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eBook - Numeri

Sito: Polo4Extra Stampato da: BADIAA BERNAOUI


Corso: Matematica di Base Online Data: mercoledì, 14 dicembre 2022, 20:51
Libro: eBook - Numeri
Descrizione

Numeri primi, scomposizione in fattori primi. Massimo comun divisore e minimo comune multiplo. Divisione con resto fra numeri interi.
Potenze, radici, logaritmi. Numeri decimali. Frazioni. Percentuali. Media (aritmetica). Confronti, stime e approssimazioni.
Sommario

1. Insiemi numerici

2. Le quattro operazioni

3. Potenze

4. Divisione con resto

5. Numeri primi e scomposizioni

6. MCD e mcm

7. Frazioni
7.1. Operazioni con le frazioni

8. Proporzioni
8.1. Percentuali

9. Numeri decimali

10. Radice n-esima


10.1. Operazioni fondamentali con i radicali

11. Logaritmo

12. Notazione Scientifica

13. Medie

14. Progressioni

15. Stime e Approssimazioni

16. Confronti
16.1. Confronto tra espressioni
1. Insiemi numerici

Numeri naturali
L'insieme dei numeri naturali è costituito da quei numeri che servono per contare. 

N = {0, 1, 2, 3, …}.

Numeri interi
L'insieme dei numeri interi è costituito dai numeri naturali (diversi da 0) preceduti dal segno + o dal segno -. Anche lo 0 è un numero intero
ed è l'unico intero privo si segno.

Z = {… , −3, −2, −1, 0, 1, 2, 3, …}.

Numeri razionali
L'insieme dei numeri razionali è l'insieme dei numeri rappresentabili come un rapporto tra due interi con il denominatore diverso da 0.

1 2
Q = {  | a, b ∈ Z, b ≠ 0} = {… , −3, −1.5, − , 0, , 1.75, 2, …}
a
b 3 3

Numeri reali
L'insieme dei numeri reali è l'insieme di tutti quei numeri rappresentabili mediante uno sviluppo decimale (finito o infinito). I numeri reali che
non sono numeri razionali (cioè scrivibili come frazioni), si dicono irrazionali.

1
R = {… , −3, −√–3, − , 0, 1, 1.75, 2, π, …}
2

Ognuno degli insiemi numerici citati è contenuto strettamente nell'insieme successivo:

N⊂Z⊂Q⊂R

 Graficamente:
2. Le quattro operazioni

Addizione
L'addizione è un'operazione interna a ℕ, cioè la somma di due numeri naturali è sempre un numero naturale.

  


a + b = c
addendo addendo somma

Proprietà dell'addizione
Commutativa: a + b = b + a

Associativa: (a + b) + c = a + (b + c)

Esistenza dell'elemento neutro (0): a + 0 = 0 + a = a

Esistenza dell'opposto (-a): a + (-a) = 0

Sottrazione
La sottrazione non è interna a ℕ ma lo è a ℤ (la differenza di 2 numeri naturali può dar luogo a un numero negativo).

  


a − b = c
minuendo sottraendo differenza

Proprietà della sottrazione


Invariantiva 
rispetto all'addizione: a - b = (a + c) - (b + c)  
rispetto alla sottrazione (solo a destra): a - b = (a - c) - (b - c)  

Moltiplicazione
La moltiplicazione è un'operazione interna a ℕ, cioè il prodotto di due numeri naturali è sempre un numero naturale.

  


a ⋅ b = c
fattore fattore prodotto

Proprietà della moltiplicazione


Commutativa: a · b = b · a

Associativa: (a · b) · c = a · (b · c)

Esistenza dell'elemento neutro (1): a · 1 = 1 · a = a

Esistenza dell'elemento assorbente (0): a · 0 = 0 · a = 0

Esistenza del reciproco (1/a): a · 1/a = 1

Distributiva della moltiplicazione rispetto all'addizione: a · (b + c) = a · b + a · c  oppure (a + b) · c = a · c + b · c

Distributiva della moltiplicazione rispetto alla sottrazione: a · (b - c) = a · b - a · c  oppure (a - b) · c = a · c - b · c .

Legge di annullamento del prodotto: se a · b = 0 allora a = 0 oppure b = 0.

Divisione
La divisione non è interna a ℕ né a ℤ ma è interna a ℚ.

  


a : b = c
dividendo divisore quoziente

Proprietà della divisione


Invariantiva
rispetto alla moltiplicazione: a : b = (a · c) : (b · c)
rispetto alla divisione (solo a destra): a : b = (a : c) : (b : c)
Distributiva a destra della divisione rispetto all'addizione e alla sottrazione: (a + b) : c = a : c - b : c  oppure (a - b) : c = a : c - b : c.
3. Potenze

Elevamento a potenza
L'elevamento a potenza an è quell'operazione che associa a un numero intero a (base) e a un numero naturale n (esponente), a moltiplicato
per se stesso n volte.


an = a ⋅ a ⋯ a
n volte

Si assume anche a0 = 1 per ogni valore di a ≠ 0, mentre all'espressione 00 non si attribuisce alcun significato.

