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Il Piano Educativo a f ia

Individualizzato og r
mon
Luci e ombre di 40 anni di storia
di uno strumento fondamentale
dell’Integrazione Scolastica in Italia
Dario Ianes
Docente di Pedagogia e Didattica Speciale, Facoltà di Scienze della Formazione,
Libera Università di Bolzano; cofondatore del Centro Studi Erickson
Heidrun Demo1
Ricercatrice di Pedagogia e Didattica Speciale, Facoltà di Scienze della Formazione,
Libera Università di Bolzano

Sommario
Il Piano Educativo Individualizzato (PEI) rappresenta uno strumento fon-
damentale delle politiche di integrazione scolastica italiana. Esso è radicato
nell’idea che, in una scuola che accoglie tutti sotto a uno stesso tetto, vi debba
essere un solo curriculo comune e la possibilità di adattarlo attraverso un
PEI, che cerca i punti di contatto fra la classe e l’alunno con disabilità. Questo
pone delle premesse preziose per un’integrazione di qualità. Non mancano
però i rischi di una progettazione individualizzata che potrebbe anche com-
portare isolamento e forme di micro-esclusione. Questo articolo sostiene che
l’uso della Classificazione Internazionale del Funzionamento (ICF) come
sfondo di riferimento nella stesura del PEI possa costituire — grazie alla
visione relazionale della disabilità che offre — una preziosa salvaguardia da
questi eventuali rischi, soprattutto se arricchita della voce delle persone con
disabilità, espressione della loro libertà di scegliere e di autodeterminarsi.

Parole chiave
Piano Educativo Individualizzato, progetto di vita, ICF, capability approach,
integrazione scolastica, inclusione scolastica.

Introduzione politiche di integrazione scolastica italiana. A


livello legislativo questo ha trovato una prima
Il Piano Educativo Individualizzato (PEI) formalizzazione con questa dicitura nella legge
rappresenta uno strumento fondamentale delle quadro 104/1992. Fin dalla relazione conclu-

1
La progettazione del testo è da attribuire in ugual misura ai due autori. Per quel che riguarda la stesura sono
da attribuire a Dario Ianes i paragrafi «Il Piano Educativo Individualizzazione sulla base del modello relazio-
nale di disabilità: la proposta della Classificazione Internazionale del Funzionamento (ICF)» e «Conclusioni»,
a Heidrun Demo gli altri.

Vol. 16, n. 4, novembre 2017 (pp. 415-426)


