Documenti di Didattica
Documenti di Professioni
Documenti di Cultura
Numeri primi, scomposizione in fattori primi. Massimo comun divisore e minimo comune multiplo. Divisione con resto fra numeri interi.
Potenze, radici, logaritmi. Numeri decimali. Frazioni. Percentuali. Media (aritmetica). Confronti, stime e approssimazioni.
Sommario
1. Insiemi numerici
2. Le quattro operazioni
3. Potenze
6. MCD e mcm
7. Frazioni
7.1. Operazioni con le frazioni
8. Proporzioni
8.1. Percentuali
9. Numeri decimali
11. Logaritmo
13. Medie
14. Progressioni
16. Confronti
16.1. Confronto tra espressioni
1. Insiemi numerici
Numeri naturali
L'insieme dei numeri naturali è costituito da quei numeri che servono per contare.
N = {0, 1, 2, 3, …}.
Numeri interi
L'insieme dei numeri interi è costituito dai numeri naturali (diversi da 0) preceduti dal segno + o dal segno -. Anche lo 0 è un numero intero
ed è l'unico intero privo si segno.
Numeri razionali
L'insieme dei numeri razionali è l'insieme dei numeri rappresentabili come un rapporto tra due interi con il denominatore diverso da 0.
1 2
Q = { | a, b ∈ Z, b ≠ 0} = {… , −3, −1.5, − , 0, , 1.75, 2, …}
a
b 3 3
Numeri reali
L'insieme dei numeri reali è l'insieme di tutti quei numeri rappresentabili mediante uno sviluppo decimale (finito o infinito). I numeri reali che
non sono numeri razionali (cioè scrivibili come frazioni), si dicono irrazionali.
1
R = {… , −3, −√–3, − , 0, 1, 1.75, 2, π, …}
2
N⊂Z⊂Q⊂R
Graficamente:
2. Le quattro operazioni
Addizione
L'addizione è un'operazione interna a ℕ, cioè la somma di due numeri naturali è sempre un numero naturale.
Proprietà dell'addizione
Commutativa: a + b = b + a
Associativa: (a + b) + c = a + (b + c)
Sottrazione
La sottrazione non è interna a ℕ ma lo è a ℤ (la differenza di 2 numeri naturali può dar luogo a un numero negativo).
Moltiplicazione
La moltiplicazione è un'operazione interna a ℕ, cioè il prodotto di due numeri naturali è sempre un numero naturale.
Associativa: (a · b) · c = a · (b · c)
Divisione
La divisione non è interna a ℕ né a ℤ ma è interna a ℚ.
Elevamento a potenza
L'elevamento a potenza an è quell'operazione che associa a un numero intero a (base) e a un numero naturale n (esponente), a moltiplicato
per se stesso n volte.
an = a ⋅ a ⋯ a
n volte
Si assume anche a0 = 1 per ogni valore di a ≠ 0, mentre all'espressione 00 non si attribuisce alcun significato.
Per esempio:
4³ = 4 · 4 · 4 = 64
(– 2)³ = (– 2) · (– 2) · (– 2) = – 6
(– 3)² = (– 3) · (– 3) = 9
n
È importante notare che, in generale, −(a) ≠ (−a)n ; infatti, –24 = –16 ma (–2)4 = 16.
La divisione a : b, con a e b numeri interi e b ≠ 0, è quell'operazione che suddivide un insieme formato da a elementi in gruppi di b oggetti
ciascuno, restituendo il numero di gruppi formati (il quoziente) e il numero di oggetti che sono rimasti (il resto).
In simboli si ha:
Per esempio: 16 : 3 = 5 con resto 1; ovvero con 16 oggetti possiamo formare 5 gruppi di 3 elementi,
lasciandone 1 fuori.
Infatti: 3 × 5 + 1 = 16 e 1 < 3.
Nel caso in cui il resto è uguale a 0, la divisione si dice esatta ed è l'operazione inversa della moltiplicazione. Ad esempio: 15 : 3 = 5; infatti: 3
× 5 = 15.
