di depressione assai visibile.
Un certo numero di queste legature disposte in linea retta od anche curva costituisce l’effetto di matelassé.
In pratica si può dire che l’effetto è generato da legature “contro regola” ovvero visibili e completamente scoperte.
Esaminiamo il criterio che consente di ottenere questo risultato considerando il modo con cui si producono le legature
fra il tessuto superiore, ed il tessuto inferiore di un tessuto doppio 1-1.
Combinando assieme le due armature secondo le modalità dei
SUP INF tessuti doppi, otteniamo l’armatura di fig. 15-25 senza però
alcuna legatura tra la batavia e la tela.

Fig. 15-23 Fig. 15-24


Fig. 15-25

La fig. 15-26 rappresenta la stessa armatura di fig. 15-25 nella quale sono state inserite le
legature in abbassata.
Il simbolo è da intendersi come un vuoto (soppressione della levata).
Fig. 15-26
Ciascun filo del tessuto superiore viene legato in un punto in cui esso si trova sulla faccia esterna dei tessuto.
Poiché la legatura non soddisfa alle condizioni dell’invisibilità, essa diventa visibile.
L’armatura di fig. 15-26 crea una successione di punti di legatura disposti in linea obliqua e quindi un effetto obliquo
nel tessuto.

TESSUTI COMPOSTI – Capitolo 15 Paolo Borgiotti Pagina 104


La fig. 15-27 rappresenta una diversa disposizione di legature dello
stesso tipo.
In questo caso l’effetto si manifesta con rigature non spaziate
uniformemente.

Fig. 15-27

La punteggiatura di fig. 15-28 fa meglio notare l’andamento diagonale


delle legature.
Si osservi che, essendo il tessuto doppio 1-1, sul dritto le diagonali
distano, tra di loro, la metà del numero di fili e trame presenti
nell’armatura.

Fig. 15-28

Le legature fra il tessuto superiore ed il tessuto inferiore, in un tessuto doppio, si possono fare anche mediante fili dei
tessuto inferiore con trame dei tessuto superiore, in modo tale che le trame di questo sono legate quando si trovano
esternamente alla faccia dei tessuto.

La fig. 15-29 rappresenta la stessa armatura di fig. 15-25 nella quale


sono state inserite legature in alzata.

Fig. 15-29
Queste legature, rappresentate dal simbolo (punto pieno), non essendo a contatto né a destra né a sinistra con
altre caselle piene situate sui fili adiacenti del tessuto superiore, non possono essere nascoste e rimangono quindi
visibili a causa all’abbassamento che subisce la trama del tessuto superiore legata dal filo del tessuto inferiore.
La disposizione della legatura è in saia da 4 e, quindi, l’effetto matelassé è obliquo.
Disponendo in modo adeguato le legature, si possono ottenere disegni di qualunque forma.

La fig. 15-30 rappresenta l’effetto matelassé che si


desidera ottenere e la fig. 15-31, la punteggiatura che
deve essere creata mediante le legature in alzata

Fig. 15-30
Fig. 15-31

TESSUTI COMPOSTI – Capitolo 15 Paolo Borgiotti Pagina 105


La fig. 15-32 rappresenta l’armatura relativa all’effetto
di fig. 15-31, per un tessuto doppio 1-1 con dritto in
batavia da 4 e rovescio in tela.
Le legature sono disposte in modo tale da generare
l’effetto richiesto.

Fig. 15-32
Questo metodo si può applicare anche alle stoffe 2-1.
La fig. 15-33 rappresenta un tessuto doppio 2-1 con dritto natté e rovescio tela.
Le legature in abbassata (punto vuoto) sono disposte in modo tale che
compaiano sul dritto e producano l’abbassamento del filo di catena che lega con
la trama del tessuto inferiore.

Fig. 15-33

Volendo realizzare l’effetto di fig. 15-34, utilizziamo la punteggiatura di


fig. 15-35 per inserire le legature nel tessuto doppio.

Fig. 15-35
Fig. 15-34

La fig. 15-36 rappresenta l’armatura relativa alla


punteggiatura di fig. 15-35.
I punti di legatura, disposti due a due, rendono l’effetto
ancora più marcato.

Fig. 15-36

Se in un tessuto doppio 2-1 con tessuto superiore in batavia da 4 e tessuto inferiore in tela leghiamo i fili del tessuto
inferiore con le trame del tessuto superiore si ottiene la disposizione di fig. 15-37.

Fig. 15-37

TESSUTI COMPOSTI – Capitolo 15 Paolo Borgiotti Pagina 106


Volendo realizzare l’effetto di fig. 15-38, utilizziamo la punteggiatura di
fig. 15-39 per inserire le legature nel tessuto doppio.

Fig. 15-39

Fig. 15-38

La fig. 15-40 rappresenta l’armatura relativa alla punteggiatura di fig.


15-39.

Fig. 15-40

Supponiamo di voler realizzare un tessuto doppio 2-1 con tessuto superiore in raso da 5 ad effetto di ordito e tessuto
inferiore in tela.
Tra i due tessuti componenti vogliamo anche inserire una trama supplementare di imbottitura allo scopo di
aumentare il peso ed anche per obbligare le legature d’effetto (in abbassata ) ad essere più pronunciate.

SUP INF

Fig. 15-41 Fig. 15-42

La fig. 15-43 rappresenta


l’armatura del tessuto.

Per la disposizione delle legature


è stato usato il raso da 10 ed esse
sono appaiate.

Fig. 15-43
Le trame di imbottitura sono segnate in grigio nella guida a fianco dell’armatura; esse non intrecciano né con il tessuto
superiore né con quello inferiore e giacciono semplicemente tra i due tessuti (su di esse levano i fili del superiore e si
abbassano quelli dell’inferiore).
In considerazione del fatto che il numero di punti pieni dell’armatura è di gran lunga superiore a quelli vuoti, un tale
intreccio dovrebbe essere realizzato a rovescio a telaio (per scrivere l’armatura da inserire nel telaio si devono leggere
i punti vuoti invece che quelli pieni).

TESSUTI COMPOSTI – Capitolo 15 Paolo Borgiotti Pagina 107


PIQUÉ
Nei tessuti denominati piqué o piccati l’effetto si ottiene mediante una depressione prodotta, sulla superficie del
tessuto, da una catena supplementare, fortemente tesa, che, passando sulle trame, le obbliga ad abbassarsi, in quel
punto, ed a formare un incavo.
Disponendo una serie di questi punti in linea retta od anche curva, si ottiene un disegno i cui contorni sono appunto
definiti dalla sequenza di queste depressioni.
La catena supplementare sta, normalmente, sul rovescio e non passa sul dritto se non quando deve formare l’effetto.
In una stoffa piqué troviamo, quindi, almeno 3 elementi: una catena ed una trama che formano il tessuto di fondo ed
intrecciano a tela, ed una catena, supplementare, utilizzata per produrre l’effetto.
Generalmente i tessuti piqués sono utilizzati per produrre coperte e, principalmente, sono impiegati filati di cotone.

Piqué a tre elementi


Il tessuto di fondo è sempre tela e solo raramente è un altro tipo di intreccio.
Il rapporto dei numeri dei fili della tela di fondo e della catena supplementare può essere 1-1.
Per costruire un’armatura di tessuto piqué, si stabilisce l’armatura tela sui fili ad essa destinati e si sollevano i fili di
catena supplementari nei punti ove si vuol produrre l’abbassamento; questo passaggio deve essere effettuato sopra
almeno due trame consecutive.
Nella fig. 16-01 è rappresentato l’effetto che si vuole ottenere sulla
stoffa e nella fig. 16-02 è rappresentata la messincarta dell’effetto1
che produce l’andamento obliquo dell’abbassamento sulla
superficie della stoffa.
I valori della messincarta sono:
• ogni corda vale 2 fili ( 1 di fondo ed uno di opera);
• ogni passo vale 1 trama.
Fig. 16-02
Fig. 16-01
La figura 16-03 rappresenta l’armatura che consente di ottenere
l’effetto richiesto.
Il fondo è a tela e la combinazione tra le due catene è 1-1 ovvero
abbiamo un filo di tela ed un filo di catena supplementare
rappresentata con il colore verde.

Fig. 16-03
Ognuno dei fili della catena supplementare passa sopra due trame della tela e l’effetto che si produce è disposto in
linea obliqua ed inclinata di 45°, perché l’armatura, benché rettangolare, rappresenta, in definitiva, una superficie
quadrata.

Per comprendere visivamente il modo di agire dei 3 elementi descritti nella fig. 16-04 è
stata rappresentata anche una sezione d’ordito.
Il filo supplementare d’effetto passa sopra a due trame della tela obbligandola ad
abbassarsi, in quel punto, come è rappresentato in figura.

Fig. 16-04

Per la produzione dei tessuti piqués, essendo il fondo a tela, si potrebbe fare la passatura dei fili di fondo su soli due
licci ma, nella pratica, normalmente si impiegano 4 licci. Anche per i tessuti piqués si preferisce passare i fili su due
corpi di licci.

1
La realizzazione della punteggiatura dell’effetto deve essere eseguita su carta tecnica adeguata alla riduzione della tela di fondo per evitare che,
sul tessuto, il disegno si deformi schiacciandosi o allungandosi.

TESSUTI COMPOSTI – Capitolo 16 Paolo Borgiotti Pagina 108


Nella fig. 16-05 è rappresentato l’effetto che si vuole ottenere sulla
stoffa e nella fig. 16-06 è rappresentata la messincarta dell’effetto
che produce l’andamento obliquo dell’abbassamento sulla
superficie della stoffa.
I valori della messincarta sono:
Fig. 16-06
• ogni corda vale 2 fili ( 1 di fondo ed uno di opera);
• ogni passo vale 2 trame.
Fig. 16-05

La figura 16-07 rappresenta l’armatura che consente di ottenere


l’effetto richiesto.
Il fondo è a tela e la combinazione tra le due catene è 1-1 ovvero
abbiamo un filo di tela ed un filo di catena supplementare
rappresentata con il colore verde.

Fig. 16-07

Piqué a 3 elementi 2-1 in catena


Se la riduzione è 2-1, il numero dei fili dell’ordito della tela è doppio rispetto a quello dei fili supplementari e questa
modalità di costruzione del piqué è quella maggiormente utilizzata nella pratica.
Nella fig. 16-08 è rappresentato l’effetto che si vuole ottenere sulla stoffa e
nella fig. 16-09 è rappresentata la messincarta dell’effetto che produce
l’andamento a 45° dell’abbassamento sulla superficie del tessuto.
I valori della messincarta sono:
• ogni corda vale 3 fili ( 2 di fondo ed uno di opera);
Fig. 16-09
• ogni passo vale 2 trame (di fondo).
Fig. 16-08
La figura 16-10 rappresenta l’armatura che consente di ottenere l’effetto
richiesto.
Il fondo è a tela e la combinazione tra le due catene è 2-1 ovvero abbiamo
due fili di tela ed un filo di catena supplementare rappresentata con il colore
verde.

Fig. 16-10
L’andamento a 45° dell’effetto si verifica perché l’armatura contiene lo stesso numero di fili e di trame di fondo.