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siva della Commissione Falcucci (1975), però, lutazione didattica vi sia un riferimento forte
quando cioè ha cominciato a svilupparsi una all’integrazione degli alunni con disabilità.
riflessione sull’Integrazione Scolastica che «Uno dei nodi significativi è proprio quello
andasse oltre la sola accoglienza fisica delle di programmare per tutta la classe, tenendo
persone con disabilità nella scuola di tutti conto delle diversità di ciascuno e costruendo
e affrontasse l’aspetto della qualità del loro opportunità formative. Noi parliamo di “piano
percorso scolastico, la ricerca di un’integra- educativo personalizzato”» (De Anna, 2014, p.
zione organica fra l’insegnamento «normale» 83). L’idea è quella che vi sia sì progettazione
— come veniva definito ai tempi — e quello individualizzata, ma al contempo anche il
di recupero e di sostegno è centrale. Nel tem- più fortemente possibile ancorata a quella
po, questa ricerca ha sviluppato l’idea di un della classe. Osservando il ventaglio delle
curriculo per tutti e la possibilità di adattarlo possibilità nel panorama internazionale,
attraverso un PEI, che cerca i punti di contatto questa scelta è meno scontata di quello che
fra la classe e l’alunno con disabilità. Questa può apparire a un primo sguardo.
soluzione abbraccia l’idea che vi sia un unico Concettualizzando l’idea di PEI, l’Italia,
grande orizzonte culturale a cui tutti gli alunni implicitamente, sancisce che, pur in presenza
possono partecipare, indipendentemente dalle di un funzionamento specifico, gli alunni con
loro abilità o disabilità, e in questo senso pone disabilità frequentino la scuola condividendo
le premesse per un’integrazione di qualità. Non l’orizzonte culturale che i Programmi prima
mancano però i rischi di una progettazione e le Indicazioni per il curricolo poi hanno
individualizzata, come marginalizzazioni e tracciato per tutti i bambini e ragazzi della
microesclusioni. Questo articolo sostiene che scuola italiana, orizzonte che viene successiva-
l’uso della Classificazione Internazionale del mente declinato in modo da essere accessibile
Funzionamento (ICF) come sfondo di riferi- e significativo anche per il loro sviluppo – e
mento nella stesura del PEI possa costituire proprio quel modo è descritto all’interno del
— grazie alla visione relazionale della disabi- PEI. Siamo in presenza di un’idea di scuola
lità che offre — una preziosa salvaguardia da basata su curriculo comune che può essere
questi eventuali rischi. individualizzato e personalizzato con gli
strumenti di una progettazione differenziata,
che rappresenta una premessa fondamentale
Il Piano Educativo Individualizzato per realizzare l’integrazione degli alunni con
(PEI) come scelta forte di disabilità (Bürli, 2005).
integrazione per un orizzonte Nello specifico, la situazione italiana
culturale condiviso fra tutti gli alunni attuale prevede delle Indicazioni per il
curricolo nazionali che formulano a maglie
La scelta italiana di fondare la progetta- molto larghe i traguardi da raggiungere al
zione del percorso formativo degli alunni con termine di ogni ciclo scolastico, una declina-
disabilità sul Piano Educativo Individualiz- zione di queste in un curricolo specifico della
zato è stata una decisione pedagogica forte scuola capace di rispondere alle esigenze
in termini di integrazione. Riflettendo sul specifiche del territorio e poi la possibilità
nesso fra normativa e pedagogia, De Anna di adattare il curricolo nel PEI nel caso di
(2014) mette in evidenza l’importanza della alunni con disabilità. In Paesi dove il sistema
legge 517/1977 e del fatto che in una norma delle scuole speciali ha avuto un maggiore
che tratta i temi della programmazione e va- sviluppo ed è ancora relativamente attuale,

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la situazione è molto diversa. In Germania, no un terzo elemento fondamentale, quello


che rappresenta probabilmente l’esempio di sviluppare una progettualità che non si
più radicale in Europa di strutturazione di fermi alla chiusura del percorso scolastico,
un sistema di scuole speciali specifiche per ma che sia capace di «vedere lungo», verso la
diverse di tipologie di difficoltà/disabilità, vita adulta, integrando quindi esperienze di
in molti Länder le scuole speciali lavorano orientamento e autonomia. Infine, il quarto
secondo curricoli specifici, diversi da quelli elemento è rappresentato dal principio di
delle scuole regolari (Wachtel, 2010). Questo «speciale normalità» (Ianes, 2006) nelle
crea una frattura culturale molto grande fra i scelte relative alle strategie da attivare per
percorsi formativi delle scuole speciali e delle raggiungere i traguardi definiti nel PEI: si
scuole regolari e rende ancora più difficili i tratta della ricerca di modi di organizzare
tentativi di alcune amministrazioni locali il setting di apprendimento della classe
di avviare percorsi di integrazione. affinché questo renda possibile accogliere
In questo senso il PEI rappresenta uno nella normalità quotidiana anche strumenti
strumento potenzialmente prezioso per so- e metodologie molti specifici necessari per
stenere la piena partecipazione degli alunni alcuni, senza che questo diventi motivo di
con disabilità al percorso scolastico che dà separazione o segregazione.
accesso a tutti gli alunni a un orizzonte cul- La riflessione sugli elementi di qualità del
turale comune. Affinché il potenziale dello PEI annuncia anche un possibile rischio, quel-
strumento possa realizzarsi molte riflessio- lo cioè che il suo potenziale di fare da tramite
ni sono state spese sulla qualità di questo fra il curricolo per tutti e i bisogni specifici
strumento. Non vi è lo spazio in questa sede dell’alunno venga disatteso. Nonostante il
di ricordarle tutte, ma può essere comunque forte valore culturale di questo documento,
utile richiamare alla mente alcuni elementi. nelle singole esperienze il potenziale può
Il primo è ben rappresentato dalla metafora esprimersi solo se tradotto in una pratica
della «cerniera» proposta da Chiappetta Ca- di qualità.
jola (2007) e ricorda l’importanza di cercare
e trovare un punto di contatto fra i bisogni
educativi, anche speciali, dell’alunno con Le critiche al Piano Educativo
disabilità e i traguardi previsti per la classe Individualizzato
affinché il Piano Educativo Individualizzato
non diventi invece individuale. Riflettendo in modo aperto e critico sul PEI,
Un secondo elemento è quello richiamato Pavone evidenzia come questo possa essere
da Pavone (2014) quando scrive di dimensio- declinato «come veicolo che incrementa la
ne reticolare del PEI, facendo riferimento partecipazione dell’allievo alla vita del grup-
all’importanza che la progettazione investa po classe di appartenenza», ma anche come
la scuola, ma anche gli altri ambiti della vita «uno strumento sofisticato di isolamento»
della persona con disabilità e che quindi sia (Pavone, 2014, p. 190). La studiosa usa queste
capace di coinvolgere molte figure educati- espressioni in relazione alla condivisione e
ve, dalle famiglie agli operatori sanitari a alla collaborazione di insegnanti, operatori
educatori di centri educativi o riabilitativi sanitari e famiglia intorno al documento e a
fino agli insegnanti. Ianes e Cramerotti, come la loro presenza possa sostenere percorsi
accostando al PEI il concetto di Progetto di di piena partecipazione e la loro assenza,
vita (Ianes e Cramerotti, 2009), evidenzia- invece, di forte isolamento.