Per esempio:

4³ = 4 · 4 · 4 = 64

(– 2)³ = (– 2) · (– 2) · (– 2) = – 6

(– 3)² = (– 3) · (– 3) = 9

Segno di una potenza


Se l'esponente è pari e la base è diversa da 0, il risultato dell'elevamento a potenza sarà sempre positivo, indipendentemente dalla base.
Se l'esponente è dispari il risultato dell'elevamento a potenza avrà lo stesso segno della base.

n
È importante notare che, in generale, −(a) ≠ (−a)n ; infatti, –24 = –16 ma (–2)4 = 16.

Proprietà delle potenze


Ricordiamo alcune proprietà dell'elevamento a potenza, per ogni a, b, m e n si ha:

Esponente uguale a zero: se a ≠ 0, a0 = 1


Prodotto di potenze di ugual base: am ⋅ an = am+n
am
Quoziente di potenze di ugual base:
n
= am−n
n
a m
Potenza di potenza: (am ) = am⋅n = (an )
1
Segno - all'esponente: a−n =
an n
Prodotto di potenze di ugual esponente: an ⋅ bn = (a ⋅ b)
an a n
Quoziente di potenze di ugual esponente:  =( )
bn b
4. Divisione con resto

La divisione a : b, con a e b numeri interi e b ≠ 0, è quell'operazione che suddivide un insieme formato da a elementi in gruppi di b oggetti
ciascuno, restituendo il numero di gruppi formati (il quoziente) e il numero di oggetti che sono rimasti (il resto).

In simboli si ha: 

a : b = q con resto r        se a = b · q + r, con r < b.

Per esempio: 16 : 3 = 5 con resto 1; ovvero con 16 oggetti possiamo formare 5 gruppi di 3 elementi,
lasciandone 1 fuori.
Infatti: 3 × 5 + 1 = 16 e 1 < 3.

Nel caso in cui il resto è uguale a 0, la divisione si dice esatta ed è l'operazione inversa della moltiplicazione. Ad esempio: 15 : 3 = 5; infatti: 3
× 5 = 15.

In questo caso diciamo che 15 è divisibile per 3 o, equivalentemente, che 3 è un divisore di 15. 
5. Numeri primi e scomposizioni

Numeri primi
Un numero primo è un numero naturale maggiore di 1 divisibile solo per 1 e per se stesso.

Scomposizione in fattori
Il teorema fondamentale dell'aritmetica afferma che ogni numero naturale maggiore di 1 o è primo oppure si può rappresentare come un
prodotto di numeri primi (scomposizione in fattori primi) e tale rappresentazione è unica, a meno dell'ordine dei fattori.

Per ottenere la scomposizione in fattori primi di un numero naturale maggiore di 1 si può procedere per divisioni successive per numeri
primi, fino ad ottenere 1 come quoziente.

Per esempio: fattorizziamo il numero 420.

420 : 2 = 210
210 : 2 = 105
105 : 3 = 35
35 : 5 = 7
7:7=1

Quindi: 420 = 2 × 2 × 3 × 5 × 7 = 2 × 5 × 3 × 7 × 2 = 7 × 2 × 5 × 3 × 2 = ...

Di solito si preferisce una rappresentazione in cui compaiono i fattori primi in ordine crescente, raccogliendo quelli ripetuti in potenze.
Pertanto, la scomposizione "canonica" di 420 è 22 × 3 × 5 × 7.
6. MCD e mcm

Massimo Comune Divisore (MCD)


Il massimo comune divisore di due o più numeri interi diversi da 0, è il più grande numero naturale per il quale possono essere divisi, ossia il
più grande fra i divisori comuni.

Il massimo comune divisore fra due numeri a, b, c, d, ... si indica con MCD (a, b, c, d, ...). 

Il massimo comune divisore si ottiene trovando la scomposizione in fattori primi dei due (o più) numeri dati e moltiplicando i soli fattori
comuni, considerati una sola volta e con il minimo esponente.

Per esempio: per calcolare MCD (18, 30), dalle scomposizioni in fattori 18 = 2 × 3³ e 30 = 2 × 3 × 5, si ha MCD (18,30) = 2 × 3 = 6

minimo comune multiplo (mcm)


ll minimo comune multiplo di due o più numeri interi, diversi da 0, è il più piccolo fra i multipli comuni diversi da 0.

Il minimo comune multiplo fra numeri a, b, c, d ...  si indica con mcm (a, b, c, d, ...).

Il minimo comune multiplo si ottiene trovando la scomposizione in fattori primi dei due (o più) numeri dati e moltiplicando i fattori comuni e
non comuni, considerati una sola volta e con il loro massimo esponente.

Per esempio: per calcolare mcm (18, 30), dalle scomposizioni 18 = 2 × 3³ e 30 = 2 × 3 × 5, si ha che mcm (18, 30) = 2 × 3³ × 5 = 90

MCD
mcm
90
120
Inserisci
Campo

120 90

Una proprietà che lega mcm, MCD e il prodotto di due numeri


Un calcolo alternativo, ma equivalente, di mcm e MDC tra due numeri fa uso della seguente proprietà:

mcm(a, b) ⋅ MCD(a, b) = a ⋅ b

da cui si ha che: 

a⋅b
mcm(a, b) =
MCD(a, b)
e, analogamente, 

a⋅b
MCD(a, b) =
mcm(a, b)

Infatti, per l'esempio precedente si ha:

18 ⋅ 30 18 ⋅ 30
mcm(18, 30) = = = 90
MCD(18, 30) 6

ATTENZIONE: Questa proprietà vale solo per due numeri. Se vogliamo individuare MCD e mcm di tre o più numeri non è più valida.
7. Frazioni

a
Una frazione è una scrittura del tipo con a e b numeri interi, b ≠ 0, a è detto numeratore e b denominatore.
b
Una frazione rappresenta il quoziente tra due numeri interi, ossia il loro rapporto.

a
Una frazione , con a, b ∈ ℕ, b ≠ 0, si dice:
b
propria se a < b;
apparente se a è multiplo di b;
impropria se a > b e a non è multiplo di b.

