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sociali
scoprire legami in un
mondo che cambia
02 2022
Eutanasia, suicidio assistito La posta in gioco
e fine vita: un dibattito aperto della vicenda Djokovic
aggiornamenti sociali
anno 73 • numero 2 • febbraio 2022
133-144 letture&visioni
#istituzioni: T. Greco, La legge della fiducia / R. Esposito, Istituzione
/ Ariaferma, regia di L. Di Costanzo
È stata la mano di Dio, regia di P. Sorrentino / C. Bellavite Pellegrini,
Tra cielo e terra / G. De Vecchi – A. Mattioli, Comandamenti per la
libertà / A. Franzoso, Ero un bullo
in collaborazione con
editoriale
L’affaire Djokovic,
una partita che ci riguarda
Giuseppe Riggio SJ
Direttore di Aggiornamenti Sociali
<direttore@aggiornamentisociali.it>, @giuriggio
76 • Giuseppe Riggio SJ
editoriale
78 • Giuseppe Riggio SJ
editoriale
come nel caso dell’attuale dibattito no-vax o di altre questioni che sono
profondamente divisive. Ma questo legame c’è e se non si prende atto della
sua inevitabile esistenza, anche quando vorremmo cancellarlo, non si può
andare avanti.
Abitare il mondo
attraverso i libri: giovani
lettori, futuri cittadini
«L
eggere fa bene!» è una di quelle affermazioni che non ri-
chiedono di essere argomentate tanto appaiono evidenti. In
effetti, la lettura fa bene a ogni età, a partire dai primi anni
della vita: i libri realizzati per i più giovani svolgono un ruolo prezioso
nella loro crescita, accompagnandoli nel viaggio che porta alla scoperta
di se stessi, delle relazioni con gli altri, del mondo che li circonda. Cer-
tamente non ci sono solo i libri a svolgere un ruolo importante in questo
percorso verso l’età adulta, ma non è un azzardo sostenere che la scelta
82 • Nicoletta Gramantieri
dialoghi
84 • Nicoletta Gramantieri
dialoghi
Editoria e letteratura
non sono sinonimi
Tuttestorie
Libreria, Festival e Cooperativa Tuttestorie
86 • Tuttestorie
dialoghi
88 • Tuttestorie
dialoghi
che sono gli adulti a scegliere i libri per chi adulto ancora non è. E
questo a distanza di quasi quarant’anni non è ancora cambiato, o almeno
non abbastanza. Seguendo l’autore svizzero potremmo dire, con una forte
semplificazione, che abbiamo quattro categorie di zie e zii rispetto ai libri.
Quella che chiede il libro che insegna a vivere con morale esplicita. Quella
delle storie sottovuoto, libri per non pensare, che devono essere epurati da
ogni possibile emozione troppo forte. Amore? No. Paura? Neppure. Morte?
Non esiste. E così via verso un discreto appiattimento. Non mancano le
zie/zii che immaginano nipoti superdotati, che sono sempre “avanti”, con
il risultato di bambini di un anno a cui vorrebbero propinare addirittura
libri sul bullismo. Infine, e per fortuna, ci sono le zie e gli zii che scelgono
con sguardo attento all’infanzia creando spazi di relazione, curiosità e ac-
compagnamento.
Al di là dell’evidente e artificiosa estremizzazione, è importante dire
che è possibile creare alleanze estremamente fertili se a monte c’è
una condivisione sul senso della lettura e sul presupposto che bam-
bine e bambini sono soggetti pensanti e competenti. Ma alleanze per
fare che cosa? Non per portare avanti degli intenti educativi espliciti, che
rischiano di privare la storia della sua intenzionalità narrativa: il piacere
del raccontare. Per dirla con Gianni Rodari, non sappiamo con certezza
quali connessioni si creeranno nello spazio fertilissimo che vive tra gli
occhi di chi legge e il libro. Certo, chi da anni si occupa di promozione
della lettura ha affinato le sue competenze per capire quando l’incontro
fra libri e lettori bambini può avere maggiori margini di successo, ma
a volte si prendono affascinanti cantonate, che permettono di trovare
nuovi sguardi e strade in noi che costruiamo legami tra persone e sto-
rie. Questo può avvenire soprattutto nel caso dei libri illustrati, il cui
linguaggio predominante offre chiavi di accesso e fruibilità più ampie e
trasversali della parola scritta. Due importanti frammenti autobiografici
sono esemplificativi. Bianca Pitzorno, che ha raccontato come da piccola
trascorresse il tempo a immaginare storie sulle illustrazioni dell’atlante
di anatomia del padre; o ancora Italo Calvino, che racconta di aver go-
duto profondamente dei fumetti del Corriere dei Piccoli per poi rimanere
deluso da quelle stesse storie: le narrazioni che lui aveva tessuto su quelle
illustrazioni erano a parer suo ben più interessanti.
