Esopolitica:
lo stargate per una nuova realtà
Saggi e interviste con esperti nel campo degli ufo
e fenomeni a esso correlati
Volume ii
Traduzione di
Valeria Saggese
6ERDECHIARO
%DIZIONI
© 2011 Paola Leopizzi Harris. All rights reserved.
isbn 978-88-6623-162-2
Margaret Mead
Ringraziamenti
www.earthstationroswell.com
www.paolaharris.com
Prefazione
di Travis Walton1
sua ricerca, ma posso sottoscrivere che questo non è mai stato il suo
obiettivo principale.
-
giore cooperazione in questo campo e maggior sostegno per questa
causa. I mezzi di informazione e l’industria dell’intrattenimento han-
no una grande responsabilità e potrebbero avere un ruolo decisivo.
Comunque, c’è ancora tanto da fare.
2 novembre 2010
Introduzione
di Brent Smith2
più prolissa, visto che ha dedicato quasi trent’anni della sua vita a
queste ricerche. Questa scoperta della nostra realtà sta diventando
sempre più accessibile e concreta e se noi riuscissimo ad assimilarla
per davvero fenomeni inspiegabili come le case infestate, i piccoli
uomini grigi, gli umanoidi dai capelli biondi, le astronavi o i -
canti avvistamenti di Mothman sarebbero smitizzati e non avremmo
più un puzzle a cui si preferisce non pensare. Il fatto che gli eventi
paranormali come avvistamenti ufo, rapimenti alieni o attività degli
spiriti siano spiegati attraverso la parapsicologia avrebbe un senso
se si considerano le teorie rivoluzionarie come quella quantistica
prima
menzionato. Varie scoperte del mondo quantistico ci rivelano che
l’universo “ ” che noi percepiamo è fatto di onde di frequenza
che il nostro cervello interpreta e traduce con i cinque sensi. Scien-
ziati russi come Franz Bludorf e Grazyna Fosar, nell’articolo Il dna
riprogrammato dalle parole e dalle frequenze, spiegano
che le componenti della biologia umana, come il dna, hanno uno
scopo molto più alto di quello che
Come entità biologiche, noi esseri umani utilizziamo circa il
5-10% dei geni ereditari, che ci danno . Così, circa il
90% della nostra genetica appare inutile, al punto che gli scienziati
moderni hanno soprannominato la maggior parte dei nostri geni
“dna spazzatura”. Per fortuna, negli ultimi anni, la ricerca ha dimo-
strato che la maggior parte del nostro dna, cioè il dna spazzatura,
svolge una funzione importante in relazione al modo in cui perce-
piamo il mondo. Bludorf e Fosar ci dicono:
-
leghi, ha esplorato anche il comportamento vibrazionale del dna. I
direi. Gli episodi psicotici come le allucinazioni non sono così co-
muni come possiamo pensare. Però, l’inconscio collettivo di Jung
può svolgere un ruolo chiave. Le manifestazioni psichiche rappre-
parte mentali. Cito D. Rogo Scott per dire che: «ufo e chi si occupa
degli ufo potrebbero cadere in un modello simile di proiezioni dalla
nostra mente che ha la capacità di manipolare la materia reale. Po-
trebbero essere reali in tutti i sensi della parola, ma sono prodotti del
nostro potenziale psichico».
Con questo non voglio dire che nessuna luce segnalata o nessun
oggetto volante provengano da altri pianeti o sistemi stellari, ma,
semplicemente, che non possiamo determinarli o trovare una spie-
gazione a tutti i costi. D. Scott Rogo dice: «Ci sono molte cose strane
ad
invece, che il tema sul destino del nostro pianeta meriti un esame più
serio e approfondito.
Keel ci dice:
-
mente lo stesso suono da generazione in generazione, come se ci fosse
una crepa in un registratore. […]
William Miller (1782-1849) fondò gli Avventisti del Settimo giorno,
-
va furono fondati nel 1872 su una simile premessa. Anche i messaggi
consegnati ai bambini a Fatima, in Portogallo, nel 1917, trattavano di
una futura catastrofe, ma furono formulati in termini teologici oscuri.
Sensitivi e contattisti radunarono le loro famiglie e gli amici su una col-
Questa farsa è stata ripetuta molte volte negli ultimi venticinque anni
dai contattisti ufo in attesa che i meravigliosi esseri dello spazio scen-
dessero sulla Terra con i loro dischi volanti per evacuare il pianeta con-
dannato e scegliere i pochi eletti da portar via. […]
-
za delle loro previsioni e buone intenzioni.
-
do. Quando il mondo era scarsamente popolato e i segnali dal super-
-
re grande fede in queste entità e nelle loro profezie. Sacerdoti, studiosi
e maghi raggiunsero una grande conoscenza delle forze cosmiche at-
traverso l’astrologia, l’alchimia e la manipolazione magica della materia.
Ma l’uomo ha seguito la legge “crescete e moltiplicatevi”, così il nostro
pianeta ha cominciato a soffrire di inquinamento psichico. È come se
questo grande fonografo del cielo si fosse rotto e rimandasse la registra-
zione sempre sullo stesso punto.
È un modo per dire che è importante essere attivi e badare a ciò che
accade intorno a noi. Bisogna prestare attenzione a tutto quello che
avviene e che secondo noi è rilevante, evitando di ascoltare e pren-
dere per buono solo ciò che la pubblicità ci trasmette.
-
mali, ci sono ancora troppe domande che non hanno risposta; so-
prattutto domande nel campo ufo – che probabilmente rappresen-
ta l’aspetto del paranormale con maggiori coperture – per cui vi è
sempre stata un’errata percezione. Così, negli ultimi anni ho iniziato
una sorta di processo di disfacimento di quelle che erano le mie con-
vinzioni dettate dalla mente condizionata e dal retaggio culturale,
iniziando a comprendere, lentamente, quelle che sono le mie facoltà
sostengono che gli ufo sono in grado di arrestare missili con testate
nucleari e che, quando appaiono su aree di stoccaggio delle armi,
possono diventare una possibile minaccia per la sicurezza nazionale.
L’edizione 2010 del Press Club – organizzata da Robert Hastings,
coinvolto anche lui in un tale evento – è stata ripresa da molte fonti
di informazione ed è andata in streaming sulla cnn e su altri canali
di informazione; è stata, così, seguita da svariate parti del mondo. La
testimonianza rilasciata da questi uomini coraggiosi è arrivata dopo
Sia Pepon che il direttore della conferenza Miguel Celades Rex hanno
dato un caldo benvenuto al pubblico di questo convegno molto ben
organizzato con una conferenza stampa che ha visto più di quaranta
rappresentanti dei media e produttori di documentari. Come inte-
ragire con le altre civiltà cosmiche è una questione già considerata
nel passato. Albert Einstein e Robert Oppenheimer, che lavorarono
al progetto della bomba atomica e che avevano notato un aumento
dell’attività ufo nel sito di White Sands nel New Mexico, nel 1947
hanno redatto un documento con delle domande importanti per il
presidente Truman. Tale documento suggeriva di creare le “sovra-
Nazioni Unite”, che avrebbero dovuto avere il potere di affrontare i
problemi emergenti, quelli che oggi sono affrontati dall’Esopolitica.
Sono molto fortunata perché vivo in una bella città come Boulder,
in Colorado. Sono vicina alle Montagne Rocciose e ogni giorno vedo
-
neta. Il cielo è azzurro e le montagne donano ispirazione. Eppure
per certi aspetti la vita qui è dura: essendo una giornalista-ricerca-
trice nel campo dell’Ufologia annaspo nelle acque dello scetticismo,
perché negli Stati Uniti questa materia viene emarginata. È mia con-
vinzione che gli usa abbiano molto da perdere con il disclosure e fa-
cendo piena trasparenza su altre questioni che seguo da anni. Ho
Ci sono stati alcuni importanti fenomeni ufo nel corso degli anni in
Italia. Negli ultimi cinque anni le “sfere di luce” sono emerse da una
base sottomarina al largo delle coste della Sicilia e hanno interagito
con una città chiamata Caronia. Questo fenomeno di luce interferi-
sce con gli elettrodomestici e causa incendi. A volte le case entrano
in autocombustione anche quando la corrente elettrica è spenta. Gli
abitanti hanno testimoniato di aver visto ufo e strani esseri, che pare
siano dotati di intelligenza. Ne ho parlato nel mio libro intitolato
del Governo italiano in cui si ipotizza che le cause sarebbero collegate a esperi-
Qual è la tua opinione su foto e video che vediamo in giro di presunti ufo e
Pensi
Sì. È
qualsiasi immagine o video, quindi sono sempre più convinta che sia
necessario “lavorare sul campo”, intervistare personalmente i testi-
paola harris: -
paul hellyer: Sai, allora non avevo idea che avrei scritto questo libro,
ma poi non mi ci volle molto per decidere di voler scrivere un’opera
Non lo avrei mai immaginato. Quel discorso fu fatto solo una settima-
na prima che mi sposassi, così chiesi alla mia futura sposa se lei fosse
d’accordo. Era titubante, riluttante, ma le dissi che sarebbe stata la pri-
ma e l’ultima volta e che desideravo che venisse fuori in un’occasione
pubblica. Così mi disse che andava bene e che potevo procedere. Non
ci pensavo a dove mi avrebbe portato perché, dopo quell’uscita pub-
blica, le persone volevano parlarmi e io volevo svolgere delle ricerche.
Nel 2005 dicevo di essere “alle elementari” in materia di Ufologia;
oggi, dopo aver fatto tanta ricerca, sono, probabilmente, salito di gra-
do. Ho letto moltissimi libri e ora so molto di più al riguardo. Ho pen-
sato di scrivere un altro libro da lasciare in eredità; nell’introduzione
parlo della presenza e della tecnologia extraterrestre. L’ho fatto anche
per disclosure. La maggior parte
delle persone non ha idea di quanto determinate rivelazioni siano im-
portanti per il loro futuro come specie.
hai
parlato con molti testimoni tra i quali Travis Fire in the Sky il co-
lonnello del caso ha lavorato
al Ministero della Difesa in Inghilterra dottor Edgar Mitchell (astronauta
dell’Apollo e molti altri che ti hanno suggerito di scrive-
re il libro chi tra tutti ti ha colpito di più
Ha scritto un
libro sulle sue esperienze e mi ha dato il permesso di riportare una
delle parti più interessanti, diverse pagine, un dialogo tra lui e gli
extraterrestri, in cui esprimevano preoccupazione per quanto sta ac-
cadendo sulla Terra, sul fatto che stiamo inquinando , i laghi
e l’aria che respiriamo. Volevano che lui comunicasse al mondo la
loro preoccupazione a riguardo. Infatti sta tenendo delle conferenze
e ha scritto un libro su questo. Inoltre, volevano premere a favore
di un’amnistia per molte persone nel caso il Governo avesse deciso
di optare per una politica di maggior trasparenza. La retroingegne-
ria derivante da incidenti e da altri contatti con gli extraterrestri è
non sarà fatta piena chiarezza. Questo passo dovrà essere compiu-
et
che modo pensi si potrebbe presentare la cosa al mondo senza suscitare panico o
status quo
un cambiamento dello status quo
Penso che la gente sia pronta, ma bisogna divulgare per gradi. Bi-
sogna farci l’abitudine. Ciò che emerge chiaramente dalle ricerche
che ho fatto è che gli et sono molto più spirituali di noi, quindi
dovremmo pensare a loro non come nemici, bensì come a fratelli, e
Anche tu
ufo
vennero dati all’industria e che il Governo degli Stati Uniti ne perse
il controllo. Stiamo parlando dei tempi di Eisenhower. Era molto
preoccupato del complesso militare-industriale. Disse che avremmo
dovuto stare attenti e tenerli d’occhio, perché avrebbero fatto cose
nei loro interessi e non necessariamente nell’interesse comune. Cre-
do che questo sia esattamente ciò che è accaduto.
paura. Entrambi sappiamo che la dottoressa Carol Rosin lavorò con
Werner Von Braun per qualche tempo e che lui continuava ad av-
vertirla che questo complesso militare-industriale doveva avere un
Il tuo libro è scritto molto bene e ci spiega anche come dobbiamo rapportarci con
-
ricordando la rego-
Parli anche di un’
denaro quattro volte. Nei miei primi anni in Canada dovevano avere
lo stesso denaro dodici volte e mezzo. Oggi, con questo nuovo siste-
ma di adeguatezza patrimoniale – che non è per niente adeguato e
dovrebbe piuttosto chiamarsi “inadeguatezza patrimoniale” – stan-
no prestando lo stesso denaro venti volte e raccogliendo ogni volta
interessi sullo stesso. Questa non è altro che una frode legalizzata e
il fatto che una piccola minoranza di ricchi possa farla franca è una
vergogna. Così, ho continuato a sostenere che dobbiamo ridurre il
rapporto dal 20:1 al 3:1 e ridurre l’ammontare della proporzione del
denaro, che le banche creano, da un quasi monopolio a due terzi, in
modo che i governi detengano la licenza in nome del popolo e possa-
no stampare un terzo del denaro (34% è la quantità che ho riportato
nel libro) e usarla per equilibrare i loro bilanci, pagare per l’assistenza
Nel libro hai espresso in maniera dettagliata tutti i problemi che il pianeta sta
vivendo; hai parlato del cover-up sul fenomeno ufo e hai spiegato come il senso
In poche
-
63
La testimonianza del pilota dell’Air Force Milton Torres
che il mio aereo e che nessun altro velivolo avrebbe mai potuto fare.
Milton Torres
paola harris:
ti fu ordinato di abbattere un ufo
milton torres: -
mente reso pubblica la storia che ho tenuto segreta dal 1957. Che
sollievo, ora posso parlarne.
