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1 Introduzione
Le norme tecniche per le costruzioni in zona sismica richiedono che le nuove costruzioni debbano
essere in grado di sopportare, senza danni evidenti, un sisma di media intensità; in occasione di un
terremoto violento, invece, è sufficiente che non crollino, e si accetta che le stesse si danneggino anche
irreparabilmente. In sostanza, le norme si preoccupano di assicurare che in caso di evento sismico sia
protetta la vita umana, siano limitati i danni alle strutture e alle cose e rimangano funzionanti le strutture
essenziali, necessarie alla gestione della fase di emergenza ma riconoscono che non è possibile costruire,
con tecniche tradizionali, edifici che resistano a un evento sismico violento senza danneggiarsi, sia per
motivi architettonici e funzionali sia per ragioni economiche. La capacità di una struttura di non crollare in
occasione di un evento sismico violento è affidata, quindi, alla sua capacità di dissipare energia,
danneggiandosi anche notevolmente. Per rispettare questo principio, gli edifici costruiti con tecniche
tradizionali devono possedere delle caratteristiche di regolarità sia in pianta sia in altezza, al fine di
ottenere il coinvolgimento di tutti gli elementi strutturali nel fronteggiare l’azione sismica, evitando la
concentrazione delle sollecitazioni in pochi elementi, altrimenti destinati a danneggiarsi nei primi istanti
dell’evento, con ovvie ricadute sulla stabilità dell’intero complesso strutturale. Inoltre, per garantire
un’adeguata capacità dissipativa, devono essere curati i dettagli costruttivi.
Questa filosofia si è rivelata economicamente non sostenibile: i danni registrati a seguito degli eventi
sismici hanno comportato costi esorbitanti sia nella fase di emergenza sia in quella successiva di
ricostruzione, dimostrando come il principio su cui si basa la normativa tecnica debba essere superato.
Inoltre, strutture strategiche, quali ospedali, caserme, impianti elettrici e telefonici, ponti e viadotti, devono
restare operative durante e dopo il sisma e strutture contenenti materiali pericolosi, come gli impianti a
rischio di incidente rilevante (nucleari e chimici), devono soddisfare verifiche di sicurezza più severe. Anche
edifici suscettibili di affollamento, quali scuole e uffici aperti al pubblico, necessitano di una particolare
attenzione in termini di sicurezza.
I limiti evidenziati sono superati con l'adozione di moderne tecnologie antisismiche, che si basano sulla
drastica riduzione delle forze sismiche agenti sulla struttura, piuttosto che affidarsi alla sua resistenza,
garantendo un grado di sicurezza non perseguibile con tecniche tradizionali: un edificio isolato
sismicamente non si danneggia nemmeno in occasione di un terremoto violento, preservando anche il
contenuto. Le attuali norme tecniche consentono l’uso delle più moderne tecnologie antisismiche, in
particolare dell’isolamento sismico e della dissipazione d’energia. Nel seguito si sofferma l’attenzione
sull’isolamento sismico, che è senz’altro la più matura ed affidabile.
0.8 0.4
0.6 0.3
SDe (m)
Se (g)
0.4 0.2
0.2 0.1
0.0 0.0
0 1 2 3 4
T (s)
Fig. 1 Spettro di risposta elastico in accelerazione (linea continua) e spostamento (linea tratteggiata)
m1
k1, c1
1 1
m0
kis, cis
3 Dispositivi d’isolamento
I dispositivi si distinguono in isolatori propriamente detti e dispositivi ausiliari. Gli isolatori hanno
innanzitutto la funzione di appoggio, che si esplica nel sopportare i carichi verticali in condizioni di esercizio
e in condizioni sismiche. Inoltre devono avere:
- una bassa rigidezza orizzontale, che permetta agli apparecchi di subire spostamenti relativi tra le
due facce, superiore ed inferiore, di una determinata entità, in caso di eventi sismici,
- un’adeguata rigidezza nei confronti delle azioni orizzontali di piccola entità (vento, traffico o sismi
di bassa energia),
- una buona capacità dissipativa, di ricentraggio e di vincolo laterale sotto carichi orizzontali di
servizio (non sismici).