I libri sono una palestra per sperimentare forme di pensiero dif-
ferenti. Un ambiente protetto in cui immaginare, appunto, che cosa
avrei fatto io in quella determinata situazione o al posto di quel
personaggio. Si crea una relazione e un contrasto tra storia narrativa
e storia personale, direbbe Jerome Bruner, ossia tra la storia del libro e
quella mia, unica e singolare. Nei libri non ci si fa troppo del male, ma
portati dal gusto del racconto si possono costruire degli schemi narrati-
vi da utilizzare nel presente per immaginarci altro da quello che siamo
90 • Tuttestorie
dialoghi
fronto sulla Rete tra coetanei, attraverso siti e social. O ancora la possibilità
di incontrare su piattaforma, per una presentazione di un libro o un corso,
i propri lontanissimi autrici e autori preferiti.
In sintesi, non possiamo dare la colpa al digitale quando abbiamo
la percezione che i libri non interessino. Anche perché i dati dicono
il contrario. Dobbiamo chiederci a quale bisogno relazionale rispon-
dono le varie forme del digitale per capire come possa farvi fronte la
letteratura. I dati sulla povertà educativa in Italia mettono in evidenza
come spesso i più giovani non conoscano né abbiano accesso a esperienze
culturali. Ecco perché anche i libri spesso non vengono cercati né vissuti.
E questo vale anche per i loro adulti di riferimento che, come membri della
comunità educante, sono sempre più da considerare parte integrante nel
lavoro di promozione della lettura.
S uccede fin dalla notte dei tempi, qualcuno dice «C’era una volta»
e… boom, l’attenzione è catturata. Dalla narrazione orale ai lin-
guaggi scritti, disegnati e visivi, l’uomo ha sempre avuto bisogno di storie.
La lettura in tenera età è un’occasione per arricchire l’esistenza del
lettore del futuro, allargarne gli orizzonti rispetto alla quotidianità
e al linguaggio familiare; è un momento di condivisione nella prima
infanzia e poi di immersione in una storia che non è la propria o quella di
chi ci circonda: non uno specchio che riflette la nostra immagine, ma una
finestra aperta verso il mondo, verso altre parti di noi. Leggere dà serenità
e prospettiva, consentendoci di mettere a fuoco ciò che da una distanza
troppo ravvicinata ci sfuggirebbe.
92 • Sonia Basilico
dialoghi
94 • Sonia Basilico
dialoghi
Riprende il dibattito
sul fine vita
Suicidio assistito ed eutanasia all’ordine del giorno
Massimo Reichlin
Docente di Filosofia morale, Università Vita-Salute San Raffaele, Milano
<reichlin.massimo@hsr.it>
Alberto Giannini
Direttore dell’Unità operativa di Anestesia e rianimazione pediatrica, Ospedale dei
Bambini, Spedali Civili, Brescia
<alberto.giannini@asst-spedalicivili.it>
Mario Picozzi
Docente di Medicina legale, Università degli studi dell’Insubria, Varese
<mario.picozzi@uninsubria.it>
L
e questioni bioetiche e giuridiche connesse alla fine della vita umana
stanno agitando nuovamente il nostro Paese. Nel mese di febbraio
la Corte costituzionale dovrà pronunciarsi sull’ammissibilità
del referendum abrogativo di parte dell’art. 579 c.p. sull’omicidio del
consenziente, che, in caso di vittoria, introdurrebbe l’eutanasia nel nostro
ordinamento. A sostegno della proposta referendaria nel 2021 sono state
raccolte, per la prima volta in parte anche online, le firme di oltre 1,2 mi-
lioni di cittadini.
na della fede, Lettera Samaritanus bonus sulla cura delle persone nelle fasi critiche e terminali
della vita, 22 settembre 2020; Ufficio nazionale per la pastorale della salute della CEI, Alla
sera della vita. Riflessioni sulla fase terminale della vita terrena, Romani, Savona 2020.
4 Cfr Reichlin M., «L’ordinanza della Corte Costituzionale sul caso Cappato: osservazioni
5 In questo senso cfr Casalone C., «La discussione parlamentare sul “suicidio assistito”»,
Salario minimo:
ragioni dell’economia
e dignità dei lavoratori
Patrizio Tirelli
Docente di Economia, Università di Pavia
<patrizio.tirelli@unipv.it>
P
er l’Organizzazione internazionale del lavoro (OIL, o ILO secondo
l’acronimo inglese), il salario minimo può essere definito come la re-
tribuzione più bassa che un datore di lavoro è tenuto a corrispondere
a un lavoratore a fronte della sua prestazione e che non può essere ridotta
da accordi individuali o dalla contrattazione collettiva (ILO 2021).