Nella fig. 16-11 è rappresentato l’effetto che si vuole ottenere sulla


stoffa e nella fig. 16-12 è rappresentata la messincarta dell’effetto
che produce l’andamento dei due tratti obliqui di direzione opposta.
I valori della messincarta sono:
• ogni corda vale 3 fili ( 2 di fondo ed uno di opera);
Fig. 16-12 • ogni passo vale 2 trame (di fondo).
Fig. 16-11
La figura 16-13 rappresenta l’armatura che consente di ottenere
l’effetto richiesto.
Il fondo è a tela e la combinazione tra le due catene è 2-1 ovvero
abbiamo due fili di tela ed un filo di catena supplementare
rappresentata con il colore verde.

Fig. 16-13

TESSUTI COMPOSTI – Capitolo 16 Paolo Borgiotti Pagina 109


Nella fig. 16-14 è rappresentato l’effetto che si vuole ottenere sulla
stoffa e nella fig. 16-15 è rappresentata la messincarta dell’effetto.
I valori della messincarta sono:
• ogni corda vale 3 fili ( 2 di fondo ed uno di opera);
• ogni passo vale 2 trame (di fondo).
Fig. 16-15

Fig. 16-14
La figura 16-16 rappresenta l’armatura che consente di ottenere
l’effetto richiesto.
La figura riporta, inoltre, anche il rimettaggio che viene effettuato in
due corpi, uno per il fondo e l’altro per l’opera e l’armatura per i
licci.

Fig. 16-16

Piqués a 4 elementi detto anche piccato doppio


I tessuti piqués a 4 elementi possiedono, come quelli a 3 elementi, una catena ed una trama che s’intrecciano in tela
per formare il tessuto di fondo e la catena supplementare d’effetto. In più possiedono anche un quarto elemento
ovvero una trama di imbottitura che giace, nel rovescio, compresa fra la catena supplementare e la tela di fondo.
Questa trama di imbottitura ha lo scopo di rendere più pesante il tessuto e di aumentarne volume o spessore.
I piqués di questa specie si fanno normalmente con rapporto 2-1 in catena ed in trama.
Per costruire un intreccio di tal genere si inizia col punteggiare l’armatura tela sui fili e
sulle trame destinati al fondo segnati sulle guide con colore rosso e si lasciano gli spazi
necessari ai fili supplementari (segnati di colore verde) ed alle trame di imbottitura
(segnate di colore azzurro).
La fig. 16-17 mostra la punteggiatura della tela del fondo.

Fig. 16-17

Poi si segna l’evoluzione delle trame di imbottitura sollevando i fili di fondo e lasciando
in riposo quelli supplementari come mostrato nella fig. 16-18.
In questo modo le trame di imbottitura rimangono comprese fra i due orditi senza però
intrecciare né con l’uno né con l’altro.

Fig. 16-18
Dopo aver tracciato questa punteggiatura, non rimane altro che stabilire i punti di sollevamento dell’ordito
supplementare sulle trame di fondo. In tali punti, individuati in base al disegno che si vuol realizzare, si verifica il
passaggio della catena supplementare sopra 3 trame, due di fondo ed una di imbottitura, come vedremo negli esempi.

Supponiamo di voler realizzare un Piqué a 4 elementi 2-1 con fondo


a tela.
Nella fig. 16-19 è rappresentato l’effetto che si vuole ottenere sulla
stoffa e nella fig. 16-20 è rappresentata la messincarta dell’effetto.
I valori della messincarta sono:
• ogni corda vale 3 fili ( 2 di fondo ed uno di opera);
Fig. 16-20
• ogni passo vale 3 trame (2 di fondo ed uno di imbottitura).
Fig. 16-19

TESSUTI COMPOSTI – Capitolo 16 Paolo Borgiotti Pagina 110


La figura 16-21 rappresenta l’armatura che consente di ottenere
l’effetto richiesto.
I fili dei fondo sollevano tutti sulle trame di imbottitura segnate in
azzurro nella guida a fianco dell’armatura ed i fili supplementari
passano sopra a 3 trame consecutive, una delle quali è di
imbottitura.
L’effetto è formato da due linee che si incrociano, in direzione
opposta, ed inclinate ambedue di 45° sull’orizzontale, come è
indicato in fig. 16-19.

Fig. 16-21

La fig. 16-22 rappresenta il profilo d’ordito che evidenzia come il filo della catena
supplementare, fortemente tesa, passi al disopra di 3 trame di cui due del fondo ed
una di imbottitura.
L’imbottitura, come si vede, giace fra la tela e la catena supplementare.

Fig. 16-22

Supponiamo di voler realizzare un Piqué a 4 elementi 2-1 con fondo


a tela.
Nella fig. 16-23 è rappresentato l’effetto che si vuole ottenere sulla
stoffa e nella fig. 16-24 è rappresentata la messincarta dell’effetto.
I valori della messincarta sono:
• ogni corda vale 3 fili ( 2 di fondo ed uno di opera);
• ogni passo vale 3 trame (2 di fondo ed uno di imbottitura).
Fig. 16-24

Fig. 16-23

La figura 16-25 rappresenta l’armatura che consente di


ottenere l’effetto richiesto.
I fili dei fondo sollevano tutti sulle trame di imbottitura
segnate in azzurro nella guida a fianco dell’armatura
ed i fili supplementari passano sopra a 3 trame
consecutive, una delle quali è di imbottitura.

Fig. 16-25

TESSUTI COMPOSTI – Capitolo 16 Paolo Borgiotti Pagina 111


I tessuti piqué 2-1 in catena ed in trama vengono frequentemente garzati sul rovescio; perciò la trama di imbottitura
deve essere piuttosto grossa e soffice, ovvero deve avere un basso coefficiente di torsione; in questo modo potrà
fornire un pelo lungo ed abbondante aumentando notevolmente lo spessore del tessuto.
La trama di imbottitura ha inoltre il vantaggio di aumentare il rilievo dell’effetto, trovandosi fra la tela e la catena
supplementare.

Nella pratica, volendo ottenere imbottiture di diversa forza, si può aumentare o diminuire il numero delle inserzioni di
imbottitura senza necessariamente essere costretti a cambiare il titolo della trama.
Supponiamo di voler realizzare un Piqué a 4 elementi con una
disposizione 4-4 in trama.
Nella fig. 16-26 è rappresentato l’effetto che si vuole ottenere sulla
stoffa e nella fig. 16-27 è rappresentata la messincarta dell’effetto.
Fig. 16-27 I valori della messincarta sono:
• ogni corda vale 3 fili ( 2 di fondo ed uno di opera);
Fig. 16-26
• ogni passo vale 4 trame (4 di fondo o 4 di imbottitura).

La figura 16-28 rappresenta l’armatura che consente di ottenere


l’effetto richiesto.
Nell’armatura, dopo 4 trame di fondo, seguono 4 trame di
imbottitura che stanno sul rovescio comprese tra la tela di fondo e
la catena supplementare che, nel punto dove si manifesta l’effetto,
passa sopra due trame appartenenti al fondo.

Fig. 16-28

Supponiamo di voler realizzare un Piqué a 4 elementi con una


disposizione 6-4 in trama.
Nella fig. 16-29 è rappresentato l’effetto che si vuole ottenere sulla
stoffa e nella fig. 16-30 è rappresentata la messincarta dell’effetto.

Fig. 16-30

Fig. 16-29

La figura 16-31 rappresenta l’armatura che consente di ottenere


l’effetto richiesto.
Nell’armatura, dopo 6 trame di fondo, seguono 4 trame di
imbottitura.
I fili della catena supplementare passano sopra a due trame del
fondo; alcuni di essi passano anche al disopra di due trame di
imbottitura come si può osservare dalla figura.

Fig. 16-31

Supponiamo di voler realizzare un Piqué a 4 elementi con leggera


imbottitura e disposizione 10-2 in trama ovvero 10 trame di fondo e
2 trame di imbottitura.
Nella fig. 16-32 è rappresentato l’effetto che si vuole ottenere sulla
stoffa e nella fig. 16-33 è rappresentata la messincarta dell’effetto.

Fig. 16-33
Fig. 16-32

TESSUTI COMPOSTI – Capitolo 16 Paolo Borgiotti Pagina 112


La figura 16-34 rappresenta l’armatura che consente di ottenere
l’effetto richiesto.
Nell’armatura, dopo 10 trame di fondo, seguono 2 trame di
imbottitura.
Questa armatura può essere impiegata per piqué senza pelo sul
rovescio perché le trame di imbottitura, così rade, non consentono
di realizzarlo.
I fili della catena supplementare passano sopra a due trame
consecutive del fondo e l’imbottitura rimane completamente tra la
tela e la catena supplementare, sul rovescio.

Fig. 16-34

Supponiamo di voler realizzare un piqué a 4 elementi con una


disposizione 2-1 in catena ed in trama.
Nella fig. 16-35 è rappresentato l’effetto che si vuole ottenere sulla
stoffa e nella fig. 16-36 è rappresentata la messincarta dell’effetto.
I valori della messincarta sono:
• ogni corda vale 3 fili ( 2 di fondo ed uno di opera);
Fig. 16-36
• ogni passo vale 3 trame (2 di fondo ed 1 di imbottitura).
Fig. 16-35

La figura 16-37 rappresenta l’armatura che consente di ottenere


l’effetto richiesto.
I fili della catena supplementare passano sopra a tre trame, due del
fondo ed una di imbottitura.
Le trame di imbottitura non giacciono più, come nei casi precedenti,
tra la catena di fondo e la catena supplementare, ma intrecciano
con quest’ultima in tela come si vede dalla figura.
Grazie a questo intreccio il tessuto piqué in esame è un vero tessuto
doppio 2-1 costituito da due tele che legano per mezzo del
passaggio della catena supplementare sul dritto quando essa crea
l’effetto richiesto.

Fig. 16-37

TESSUTI COMPOSTI – Capitolo 16 Paolo Borgiotti Pagina 113


BROCCATI
Con il termine broccato (francese: Lancé, Broché, Pointillé) si indicano i tessuti che presentano un motivo o figura
spiccante sopra il dritto; quest’effetto può essere formato dagli elementi stessi del tessuto che sono impiegati per il
fondo ed allora si dice imitazione broccato; se invece l’effetto è ottenuto con l’aggiunta di elementi supplementari,
allora si tratta di un vero e proprio broccato.

Imitazione broccati
I broccati imitazione possono ancora essere distinti in due casi.

Imitazione broccati – caso 1


Se il tessuto che si considera ha un’armatura ad effetto neutro ovvero mostra nella medesima quantità tanto l’ordito
che la trama, basterà accrescere la portata delle briglie dell’elemento che si vuoi rendere visibile e che deve formare
l’effetto richiesto.
Un esempio è riportato in fig.
17-01 nella quale il fondo è in
tela e mostra, in ambo le facce,
la medesima quantità di ordito
e trama.
Aumentando la lunghezza delle
briglie, secondo un prestabilito
disegno, si ottiene il broccato
imitazione la cui armatura è
riportata in fig. 17-02.

Fig. 17-01
Fig. 17-02
La figura a fianco è la
scannerizzazione della fodera
delle divise dell’Arma dei
Carabinieri dove un complesso
logo ed una scritta sono stati
realizzati con la tecnica
dell’imitazione broccato.

Le portate libere di quei fili che formano il disegno d’effetto saranno tanto più visibili quanto maggiormente
differiscono tra di loro i colori dell’ordito e della trama.