2 7 14
Per esempio:  è una frazione propria, è una frazione impropria, è una frazione apparente. 
7 2 2

Ridurre una frazione ai minimi termini


Una frazione ridotta ai minimi termini (o irriducibile) è una frazione in cui il numeratore e il denominatore sono coprimi, ovvero tali che
MCD (a, b) = 1.

Per ridurre ai minimi termini una frazione occorre scomporre in fattori primi il numeratore e il denominatore e semplificare i termini comuni. Il
valore della frazione non cambia poiché moltiplicare (o dividere) numeratore e denominatore per lo stesso numero equivale a moltiplicare (o
dividere) per 1. 

12 22 ⋅ 3 2
Per esempio:  = =
30 5⋅3⋅2 5
Frazioni equivalenti

Due frazioni sono equivalenti se, ridotte ai minimi termini, sono uguali. 

15 20 5
Per esempio: è equivalente a poiché ridotte ai minimi termini sono entrambe uguali a .
12 16 4

Dalla frazione al numero decimale


Una frazione può essere scritta come un numero decimale dividendo il numeratore per il denominatore.

3 2
Per esempio:  = 3 : 10 = 0, 3 e  = 2 : 3 = 0, 666 … = 0, 6̄ .
10 3

Confronto tra 2 frazioni


Esistono diversi modi per confrontare due frazioni:

1. Trasformare entrambe le frazioni in numeri decimali.

1 4 1 4
Per esempio: per confrontare e scriviamo 1 : 6 = 0, 16̄ , 4 : 15 = 0, 26̄ e poiché 0, 16̄ < 0, 26̄ si ha  < .
6 15 6 15
2. Portare le frazioni allo stesso denominatore e poi confrontare i numeratori.

1 4 1
Per esempio: per confrontare e troviamo il mcm(6, 15) = 30 che sono i denominatore e cerchiamo le frazioni equivalenti a  e
6 15 6
4
con denominatore uguale a 30.
15
1 1⋅5 5 4 4⋅2 8 1 4
= = e = = . Poiché 5 < 8 vale  < .
6 6⋅5 30 15 15 ⋅ 2 30 6 15
3. Prodotto in croce. Chiamiamo diagonale principale  quella in cui si trova il numeratore della prima frazione, diagonale
secondaria l'altra; se il prodotto sulla diagonale principale è minore di quello sulla diagonale secondaria, la prima frazione è minore della
seconda, in caso contrario la prima frazione è maggiore della seconda. 

1 4 1 4
Per esempio: per confrontare e si calcolano 1 · 15 = 15 e 6 · 4 = 24, poiché 15 < 24 si ha che < .
6 15 6 15
7.1. Operazioni con le frazioni

Somma e sottrazione di frazioni


Per sommare (o sottrarre) due frazioni si procede come segue:

Se le due frazioni hanno lo stesso denominatore

a c a±c
± =
b b b
3 7 3+7 10
Per esempio:  + = = = 2 
5 5 5 2
Se le due frazioni hanno denominatori diversi

a c (mcm(b, d) : b) ⋅ a ± (mcm(b, d) : d) ⋅ c
± =
b d mcm(b, d)
3 7 3⋅2−7⋅5 −29 29
Per esempio: − = = =−
5 2 5⋅2 10 10

Prodotto di frazioni
Per moltiplicare due frazioni  si procede come segue:

a c a⋅c
⋅ =
b d b⋅d
5 4 5
Per esempio: ⋅ =
8 3 6

Quoziente di frazioni
Per dividere due frazioni si procede come segue:

a
a c b a d a⋅d
: = c = ⋅ =
b d b c b⋅c
d
4 16 4 15 5
Per esempio:  : = ⋅ =
9 15 9 16 12

Potenza di una frazione con esponente naturale


Per calcolare la potenza di una frazione si procede come segue:

a n an
( ) = n
b b
3 3 (−3)3 27
Per esempio: (− ) = =−
2 23 8

Potenza di una frazione con esponente intero negativo


Per calcolare la potenza con esponente intero negativo di una frazione si procede così: 

a −n bn
( ) = n
b a
−2 2
5 2 4
Per esempio: ( ) =( ) =
2 5 25
8. Proporzioni

Una proporzione è un'uguaglianza tra due rapporti. 

Si dice che quattro numeri reali positivi a, b, c, d sono in proporzione fra loro, se il rapporto fra il primo e il secondo è uguale al rapporto tra il
terzo e il quarto, ovvero:

a c
a : b = c : d   oppure  =
b d
Questa relazione quaternaria si legge: a sta a b come c sta a d.

Terminologia delle proporzioni


a:b=c:d

Inoltre a, b, c, d si dicono termini della proporzione.

In particolare i due termini esterni (in questo caso a e d) si dicono estremi, mentre i due termini più interni (in questo caso b e c) si dicono
medi.

Possiamo inoltre distinguere tra antecedenti (a e c) e conseguenti (b e d).