I dispositivi ausiliari, invece, possono avere la funzione di dissipazione di energia, la funzione di
ricentraggio del sistema e la funzione di vincolo laterale sotto carichi orizzontali di servizio (non sismici).
Tra gli isolatori la normativa italiana contempla gli isolatori elastomerici armati (RB), gli isolatori a
scorrimento (SD) e i dispositivi a scorrimento con superficie curva (CSS).
Gli isolatori elastomerici armati (Figura 3) hanno in genere forma circolare, sono realizzati alternando
strati di gomma, naturale o artificiale (di diametro De e spessore ti = 410 mm) e piastre di acciaio (di
diametro D, area A e spessore ts = 24 mm), solidarizzati tramite un processo di vulcanizzazione. Sono
caratterizzati da bassa rigidezza orizzontale ed elevata rigidezza verticale per assicurare il giusto supporto
nei confronti del carico gravitazionale. L’armatura conferisce all’appoggio una maggiore rigidezza verticale,
ed esercita un effetto di confinamento, evitando il rigonfiamento laterale dell’elastomero. I diversi tipi di
mescola sono caratterizzati dal modulo di taglio dinamico Gdin (che può assumere valori tra 0.4 e 1.4 MPa) e
dallo smorzamento , che può essere incrementato mediante inserti in piombo o materiali polimerici.
F V dE V M
s
Taglio Compressione Flessione
c
Per la verifica deve risultare (* = valore massimo della deformazione di taglio raggiunto nelle prove di
qualificazione relative all’efficacia dell’aderenza elastomero-acciaio, senza segni di rottura):
s * 1.5 2 t s c 5
Inoltre devono essere verificate l’instabilità dell’isolatore e la tensione di trazione nei lamierini.
Gli isolatori a scorrimento a superfici piane (Figura 5) sono costituiti da due superfici circolari di
differente diametro, in genere un disco di acciaio inossidabile che scorre su uno di teflon (PTFE), con attrito
minimo. Questi tipi di dispositivi mancano di capacità ricentrante, permanendo un elevato spostamento
residuo a seguito di un evento sismico; pertanto, vanno utilizzati in abbinamento ad appositi dispositivi atti
a svolgere la funzione di ricentraggio o a isolatori elastomerici.
Gli isolatori con superfici di scorrimento curve (CSS - Figura 6) incorporano senza l’ausilio di altri
elementi sia la funzione ricentrante, grazie alla superficie curva che consente di far tornare in posizione il
dispositivo quando cessa l’azione orizzontale esterna, sia la funzione dissipativa, legata all'attrito tra le
superfici a contatto che non sono lubrificate. Offrono il vantaggio di garantire un periodo di oscillazione
indipendente dalla massa, per cui possono essere progettati anche senza conoscere la sovrastruttura e,
almeno in linea teorica, di evitare torsioni, caratteristica molto importante per edifici irregolari.
Fig. 6 Isolatore a scorrimento con superficie curva
4 Criteri di progetto
Secondo le vigenti Norme Tecniche per le Costruzioni il progetto di una struttura prevede la definizione
della vita nominale VN, non inferiore a 50 anni per strutture usuali, e del fattore d’uso CU, pari a 1, 1.5 e 2,
rispettivamente per costruzioni ordinarie, suscettibili di affollamento e strategiche. Il prodotto dei due
fornisce il periodo (sarebbe meglio dire vita) di riferimento VR = VN*CU, da cui si passa ai periodi di ritorno
degli eventi sismici associati ai vari stati limite, attraverso la ben nota relazione: TR = -VR/ln(1-PVR), dove
- PVR = 0.10, per lo stato limite di salvaguardia della vita (SLV), relativo alla verifica della
sovrastruttura dell’edificio isolato;
- PVR = 0.05, per lo stato limite di collasso (SLC), relativo alla verifica del sistema di isolamento.