Imitazione broccati – caso 2


Se nel tessuto che si considera uno degli elementi è normalmente invisibile, l’effetto di broccato si potrà ottenere
facendo comparire a dati intervalli e sul dritto questo elemento.
A tale scopo servono i reps d’ordito, i reps di trama, i reps obliqui ed i rasi in genere.
La fig. 17-03 mostra un’imitazione di broccato su fondo reps di trama semplice.
Nei reps di trama l’ordito è l’elemento invisibile; modificando l’armatura come è
indicato in figura, si fanno comparire i fili 2, 5, 8, 11, sopra 3 trame
consecutivamente sul dritto; se il colore di questi fili è diverso da quello delle
trame, l’effetto sarà una punteggiatura spiccante e disposta come quella di un raso
da 4.

Fig. 17-03

TESSUTI COMPOSTI – Capitolo 17 Paolo Borgiotti Pagina 114


La fig. 17- 05 è relativa ad
un’imitazione di broccato su
fondo reps di trama
irregolare.
L’elemento invisibile (l’ordito)
compare sul dritto formando
una nervatura diagonale ad
effetto di catena sopra un
fondo in reps.

Fig. 17-4

Fig. 17-5
I fili che si mostrano sul dritto a formare la nervatura devono avere colore che spicca rispetto a quello delle trame e
dei fili rimanenti.
La fig. 17-06 rappresenta un’imitazione di broccato con
fondo a tela sul quale compaiono, ad intervalli, trame con
evoluzione reps.
Il motivo generato dalle briglie di trama è disposto in raso
da 4.
Le trame che generano l’effetto possono anche essere di
colore diverso rispetto a quelle del fondo che intrecciano a
tela.

Fig. 17-06

La fig. 17-07 rappresenta un’imitazione di broccato con


fondo in natté irregolare sul quale si fa apparire, ad
intervalli, la trama per ottenere un motivo disposto ancora
in raso da 4.
L’effetto si ottiene sopprimendo, nelle posizioni prefissate,
l’effetto di catena del nattè.
Le trame che formano il motivo sono indicate nella guida a
fianco dell’armatura.

Fig. 17-7

TESSUTI COMPOSTI – Capitolo 17 Paolo Borgiotti Pagina 115


La fig. 17-08 rappresenta il rovescio di un tessuto
imitazione broccato con fondo in raso da 5 ad effetto di
catena.
Anche in questo caso si fa apparire, ad intervalli, la trama
per ottenere i due motivi (essendo il rovescio sopra, sono
segnati i punti pieni in modo tale che, sul dritto, si veda la
trama).

Fig. 17-08

Se, come indicato nella guida a fianco dell’armatura, si


tesse con una nota di colore:
1 chiaro
1 scuro
si ottiene il motivo in basso a sinistra formato da trame di
colore scuro e quello in alto a destra formato da trame
chiare.

La fig. 17-09 mostra una simulazione dell’aspetto che si


ottiene sul tessuto che richiede 23 licci.
Fig. 17-09

La fig. 17-10 rappresenta un’imitazione di


broccato con effetto in ordito ed in trama
su fondo tela.
Gli elementi che formano il disegno sono
indicati dalle guide.

Fig. 17-10

La fig. 17-11 mostra una


simulazione dell’aspetto che
si ottiene sul tessuto.

Fig. 17-12
La fig. 17-12 rappresenta l’armatura per i
licci che sono passati su due corpi.
Fig. 17-11

Broccati propriamente detti


Come si è già detto, l’effetto è ottenuto mediante l’introduzione di elementi supplementari che stanno
ordinariamente sul rovescio della stoffa e compaiono sul dritto solo nelle posizioni desiderate per formare il disegno
che si vuole ottenere.

TESSUTI COMPOSTI – Capitolo 17 Paolo Borgiotti Pagina 116


L’elemento che forma il broccato può essere un ordito supplementare oppure una serie di trame supplementari o,
infine, entrambe. In base a questo potremo suddividere lo studio dei tessuti broccati in tre classi:
1) Broccati in ordito.
2) Broccati in trama.
3) Broccati in ordito e in trama.
Broccati in ordito
L’ordito di broccato forma il motivo passando alternativamente dal rovescio sul dritto senza però prendere parte alla
formazione del corpo dei tessuto.
Due aspetti molto importanti, e da cui dipende la buona riuscita dell’effetto di broccato sono:
• i fili dei tessuto devono essere ben serrati l’uno contro l’altro affinché nessun movimento o spostamento sia
concesso agli elementi di broccato;
• la grossezza dei fili di effetto sia sufficiente perché l’effetto sia nutrito e compatto.
Gli esempi seguenti illustreranno i casi più frequenti nella pratica.

Il più semplice effetto di broccato è rappresentato nella fig. 17-13; in essa,


ad ogni filo di fondo succede un filo di broccato; si può quindi dire che il
tessuto è 1-1 in ordito; il fondo è in tela semplice e l’effetto forma una
nervatura continua diagonale.

Fig. 17-13

Passando la tela a due fili per dente nel pettine, sarà necessario passare,
nello stesso dente, anche due fili di broccato come mostrato in fig. 17-14.
Inoltre, siccome i due orditi (fondo ed effetto) hanno evoluzione
completamente diversa, devono essere orditi su due subbi separati.
Fig. 17-14
Questo accorgimento tecnico è comune a tutti i tessuti di questa specie.

La fig. 17-15 rappresenta l’effetto


desiderato sulla stoffa e la fig. 17-16
rappresenta la messincarta del broccato.

I valori della messincarta sono:


• ogni corda vale 2 fili ( 1 di fondo ed
uno di opera);
• ogni passo vale 1 trama.

Fig. 17-15
Fig. 17-16

La fig. 17-17 rappresenta l’intreccio


del tessuto broccato in ordito 1-1 con
fondo in natté da 4.
Per realizzare questo intreccio, al
minimo, occorrono 22 licci; 2 per il
fondo e 20 per l’effetto.
I fili del fondo possono essere
rincorsati su 4 licci ed, in tal caso, il
numero di licci necessario diventa 24.

Fig. 17-17

TESSUTI COMPOSTI – Capitolo 17 Paolo Borgiotti Pagina 117


È evidente che l’effetto di broccato debba avere delle briglie maggiori di due, altrimenti queste renderebbero il
disegno monco e difettoso.
In qualche occasione, in invece di effetti broccati 1-1, si impiegano i broccati 2-1.

Fig. 17-19
Fig. 17-20
Fig. 17-18
Nella fig. 17-18 è rappresentato l’effetto sulla stoffa e nella fig. 17-19 è riportata la messincarta dell’effetto con i
seguenti valori:
• ogni corda vale 3 fili ( 2 di fondo ed uno di opera);
• ogni passo vale 1 trama.
Nella fig. 17-20 è riportata l’armatura del broccato con il fondo in batavia da 4.
In questo caso la passatura nel pettine è di 3 o di 6 fili per dente, di cui 2 o 4 fili appartengono al fondo.

Negli esempi precedenti, l’ordito di broccato è uniformemente distribuito fra i fili di fondo nel rapporto 1-1 oppure 2-1
(broccati continui) ma, spesso, esso è disposto a gruppi di fili più o meno distanziati gli uni dagli altri (broccati
discontinui).

Nell’esempio di fig. 17-21 è rappresentato l’effetto che si vuole


ottenere sulla stoffa.
Le strisce verticali di colore rosa sono quelle in cui si ha l’effetto di
broccato mentre quelle bianche sono di fondo e, di conseguenza, il
broccato è discontinuo.

Fig. 17-21

La figura 17-22 rappresenta la messincarta dell’effetto che ha


valori diversi nelle due zone.
Zona rosa:
• ogni corda vale 2 fili ( 1 di fondo ed uno di opera);
• ogni passo vale 1 trama.
Zona bianca:
• ogni corda vale 1 fili (fondo);
• ogni passo vale 1 trama.

Fig. 17-22

TESSUTI COMPOSTI – Capitolo 17 Paolo Borgiotti Pagina 118


La fig. 17-23 rappresentato l’armatura, nella quale
troviamo un fondo in batavia da 4, di cui 8 fili sono alternati nel
rapporto 1-1 con altrettanti fiIi di broccato; di fianco si trovano
16 fili di fondo i quali spaziano i diversi motivi nell’altezza del
tessuto.

La passatura nel pettine si fa a 4 o 8 fili per dente, nella prima


metà di sinistra dell’armatura mentre, nella metà di destra, 2 o 4
fili per dente.

Per realizzare questo tessuto sono necessari 12 licci; 4 per il


Fig. 17-23 fondo ed 8 per l’effetto.

Nella fig. 17-24 è rappresentato l’effetto sulla stoffa di un


secondo esempio di broccato a gruppi di fili separati tra di loro da
strisce della lunghezza di 6 fili.

Fig. 17-24

La fig. 17-25 rappresenta la messincarta dell’effetto che ha valori


diversi nelle due zone.
Zona rosa:
• ogni corda vale 2 fili ( 1 di fondo ed uno di opera);
• ogni passo vale 1 trama.
Zona bianca:
• ogni corda vale 1 fili (fondo);
• ogni passo vale 1 trama.

Fig. 17-25

La fig. 17-26 rappresenta l’armatura, nella quale


troviamo un fondo in tela costituito da 6 fili i quali spaziano i
diversi motivi nell’altezza del tessuto, seguiti da 16 fili alternati,
nel rapporto 1-1, con altrettanti fiIi di broccato.

Fig. 17-26
La fig. 17-27 rappresenta l’effetto sulla stoffa.
La passatura sarà 2 fili/dente per i primi 6 fili della zona del fondo
e di 4 fili/dente (effetto-fondo-effetto-fondo) nella zona
dell’effetto.
Per realizzare questo tessuto sono necessari 7 licci; 2 per il fondo
e 5 per l’effetto.
Fig. 17-27

TESSUTI COMPOSTI – Capitolo 17 Paolo Borgiotti Pagina 119


Nella fig. 17-28 è rappresentato l’effetto sulla stoffa di
un terzo esempio di broccato cui fili di effetto lavorano
due a due, e ognuno di questi gruppi è separato da un
intervallo di I8 fili.
Il fondo dei tessuto è in tela con piccoli motivi operati
che sono stati colorati in azzurro per evidenziarli.
I fili di broccato compaiono sopra strisce in saia da 4.

Fig. 17-28
La fig. 17-29 rappresenta l’effetto sulla stoffa.

Fig. 17-29

Nei tessuti broccati capita, frequentemente, che i motivi siano troppo distanti l’uno dall’altro nel senso dell’ordito, per
cui, sul rovescio, si creano delle briglie di catena di lunghezza eccessiva, esteticamente sgradevoli e di facile rottura
con conseguente fuoriuscita dei fili d’effetto dal tessuto.
Per cercare di rimediare a questo inconveniente si usa eliminare le briglie del rovescio tagliandole mediante
l’operazione di cimatura durante il finissaggio; ma quest’operazione, che risolve convenientemente il problema
estetico, introduce nuove criticità.
E’ noto che i fili di broccato stanno di solito sul rovescio e passano in posizioni determinate, attraverso il tessuto per
comparire sul dritto e formare l’effetto, per ripassare poi nuovamente attraverso il tessuto e ritornare sul rovescio. E’
evidente che, se si elimina, con la cimatura, la parte di questi fili che sta sul rovescio essi non hanno che la pressione
dei fili di fondo adiacenti, nel passaggio dall’una all’altra faccia, a trattenerli nella struttura del tessuto.
Tale pressione, talvolta, non è sufficiente (specialmente nei tessuti con poca riduzione) a trattenere i fili di effetto, ed
è sufficiente un minimo sforzo per farli uscire sciupando così il disegno e la stoffa.
Per risolvere anche questo inconveniente si ricorre all’espediente di legare, con alcuni punti in tela, i fili di broccato
prima e dopo il loro passaggio sui dritto. In questo modo, si legano i fili di effetto al fondo del tessuto e si può quindi
procedere alla cimatura senza alcun rischio.