I primi casi di istituzione del salario minimo risalgono alla fine del XIX
secolo in Australia e Nuova Zelanda. Un interessante studio (Lake 2014)
li interpreta come tentativi di evitare che per i lavoratori meno qualificati
il “libero” mercato del lavoro determinasse esiti salariali comparabili, se
non inferiori, al tenore di vita precedente all’abolizione della schiavitù. A
livello internazionale, i provvedimenti di introduzione di un salario mini-
mo legale hanno conosciuto crescente diffusione sino agli anni ’80 del XX
secolo; successivamente, a partire dalla fine degli anni ’90, si è assistito
a una ripresa dei provvedimenti di istituzione e tutela legale dei salari
minimi, a causa del drastico incremento delle diseguaglianze sociali e
Risorse
25,852 mln
Popolazione dello Xinjiang (2020)
Guangxi
Tibet
Gasdotto KAZAKISTAN
KIRGHIZISTAN
Verso
l’Europa meridionale
TAGIKISTAN
China - Pakistan
Economic Corridor (CPEC)
Verso il porto
di Gwadar (Pakistan)
PAKISTAN
Le cinque “Nuove vie della seta”
Dalle regioni
costiere
XINJIANG
Da Shangai
Da Guangzhou
Fonti: Australian Strategic Policy Institute, <www.aspi.org.au>; Istituto per gli Studi di
Politica Internazionale, <www.ispionline.it>; per i dati demografici: Ministero degli affari
Esteri della Repubblica Popolare Cinese, <www.mfa.gov.cn/mfa_eng/>.
Trent’anni di conflitti
2017
2018 2019
Lancio della Great We- Nel mese di luglio, hanno luogo violenti
stern Development Stra- scontri tra uiguri e cinesi han. Fonti cinesi
tegy, piano di investi- riferiscono di 197 vittime. Il Governo cinese
menti statali nelle regioni accusa il Congresso mondiale degli uiguri,
occidentali. Il Governo in- con sede in Germania, di fomentare le vio-
coraggia l’immigrazione lenze. Human Rights Watch ha documenta-
nelle zone meno popola- to 73 casi di uiguri arrestati dalla polizia
te, compreso lo Xinjiang. e scomparsi nei giorni seguenti alla rivolta.
2000 2009
2016 2014
8 luglio. Gli ambasciatori di 22 Paesi, tra i qua-
li Australia, Canada, Francia, Germania, Giap-
pone e Regno Unito (l’Italia no) inviano una
lettera al Consiglio per i diritti umani del- 17 giugno. Il Con-
le Nazioni Unite, condannando il trattamento gresso degli Sta-
delle minoranze etniche nello Xinjiang e chie- ti Uniti approva lo
dendo la chiusura dei campi di internamento. Uyghur Human Ri-
Pochi giorni dopo, 37 Paesi, tra cui Arabia Sau- ghts Policy Act, che
dita, Corea del Nord, Egitto, Filippine, Iran, chiede al Governo
Nigeria, Pakistan, Russia e Siria, tutti lega- di imporre sanzio-
ti alla Cina da forti relazioni economiche, ri- ni alla Cina per le
spondono con una lettera a sostegno delle violazioni dei diritti
politiche governative cinesi nello Xinjiang. umani nello Xinjiang.
2019 2020
internazionali
Gillian Donoghue
Development Officer – Missione Gesuita del Myanmar
<mynsjdo@gmail.com>
L
a Repubblica dell’Unione del Myanmar è tornata alla ribalta delle
cronache mondiali il 10 gennaio 2022 con la notizia della condanna
di Aung San Suu Kyi, ex “consigliere di Stato”, a quattro anni di re-
clusione, con l’accusa di importazione e possesso illegale di walkie-talkie e
violazione delle disposizioni per contenere i contagi da coronavirus. Premio
Nobel per la pace nel 1991 e leader della National League for Democracy
(NLD, Lega nazionale per la democrazia), Aung San Suu Kyi, per la sua
opposizione al regime, era stata agli arresti domiciliari più volte tra il 1989
e il 2010, per un totale di 15 anni di detenzione, e vi era tornata dopo il
1º febbraio del 2021, quando il potente esercito birmano, il Tatmadaw,
rovesciando il Governo con un colpo di Stato, ha di fatto reinstaurato nel
Questo articolo rientra nella collaborazione esistente tra la Rivista e la Fondazione MAGIS.
Adattamento e traduzione dall’originale inglese a cura di Cesare Sposetti SJ.
dell’8 novembre 2020 sono state vissute da molti con grande speran-
za. Milioni di giovani hanno potuto votare per la prima volta e hanno
dichiarato in modo schiacciante il loro sostegno al Governo di Aung San
Suu Kyi, garantendo al suo partito, la NLD, 258 dei 315 seggi elettivi della
Camera dei Rappresentanti e 138 dei 161 seggi elettivi della Camera delle
Nazionalità.