In questo caso diciamo che 15 è divisibile per 3 o, equivalentemente, che 3 è un divisore di 15.
5. Numeri primi e scomposizioni
Numeri primi
Un numero primo è un numero naturale maggiore di 1 divisibile solo per 1 e per se stesso.
Scomposizione in fattori
Il teorema fondamentale dell'aritmetica afferma che ogni numero naturale maggiore di 1 o è primo oppure si può rappresentare come un
prodotto di numeri primi (scomposizione in fattori primi) e tale rappresentazione è unica, a meno dell'ordine dei fattori.
Per ottenere la scomposizione in fattori primi di un numero naturale maggiore di 1 si può procedere per divisioni successive per numeri
primi, fino ad ottenere 1 come quoziente.
420 : 2 = 210
210 : 2 = 105
105 : 3 = 35
35 : 5 = 7
7:7=1
Di solito si preferisce una rappresentazione in cui compaiono i fattori primi in ordine crescente, raccogliendo quelli ripetuti in potenze.
Pertanto, la scomposizione "canonica" di 420 è 22 × 3 × 5 × 7.
6. MCD e mcm
Il massimo comune divisore fra due numeri a, b, c, d, ... si indica con MCD (a, b, c, d, ...).
Il massimo comune divisore si ottiene trovando la scomposizione in fattori primi dei due (o più) numeri dati e moltiplicando i soli fattori
comuni, considerati una sola volta e con il minimo esponente.
Per esempio: per calcolare MCD (18, 30), dalle scomposizioni in fattori 18 = 2 × 3³ e 30 = 2 × 3 × 5, si ha MCD (18,30) = 2 × 3 = 6
Il minimo comune multiplo fra numeri a, b, c, d ... si indica con mcm (a, b, c, d, ...).
Il minimo comune multiplo si ottiene trovando la scomposizione in fattori primi dei due (o più) numeri dati e moltiplicando i fattori comuni e
non comuni, considerati una sola volta e con il loro massimo esponente.
Per esempio: per calcolare mcm (18, 30), dalle scomposizioni 18 = 2 × 3³ e 30 = 2 × 3 × 5, si ha che mcm (18, 30) = 2 × 3³ × 5 = 90
MCD
mcm
90
120
Inserisci
Campo
120 90
mcm(a, b) ⋅ MCD(a, b) = a ⋅ b
da cui si ha che:
a⋅b
mcm(a, b) =
MCD(a, b)
e, analogamente,
a⋅b
MCD(a, b) =
mcm(a, b)
18 ⋅ 30 18 ⋅ 30
mcm(18, 30) = = = 90
MCD(18, 30) 6
ATTENZIONE: Questa proprietà vale solo per due numeri. Se vogliamo individuare MCD e mcm di tre o più numeri non è più valida.
7. Frazioni
a
Una frazione è una scrittura del tipo con a e b numeri interi, b ≠ 0, a è detto numeratore e b denominatore.
b
Una frazione rappresenta il quoziente tra due numeri interi, ossia il loro rapporto.
a
Una frazione , con a, b ∈ ℕ, b ≠ 0, si dice:
b
propria se a < b;
apparente se a è multiplo di b;
impropria se a > b e a non è multiplo di b.
2 7 14
Per esempio: è una frazione propria, è una frazione impropria, è una frazione apparente.
7 2 2
Per ridurre ai minimi termini una frazione occorre scomporre in fattori primi il numeratore e il denominatore e semplificare i termini comuni. Il
valore della frazione non cambia poiché moltiplicare (o dividere) numeratore e denominatore per lo stesso numero equivale a moltiplicare (o
dividere) per 1.
12 22 ⋅ 3 2
Per esempio: = =
30 5⋅3⋅2 5
Frazioni equivalenti
Due frazioni sono equivalenti se, ridotte ai minimi termini, sono uguali.
15 20 5
Per esempio: è equivalente a poiché ridotte ai minimi termini sono entrambe uguali a .