Proprietà delle proporzioni


Dalla definizione si ricava immediatamente la proprietà fondamentale delle proporzioni:

Se quattro numeri sono in proporzione, il prodotto dei medi è uguale al prodotto degli estremi.

In formula:

a : b = c : d ⇒ a ⋅ d = b ⋅ c 

Da questa proprietà ne derivano altre:

1. Regola del quarto proporzionale


b⋅c
Noti tre numeri a, b, c, il quarto proporzionale, d, tale che a : b = c : d  , è dato da d =
a
b⋅c a⋅d a⋅d
Similmente, da a : b = c : d si ottiene a = , b= , c= .
d c b

2. Proprietà dell’invertire
Data una quaterna proporzionale, se ne ottiene un’altra scambiando tra loro gli antecedenti con i propri conseguenti: 

a:b=c:d⇒b:a=d:c

3. Proprietà del permutare


Data una quaterna proporzionale se ne ottiene un’altra scambiando tra loro i medi o gli estremi (o entrambi): 

a : b = c : d ⇒ a : c = b : d, d : b = c : a, d:c=b:a

4. Proprietà del comporre


In ogni quaterna proporzionale la somma degli antecedenti sta alla somma dei conseguenti come ogni antecedente sta al proprio
conseguente: 

a : b = c : d ⇒ (a + c) : (b + d) = a : b, (a + c) : (b + d) = c : d

5. Proprietà dello scomporre


In ogni quaterna proporzionale la differenza degli antecedenti sta alla differenza dei conseguenti come ogni antecedente sta al proprio
conseguente: 

a : b = c : d ⇒ (a − c) : (b − d) = a : b, (a − c) : (b − d) = c : d
Quando i medi di una quaterna proporzionale coincidono, cioè quando

a : b = b : d ovvero b2 = a ⋅ d

il numero b è la media geometrica (o media proporzionale) dei numeri a e d . 


8.1. Percentuali

Le percentuali sono in modo diverso di esprimere le frazioni con denominatore 100, infatti la percentuale descrive il rapporto (espresso in
centesimi) di una parte rispetto al totale. La totalità è quindi espressa come il 100%.

Una qualsiasi frazione può essere espressa come percentuale n %, ricavando n dalla proporzione: 

a : b = n : 100
a
ovvero n = ⋅ 100.
b
Per esempio: ½ = 50%, infatti 50 = ½·100

Per passare da percentuale a frazione è sufficiente procedere come segue: 

n
n% =
100
 e, se necessario, ridurre ai minimi termini.

Calcolo delle percentuali


Per calcolare la percentuale di una grandezza è sufficiente moltiplicare la grandezza per la percentuale espressa come frazione.

23 2990
Per esempio: se vogliamo calcolare il 23% di 130 dobbiamo procedere così: 130 ⋅ = = 29, 9
100 100
Se sappiamo che una parte del totale corrisponde a una percentuale e vogliamo calcolare il totale dobbiamo dividere la parte del totale
per la percentuale espressa in frazione.

Per esempio se sappiamo che il 60% del totale corrisponde a 420 e vogliamo sapere quanto è il totale dobbiamo procedere così: 
100 42000
420 : = = 700
60 60
Possiamo calcolare le percentuali anche ricorrendo alle proporzioni:

Supponiamo di avere un numero A e un numero B, e di dover calcolare in che percentuale è A rispetto a B, la proporzione che dobbiamo
impostare è la seguente: 

A : B = n : 100.

Esempi:

1. In una scuola 75 alunni su 300 portano gli occhiali, qual è la percentuale degli alunni con gli occhiali nella scuola?
25 ⋅ 100
75 : 300 = x : 100 quindi x = = 25. Pertanto il 25% degli alunni della scuola porta gli occhiali.
300
2. A scuola il 30% degli alunni ha il debito in matematica. Gli alunni totali della scuola sono 400, qual è il numero degli studenti che hanno
il debito in matematica?
400 ⋅ 30
x : 400 = 30 : 100 quindi x = = 120. Gli alunni con debito in matematica sono 120.
100
9. Numeri decimali

Ogni numero reale può essere rappresentato in forma decimale.


Questa rappresentazione è caratterizzata da due parti: la parte intera, che precede la virgola, e la parte decimale, che la segue.

Per esempio: il numero 13,75 ha parte intera 13 e parte decimale 75 (o 0,75, come si può trovare in alcuni testi).

Un numero scritto in forma decimale può avere parte decimale finita oppure infinita.

Se la parte decimale è infinita ed è formata da una sequenza finita di cifre che da un certo punto in poi si ripete all'infinito il numero si chiama
decimale periodico, altrimenti si parla di numero decimale aperiodico.

Per esempio: 23,4877187718771... con 8771 che si ripete all'infinito è un numero periodico, 8771 si chiama periodo, mentre 4, che è la cifra
che precede il periodo, si chiama antiperiodo. La sua scrittura sarà 23,48771=23,487718771877187718771…

OSS: ogni numero razionale può essere rappresentato, oltre che con una frazione, con un forma decimale.

Numero decimale finito


Per trasformare un numero decimale finito nella frazione equivalente, detta frazione generatrice, si scrive:

1. al numeratore il numero senza la virgola;


2. al denominatore 1 seguito da tanti 0 quante sono le cifre decimali.