Il 1° febbraio 2021, proprio mentre si progettava di riaprire le scuole e
le imprese e di ricostruire l’economia, il colpo di Stato militare ha fatto
precipitare il Myanmar ancora una volta nell’oscurità. Nessuno era
riuscito a prevedere questo evento, che ha colto alla sprovvista il Paese e il
mondo intero, che nei mesi successivi ha assistito a imponenti manifesta-
zioni di protesta contro il golpe. La risposta dei militari è stata brutale. Più
di 1.300 persone, per lo più giovani, sono state uccise dall’inizio del
colpo di Stato, e migliaia sono state arrestate, prelevate dalle loro case in
raid notturni. Segni di torture e violenze efferate sono stati riscontrati su
molti dei corpi ritrovati sepolti in fosse comuni improvvisate. Sono stati
uccisi adolescenti disarmati, colpiti da cecchini dell’esercito. I soldati han-
no preso il controllo delle strade, distruggendo, saccheggiando e brucian-
do. Nel tentativo di isolare nuovamente il Paese dal mondo e di tagliare il
flusso di informazioni da e verso l’esterno, il regime ha bloccato l’accesso
a Internet, rendendo sempre più difficile documentare le atrocità. Decine
di giornalisti sono stati arrestati e diversi media indipendenti sono stati
chiusi. Con il colpo di Stato, anche gli sforzi per proteggere la popolazione
dalla COVID-19 sono stati vanificati, poiché molti medici si sono uniti al
movimento di protesta e i militari hanno chiuso molti ospedali. I contagi
sono aumentati e molte migliaia di persone sono morte. Anche la campa-
gna vaccinale è al momento in stallo. Il collasso economico e i raccolti persi
hanno ridotto la popolazione alla fame. Il Myanmar è sull’orlo di una
tragedia umanitaria: l’ONU prevede che quasi la metà dei 54 milioni di
abitanti del Myanmar potrebbe cadere in povertà estrema. Il conflitto ar-
mato inoltre si sta intensificando per tutto il Paese e dopo il colpo di Stato
si registrano oltre 200mila sfollati.
Sorge il sole sulle montagne boscose stanotte. Per i successivi tre giorni
dello Stato Shan, in Myanmar, dovranno dipendere l’uno dall’altro
asciugando la rugiada delle foreste. e dalla generosità delle persone che
Un gruppo di amici si sveglia all’alba e incontreranno sul loro cammino. Sotto il
si alza dalle stuoie di bambù stese sul sole cocente di mezzogiorno, il gruppo
duro pavimento di cemento. Piegano in arriva a destinazione in un luogo che
silenzio le loro coperte prese in prestito la maggior parte della gente del posto
e stirano i loro arti ancora rattrappiti evita accuratamente: un gruppo di
dal sonno. Una tazza di tè li riscalda baracche costruite accanto a una vasta
e dà loro la forza per incamminarsi discarica comune. Solo i più poveri tra
silenziosamente nella mattinata i poveri vivono qui. Sono i “raccoglitori
nebbiosa. I nove giovani provengono di rifiuti”, uomini, donne e bambini che
da diverse parti del Paese e si sono sopravvivono raccogliendo dalla discarica
incontrati solo pochi giorni prima. Da plastica, metalli, cartone e altri materiali
quando sono arrivati alla Faber House, riciclabili da vendere. Trascorrono le loro
la casa dei gesuiti nella città di Taunggyi, giornate rovistando tra la spazzatura,
hanno vissuto con un centinaio di altri lavorando in condizioni spaventose nella
coetanei condividendo cibo, preghiere, speranza di guadagnare un paio di dollari
speranze, paure e sogni. per procurarsi il cibo per la giornata. I
Stamattina partono per iniziare un bambini scavano scalzi, tra cani randagi,
pellegrinaggio molto particolare. Portano ratti e scarafaggi. Alcuni si coprono naso
con sé solo lo stretto necessario, e si e bocca con uno straccio per tentare di
lasciano alle spalle telefoni cellulari difendersi dall’odore nauseabondo.
e denaro. Non sanno se potranno I visitatori sono rari in questa parte del
mangiare oggi, né dove dormiranno Myanmar e gli abitanti del villaggio sono
curiosi di sapere perché dei giovani Molti sono stati toccati dall’ospitalità
sono venuti fin lì. Loro spiegano di voler che è stata loro offerta. Una delle
passare del tempo con i raccoglitori partecipanti racconta: «Abbiamo dovuto
di rifiuti e di volerli aiutare, in cambio mendicare e raccogliere rifiuti per tre
di una ciotola di riso e di un riparo per giorni. Solo facendo questa esperienza
una notte o due. Vogliono parlare con ho capito l’importanza del cibo. Mi
loro, condividere un po’ della loro vita, sono pentita delle volte in cui l’ho
almeno per qualche giorno. Anche se sprecato. Ora capisco cosa vuol dire
un po’ stupiti, gli abitanti del villaggio avere fame». Molti di loro hanno anche
accolgono il gruppo e, con la tipica potuto avvertire chiara la presenza di
generosità birmana, condividono quel Dio con loro, nelle varie espressioni
poco che hanno. Lo stesso giorno, delle loro fedi. Un giovane buddista che
partono dalla Faber House altri gruppi ha preso parte all’esperienza racconta:
per i loro pellegrinaggi, per condividere «La spiritualità ignaziana è veramente
la vita delle persone che vivono ai ricca e profonda. Va oltre il credo
margini della società; alcuni si dirigono religioso e le differenze culturali. Penso
verso cliniche per malati di lebbra, altri che tutti possano praticarla, trovare
verso case per bambini disabili. un senso per la propria vita e imparare
I pellegrini tornano alla base 72 ore ad essere agenti di cambiamento».
dopo, esausti, contenti di poter fare la Un’altra partecipante esprime infine la
doccia e mangiare un pasto caldo. Tutti sua gratitudine per l’esperienza vissuta:
hanno storie incredibili da raccontare «Attraverso il Magis abbiamo preso
e nelle ore successive la casa si riempie contatto con aspetti molto duri della
di resoconti vibranti ed entusiasti delle realtà. Grazie per la fiducia dimostrataci
esperienze e delle persone incontrate. nell’inviarci dai più poveri tra i poveri».