Fig. 17-31 Fig. 17-32


Fig. 17-30
Nelle fig. 17-30, 31 e 32 sono rappresentati l’effetto, la messincarta e l’armatura di un broccato 1-1 su fondo reps.
In questo esempio i motivi sono molto distanti tra di loro ma non sarebbe possibile effettuare la cimatura delle briglie
sul rovescio perché i fili di effetto, sicuramente, fuoriuscirebbero dal tessuto.

TESSUTI COMPOSTI – Capitolo 17 Paolo Borgiotti Pagina 120


La fig. 17-33 rappresenta la stessa armatura di fig. 17-32
modificata con i fili di effetto che legano in tela
(evidenziate nel colore verde) prima e dopo il passaggio
sul dritto. In questo modo l’attrito che si genera nel
punto di legatura consente che le briglie dei rovescio
possano essere eliminate senza pregiudicare la stabilità
del disegno.

Fig. 17-33

Nella fig. 17-33 le legature a tela dei fili d’effetto sono state evidenziate per consentire di
individuarle più facilmente ma, nella realtà, la loro presenza disturba la nitidezza del
disegno e sarebbe opportuno che risultasse meno visibile possibile.
In questo caso, come mostra la fig. 17-34, le legature sono abbastanza dissimulate grazie
al fondo in reps ed il contorno del disegno risulta ancora definito.

Fig. 17-34
Se un solo punto di legatura prima e dopo il passaggio sul dritto non fosse ritenuto sufficiente, nel caso di un tessuto
con poca riduzione, se ne possono disporre due o più , a seconda dei casi, e consecutivamente.

Un secondo espediente per evitare le briglie di rovescio di eccessiva lunghezza consiste nel legarle di tratto in tratto
alle trame dei tessuto stesso ma in modo che le legature siano invisibili sul dritto.
A tal fine è necessario ricordare le regole con le quali si costruiscono i tessuti a doppia faccia per catena ed, in base a
queste, le legature si disporranno col seguente criterio: sollevare e legare i fili di broccato con una trama su cui
sollevino, nello stesso punto, i fili di fondo adiacenti.
La disposizione di queste legature può essere in saia o, meglio, in raso e debbono essere distribuite uniformemente.

La fig. 17-35 illustra il metodo.

Come si può osservare dalla fig. 17-36, i punti di


legatura dei fili di effetto vengono
completamente nascosti sfruttando la
contiguità con i fili di fondo (reps obliquo da 5)
adiacenti.

Fig. 17-36
Fig. 17-35
I fili di broccato sono disposti per gruppi di 4 e separati da intervalli di 7 fili ognuno. Ciascun filo di effetto lega due
volte sul rovescio come si rileva dalla fig. 17-35 e ciascuna legatura si trova nelle condizioni suddette con disposizione
in raso.

Gli effetti di broccato si usano anche per creare effetti decorativi su tessuti composti di varia natura.
Nella fig. 17-37 è rappresentata l’armatura di un tessuto a coste.
Sulla costa compare una punteggiatura alternata prodotta da due fili di effetto la cui
evoluzione è tale da passare sopra a due trame del dritto e 3 trame del rovescio
consecutivamente.
Nella parte rimanente i fili passano, alternativamente, sopra le trame libere del rovescio e
sotto a quelle che formano il dritto della costa e costituiscono, di fatto, una sorta di
imbottitura interna della costa stessa.
La fig. 17-37 mostra anche la modalità di passatura che, normalmente, è di 2 fili per dente
mentre, dove è presente il filo di broccato, diventa 3 fili per dente.

Fig. 17-37

TESSUTI COMPOSTI – Capitolo 17 Paolo Borgiotti Pagina 121


Nella fig. 17-37 è rappresentata
l’armatura di un tessuto piqué 2-1
che presenta un effetto di broccato a
piccoli gruppi.
L’effetto piquè è a righe trasversali
continue come si può dedurre
dall’andamento dei fili di piqué
contrassegnati con il colore verde.
Il tessuto presenta anche
un’imbottitura realizzata con le
trame contrassegnate con il colore
azzurro. Tali trame giacciono
comprese tra il fondo e i fili di piqué.
L’effetto di broccato è alternato e le
briglie del rovescio sono legate, in
modo invisibile alle trame di
imbottitura.

Fig. 17-38

Per ottenere effetti broccati a più colori si possono impiegare, simultaneamente, due o anche più orditi di effetto,
ognuno per ogni colore del broccato. Gli orditi di effetto possono essere parziali o continui e, normalmente, ciascuno
di essi è ordito su un proprio subbio, separatamente dagli altri.

Supponiamo di voler realizzare una stoffa il cui


aspetto è rappresentato dalla fig. 17-39.
La fig. 17-40 rappresenta la messincarta della
zona dell’effetto.
La stoffa può essere prodotta con un fondo a
tela con due effetti di broccato rappresentati
nella messincarta dai colori nero e rosso. Con
questa tecnica la passatura in pettine sarà di 2
fili a dente per il fondo e di 3 o 4 fili a dente
nella zona dell’effetto.

Fig. 17-39 Fig. 17-40

La fig. 17-41 rappresenta l’armatura del tessuto


broccato.
Per realizzarla sono necessari 24 licci (2 per il
fondo e 22 per l’effetto).
I due orditi di broccato sono parziali ed i motivi
sono separati nel senso dell’altezza da strisce in
tela e cannellè di trama.

Fig. 17-41

TESSUTI COMPOSTI – Capitolo 17 Paolo Borgiotti Pagina 122


Le fig. 17-42, 43 e 44
rappresentano un
broccato a due colori.
I due orditi sono continui
ed il fondo del tessuto è in
tela.
La passatura sarà 3 o 6 fili
per dente compresi quelli
Fig. 17-42 di effetto.
Fig. 17-43 Fig. 17-44
Questa armatura ha la particolarità di presentare il dritto uguale al rovescio.
Infatti, è facile vedere che il motivo di colore blu si ripete sul rovescio al disotto dei motivo di colore nero e, viceversa,
il motivo di colore nero, si ripete nella parte sottostante al motivo di colore blu.

Broccati in trama
Esaminiamo ora i tessuti broccati con trame supplementari; essi presentano reali vantaggi sui broccati in ordito che si
possono riassumere come segue:
• assenza di orditi supplementari e, perciò, nessun costo aggiuntivo per orditura e passatura nei licci e nel pettine;
• possibilità di ottenere facilmente anche motivi che, in catena, renderebbero problematica la fabbricazione e il
movimento dei telaio a causa dell’eccessiva riduzione, specialmente se gli orditi di effetto sono due o più.
D’altra parte però, i broccati in ordito hanno qualche notevole vantaggio su quelli in trama, fra i quali i seguenti:
tessendo una stoffa con broccato di catena, in realtà, si lavora come se si trattasse di un tessuto semplice, poiché le
stesse trame servono per legare anche i fili di effetto e, di conseguenza, la produzione di un telaio con articolo di
questo genere, è pressappoco uguale a quella di un altro che esegua il solo tessuto di fondo senza l’effetto di
broccato.
Considerando invece un broccato in trama, oltre alle trame di fondo, si devono inserire le trame di effetto; e se, ad
esempio, il tessuto è broccato 1-1, è evidente che per tessere una certa lunghezza di stoffa occorrerà dare un numero
di colpi doppio di quelli che sarebbero necessari per eseguire la medesima quantità di tessuto se esso fosse broccato
in ordito.
Inoltre il numero dei colori che si possono usare negli effetti di catena è illimitato, mentre negli effetti di trama esso
dipende dal numero dei porgitrama disponibili sul telaio.
Da queste osservazioni emerge che, sia l’uno che l’altro dei due sistemi di broccare, presenta vantaggi ed
inconvenienti che ne rendono difficile la scelta.
La sola osservazione che si può fare si è che il sistema degli orditi supplementari si usa specialmente e con risparmio
notevole, negli effetti a strisce isolate parallele all’ordito, poiché col numero di fili di effetto strettamente necessario si
può ottenere il massimo rendimento, senza generare grande quantità di briglie libere sul rovescio. Le trame
supplementari si usano invece quando i motivi del disegno sono disposti vicini gli uni gli altri con poca distanza
trasversale e che si trovino sulla stessa direzione nel senso delle trame.
Solo la pratica consente di decidere quale sia la tecnica preferibile.
Le osservazioni fatte riguardo alle armature con effetti di broccato in ordito valgono anche per quelle dei broccati in
trama che esamineremo in seguito. Dobbiamo però far notare che tutti gli esempi che seguiranno rappresentano il
rovescio al disopra, salvo indicazioni in contrario e, per avere l’armatura del dritto sopra, basta leggere i punti vuoti.

TESSUTI COMPOSTI – Capitolo 17 Paolo Borgiotti Pagina 123


Le fig. 17-45, 46 e 47 rappresentano
l’effetto sulla stoffa, la messincarta e
l’armatura di un tessuto broccato 1-1
in trama.
Il fondo è a tela.
La passatura nel pettine è di 3 o 4 fili
per dente.

Fig. 17-45
Fig. 17-46

Fig. 17-47

Le fig. 17-48, 49 e 50
rappresentano l’effetto sulla
stoffa, la messincarta e l’armatura
di un tessuto broccato in trama, a
gruppi di trame isolati e
distanziati.
Il fondo è gros de Tours.

Fig. 17-49

Fig. 17-48

Fig. 17-50

Fig. 17-51
Fig. 17-52

Fig. 17-53
Le fig. 17-51 52 e 53 rappresentano l’effetto sulla stoffa, la messincarta e l’armatura di un tessuto broccato in trama,
con un punto di legatura disposto sul contorno dei motivi. In questo modo è assicurata la stabilità dell’effetto anche
dopo il taglio delle briglie sul rovescio, con la cimatura, nel corso del finissaggio del tessuto.
Se una legatura non fosse sufficiente possono essere disposti due o più punti di legatura in relazione alle riduzioni del
tessuto ed alla resistenza che si vuole assicurare all’effetto.

TESSUTI COMPOSTI – Capitolo 17 Paolo Borgiotti Pagina 124


In altri casi si possono legare le briglie libere del rovescio ai fili del dritto in modo, però, che esse siano invisibili sul
dritto. Per ottenere questo risultato bisogna che le trame adiacenti a quella che lega e che appartengono al fondo,
abbiano la stessa evoluzione di questa, sul filo che è stato utilizzato per legare.
La fig. 17-54 rappresenta un’armatura di un broccato di trama che può essere
definito “effetto a punteggiatura” (francese Pointillé).
Il fondo è in batavia da 4 e l’ordine di inserzione delle trame è 4 di fondo – 1 di
effetto.
Le trame di broccato passano, sul dritto, al disopra di 3 fili consecutivamente e
formano la punteggiatura (l’armatura rappresenta la stoffa con il dritto sopra).

Fig. 17-54
La figura 17-55 rappresenta l’effetto sulla stoffa.
Esaminando la punteggiatura si può osservare che essa è disposta in raso da 5.
Le trame di broccato si legano al tessuto passando al disopra di un filo in un
punto dove, su di esso, passano anche le trame del fondo adiacenti.

Fig. 17-55

La fig. 17-56 rappresenta un altro esempio di broccato di trama


ad effetto punteggiato (l’armatura rappresenta la stoffa con il
dritto sopra).

