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Fabiana Fazzi
(Università Ca’ Foscari Venezia, Italia)
Secondo il principio 1 gli educatori del museo devono essere al corrente delle pratiche di
studio degli insegnanti durante le gite, sugli obiettivi che gli insegnanti sperano di raggiugere
con queste visite e i fattori contestuali che possono avere un impatto su come gli insegnanti
guidano queste escursioni e cosa fanno prima e dopo la visita nelle classi.
Il principio 2 riguarda il grado di organizzazione della gita. Secondo alcuni studiosi, dare dei
fogli di lavoro a studenti e insegnanti con dei compiti ben strutturati o indicazioni da
seguire, li fa sentire più coinvolti e permette di fare alcune scelte durante l’esplorazione.
Questi fogli di lavoro devono: incoraggiare l’osservazione; dare tempo per esplorare e
permettere agli studenti di approcciarsi con gli oggetti e non solo con le etichette relative
alle opere; essere chiari e senza ambiguità; specificare dove trovare informazioni e
incoraggiare un dialogo tra i membri di un gruppo.
Il principio 2a si incentra sul fenomeno della novità, legato al contesto fisico. Si riferisce al
fatto che mentre molti visitatori fanno più attenzione all’esibizione, altri, invece, si
concentrano di più sull’orientamento e sulla modellazione del comportamento da adottare
per far fronte alla novità che si trovano davanti. Questo avviene in relazione allo spazio in
cui si trovano: le persone sono influenzate da come uno spazio è organizzato; ciò permette
loro di ricordare determinate cose e l’assenza o presenza di certi elementi, come luci o
suoni, può avere un impatto sull’apprendimento dei visitatori.
Il principio 2b anche ha a che fare con il contesto fisico e con la necessità di integrare la
visita al museo nel programma scolastico. Dunque, questo punto consiglia di sviluppare
delle attività che si costruiscono sul contenuto trattato durante la visita al museo. Questo
non viene fatto quasi mai dagli insegnanti, il che dimostra l’incapacità degli stessi di cogliere
i metodi di apprendimento degli ambienti informali come il museo, che si basano su un
apprendimento che avviene, per esempio, attraverso il gioco. Quindi, gli insegnanti non
riescono a collegare l’apprendimento museale con il programma scolastico e di conseguenza
non riescono a raggiungere gli obiettivi prefissati in relazione a quella gita. Per risolvere ciò,
gli studiosi consigliano agli insegnanti di visitare la struttura che dovranno visitare prima di
andarci con gli studenti e di farsi spiegare bene quali sono le linee che segue il programma di
apprendimento museale. Ugualmente deve fare lo staff del museo, recandosi nelle scuole e
offrendo materiale scritto agli insegnanti, come appunti, riguardo al programma di
apprendimento che offre il museo.
I principi 3 e 3a si legano al contesto socioculturale. Secondo questi principi, gli uomini sono
degli animali sociali che condividono una conoscenza e un’esperienza in una comunità.
L’atto di imparare è sia individuale che di gruppo , per questo la dimensione socioculturale è
fondamentale per sviluppare l’abilità di ricordare una determinata esperienza e dare forma
a successive esperienze con gli stessi oggetti, idee o eventi. Questi principi promuovono i
lavori di gruppo e discussioni tra studenti e tra studenti e insegnanti.
I principi dal 3b al 3e si relazionano con il contesto personale. I task da somministrare agli
alunni devono essere costruiti sulla base della loro curiosità e dei loro interessi. I task
devono avere un piccolo numero di stimoli per incentivare l’attenzione degli studenti,
devono coinvolgere i sensi e l’esperienza deve contenere degli obiettivi stabili e chiari che
devono essere raggiunti, per poi produrre un certo feedback. Inoltre, è importante per lo
studente avere il controllo e la libera scelta durante il processo di apprendimento, quindi su
ciò che sta imparando. Questo significa che l’apprendimento si basa su dati sensoriali che
appartengono sia all’individuo che alla società con la quale interagisce.