Ettore Rossi
Coordinatore del Laboratorio per la felicità pubblica di Benevento
<ettor.rossi@gmail.com>, @ettore_rossi_
P
er chi proviene dall’impegno in ambito ecclesiale e dall’aver preso par-
te a processi educativi e formativi relativi all’ambito sociopolitico, nel
ruolo sia di promotore sia di fruitore, il misurarsi in prima persona
con la dimensione della politica attiva, a partire dalla partecipazione alle
elezioni, mette a dura prova conoscenze, competenze e atteggiamenti acqui-
siti. È quanto ho sperimentato personalmente, quando ho presentato la mia
candidatura alle elezioni amministrative di Benevento nell’ambito di una lista
civica, creata con amici legati da un comune impegno ecclesiale e associativo,
e ho deciso di passare dall’ambito dell’impegno ecclesiale a quello politico.
Fino a quel momento, oltre alla mia attività professionale, sono stato per
diversi anni direttore diocesano dell’Ufficio per i problemi sociali e il lavoro,
incarico da cui mi sono dimesso quando ho deciso di candidarmi, e sono
stato per tredici anni coordinatore di CIVES – Laboratorio di formazione
al bene comune, un’esperienza di educazione alla cittadinanza attiva molto
apprezzata nel territorio.
a) Livello organizzativo
Riavvolgendo il nastro di quanto vissuto nell’affrontare la campagna
elettorale amministrativa, ne ripercorriamo le principali fasi: elaborare un
programma e allestire una lista, promuoverli e poi svolgere la campagna
c) Comunicazione
Connaturata all’attività politica, in tutte le sue fasi, è la comunicazione.
Quando si è dentro la campagna elettorale, ci si rende subito conto che
un candidato e una lista per esistere devono riuscire a essere visibili
e riconoscibili nel sistema locale dei media. Anche rispetto a questa
dimensione bisogna avere competenze, soprattutto per indirizzare l’atten-
zione verso determinati gruppi sociali e questioni specifiche.
Anche nel caso di campagne elettorali locali, con l’aiuto di un giorna-
lista disponibile si può costruire una buona strategia comunicativa senza
spendere troppo, ma che sia espressione del desiderio di rivolgersi agli elet-
tori con cuore e competenza. Nella dinamica di una campagna elettorale
bisogna inoltre imparare a fare squadra, sia nella fase elaborativa e pro-
grammatica sia in quella dell’esposizione pubblica. Intorno alla persona
d) Progettualità
La sfera politica, che appartiene alla dinamica della solidarietà “di
lungo termine”, richiede che le idee e le proposte vengano tradotte in
misure e progetti anche economicamente sostenibili, con la chiara in-
dividuazione delle risorse, e con strumenti di valutazione dei risultati.
L’esperienza concreta consente anche di capire che l’approccio proget-
tuale deve essere a stretto contatto con la condizione reale delle persone e
della comunità. Questo è un tratto ben presente in chi è attivo nelle realtà
ecclesiali e nell’associazionismo, attento in particolare alla condizione delle
persone più deboli che vivono nel territorio e alla ricerca di risposte dirette
da dare. Il rischio di concentrarsi troppo sull’elaborazione del pensiero
strategico è di sottovalutare l’importanza anche di cose piccole, che però
contano molto nella vita delle persone. Il consenso lo si conquista anche
impegnandosi, come candidato, a creare una fermata in più per il bus o
a farlo arrivare in zone non coperte, a illuminare una zona periferica, a
sistemare tratti di strada malmessi nelle contrade o a dare vita a un centro
giovanile in un quartiere che ne è sprovvisto.
Queste competenze sono certamente da acquisire e sperimentare, in for-
ma laboratoriale, nei percorsi formativi sociopolitici diocesani, per aiutare
i futuri candidati a esprimerle anche nel momento elettorale, dimostrando
una capacità programmatica che a livello locale, molto spesso, manca.
e) Raccolta fondi
La realizzazione di una campagna elettorale, soprattutto in un caso
come il nostro, che ha implicato l’allestimento di una lista civica il cui
simbolo non era conosciuto in precedenza, richiede la disponibilità di fondi
per l’organizzazione di eventi, a cui aggiungere un minimo di risorse per
promuovere la candidatura personale. Pur avendo fatto con convinzione
la scelta di uno stile sobrio (preferendo, per esempio, fare iniziative in bar
e in spazi aperti, piuttosto che in sale convegni costose), l’esperienza fatta
nel corso della campagna elettorale ci ha mostrato quanto sia importante
attrezzarsi in anticipo per acquisire competenze adeguate sotto l’aspetto
della raccolta fondi. In particolare, ci siamo resi conto dell’utilità di chie-
dere poco a un numero possibilmente ampio di sostenitori.
f) Competenze tattiche
Oltre alla visione strategica, occorre anche la capacità tattica. La nostra
cultura ci porta spesso a dare quasi esclusivo valore al piano globale, alla
presentazione del progetto. Meno allo svolgersi quotidiano della campa-
La vocazione alla politica attiva, per noi cristiani, non rappresenta una
scelta meramente individuale, ma un impegno a incarnare e rappresen-
tare valori e dimensioni autenticamente comunitari. In tale prospettiva,
la parrocchia, il gruppo o l’associazione sono chiamati a essere re-
sponsabili di questi cristiani impegnati, non isolandoli ma affiancandoli
e sostenendoli, indipendentemente dal votare o meno per loro. Soprattutto
la comunità dovrebbe farsi carico di coltivare una dimensione di spiritua-
lità profonda, a cui possano attingere quanti hanno ruoli politici attivi e
quanti, pur non eletti, continuano la loro presenza nella comunità.
