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criteri per la scelta dei dispositivi di controllo a cui affidare la gestione dell’impianto automatico.
Per il comune motore endotermico a benzina a quattro tempi è aumentata ultimamente l'esigenza di
DIMINUIRE L'INQUINAMENTO prodotto dai motori:
sia RIDUCENDO LE SOSTANZE TOSSICHE EMESSE DALLO SCARICO tramite l'impiego della
marmitta catalitica,
sia ottimizzando il funzionamento del motore in modo da ridurre i consumi di carburante.
Per tali motori, il sistema di accensione tradizionale della miscela aria-benzina della camera, dove si
trovano i pistoni, è gestito dallo SPINTEROGENO, che decide quando innescare la scintilla rispetto alla
posizione del pistone nel cilindro (anche detto anticipo rispetto al punto morto superiore, in cui si ha la
massima compressione scintilla innescata quando c’è la massima compressione all’interno del cilindro).
Tutti questi problemi vengono superati sostituendo il congegno elettromeccanico con una centralina
elettronica, che sulla base di alcuni parametri quali, per esempio, il numero di giri del motore, decide
l'anticipo di accensione ottimale, fornendo inoltre scintille di energia sufficiente a ogni regime di rotazione
del motore.
Viene anche richiesto che la centralina possa comunicare dati con un altro dispositivo a fini di diagnostica.
La centralina deve dare la possibilità all’operatore esterno di interfacciarsi con essa e di
permettere di effettuare delle operazioni di diagnostica = INTERFACCIA OPERATORE-UOMO
Una soluzione possibile consiste nell'utilizzare un CONTROLLORE A BUS, dotato dei moduli necessari, visto
il numero e la tipologia degli ingressi e uscite.
per semplificare lo sviluppo del sistema, conviene utilizzare un PLC, ossia bus propetario,
dotandolo dei moduli di ingresso e uscita necessari.
Tali moduli sono montati nello stesso armadio del PLC poiché, data la natura dell'impianto,
non vi è bisogno di armadi di ingresso/uscita remoti, essendo l’impianto raccolto.
Per soddisfare il requisito della presenza dell’operatore è presente l'interfaccia operatore
= pannello di comando, collegato al PLC tramite linea seriale a uno dei moduli dell’impianto,
su cui è presente una tastiera a membrana e un display alfanumerico.
CELLA PRESSE ROBOTIZZATA (pressa usata anche negli impianti di riciclaggio della plastica, per ridurre
l’ingombro)
L'impianto da automatizzare è composto da tre presse consecutive servite da due robot manipolatori intra-
presse e due robot manipolatori esterni di carico e scarico.
Al sistema di comando è richiesto di sincronizzare il movimento dei manipolatori e delle presse in modo
da ottimizzare la produttività della linea
+ prestare una particolare attenzione alla sicurezza e alla gestione delle emergenze, date le
notevoli energie in gioco
Nota: Sia le presse, sia i robot manipolatori sono dotati di propri controllori a bordo della macchina uso
di un’architettura DISTRIBUITA
Saranno 4 per i robot manipolatori e 3 per le presse
1. La gestione del sistema è realizzata tramite un sistema PLC di gestione, che comunica con le presse
direttamente con lo scambio di segnali digitali, gestiti con moduli di ingresso/uscita digitali nel rack
del PLC
2. La comunicazione tra il PLC e i manipolatori viene invece realizzata utilizzando una RETE PER IL
CONTROLLO(controllo distribuito), a tale scopo sul bus degli armadi di controllo sono poste
particolari schede.