Sono entrato nell’Air Force nel periodo della guerra di Corea. Non
volevo entrare nell’esercito, al contrario avrei desiderato essere un
pilota di caccia, anche se -
cuna istruzione in merito. Comunque, entrai nell’Air Force e poco
dopo annunciarono che avrebbero dato la possibilità al personale
Non c’era niente di meglio che esse-
re un pilota di caccia. Così, dopo la formazione, visto che ero uno
dei più bravi, decisi che volevo volare su un F-86, andare in Corea e
abbattere tutti quei dannati mig che tutti gli altri mancavano.
Per farla breve, mi offrirono un lavoro su un caccia F-86. Non in
Corea, ma in un 86-D per abbattere bombardieri che stavano arri-
vando. Inoltre, dopo alcune discussioni tenutesi ai vertici della Air
Force, decisero di mandare l’F-86-D in Inghilterra.
Bisognava ampliare le capacità di difesa per ogni evenienza. Così
presero un’intera ala, che constava di tre squadriglie, settantacinque
caccia, e ci mandarono in Inghilterra. Io fui assegnato alla stazione
di raf Manston.
anno. Una delle cose che posso dire è che, quando raggiunsi l’Inghil-
terra, la trovai esattamente come Arthur J. Wright la descriveva. Mi
fu emessa la valuta in sterline: alcune venivano segnate su un lato,
ogni volta che andavo a incassare il denaro segnavano sul retro delle
cinque sterline una nota; non ho mai capito di cosa si trattasse. Ma
Jean-Charles Duboc
Pilota francese di linea commerciale
Avvistamento discusso nel rapporto “Cometa”
Intervista alla conferenza Time for Truth di Barcellona, 2009.
No, era pieno giorno. Era l’una del pomeriggio e di solito in quelle
ore la visibilità è molto buona. Era un oggetto di forma lenticolare
marrone scuro.
Certamente.
Ovni, ufo.
Che non vedevano nulla. Non avevano informazioni. Tre anni dopo
abbiamo scoperto che c’era un eco radar.
E tu hai avuto solo questa spiegazione dopo tre anni vogliono veri-
quello che hai visto
Sì, esattamente.
ufo
ufo
No, nel mio caso no. Non eravamo abbastanza vicini. Semplicemen-
te, scomparve.
-
tare la mia storia.
Gepan e Cometa.
Nel 1991, dopo la guerra del Golfo, i Paesi arabi pagarono 3,5 mi-
liardi dollari alla Francia. Questo denaro è stato rubato da François
Mitterrand. Ero capitano di un 747. Io i soldi li consegnai. Comun-
que, di questo parlo a lungo sul mio blog.
Sì. Come vedi sono qui. [Ride.]
Certo, perché mi sono reso conto che gli alieni sono qui, che le
astronavi aliene volano su di noi e che ci sono un sacco di contatti
e avvistamenti.
Sì.
Non lo so.
paola harris:
guy kirkwood:
un’assistente di volo.
1961.
Non sono andato in pensione: sono stato licenziato nel 1974 per
problemi economici.
6 La gun camera -
cacia delle misure tattiche. Si attivano con un colpo d’arma, da cui il nome.
7 Noto astronauta statunitense, volò nello spazio con le missioni Mercury-Atlas
9 e Gemini 5 [NdT].
Sì. Grande azienda. Quando Disney lo assunse era un eroe nazio-
-
gettato e realizzato dalla Ryan Aeronautical. Allora, il signor Ryan
era stato esplicitamente critico nei confronti dell’amministrazione
politica e, diciamo, non è proprio un comportamento diplomatico
da mantenere quando si è in competizione per ottenere un contratto
governativo. E infatti, anche se il suo aereo aveva tutti i parametri a
norma, il Governo decise di non comprarlo. Passarono degli anni.
-
mo ad acquistare i diritti dell’aereo. Ora l’aereo originale di Ryan è
stato co-ventured dalla General Electric. Abbiamo fatto un e
abbiamo speso più di tre milioni di dollari.
Ok. Edwards è sempre stata utilizzata per i test sulle alte prestazioni
dei velivoli. Avevano programmato un test per documentare le onde
d’urto di un aereo supersonico facendo un effetto suolo su tutta la
dovrà rimanere nelle sue mani e sarà stesso lei a consegnarlo per-
Ha capito?»
Era il 1954, ero di stanza in Utah. C’erano tre di noi in una squadri-
glia. Facemmo un volo di ricognizione su un aereo che aveva grosse
No.
Circa un’ora, due, tra lì e Salt Lake. Questi non sono aerei a lungo
raggio. Quindi bisogna atterrare e fare rifornimento, ed è così che
facemmo. Il Governo ci pagava solo venticinque dollari al mese, che
era la nostra paga standard.
ufo
come quella.
Be’, vedi, se sei sotto giuramento non puoi parlarne con nessuno,
neppure con te stesso. Né con tua moglie, né con nessuno. In quei
giorni ci fu una festa, un barbecue. La moglie di un pilota, che noi
affettuosamente chiamavamo “Airhead”, disse: «So che non dovrei
dire nulla, ma so dove si trova». Il marito si voltò verso di lei e disse:
«Davvero?» e lei rispose: «Sì». Suo marito gelò. Si alzò e andò a siste-
mare i carboni. Egli giurò di non aver detto nulla.
che andava bene. Così, gli raccontai la mia esperienza. Anche ora,
forse, dico il 10% di ciò che è realmente accaduto.
-
nuava a chiamare da ogni parte. Ci fu una telefonata che attirò la mia
attenzione in modo particolare. Fu quella di un collega che chiamava
da San Diego, un pilota della Air Force. Raccontò che durante un
volo per rientrare ebbe un avvistamento ufo e “perse” due ore e
mezza di tempo. Era la prima volta che sentivo parlare di missing time.
Così gli dissi: «Certo, in alcuni giorni ci sentiamo meglio che in altri»,
ma lui mi rispose: «No. Non hai capito». Andò verso l’armadio della
biancheria, prese una tovaglia dallo scaffale e mi disse di seguirlo.
Scendemmo nel parcheggio, mise l’asciugamano sotto il paraurti po-
steriore di una Buick e l’alzò con estrema facilità. Stavo lì fermo e
non sapevo cosa avrebbe fatto dopo. Mi sembrava tutto così strano.
ufo
Sì. Nell’estate del 1966, durante un volo di linea con 178 passeggeri,
ero seduto in cabina con il comandante e il co-pilota, quando notai
che il comandante stava curiosando fuori dal lato sinistro della cabi-
na. Non disse nulla, ma si sporse e diede un colpo sulla spalla del co-
pilota. Il co-pilota non reagì. Passarono una ventina di secondi e di
nuovo il comandante gli diede un colpetto sulla spalla. Questa volta,
il co-pilota allentò la sua cintura, si spinse verso l’alto, e guardò. I
suoi occhi si trasformarono in palline da ping pong. La sua bocca
restò aperta. L’unica cosa che riuscì a dire fu: «Non posso crederci».
Allo stesso tempo, l’assistente capo cabina, l’unica a cui era consen-
tito entrare nella cabina di pilotaggio, entrando disse: «Comandante,
i passeggeri vogliono sapere cos’è che stanno vedendo là fuori». La
risposta fu: «Dì loro che stanno guardando la stessa cosa stiamo
guardando noi». Non le piacque molto questa risposta e, mentre si
voltò per andarsene, il comandante chiese se qualcuno avesse una
fotocamera da 35 mm. L’assistente rispose che ne aveva una. Le
o sentito dire
Non abbiamo mai parlato con loro. Una volta atterrati, tutti i pas-
seggeri sbarcarono. Arrivati sulla rampa, il gestore dell’aeroporto ci
comunicò di restare sul ponte di volo faa (Fe-
deral Aviation Administration). Tre di noi erano seduti e il coman-
dante, in un certo senso, ci suggerì come dovevamo fare rapporto.
-
nali. Comunque l’interrogatorio venne fatto per primo al comandante.
Tutti i tipi di forma.
ufo
Sì. Devo dargli credito per questo. Siamo in tanti. Ti immagini, inve-
ce, se si fosse fatta avanti una sola persona?
Roy Batty ( )
dottore:
ritrovo.
Sì, avevo due apparecchi. Di uno ne ho parlato, dell’altro no, l’ho solo
menzionato. Comunque, l’ho descritto nella lettera che le invierò.
Sì, lo incontrerò qui tra un giorno o due e glielo dirò. Vedrà questo
dottore. È un buon amico oltre a essere il mio medico. Mi ha vera-
mente salvato la vita. È un chirurgo vascolare. Abbiamo discusso
del sistema linfatico dell’ebe [Entità biologiche et, NdT].
arnesi
Non saprei, sono andato in pensione nel 1963. Gli strumenti non
erano miei, quindi non avevo diritto di prenderli, né potevo rubarli.
Ero nell’Intelligence, ero io che dovevo impedire a chiunque di ru-
bare all’esercito.
A quel tempo c’erano ancora molta onestà e integrità, quindi li dem-
mo a chi sapevamo potesse usarli. Nell’esercito abbiamo creato la
prima pompa cardiaca e il primo respiratore.
Di -
pre loro: «Non voglio che mi trasferiate la vostra stupidità. Non vi
rispondo neppure».
suo
paola harris:
Sono così incredibili. Sono stato svegliato nel cuore della notte, lui
era in ospedale con una sentinella per ventiquattro ore al suo capez-
zale, per sorvegliare la sua valigetta.
Era il 1979. Non so perché la sua valigetta fosse tenuta di guardia.
Stava morendo, ma stava scrivendo delle cose e c’era una guardia
della Marina lì per assicurarsi che nessuno vedesse quello che aveva
scritto. Negli ultimi dieci anni della sua vita si interessò a questa
grande teoria che egli chiama “movimento ondulatorio costretto”.
Mi ricordo che, quando ero bambino, mi disse cose del tipo: «Sai,
ci sono altre persone oltre a Einstein che sanno veramente come
-
stri cattivi.
-
et
Nel corso degli ultimi anni in cui stavo con lui, la sua teoria su come
l’universo intero funzionava era per lui la cosa più importante.
Sì, posso dirti che hanno probabilmente lavorato insieme. Non so,
sto mettendo insieme ciò che ho visto con quello che penso.
Ma poi c’è la teoria Salla, che dice che forse hanno fatto un patto
con le persone sbagliate.
paola harris:
-
bill kirlin: Sì, fu detto agli astronauti di non nominare la parola ufo
ufo
Sono stato di stanza alla Georgia afb nel 1954 e alla Holloman afb
nel 1955. Il presidente Eisenhower sbarcò alla base di Norton, che
era l’Air Material Command (amc) e un mio amico che ha frequen-
tato la mia stessa scuola tecnica vi andò in ambulanza per fornire
sostegno supplementare a Burton, che era una piccola di base.
Mi disse: «Non lo so, li abbiamo spenti e basta». E l’altro disse: «Ho sen-
tito dire che quello che fu abbattuto a Roswell cadde a causa del radar».
Sì.
Così continuai ad ascoltarli. Uno dei commenti che fecero fu: «Hai
visto l’autopsia aliena?» L’altro rispose di sì. «Credi sia vera?» L’uf-
sapeva, perché non era riuscito a vederli e che, anche se i ragazzi nella
torre di controllo avevano i binocoli, non riuscirono a vedere nulla.
Continuando a parlare, uno di loro disse: «Le onde radio possono
attraversare la plastica?» L’altro chiese il perché e lui rispose: «Perché
credo che quel velivolo abbia un radar».
Chiesi loro se fossero dei piloti, ma coprirono i badge per non farmi
leggere i loro nomi. Il giorno che l’aereo presidenziale atterrò, uno
No.
No, davvero. Mi disse che ce n’era uno sospeso sulla linea di volo. Mi
spiegò che era di metallo lucido e che era di circa venti o trenta piedi.
Mi sarebbe piaciuto vederlo ma avrei dovuto chiedere il permesso
per lasciare l’ospedale e, con la mia fortuna, quando sarei arrivato
già non ci sarebbe stato più. Dorsey mi raccontò che l’oggetto era
Giusto. Parte del mio lavoro era quello di assicurarmi che durante
Sì.
Sì, ma Linda non era interessata a tutto ciò che avevo da dire.
Il colonnello Corso mi disse che il giuramento non è più valido dopo venticinque
afb
Sì, è così.
a Edwards. Eisenhower,
ufo
però, non salì mai a bordo di un ufo lì. Lo fece a Holloman.
Roswell
Anche Hollywood ha contribuito ad aprire il vaso di Pandora con
di Paul David. È in program-
Majic Men, che pone partico-
paola harris:
È il co-autore.
cosa che avrebbe cambiato la storia. Se ciò che è accaduto dal 1947
a oggi sia stato reale o no, però, non lo sappiamo con certezza. Ecco
perché Bryce ha un interesse di lunga durata alla materia.
È stato associato allo sceneggiatore Tracy Torme. Tracy ha scritto
la sceneggiatura di , tratta dal libro di Travis Walton. Io
di Paul David
che si basava su nostro primo libro,
Dark Skies -
Esatto. Lui e Don Most hanno scelto il recente libro che ho scritto
con Tom Carey, , e il libro di Stan Friedman Opera-
.
quanto riguardava il caso Roswell. Nel corso degli anni fui presenta-
to a Bryce e a Don Most che, naturalmente, erano particolarmente
interessati a Roswell. Fui invitato con mia moglie al matrimonio di
Tracy a Beverly Hills. C’era anche Bryce. Ricordo che lo presi in
disparte e gli diedi alcune informazioni relative ad alcune scoperte,
Fu un’azione forzata
Si crede sia successo tutto perché lui era lì con il padre quando ritrovò i
rottami, ma io credo che ci sia dell’altro, perché lui aveva anche sentito.
Anche in un recente libro ho letto che un testimone di prima mano, un
ragazzo giovane, a quel tempo si trovava con Brazel e con altri giovani,
quando Brazel scoprì i corpi a un paio di miglia dai rottami.