12 16 4
3 2
Per esempio: = 3 : 10 = 0, 3 e = 2 : 3 = 0, 666 … = 0, 6̄ .
10 3
1 4 1 4
Per esempio: per confrontare e scriviamo 1 : 6 = 0, 16̄ , 4 : 15 = 0, 26̄ e poiché 0, 16̄ < 0, 26̄ si ha < .
6 15 6 15
2. Portare le frazioni allo stesso denominatore e poi confrontare i numeratori.
1 4 1
Per esempio: per confrontare e troviamo il mcm(6, 15) = 30 che sono i denominatore e cerchiamo le frazioni equivalenti a e
6 15 6
4
con denominatore uguale a 30.
15
1 1⋅5 5 4 4⋅2 8 1 4
= = e = = . Poiché 5 < 8 vale < .
6 6⋅5 30 15 15 ⋅ 2 30 6 15
3. Prodotto in croce. Chiamiamo diagonale principale quella in cui si trova il numeratore della prima frazione, diagonale
secondaria l'altra; se il prodotto sulla diagonale principale è minore di quello sulla diagonale secondaria, la prima frazione è minore della
seconda, in caso contrario la prima frazione è maggiore della seconda.
1 4 1 4
Per esempio: per confrontare e si calcolano 1 · 15 = 15 e 6 · 4 = 24, poiché 15 < 24 si ha che < .
6 15 6 15
7.1. Operazioni con le frazioni
a c a±c
± =
b b b
3 7 3+7 10
Per esempio: + = = = 2
5 5 5 2
Se le due frazioni hanno denominatori diversi
a c (mcm(b, d) : b) ⋅ a ± (mcm(b, d) : d) ⋅ c
± =
b d mcm(b, d)
3 7 3⋅2−7⋅5 −29 29
Per esempio: − = = =−
5 2 5⋅2 10 10
Prodotto di frazioni
Per moltiplicare due frazioni si procede come segue:
a c a⋅c
⋅ =
b d b⋅d
5 4 5
Per esempio: ⋅ =
8 3 6
Quoziente di frazioni
Per dividere due frazioni si procede come segue:
a
a c b a d a⋅d
: = c = ⋅ =
b d b c b⋅c
d
4 16 4 15 5
Per esempio: : = ⋅ =
9 15 9 16 12
a n an
( ) = n
b b
3 3 (−3)3 27
Per esempio: (− ) = =−
2 23 8
a −n bn
( ) = n
b a
−2 2
5 2 4
Per esempio: ( ) =( ) =
2 5 25
8. Proporzioni
Si dice che quattro numeri reali positivi a, b, c, d sono in proporzione fra loro, se il rapporto fra il primo e il secondo è uguale al rapporto tra il
terzo e il quarto, ovvero:
a c
a : b = c : d oppure =
b d
Questa relazione quaternaria si legge: a sta a b come c sta a d.
In particolare i due termini esterni (in questo caso a e d) si dicono estremi, mentre i due termini più interni (in questo caso b e c) si dicono
medi.
Se quattro numeri sono in proporzione, il prodotto dei medi è uguale al prodotto degli estremi.
In formula:
a : b = c : d ⇒ a ⋅ d = b ⋅ c
2. Proprietà dell’invertire
Data una quaterna proporzionale, se ne ottiene un’altra scambiando tra loro gli antecedenti con i propri conseguenti:
a:b=c:d⇒b:a=d:c
a : b = c : d ⇒ a : c = b : d, d : b = c : a, d:c=b:a
a : b = c : d ⇒ (a + c) : (b + d) = a : b, (a + c) : (b + d) = c : d
a : b = c : d ⇒ (a − c) : (b − d) = a : b, (a − c) : (b − d) = c : d
Quando i medi di una quaterna proporzionale coincidono, cioè quando
a : b = b : d ovvero b2 = a ⋅ d
Le percentuali sono in modo diverso di esprimere le frazioni con denominatore 100, infatti la percentuale descrive il rapporto (espresso in
centesimi) di una parte rispetto al totale. La totalità è quindi espressa come il 100%.