Per esempio:

12 6
1, 2 = =
10 5
1267
12, 67 =
100

Numero decimale illimitato periodico


Per trasformare un numero decimale illimitato periodico nella frazione equivalente, detta frazione generatrice, si scrive:

1. al numeratore la differenza tra il numero dato senza virgola e il numero che sta prima del periodo senza virgola;
2. al denominatore tanti 9 quante sono le cifre del periodo seguiti da tanti 0 quante sono le cifre dall'antiperiodo.

Per esempio:

1325 − 132 1193


1, 325̄ = =
900 900
3−0 3 1
0, 3̄ = = =
9 9 3

Numero decimale illimitato aperiodico


Un numero decimale illimitato aperiodico non ha una rappresentazione sotto forma di frazione. Si tratta di numeri irrazionali, che non
possono essere espressi come rapporto tra due numeri.

Per esempio:

0,101001000100001.... non ha un periodo che si ripete, benché sia chiaro il suo sviluppo 

√–2 = 1,414213562...

π = 3,141592654...
10. Radice n-esima

Sia n un numero naturale diverso da zero; si definisce radice n-esima di un numero reale a (se esiste) e si indica con il simbolo √
n −
a:

il numero reale positivo o nullo che, elevato a n, ha come risultato a, se n è pari;
il numero reale che, elevato a n, ha come risultato a, se n è dispari.

In simboli:

b ≥ 0 e bn = a  per n pari
n−
b=√ a⇔{ n
b = a  per n dispari
−− −−−−
Per esempio: √32 = 2 perché 25=32; √3 −27 = −3 perché (-3)3=-27.
5

Condizioni di esistenza di un radicale


Le condizioni di esistenza di un radicale variano in base alla parità o alla disparità del suo indice:

se n è pari, √
n −
a esiste per ogni a ≥ 0; 
se n è dispari, √
n −
a esiste per ogni a ∈ R.
−−−−− 7− −−−−
Per esempio: la condizione di esistenza per il radicale √x + 1 è x
4
≥ −1 ; la condizione di esistenza per il radicale √ 5 − x è ∀ x ∈ R.

Segno di un radicale
Il segno di √
n −
a , per i valori di a che soddisfano le condizioni di esistenza:

è sempre positivo o nullo se n è pari;


ha lo stesso segno del radicando se n è dispari.

Proprietà invariantiva dei radicali


La proprietà invariantiva dei radicali afferma che:

"Moltiplicando o dividendo sia l'indice di un radicale che l'esponente del suo radicando per un numero diverso da 0, si ottiene un radicale
equivalente a quello dato."

In simboli:

n− −−
√ a = np
√ap , con a ≥ 0 e n e p interi positivi.
−− 12/4 −−− 3−− 3 –
Per esempio: √28 = √28/4 = √22 = √4 .
12

Notazione frazionaria per i radicali


Talvolta è comodo scrivere un radicale come potenza con esponente razionale, se la base è positiva:
m n −
−−
an = √ am ;
m 1
a− n = n −− −.
√am
Tale notazione è stata introdotta per poter utilizzare le proprietà delle potenze anche con i radicali.

−− 3
Per esempio: √23
5
= 25 .
10.1. Operazioni fondamentali con i radicali

Prodotto di radicali
n− n −−
√ a⋅√
n
b=√ ab,  con a ≥ 0, b ≥ 0 e n intero positivo

.
– – −−−− –
Per esempio: √3 ⋅ √2 = √3 ⋅ 2 = √6 .

Se i radicali da moltiplicare non hanno lo stesso indice dobbiamo ridurli allo stesso indice utilizzando la proprietà invariantiva prima di
eseguire l'operazione.

– – 3⋅2 −
− 2⋅3 −− 6 – −−
− −−

Per esempio: √2 ⋅ √5 = √22 ⋅ √53 = √4 ⋅ √6 125 = √6 500 .
3

Potenze di radicali
n− m n −
−−
(√ a) = √ am ,  con a ≥ 0 e n, m interi positivi 
– 3−− −−
Per esempio: (√7)2
3
= √72 = √3 49 .

Radice di un radicale
−−

n m− −
√ √a = m⋅n
√a,  con a ≥ 0 e n, m interi positivi.
−−

4 – – 12 –
Per esempio: √√2 √2 = √
3
= 3⋅4 2.

Portare fuori da un radicale


n −−

√ an b = a√
n
b,  con a, b ≥  e n intero positivo.
−− −−−− −−−−−−−−− −−−− –
Per esempio: √96 = √25 ⋅ 3 = √22 ⋅ 22 ⋅ 2 ⋅ 3 = 22 √2 ⋅ 3 = 4√6

Quando portiamo fuori da una radice un fattore letterale dobbiamo assicurarci che il radicale semplificato abbia lo stesso segno e le stesse
condizioni di esistenza del radicale iniziale; vale quindi:

n −
√ x = |x| se n è pari;
n −
√ x = x se n è dispari.
−− −−−−− 3−− 3 −−−−− 3−−
Per esempio: √x3 = √x2 ⋅ x = |x|√−
x e √x5 = √x3 ⋅ x2 = x√x2 .

Portar dentro un radicale


n −−

a√
n
b = √an b,  con a, b ≥ 0 e n intero positivo.
– 3−−−−− 3−−−−
Ad esempio: 10√4 = √103 ⋅ 4 = √4000 .
3

Somme di radicali
Attenzione! La somma di radicali NON è uguale alla somma dei radicandi

√2 + √–3 ≠ √–5

Si possono sommare tra loro solo radicali con lo stesso indice e lo stesso radicando.