Ci sono delle allusioni su questo anche nel nostro recente libro. Bra-
zel iniziò nel 1960. Mac morì e poi un nipote fu misteriosamente
ucciso mentre era a caccia nel 1964. La famiglia Brazel ha una storia
di strani avvenimenti al di là dei fatti relativi a Roswell.
in questo
Sì.
. Tom ha
alloggiato sia da me che da Kevin, circa un anno dopo le riprese del
No, no.
No, li troviamo noi. In realtà questo è sempre stato uno dei fattori
determinanti per stabilire la legittimità dei testimoni quando dob-
biamo trovarli. Quando si sorprendono perché abbiamo trovato la
loro ubicazione di solito reagiscono dicendo: «Come avete fatto a
trovarmi?» E nella maggior parte dei casi sono molto restii a parlare,
soprattutto al telefono; credo tu possa capire.
Esatto.
Siamo stati aiutati da agenti di polizia, da investigatori privati. Ab-
biamo avuto assistenza. Il mio assistente di ricerca è stato Brad
Radcliff, lui era il capo dell’ di
Milwaukee ma era anche un ex dell’Intelligence dell’Air Force. Lui
mi mise in contatto con un ex in pensione, un
paraplegico, che a sua volta aveva lavorato per amministra-
tivo veterani di Milwaukee e, che, quindi, aveva accesso ai computer.
Come risultato, stavamo facendo tutti i tipi di ricerche senza dover
passare attraverso la divisione registri a Kansas City, per i registri mi-
litari. Stavamo trovando tutti i testimoni solo grazie ai nomi. Con la
legge precedente, sai, era possibile imbattersi in un cd con un elenco
telefonico nazionale, stavamo facendo assegni di credito, stavamo
entrando nella dell’Aeronautica, partendo dal presup-
posto che molti di questi uomini avrebbero continuato a lavorare
oltre la carriera militare, visto che erano in possesso di licenze da
pilota. Stavamo facendo i controlli dei veicoli a motore, e, franca-
mente, stavamo facendo anche gli hacker.
è un vero e proprio
C’è qualcosa che hai imparato tramite il cufos
che hai lavorato con Allen
Allen non stava solo cercando di andare a fondo nel mistero degli
ufo
Sì, sì. E credo questa sia una delle ragioni per le quali era coinvolto
specialmente con la Divisione tecnologie estere alla base di Wright-
referti
Sì, è così.
È in fase di sviluppo, nel senso che sia il nostro libro che quello di
-
blighi, che siamo sotto obblighi contrattuali per lavorare esclusiva-
mente con loro. Insomma, non possiamo vendere i diritti a nessun
altro. Poi si passa alla fase di sviluppo della sceneggiatura. Hanno ef-
fettuato dozzine di ore di interviste sia con Stan che con me, hanno
preso moltissime note personali, foto e documentazioni, poi hanno
-
neggiatura. Ed è proprio quello che sta facendo al momento. Sta
scrivendo una sceneggiatura. Già è stato stipulato un accordo con
una casa di produzione, e questo è fondamentale perché la maggior
-
frontare le settimane o i mesi di lavoro che servono per scrivere la
-
sto capitolo, ma l’indagine è ancora il nostro obiettivo primario quo-
sarà
fatto il primo viaggio in New Mexico nel 1989 e che avremmo siste-
mato tutto in un weekend. Missione compiuta. Ma poi, interviste a
testimoni di prima mano, persone che avevano effettivamente avuto
delle esperienze in prima persona mi hanno colpito molto. È crucia-
le ascoltare persone che parlano di ciò che hanno visto.
Frasi come: «Ho visto qualcosa; una notte vidi qualcosa che brillava
nel cielo; ho visto qualcosa che atterrava, ho visto qualcosa interagire
con l’ambiente» non sono niente rispetto al fatto di parlare con per-
sone che hanno, in qualche modo, avuto un’esperienza più diretta. È
davvero un’emozione unica, ed era qualcosa che nessun altro aveva
veramente affrontato prima, a eccezione di alcuni investigatori come
la Len, Stan, Bill Moore e pochi altri. Ma ascoltarle in prima persona
ti fa pensare: «Dio mio, e se fosse tutto vero?» Quindi, se lo è, stiamo
parlando della più grande storia del Millennio. Dopo più di vent’anni
siamo ancora qui a parlarne; sono state raccolte oltre seicento testi-
Pensi che questo tipo di caso possa essere provato solo se si trovano dei “pezzi
di metallo”
benissimo che le persone bisogna incontrarle e che bisogna stabilire con loro un
Grazie a te.
Il concetto di viaggio nel tempo e la discussione sull’esperimento
Philadelphia saltava sempre fuori nelle conversazioni con il colon-
nello Corso, autore del libro . Mi ha sempre
incuriosita tutto questo, così quando ho incontrato Al Bielek al con-
gresso ufo di Laughlin, gli ho posto delle domande.
Ha parlato di un portale dimensionale che permette delle visite
di diverse astronavi et e, forse, sfere di luce. L’idea era quella di tra-
paola harris:
usata dalla Marina, non si sa a quali scopi. Nessuno di quelli che cono-
sco ha la benché minima idea di cosa vi stiano facendo. C’è un gruppo
di civili che lavora per loro, ma hanno alloggi separati.
Montauk Point era chiamato così perché in origine era abitato dagli
indiani Montauk. I nativi furono estromessi dal Governo degli Stati
Uniti intorno al 1900. In principio vi erano delle piramidi, che poi
-
razioni, ma io non le ho mai viste.
Sì, a Montauk.
No. Erano un misto del tipo umano, ma ce n’erano altri che veniva-
no da ogni parte, incluso un Draco che dava ordini agli altri.
È una particolare specie, alta circa due metri. Alcuni sono esseri
alati, altri no. Sono molto grossi, pesano circa duecento chili. Sono
molto intelligenti e quello che era lì era responsabile di altri alieni.
Apparvero sul ponte della Eldridge nel 1943, quando creammo una
lacerazione nel tessuto dello spazio-tempo e cominciò la collabo-
razione sulla tecnologia per i viaggi nel tempo. Dissero: «Possiamo
mostrarvi come realizzare un ».
Parli di alieni coinvolti nella costruzione della tecnologia per i viaggi del tempo:
Potrebbe essere.
Sì, me e Duncan.
indietro nel tempo, nel 1927, in un’altra famiglia, “i Bielek”, gli unici
genitori che conobbi per parecchi altri anni.
1938.
dal futuro e che fossero venuti per avvertirci dell’energia nucleare; credeva fossero dei
-
continuum
Sì.
-
porale. Il campo temporale è, in realtà, una gigantesca spirale chiusa.
Se vai abbastanza avanti nel tempo la oltrepasserai e tornerai nel
passato, perché è un link di connessione e un’enorme spirale.
La storia inizia nel giugno del 1943, con l’uss Eldridge, de 173 (De-
stroyer Escort), munita di tonnellate di apparecchiature elettroniche
sperimentali. Erano incluse, secondo una fonte:
due enormi generatori da 75 kva ciascuno, montati dove poi sa-
rebbe stata collocata la torretta, che distribuivano la propria po-
tenza attraverso quattro bobine magnetiche montate sul ponte;
tre trasmettitori rf (di 2 cw megawatt ciascuna, montati sul
ponte);
dei membri del suo equipaggio è la fonte della maggior parte della
documentazione originale che compone la leggenda px.
Carlos Allende, alias Carl Allen, scrisse una serie di lettere strane a
un certo dottor Morris K. Jessup, nel 1950, in cui affermava di aver
8 Per cortesia di www.philadelphia-experiment.com.
assistito ad almeno una delle varie fasi dell’esperimento Philadelphia.
Alle ore 9:00 del 22 luglio del 1943, così narra la storia, la potenza ai
generatori era stata fornita e i campi elettromagnetici di massa inizia-
vano ad aumentare. Fu vista una nebbia verdastra che avvolgeva len-
1927
Data di nascita di Al Bielek. I primi ricordi di Al sono del Natale,
quando aveva nove mesi: già comprendeva tutte le conversazioni.
1953
È l’ultimo anno di esperienza lineare per Ed Cameron. Ed sa trop-
po e questo indispone il dottor Edward Teller. Ed viene escluso dal
1983
Ed e Duncan Cameron si trovano a Montauk. Dopo aver trascorso sei
settimane nel 2137, il dottor John Von Neumann li convince a viag-
giare ancora nel tempo sulla uss Eldridge nel 1943 per distruggere le
1970-1988
Al viene assunto per lavorare a Montauk. Lavora regolarmente come
imprenditore di elettronica e, in uno stato alterato, a Montauk. È un
program manager per il Montauk Boys Program, partecipa a esperi-
menti di controllo della mente e a progetti di viaggio nel tempo.
1988
Gli ritorna la memoria ed è convinto di non venire più utilizzato a
Montauk.
2000-2005
Al Bielek parla pubblicamente del suo coinvolgimento a Montauk e
nell’esperimento Philadelphia. Al ha partecipato a più di cinquanta
programmi e quaranta conferenze.
2137
Dopo che Ed e Duncan saltano giù dalla uss Eldridge nel 1943,
si ritrovano nell’anno 2137. Entrambi trascorrono sei settimane in
un letto d’ospedale per riprendersi dalle ustioni di radiazioni subite
2751
Dopo due anni, Ed ritorna all’anno 2137.
Le prime indagini sul caso Dan Burisch furono effettuate da William
Hamilton e successivamente da Linda Mouton Hall, due ricercatori
esperti. Ho sempre lavorato duro per cercare di “unire i punti” e ciò
mi ha condotto per due volte a Las Vegas per intervistare Dan. È
stato un piacere in entrambe le occasioni, dato che le sue risposte
sono molto oneste, aperte e chiare. Dan vuole dirlo al mondo (Tell
) e lo fa con il suo dvd dal titolo omonimo, prodotto dalla
chi ha avuto un “numero J”. Dan ha avuto il J-9 per un breve mandato,
quindi, se mai venisse chiamato a testimoniare per il Congresso degli
usa
9 Uno dei maggiori documenti rilasciati nell’anno 2010 sono i disegni di Dan e le
Dan Burisch
Marzo 2005
Laughlin, Nevada
paola harris:
Per quanto riguarda la descrizione della S-4 Galileo Bay (4-1), il signor
Lazar è stato preciso, ma il prossimo dvd che presenteremo sarà ricco
di ulteriori dettagli. Ho visto e ho interagito in tutti e quattro i piani,
ho visto tutti e quattro i sottolivelli di accesso e ho interagito in tre di
questi quattro. Qualora il signor Lazar (o chiunque altro) dichiarasse
di aver rimosso qualche E115 (elemento 115) dalla S-4, si trattereb-
be di una dichiarazione inesatta, in quanto nulla è mai venuto fuori
Metti che a ogni incremento occorso nel paradosso più strati vengo-
no aggiunti alla nostra realtà. Quando raggiungiamo il punto, dopo
la transizione, al di sopra del piano della nostra galassia d’apparte-
nenza, le “carte” devono essere riproporzionate e il paradosso alle-
viato. I due J-Rod provenienti da quarantacinquemila anni nel futuro
vogliono che una catastrofe si abbatta su di noi, così come dovrebbe
essere, in modo che le nostre specie saranno divise tra J-Rod logici e
linee spirituali (Orions). Per il momento in cui arriverà il J-Rod pro-
veniente da cinquantaduemila anni nel futuro, i J-Rod provenienti
da quarantacinquemila anni nel futuro saranno stati sussunti nella
loro società e la loro ideologia sarà scomparsa. Quindi, per loro, una
Qui entrano in gioco gli stargate. Alcuni sono posti naturali su questa
-
za. J-Rod vi fu condotto in una carrozzella, ma quando sentii la sua
supplica di tornare dalla sua famiglia diventai impulsivo e lo spinsi
attraverso lo stargate. Non lo vidi entrare, per la verità, perché non
appena lo spinsi in avanti mi trovai “semplicemente altrove”. Non
ho idea di dove fossi, ma fui ritrovato.
nuvole. Sì, vi era dello scintillio prima che la luce divenisse intensa
all’interno del dispositivo stargate, ma non quando l’ho visto io. Era
già stato avviato; era di un grigio piatto; nessun scintillio. Non ho
mai visto niente che lo attraversasse, eccetto durante uno dei primi
esperimenti nel quale morì una persona all’S-4, intorno al 1994.
Cosa so per certo è che esistono due tipi di accordi: i T-9, che inclu-
dono i J-Rod 45/52, gli Orion 52 e noi; poi ci sono gli OF9, che inclu-
dono i J-Rod 52, gli Orion 52 e noi. Normalmente, quando menziono
un J-Rod, penso a quello con il quale ho interagito; un J-Rod pro-
veniente da cinquantaduemila anni nel futuro. Questi, di solito, non
parlano, ma emettono suoni linguistici “rudimentali”. Il J-Rod con cui
ho interagito aveva perso tutte le abilità insieme. I J-Rod provenienti
da quarantacinquemila anni nel futuro, invece, possono parlare.
orientale nel settembre 2007. Risposi che non avevo alcun interesse
a parlare pubblicamente, che non mi importava della popolarità e
che avrei portato a termine ciò che mi ero imposto di fare. In una
seconda fase sarei andato avanti con la mia vita, le mie ricerche e le
mie pubblicazioni. Capisco che certe cose le stanno programmando
in modo da farmi compiere gli ordini di livello 1 che mi sono stati
impartiti e per l’importante diffusione di queste notizie, quindi se
da un lato ne sono onorato, sto comunque personalmente “avendo
a che fare” con le interviste. Non trovo appagamento nella pubbli-
cità, in nessun modo. Sono, per natura, un ricercatore recluso. Non
cambierò.