Una qualsiasi frazione può essere espressa come percentuale n %, ricavando n dalla proporzione:
a : b = n : 100
a
ovvero n = ⋅ 100.
b
Per esempio: ½ = 50%, infatti 50 = ½·100
n
n% =
100
e, se necessario, ridurre ai minimi termini.
23 2990
Per esempio: se vogliamo calcolare il 23% di 130 dobbiamo procedere così: 130 ⋅ = = 29, 9
100 100
Se sappiamo che una parte del totale corrisponde a una percentuale e vogliamo calcolare il totale dobbiamo dividere la parte del totale
per la percentuale espressa in frazione.
Per esempio se sappiamo che il 60% del totale corrisponde a 420 e vogliamo sapere quanto è il totale dobbiamo procedere così:
100 42000
420 : = = 700
60 60
Possiamo calcolare le percentuali anche ricorrendo alle proporzioni:
Supponiamo di avere un numero A e un numero B, e di dover calcolare in che percentuale è A rispetto a B, la proporzione che dobbiamo
impostare è la seguente:
A : B = n : 100.
Esempi:
1. In una scuola 75 alunni su 300 portano gli occhiali, qual è la percentuale degli alunni con gli occhiali nella scuola?
25 ⋅ 100
75 : 300 = x : 100 quindi x = = 25. Pertanto il 25% degli alunni della scuola porta gli occhiali.
300
2. A scuola il 30% degli alunni ha il debito in matematica. Gli alunni totali della scuola sono 400, qual è il numero degli studenti che hanno
il debito in matematica?
400 ⋅ 30
x : 400 = 30 : 100 quindi x = = 120. Gli alunni con debito in matematica sono 120.
100
9. Numeri decimali
Per esempio: il numero 13,75 ha parte intera 13 e parte decimale 75 (o 0,75, come si può trovare in alcuni testi).
Un numero scritto in forma decimale può avere parte decimale finita oppure infinita.
Se la parte decimale è infinita ed è formata da una sequenza finita di cifre che da un certo punto in poi si ripete all'infinito il numero si chiama
decimale periodico, altrimenti si parla di numero decimale aperiodico.
Per esempio: 23,4877187718771... con 8771 che si ripete all'infinito è un numero periodico, 8771 si chiama periodo, mentre 4, che è la cifra
che precede il periodo, si chiama antiperiodo. La sua scrittura sarà 23,48771=23,487718771877187718771…
OSS: ogni numero razionale può essere rappresentato, oltre che con una frazione, con un forma decimale.
Per esempio:
12 6
1, 2 = =
10 5
1267
12, 67 =
100
1. al numeratore la differenza tra il numero dato senza virgola e il numero che sta prima del periodo senza virgola;
2. al denominatore tanti 9 quante sono le cifre del periodo seguiti da tanti 0 quante sono le cifre dall'antiperiodo.
Per esempio:
Per esempio:
0,101001000100001.... non ha un periodo che si ripete, benché sia chiaro il suo sviluppo
√–2 = 1,414213562...
π = 3,141592654...
10. Radice n-esima
Sia n un numero naturale diverso da zero; si definisce radice n-esima di un numero reale a (se esiste) e si indica con il simbolo √
n −
a:
il numero reale positivo o nullo che, elevato a n, ha come risultato a, se n è pari;
il numero reale che, elevato a n, ha come risultato a, se n è dispari.
In simboli:
b ≥ 0 e bn = a per n pari
n−
b=√ a⇔{ n
b = a per n dispari
−− −−−−
Per esempio: √32 = 2 perché 25=32; √3 −27 = −3 perché (-3)3=-27.
5
se n è pari, √
n −
a esiste per ogni a ≥ 0;
se n è dispari, √
n −
a esiste per ogni a ∈ R.
−−−−− 7− −−−−
Per esempio: la condizione di esistenza per il radicale √x + 1 è x
4
≥ −1 ; la condizione di esistenza per il radicale √ 5 − x è ∀ x ∈ R.