– – – – 3 – – 3 –
Per esempio: 3√2 + √4 − √2 = (3 − 1)√2 + √4 = 2√2 + √4 .
3

Possiamo, in alcuni casi, rendere più semplice l'espressione in cui sia indicata la somma di radicali aventi lo stesso indice di radice e lo stesso
radicando, eseguendo il raccoglimento a fattor comune. Ad esempio:

−−−− −−−−
+ − = + − = +3 −2 = (1 + 3 − 2) =2
– −− – – −−−− −−−− – – – – –
√2 + √18 − √8 = √2 + √32 ⋅ 2 − √22 ⋅ 2 = √2 + 3√2 − 2√2 = (1 + 3 − 2)√2 = 2√2

Razionalizzazione di quozienti di radicali


Se al denominatore di una frazione compare un radicale, possiamo sfruttare la proprietà invariantiva delle frazioni cercando di ottenere al
denominatore un numero intero. Ci sono alcuni tipi di razionalizzazione, a seconda di come è fatto il denominatore, e mostreremo tre casi:

− −
se il denominatore è√a , allora basta moltiplicare il numeratore e il denominatore per √a .
– – –
2 2 ⋅ √3 2√3 2√3
Per esempio: – = – – = −− = ;
√3 √3 ⋅ √3 √ 32 3
−−
− −−−−
se il denominatore è √am , con m < n, allora basta moltiplicare il numeratore e il denominatore per√an−m .
n n

7 −−−− 7 −− 7 −

3 3 ⋅ √27−3 3√24 3√24
Per esempio:
7 −− = 7 −− 7 −−−− = 7 − − = ;
√ 23 √ 23 ⋅ √27−3 √ 27 2
− ± √b , allora il fattore moltiplicativo è √−
se il denominatore è √a a ∓ √b .
– – – – – –
√2 √2 ⋅ (√5 − √3) √− −
10 − √6 √−−
10 − √6
Per esempio: – – = – – – – = = .
√5 + √3 (√5 + √3) ⋅ (√5 − √3) 5−3 2
11. Logaritmo

Dati due numeri a e x con a > 0, a ≠ 1 e x > 0 si definisce logaritmo del numero x in base a l'esponente n al quale deve essere elevato a per
ottenere x, ovvero:

loga x = n ⇔ an = x.

Per esempio: log10 1000=3 perché 10³ = 1000

Ricordiamo alcune proprietà che valgono ∀ a, b, x, y positivi con a ≠ 1, e ∀ k ∈ ℝ:

• loga a =1

• loga 1 =0

• Logaritmo del prodotto: loga (x ⋅ y) = loga x + loga y


x 1
• Logaritmo del quoziente: loga y = loga x − loga y (da cui segue che loga x = − loga x )

• Logaritmo di una potenza: loga (xk ) = k ⋅ loga x

logb x
• Formula del cambio di base: loga x =
logb a

• Relazione tra logaritmo ed esponenziale: aloga b =b


12. Notazione Scientifica

Per leggere meglio misure molto grandi o molto piccole, confrontarle o svolgere calcoli è comodo che esse siano espresse in notazione
scientifica.

Un numero in notazione scientifica è espresso con il prodotto tra:

un numero decimale k tale che 1 ≤ k < 10;


una potenza di 10.

±k·10n

Per esempio: 5,3 · 104 è un numero scritto in notazione scientifica mentre 47 · 103 e 0,9 · 10-7 non lo sono perché la parte prima della virgola
non è normalizzata (ovvero compresa tra 1 e 10).

Trasformare un numero in notazione scientifica


1. per prima cosa occorre contare il numero di posti di cui occorre spostare la virgola in modo da ottenere un numero ak maggiore o
uguale ad 1 e minore di 10. Questo numero rappresenta la nostra n;

2. se il numero da trasformare è maggiore o uguale ad 1, esso verrà scritto in notazione scientifica con n positivo;
se il numero da trasformare è compreso tra 0 e 1, esso verrà scritto in notazione scientifica con n negativo.

Per esempio: prendiamo il numero 706000000:

inoltre 706000000 è un numero maggiore di 1 quindi l'esponente sarà positivo e varrà 706000000 = 7,06 · 108.

Ora vediamo cosa accade se prendiamo il numero 0,0000015:

si tratta di un numero compreso tra 0 e 1 quindi l'esponente sarà negativo e varrà 0,0000015 = 1,5 · 10-6.

Dalla notazione scientifica a quella standard


Dato un numero in notazione scientifica, per scriverlo in forma standard basta ricordare cosa comporta la moltiplicazione per una potenza del
10.

Moltiplicare per 10, 102, 103...... equivale a spostare la virgola di 1, 2, 3...posti verso destra oppure aggiungere 1, 2, 3...zero.

Moltiplicare per 10-1, 10-2, 10-3...... equivale a spostare la virgola di 1, 2, 3...posti verso sinistra.
13. Medie

La media è un valore numerico che descrive sinteticamente un insieme di dati. Esistono varie tipologie di media che possono essere scelte
per descrivere un fenomeno, quelle più comunemente impiegate sono la media aritmetica, quella geometrica e quella armonica.