Quando si parla di accompagnamento della comunità cristiana verso
chi s’impegna, si possono immaginare forme di sostegno, momenti con-
divisi sia spirituali sia di orientamento, rispetto agli aspetti più duri dell’e-
sperienza politica, come la valutazione delle conseguenze dell’esercizio del
potere, il vivere situazioni di particolare conflitto o il trovarsi di fronte a
dilemmi etici nelle decisioni da prendere. Contestualmente sarà cruciale
una formazione all’aspetto comunitario in collegamento ideale con i cri-
stiani che scelgono la politica, nonché la preparazione di animatori che sia-
no in grado, nei diversi ambienti, di far crescere un clima di fiducia intorno
a queste persone. Tutto è più comprensibile se pensiamo che chi scende in
campo porta con sé un pezzo della propria comunità di appartenenza.
Più nello specifico, in considerazione del fatto che la dimensione politi-
ca a cui facciamo riferimento è locale, potrebbe essere molto utile che le co-
munità parrocchiali prendessero l’abitudine di invitare a momenti assem-
bleari su temi sociali del proprio territorio cattolici impegnati in politica,
per ascoltare la loro lettura dei problemi e le relative proposte, instaurando
con loro un confronto costante. Si tratta di una modalità che terrebbe
aperto un canale di dialogo e di ascolto con quanti si impegnano politica-
mente, facendoli sentire parte integrante della comunità, stimolando una
condotta coerente rispetto ai principi della dottrina sociale della Chiesa,
e soprattutto dimostrando stima verso di loro, al di là dell’adesione a una
determinata linea politica.
#istituzioni
a cura di Mauro Bossi SJ
Tommaso Greco
#istituzioni
vanti, e non solo all’apparato bu- responsabilità da parte dei citta-
rocratico che rappresenta. Di fatto, dini; ma anche nell’ambito della
gli eccessi burocratici che tutti crisi ambientale, con la necessità
lamentiamo sono la conseguenza di una transizione ecologica che
di una concezione del diritto e dei non potrà essere ordinata dall’alto
rapporti sociali, quella “sfiduciaria” con misure coercitive, pena il suo
e “machiavellica”, che si è diffusa al fallimento: soltanto una comunità
punto da apparire a molti come la umana responsabile verso le fu-
descrizione “naturale” delle relazio- ture generazioni e fiduciosa nelle
ni intraumane. dinamiche di cambiamento potrà
Nelle pagine del libro, l’A. ci attuarla.
conduce attraverso una riflessione Mauro Bossi SJ
#flash
La convocazione La Convocazione documenta un viag-
gio in una giornata particolare di un
regia di gruppo eterogeneo di persone qualun-
Enrico Maisto que che, in un giorno qualsiasi, scelte
dal caso, si ritrovano a confrontarsi con
Start, Rai Cinema, in collaborazione alcuni dei crimini più efferati dei nostri
con Redandblue Context, Italia 2017,
tempi, partecipando ad esempio al
documentario, 57 min.
processo della strage di Brescia.
Il film riesce a raccontare non solo il
Milano, Palazzo di Giustizia. Sessanta percorso che porta alla formazione dei
cittadini, sorteggiati da un sistema giurati, ma anche la metamorfosi di al-
informatico, prendono posto nell’aula cuni cittadini comuni che da personag-
in cui si celebrano i processi della II gi della piccola storia, quella minuscola
sezione della Corte d’Assise d’Appello. fatta di lavoro e famiglia, assumono un
Fortuiti candidati, passeranno un giorno ruolo nella grande Storia, quella ma-
in attesa di sapere se saranno scelti dal iuscola, trovandosi a scrivere – come
Presidente della Corte per un ruolo di nel caso della strage di Brescia – una
cui molti non conoscevano nemmeno delle pagine più importanti del nostro
l’esistenza: il giudice popolare. passato recente.