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La riflessione però può essere estesa a invece risorse aggiuntive e adattamenti per
tutti gli altri aspetti della qualità elencati in diventarlo. Il PEI rappresenterebbe in questo
chiusura del paragrafo precedente: se manca contesto proprio lo strumento che progetta
la realizzazione di una «cerniera» fra l’alun- queste misure di adattamento: l’accento viene
no con disabilità e la classe, se si rinuncia messo sull’alunno che fatica ad apprendere
a inquadrare la progettazione educativa nei modi, nei tempi e ai livelli a cui lo fanno gli
in un progetto di vita che va oltre la scuola altri e che necessità quindi di aggiustamenti
sia in senso orizzontale (più contesti della per compensare la sua differenza.
vita) che verticale (oltre l’età della scuola), Questo modo di pensare all’integrazione
se si smette di cercare il faticoso equilibrio sarebbe in contraddizione con una visione
fra contesti accoglienti per tutti e dotazioni ampia di inclusione che i disability studies
specifiche per chi ne ha bisogno, il potenziale promuovono e si caratterizza per la tensio-
annunciato del PEI rischia di sgretolarsi ne a rendere i contesti inclusivi per tutti,
sotto all’inefficacia e inefficienza della sua uscendo dalla logica degli adattamenti e
realizzazione. Un primo elemento critico delle misure specifiche per singoli gruppi di
risiede quindi in una mancanza di standard alunni minoritari che devono essere integrati
di qualità minimi definiti: non è infatti la (ibidem). La proposta dei disability studies è
presenza di un PEI da sola a garantire la un superamento della politica di integrazione,
qualità di un percorso di integrazione, ma e quindi anche del PEI, a favore di una ricerca
invece la sua realizzazione sulla base di di soluzioni che non prevedano l’attivazione
alcuni principi di qualità. di risorse sulla base delle caratteristiche
Questa prima riflessione critica si concen- individuali degli alunni, ma invece sulla
tra sulla mancata qualità dell’applicazione base di una problematizzazione del conte-
di uno strumento considerato, in linea di sto e sulla ricerca di modelli organizzativi e
principio, di grande valore per l’integrazione. didattici a favore dell’apprendimento e della
Una critica più radicale è, invece, rivolta al partecipazione di tutti.
PEI tout court dal filone dai disability studies La critica mossa al PEI dai disability stu-
(Medeghini et al., 2013). Secondo questo grup- dies disvela a nostro avviso un rischio impor-
po di studiosi, il PEI, in quanto strumento che tante dello strumento: lo strumento del PEI
nasce da una politica dell’integrazione basata può implicitamente veicolare micro-esclusioni
su premesse teoriche proprie del modello e, più in generale, alimentare un’idea conno-
medico-individuale della disabilità, presenta tata in negativo del concetto di differenza.
una problematicità intrinseca. Questo modello Il fatto che i termini «individualizzazione» e
avrebbe dato origine a un’idea di integrazione «personalizzazione» siano stati nella nostra
«a condizione che sia messa a disposizione legislazione scolastica associati alla pro-
della scuola una serie di risorse aggiuntive gettazione specifica per alcune tipologie di
(materiali e umane) per chi viene caratteriz- alunni attraverso il PEI e il Piano Didattico
zato come disabile» (D’Alessio, 2013); la piena Personalizzato (PDP) ha, probabilmente non
partecipazione delle persone con disabilità intenzionalmente, rinforzato l’idea che ci sia
alla vita scolastica viene subordinata alla un modo di proporre l’apprendimento per la
presenza di risorse specifiche, a loro volta su- maggior parte degli alunni e poi la necessità
bordinate alla «certificazione» della disabilità. di fare differenze per alcuni pochi alunni, gli
Questo svelerebbe come l’offerta didattica alunni con disabilità o, nel caso del PDP, altri
non sia pensata «a priori» per tutti: richiede con Bisogni Educativi Speciali.