Media Aritmetica
Dato un insieme di n valori {k1, k2, ..., kn} , la media aritmetica M si calcola come segue:

k1 + k2 + ⋯ + kn
M=
n
Per esempio: per calcolare la media dei 6 valori {2, 7, 5, 1, 1, 3}:

2+7+5+1+1+3 19
M= = ≈ 3,17
6 6
La media aritmetica M è tale che, sostituito a tutti i 6 valori, la formula restituisce M stesso.

Media Geometrica
Dati un insieme di n valori {k1, k2, ..., kn} , la media geometrica G si calcola come segue:

n −−−−−−−−−−
G=√ k1 ⋅ k2 ⋯ kn

Per esempio: per calcolare la media geometrica dei 6 valori {2, 7, 5, 1, 1, 3}:


−−−−−−−−−−−− −−

G = √6 2 ⋅ 7 ⋅ 5 ⋅ 1 ⋅ 1 ⋅ 3 = √6 210 ≈ 2,44

Notiamo che il prodotto deve essere positivo affinché la radice esista. Inoltre se uno dei valori è zero otterremmo una media geometrica pari a
zero, che quindi non darebbe alcuna informazione, essendo indipendente dagli altri valori.

Evidenziamo anche qui il fatto che la media geometrica G è quel numero che, sostituito a tutti i valori, la formula restituisce G stesso.

Media Armonica
Dati un insieme di n valori {k1, k2, ..., kn} tutti diversi da zero, la media armonica H si calcola come segue:

n n
H= = n
1 1 1 1
k1
+
k2
+⋯+
kn ∑
k
i=1 i

Per esempio: calcoliamo la media armonica dei 6 numeri {2, 7, 5, 1, 1, 3}:

6 6 1260
H= = = ≈ 1,89
1 1 1 1 1 1 667 667
+ + + + +
2 7 5 1 1 3 210
Anche in questo caso la media armonica H è quel numero che sostituito all'interno della formula a ciascuno dei valori presi in considerazione
restituisce H stesso.

Confronto tra medie


Con questo piccolo applet possiamo vedere un confronto tra le tre medie, facendo variare 3 valori p, q ed r tramite gli slider.
Confronto
La
Siano
Media
Segmento

Media
Muovi
Confronto
Segmento
14. Progressioni

Progressione aritmetica
Si definisce progressione aritmetica una successione di tre o più numeri, tali che la differenza tra ciascuno di essi e il suo precedente è
costante.

Tale differenza costante si chiama ragione della progressione aritmetica e si indica generalmente con d (da differenza). È ovvio che si può
supporre d ≠ 0, perché altrimenti tutti i termini della progressione sarebbero uguali. In simboli d = an+1 - an.

L'n-esimo termine di una progressione aritmetica il cui primo termine è a1 e la cui ragione è d è dato dalla formula:

an = a1 + d ⋅ (n − 1).

La somma Sn dei primi n valori di una progressione aritmetica è uguale a:

a1 + an
Sn = n ⋅
2
dove a1 indica il primo termine e an l'n-esimo.

Per esempio: la successione 1, 3, 5, 7, 9, 11, 13, ... è una progressione aritmetica di ragione 2 e la somma dei suoi primi 20 termini è
1 + 1 + 19 ⋅ 2
S20 = 20 ⋅ = 400 .
2
Per approfondimenti e dimostrazioni guarda qui.

Progressione geometrica
Si definisce progressione geometrica una successione di tre o più numeri, tali che il quoziente tra ciascuno di essi e il suo precedente è
costante.

Il rapporto costante di cui sopra si chiama ragione della progressione geometrica e si indica generalmente con q (da quoziente). Anche in
an+1
questo caso si può supporre q ≠ 1, altrimenti tutti i termini della progressione sarebbero uguali. In simboli q = an .

L'an-esimo termine di una progressione aritmetica il cui primo termine è a1 e la cui ragione è q è dato dalla formula:

an = a1 ⋅ q n−1 .

È evidente che se q > 0 tutti i termini della progressione sono di segno concorde, mentre se q < 0 sono a segno alterno, infatti un numero
negativo con esponente pari ha come risultato un numero positivo, se l'esponente è dispari resterà negativo. Se poi a1 > 0 e q > 0, allora tutti i
termini della progressione sono positivi e la progressione è crescente se q > 1, decrescente se 0 < q <1 .

Il prodotto dei primi n termini di una progressione geometrica è dato dalla formula:

Pn = (√−
a−−−− n
1 ⋅ an )

La somma dei primi n termini della progressione è invece data dalla formula:

1 − qn
Sn = a1 ⋅
1−q
con q ≠ 1.

Per esempio:  la successione 2, 6, 18, 54, ... è una progressione geometrica di ragione 3 e la somma dei suoi primi 5 termini è
1 − 35
S5 = 2 ⋅ = 242 .
1−3
Per approfondimenti e dimostrazioni guarda qui.
15. Stime e Approssimazioni

Definiamo la stima come l’individuazione del valore indicativo di una quantità o di  una grandezza incognita, mediante un procedimento
conscio o inconscio.

Una conseguenza di questa definizione è la distinzione tra stime dirette, ottenute “ad occhio” o “a senso”, ed indirette, ricavate con il calcolo
approssimato. Un’altra distinzione è quella tra stima computazionale (che si riferisce al risultato di calcoli) e di misurazione. 

L’individuo che ha sviluppato un buon senso del numero si aspetta naturalmente che i risultati siano plausibili rispetto a quelli attesi,
ricorrendo a strategie di “checks and balances”, ovvero controllandone la ragionevolezza.