Gen. 3:24
iv
È da alcuni anni che non scrivo sul caso di Charles Hall, così in
occasione dell’uscita della quarta edizione del suo libro Millennial
gli ho chiesto il permesso di pubblicare vecchie cassette
con interviste di David Coote e l’ho fatto.
Abbiamo trascorso del tempo insieme e Charles mi ha raccontato
la sua storia a Indian Springs nel 2006. È un caso molto interes-
sante, quindi consiglio a tutti i ricercatori seri di leggere i quattro
i libri della serie , che sono anche pubblicati da
Authorhouse. Ho inserito questa intervista nel capitolo Una questione
perché è proprio questo il tema centrale a proposito del
contatto degli et “alti e bianchi”
questione dell’Esopolitica che il pianeta dovrà affrontare in caso di
contatto formale. Ci vorrà diplomazia galattica.
paola harris: Mi potresti parlare dell’accordo fatto tra l’Air Force e gli et
charles hall: Ho risposto a questa domanda nei primi tre libri. Tut-
tavia questi rapporti di lavoro, che ho personalmente osservato, erano
missing time
civiltà umana.
Ancora, gli “alti e bianchi” sono stati segnalati nei tunnel-miniera
a nord del Cairo in Illinois. Questi tunnel furono, probabilmente,
scavati un po’ di tempo dopo l’ultima glaciazione, che terminò nel
9600 a.C.
-
derato fare. Col senno di poi, credo che se potessi tornare indietro
non mi spaventerei così tanto nell’incontrarli e non avrei messo in
dubbio la mia sanità mentale così come ho fatto. Avrei, invece, chie-
sto loro come fosse la Terra la prima volta che erano venuti qui e
così via; dopo tutto, la storia è uno dei miei interessi.
Quella mattina, la Maestra stava solo cercando di ringraziarmi
perché avevo salvato la vita della sua bambina, ma allora ero davvero
terrorizzato. È facile parlare ora, ma è stata un’esperienza shockante.
Credo che queste esperienze mi abbiano aiutato a diventare, con
l’aiuto di Dio, la persona che sono oggi.
Ricordo che, durante i sette anni prima del mio incarico, almeno
quarantuno uomini erano stati inviati nel deserto. L’usaf aveva ten-
tato molti approcci diversi, ma tutti avevano fallito. Incontrare un et
non esiste alcun modo per essere avvertiti su cosa aspettarsi. L’usaf
e i generali degli “alti e bianchi” si ingegnarono per cercare di capire
come procedere. Bisogna tener presente che gli “alti e bianchi” ap-
pena arrivati avevano più paura di noi di quanto noi potessimo aver
paura di loro.
No. Ma la ragione è descritta nei miei libri. Fui fermato sulla strada
del Range 4; il mio amico, capo del Range Rats, mi chiamò urlando,
così, tornai al Range 3.
Citazioni di Ben Rich:
«Il direttore generale della Lockheed Skunk Works, Ben Rich, sul
suo letto di morte ha ammesso che “gli extraterrestri sono reali”».
stan romanek: Sì, credo che avverrà molto presto. E quel giorno
potrò dire a tutti quelli che mi hanno fatto del male «ve l’avevo detto».
Sì, per il mio caso, per gelosia, per tutto insomma. Il mio obiettivo –
e ciò che dico viene dal profondo del mio cuore – è di fare in modo
che la razza umana si illumini sul fatto che abbiamo dei vicini. Per
me questa è davvero la cosa più importante nella storia dell’umanità.
Come sai, c’era molta sorveglianza. C’era una Ford Taurus bianca
tra altre auto che stavano parcheggiando, quando un ragazzo con un
grosso teleobiettivo cercò di fotografarmi. Divenni aggressivo, così
iniziò l’inseguimento del gatto al topo. Io ero il gatto, ovviamente.
Ero stato fuori tutto il giorno e avevo lavorato duramente. La
sera, sulla mia casa vidi una sfera di luce. Mi voltai giusto in tempo
per vedere questa cosa e vidi un bagliore distante qualche centinaio
di metri, subito dopo sentii uno scoppio. Tutti l’hanno sentito, an-
No. Era venuta la polizia. Erano circa le dieci di sera. Era luglio.
Non so. Ho paura di volare, quindi non so.
Sì, ci sono molti gruppi. C’è un gruppo più piccolo composto dai
ricercatori.
ufo
Mio padre era nell’Air Force e nel 1968 era di stanza a Grand Forks.
Ma non ci fu nessuna disattivazione, il missile fu armato.
Fu l’ufo
No, l’ufo armò il missile. In quella base, i missili erano pronti per
essere armati; l’ufo sorvolò l’area e lo attivò.
Vogliono farci sapere che possono fare ciò che vogliono e che noi
non abbiamo controllo. È come se dicessero: «Se non vi fermate,
interverremo noi».
They were very upset, it seems that the missile had been armed and
unlocked in launch mod, and that the warhead was armed.
Sì, vivevamo nella piccola cittadina del Nord Dakota, proprio dove
l’ufo si era fermato sulla stazione idrica. Rimase sulla stazione idrica
così a lungo che ordinarono di circondarla; mio padre faceva parte
della squadra. Mio fratello maggiore ricorda di aver visto l’ufo e
nostro padre là fuori.
Come si fa a spiegare…
No, ma quella donna si mostrò altre due volte. Sono nato a Denver,
ma poco dopo ci trasferimmo nel Nord Dakota, dove era di stanza
mio padre, e poi ancora alla base di Cheyenne. Ricordo che eravamo
in giro per fare compere natalizie, quando la donna si avvicinò men-
tre stavamo entrando in macchina. Fui l’ultimo a entrare, sentii la
sua mano sulla spalla e poi iniziò a parlare. «Che meraviglioso bam-
bino avete». I miei genitori si guardarono e la donna iniziò a parlare
a mia madre, mentre mi accarezzava la testa. Faceva delle domande
e i miei genitori iniziarono a scherzare con lei. Poi proseguì dicendo:
«Be’, se non lo volete, lo prenderò io».
Sì. L’unica ragione per cui ricordo le sue domande è perché erano
strane, specialmente se fatte da una sconosciuta. Mi disse: «Sei mol-
to speciale, sei parte di noi e noi siamo parte di te». La guardavo
mentre mi parlava e non vedevo la sua bocca muoversi. Questo mi
sconvolse, così scappai verso casa.
Non riuscivo a collegare le due cose, perché non credevo a nulla di
tutto questo. Anche il mio primo avvistamento: pensai che fosse
qualche oggetto militare segreto.
ufo
disclosure
A qualche cambiamento. Ma il disclosure è già un tipo di cambiamento.
una vibrazione più alta andranno da una parte e quelle con una vibrazione più
Sì, vedo che le persone saranno separate. Questo, penso, sia il mo-
tivo per cui sono qua: per portare quante più persone sul livello
superiore, prima che avvenga il cambiamento.
No, non così presto. Però penso che prima di Laughlin avverrà qual-
cosa di importante.
Sì, credo onestamente che qualcosa stia per accadere. Credo ci siano
degli indizi, ma potrei anche sbagliare.
disclosure
disclosure
un grande nulla.
Sì, assolutamente. Infatti, questa è l’unica ragione per cui c’è stato
il silenzio sulla questione ufo. Chi possiede la tecnologia retroinge-
gnerizzata non vuole perdere denaro o il controllo su di essa.
Lo hanno già fatto tante volte. Ho delle foto di loro nel mio cortile.
Sì. Molte persone hanno delle foto. Puoi andare a cercarle anche in
rete, anche se, probabilmente, la maggior parte di quello che troverai
online sono immagini di pupazzi; comunque ci sono anche molte
foto buone.
Anche io. L’ho visto scappare. Molte persone cercano di far credere
che sia un pupazzo perché sanno che è reale. L’ho visto correre via,
ma si possono vedere i lineamenti del viso e anche la profondità. Ma
le persone si chiedono sempre: «Perché questi esseri che provengo-
no da mondi lontani milioni di anni luce dovrebbero guardare dalla
Il quarto tipo lo
Ripeto, penso che stia per accadere, ma soprattutto credo che deb-
ba accadere al più presto. Potrebbe fare la differenza sulla nostra
Sì. Al 100%. Non so quanto sia grande questa chance che abbiamo,
-
remo. Ci sono persone che vorrebbero proprio questo per trarne
vantaggio personale, ma non si rendono conto che tutto nell’uni-
verso è collegato. Quindi se la maggior parte “perderà”, perderanno
anche loro.
Penso che il fenomeno attorno al gruppo cseti e ai protocolli di contatto sia una
Sì, ma non concordo con lui sul fatto che noi staremmo progettan-
do i Grigi. Sono creature più intelligenti di noi, con capacità psichi-
che superiori a quelle nostre. Come potrebbe mai essere?
abduction mi
sostiene che questo fenomeno sia in parte creato dal controllo mentale e dal Go-
Oh, sì.
Una volta uno di loro era nel mio cortile. Era notte, mi trovavo nel
Sì.
disclosure
Il tipo di disclosure
Penso che stiano tastando il terreno. Non credo che faranno sceglie-
re al Governo. Dovremmo già avere l’energia libera e altro. Devono
sapere che le corporation e i governi non stanno dalla nostra parte,
ma dalla propria. Mentre il disclosure è “la gente e per la gente”.
et
Assolutamente. Alcuni sono buoni, altri no, alcuni hanno i propri
piani.
et
Penso che siano ancora qui. Penso che siano buoni nel mio caso.
Però ci sono anche et cattivi che rapiscono le persone ed è orribile.
Penso che le mie esperienze siano state davvero molto forti, ma loro
sono stati quasi cortesi. Sento parlare di alcune abduction terribili, ma
vi sono anche esperienze dove cercano di insegnare alle persone.
Assolutamente.
lisa romanek: Penso che la mia funzione sia dare equilibrio a mio
marito. Non dico di riportarlo nella mia realtà, che è totalmente di-
versa da quella di quando lo incontrai. Ma far sì che si renda conto
che è stato addotto, danneggiato, ma non al punto da essere disfun-
zionale. Mi sono sempre occupata degli anziani o dei bambini, ora
mi occupo di Stan. Quando iniziò con queste esperienze pensai che
non fosse vero, ma poi gli ho creduto. Nel mio libro faccio dell’umo-
rismo perché ci sono molte sfaccettature divertenti in questa storia.
Scriveva di notte al buio, lo sentivo discutere e la sua matita scriveva
come impazzita. Lo sentivo dire: «Non capisco, non c’è abbastanza
spazio. Non posso farlo». Poi li ascoltava e rispondeva: «Ok, ok»,
e ricominciava a scrivere. Scriveva delle parole al contrario, altre in
abduction
Ne ho vista una e devo dirti che la cosa che mi ha sconcertata di più è stata
et
et
Sì.
Appare il mio numero.
Effettivamente mi aspettavo che alla tua storia venisse data una rilevanza mag-
È meglio avere poca pubblicità, piuttosto che non averne affatto. Io,
d’altronde, sto cercando di diffondere un messaggio. Sono divisi sul
mio caso. Credo che ci sia una guerra interna a livello governativo,
non per il mio caso in sé, ma penso che alcuni di loro mi stiano
usando per capire. Lo percepisco. Anche l’ultima chiamata di Au-
drey mi ha confermato ciò che sospetto.
-
no quale sia il suo piano.
Vorrei farlo anche se, in realtà, non avrei dovuto fare nemmeno il test
precedente perché soffro di disordine da stress post-traumatico. E ciò
annulla automaticamente il test. Inoltre, la Corte non usa la macchina
della verità perché non funziona. Nel periodo in cui mi sottoposero
al primo test avevo anche un problema di zuccheri nel sangue, ma
me lo fecero sostenere comunque. I miei livelli di zucchero continua-
vano a scendere e non riuscivo ad avere dei pensieri lucidi. Inoltre, il
Per cui, per il modo in cui era posto il quesito, non potei rispondere
alla domanda. Inoltre, il mufon [una delle più grandi organizzazioni
investigative del fenomeno ufo presenti negli usa, NdT] ha rubato il
nostro materiale e ha cercato di venderlo.
saremo perduti.
Già ai tempi biblici, prendi Ezechiele, gli affreschi del primo seco-
lo… loro sono sempre stati qua.
-
Stiamo assistendo alla lotta tra gruppi che vogliono il disclosure e
quelli che vogliono mantenere il segreto.
Ci sono alcune teorie per cui “loro” saremmo noi, a migliaia di anni
nel futuro e quindi stanno cercando di riprendere una genetica che
hanno perso.
Ricordate il cuore,
Ricordate di ascoltare,
Siate consapevoli della mente condizionata,
C’è una storia da studiare,
Ci sono alcuni fatti da capire.
[Ritornello]
C’è un legame d’amore baby
Questa è la chiave per lo stargate
Una nuova realtà è sulla buona strada – che apre i nostri cuori
C’è un legame d’amore baby
Questa è la chiave per lo stargate
L’amore è la chiave per un giorno migliore – per andare avanti con
questo nuovo inizio
10 Cantautrice, Danimarca.
Fammi vedere – come si può amare
Sì – io davvero mostrerò anche a voi
Come possiamo amare… e abbracciare quello che sta succedendo.
E se ci assomigliano?
(Potrebbero essere) la nostra famiglia,
Chiedetevi se c’è una bugia
Chi continua a creare storie spaventose?
Ora ci sono alcuni altri fatti da capire.
[Ritornello]
C’è un legame d’amore baby
Questa è la chiave per lo stargate
Una nuova realtà è sulla buona strada – che apre i nostri cuori
C’è un legame d’amore baby
Questa è la chiave per lo stargate
L’amore è la chiave per un giorno migliore – per andare avanti con
questo nuovo inizio
Siamo paralizzati nelle nostre teste?
Intellettualizzando il mondo?