3. Tra le specifiche si doveva prevedere una comunicazione tra la cella e le altre celle di lavorazione
contigue, per lo scambio di dati
Possibile fornendo la cella automatizzata di una scheda di rete per il controllo PLC da
scegliere deve quindi avere un modulo di interfaccia di rete
Che permette la comunicazione tra il PLC di gestione della cella e gli ARMADI di CONTROLLO
DEI ROBOT DI MANIPOLAZIONE (NOTA: ogni robot è dotato di un proprio armadio di
controllo)
la comunicazione tra PLC e armadi dei robot avviene tramite la rete => gli armadi dei robot
devono essere dotati al loro interno di una scheda in grado di interfacciarsi con la rete per il
controllo
4. L'operatore deve poter intervenire per avviare o fermare l'impianto, supervisionare lo stato della
linea, supervisionare la cella, caricare i programmi di movimentazione dei robot interfaccia
operatore viene realizzata mediante l’utilizzo di un PC collegato a una rete per il controllo, su cui
viene implementato un piccolo sistema SCADA
caricare i programmi per i manipolatori, tramite un collegamento seriale diretto tra PC e
armadi di controllo.
SCADA, permette la raccolta di dati, a disposizione di altri sistemi di controllo e di gestione,
da fornire a celle di lavorazione contigue per poter sincronizzare tutte le celle di cui è
costituito l’impianto
Armadi comunicano tra di loro attraverso la rete per il controllo
L'architettura è di tipo distribuito e prevede l'utilizzo di un PLC per ogni sottosistema, che gesticono in
autonomia i 4 sottosistemi necessari per il funzionamento del sistema
I PLC sono collegati tramite una rete di controllo tra loro e sempre attraverso di essa sono collegati anche
al PLC di gestione dell'intero impianto.
Il PLC di gestione è poi collegato tramite una rete per le informazioni a un sistema SCADA per la
supervisione dell'intero sistema
e allo SCADA tramite la rete per l’informazione sono anche collegati i sistemi per
l’acquisizione di misure sul campo (pressione, temperature, sensori di vario tipo), che Data
la notevole quantità di misure da realizzare, queste sono gestite da due sistemi dedicati
Le stringenti specifiche sulla sicurezza sono state soddisfatte ricorrendo a vari accorgimenti:
1. la rete di controllo è stata resa ridondante;
2. il PLC di gestione della sicurezza, per la gestione di eventuali routine di emergenza per tornare da
situazioni di fault dell’impianto.
è stato reso ridondante per avere un sistema a massima disponibilità e usa inoltre dei
sensori dedicati diversi da quelli utilizzati per il controllo, per prevenire il caso in cui questo
potrebbe smettere di funzionare;
il plc di sicurezza ha inoltre dei contatti di sicurezza=collegamenti dedicati diretti
indipendenti dalla rete, attraverso cui
invia i consensi necessari al
funzionamento degli altri PLC,
rispetto a misure che riceve
direttamente dall’impianto
Sistema deve stoccare delle unità di carico, deve prelevare le unità di carico dalla scaffalatura, e portarle
sulla navetta, questa prende le unità di carico dalle unità di carico dal buffer di ingresso, arriva nel corridoio
individuato, il traslo la preleva, l’unità di carico viene depositata sul buffer di ingresso, poi il traslo-
elevatore si sposta in un’altra locazione all’interno della scaffalatura preleva un altro carico e lo porta nel
buffer di uscita del corridoio, la navetta lo carica e lo porta nel buffer di uscita per subire una lavorazione.
Questa sequenza di operazioni, nel contesto dei magazzini automatici, è detta ciclo macchina DUAL
COMMAND.
OPERAZIONI DELLA NAVETTA:
prelievo (dal buffer di ingresso principale, dai buffer di uscita dei corridoi, dai buffer di uscita
delle postazioni di prelievo/deposito)
deposito (nel buffer di uscita principale, nei buffer di ingresso ai corridoi, nei buffer di ingresso
delle postazioni di prelievo/deposito).
Data anche la necessità che i controllori della navetta e dei traslo siano a bordo, è naturale rivolgersi a
UN'ARCHITETTURA DISTRIBUITA vanno sincronizzati per realizzare le operazioni di carico e scarico, e
vanno connessi tra di loro per i consensi rispetto alle risorse condivise
Di solito, in un magazzino è anche necessaria una pianificazione in tempo reale delle missioni da compiere,
che ottimizzi le movimentazioni
affidabile a un personal computer, connesso in rete con i PLC, il quale, date le missioni, le
ordina, le suddivide in movimentazioni elementari e invia queste ultime agli altri dispositivi
di controllo.