Un'approssimazione di una qualche grandezza ne è una rappresentazione inesatta ma utile a fini pratici.
Si può approssimare per troncamento, troncando il numero a livello della cifra necessaria. Per esempio se volessi troncare
13,4569998234... alla quarta cifra dopo la virgola otterrei 13,4569.
Si può approssimare per arrotondamento: dopo aver stabilito a quale cifra arrotondare, si considera la prima cifra da eliminare. Se questa è
minore di 5, il valore dell'ultima cifra significativa rimane invariato. Se è maggiore o uguale di 5, l'ultima cifra significativa viene aumentata di 1.
Per esempio, approssimiamo per arrotondamento alla seconda cifra dopo la virgola i seguenti numeri:

1,2345  1,23

1,2376  1,24

1,2352  1,24

Ci sono poi approssimazioni che prescindono dall'arrotondamento, si tratta ad esempio di stime effettuate sui numeri irrazionali che spesso
coinvolgono radici e logaritmi. 
– – – –
Ad esempio √2 può essere stimata come numero compreso tra 1 e 2, visto che 1 = √1 < √2 < √4 = 2, ma vi possono essere alcuni
– 3
casi in cui la nostra approssimazione deve essere più raffinata. Infatti nel caso in cui volessimo stabilire se √2 > 2 = 1, 5 , dovremo

calcolare la prima cifra decimale, e quindi approssimare √2 ≈ 1, 4 .

Uno degli errori più frequenti è poi quello di confondere il risultato approssimato dal numero da approssimare. Ricordiamo che
l'approssimazione è una rappresentazione inesatta della nostra quantità, seppur utile a fini pratici. Pertanto π ≠ 3,14, sebbene spesso
possiamo approssimarlo a tale valore svolgendo alcuni esercizi π ≈ 3,14.

Esistono quindi approssimazioni più precise di altre, ma ogni esercizio può richiederne una differente, a seconda delle quantità che si
confrontano. Può essere utile a questo scopo approfondire la pagina di Confronto tra espressioni.
16. Confronti

La retta dei numeri è la rappresentazione grafica dei numeri reali.

Ponendo il valore dello 0 come punto di partenza avremo alla sua destra i numeri positivi e alla sua sinistra i numeri negativi.

Retta dei numeri reali

Poiché sulla retta i numeri sono disposti in modo ordinato (dal più piccolo al più grande) per stabilire quale tra due numeri è più grande
bisogna pensare quale, nella retta dei numeri, è più a destra.

In simboli:

a < b si legge "a minore di b" e significa che a è più piccolo di b; quindi b è più a destra di a;

a > b si legge "a maggiore di b" e significa che a è più grande di b; quindi a è più a destra di b;

a = b si legge "a è uguale a b"; quindi a e b coincidono.

Possiamo confrontare due numeri anche in questo modo:

a < b se a - b è negativo;

a > b se a - b è positivo;

a = b se a - b vale 0.

Quando si devono confrontare numeri che appartengono a insiemi numerici diversi conviene quindi scriverne un'approssimazione in numero
– 5
decimale; ad esempio, volendo confrontare √2 e , possiamo procedere così:
3
5
√–2 ≈ 1, 4 e ≈ 1, 6
3
– 5
quindi, poiché 1, 4 < 1, 6 , si ha che √2 < .
3
Per confrontare due frazioni esiste un metodo più veloce, descritto nel capitolo dedicato alle frazioni.
16.1. Confronto tra espressioni

A questo punto potremmo chiederci come poter confrontare fra loro non solo singoli numeri, ma brevi espressioni.
−−−− −− −−
Ad esempio si vuol stabilire se è vero che √2656 > √98 + √43 .

In questo, come in altri casi, non esiste una strategia univoca, ma ciò che potrebbe venire in mente di fare (senza bisogno di un calcolatore) è
una stima delle quantità in gioco. Notiamo, nell'esempio in esame, che possiamo certamente valutare il secondo membro come minore di 17,
−−
− −− −−
in quanto la prima radice è certamente minore di √100 = 10 , mentre √43 < √49 = 7 . 
−−−− −−
− −−−−
Il problema è quindi ridotto a valutare se √2656 > 17 , il che è evidente, giacché 17 = √289 < √2656 .
−−−−
Alternativamente avremmo potuto trovare un'ulteriore quantità intera da porre tra 17 e √2656 , come ad esempio 50, visto che 502 = 2500.

Analogamente a quanto visto con i radicali, potremmo trovarci di fronte ad una espressione contente, ad esempio, logaritmi. La strada da
seguire sarà sempre quella di stimare le quantità ignote con delle quantità note, tali da essere utili per la valutazione e il confronto con altre. 

Ad esempio vogliamo stabilire se è vero che il log378 è compreso tra i numeri 4 e 5. 

Sicuramente log378 < 5, visto che, utilizzando la definizione di logaritmo, 78 < 35 = 243. 

D'altra parte, però notiamo subito che  log378 <  log381, visto che il logaritmo è una funzione crescente quando la base è maggiore di 1,
e log381 = log334 = 4. Pertanto log378 < 4, contrariamente a quanto scritto nella traccia. 

Abbiamo dunque risolto questo esercizio utilizzando per la prima disuguaglianza la definizione di logaritmo, e per la seconda il confronto con
un logaritmo con la stessa base ma argomento differente.

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