Il fondo del tessuto è in reps obliquo da 7 e le trame di broccato


si succedono dopo 7 trame del fondo, passando sopra tre fili
consecutivi per formare l’effetto. La punteggiatura è disposta in
raso da 5.

Per limitare la lunghezza delle briglie sul rovescio, le trame di


broccato si legano al tessuto passando al disopra di un filo in un
punto dove, su di esso, passano anche le trame del fondo
adiacenti.

Fig. 17-56
L’effetto a punteggiatura è molto utilizzato nei tessuti di cotone e di lana siano essi semplici, doppia faccia e doppi.
La fig. 17-57 rappresenta un broccato d trama ad effetto punteggiato disposto in
raso da 4 (l’armatura rappresenta la stoffa con il dritto sopra).
La tessitura avviene inserendo 4 trame di fondo seguite da una di effetto broccato.
Il tessuto di fondo è un tessuto articolato (côteline) a doppia faccia per trama 1-1
costituita da due rasi da 4, ad effetto di trama, combinati, con direzione opposta.
Le linee verdi rappresentano i punti dove si verifica l’opposizione e quindi l’effetto
côteline.

Fig. 17-57

TESSUTI COMPOSTI – Capitolo 17 Paolo Borgiotti Pagina 125


La fig. 17-58 rappresenta un broccato d trama ad effetto
punteggiato disposto in raso da 4 (l’armatura rappresenta la stoffa
con il dritto sopra).
La tessitura avviene inserendo 6 trame di fondo seguite da una di
effetto broccato.
Il tessuto di fondo è un doppio 2-1 con dritto in natté da 4 e
rovescio in tela.
Le legature sono realizzate con i fili del rovescio che passano sopra
alle trame del dritto e sono disposte in raso da 8.
L’ordine di inserzione delle trame e: 2 di dritto, 1 di rovescio, 2 di
dritto, 1 di broccato ed 1 di rovescio come si può vedere anche
dalla guida a fianco dell’armatura.

Fig. 17-58

Fig. 17-60
Fig. 17-59

La fig. 17-59 rappresenta l’effetto sulla stoffa e la fig. 17-60 la messincarta


con motivi di due colori.
La fig. 17-61 rappresenta l’armatura con il rovescio sopra.

La tessitura è effettuata con la


sequenza di inserzione rappresentata
a fianco:

Fig. 17-61

Spesso l’effetto do broccato ottenuto con trame supplementari, è combinato con motivi formati dagli elementi stessi
del fondo. Questa tecnica è utile perché consente di limitare il numero di porgitrama necessari.

TESSUTI COMPOSTI – Capitolo 17 Paolo Borgiotti Pagina 126


Fig. 17-62 Fig. 17-63

L’armatura di fig. 17-64


rappresenta il rovescio sopra.
La nota di tessimento è riportata
a fianco:

Fig. 17-64
Le fig. 17-62, 63 e 64 l’effetto sulla stoffa, la messincarta e l’armatura di un tessuto broccato il cui disegno è formato,
in parte dalle trame dl fondo ed, in parte, dalle trame supplementari.
Dalla fig. 17-64 di vede che le trame di broccato lavorano con un’evoluzione a tela con i fili del fondo nei punti in cui
esse non concorrono a formare il disegno.
Questa tecnica consente di dare maggiore solidità al tessuto nelle posizione in cui le trame non intrecciano con i fili
per formare il disegno richiesto.

Broccati in catena ed in trama


Gli effetti di broccato si possono anche ottenere combinando assieme i due sistemi precedentemente esaminati,
specialmente in quei casi in cui il numero di porgitrama non è sufficiente; oltre a ciò, ragioni particolari consigliano
l’impiego dei due sistemi combinati, come ad es. la disposizione in linea verticale ed orizzontale dei diversi motivi dei
disegno.
Se questi sono disposti sulla stessa verticale è evidente che converrà introdurre una catena supplementare col
numero di fili strettamente necessario, economizzando quindi sul filato; se d’altra parte nel disegno si incontrano altri
motivi disposti in maniera da essere vantaggiosamente formati da trame, è evidente che si dovrà adottare
quest’ultimo sistema più economico.
Nelle figure seguenti sono riportati alcuni esempi fra quelli più comuni.
La fig. 17-65 rappresenta l’effetto sulla stoffa, in
forma di reticolato, su fondo a tela.
La suddivisione sulla guida al piede dell’armatura di
fig. 17-66 rappresenta la passatura dei fili d’ordito
nei denti del pettine.
La nota di ordimento e tessimento è:

Fig. 17-65

Fig. 17-66

TESSUTI COMPOSTI – Capitolo 17 Paolo Borgiotti Pagina 127


La fig. 17-67 rappresenta l’effetto che si vuol
ottenere sulla stoffa e la fig. 17-68 la
messincarta.

Fig. 17-67 Fig. 17-68

La fig. 17-69 rappresenta l’armatura del


broccato (con il dritto sopra), con fondo a
tela.
Il broccato in ordito è realizzato con una
catena continua disposta 1-1.
L’effetto di trama è a gruppi.
Le briglie di catena del rovescio giacciono
comprese tra il tessuto di fondo e le trame
libere di broccato.

Fig. 17-69

Le fig. 17-70 e 17-71


rappresentano l’effetto sulla
stoffa e la messincarta di un
tessuto broccato in ordito ed
in trama su fondo a tela.
Il colore azzurro che ha uno
sviluppo verticale è stato
realizzato con una catena
supplementare discontinua ed
il colore nero con un effetto di
trama.

Fig. 17-70

Fig. 17-71

TESSUTI COMPOSTI – Capitolo 17 Paolo Borgiotti Pagina 128


L’armatura di fig. 17-72 rappresenta il dritto sopra.
Le suddivisioni nella parte inferiore rappresentano la passatura
nel pettine.
Si osservi che nella zona in cui di incrociano le briglie di rovescio
di catena e di trama, si forma un intreccio a tela che costituisce un
vero e proprio tessuto. In questo modo gli elementi di broccato
mantengono in modo stabile la propria posizione ed il rovescio è
meno sottoposto a deteriorarsi.

Fig. 17-72

TESSUTI COMPOSTI – Capitolo 17 Paolo Borgiotti Pagina 129


Appendice 0 - La carta tecnica

Struttura della carta tecnica


La carta tecnica è semplicemente una carta sulla quale sono stampate linee verticali
parallele ed equidistanti che si incrociano con altre linee, anch'esse parallele ed
equidistanti, perpendicolari alle prime. L'aspetto, tuttavia, non è quello di una
semplice griglia quadrettata in quanto vengono stampate, con passo regolare (di 8
quadratini nella figura a fianco), linee di maggior spessore che generano un'ulteriore
griglia.
Una carta come questa è denominata "8 in 8" perché la griglia è suddivisa in quadri
ognuno dei quali contiene 8 ulteriori suddivisioni sia in senso longitudinale che in
senso trasversale.
Per convenzione, una fila di quadratini verticali è usata per rappresentare l'evoluzione di un filo d'ordito mentre una
riga di quadratini orizzontali è usata per rappresentare una trama.
La carta tecnica "8 in 8" è quella maggiormente utilizzata ma, talvolta, si utilizza anche la carta "10 in 10" che ha la
griglia principale suddivisa in 10 parti.

Rappresentazione dell'intreccio del tessuto su carta tecnica (Armatura)


Poiché gli spazi compresi tra le linee longitudinali rappresentano i fili e gli spazi
compresi fra le linee trasversali rappresentano le trame, i piccoli quadretti che
derivano dagli incroci, rappresentano l’incontro dei fili e delle trame.
Per convenzione è stato stabilito di indicare coi quadretti pieni o colorati il
passaggio dei fili sopra le trame, mentre i quadretti vuoti, lasciati in bianco,
rappresentano ii passaggio delle trame sui fili.
Nella figura a fianco si è segnato il passaggio del filo y sulla trama x mediante un
quadretto pieno situato sul loro incontro. Allo stesso modo, i fili a, b e c passano,
rispettivamente, sulle trame d, e ed f.
La rappresentazione schematica dell'intreccio del tessuto è denominata armatura.

Messincarta (Mise en carte)


La carta tecnica, oltre che per rappresentare piccoli intrecci tipici della tessitura "a licci", viene anche utilizzata per
rappresentare i grandi disegni ornamentali che sono prodotti ricorrendo alla tessitura Jacquard. In questo caso, se si
vuole che il disegno su carta non sia deformato rispetto al risultato della tessitura, bisogna tenere conto delle riduzioni
di ordito e trama.
In pratica, siccome fili e trame non hanno la stessa densità, non è corretto utilizzare una carta tecnica equispaziata
come quella "8 in 8" e si deve usare una carta con spaziature verticali ed orizzontali che abbiano un rapporto tra loro
analogo al rapporto tra le riduzioni di ordito e trama.
Quindi si usano carte che consentano di avere una rappresentazione grafica che si accordi alle proporzioni del disegno
dei tessuto finito poiché con carte "8 in 8" o "10 in 10" il disegno risulterebbe accorciato od allungato.
Supponendo, ad esempio, che il tessuto debba avere 20 trame/cm e 24 fili/cm, si determina
la riduzione della carta mediante la semplice proporzione:
20 : 24 = 8 : x
Nella quale il termine 8 è comune perché, in una direzione, la divisione è sempre di 8
quadratini mentre, nell'altra varia in base al rapporto tra le riduzioni del tessuto.
Si ricava quindi x = (24 x 8 ) / 20 = 9,6 arrotondato a 10.
Si dovrà quindi usare una carta "8 in 10", usandola in modo tale che le linee di maggior
riduzione siano parallele ai fili perché quel tessuto è più fitto in catena che in trama.

TESSUTI COMPOSTI – Appendice Paolo Borgiotti Pagina 130


APPENDICE 1 - Relazione tra titolo e diametro dei filati

Ipotizzando che il filato possa essere assimilato ad un solido perfettamente cilindrico


(vedi Fig. A-01) è possibile calcolarne il diametro.
Tale diametro non può essere assunto come misura della grossezza del filo (per la
grossezza si usa il titolo) ma, in molti casi, può essere utilizzato per risolvere
problemi pratici.
Il calcolo della massa M del solido cilindrico può essere facilmente effettuato in base
alla relazione che definisce la densità  (ro) del materiale che lo costituisce.
Fig. A-01

Essendo un solido regolare è, infatti, semplice calcolarne il volume V e,


di conseguenza, la massa.

Nella definizione di titolo tex è poi possibile sostituire l'espressione


ricavata per la massa M ottenendo

dalla quale è possibile ricavare:

Conoscendo il tipo di fibra che costituisce il filato è infine possibile ottenere una relazione di calcolo che,
operativamente, consenta di determinare il diametro del filato conoscendone il titolo.
Se, per esempio, supponiamo che il filato sia realizzato con fibre di lana,
la densità che si trova nella bibliografia è:

Sostituendo i valori numerici e tenendo conto dei necessari aggiustamenti dovuti alla congruenza delle unità di
misura, si ha:

Relazione valida per il calcolo del diametro di un filo di lana

Se per esempio consideriamo un filato di lana avente titolo Nm 20, si ottiene:

La relazione di calcolo del diametro è puramente teorica.