Il progetto si basa sulla relazione:
Tis 2 M Kesi
Nota la massa totale M della sovrastruttura, si fissa il periodo di vibrazione Tis dell’edificio isolato e si
ricava la rigidezza complessiva Kesi del sistema d’isolamento.
Il periodo Tis va scelto in modo da ottenere, sullo spettro elastico allo SLV (Figura 7), l’accelerazione
spettrale Se* che s’intende affidare alla sovrastruttura: per un edificio esistente, è immediato interpretare
Se* come il risultato dell’analisi della capacità della struttura, per un edificio di nuova realizzazione tale
valore deriva da considerazioni architettonico-funzionali e da valutazioni economiche, oltre che dal
garantire il disaccoppiamento e che gli spostamenti siano contenuti entro limiti accettabili.
1.0
0.8
SLV
0.6
Se (g)
0.4 TIS
Se*
0.2
0.0
0 1 2 3 4
T (s)
Nel caso di sistema di isolamento costituito da isolatori elastomerici e a scorrimento a superficie piana,
conviene definire le varie soluzioni possibili, che ottimizzano il comportamento dinamico dell’edificio, ossia
tali che i primi due modi di vibrazione della struttura siano di pura traslazione, impegnando la totalità della
massa della sovrastruttura. A tal fine, proiezione del centro di massa dell’edificio sul piano degli isolatori e
centro di rigidezza dei dispositivi di isolamento (nel caso di sottostruttura flessibile, centro di rigidezza del
sistema sottostruttura-isolamento) debbono essere, per quanto possibile, coincidenti. Inoltre, è bene che i
dispositivi elastomerici, cui sono affidate le capacità dissipative e ricentranti rispetto alle azioni orizzontali,
siano disposti perimetralmente e in numero staticamente ridondante.
Per edifici normali, si suggerisce di utilizzare un sol tipo di isolatore elastomerico e un sol tipo di
isolatore a scorrimento, con un numero minimo di otto isolatori elastomerici, posizionando i dispositivi in
corrispondenza di ciascun pilastro, per gli edifici in cemento armato, o in corrispondenza degli incroci tra le
pareti portanti, per gli edifici in muratura. Inoltre:
è bene evitare o limitare azioni di trazione negli isolatori, ossia fare in modo che il carico verticale
V di progetto agente sul singolo isolatore sotto le azioni sismiche e quelle concomitanti, sia
sempre di compressione o, al più, nullo;
devono essere minimizzate le differenze di comportamento degli isolatori, verificando che le
tensioni di compressione a cui lavorano siano per quanto possibile uniformi, al fine di evitare
spostamenti verticali differenziali alla sovrastruttura.
Ai fini progettuali:
l’alloggiamento dei dispositivi d’isolamento ed il loro collegamento alla struttura devono essere
concepiti in modo da assicurarne l’accesso e rendere i dispositivi stessi ispezionabili e sostituibili;
le strutture del piano di posa degli isolatori e del piano su cui appoggia la sovrastruttura devono
avere un comportamento rigido nel piano suddetto; va quindi previsto un diaframma rigido, sia al
di sopra che al di sotto del sistema di isolamento oppure elementi verticali il cui spostamento
orizzontale in condizioni sismiche sia di gran lunga inferiore allo spostamento relativo del sistema
di’isolamento;
ove necessario, gli isolatori dovranno essere protetti da possibili effetti derivanti da attacchi del
fuoco, chimici o biologici; in alternativa, occorre prevedere dispositivi che, in caso di distruzione
degli isolatori, siano idonei a trasferire il carico verticale alla sottostruttura (Figura 8).