Segno di un radicale
Il segno di √
n −
a , per i valori di a che soddisfano le condizioni di esistenza:
"Moltiplicando o dividendo sia l'indice di un radicale che l'esponente del suo radicando per un numero diverso da 0, si ottiene un radicale
equivalente a quello dato."
In simboli:
n− −−
√ a = np
√ap , con a ≥ 0 e n e p interi positivi.
−− 12/4 −−− 3−− 3 –
Per esempio: √28 = √28/4 = √22 = √4 .
12
−− 3
Per esempio: √23
5
= 25 .
10.1. Operazioni fondamentali con i radicali
Prodotto di radicali
n− n −−
√ a⋅√
n
b=√ ab, con a ≥ 0, b ≥ 0 e n intero positivo
.
– – −−−− –
Per esempio: √3 ⋅ √2 = √3 ⋅ 2 = √6 .
Se i radicali da moltiplicare non hanno lo stesso indice dobbiamo ridurli allo stesso indice utilizzando la proprietà invariantiva prima di
eseguire l'operazione.
– – 3⋅2 −
− 2⋅3 −− 6 – −−
− −−
−
Per esempio: √2 ⋅ √5 = √22 ⋅ √53 = √4 ⋅ √6 125 = √6 500 .
3
Potenze di radicali
n− m n −
−−
(√ a) = √ am , con a ≥ 0 e n, m interi positivi
– 3−− −−
Per esempio: (√7)2
3
= √72 = √3 49 .
Radice di un radicale
−−
−
n m− −
√ √a = m⋅n
√a, con a ≥ 0 e n, m interi positivi.
−−
−
4 – – 12 –
Per esempio: √√2 √2 = √
3
= 3⋅4 2.
Quando portiamo fuori da una radice un fattore letterale dobbiamo assicurarci che il radicale semplificato abbia lo stesso segno e le stesse
condizioni di esistenza del radicale iniziale; vale quindi:
n −
√ x = |x| se n è pari;
n −
√ x = x se n è dispari.
−− −−−−− 3−− 3 −−−−− 3−−
Per esempio: √x3 = √x2 ⋅ x = |x|√−
x e √x5 = √x3 ⋅ x2 = x√x2 .
Somme di radicali
Attenzione! La somma di radicali NON è uguale alla somma dei radicandi
–
√2 + √–3 ≠ √–5
Si possono sommare tra loro solo radicali con lo stesso indice e lo stesso radicando.
– – – – 3 – – 3 –
Per esempio: 3√2 + √4 − √2 = (3 − 1)√2 + √4 = 2√2 + √4 .
3
Possiamo, in alcuni casi, rendere più semplice l'espressione in cui sia indicata la somma di radicali aventi lo stesso indice di radice e lo stesso
radicando, eseguendo il raccoglimento a fattor comune. Ad esempio:
−−−− −−−−
+ − = + − = +3 −2 = (1 + 3 − 2) =2
– −− – – −−−− −−−− – – – – –
√2 + √18 − √8 = √2 + √32 ⋅ 2 − √22 ⋅ 2 = √2 + 3√2 − 2√2 = (1 + 3 − 2)√2 = 2√2
− −
se il denominatore è√a , allora basta moltiplicare il numeratore e il denominatore per √a .
– – –
2 2 ⋅ √3 2√3 2√3
Per esempio: – = – – = −− = ;
√3 √3 ⋅ √3 √ 32 3
−−
− −−−−
se il denominatore è √am , con m < n, allora basta moltiplicare il numeratore e il denominatore per√an−m .
n n
7 −−−− 7 −− 7 −
−
3 3 ⋅ √27−3 3√24 3√24
Per esempio:
7 −− = 7 −− 7 −−−− = 7 − − = ;
√ 23 √ 23 ⋅ √27−3 √ 27 2
− ± √b , allora il fattore moltiplicativo è √−
se il denominatore è √a a ∓ √b .