Essa non tiene in minimo conto del fatto che le fibre, con la loro arricciatura, naturale o artificiale, possono far
assumere, al filato, diversa voluminosità a parità di titolo. Anche la torsione, la pelosità, operazioni di finissaggio ecc.
possono influire sull'aspetto del filato e, quindi, sul diametro.
Tuttavia, la relazione, espressa nella forma:

Relazione generale per il calcolo del diametro di un filo di qualsiasi fibra

può avere un'utilizzazione pratica se, i valori della costante numerica k, sono individuati in base all'esperienza pratica.
La costante k deve quindi essere determinata, caso per caso, eseguendo prove sperimentali, verificando il risultato e
operando una correzione finché il suo valore non sia soddisfacente.

TESSUTI COMPOSTI – Appendice Paolo Borgiotti Pagina 131


APPENDICE 2 – Esempio di tessuto a doppia faccia per trama – riduzioni 1-1
Volendo realizzare un tessuto a doppia faccia per trama, in riduzioni 1-1, utilizzando gli intrecci saia da 4 e batavia da
4, per produrre una stoffa per laneria, possiamo ipotizzare più soluzioni alternative:

Prima soluzione:
SUP INF Messincarta a punti e linee Intreccio

Fig. A-03 Fig. A-04


Fig. A-02

Fig. A-05

Il profilo di trama di fig. A-06 evidenzia il fatto che il dritto è costituito


dalla saia da 4 ad effetto di trama mentre il rovescio è costituito dalla
batavia da 4 con diagonale che va da destra verso sinistra.

Fig. A-06

Seconda soluzione:
SUP INF Messincarta a punti e linee Intreccio

Fig. A-07 Fig. A-08 Fig. A-09

Fig. A-10

Il profilo di trama di fig. A-11 evidenzia il fatto che il dritto è costituito


dalla batavia da 4 con diagonale da sinistra verso destra mentre il
rovescio è costituito dalla saia da 4, ad effetto di trama, con la diagonale
Fig. A-11
che va da destra verso sinistra.
Nella prima soluzione l’intreccio fa effettuare al telaio un lavoro meno pesante ed è quindi da preferire alla seconda.
Volendo ottenere la diagonale della batavia 4 con andamento da sinistra verso destra, bisogna che la saia da 4 abbia
diagonale da destra verso sinistra.

Terza soluzione:
SUP INF Messincarta a punti e linee Intreccio

Fig. A-12 Fig. A-13


Fig. A-14

Fig. A-15

Il profilo di trama di fig. A-16 evidenzia il fatto che il dritto è costituito


dalla saia da 4, ad effetto di trama, con diagonale da destra verso sinistra
mentre il rovescio è costituito dalla batavia da 4 con la diagonale che va
Fig. A-16 da sinistra verso destra.

TESSUTI COMPOSTI – Appendice Paolo Borgiotti Pagina 132


A titolo di esempio riportiamo i dati costruttivi del tessuto:
Fili di ordito: Fili cimosa Fili totali: Altezza in Pettine Impettinatura Numero di
per parte: pettine cm in 13 cm fili/dente licci
2728 16 2760 189 95 2 4

Nota di ordito Nota di trama Rincorso


1 A colore fango 1A colore tabacco 1 – 2 – 3 – 4 x 1 volte =4

1B colore cammello Tot. 4


Tot. 2
Filato capo unico 100% lana
Nm 14/1

Filato ritorto 100% lana


Nm 15/2
A B
Partenza della nota obbligata con
armatura
Altezza finita 160 cm – Peso finito 325 g/m2
Colpi a telaio: 2.450 colpi/m

APPENDICE 3 – Esempio di tessuto a doppia faccia per trama – riduzioni 1-1


Volendo realizzare un tessuto a doppia faccia per trama, in riduzioni 1-1, utilizzando l’ intreccio raso da 4 per il dritto e
per il rovescio, per produrre una stoffa per laneria, possiamo ipotizzare le soluzioni alternative:

Prima soluzione:
SUP INF Messincarta a punti e linee Intreccio

Fig. A-16 Fig. A-17 Fig. A-18

Fig. A-19

Il profilo di trama di fig. A-20 mostra come la contiguità sia rispettata ma


la legatura non è mai posizionata simmetricamente.

Fig. A-20

Seconda soluzione:
SUP INF Messincarta a punti e linee Intreccio

Fig. A-21 Fig. A-22 Fig. A-23

Fig. A-24

Il profilo di trama di fig. A-24 mostra come per due trame su quattro la
legatura sia posizionata più simmetricamente. La seconda soluzione può
essere preferibile rispetto alla prima.
Fig. A-24

TESSUTI COMPOSTI – Appendice Paolo Borgiotti Pagina 133


A titolo di esempio riportiamo i dati costruttivi del tessuto:
Fili di ordito: Fili cimosa Fili totali: Altezza in Pettine Impettinatura Numero di
per parte: pettine cm in 13 cm fili/dente licci
3.544 32 3.608 196 120 2 4

Nota di ordito Nota di trama Rincorso


1 A Greggio 1 A Greggio 1 – 2 – 3 – 4 x 1 volte =4

Tot. 4
Filato pettinato ritorto Filato cardato capo unico
100% lana 100% lana
Altezza finita 148 cm – Peso finito 440 g/m2
Nm 40/2 Nm 7/1
Colpi greggi: 1.400 colpi/m

APPENDICE 4 – Uso della "carta tecnica" - Esempio di tessuto a doppia faccia alternato
Supponiamo di voler realizzare un tessuto a doppia faccia alternato per trama.
Bozzetto Il disegno è rappresentato dal bozzetto della fig. A-25 che ha una dimensione
quadrata di 2 cm di lato.
L'effetto che si vuole ottenere sulla stoffa è rappresentato dalla fig. A-26.
Fig. A-25 Fig. A-26

Supponiamo che, per la realizzazione del tessuto, le riduzioni impiegate siano le seguenti:
• Rido = 16 fili/cm
• Ridt= 12 + 12 trame/cm (totale 24 trame/cm)
Utilizzando una carta tecnica con griglia quadrata possiamo rappresentare la messincarta del bozzetto.
Messincarta:
Valori della messincarta:
• 1 corda vale 4 fili
• 1 passo vale 8 trame
Fig. A-27
Le dimensioni del rapporto sono di: 24 fili x 48 trame ovvero 1,5 cm x 2 cm
Queste dimensioni, rettangolari, non sono quindi conformi al bozzetto che è quadrato; ciò significa che la carta
tecnica con griglia quadrata non è idonea.
Per questo motivo, dobbiamo utilizzare una carta tecnica con griglia rettangolare appropriata.
Il calcolo della carta tecnica appropriata si effettua conoscendo i valori di corde/cm e passi/cm:
𝑓𝑖𝑙𝑖 𝑡𝑟𝑎𝑚𝑒
𝑐𝑚 16 12
𝐶𝑜𝑟𝑑𝑒⁄
𝑐𝑚 = 𝑓𝑖𝑙𝑖 = 4 = 4
𝑃𝑎𝑠𝑠𝑖 ⁄𝑐𝑚 = 𝑐𝑚 = =3
𝑡𝑟𝑎𝑚𝑒 4
𝑐𝑜𝑟𝑑𝑎 𝑝𝑎𝑠𝑠𝑜

Tenendo presente che nelle carte tecniche la griglia, in una delle due direzioni, è sempre divisa in 8 parti, possiamo
impostare la seguente proporzione:
𝑐𝑜𝑟𝑑𝑒⁄ 𝑥
𝑐𝑚
𝑝𝑎𝑠𝑠𝑖⁄ = dalla quale si ricava x ovvero il numero di divisioni dell'altra direzione della griglia.
𝑐𝑚 8
4 𝑥
Nel nostro caso avremo: 3 = 8 da cui x = 10,7
La carta tecnica che dovremo utilizzare potrà avere riduzioni 10 in 8 ( arrotondando per difetto) oppure 11 in 8
(arrotondando per eccesso)

TESSUTI COMPOSTI – Appendice Paolo Borgiotti Pagina 134


Ovviamente la carta tecnica deve essere
sempre ruotata in modo tale da presentare
la suddivisione in 8 orientata come
l'elemento che ha le riduzioni più basse dei
due.

Fig A-28 Fig. A-29

Se scegliamo la carta tecnica 11 in 8 e riportiamo su di essa il motivo di fig. A-27


si ha la conferma del fatto che, in queste condizioni il motivo non avrà, sulla
stoffa, dimensioni quadrate.
Il motivo è stato riportato ripetendolo per maggiore chiarezza.
Fig A-30

Modificando la messincarta riusciamo ad ottenere un motivo, pressoché


quadrato, costituito da 7 corde e 6 passi ovvero da 28 fili e 48 trame.
Le dimensioni del motivo sono quindi di 1,75 cm x 2 cm.
La carta tecnica non ha le dimensioni reali del bozzetto ma è una
rappresentazione in scala che conserva il giusto rapporto tra le riduzioni in
ordito e trama.
Fig A-31

Dalla messincarta si ricavano le "rimesse nei licci" ovvero una sorta di rincorso
applicato alle corde invece che ai fili e, di conseguenza, gli effetti unici che
rappresentano le corde con evoluzione diversa tra loro.

Fig A-32

Se per realizzare il doppia faccia impieghiamo armature in saia da 4


rappresentate in fig. A-33, sarà necessario compilare un'armatura di 16 licci (4
effetti unici x 4 fili di ciascun effetto) e 48 trame (6 passi x 8 trame per passo).

Fig A-33

Per compilare l'armatura è sufficiente seguire lo schema


rappresentato dagli effetti unici inserendo, al posto di ogni
quadratino, l'armatura corrispondente al colore dell'effetto.

Nell'armatura di fig. A-34, che per occupare meno spazio è


stata riportata spezzata in due, è stata tracciata, con un
diverso colore, la griglia corrispondente agli effetti unici.

Fig A-34

TESSUTI COMPOSTI – Appendice Paolo Borgiotti Pagina 135


1 - 2 - 3 - 4 Seguendo le indicazioni delle rimesse nei licci possiamo compilare il rincorso.
5 - 6 - 7 - 8
9 - 10 - 11 - 12 x 2 volte Tenendo conto che ciascuna corda che ha una diversa evoluzione necessita di 4
5 - 6 - 7 - 8 licci, i 28 fili (7 corde x 4 fili per corda) sono rincorsati in 16 licci (4 rimesse x 4
1 - 2 - 3 - 4 licci per rimessa).
13 - 14 - 15 - 16
28 fili in 16 licci
La fig. A-35 rappresenta il rincorso numerico.
Fig A-35

Completiamo l'esempio effettuando anche i calcoli delle caratteristiche del tessuto conoscendo i seguenti dati
costruttivi:
Riduzioni finite ordito (RIDO) = 16 fili/cm Riduzioni finite trama (RIDT) = 12 fili/cm
Titolo Ordito: Ne 16/1 ( NmO = 27,1) Titolo trama: Ne 6/1 (NmT = 10,2)
Altezza finita (HF) : 150 cm
Imborso totale ordito (ITO): 4% Imborso totale trama (ITT): 7%
Perdite per rifinizione (PR): 10%

Fili di ordito (FO) = RIDO x HF = 16 x 150 = 2.400 fili


Altezza pettine (HP) = HF + ITT = 150/0,93 = 161,3 cm
Impettinatura (IMP) = 4 fili/dente
N° denti = FO / IMP = 2400 / 4 = 600 denti
Riduzione pettine (RIDP) = N° denti / HP = 600 / 161,3 = 37,2 denti/dm
Pettine:
Pettine pratese = RIDP x 1,3 = 48,4  47,5 denti/13 cm Pettine pratese:
Altezza in pettine effettiva (HP) = (FO x 13)/(IMP x Pettine pratese) = (2400 x 13)/(4 x 47,5) = 164,2 cm
Colpi a telaio (CT) = RIDT - ITO = 2400 x 0,96 = 2.304 colpi/m
Peso a telaio ordito (PTO) = FO/ NmO = 2400/27,1 = 88,6 g/m
Peso a telaio trama (PTT) = CT x HP / NmT = 2304 x 1,608 / 10,2 = 362,2 g/m
Peso a telaio (PT) = PTO + PTT = 88,6 + 362,2 = 450,8 g/m
Peso finito (PF) = PT - PR + ITO = 450,8 x 0,90 / 0,96 = 422,6 g/m = 282 g/m2

APPENDICE 5 – Esempio di tessuto a doppia faccia alternato


Supponiamo di voler realizzare un tessuto a doppia faccia alternato per trama.
Bozzetto Il disegno è rappresentato dal bozzetto della fig. A-35 che ha una dimensione
quadrata di 4 cm di lato.
L'effetto che si vuole ottenere sulla stoffa è rappresentato dalla fig. A-36.