Ci impediamo cosi di capire questo nuovo passaggio
come viaggiatori verso lo stargate…
Pia Elizabeth Larsen ha cantato come solista negli ultimi dieci anni in
diversi gruppi soul e rock. È molto impegnata nel progetto di disclo-
sure. Era presente alla conferenza di Barcellona con Fredrik Uldall,
Exopolitica Danimarca. Ha cantato per quattro anni nell’ensemble
Etta Cameron Godspel “Voices Of Joy” in Danimarca così come in
Svezia, Germania e Norvegia. Ha cantato come corista per i Westlife
quando sono stati in Danimarca in uno show televisivo e nel tour
di Michael Bolton, sempre in Danimarca. Ha anche cantato come
solista nel gruppo Aretha Franklin Tribute Band, una cover band di
Copenaghen (www.myspace.com/arethafranklintributeband).
Canta Gospel nell’Happy Day Choir diretto da Debbie Cameron.
Le ultime registrazioni sono state fatte al Blue Basic
Studio di Copenaghen. Niels Harbo è il co-produttore.
Nel brano Venus and Mars si sente la voce del dottor Steven Gre-
er (Disclosure Project, National Press Conference, Washington, dc –
2001 www.disclosure.org, www.aero2012.com).
Un esame sulle dinamiche del processo di disclosure
disclosure è
in atto e lo ignoriamo a nostro discapito. Se ignorare questa realtà
è ciò che noi come individui scegliamo di fare, be’, allora spetta a
ciascun individuo decidere. Indipendentemente da come ognuno di
noi sceglie di affrontare questa sempre più evidente realtà, sia che
scegliamo di nascondere la testa sotto la sabbia sia che decidiamo di
affrontarla a testa alta, il problema resta. Il treno del disclosure è in
arrivo, che voi lo sappiate o no, che vi piaccia o no, che ci crediate o
no… Tutto questo sta avvenendo.
Da sempre, sin dall’inizio della moderna era degli ufo negli anni
Quaranta, c’è stato un processo di negazione e cover-up. Da sem-
pre questo processo è stato portato avanti in parallelo a un sempre
più apparente e sempre più importante processo di acclimatazione,
acculturazione, istruzione, condizionamento metodico, disinforma-
zione e propaganda. È un peccato che questi due processi siano
serviti a creare un divario ampio tra coloro che sono ben consape-
voli della questione extraterrestre e coloro che invece non lo sono.
Questa è l’eredità dell’era moderna ufo. Sebbene può darsi che un
numero anche crescente di persone abbia imparato a capire che
questo argomento ufo-extraterrestri è reale e molto serio, tuttavia
un’enorme percentuale di individui ha, in un certo qual modo, solo
accettato completamente le bugie, la propaganda e la disinforma-
zione. A mio avviso, durante questo periodo e per un po’ di tempo
ancora nel futuro immediato, coloro che sono ben consapevoli di
questa realtà hanno il dovere di essere lì per quegli individui che li
circondano e che semplicemente non hanno mai pensato seriamen-
te a questo argomento.
Nella sua intervista su abc News Nightline nel 2008, a Timothy
Bashir: «Siamo stati attaccati?»
Timothy Good risponde con la seguente misteriosa risposta:
Non c’è nessun Governo che vuole che i suoi cittadini siano più fedeli
al pianeta che al proprio Paese. Nessuno vuole rinunciare al proprio
potere. Si sostiene il proprio leader eppure nessuno di loro parla per il
pianeta Terra. Quindi ci sono enormi problemi politici.
Stanton Friedman, Overlords Of The ufo, documentary, 1976
-
-
doli preparati all’idea che un giorno potrebbero essere visitati.
Dottor J. Allen Hynek,
durante un’intervista in onda negli anni Ottanta
Nei due anni precedenti al suo recente ritiro, Larry King dedicò al-
cuni programmi al tema degli ufo-et. Facendo un salto indietro, nel
1994, durante il sulla cnn, King intervistò il dottor
John Mack, che era accompagnato dall’addotta Mary Oscarson. Inu-
tile dire che l’abduction è un argomento di discussione alquanto pe-
sante per la cnn. Quello che segue è un estratto da quella intervista:
Larry King: «Perché credi che non si materializzino qui?»
Mary Oscarson: «Penso che forse la società non sia ancora pronta
per questo».
Larry King: «Ma tu lo sei?»
Mary Oscarson: «Dunque, io sono pronta, anche se “lo faccio”
controvoglia. Sta accadendo da molto tempo nella mia vita e ahimè
non c’è modo di uscirne. Così anche per le persone come me: siamo
quasi forzati ad avere a che fare con questo».
Larry King: «E la storia di Mary è come molte altre?»
Dottor John Mack: «È una storia alquanto tipica».
Quello che è stato presentato qui non voleva essere in nessun modo
un racconto integrale della copertura mediatica di questo argomen-
to. Come sappiamo, la copertura di questo problema continua a cre-
scere rapidamente quasi in tutti i media.
Quando si valuta cosa stia davvero succedendo, nel comparare il
cover-up con le dinamiche del disclosure, dobbiamo tener conto della
copertura mediatica andata in onda nel corso degli anni. Dobbiamo
considerare il modo in cui questa informazione è stata presentata at-
maggiore apertura.
Alla luce del fatto che gli et non staranno zitti né andranno via
e di certo non possono essere controllati, la cia e quelli inclusi nel
Giurì Robertson devono aver capito che la strategia del e
cia
e i dirigenti politici di questa situazione avessero capito che quello
che stavano facendo era poco lungimirante, insensato, pericoloso
e insostenibile, avrebbero intrapreso una politica che poneva mag-
giormente l’accento sui concetti di acculturazione alla realtà degli
ufo-et. Il disclosure continua a essere controllato e rimandato attra-
verso questo processo di . Ma è questione di tempo.
de-
degli ufo
acclimatazione. Questa è la dinamica principale con cui viene gestito
il processo di disclosure, in base a queste politiche, in base all’equili-
brio di questi fattori.
Gli esseri umani non sono responsabili dell’esperimento, ma ne
sono assolutamente coinvolti. Come attori hanno un ruolo soprat-
-
dui di apprezzare davvero tutte le informazioni e le testimonianze
incorporando questo nuovo materiale stimolante nella loro pre-
esistente visione del mondo. Ma non funziona così. Per la maggior
parte di noi la comprensione funzionale di tutto questo sta nella
creazione di una nuova visione del mondo e di una nuova cosmo-
logia. Quindi l’informazione si fa strada nella società e cade nelle
mani di quegli individui che hanno dimostrato di poter trattare
meglio con l’informazione e con questa nuova realtà coraggiosa.
Questa è chiaramente un’importante parte della dinamica natura-
le dell’esperimento del processo di Questo processo sta
simultaneamente selezionando e preparando la gente che potrà af-
frontare meglio il problema et e gestire questo paesaggio cosmico
in futuro.
Così, a tutti gli effetti, è una pillola amara da mandar giù ma,
straordinariamente, è la gente, la cittadinanza a mantenere il cover-up,
e non il Governo, l’esercito o l’Air Force. Mentre la maggior parte
delle persone preferisce mettere la testa sotto la sabbia, l’Air Force
ha divulgato e probabilmente sta ancora divulgando questa realtà a
buona parte dei suoi cadetti in un modo o nell’altro. Molte nazioni,
ufo. Le organizzazioni po-
litiche, governative e militari ci hanno svelato questa realtà. Ogni
di Michael Vogt12
Quando penso agli ultimi sei anni della mia vita passati a fare ricerche
sugli ufo, et ed esperienze di abduction, posso dire senza alcun pro-
blema che non è stato del tutto piacevole. Infatti, c’erano momenti
in cui mi sentivo come se il mio mondo fosse messo completamente
a soqquadro. L’ignoto e l’inesplorato possono essere intimidatori e a
volte spaventosi. È come se niente al mondo avrebbe potuto mai pre-
pararmi a quanto può essere strano e scomodo ciò che è sconosciuto.
Posso solo immaginare che il disclosure causerà lo stesso disagio e
forse panico per altri. Per coloro che non sono pronti per la nuova
informazione, il disclosure potrebbe essere la notizia più tumultuosa e
spaventosa mai rilasciata sul pianeta.
paola harris:
No, sto usando solamente i miei risparmi di una vita. I soldi della
mia pensione.
Io credo vada oltre l’economia. Penso sia dovuto al fatto che hanno
una certa teoria. Michio Kaku raggruppa l’energia libera con il moto
perpetuo e pensa che sia impossibile averne soltanto uno. Sono si-
curo al 100% che si sbaglia. Io penso che sia possibile.
Molte delle mie ricerche mostrano che abbiamo una tecnologia retroingegneriz-
black operations
-
ufo
-
Ma ascolta, Paola, se vieni trascinata fuori casa tua nel bel mezzo
della notte, magari contro la tua volontà o senza il tuo permesso, e ti
Ho avuto con lui delle comunicazioni via e-mail, lui è d’accordo con
No.
No, ho scattato circa venti foto, ma quelle erano le uniche che mo-
stravano meglio l’oggetto a forma di disco e poi un’altra foto mostra
qualcosa di insolito.
C’era un oggetto a forma di disco con una cupola. Era il 2002, l’an-
no che lasciai il mio lavoro e iniziai a investigare sull’antigravità a
tempo pieno. Poi ho continuato a fare lavori sulla energia libera dato
che, secondo me, l’antigravità è legata all’energia libera.
Lo capisco, ma sto solo dicendo che non sono del tutto convinto
che questo non sia un problema di sicurezza nazionale.
-
impianti sono stati inseriti anche agli europei e le abduction avvengono anche
-
zare solo sulla vicenda dell’abduction
Sì.
Potresti aver ragione, Paola, e sono sicuro che per qualche parte
della popolazione sia così.
Ma altri gruppi di intellettuali sono del tutto arroganti. Credono
di sapere, in qualche modo, magicamente, che gli extraterrestri non
stanno visitando questo pianeta – come per esempio Michael Sher-
mer. Sono così stufo di vederlo sorridere compiaciuto, così come le
altre persone che non leggono nulla, non guardano video su You-
un’idea stupida».
disclosure
seti
dell’intera cosa.
Sto solo dicendo che io ho il mio punto di vista e che non ci sono
abbastanza prove per convincermi che mi sbaglio. È ancora una vi-
cenda aperta.
Roger Lier ha ottenuto alcuni fondi da quelle persone in Arizona di cui abbia-
No, se lasciavo gli Stati Uniti, anche solo per un viaggio in Canada,
dovevo fare rapporto.
ufo sono ancora un argomen-
Coast to Coast
Sono solidi come la roccia, hanno i piedi ben piantati per terra, sono
-
struggere il mondo. La Terza guerra mondiale è nelle loro mani.
Quando dicono di aver visto un ufo disinnescare i loro missili nei
silos, ci possiamo credere. Non riesco a capire perché la gente ignori
ciò che questi uomini dicono. Lo stesso vale per alcuni di questi pi-
loti, perché non dovremmo credergli?
Hai chiesto cosa voglio che la gente impari. Per prima cosa che gli
ufo esistono. Secondo che l’energia libera è reale. È possibile ali-
mentare le nostre auto, le nostre case, tutta la nostra elettricità da
fonti di energia libera. Vorrei si chiedessero in che modo questi di-
schi volanti volano in tutto l’universo, se hanno qualche sorta di
fonte di alimentazione. Qual è il nostro programma spaziale e come
potremmo imparare da loro a volare verso le stelle.
Non penso che se qualcosa non viene fuori dalle notizie ci sia una
cospirazione a coprirla; l’energia libera è stata in giro per così tanto
tempo. La gente ha prodotto energia libera per tanti, tanti anni.
Stan Meyer, di cui ti stavo parlando, ha costruito una macchina ali-
mentata ad acqua e ha ottenuto sette brevetti internazionali. Dico-
no che un giorno era a pranzo con suo fratello, mangiò un boccone,
guardò suo fratello e gli disse: «Sono stato avvelenato». Poi corse
fuori nel parcheggio e morì. Non so se questa sia una storia vera.
Credo che Stan Meyer fosse un uomo sincero e aveva detto che gli
era stata offerta una gran quantità di denaro dalle compagnie petro-
lifere per mantenere segrete le sue invenzioni. Volevano comprare
i diritti del brevetto.
status quo
Ora ci sono altre forme di energia libera, Paola, non c’è solo l’acqua.
Il dottor Thomas Henry Moray fu capace di produrre cinquantamila
watt di potenza da un dispositivo già negli anni Quaranta. Se riesa-
miniamo la tecnologia ad acqua di Stan Meyer, potremmo risponde-
re a tutti i fabbisogni di energia nel mondo.
Questa è una buona idea; cercherò di mettermi in contatto con lui.
Credo che il dottor Greer sia una brava persona e penso che stia fa-
cendo una cosa lodevole. Ho il massimo rispetto per lui. Ho scritto
questa lettera aperta su Michio Kaku. Credo che sia uno scienziato
brillante, quindi non lo sto attaccando come persona, ma credo che
abbia un’idea sbagliata riguardo all’energia libera.
ufo -
no state visite e sapeva che c’erano state abduction
È una triste situazione economica. Siamo andati sulla luna negli anni
Sessanta e Settanta. Da allora non abbiamo fatto tanti progressi. E
questa navetta spaziale è una bomba a orologeria.
-
quel tempo!
Grazie!
ufo Magazine
procurarti una copia del libro italiano saresti interessato a leggere i suoi appunti
-
naggio di poco conto.
disclosure
paola harris: -
l’auto e raggiunsi quel punto a piedi. Lì, mi resi conto di quanto strano
fosse il fatto che non vi fossero tracce. Eppure camminai in mezzo
a piante di grano intatte, che stavano dritte e mi chiedevo come mai
non ci fossero tracce né dentro né fuori questi cerchi. Così iniziai a
-
tivi, quindi telefonai alla polizia locale per chiedere che cosa sapeva-
no a riguardo. Poi parlai con un contadino, che mi disse che erano lì
da anni. Successivamente, ho saputo da un altro contadino che quei
cerchi erano lì già nel 1923-24. Capii che non si trattava di qualcosa
di recente, ma che facevano ormai parte della storia. Incontrai anche
Pat Delgado, che in quel periodo si era appena licenziato dal progetto
Mariner alla nasa, dove era stato un progettista.