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Questa rappresentazione dell’apprendi- modello sociale di disabilità, manchino di


mento e delle differenze nell’apprendimento riconoscere che una menomazione possa
ha una doppia problematicità. Una riguarda essere di per sé problematica, nel senso di
direttamente gli alunni coinvolti dalla proget- produrre limitazioni, fatica o anche dolore.
tazione individualizzata e/o personalizzata: Le barriere del contesto possono accentuare e
se l’organizzazione didattica prevede che si aggravare gli effetti della menomazione, ma,
facciano differenze solo in caso di difficoltà, pur non essendo sempre così, in taluni casi
essere coloro per cui vengono fatte differenze la menomazione comporta uno svantaggio
tende a essere connotato negativamente e a intrinseco. Il tentativo del modello sociale
creare situazione di micro-esclusioni all’in- di spiegare tutte le disabilità come frutto di
terno della classe. La seconda riguarda il barriere del contesto risulta come parziale.
gruppo classe più in generale: questo tipo di Inoltre, questa interpretazione della disabili-
organizzazione didattica non rispecchia quello tà rischia di liquidare le misura riabilitative
che la letteratura scientifica ormai da tempo o educative specifiche come potenziali forme
sostiene sull’apprendimento, e cioè che ci sono di oppressione, quantomeno culturali. Que-
differenze individuali nell’apprendimento e sto è problematico perché invece lo sviluppo
che ogni alunno, per il mix di proprie carat- efficace di abilità da parte della persona
teristiche personali, ha un proprio e unico con disabilità non è necessariamente da
modo di apprendere. Fare differenze solo per intendersi come richiesta di assimilazione
gli alunni con un PEI o un PDP pone una a un contesto dominato da logiche abilisti-
questione di equità più ampia (Demo, 2015). che, ma come sviluppo massimo del proprio
D’altro lato, la critica mossa dalla prospet- personale potenziale.
tiva dei disability studies e, soprattutto, la Proprio per questo, l’autore propone in
proposta di superare le politiche di integra- alternativa un modello di disabilità di tipo
zione rivolte a singoli soggetti sulla base di relazionale, la sua tesi è che «le persone sono
alcune loro caratteristiche individuali, per rese disabili sia dalla società sia dal proprio
concentrare invece le attenzioni sul contesto corpo» (ibidem, p. 107). Rispetto al PEI, a cui
scolastico e sulla sua generale capacità di torneremo nel prossimo paragrafo, questo
essere accogliente e di proporre percorsi di significa sviluppare una progettualità che
qualità per tutti gli alunni, presentano anche da un lato cerchi di identificare e superare
delle problematicità. Shakespeare (2017) ne gli ostacoli all’interno del contesto di vita
individua alcune e due sono particolarmente dell’alunno con disabilità, e dall’altro cerchi
rilevanti per la riflessione proposta in questo di investire in interventi e metodologie spe-
articolo. cifiche per sviluppare al massimo possibile
Una visione che, per superare le critici- la capacità di realizzare attività individuali.
tà di un modello medico-individuale della
disabilità, si colloca sul versante opposto,
ma parimenti riduzionistico, rischia di non Il PEI sulla base del modello
cogliere la complessa multifattorialità dell’e- relazionale di disabilità: la proposta
sperienza della disabilità. della Classificazione Internazionale
Nello specifico, attingendo anche alla sua del Funzionamento (ICF)
esperienza di persona con disabilità, Shake-
speare mette in luce come i disability studies, La Classificazione Internazionale del
insieme alle altre forme interpretazioni del Funzionamento, della Salute e della Disa-