Fig. A-35 Fig. A-36


Supponiamo che, per la realizzazione del tessuto, sia impiegata un'armatura in raso da 4 per il dritto e per il rovescio
e che le riduzioni siano le seguenti:
• Rido = 16 fili/cm
• Ridt= 10 + 10 trame/cm (totale 20 trame/cm)

Utilizzando i seguenti valori della messincarta:


• 1 corda vale 4 fili
• 1 passo vale 8 trame
Possiamo calcolare la carta tecnica più appropriata per rappresentare il bozzetto.
Corde/cm = fili/cm / fili/corda = 16/4 = 4
Passi/cm = trame/cm / trame/passo = 10/4 = 2,5

TESSUTI COMPOSTI – Appendice Paolo Borgiotti Pagina 136


Impostiamo la proporzione: 4 : 2,5 = x : 8 da cui x=12,8 ovvero la carta tecnica da impiegare per possiamo
rappresentare la messincarta del bozzetto sarà 13 in 8.

Utilizzando la carta tecnica 13 in 8 per rappresentare il motivo di fig. A-35,


occorrono 16 corde ( 4 corde/cm x 4 cm del motivo) e 10 passi (2,5 passi/cm x 4
cm del motivo).
Osserviamo che il valore di 16 corde è divisibile in 4 parti come risulta
necessario dal bozzetto mentre il valore di 10 passi non risulta divisibile.
Per evitare di spezzare l'armatura, non rimane quindi che deformare il bozzetto
e dunque portiamo a 12 i passi come mostrato in fig. A-37.
Modificando la messincarta il motivo risulta allungato nel senso della trama
diventando 4 x 4,8 cm invece che 4 x 4 cm (da 10 passi ovvero 40 trame diventa
12 passi ovvero 48 trame)
Fig A-37

Dalla messincarta si ricavano le "rimesse nei licci" e, di conseguenza, gli effetti


unici rappresentate in fig. A-38.

Fig A-38

Impiegando armature in raso da 4 rappresentate in fig. A-39, sarà necessario


compilare un'armatura di 16 licci (4 effetti unici x 4 fili di ciascun effetto) e 96
trame (12 passi x 8 trame per passo).

Fig A-39

Per compilare l'armatura è sufficiente seguire lo schema


rappresentato dagli effetti unici inserendo, al posto di ogni
quadratino, l'armatura corrispondente al colore dell'effetto.

Nell'armatura di fig. A-40, che per occupare meno spazio è


stata riportata spezzata in due, sono stati tracciati, con un
diverso colore, sia la griglia corrispondente agli effetti unici,
sia il fondo per evidenziare le diverse zone degli effetti.

Fig A-40

TESSUTI COMPOSTI – Appendice Paolo Borgiotti Pagina 137


1 - 2 - 3 - 4 x 4 volte Seguendo le indicazioni delle rimesse nei licci possiamo compilare il rincorso.
5 - 6 - 7 - 8 x 4 volte
9 - 10 - 11 - 12 x 4 volte Tenendo conto che ciascuna corda che ha una diversa evoluzione necessita di 4
13 - 14 - 15 - 16 x 4 volte licci, i 64 fili (16 corde x 4 fili per corda) sono rincorsati in 16 licci (4 rimesse x 4
64 fili in 16 licci
licci per rimessa).
Fig A-41
La fig. A-41 rappresenta il rincorso numerico.

Completiamo l'esempio effettuando anche i calcoli delle caratteristiche del tessuto conoscendo i seguenti dati
costruttivi:
Riduzioni finite ordito (RIDO) = 16 fili/cm Riduzioni finite trama (RIDT) = 20 fili/cm
Titolo Ordito (NmO): Ne 16/1 ( 27,1) Titolo trama (NmT): Nm 10,5
Altezza finita (HF) : 150 cm
Imborso totale ordito (ITO): 5% Imborso totale trama (ITT): 6%
Perdite per rifinizione (PR): 8%

Fili di ordito (FO) = RIDO x HF = 16 x 150 = 2.400 fili


Altezza pettine (HP) = HF + ITT = 150/0,94 = 159,6 cm
Impettinatura (IMP) = 4 fili/dente
N° denti = FO / IMP = 2400 / 4 = 600 denti
Riduzione pettine (RIDP) = N° denti / HP = 600 / 159,6 = 37,6 denti/dm Pettine:
Pettine pratese = RIDP x 1,3 = 48,8  50,0 denti/13 cm Pettine pratese:
Altezza in pettine effettiva (HP) = (FO x 13)/(IMP x Pettine pratese) = (2400 x 13)/(4 x 50) = 156 cm
Colpi a telaio (CT) = RIDT - ITO = 2000 x 0,95 = 1.900 colpi/m
Peso a telaio ordito (PTO) = FO/ NmO = 2400/27,1 = 88,6 g/m
Peso a telaio trama (PTT) = CT x HP / NmT = 1900 x 1,56 / 10,5 = 282,3 g/m
Peso a telaio (PT) = PTO + PTT = 88,6 + 282,3 = 370,9 g/m
Peso finito (PF) = PT - PR + ITO = 370,9 x 0,92 / 0,95 = 359,2 g/m = 240 g/m2

TESSUTI COMPOSTI – Appendice Paolo Borgiotti Pagina 138


APPENDICE 7 – Foglio di calcolo per la costruzione dei tessuti doppi
Per facilitare la costruzione dei tessuti
doppi in tutte le possibili combinazioni
di rapporto e riduzione del dritto e del
rovescio, è stato realizzato un foglio di
calcolo rappresentato in fig. A-42.
I dati di input sono quelli delle celle di
colore giallo ( fili e trame dei rapporti
di intreccio dei due tessuti semplici e
riduzioni relative dei fili e delle trame).
Il foglio di calcolo determina le
dimensioni in fili e trame dei rapporti
di intreccio del dritto e del rovescio
(necessari per la costruzione del
doppio) e le sequenze delle
numerazioni da attribuire agli
elementi.

Fig. A-42

La fig. A-43 mostra le formule utilizzate


per il calcolo.
Non esistono, ovviamente, funzioni VBA
specifiche per risolvere questo
problema e, di conseguenza, sono state
realizzate le due funzioni:
• Numerazione
• NumeroElementi
che consentono di determinare i
parametri necessari per la costruzione
del tessuto doppio.
Le formule indicano i parametri passati
alle funzioni suddette.

Fig. A-43

TESSUTI COMPOSTI – Appendice Paolo Borgiotti Pagina 139


La fig. A-44 mostra il codice in linguaggio VBA che
consente di calcolare il numero di fili e di trame
dell'armatura del tessuto doppio.
In pratica, mediante un ciclo iterativo, si cerca un
valore che sia divisibile esattamente per il numero di
fili (o trame) sia del diritto che del rovescio tenendo
conto delle riduzioni relative dei due elementi.
Se il valore cercato non viene trovato con 1000
iterazioni il ciclo termina ed il valore restituito dalla
funzione è zero.

Fig. A-44

La fig. A-45 mostra il codice in linguaggio VBA che


consente di determinare la sequenza di numerazione
dei fili e delle trame.
La funzione esegue un ciclo con un numero di passi
pari al valore della variabile Elementi (numero di fili o
trame del rapporto) e costruisce una stringa, con
valori separati da virgola, diversa per "Dritto" e
"Rovescio" in base al parametro Tipo.
In pratica, ad ogni passo, viene calcolato il resto della
divisione tra il passo e la somma delle riduzioni
relative del dritto e del rovescio. In base al confronto
tra il resto calcolato ed i valori delle riduzioni relative
di ordito e trama, la funzione inserisce, o meno, il
valore nella stringa del risultato.

Fig. A-45

TESSUTI COMPOSTI – Appendice Paolo Borgiotti Pagina 140


APPENDICE 7 – Analisi di un tessuto doppio riduzioni 1-1
Eseguiamo, passo dopo passo, l'analisi di un tessuto doppio, in riduzioni 1-1, che ha un'altezza finita di 144 cm ed un
peso di 338 g/m2.
Fig. A-46 Dritto del tessuto Fig. A-47 Rovescio del tessuto

Come si può facilmente osservare il rovescio del tessuto, di colore bianco, fa intravedere il disegno del diritto.
Questo significa che i filati del rovescio non hanno un diametro, ovvero un titolo, appropriato per realizzare una
completa "copertura". Questo non significa ci sia stato un errore di progettazione; può dipendere infatti dall'uso a cui
è destinato il tessuto (per esempio il rovescio non deve essere visibile nel capo) e dalle motivazioni hanno spinto ad
utilizzare questa particolare tipologia di tessuto (aumentare il peso, dare una man più sostenuta, irrobustire ecc.).
Esaminando le frange drittofilo del tessuto in corrispondenza di filati del dritto colorati, è facile osservare che le
riduzioni relative del tessuto doppio sono 1:1 infatti si sfilano dal tessuto coppie di fili, uno colorato e l'altro bianco, sia
in ordito che in trama.
Sempre sulla frangia, si potrebbero facilmente contare le riduzioni del tessuto ma è più preciso determinare la nota di
colore e poi dividere i fili del rapporto di colore per la dimensione di quest'ultimo.

La figura A-48 mostra una piccola porzione del rovescio del tessuto dalla
quale, eliminando i fili e le trame bianche che lo costituiscono, si osserva
che il tessuto del dritto è realizzato con intreccio a batavia da 4.

Possiamo determinare le note di colore di


ordito e trama del tessuto del dritto
assegnando ai colori le lettere A, B, C, D.
Nota di colore ordito dritto Nota di colore trama dritto

Fig. A-48

TESSUTI COMPOSTI – Appendice Paolo Borgiotti Pagina 141


Nota di ordito completa Nota di trama completa Se assegniamo al filato bianco del rovescio la lettera E,
possiamo realizzare le note complete.
Per realizzarle basta alternare, a ciascun filo delle note di
ordito e trama del dritto, un filo del rovescio.
In considerazione del fatto che la nota di ordito non è
simmetrica e che il rapporto di disegno è piccolo, non è stato
ritenuto utile effettuare una centratura rispetto ai fili di
ordito.