– – – – – –
√2 √2 ⋅ (√5 − √3) √− −
10 − √6 √−−
10 − √6
Per esempio: – – = – – – – = = .
√5 + √3 (√5 + √3) ⋅ (√5 − √3) 5−3 2
11. Logaritmo
Dati due numeri a e x con a > 0, a ≠ 1 e x > 0 si definisce logaritmo del numero x in base a l'esponente n al quale deve essere elevato a per
ottenere x, ovvero:
loga x = n ⇔ an = x.
• loga a =1
• loga 1 =0
logb x
• Formula del cambio di base: loga x =
logb a
Per leggere meglio misure molto grandi o molto piccole, confrontarle o svolgere calcoli è comodo che esse siano espresse in notazione
scientifica.
±k·10n
Per esempio: 5,3 · 104 è un numero scritto in notazione scientifica mentre 47 · 103 e 0,9 · 10-7 non lo sono perché la parte prima della virgola
non è normalizzata (ovvero compresa tra 1 e 10).
2. se il numero da trasformare è maggiore o uguale ad 1, esso verrà scritto in notazione scientifica con n positivo;
se il numero da trasformare è compreso tra 0 e 1, esso verrà scritto in notazione scientifica con n negativo.
inoltre 706000000 è un numero maggiore di 1 quindi l'esponente sarà positivo e varrà 706000000 = 7,06 · 108.
si tratta di un numero compreso tra 0 e 1 quindi l'esponente sarà negativo e varrà 0,0000015 = 1,5 · 10-6.
Moltiplicare per 10, 102, 103...... equivale a spostare la virgola di 1, 2, 3...posti verso destra oppure aggiungere 1, 2, 3...zero.
Moltiplicare per 10-1, 10-2, 10-3...... equivale a spostare la virgola di 1, 2, 3...posti verso sinistra.
13. Medie
La media è un valore numerico che descrive sinteticamente un insieme di dati. Esistono varie tipologie di media che possono essere scelte
per descrivere un fenomeno, quelle più comunemente impiegate sono la media aritmetica, quella geometrica e quella armonica.
Media Aritmetica
Dato un insieme di n valori {k1, k2, ..., kn} , la media aritmetica M si calcola come segue:
k1 + k2 + ⋯ + kn
M=
n
Per esempio: per calcolare la media dei 6 valori {2, 7, 5, 1, 1, 3}:
2+7+5+1+1+3 19
M= = ≈ 3,17
6 6
La media aritmetica M è tale che, sostituito a tutti i 6 valori, la formula restituisce M stesso.
Media Geometrica
Dati un insieme di n valori {k1, k2, ..., kn} , la media geometrica G si calcola come segue:
n −−−−−−−−−−
G=√ k1 ⋅ k2 ⋯ kn
Notiamo che il prodotto deve essere positivo affinché la radice esista. Inoltre se uno dei valori è zero otterremmo una media geometrica pari a
zero, che quindi non darebbe alcuna informazione, essendo indipendente dagli altri valori.
Evidenziamo anche qui il fatto che la media geometrica G è quel numero che, sostituito a tutti i valori, la formula restituisce G stesso.
Media Armonica
Dati un insieme di n valori {k1, k2, ..., kn} tutti diversi da zero, la media armonica H si calcola come segue:
n n
H= = n
1 1 1 1
k1
+
k2
+⋯+
kn ∑
k
i=1 i
6 6 1260
H= = = ≈ 1,89
1 1 1 1 1 1 667 667
+ + + + +
2 7 5 1 1 3 210
Anche in questo caso la media armonica H è quel numero che sostituito all'interno della formula a ciascuno dei valori presi in considerazione
restituisce H stesso.
Media
Muovi
Confronto
Segmento
14. Progressioni
Progressione aritmetica
Si definisce progressione aritmetica una successione di tre o più numeri, tali che la differenza tra ciascuno di essi e il suo precedente è
costante.
Tale differenza costante si chiama ragione della progressione aritmetica e si indica generalmente con d (da differenza). È ovvio che si può
supporre d ≠ 0, perché altrimenti tutti i termini della progressione sarebbero uguali. In simboli d = an+1 - an.