Ecco, dunque, com’è iniziato tutto. Fui da subito affascinato, dato
che sono un ingegnere. Li guardavo ma non sono mai riuscito a capire
perché fossero chiaramente tagliati, come se fossero stati realizzati
con uno stampino.
Non conducevo una vita regolare, infatti divorziai. Ero sempre im-
-
tetta da un sistema di allarme, i media andavano e venivano con-
tinuamente. Era pazzesco. Sono arrivato a un punto in cui ero il
responsabile di duecento persone, eppure il centralino prendeva più
chiamate per me relative a questo “hobby” che per il mio lavoro.
sarebbero potuti entrare nel mio sito e mi avrebbero chiesto degli ufo; io non po-
Sì. Il mio capo venne da me un giorno e mi disse che dovevamo par-
lare di quello che stava succedendo. E mi disse che dovevo scegliere
tra le due cose.
-
mo dei dati che a volte vengono manipolati. Quando la gente dice
che ho fatto ricerche su questo per tre anni, io so che non è vero
perché su quei campi c’eravamo solo io e altre tre persone, oltre ai
contadini che lavoravano con noi ed eravamo le uniche persone lì.
Nel 1983. Andai con Pat e Terence. Arrivai nel 1983, mentre Rusty
Taylor arrivò nel 1985.
Il fatto è che diventa una sorta di religione, di credo. Questa è una
cosa che voglio dire e non mi dispiace se la pubblichi, perché vorrei
rimettermi in contatto con amici che rispetto e che si sono allonta-
nati da me, come Jaimie Maussan.
Il fenomeno dei cerchi nel grano causa la stessa cosa a me come ricercatrice per-
in quanto non posso parlare dei cerchi non fatti da loro come per esempio quello
Capisco e, se la cosa può consolarti, posso solo dire che la vedo così
anch’io. È l’unica ragione per cui sono ancora qui di fronte a te oggi.
Dopo aver stabilito che esiste un fenomeno, non ho dato la mia at-
tenzione alle persone che li stavano facendo perché ero furioso con
loro. Quando ho avuto il primo contatto, c’era ostilità tra noi, pensa
a Doug e Dave [Doug Bower e Dave Chorley, due anziani inglesi
che hanno realizzato molti dei cerchi nel grano per farsi pubblicità
e guadagnare, NdT] ho fatto sembrare quei due uomini così stupidi.
Quelli che realizzano questi cerchi nel grano dovrebbero prendersi
la responsabilità, piuttosto che farla ricadere su coloro che studiano
questo fenomeno per scoprire la verità. Continuano a fare cerchi nel
grano ma almeno dovrebbero informare la gente e noi ricercatori
riguardo al motivo per cui li fanno.
Sì, stanno infrangendo la legge. Hanno fatto dei danni. Se, dunque,
sono tutte bufale, come dicono, avrebbero fatto dei danni piuttosto
ingenti.
Vandalismo, sì.
Sì.
Sì. C’è una parte della nostra comunità che è cattiva quanto i go-
verni che ci sembrano che stiano provando a chiarire. È possibile
andare, come hai fatto tu, nel centro sud dell’Inghilterra, a Avebury,
Stonehenge; tutti i libri sono lì, roba sui cerchi nel grano, gioielli, le
t-shirt… So che se avessi mantenuto un approccio ottuso, anch’io
avrei avuto della roba in vendita in quel posto. Avrei fatto un sacco
di soldi col mio primo libro. Io ho sempre parlato con il cuore, non
stavo con gli imbroglioni, non li sopportavo. Tutto andava bene per
me. Ma nel momento in cui ho iniziato ad avere un confronto con
loro, è stato Matthew Williams a dirmi: «Colin, senti, ho davvero
rispetto per quello che stai facendo, ma stai sbagliando un sacco di
cose. Bisogna che ascolti alcune delle cose che stiamo cercando di
dirti». Per la prima volta ho aperto la mia porta. Ho iniziato a impa-
rare alcune cose. Siamo stati poi avvicinati da Galbraith e Rockfel-
[Ride.]
«Che cosa sta succedendo nel mondo dei cerchi nel grano? Ho la
sensazione che tu possa darci qualche informazione».
Penso che questo sia uno spunto. Così sono andato avanti e, meno
di trenta ore dopo, la “storia”. Questo è ciò che ha scatenato l’intera
faccenda. A ogni modo, io non so nemmeno come sia venuto fuori.
-
-
Sì, sì, lo è.
Allora, io credo che quello che mi è successo quando avevo cinque
anni, prima di qualsiasi evento di cerchi nel grano, sia stata come
una sensazione interna che mi ha lasciato prevenuto, nel senso che
successivamente, nella vita, avrei visto cose e avuto esperienze che
-
lo che già mi stava turbando. Mi stava turbando perché ho sempre
casa mia. Per pochi istanti, non pensavo di poter essere regredito.
Ho dovuto tenere la mia mente sotto controllo. Non voglio essere
bloccato in nessuna cosa, lo sai, ho un po’ il terrore. Così quel che
è uscito fuori dalla regressione è chiaramente una delle cose che ha
-
-
ne hanno messo in discussione tutto il lavoro che avevo fatto. Avevo
appena dato le dimissioni dall’ultimo lavoro con il Governo, avevo
impegnato la mia vita, ho guadagnato dei soldi con il mio libro Cir-
cular Evidence, ma adesso è come se dovessi ricominciare e puntare
su me stesso. Il terzo evento è stato il fatto che ho perso tanti amici.
Voglio dire che per questa ricerca il mio primo matrimonio è fallito,
ho perso la mia famiglia, il mio Paese.
Vivo qui perché ho conosciuto la mia seconda moglie qui e lei vive
in America. Non posso dire che l’America sia stata buona con me,
ma la mia famiglia è stata straordinariamente comprensiva. La mag-
gior parte della gente, credo, non dà credito a ciò che la famiglia
deve affrontare. Mi considero fortunato per essere uno di quelli che
ha fatto ciò che era la propria passione.
Sì, ora sono supportato.
ufo
-
dei conti, l’interazione ha avuto luogo. Siamo impegnati nel proces-
so. Nei campi, nel cielo, tutto torna indietro alla stessa cosa. E tu
hai assolutamente ragione; l’unica cosa che realmente smentisce è la
Oh certo.
Ecco che ci risiamo di nuovo: la cosa che ci rende corrotti è il bisogno di soldi per
disclo-
sure
Di sicuro mi piace credere che sia così. Però so che c’è una storia
così contrastante delle Nazioni Unite che potrebbe comunque esse-
-
tico ci sono molti input e la gente non è d’accordo su nulla. Quindi
-
la clausola costituita nel 1978, con un approccio multinazionale. Ci
sono molti modi per dar voce a un’opinione, se poi stai affrontando
hanno avuto un cambiamento nella struttura politica del Paese che ha avviato
ufo
E vedrai, come dico molte volte, che noi, che “la gente disegnerà
una linea”. Questa è la linea.
Abbiamo nelle mani il nostro futuro e abbiamo il potere per realizzare una
Forse è questo!
Tutta questa interazione ha unito relatori e pubblico in un modo che
non ho mai visto prima: è diventato tutto intensamente focalizzato
sebbene fosse estremamente personale. È stato un cambiamento im-
portante. Va notato che questo particolare pubblico era un po’ diver-
so dal solito: c’erano molte facce nuove, molti che avevano viaggiato
all’estero. Erano più silenziosi, alcuni facevano discorsi pesantemente
intellettuali e sembravano più meditativi nelle pause. Erano parteci-
panti volontari che cercavano divertimento ma al contempo erano de-
siderosi di partecipare, per fare la differenza, per attivare qualcosa…
È stato molto strano anche il fatto che, nel tentativo di coprire
-
cata nell’area del palco. Era presente una potente energia. Mi sono
resa conto che non abbiamo bisogno di “vedere” per credere. Si
-
sta in modalità “aspetta e vedrai”. Stiamo tutti aspettando.
Nel mio libro, ho parlato dei protocolli cse-
tisul ce-5 per il contatto et e la diplomazia dei cittadini. Il 24, 25 e 26
ottobre 2009, a Rio Rico in Arizona, nel bel mezzo del deserto, a po-
paola harris:
Sì, questo è quello che ci disse. Faustino ci disse che appena c’era
occasione dovevamo andare a controllare una mucca che era quasi
pronta per partorire e volevamo assicurarci di prendere il vitello
prima che qualcun altro lo prendesse e ci mettesse su il proprio
marchio. Quello che facevamo periodicamente era andare a caval-
lo e controllare tutti i recinti per assicurarci che non fossero rotti.
Se lo erano, bisognava ripararli con un piccolo kit di strumenti,
se qualche palo era a terra dovevamo sorreggerlo e poi tornare a
sostituirlo.
Quindi facevamo questo giro a cavallo per controllare i recinti e
-
rio, José col suo binocolo contava i capi di bestiame e io scrivevo il
numero.
sarebbero nutriti.
Sì, era quel giorno. José arrivò sul suo cavallo e, dopo aver sellato il
mio, partimmo. Mia madre sapeva che stavamo andando a fare dei
lavori al ranch Padilla.
No, non era buio. Ma c’era molto fumo. Indietreggiammo dove c’e-
ra più aria, cercando di capire cosa stesse succedendo. Chiesi a José
se era caduto un aereo. Vivevamo in una piccola cittadina, non si
vedevano molti aerei. José disse che non ne aveva idea ma che forse
qualcuno si era ferito e poteva aver bisogno di aiuto. Così, con-
tinuammo ad avvicinarci e riuscimmo a scorgere qualcosa oltre il
ciglio dello squarcio.
Il solco lasciato dal velivolo. Non era dritto. A un certo punto girava
a destra e formava una specie di l. Riuscivamo a vedere qualcosa,
ma c’erano tantissima polvere e umidità causate dalla pioggia. Tor-
nammo indietro e ci riposammo, poi tornammo lì e José prese i suoi
binocoli e iniziò a osservare la scena. Poi, disse: «C’è qualcosa laggiù,
-
locemente. Mentre guardavamo con i binocoli riuscimmo a vedere
il buco sul lato di quell’oggetto, che aveva la forma di un avocado.
-
traverso il binocolo e vidi delle piccole creature che si muovevano
avanti e indietro.
Sì, credo di sì. Sentivo un suono acuto provenire da lì. Non sa-
pevamo cosa pensare. L’unico suono acuto che conoscevamo
era quello dei conigli quando sentono dolore oppure dei neonati
quando piangono.
-
sero e ancora oggi non lo so.
Non lo so.
Sì, circa sessanta metri da noi. C’era però fumo e polvere, quindi
non era molto limpido.
Si stava facendo buio e c’era un bel po’ di strada da fare per raggiun-
gere i cavalli per poi tornare al ranch. José voleva entrare, ma io no.
Sì, e io gli chiesi: «José, che cos’è?» La sua risposta fu: «Non lo so».
«Ok, se non sai di che diavolo si tratta, io non ci entro per nessu-
na ragione. Voglio andare a casa. Non ci voglio entrare. Ci dovrai
andare da solo. Io vado a casa, ci vediamo al ranch». E lui rispose:
«Dai, allora, restiamo a guardare solo un altro pochino. Ma, forse hai
ragione. Non so cosa siano. Sembrano dei ragazzini molto strani».
Sì. E poi lui disse: «Va bene, restiamo a guardare un altro po’ e poi
torniamo a casa. Tua madre sarà sicuramente preoccupata, si è fatto
tardi e sono sicuro che anche tuo padre lo sarà…»
José è andato via da San Antonio nel 1954 e io nel 1955. Negli anni
in cui siamo stati lì ne abbiamo parlato. Ma dal 1955 al 2002 non
abbiamo più avuto contatti. Dal 2002 abbiamo scambiato le nostre
impressioni.
quattro anni.
-
Sì. Era lungo circa trenta piedi e alto circa quattordici. Come lo so?
Perché le travi del tetto di una casa sono alte circa quattordici piedi.
Per il wpa -
tion Corps. Per Conrad Hilton, che aveva diverse attività a San An-
tonio e anche per il signor Alliare, che aveva un’attività mercantile.
Sì. E questo è, in sostanza, ciò che accadde quella notte. Il giorno
seguente, José venne a casa mia e poi io andai con lui a casa sua, dove
incontrammo Eddie Apodaca, un poliziotto amico di famiglia. Fau-
stino gli aveva chiesto di venire con noi sul posto dello schianto. Loro
salirono sulla macchina della polizia e noi sul pick-up. Guidammo il
-
Esatto.
Sì è questo.
Era duro. Il primo giorno avevo raccolto un pezzetto che era tipo
foglio di alluminio e lo mostrai a José. Mi faceva pensare al foglietto
di alluminio che sta nei pacchetti di Philip Morris che fumava mia
madre. Lo presi e lo misi in tasca…
Esatto.
Sì, era ancora lì.
No, no. Il terzo o quarto giorno José venne a casa mia e prendemmo
dei peperoncini, dei peperoni verdi e dei pomodori, dato che noi
avevamo un orto e loro no e riempimmo un paio di borse con le ver-
dure e ne portammo una a casa sua. Andammo sul retro e vedemmo
che c’era una macchina militare di fronte. Un soldatoche stava par-
lando con suo padre così attraversammo la cucina per raggiunger-
li. Faustino disse che dovevamo entrare, quindi lo raggiungemmo.