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bilità (ICF), in entrambe le sue versioni per alle singole aree di ICF, ma piuttosto focaliz-
adulti e per l’infanzia (OMS, 2007a; 2007b), zarsi il più possibile sulle loro interazioni, per
propone un modo di leggere la disabilità coe- far dialogare in maniera utile i vari elementi
rente con il modello relazionale di disabilità, del modello antropologico.
che tiene conto proprio dell’interazione fra Una prima interazione, delle due che
soggetto, con le sue condizione biologiche, e analizzeremo, è quella che fa dialogare i vari
ambiente, con le caratteristiche che possono fattori di contesto con le dimensioni corporee,
sostenere o invece ostacolare lo sviluppo del delle attività personali e della partecipazio-
soggetto. È un sistema di classificazione ne sociale. ICF ci mostra come un’infinita
che permette di descrivere e comprendere varietà di fattori contestuali, provenienti da
il funzionamento di una persona con disa- ambienti circostanti (di tipo fisico, relaziona-
bilità, considerando le caratteristiche del le, culturale, normativo, tecnologico, ecc.) e
suo corpo, le attività che il soggetto può da ambienti «personali» (di tipo identitario,
realizzare e le possibilità di partecipazione psicoaffettivo, motivazionale, ecc.) possano
nelle sue comunità di appartenenza. Tali mediare in senso positivo (facilitatori) o
aspetti vengono descritti in modo sistemico in senso negativo (barriere) vari aspetti di
considerando come queste interagiscono con qualunque funzionamento umano e si pos-
le condizioni biologiche di salute del soggetto sano esprimere anche in modo complesso
e con le barriere e i facilitatori che i vari e multidirezionale sul nostro corpo, sulle
contesti mettono a disposizione. nostre attività personali e sulla nostra par-
Progettare un PEI implica quattro azioni tecipazione sociale, trasformando le capacità
principali: comprendere il funzionamento in performance. Consideriamo ad esempio
dell’alunno con disabilità, identificare tra- la situazione di un alunno con una grave
guardi da raggiungere coerenti col suo fun- tetraparesi, di cui vogliamo comprendere le
zionamento e in connessione coi traguardi reali performance comunicative espressive.
della classe, definire strategie che permettano Le osservazioni, misurazioni e valutazioni
di raggiungere i traguardi e infine valutare fatte da varie figure, professionali e non, ci
l’efficacia delle strategie e la validità dei indicano con chiarezza che questo alunno non
traguardi (Ianes e Cramerotti, 2009). Uti- è in grado di pronunciare alcuna parola in
lizzare l’ICF come sfondo di riferimento per modo intellegibile, né di usare alcun gesto.
ognuna di queste quattro azioni contribuisce La sua capacità, dunque, è gravemente de-
a evitare il rischio di uno sbilanciamento sia ficitaria e ICF, nella voce corrispondente, la
su una dimensione individuale-medica sia classifica con un valore di 4. Se però si rende
su quella sociale. Per questioni di spazio, ci disponibile all’alunno una tavoletta di plexi-
limiteremo in questo paragrafo ad analizzare glas trasparente, con incollate le varie lettere
e discutere le due azioni della comprensione dell’alfabeto, tenuta da una persona all’altezza
del funzionamento e della progettazione di del suo sguardo, egli guarderà in sequenza
traguardi. le varie lettere dettando il suo pensiero alla
Rispetto alla prima azione della compren- persona che parlerà o scriverà al posto suo.
sione del funzionamento dell’alunno, per far La sua performance comunicativa diventa
diventare ICF una vera e propria «macchina dunque adeguata grazie alla mediazione
ermeneutica» del modello relazionale è im- positiva di vari fattori di contesto ambientale,
portante non frammentare la descrizione del oltre che personale dell’alunno (motivazione,
soggetto con disabilità nei molti codici riferiti autostima, ecc.). In questo modo avremo