Fig. 8 San Francisco Emergency Management Center
5 Applicazioni notevoli
5.1 La nuova scuola di San Giuliano di Puglia
Il complesso di strutture della nuova scuola di San Giuliano di Puglia è in realtà costituito da due corpi,
denominati rispettivamente “scuola” e “centro universitario” (Figura 9). Ciascuno dei due corpi presenta
evidenti irregolarità di forma, sia in pianta sia in altezza, quali luci notevoli, corpi con forti asimmetrie,
presenza dei cosiddetti “piani soffici”, tamponature arretrate rispetto alle maglie dei telai, carichi notevoli
in copertura, che rendevano difficile la realizzazione di un’adeguata struttura antisismica.
Inizialmente i progettisti avevano cercato di ovviare a queste caratteristiche dell’architettonico con
tecniche tradizionali, dividendo ciascuno dei due edifici in 3 corpi, salvando così una certa regolarità di
alcune parti e prevedendo delle strutture ad hoc per le scale e le parti rimanenti, fortemente irregolari. Tra
i suddetti corpi erano stati previsti giunti sismici, che dovevano consentire spostamenti relativi non inferiori
ai 15 cm, con conseguenti perdite di spazi, duplicazioni di travi e pilastri a cavallo dei giunti e necessità di
manutenzione dei giunti in futuro. Alle strutture era stata giustamente conferita una certa rigidezza,
prevedendo pilastri a sezione rettangolare molto allungata, ovvero delle vere e proprie pareti.
La soluzione con l’isolamento sismico proposta da un team di tecnici, composto da Paolo Clemente
(coord.), Mauro Dolce, Alberto Parducci e Giacomo Buffarini, e realizzata, consiste in un unico impalcato di
base poggiante sulla struttura di fondazione, anch’essa unica, per mezzo del sistema d’isolamento sismico,
dal quale spiccano i due corpi, la scuola e l’università. Le strutture in elevazione hanno, comunque,
un’adeguata rigidezza, che garantisce il dovuto “disaccoppiamento” tra il moto del suolo e quello della
struttura. La soluzione scelta sfrutta bene la simmetria dell’opera nel suo complesso, almeno per quel che
riguarda la distribuzione delle masse, eliminando molti dei problemi incontrati dai progettisti nella
definizione della struttura tradizionale e rispettando ampiamente l’idea architettonica originaria.
Il sistema d’isolamento sismico, è costituito da isolatori in gomma armata di due tipi e da isolatori a
scorrimento in acciaio-PTFE lubrificati (forniti gratuitamente dall’associazione dei produttori ACEDIS), che
opportunamente combinati, consentono di ottenere i parametri di comportamento dinamico della
struttura desiderati. La distribuzione degli isolatori è stata definita, nel rispetto dei carichi verticali agenti, in
modo da ottimizzare il comportamento dinamico del sistema, ossia limitare gli effetti torsionali d’insieme
della struttura. La disposizione finale è riportata in Figura 10.
L’istallazione dei dispositivi è stata effettuata seguendo un protocollo ben preciso e utilizzando
materiali adeguati. Dalle travi di fondazione sono stati realizzati dei baggioli di dimensioni opportune
(80*80 cm per gli isolatori elastomerici, 100*100 cm per i dispositivi a scorrimento) e di altezza adeguata. In
ciascuno di essi sono stati predisposti quattro fori per l’alloggiamento della zanche di ancoraggio degli
isolatori. Il fissaggio dei dispositivi è stato effettuato attraverso un'opportuna sequenza che garantiva la
perfetta distribuzione della malta e il perfetto ancoraggio dei dispositivi ai baggioli. La figura 11 è relativa al
completamento della installazione, le figure 12 e 13 a un isolatore d’angolo e a quello al di sotto del nucleo
ascensore, rispettivamente.
Fig. 11 Scuola di San Giuliano di Puglia: struttura di fondazione con i dispositivi di isolamento sismico
Fig. 12 Scuola di San Giuliano di Puglia: pilastro d’angolo
Fig. 13 Scuola di San Giuliano di Puglia: l’appoggio di uno dei due nuclei ascensore
Il progetto del nuovo Centro Servizi di Sulmona (Figura 14) prevede tre piani fuori terra di circa 330 m2
ciascuno, con struttura portante in muratura di laterizio, più un piano interrato adibito a parcheggio. Il
sistema di isolamento sarà collocato in sommità al piano interrato e sarà composto di isolatori elastomerici
armati e dispositivi a scorrimento, disposti in corrispondenza degli incroci dei muri portanti, in modo da
minimizzare movimenti rotazionali dell’edificio (Figura 15). La struttura è stata concepita per poter essere
utilizzata anche come edificio strategico e, quindi, per sopportare senza danni anche eventi sismici violenti.