Siccome il rapporto di disegno in ordito misura 52 mm la riduzione in ordito del tessuto è 76/5,2 = 14,6 fili/cm.
In trama il rapporto di disegno misura 55 mm per cui la riduzione in trama del tessuto è 86/5,5 = 15,6 trame/cm

Conoscendo le riduzioni in ordito del dritto possiamo calcolare il numero di fili del dritto:
Numero di fili = Riduzione ordito x Altezza finita = 14,6 x 144 = 2.102 fili
I fili totali, tenendo conto che il tessuto è un doppio in riduzione 1-1 sono quindi 2102 x 2 = 4.204 fili
Appare opportuno, tuttavia, arrotondare il numero di fili totali ad un multiplo di 16 fili e, di conseguenza, assumiamo
come numero di fili totali il valore FO = 4.192.

Analizzando i filati che costituiscono l'ordito del dritto si rileva che:


Ordito bianco - filato ritorto a 3 capi di titolo risultante Nm 16,7 ( Nm 50/3 )
Ordito colorato - filato ritorto a 2 capi di titolo risultante Nm 16,7 ( Nm 34/2 )
Si determina inoltre un imborso totale di ordito del dritto pari a 7,6 %.

Analizzando i filati che costituiscono la trama del dritto si rileva che:


Trama bianca - filato ritorto a 3 capi di titolo risultante Nm 16,4 ( Nm 50/3 )
Trama colorata - filato ritorto a 2 capi di titolo risultante Nm 17,3 ( Nm 34/2 )
Si determina inoltre un imborso totale di trama pari a 14 %.

Analizzando il filato che costituisce l'ordito del rovescio si rileva che:


Ordito bianco - filato ritorto a 2 capi di titolo risultante Nm 25,3 ( Nm 50/2 )
L'imborso totale di ordito del rovescio è uguale a quello del dritto.

Analizzando il filato che costituisce la trama del rovescio si rileva che:


Trama bianca - filato a capo unico di titolo Nm 27,4
L'imborso totale di trama del rovescio è uguale a quello del dritto.

Altezza pettine (HP) = HF + ITT = 144/0,86 = 167,5 cm


Colpi finiti = 1560 x 2 = 3.120 colpi/m
Colpi a telaio (CT) = RIDT - ITO = 1560 x 2 x 0,924 = 2.882 colpi/m

Se da una piccola porzione di tessuto eliminiamo completamente i fili e le trame del


dritto, ed esaminiamo il tessuto del rovescio dal lato del dritto, si rileva che anche
l'intreccio del rovescio è una batavia da 4.
E' facile tuttavia osservare che la diagonale dell'armatura è contraria a quella del dritto
del tessuto (vedi diagonale evidenziata in rosso nella fig. A-49).

Fig. A-49
Noti gli intrecci del dritto e del rovescio non rimane altro che individuare la modalità utilizzata per legare tra loro i due
tessuti del dritto e del rovescio.
Per fare questo, da una piccola porzione di tessuto, eliminiamo i fili del dritto.

TESSUTI COMPOSTI – Appendice Paolo Borgiotti Pagina 142


Eliminando dal tessuto i fili del dritto si osserva che la metà delle trame
sono libere (non legate) mentre l'altra metà è legata dai fili di ordito del
rovescio.
Questo risultato è evidente guardando la figura A-50, nella zona bassa,
dove le trame non legate sono state ribaltate verso sinistra.
E' facile anche osservare che le trame legate, e non legate, si alternano una
ad una e che la legatura è disposta in saia da 4.
Siamo quindi in grado di tracciare le armature componenti il tessuto
doppio:
Dritto Fig. A-51 Rovescio Fig. A-52 Legatura Fig. A-53

Fig. A-50

Combinando tra loro le armature componenti delle Fig. A-51, A-52 ed A-53, si determina
l'armatura del tessuto doppio nella quale sono state riportate le levate in massa e le
legature in alzata con la simbologia convenzionale.
L'armatura potrà essere realizzata a telaio con un rincorso diretto di 16 licci (meglio se
eseguito su due corpi).

Fig. A-54

In alternativa al rincorso diretto su 16 licci può essere impiegato un rincorso su 10 licci:


1 - 2 - 3 - 4 - 5 - 6 - 7 - 8 - 1 - 9 - 3 - 4 - 5 - 10 - 7 - 8
Con l'armatura per i licci di figura A-55.
Anche in questo caso sarebbe più opportuno utilizzare un rincorso su due corpi.

Fig. A-55

TESSUTI COMPOSTI – Appendice Paolo Borgiotti Pagina 143


Completiamo l'analisi del tessuto calcolando i fabbisogni dei filati (evitando di riportare, per brevità di trattazione, il
dettaglio dei calcoli che dovrebbero essere noti) e verificando che il peso calcolato in base ad i dati rilevati nel corso
dell'analisi coincida con quello effettivo del tessuto.
I valori delle perdite e la suddivisione degli accorciamenti è stata effettuata in maniera arbitraria in base all'esperienza
(non sono valori rilevabili in sede di analisi del tessuto).

Impettinatura: Regolare 4 fili/dente

80 denti/13
Riduzione Pettine: 63 denti/dm Pettine Pratese: cm

Altezza Pettine: 167,5 cm Colpi a telaio: 2882 colpi/m


Altezza Greggia: === Colpi greggi: 2958 colpi/m
Altezza Finita: 144,0 cm Colpi finiti: 3120 colpi/m

Restringimento: 14,0 % Accorciam.Intreccio: 2,6 % 1,04


Accorciam.Finiss.: 5,0 %
Accorciam. Totale: 7,6 %

Perdite.Ord.&Tess.: 1,5 %
Perdite.Finiss.: 2,0 %

Filati ORDITO
Num. Perc. Titolo tex g/mt
A 11 7,2 % Nm 34/2 59 18
B 46 30,3 % Nm 50/3 60 78
C 12 7,9 % Nm 34/2 59 20
D 7 4,6 % Nm 34/2 59 12
E 76 50,0 % Nm 50/2 40 86
Totali 152 fili 100,0 % 214

Filati TRAMA
Num. Perc. Titolo tex g/mt
A 12 7,0 % Nm 34/2 59 20
B 51 29,7 % Nm 50/3 60 88
C 15 8,7 % Nm 34/2 59 25
D 8 4,7 % Nm 34/2 59 14
E 86 50,0 % Nm 27 37 92
Totali 172 fili 100,1 % 239

Peso Telaio: 441 g/m Peso finito: 467 g/m 324 g/mq
Peso greggio: 453 g/m Peso divisore: 484 g/m

TESSUTI COMPOSTI – Appendice Paolo Borgiotti Pagina 144


APPENDICE 8 – Esempio di tessuto doppio alternato
Supponiamo di voler realizzare un tessuto doppio alternato in riduzioni 1-1.
Messincarta Il disegno è rappresentato, su carta tecnica con griglia quadrata, dal
bozzetto della fig. A-56.
Il bozzetto è quadrato di 1 cm di lato.
L'effetto che si vuole ottenere sulla stoffa è rappresentato dalla fig.
Fig. A-56 Fig. A-57
A-57.
Supponiamo che, per la realizzazione del tessuto, le riduzioni impiegate siano le seguenti:
• Rido = 16 + 16 fili/cm
• Ridt= 16 + 16 trame/cm
Valori della messincarta:
• 1 corda vale 8 fili
• 1 passo vale 8 trame
Le dimensioni del rapporto sono di: 32 fili x 32 trame ovvero 1,0 cm x 1,0 cm

Il tessuto doppio è stato realizzato con l'armatura tela


sia sul dritto che sul rovescio.

La fig. A-58 rappresenta l'intreccio, il rimettaggio su due


corpi e l'armatura per i licci.
In base alla messincarta di fig. A-56 possiamo
rappresentare l’armatura, su una griglia quadrettata di
32 fili e 32 trame.
Nella griglia sono state riportate le armature del dritto e
del rovescio seguendo la messincarta.
La nota di colore, sia per l'ordito che per la trama è:
1A
1B

Fig. A-58

APPENDICE 9 – Analisi di un tessuto doppio a 5 elementi (con catena supplementare di legatura)


Si tratta di un tessuto cardato di peso finito 472 g/m2
L'immagine mostra i due
lembi del tessuto doppio che
sono stati separati.
Si notino i fili della catena
supplementare che lega i due
lembi agganciando trame che
si trovano sulle facce interne.
Fig A-59

TESSUTI COMPOSTI – Appendice Paolo Borgiotti Pagina 145


Misurando le riduzioni si trovano: Dalle riduzioni si deduce che il tessuto doppio è costruito con riduzioni 1-
11 fili/cm del dritto 1 ed, in ordito, troviamo: 2 fili del dritto, 1 filo di legatura, 2 fili del
5,5 fili/cm di legatura rvescio in successione.
11 fili/cm del rovescio
10 trame/cm del dritto
10 trame/cm del rovescio

Separando completamente i due tessuti è facile rilevare che entrambi


sono intrecciati in batavia da 4.
Il rovescio mostra una corda contraria ed infatti il tessuto presenta la
diagonale sinistra su entrambe le facce.
Per determinare la modalità con la quale la legatura supplementare
collega i due tessuti, da una piccola porzione di tessuto, sono stati estratti
i fili di ordito del diritto.
Fig A-60
La fig. A-60 mostra che solo una trama su due del dritto è legata; l'altra trama risulta completamente libera dopo aver
tolto i fili del dritto. Ripetendo l'operazione sul rovescio si rileva una condizione speculare.
Intreccio -Rincorso Armatura
Possiamo quindi rappresentare l'intreccio costruendo, con le
armature del dritto e del rovescio, un tessuto doppio senza
legatura in riduzione 1-1 ed intercalando un filo di legatura in
mezzo ad ogni coppia di fili del dritto e del rovescio.
Il filo di legatura, dovendo giacere in mezzo ai due lembi, deve
sollevarsi sulle trame del rovescio ed abbassarsi su quelle del
dritto. Inquesto modo, tuttavia, non avverrebbe la legatura e
dunque occorre modificare l'evoluzione dei fili della legatura.
In particolare, per legare una trama del dritto, si deve aggiungere
un punto pieno e, per legare una trama del rovescio, si deve
sopprimere un punto pieno.
La fig. A61 mostra Intreccio, rincorso, armatura licci e note di
colore.
Fig. A-61
Il punto pieno deve essere aggiunto rispettando la regola di contiguità ovvero esso deve essere coperto da due punti
pieni, uno a sinistra ed uno a destra, di due fili del dritto contigui a quello di legatura.
Allo stesso modo la soppressione del punto pieno deve avvenire in presenza di due punti vuoti, uno a sinistra ed uno a
destra, di due fili del rovescio contigui a quello di legatura.
Per realizzare il tessuto occorrono 12 licci rincorsati su tre corpi.
Dati costruttivi:
Fili di ordito: Fili di legatura Fili totali Altezza in Altezza finita Pettine Impettinatura Numero di
escluso cimose: pettine cm cm in 13 cm fili/dente licci
3.336 834 4.170 173,5 152 62,5 5 4

Imborsodi ordito Imborso di trama Titolo filato ordito Titolo filato trama Titolo filato legatura
7,9% 12,5% Nm 9,5 /1 Nm 9,5 /1 Nm 50/1

Colpi finiti / m Colpi a telaio / m Peso a telaio ordito g/m Peso a telaio trama g/m Peso a telaio legatura g/m
2.000 1.842 351 336 17

Peso totale a telaio g/m Peso finito g/m Peso finito g/m2 Peso a telaio trama g/m Peso a telaio legatura g/m
(*)
704 764 502 336 17
(*) La differenza del 6,3% in peso rispetto al peso effettivo (472 g/m2) deriva da imprecisioni analitiche.

TESSUTI COMPOSTI – Appendice Paolo Borgiotti Pagina 146

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