L'n-esimo termine di una progressione aritmetica il cui primo termine è a1 e la cui ragione è d è dato dalla formula:
an = a1 + d ⋅ (n − 1).
a1 + an
Sn = n ⋅
2
dove a1 indica il primo termine e an l'n-esimo.
Per esempio: la successione 1, 3, 5, 7, 9, 11, 13, ... è una progressione aritmetica di ragione 2 e la somma dei suoi primi 20 termini è
1 + 1 + 19 ⋅ 2
S20 = 20 ⋅ = 400 .
2
Per approfondimenti e dimostrazioni guarda qui.
Progressione geometrica
Si definisce progressione geometrica una successione di tre o più numeri, tali che il quoziente tra ciascuno di essi e il suo precedente è
costante.
Il rapporto costante di cui sopra si chiama ragione della progressione geometrica e si indica generalmente con q (da quoziente). Anche in
an+1
questo caso si può supporre q ≠ 1, altrimenti tutti i termini della progressione sarebbero uguali. In simboli q = an .
L'an-esimo termine di una progressione aritmetica il cui primo termine è a1 e la cui ragione è q è dato dalla formula:
an = a1 ⋅ q n−1 .
È evidente che se q > 0 tutti i termini della progressione sono di segno concorde, mentre se q < 0 sono a segno alterno, infatti un numero
negativo con esponente pari ha come risultato un numero positivo, se l'esponente è dispari resterà negativo. Se poi a1 > 0 e q > 0, allora tutti i
termini della progressione sono positivi e la progressione è crescente se q > 1, decrescente se 0 < q <1 .
Il prodotto dei primi n termini di una progressione geometrica è dato dalla formula:
Pn = (√−
a−−−− n
1 ⋅ an )
La somma dei primi n termini della progressione è invece data dalla formula:
1 − qn
Sn = a1 ⋅
1−q
con q ≠ 1.
Per esempio: la successione 2, 6, 18, 54, ... è una progressione geometrica di ragione 3 e la somma dei suoi primi 5 termini è
1 − 35
S5 = 2 ⋅ = 242 .
1−3
Per approfondimenti e dimostrazioni guarda qui.
15. Stime e Approssimazioni
Definiamo la stima come l’individuazione del valore indicativo di una quantità o di una grandezza incognita, mediante un procedimento
conscio o inconscio.
Una conseguenza di questa definizione è la distinzione tra stime dirette, ottenute “ad occhio” o “a senso”, ed indirette, ricavate con il calcolo
approssimato. Un’altra distinzione è quella tra stima computazionale (che si riferisce al risultato di calcoli) e di misurazione.
L’individuo che ha sviluppato un buon senso del numero si aspetta naturalmente che i risultati siano plausibili rispetto a quelli attesi,
ricorrendo a strategie di “checks and balances”, ovvero controllandone la ragionevolezza.
Un'approssimazione di una qualche grandezza ne è una rappresentazione inesatta ma utile a fini pratici.
Si può approssimare per troncamento, troncando il numero a livello della cifra necessaria. Per esempio se volessi troncare
13,4569998234... alla quarta cifra dopo la virgola otterrei 13,4569.
Si può approssimare per arrotondamento: dopo aver stabilito a quale cifra arrotondare, si considera la prima cifra da eliminare. Se questa è
minore di 5, il valore dell'ultima cifra significativa rimane invariato. Se è maggiore o uguale di 5, l'ultima cifra significativa viene aumentata di 1.
Per esempio, approssimiamo per arrotondamento alla seconda cifra dopo la virgola i seguenti numeri:
1,2345 1,23
1,2376 1,24
1,2352 1,24
Ci sono poi approssimazioni che prescindono dall'arrotondamento, si tratta ad esempio di stime effettuate sui numeri irrazionali che spesso
coinvolgono radici e logaritmi.