La muratura portante sarà in laterizio monostrato alleggerito in pasta con un rivestimento esterno. Il nucleo
ascensore sarà in calcestruzzo armato e porterà anche i gradini della scala. Il piano interrato sarà anch’esso
in calcestruzzo armato, con pilastri sui quali saranno alloggiati gli isolatori sismici e fondazioni a travi
rovesce.
Oltre agli aspetti legati alla sicurezza statica e sismica, il Centro Servizi di Sulmona presenta anche
caratteristiche particolari in termini di efficienza energetica. Potenzialmente, l’edificio raggiunge una classe
di prestazione energetica globale al top della classificazione di legge e, alla luce della nuova Direttiva
31/2010/CE Recast, è classificato a livelli di edificio ad energia quasi zero. Inoltre, ha anche una
connotazione eco-sostenibile, avendo previsto l’utilizzo di materiali e sistemi a bassissimo impatto
ambientale. In definitiva, la soluzione in laterizio offre eccellenti garanzie in termini di durabilità e di
efficienza energetica e, quindi, consente una “gestione sostenibile” dell’opera nel corso della sua vita utile,
soprattutto nelle zone con clima rigido, garantendo anche costi di costruzione molto competitivi.
6 Conclusioni
Le moderne tecnologie e, in particolare, l’isolamento sismico rappresentano la soluzione idonea per
una giusta politica di prevenzione del rischio sismico. Come dimostrato in atri lavori (Clemente & Buffarini
2008, Clemente & Buffarini 2010, Clemente et al. 2012) l’adozione dell’isolamento non comporta
significativi incrementi del costo di costruzione, soprattutto per zone ad elevata sismicità, anzi con un buon
progetto, grazie al fatto che le norme italiane consentono di progettare la sovrastruttura tenendo conto
della forte riduzione dell’azione sismica legata all’isolamento stesso, il costo di costruzione complessivo può
essere addirittura inferiore al caso tradizionale. L'isolamento sismico diventa certamente conveniente in
un’ottica di lungo termine: un edificio protetto mediante isolamento alla base non avrà bisogno, nel corso
della sua vita utile, di interventi di riparazione alle parti strutturali e non strutturali per effetto di eventi
sismici, al contrario di quanto accede per edifici tradizionali.
7 Bibliografia
Buffarini G., Clemente P., Satta A. (2007). “Isolamento sismico: valutazioni economiche”. Atti del XII
Convegno Nazionale L’Ingegneria sismica in Italia, ANIDIS, Rome (in Italian)
Clemente P. (2012). "Isolamento sismico: cenni teorici e aspetti normativi". Atti Giornata di Studio Tecniche
innovative per la protezione sismica di edifici strategici e pubblici. Commemorare per imparare, 24
novembre 2009, Salò (BS)
Clemente P., Bontempi F, De Stefano A. (2012). "Application of seismic isolation in masonry buildings". 5th
European Conference on Structural Control – EACS 2012, Genoa, Italy – 18-20 June.
Clemente P., Buffarini G. (2008). “Optimization Criteria In Design Of Seismic Isolated Building”. Proc., 2008
Seismic Engineering International Conference commemorating the 1908 Messina and Reggio Calabria
Earthquake (MERCEA'08), 1366-1373, American Institute of Physics, USA
Clemente P., Buffarini G. (2010). “Base isolation: design and optimization criteria”. SIAPS 1-1(2010) 17--40.
DOI 10.2140/siaps.2010.1.17, Mathematical Science Publisher