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compreso un pezzo del suo funzionamento ICF implica, infatti, che i traguardi definiti
triangolando le sue capacità (carenti) con il all’interno del PEI riguardino certo la scuola,
ruolo (determinante in senso positivo) e la ma anche altri contesti significativi come la
risultante performance (adeguata). famiglia, il tempo libero, eventualmente anche
Una seconda tipologia di interazione il contesto terapeutico-riabilitativo. Inoltre, i
utile per comprendere il funzionamento di traguardi del PEI non si schiacciano sul tempo
una persona è la reciproca interdipendenza presente, ma hanno anche una dimensione
tra aspetti del corpo (anatomia e fisiologia), a lungo termine che chiede di alimentare un
delle attività personali e della partecipazione dialogo critico fra gli obiettivi della scuola e
sociale. Il corpo, sviluppando sempre nuovi la vita lavorativa, abitativa, affettiva dopo
punti di forza, crea le condizioni positive la scuola, da adulti.
per lo sviluppo e l’apprendimento di attività La stesura del profilo di funzionamento
personali sempre più evolute, che a loro volta nella prospettiva di ICF comporta anche
renderanno possibili forme di partecipazione l’analisi degli elementi di contesto, valutando
sociale più estese. Questa direzione evolutiva come questi agiscono da barriera o da facili-
è resa possibile dalle condizioni biologiche tatori delle attività personali e della parteci-
da un lato e da quelle contestuali dall’altro. pazione del soggetto. In chiave progettuale,
Sviluppando ad esempio competenze fino l’attenzione ai contesti richiede che anche
motorie sempre più efficaci (funzioni corpo- questi divengano oggetto di alcuni obiettivi
ree), una persona sarà in grado di apprendere di miglioramento. Progettare lo sviluppo e il
abilità di autonomia personali, come vestirsi miglioramento del funzionamento dell’alunno
da sola, (attività personali) che potrà poi in- con disabilità non può prescindere infatti da
vestire in aree sempre più ampie di attività alcuni cambiamenti del contesto. Per quel
scolastiche e sociali (partecipazione sociale). che riguarda la scuola potrebbe trattarsi
Questa linea evolutiva può però diventare di attività di sensibilizzazione oppure di
anche regressiva, se per esempio si perdono apprendimenti specifici dei compagni che
forme di partecipazione sociale, regredendo imparano ad agire da tutor o a gestire situa-
nelle corrispondenti attività personali e ad- zioni di crisi. Potrebbe però trattarsi anche
dirittura nelle funzionalità corporee (si pensi di modifiche strutturali all’organizzazione,
agli effetti negativi della marginalizzazione per esempio, degli spazi che permettono una
sociale e dell’istituzionalizzazione). migliore accessibilità, fisica o cognitiva, alle
Accogliere il modello antropologico propo- situazioni di insegnamento/apprendimento.
sto da ICF ha conseguenze oltre che sul modo L’attenzione ai contesti in ICF non è però
con cui le persone coinvolte nella progettazio- isolata, viene rappresentata in interazione
ne individualizzata per l’alunno con disabilità con le attività personali e la partecipazione
descrivono e comprendono il suo funziona- del soggetto. Per la progettazione dei tra-
mento, anche sull’azione di progettazione dei guardi che il PEI definisce, questo implica
traguardi educativi da raggiungere. In primo una conseguenza interessante: il riconosci-
luogo, la visione globale bio-psico-sociale mento che la padronanza di una competenza
e l’attenzione ai contesti che caratterizza è influenzata dal contesto. ICF introduce a
il Profilo di Funzionamento si riverberano questo proposito il concetto di performance,
anche sul modo in cui vengono pensati gli intesa come la capacità di un soggetto di
obiettivi. Sono molte qui le affinità con il svolgere alcune attività personali e di parte-
concetto di progetto di vita. La prospettiva cipare all’interno di un certo contesto che fa