Stava parlando col sergente Avila, lo invitò a entrare. Il sergente
Avila disse: «Sono qui con l’esercito e abbiamo bisogno del vostro
permesso per tagliare il recinto e mettere un cancello perché uno dei
nostri “palloni sonda sperimentali” è inavvertitamente caduto nella
vostra proprietà».
Sì.
Be’, sai, non cercavano noi e c’era della vegetazione su quel lato della
collina, noi non eravamo molto alti, per cui era facile nasconderci.
Non credo che lo sapesse, stava solo facendo il suo lavoro, raccogliere
Sì, perché durante la guerra perdemmo così tanti parenti che era
molto comune avere qualcosa per ricordarli quando pregavamo,
perché quando muoiono in guerra non ritornano più. Li riportavano
in una bara di piombo, accompagnati da un paio di guardie e li sep-
Era attaccato alla paratia. José tentò di tirarlo fuori ma non ci riuscì
così andò a prendere un argano dalla parte anteriore del trattore-
rimorchio, qualcosa tipo un palanchino, come lo chiamano nel set-
tore autotrasporti. Viene usato per testare la solidità delle catene che
trattengono il carico sul rimorchio.
Si avvitavano in un solo senso, entravano in un modo e non usci-
vano. Erano ganci dentellati inseriti nei buchi che reggevano questo
pezzo di staffa sul pannello attaccato alla paratia. I perni erano gialli.
Parte della navicella era più scura sul fondo rispetto al tetto. Grigio
più chiaro.
Non so, non molto. Questo è ciò che c’era nel velivolo quando
entrammo. Non avevamo elettricità in casa nostra, quindi quando
arrivò Natale decorammo l’albero con decorazioni non elettriche
come pop corn, carta stagnola e capelli d’angelo. Quell’anno aveva-
Una volta mi raccontarono un’altra storia: il testimone mi disse che quel coso
Sì, e lo prendemmo.
Sembravano feriti.
-
sto». E mio padre gli chiese il perché. Lui rispose: «Be’ sai, la notte
scorsa stavo dormendo e sono stato svegliato. Ho visto una luce
fuori, venire dal pozzo…»
Pedro, il pastore.
E quindi lui disse che c’era un tesoro lì sotto. E poi Pedro conti-
nuò: «Ho preso il mio fucile per sparargli ma loro erano spariti, ma
-
dro?» Il mio cuore scalpitava e pregavo in silenzio, non volevo avere
guai con mio padre. Lui non sapeva nulla riguardo all’esperienza nel
ranch di Padilla. Così mio padre disse a Dave, mio fratello maggio-
re: «Andiamo a dare un’occhiata, porta una pala e un palanchino».
Prese il palanchino e sollevò le assi del pavimento, scese giù e dis-
se: «Dove?» E Pedro indicò: «Proprio lì, al centro della stanza». Io
pregavo in silenzio: «Dio, speriamo che non lo trovino». Scavò lì al
centro e non c’era niente, scavò intorno e non c’era niente. Disse:
«Non c’è nulla qui». Quindi inchiodarono di nuovo le assi, e mio pa-
dre disse: «Be’, probabilmente non accadrà più. Non ti preoccupa-
re. Se succede fammi sapere e controlleremo ancora». Dunque tutti
-
soro” perché stavano succedendo troppe cose. Così venne, prese il
“tesoro” e lo portò a casa. Lo mise insieme a qualche altro oggetto
sotto casa sua. In quel periodo avevamo dello spazio nel seminter-
rato per via delle alluvioni. José mise il tesoro in alcune scatole nel
-
mava José e che era di San Antonio, lo chiamai e riparlammo delle
nostre esperienze di gioventù e della scoperta di un oggetto a forma
di avocado, che si era schiantato nel ranch quando eravamo piccoli.
Dissi: «Come diamine chiamammo quel pezzo che portammo via
da quell’oggetto? Ah, “tesoro”. Sì, lo chiamammo “tesoro”». «Sai
cosa?» rispose José, «scommetto che è ancora lì, da qualche parte
su quel soppalco. È stato lì così a lungo che me ne ero dimenticato.
Devo controllare se c’è ancora».
Dopo tutti questi anni sei riuscito a incontrare di nuovo l’altro bambino che era
-
Sì.
-
Esatto.
Sì. È una replica del velivolo e del buco che c’era su di esso.
Sì, giusto.
Da queste analisi risultano delle similitudini tra questo pezzo e il materiale extra-
terrestre di cui parla il colonnello Corso nel suo libro The Day after Roswell
tratta del pezzo che assomiglia al leggero foglio di alluminio che si trova all’interno
erano consumati. Lui guardò il pezzo e disse che non poteva saldarlo
visto che era ottone. A quel punto tornammo indietro al pozzo per
vedere cosa potevamo fare. Potevamo legarlo ma sarebbe scivolato.
Poi in un momento di disperazione dissi a José: «Vai dietro quel pezzo
di legno, ci dovrebbe essere una lattina di Prince Albert». Lui andò lì
e trovò la lattina. C’era quel piccolo foglio di alluminio che trovam-
strette le estremità e non scivolò, poi presi una delle chiavi di Stilson,
José prese l’altra e stringemmo. Andammo ad accendere il mulino e
cominciò a pompare acqua. Funzionò.
fatto». Gli risposi che ero felice che funzionasse ancora. Non potevo
raccontargli la vera storia, ovvero che si trattava di qualche forma
di avanzata tecnologia aliena. Non ci avrebbe mai creduto. Come
non avrebbe creduto che oggi potessimo avere telefoni da tenere in
tasca. Sarebbe stato troppo per lui, così lo ringraziai solamente e gli
dissi che ero felice di averlo fatto.
Be’, io, José e le nostre famiglie siamo d’accordo sul fatto che la
gente debba sapere e siamo in possesso di un frammento. In re-
altà non appartiene a noi. Non è stato mai nostro. Appartiene a
qualcuno.
Penso che in un modo o nell’altro dovrebbe essere esposto pubbli-
camente da qualche parte in modo che la gente possa avervi accesso.
Immagino che uno dei posti migliori potrebbe essere una delle tante
conferenze annuali. Credo che quello sarebbe un posto adatto.
E poi c’è il vostro libro Born on the Edge of Ground Zero. Living in
the Shadow of Area 51
Credo di sì. Bisogna dar merito a quei soldati. Scoprimmo quel veli-
volo esattamente trenta giorni dopo il test nucleare di Trinity. Erano
stati chiusi in un campo base per novanta giorni, senza poter andare
da nessuna parte, parlare con nessuno né bere una bibita o altro.
ufo
-
È solo pratica: mettono dei target, tipo bottiglie e lattine. Posso im-
Sì, giusto.
Eravamo bambini all’epoca. Io ero alto poco più di tre piedi e loro
potevano essere poco più bassi di me, di un colore grigio chiaro.
Non lo so, ma correvano avanti e indietro, emettendo versi striduli.
Esatto.
Eravamo astuti.
Sì, qualsiasi cosa che non volevano raccogliere, c’erano troppi pezzi
sparsi.
pezzo di velivolo: si notino le microstrutture simili a insetti che potrebbero essere i circuiti
The Day After Roswell
Se crediamo a questa testimonianza, possiamo iniziare a mettere in-
sieme i pezzi di un interessante puzzle. Ora sappiamo che ci sono
stati diversi schianti in New Mexico e forse diverse civiltà erano in-
teressate ai nostri test nucleari. All’età di settant’anni e tranquilli per
il fatto che le loro famiglie supporteranno ora i loro sforzi di divul-
gazione, Reme Baca e José Padilla si stanno facendo avanti. Questo
è un racconto storico fatto da persone che hanno realmente vissuto
quest’esperienza. La loro storia si aggiunge all’alone di mistero che
ricopre gli incidenti nell’area del New Mexico e l’intero fenomeno
ufo. Ciò che forse è ancora più importante è il fatto che i coniugi
Baca abbiano avuto un avvistamento che ha portato la famiglia di
Reme a sostenerlo. Uno dei temi comuni in questo libro è stato il
peso della verità sui testimoni e il fatto che non l’hanno potuta con-
dividere con i propri cari. Grazie all’intervento cosmico oggi posso-
no liberamente raccontare la loro storia.
ph:
ph:
ph:
ph:
vg: Faceva caldo. Io stavo guardando la tv e mio marito era seduto
sui gradini della veranda sul retro. A un tratto venne da me e mi
disse di andare a vedere una cosa che si stava avvicinando. Guar-
dai l’orologio, erano quasi le 23. Andai fuori e vidi questa piccola
sfera di luce che veniva verso di noi, veniva giù dal cielo e si stava
dirigendo verso la nostra casa.
ph: Quindi stava scendendo dal cielo e voi avete fatto in tempo a vedere questa
vg: Be’, stava ancora venendo giù. Lui la vide da lontano e quando
io uscii di casa si stava già avvicinando molto, la osservai ma non
riuscii a capire di cosa si trattasse dato che non avevo mai visto
una sfera di luce muoversi da sola.
ph:
vg:
ph: Apparve all’interno della sfera di luce oppure la luce si spense ed apparve la
ph:
vg: Sì. Era proprio lì. Di colpo accese le luci. Fece manovra per an-
dare oltre la nostra casa, seguendo la sfera che stava sempre un
po’ più avanti a una certa distanza.
ph:
ph:
vg: Diciamo che il tutto durò venti minuti, da quando era nel cielo…
ph:
ph:
ph:
ph:
ph:
vg: No. A proposito c’è una storia strana. Mentre stavo osservando
di nuovo la navicella, non riuscii a vederne la parte superiore
perché era troppo grande. L’unica cosa che riuscivo a vedere era
la parte bassa di un arancione brillante, enorme. Quindi, l’unico
modo per vedere l’apice fu quando si allontanò. E mentre stava
andando via sorvolò uno di quei grossi aerei cargo.
ph:
vg: Sì.
ph:
ph:
rb: Comunque quando andai a lavoro il giorno dopo, dato che lavo-
ro con i piloti, raccontai ad alcuni ciò che avevo visto e se erano
a conoscenza di qualche attività ufo.
ph:
ph:
rb: E dissi che dovevo segnalarne una. La risposta fu che non pren-
devano segnalazioni. Dissero: «Tutto ciò che va oltre diecimi-
la miglia all’ora non ci riguarda. Noi non lo facciamo, ma puoi
chiamare…» Mi diedero un numero a cui potevo rivolgermi,
così chiamai alla base e a loro volta mi dissero che non racco-
glievano segnalazioni e mi diedero altri numeri da chiamare e
così chiamai…
ph:
rb: No, non era McDonald… ma, mi sembra che tu una volta lo
abbia citato, perché avevi vissuto nella stessa città o conoscevi
sua moglie in Arizona…
ph:
ph:
rb:
ph: ufo
rb: Sì. Ti ricordo che ero un inesperto, non sapevo molto sugli ufo
all’epoca.
ph:
ph:
rb: 1994.
ph:
rb:
ph:
ph:
rb: A ogni modo, non sapevo nulla di Ufologia.
ph:
rb: Be’, sai, volevo vedere se qualcun altro l’avesse visto. All’improv-
viso quella sera in pochi minuti ci furono enormi cambiamenti
nella mia vita e in quella di mia moglie. Ora mia moglie è più
comprensiva quando si tratta di extraterrestri. Stavo anche an-
dando a svegliare i nostri vicini ma c’era la staccionata…
ph:
ph:
vg: Sì, era un po’ tardi, ma se non ci fosse stata la staccionata sarei
andata a bussare alla loro porta. Sarei dovuta passare dal retro,
ma ero scalza e sarei dovuta uscire fuori, camminare scalza sulla
ghiaia, per giunta di notte, insomma avevo paura di farmi male e
quindi non andai.
rb: Tra l’altro stavano ristrutturando casa quindi a terra c’erano ta-
vole con chiodi e materiale di copertura per il tetto.
ph: Quando hai sentito per la prima volta la storia di Reme di quando era
ph:
ph:
vg: Be’, sai, non era mai entrato in merito alla questione.
ph:
vg: No.
ph:
rb: No.
vg: No, non ci credevo. Voglio dire, mi aveva parlato una volta di
ufo…
ph:
vg: Sì questo lo so, ma… non riuscivo a capire niente del genere.
ph:
vg:
ph:
ph:
ph:
ph:
vg: No, o meglio, non sempre. Ero sospettosa per il fatto che stava
per fermarsi, perché avevo sentito, sai, storie di rapimenti e cose
-
che perché non avevo mai visto un velivolo di quelle dimensioni
andare così lento.
ph:
vg:
vg: Sì.
ph:
vg: Sì, sì, per come eravamo posizionati. Per quale motivo stavano
passando proprio sopra di noi? Era come se volessero far visita
proprio a noi. Sembrava fatto apposta, in un certo senso. Perché
altrimenti non ci sarebbe stato altro motivo. Ero affascinata dai
colori. Non ho mai visto niente di così brillante nella mia vita.
ph:
vg: No, solo una luce, un bagliore molto consistente, aveva come
delle biglie intorno. Ma il colore predominante era questo rosso-
arancio intenso. Non proprio rosso e non proprio arancione, un
ph:
vg: Be’, mi sono sentita un po’ sollevata quando ho visto che la nave
ha continuato a muoversi dopo esser passata sulla nostra casa e
l’abbiamo guardata mentre andava via e tornava di nuovo su. Poi
sono entrata in casa e ho pianto.
ph:
vg: Sì.
ph:
ph:
ph: -
rb: No. A dire il vero era qualcosa di nuovo per me perché non
avevo mai visto una navicella come quella. Il pensiero che mi è
passato per la testa fu che forse quelle creature erano sopravvis-
sute all’incidente di San Antonio e ora erano cresciute e avevano
deciso di fermarsi per salutarmi.
ph:
rb: Sì. Ma era di notte. Non avevo mai visto niente di simile.
vg: Però ho avuto modo di vedere la parte superiore, e ciò che c’era
ph: ufo
ph: -
ph:
ph:
ph:
vg: Quello era un aereo cargo. Quanto sono grandi in genere?
ph: Dimmi quanti di quegli aerei ci sarebbero voluti per arrivare alla grandezza
ph:
ph:
ph:
ph:
vg: No.
ph: -
ph:
ph:
rb: Nel 2002, subito dopo aver subito un’operazione a cuore aperto.