– – – –
Ad esempio √2 può essere stimata come numero compreso tra 1 e 2, visto che 1 = √1 < √2 < √4 = 2, ma vi possono essere alcuni
– 3
casi in cui la nostra approssimazione deve essere più raffinata. Infatti nel caso in cui volessimo stabilire se √2 > 2 = 1, 5 , dovremo
–
calcolare la prima cifra decimale, e quindi approssimare √2 ≈ 1, 4 .
Uno degli errori più frequenti è poi quello di confondere il risultato approssimato dal numero da approssimare. Ricordiamo che
l'approssimazione è una rappresentazione inesatta della nostra quantità, seppur utile a fini pratici. Pertanto π ≠ 3,14, sebbene spesso
possiamo approssimarlo a tale valore svolgendo alcuni esercizi π ≈ 3,14.
Esistono quindi approssimazioni più precise di altre, ma ogni esercizio può richiederne una differente, a seconda delle quantità che si
confrontano. Può essere utile a questo scopo approfondire la pagina di Confronto tra espressioni.
16. Confronti
Ponendo il valore dello 0 come punto di partenza avremo alla sua destra i numeri positivi e alla sua sinistra i numeri negativi.
Poiché sulla retta i numeri sono disposti in modo ordinato (dal più piccolo al più grande) per stabilire quale tra due numeri è più grande
bisogna pensare quale, nella retta dei numeri, è più a destra.
In simboli:
a < b si legge "a minore di b" e significa che a è più piccolo di b; quindi b è più a destra di a;
a > b si legge "a maggiore di b" e significa che a è più grande di b; quindi a è più a destra di b;
a = b se a - b vale 0.
Quando si devono confrontare numeri che appartengono a insiemi numerici diversi conviene quindi scriverne un'approssimazione in numero
– 5
decimale; ad esempio, volendo confrontare √2 e , possiamo procedere così:
3
5
√–2 ≈ 1, 4 e ≈ 1, 6
3
– 5
quindi, poiché 1, 4 < 1, 6 , si ha che √2 < .
3
Per confrontare due frazioni esiste un metodo più veloce, descritto nel capitolo dedicato alle frazioni.
16.1. Confronto tra espressioni
A questo punto potremmo chiederci come poter confrontare fra loro non solo singoli numeri, ma brevi espressioni.
−−−− −− −−
Ad esempio si vuol stabilire se è vero che √2656 > √98 + √43 .
In questo, come in altri casi, non esiste una strategia univoca, ma ciò che potrebbe venire in mente di fare (senza bisogno di un calcolatore) è
una stima delle quantità in gioco. Notiamo, nell'esempio in esame, che possiamo certamente valutare il secondo membro come minore di 17,
−−
− −− −−
in quanto la prima radice è certamente minore di √100 = 10 , mentre √43 < √49 = 7 .
−−−− −−
− −−−−
Il problema è quindi ridotto a valutare se √2656 > 17 , il che è evidente, giacché 17 = √289 < √2656 .
−−−−
Alternativamente avremmo potuto trovare un'ulteriore quantità intera da porre tra 17 e √2656 , come ad esempio 50, visto che 502 = 2500.
Analogamente a quanto visto con i radicali, potremmo trovarci di fronte ad una espressione contente, ad esempio, logaritmi. La strada da
seguire sarà sempre quella di stimare le quantità ignote con delle quantità note, tali da essere utili per la valutazione e il confronto con altre.
Ad esempio vogliamo stabilire se è vero che il log378 è compreso tra i numeri 4 e 5.
Sicuramente log378 < 5, visto che, utilizzando la definizione di logaritmo, 78 < 35 = 243.
D'altra parte, però notiamo subito che log378 < log381, visto che il logaritmo è una funzione crescente quando la base è maggiore di 1,
e log381 = log334 = 4. Pertanto log378 < 4, contrariamente a quanto scritto nella traccia.
Abbiamo dunque risolto questo esercizio utilizzando per la prima disuguaglianza la definizione di logaritmo, e per la seconda il confronto con
un logaritmo con la stessa base ma argomento differente.