#istituzioni • 135
Roberto Esposito
Istituzione
#istituzioni
legame profondo tra istituzione dimensione conflittuale del nostro
e vita. Si tratta di un’opzione non vivere insieme, evitando i vicoli
scontata, sconfessata da correnti ciechi dell’irenismo o dell’inelut-
di pensiero importanti degli ultimi tabilità della violenza. Un punto
decenni, con cui Esposito si con- quanto mai centrale se pensiamo
fronta e da cui prende le distanze alle nostre democrazie e alla fatica
in un dialogo serrato, in particolare di stare dentro i conflitti all’interno
con le riflessioni di Heidegger e di un quadro condiviso. Soprattut-
di Foucault, divergenti nei loro iti- to, spaziando nel tempo e tra le
nerari, ma convergenti negli esiti discipline (dal diritto alla filosofia,
finali di una visione svalutata delle dalla sociologia alla biopolitica),
istituzioni. Al centro dell’argomen- Esposito ci rende consapevoli del-
tazione proposta nel libro vi è un la vera posta in gioco quando si
cambio di prospettiva: più che di affronta il tema delle istituzioni: il
istituzioni bisogna parlare di istitu- loro carattere costitutivo del nostro
ire. Quindi non un sostantivo, una vivere insieme e la continua sfida
realtà consolidata, ma un verbo, costituita dall’essere aperti alla no-
un dinamismo costante, una prassi vità della vita.
istituente. Giuseppe Riggio SJ
Ariaferma
regia di
Leonardo Di Costanzo
drammatico
Italia 2021, 117’ min
#istituzioni • 137
Stato appare una realtà lontana. all’abbrutimento del crimine e del
Qui, l’unica istituzione è un carcere rigore penitenziario. Un accento
fatiscente e in procinto di essere propriamente cristiano si fa strada
dismesso. Ma un intoppo burocra- verso la fine, quando, a seguito di
tico blocca nell’edificio, che lette- un black out, tutti i detenuti cena-
ralmente cade a pezzi, una dozzina no, insieme all’ispettore Gargiulo,
di detenuti, insieme a tre ispettori intorno a un unico tavolo al centro
e a un manipolo di agenti. In un del panottico, illuminati da alcune
clima di abbandono, mentre sale la lampade elettriche; è una scena
frustrazione dei carcerati, l’ispetto- eucaristica, un momento di riconci-
re Gaetano Gargiulo (Toni Servillo), liazione e di accettazione reciproca
responsabile della struttura, tenta tra uomini che la vita ha posto su
una mediazione con il più influente fronti opposti; in questa “ultima
dei detenuti, il camorrista Carmine cena”, anche l’ultimo dei reprobi,
Lagioia (Silvio Orlando): deve gua- Arzano, ha la possibilità di trovare
dagnare la fiducia di quest’ultimo, una forma di parziale accettazione
senza perdere quella dei subalterni, da parte degli altri.
piuttosto critici delle attitudini dia- Il congedo di Spadaccini, che
loganti del loro superiore. lascia il carcere per affrontare un
Nel microcosmo della prigione processo dal quale già sa che usci-
si dipanano le storie del suo cam- rà condannato, raduna i detenuti in
pionario umano: il giovanissimo un saluto carico di pietà che uma-
Spadaccini, un ragazzo con un nizza tutti e che fa intuire la possi-
passato di abbandono familiare e bilità di una parola di perdono, che
che ora rischia una pesante con- la giustizia non può ancora pro-
danna; il vecchio Arzano, affetto nunciare. Tutti sono rimasti uomini,
da una grave forma di demenza e perché sono ancora in grado di
rifiutato dai compagni di pena in provare ed esprimere sentimenti di
quanto autore di abusi su minori; solidarietà verso un loro simile che
l’esuberante Cacace; il polemico e va a soffrire, indipendentemente
razzista Bertoni. Scena dopo scena, da ogni giudizio. Alla fine, anche
cresce la consapevolezza di trovarsi i due leader, Gargiulo e Lagioia,
tutti, guardie e ladri, a condividere scopriranno di avere un punto nel
lo stesso destino di isolamento e passato che intreccia le loro vite
di precarietà. Nel vuoto di qualsiasi tanto diverse.
progetto istituzionale, emerge al- Leonardo Di Costanzo, un re-
lora lo spessore morale dei prota- gista con molta esperienza nel
gonisti, la capacità di restare umani documentario, già nel 2021 con
e di compiere gesti di solidarietà e L’intervallo aveva indagato il tema
attenzione reciproca. In una delle della reclusione e quello della “vita
sequenze più intense del film, Spa- sospesa”, motivi che ritornano nel
daccini lava Arzano con gesti deli- suo nuovo lavoro. Con Ariaferma,
cati, accompagnato dall’organo in firma un film essenziale e denso,
colonna sonora: è una scena colma carico di tensione etica e aperto a
di pietas, che celebra una religione più livelli di lettura.
dell’umano in grado di resistere Mauro Bossi SJ
Biografico/drammatico,
Italia 2021, 130 minuti
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letture&visioni
#film
il protagonista è invitato a “non di- personali del regista. La sua storia
sunirsi”, in un intenso dialogo con il e la sua città tuttavia aprono an-
regista Antonio Capuano. che noi spettatori alla possibilità
I vari frammenti della storia e di volgere uno sguardo rinnovato
dell’anima del regista paiono ri- alle nostre vite, alle persone, ai
trovare nello svolgimento del film luoghi e alle comunità che hanno
una ricomposizione inaspettata e contribuito a formare quello che
inedita. La città ne diviene in un siamo. Rivolgono anche a noi l’in-
certo senso lo specchio, e le sue vito a non rassegnarci all’idea che
varie “anime”, quella borghese e la realtà sia semplicemente “sca-
colta dello stesso Fabietto, quella dente”, deludente, come Fabietto
popolana del contrabbandiere Ar- protesta nel suo dialogo con Ca-
mando, quella ruvida e artistica del puano; l’invito a non disunirci dal-
regista Capuano, si incontrano e si le nostre radici, persino da quelle
scontrano, rappresentando i “mille che affondano nelle esperienze
colori” cantati da Pino Daniele nei più dolorose, perché in esse si
titoli di coda, che stanno natural- svela il senso di un futuro ancora
mente e miracolosamente insieme da costruire.