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da barriera o facilitatore e che quindi limita 24/02/1994 «Atto di indirizzo e coordinamento


la possibilità di esprimere una competenza relativo ai compiti delle unità sanitarie locali
o invece la potenzia attraverso strutture e in materia di alunni portatori di handicap»
azioni di sostegno. (Braghero, 2012; De Polo, Pradal e Bortolot,
La consapevolezza dell’influenza del 2011). Con il decreto sull’inclusione nato nel
contesto sulla competenza, con termini dif- contesto delle deleghe della legge sulla «Buo-
ferenti, è stata sviluppata anche nel filone na Scuola» 107/2017, ICF assume carattere
dello Universal Design for Learning (Meyer, obbligatorio per tutto il territorio nazionale
Rose e Gordon, 2014), riportando alcuni e la stesura del Profilo di Funzionamento
esempi incisivi, come quello dell’alunno con su base ICF sostituirà dal 1° gennaio 2019
disabilità visiva che di fronte allo stesso definitivamente la Diagnosi Funzione e il
compito di risolvere il rompicapo del cubo di Profilo Dinamico di Funzionamento.
Rubrik mostra una performance totalmente
fallimentare nel momento in cui ha fra le mani
il classico cubo con le facce colorate e invece La prospettiva della voce della
mostra tutto il suo talento davanti a un cubo persona con disabilità stessa
che distingue le diverse facce attraverso dei
simboli tattili che sostituiscono i colori. In Pur valutando l’impostazione che ICF
un PEI, quindi, sarà importante definire la propone preziosa dal punto di vista delle ri-
competenza da raggiungere non solo nella cadute sulla lettura del funzionamento della
prospettiva individuale del soggetto, ma in- persona con disabilità e sulla progettazione
vece in rapporto agli gli elementi ambientali di traguardi e strategie per il PEI, vorrem-
con cui il soggetto si relaziona (vedi tabella 1). mo evidenziare almeno una questione che
Fino al 2017 ICF è rimasto nell’area della crediamo possa rappresentare un aspetto
possibilità, dando forma a un nuovo approccio di criticità e che richiede, in prospettiva, di
e format di Diagnosi Funzionale, Profilo Di- essere sviluppata.
namico di Funzionamento e Piano Educativo In ICF mancano riferimenti espliciti all’au-
Individualizzato in alcune amministrazioni todeterminazione della persona con disabilità
locali e lasciandone altre alla tradizionale (Cottini, 2016). Vi è un’analisi attenta del
strutturazione per assi prevista fin dal DPR suo funzionamento, attraverso la quale si

TABELLA 1
Esempio di progettazione di traguardi-competenza sia per l’alunno —
tenendo conto dell’influenza del contesto — che per il contesto

Descrizione del funzionamento Barriere/Facilitatori Traguardi

M. si sposta agevolmente in spazi conosciuti, Barriera: spazi ampi e poco Per M.: muoversi in spazi ampi con strut-
ben delimitati e strutturati come la classe; strutturati turazione individualizzata che porta con sé
ha invece delle difficoltà a muoversi in spazi
ampi e poco strutturati Facilitatore: uso di aiuti, ele- Per il contesto: ordinare in modo stabile gli
menti di strutturazione quali spazi aperti affinché possano essere coerenti
cartoncini guida, mappe, eti- con la strutturazione individualizzata che M.
chette, frecce porta con sé

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intravvedono anche possibilità di evoluzione e l’autodeterminazione. In questo senso, un