Edgar Mitchell
paola harris:
edgar mitchell
a quando sono andato al college. Avevamo un’azienda di famiglia
nella valle. Era tra Roswell e Artesia.
ufo
-
no selezionato come colui che rappresenta la testimonianza degli astronauti per
ufo
Leap of Faith
Penso che sia stato il legame personale, dato che ho avuto contatti
personali in quest’area. Credo sia la mia credibilità come scienziato.
Sono molto, molto incredulo riguardo a ciò che vedo. Non faccio
affermazioni generiche. Anche se la mia non è un’esperienza diret-
ta, sono diventato un portavoce per i miei colleghi che hanno avuto
esperienze dirette. Io sono molto chiaro riguardo a tutte queste cose e
sono molto chiaro su dove si trova la nostra mancanza di conoscenza.
Quale consiglio potresti dare a quei ricercatori seri che vogliono una risposta
-
ma principale è che, come civiltà terrestre, non riusciamo a capire
noi stessi: vediamo noi stessi in un senso del tutto cosmico. Siamo
ancora molto provinciali. Litighiamo per la religione. A mio pare-
re, i fondamentalisti cristiani sono cattivi quanto quelli islamici e,
nel profondo, nessuna delle due religioni è così. Nel profondo di
entrambe le religioni si parla di qualità come amore e fratellanza.
Sì. È vero.
Certo.
della presenza et
in questo campo da oltre trent’anni e non ho mai visto un ufo
Ti sei sentito un po’ solo per il fatto di avere questa visione e non poterla con-
Non la metterei in questi termini dato che ho passato il 90% del mio
teoria per tutto. Non c’è una spiegazione per tutto. Eventualmente
potremmo avere diverse teorie che possono legare insieme le cose
piacevolmente, ma non c’è una singola teoria per tutto.
In passato abbiamo sempre rinunciato al nostro potere per il potere delle struttu-
vanno sulle cime delle montagne: per scappare dal mondo, così non
devono averci a che fare, ma ciò non è di grande aiuto al mondo.
di Candice Powers13
Fin dalla prima infanzia ho avuto consapevolezza del fatto che l’u-
nica costante nella vita è il cambiamento, che è poi diventata com-
prensione diretta del concetto buddista di temporaneità. Allo stesso
tempo, ho avuto una conoscenza interiore riguardo all’unità di tutta
la vita, un senso innato del Grande Quadro, anche mentre sentivo la
sensazione di misteriosa nostalgia di casa in ogni posto in cui avevo
vissuto. Mi sono sentita sola nel mio insaziabile desiderio di un uni-
verso intangibile e invisibile di cui io e tutti gli altri facevamo parte,
Il fattore paura
Sarebbe giusto dire, soprattutto per gli americani, che il modo in
cui viviamo nel mondo è cambiato dopo l’11 settembre 2001, quan-
do la soglia della percezione della paura, basata sulle reazioni, si è
sostanzialmente abbassata. A ogni modo, l’anno 2000 ha segnato
l’avvento di una nuova era e nel 2001 siamo diventati consapevoli
che il cambiamento era davvero in atto. Anche se sembra che il 2001
sia stato il primo di una serie di campanelli d’allarme, con tutto ciò
che è successo negli ultimi dieci anni negli Stati Uniti e che ha in-
-
va era in cui siamo entrati nel 2000 porta ora all’inizio della consape-
volezza, a livello di massa, della nostra interconnessione con “altri”.
Negli ultimi due o tre decenni sembra che ci siamo svegliati in
un nuovo mondo, che include il manifestarsi di abilità mai immagi-
nate prima, come dimostrato dall’ampia fama di persone come Uri
Geller. Negli ultimi dieci anni c’è stata una maggiore accettazione
dell’esistenza della presenza extraterrestre nei nostri cieli e anche
tra di noi, dovuta all’avvento di apparecchiature video poco costose
-
sistenza abbiano più potere delle emozioni positive. Comunque, è
più una questione di livelli di densità piuttosto che di positivo con-
tro negativo. Senza un corpo denso, non avremmo ragione di aver
dovremmo lavorare sodo per convincere noi stessi della realtà del
regno spirituale (che non muore), perché è invisibile. A ogni modo,
rimanere legati al fatto di essere all’interno di un corpo denso sulla
terra densa produce, naturalmente, più paura e negatività a causa
dell’illusione della separazione. Quindi, bisogna trovare un equili-
brio con consapevolezza spirituale, che ci riporti alla nostra vera es-
senza facendoci ritrovare la nostra integrità. Ne consegue anche che,
poiché se non stiamo attenti il semplice fatto di essere in un corpo
produce automaticamente paura, dobbiamo coscientemente sceglie-
re di concentrare la nostra consapevolezza nel connetterci con l’es-
senza spirituale per rimanere in equilibrio. Da tutti i segnali, questa
riconnessione è esattamente ciò che questo cambiamento evolutivo
in questo nuovo millennio ha in serbo per noi. Ho scritto in passato
che i modi di essere del vecchio paradigma basato su dominio, paura
e aggressione sono in procinto di morire e che la resistenza a questo
cambiamento, in forma di crescendo di oscurità e violenza nel mon-
do, non è niente di più che l’agonia di questo processo. Il pensiero è
che, come parte del salto evolutivo col passaggio millenario, la luce
sul pianeta sta crescendo. Più aumenta la luce, più è scura l’ombra,
quindi possiamo vedere l’oscurità nel mondo in maniera più chiara,
ma questo non vuol dire in alcun modo che stia effettivamente cre-
scendo in intensità. Quello che già esiste si distingue di più adesso
perché in esso brilla una luce grande. Dopotutto, a differenza della
luce che proviene dal sole o dal cosmo, l’oscurità non ha reale so-
stanza in esso, è semplicemente assenza di luce.
Pensare in questo modo aiuta le menti di chi, tra noi, è pronto per
prenderà il posto. Tuttavia, è opportuno usare cautela visto che que-
sto ricade nel vecchio paradigma del pensiero dualistico polarizzato
in termini di separazione, come “noi” e “loro”, se non riusciamo a
riconoscere che l’oscurità fa parte di ogni persona in modi diversi. Ne-
garlo, però non farà altro che far apparire tutto ancora più irraggiun-
gibile. I buddisti credono che ciò che è in te stesso, ma non riconosci,
ti distruggerà. Ignorare l’esistenza dell’oscurità equivale anche a by-
“Dio”, ha dato l’esempio di come ogni atomo del corpo sia consa-
pevole di se stesso ma non cosciente del tutto. Egli ha spiegato che
quando c’è un dolore a un dito del piede, il dito della mano non lo
percepisce e se c’è un dolore nell’orecchio, il naso non lo sente, ma
in entrambi i casi la persona lo percepisce perché lui/lei possiede il
corpo intero. La profondità e l’intensità dello stato caotico del mondo,
al momento, è direttamente proporzionale alla profondità della con-
sapevolezza della nostra connessione individuale al tutto. Si parla non
solo al presente, per l’urgente bisogno di crescita trasformazionale che
migliora la qualità e il rispetto per tutti gli esseri viventi sul pianeta, ma
anche al livello della resistenza degli individui ad assumersi la respon-
sabilità personale per realizzare tutto ciò. Potremmo semplicemente
biasimare i materialisti per il loro attaccamento al denaro e ai beni ma-
teriali, favoriti da atteggiamenti separatisti e avidità basata sulla paura e
sperare che cambieranno nel momento in cui prenderemo le distanze
da loro; ma, ancora una volta, stiamo polarizzando la situazione, che
non sarebbe completa senza esplorare l’aspetto spirituale della cie-
ca fede religiosa – potremmo biasimare i cercatori smarriti nonché i
predicatori della verità virtuosa in questo quadro, che o esplodono in
violenza o stanno seduti a guardare.
Quelli che hanno compiuto un cammino spirituale sono stati
esposti a molte idee su come apportare miglioramenti nelle loro vite
e, come risultato dell’attuazione dei modi e dei mezzi scelti, molti di
loro sono stati assistiti nel loro processo. Tuttavia, nel capire che ciò
che c’è prima di noi è un nuovo, sconosciuto territorio, ci si presenta
un’opportunità per aprire noi stessi in modi nuovi, per scoprire cosa
abituati, può sentirsi abbattuto e disperato nel sentirsi sospeso tra due
mondi: non più in grado di tornare alla sicurezza del vecchio e ancora
incapace di cogliere il nuovo. Tuttavia, mentre ci basiamo sulla nostra
vecchia concezione di esseri spirituali – partecipando a riti di massa
con altri, impegnandoci in gruppi di pensiero spirituale o seguendo
dogmi di ogni tipo (che potrebbero offrire un sollievo temporaneo
al nostro stress esistenziale) – torniamo sempre alla relazione perso-
nale con noi stessi e a capire il nostro modo individuale di affrontare
l’incertezza, la separazione, la dualità o riempire lo spazio vuoto, in
cui sperimentiamo una disconnessione con il nostro essere superiore
e quindi perdiamo il collegamento autentico con gli altri. Ironia della
sorte, nel nostro sforzo convinto per l’individualità, è la nostra stessa
mancanza di connessione autentica con il nostro essere individuale a
creare il senso di separazione dagli altri e perpetuare la nostra paura.
Nella ricerca di risposte sulle nostre origini celesti nell’universo
maggiore, consci che non siamo soli nell’universo e di aver più volte
reagito in modo ostile e ignorante alla presenza di “altri”, è facile ca-
pire perché non abbiamo ancora trovato, ricevuto e non siamo ancora
stati in grado di ricevere risposte per le quali siamo ancora immaturi.
Sono immensamente grata a Paola Harris per aver scritto questo
libro e per le sue appassionate e oggettive indagini sul campo e per
i contributi eccellenti nel mondo di questa nuova, emergente realtà,
che per molti pionieri è stato un lavoro arduo e ingrato, e per averci
condotto, volentieri e instancabilmente, dritti nella direzione giusta.
Per questo sforzo il viaggio interiore deve essere ora sottolineato in
misura maggiore rispetto al passato.
Forse solo quando saremo capaci di ammettere che, in quanto in-
dividui, evitiamo il collegamento con la nostra essenza più profonda,
con le altre persone della nostra famiglia e comunità, e quindi con
tutti gli abitanti del pianeta, riusciremo a guarire questa frammenta-
zione dell’anima mettendo tutte le parti insieme: allora la manifesta-
zione di questa guarigione collettiva nel mondo e per il pianeta sarà
possibile. Forse allora saremo pronti a concepire la connessione con
ciò che aspetta di emergere oltre la nostra comprensione.
Vi lascio parole appropriate e pertinenti, scritte da Michael
Jackson:
We are the world, we are the children,
We are the ones who make a brighter day,
So let’s start giving
There’s a choice we’re making,
We’re saving our own lives,
It’s true we’ll make a better life,
Just you and me.
27 settembre 2010
Di seguito i siti nei quali è possibile reperire ulteriori informazioni
sui casi citati dall’autrice.
www.exopolitics.org
www.paolaharris.com
www.earthstationroswell.com
www.roswellinvestigator.com
www.philadelphia-experiment.com.
www.eaglesdisobey.net
www.easywebdesignsolutions.com/phellyer
http://euroclippers.typepad.fr/exopolitique
www.millennialhospitality.com
www.stanromanek.com
www.doctorkoontz.com
www.colinandrews.net
www.edmitchellapollo14.com
Paola Leopizzi Harris (Italia, Europa, Vaticano, www.paolaharris.
com) è una fotogiornalista e reporter investigativa italo-americana
nel campo della ricerca sui fenomeni extraterrestri. È inoltre una
scrittrice freelance che vanta numerose pubblicazioni, soprattutto in
Europa. Studia i fenomeni collegati agli extraterrestri dal 1979 ed è
in contatto personale con molti ricercatori di alto livello nel campo.
Dal 1980 al 1986 ha assistito il dottor J. Allen Hynek nelle sue inda-
gini sugli ufo e ha intervistato molti testimoni militari di massimo
livello circa il loro coinvolgimento nell’embargo della verità da parte
del Governo. Indaga il fenomeno ufo da trent’anni.
Nel 1997 ha incontrato e intervistato il colonnello Philip Corso
Verdechiaro Edizioni
via Montecchio, 29
42031 Baiso (Reggio Emilia)
tel. 0522/598264 - fax 0522/993017
email info@verdechiaro.com
www.verdechiaro.com
Esopolitica
Il mistero svelato
Fulgori dall’abisso
Maurizio Cavallo - Jhlos
Altre vicende d’interazione con la civiltà di Clarion:
l’incontro con l’operatore extradimensionale Suell nel-
la base sottomarina al largo del mar Ligure e il viag-
gio a bordo di un velivolo anfibio, fino ad uno degli
avamposti sommersi in Antartide. L’autore riporta le
informazioni ricevute e le meraviglie vedute nelle città
sotterranee.
Oltre il cielo
Maurizio Cavallo - Jhlos
La vera storia dell’abduction dell’autore da parte di es-
seri provenienti dal pianeta Clarion, narrata con chia-
rezza di linguaggio e profondità di contenuti. Maurizio
Cavallo viene condotto nelle astronavi e reso partecipe
dei misteri della vita, del tempo e dello spazio. Un libro
intenso, da leggere con attenzione, corredato da nume-
rose foto degli incontri ravvicinati.