in un unico quadro. Cesare Sposetti SJ
ECOLOGIA INTEGRALE:
UN PARADIGMA DI GIUSTIZIA,
UN PERCORSO SPIRITUALE,
UNO STILE DI VITA
Che cosa faremo?
Un cammino di riflessione e preghiera nello stile di S. Ignazio di Loyola,
per vivere la conversione ecologica.
Spunti di preghiera sul testo biblico e sull'enciclica Laudato si',
tempo personale di preghiera in un clima di silenzio,
momenti di condivisione in gruppi, colloqui individuali con gli accompagnatori.
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letture&visioni
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letture&visioni
#libri
ancora senso parlarne oggi? Cos’ha ripercorrono una per una le indi-
da dire agli uomini e alle donne del cazioni date a Mosè: nella prima
nostro tempo? parte si affrontano i comandamenti
A queste domande prova a ri- che trattano della relazione intima
spondere questo volume, con l’in- di ciascuno/a con Dio padre. Nella
tento di ribaltare la visione negativa seconda parte, poi, si percorrono
presente nell’opinione pubblica, le relazioni con gli altri e i legami
attualizzando e calando nella realtà sociali che sono alla base della con-
concreta di oggi i precetti conse- vivenza civile e della realizzazione
gnati a Mosè sul monte Sinai. del bene comune. Il «Non avrai altri
Il libro prova a indicare una dei di fronte a me» (Deuteronomio
strada di libertà e di pienezza, un 5,7), ad esempio, mette in evidenza
cammino d’amore per meglio co- le grandi costruzioni ideologiche e
noscere se stessi e gli altri. Come ha totalitarie che hanno caratterizzato
scritto Francesco Occhetta nella il XX secolo e quelle che oggi ca-
prefazione, «la rilettura ratterizzano i nostri tempi
del Decalogo nasce difficili: il liberismo
dal desiderio di un sfrenato e il popu-
confronto, al fine di lismo, entrambi
aiutare a formare, segnati profon-
in una costante damente da una
ricerca, coscienze semplificazione e
mature che hanno da un riduzioni-
come obiettivo smo che annienta-
quello di trovare, no le differenze.
migliorare, cambiare Il comandamento
e rinnovare un insie- «Non ruberai» assu-
me di condizioni che me una dimensione
permettano a ciascu- molto più ampia del
no di perseguire la semplice non sot-
propria realizzazione trarre denaro: rubare
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letture&visioni
oggi significa togliere alle giovani di chi crede sia la coscienza civile
generazioni il futuro, rubare la pos- di tutti gli uomini e tutte le donne
sibilità di uno sviluppo sostenibile di buona volontà, di generazione
distraendo risorse economiche e in generazione. Oggi chiamano
governandole in malo modo, la- in causa la nostra responsabilità
sciando che la criminalità organiz- matura e adulta – professionisti,
zata prosperi, che la corruzione e insegnanti, educatori, formatori,
l’evasione fiscale dilaghino, che l’il- imprenditori, amministratori e
legalità non venga contrastata con politici – per costruire un agire
efficacia e risolutezza. sociale che ci permetta di vivere
I comandamenti sono una pro- “da fratelli e sorelle” nella comu-
vocazione forte a passare dall’io al nità politica. Che implementi, cioè,
noi, per ripensarsi in un impegno sempre di più l’humanum come
comune per costruire un mondo essere profondamente dialogico e
più giusto e fraterno. Il Decalogo relazionale.
interroga sia la coscienza religiosa Alberto Ratti
Andrea Franzoso
Ero un bullo
La vera storia di Daniel Zaccaro
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aggiornamenti sociali
anno 73 • numero 2 • febbraio 2022
Poste Italiane SpA - Spedizione in a. p. - DL353/2003 (conv. in L. 27/02/2004, n.46), art.1, c. 1 DCB Milano
Editoria e letteratura non sono sinonimi / Sonia Basilico Allargare
gli “steccati” della cultura
bioetica / Massimo Reichlin – Alberto Giannini – Mario Picozzi
Riprende il dibattito sul fine vita. Suicidio assistito ed eutanasia
all’ordine del giorno
mondo lavoro / Patrizio Tirelli
Salario minimo: ragioni dell’economia
e dignità dei lavoratori
infografica / Mauro Bossi SJ
La minoranza uigura in Cina
internazionali / Gillian Donoghue
Accendere luci nell’oscurità. L’impegno del movimento Magis
per i giovani del Myanmar
punti di vista / Ettore Rossi
Misurarsi con la politica. Un cattolico racconta la sua esperienza