sviluppo. Queste però sembrano nascere come arricchimento di ICF con la prospettiva del
conseguenza lineare delle attuali performance capability approach potrebbe rappresentare
dell’alunno, tenendo conto del modo in cui le un interessante sviluppo di cui tener conto
sue capacità interagiscono con l’ambiente. anche nella progettazione di un PEI.
Non vi sono, invece, riferimenti a interessi,
inclinazioni, desideri e ambizioni del soggetto
stesso. L’importanza di questa dimensione Conclusioni
è rappresentata in modo esemplare dalla
scelta di Claudio Imprudente, pedagogista Da circa 10 anni si è venuta sviluppando,
e scrittore che predilige la presenza di per- in Italia, una tendenza a esaminare con spirito
sone che traducano i suoi movimenti oculari critico la situazione dell’integrazione scolasti-
su una tavoletta di lettere a uno strumento ca degli alunni/e con disabilità, una tendenza
comunicativo tecnologico che lo renderebbero che si è articolata progressivamente in diversi
più autonomo, ma anche meno «in relazione». filoni. Un filone «concettuale-politico», che
Nelle analisi dell’ambiente di ICF le decostruisce le principali dimensioni culturali
persone che sostengono Imprudente nella (modello individuale-medico della disabilità)
comunicazione potrebbero essere viste come e normativo-organizzative (certificazione
ostacoli che limitano lo sviluppo di una co- di disabilità, insegnanti di sostegno, aule di
municazione in autonomia, ma nella realtà sostegno) rivelandone la forza distruttiva
queste rappresentano il risultato di una intrinseca rispetto alle premesse di eman-
scelta di autodeterminazione che esprime cipazione e realizzazione dei diritti umani,
qualcosa non tanto sul funzionamento della fondanti i principi dell’integrazione scola-
persona, quanto sulla sua identità. In questo stica, e rispetto allo sviluppo di un sistema
senso, pensando al PEI come a un progetto scolastico realmente e ampiamente fondato
di vita, il sostegno dell’autodeterminazione sull’inclusive education per tutti.
e l’integrazione di questa nella scelta di tra- Un secondo filone cerca di comprende-
guardi e strategie possono rappresentare un re le prassi concrete dell’applicazione dei
interessante sviluppo della prospettiva ICF. concetti e delle strutture organizzative,
Un arricchimento in questo senso può raccogliendo dati quantitativi e qualitativi
provenire dallo sfondo teorico del capability su ciò che realmente succede e perché nelle
approach. Tale approccio si basa su una ri- scuole del Paese. Queste attenzioni critiche
flessione nata in campo economico (Sen, 1992; sono accumunate da un obiettivo comune:
Nussbaum, 2008), ma estesa poi a tutti i campi comprendere ciò che fa degenerare un pro-
in cui ci si ponga la questione dell’uguaglianza. cesso culturale e civile di immenso valore,
Questa posizione sostiene che l’uguaglianza proprio per non tradirne i principi e i va-
dovrebbe essere valutata in termini di spazio lori. Il PEI è un’istituzione fondamentale,
teorico di capacità — ovvero delle libertà reali perché stabilisce il diritto dell’alunno/a con
di cui le persone dispongono per raggiungere disabilità a essere visto e compreso a fondo
un buon livello di funzionamento, parte inte- nella sua individualità, nel suo funziona-
grante del loro benessere. La valorizzazione mento complesso, il diritto a un «vestito
della libertà intesa come libertà di scelta da su misura», ma connesso strettamente al
parte delle persone di scegliere fra diversi percorso della classe, il diritto a forme di
modi di vivere di qualità rimette al centro intervento speciali necessarie e il diritto a

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forme appropriate di verifica e valutazione la partecipazione sociale all’apprendimento.


degli obiettivi e delle strategie. Ma questa Una progettazione plurale e universale, che
attenzione particolare rischia di diventare abbia intrinsecamente in sé l’applicazione
un meccanismo di marginalizzazione se non del principio di equità: «fare parti disuguali
si contempera con una didattica del gruppo per tutti i disuguali, cioè per tutti gli alunni,
fondata su un approccio inclusivo, «univer- nessuno escluso». Altrimenti avremo da un
sale» ed equo, ricco di vari e diversi modi di lato il monolite della didattica standard per
rappresentarsi la conoscenza, di vari e diversi tutti e dall’altro un PEI aggiunto a forza, che,
modi di esprimere l’apprendimento e di vari con buona probabilità, faciliterà meccanismi
e diversi modi di organizzare le esperienze e di marginalizzazione.

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Il Piano Educativo Individualizzato m

The Individualised Education Programme. The highs


and lows of 40 years of history of an essential tool for
school integration in Italy
Abstract
The Individualised Education Programme (IEP) represents an essential tool in Italian school inclusion po-
licies. It is based upon the idea that, in a school which welcomes everybody under the same roof, there must
be a single common curriculum that can be adapted using an IEP and that attempts to find points of contact
between the class and pupils with disabilities. This prepares the way for quality integration. That is not to say
that individualised programmes do not carry any risks; indeed, they could bring about isolation and forms of
micro-exclusion. This article maintains that the use of the International Classification of Functioning (ICF) as
a source of reference in drafting the IEP can — thanks to the relational vision of disabilities that it offers — form
a precious safeguard against these risks, especially if it is enriched with the voice of people with disabilities, an
expression of their freedom of choice and of self-determination.

Keywords
Individualised Education Programme, life project, ICF, capability approach, school integration, school inclusion.

Autore per corrispondenza


Dario Ianes
Libera Università di Bolzano
Viale Ratisbona, 16
39042 Bressanone
E-mail: Dario.Ianes@unibz.it

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novembre 2017
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