Il
laboratorio di analisi testuale
Valeria Caruso, Anna de Meo, L’Orientale
1. Introduzione
In queste pagine si presentano alcune riflessioni sulla didattica della letteratura per
studenti universitari internazionali. Le problematiche legate alla natura di questa
disciplina riguardano:
a. la comunicazione espressiva utilizzata nei testi letterari
b. gli approfondimenti critici che sarebbero attesi per una formazione di livello
universitario.
In considerazione di queste difficoltà, è stato progettato un percorso didattico
destinato ad un gruppo di studenti cinesi di italianistica che hanno frequentato
L’Orientale nel 2015/16. Il corso è stato erogato da una delle autrici, mentre le sue
finalità sono state ridefinire rispetto a quelle di un normale percorso di letteratura
italiana di livello universitario in ragione del gruppo di utenza.
Ci si è soffermati sulla capacità dei discenti di recuperare il “senso” (Coseriu) dei
testi analizzati nel corso e la loro abilità di decodificare due diversi livelli di
strutturazione del messaggio letterario: uno referenziale e l’altro in cui lo scrivente
affida la sua visione del mondo, la sua Weltanschahuung. Questo perché la
comprensione dei testi si realizza mediante l’abilità del ricevente di crearsi una
teoria della mente del suo interlocutore. Chi ascolta quindi deve ricostruire una
immagine della mente di colui che parla, includendo quindi gli impliciti e le
presupposizioni del discorso ma anche le intenzioni necessarie a ricostruire il mondo
evocato dal testo.
Si presentano quindi i risultati di un’analisi condotta su alcune produzioni scritte dei
discenti del laboratorio. I risultati offrono una stima quantitativa del carico cognitivo
che questa disciplina pone ai parlanti non nativi durante un percorso di formazione
erogato in L2: solo i discenti con un livello di competenza più avanzato sono riusciti
a raggiungere livelli soddisfacenti di comprensione del senso dei testi.
2. Assunti per la definizione del metodo e dell’impostazione didattica
Per i discenti è stato previsto l’alleggerimento degli apparati critici e della
narrazione di tipo storico della cultura italiana, compensati però dalla lettura
guidata in classe e dall’analisi di testi scelti di 4 autori della letteratura
novecentesca. I contenuti disciplinari sono stati fruiti attraverso una metodologia di
tipo deduttivo, basandosi sull’analisi delle strutture linguistiche e testuali.
Al riguardo va considerato il doppio carico cognitivo che il testo letterario ha
imposto ai discenti letterari, dal momento che le difficoltà poste da una lingua
straniera sono aggravate da valori espressivi di cui il testo letterario è caricato, ai
quali si affida un messaggio che non ha solo una funzione di tipo referenziale.
Ad ogni modo le “ figure retoriche” si sono rivelate fondanti per la comprensione
dei testi proposti in classe durante il corso. Nel breve sillabo che è stato delineato
per la lettura dei testi letterari del ‘900, spesso la decodifica del messaggio è
risultata subordinata alla comprensione di alcuni tropi che possono svolgere una
funzione strutturale che trascende anche il singolo testo. Il percorso ha infatti
obbligato i discenti a confrontarsi con diverse tipologie di espressione simbolica alle
quali gli scrittori affidano la comunicazione dei temi centrali della loro poetica.
3. Monitoraggio dei bisogni nella definizione del sillabo
Il laboratorio di letteratura italiana del 900 è stato elaborato per la formazione di
studenti internazionali provenienti dalla Cina interessati a percorsi di italianistica
con livello B1- B2 di italiano e limitata competenza delle coordinate storiche e
filosofiche della civiltà occidentale. Il divario che ciascuno studente è chiamato a
colmare è innanzitutto relativo alla ricostruzione di una dimensione diacronica
entro cui iscrivere diversi modelli di elaborazione culturale e di riflessione sulla
realtà. Il laboratorio è stato incentrato su 5 autori rappresentativi della scrittura
novecentesca:
a. Pirandello 🡪 Crisi identitaria del primo novecento
b. Montale 🡪 nichilismo e rinnovamento dello stile poetico
c. Moravia 🡪 rappresentante della classe borghese italiana
d. Calvino 🡪 intellettuale onesto e funzione civile della letteratura
e. Elena Ferrante 🡪 rappresentante della scrittura dei nostri giorni
(successivamente esclusa per la già elevata difficoltà)
Il corso è stato suddiviso in ore di studio in classe e ore di autoapprendimento online
sulla piattaforma Moodle dell’Ateneo. Quest’ultima parte dell’attività prevedeva la
lettura individuale di materiale di approfondimento per l’analisi dei testi. Sono state
messe a disposizione degli studenti pagine estratte da diversi manuali di letteratura,
di tipologia e complessità diversi. Le verifiche sono state effettuate attraverso
compiti somministrati online. I valori espressivi che si è cercato di recuperare nel
corso sono stati primariamente quelli che svolgevano anche un ruolo strutturale,
imprescindibile per la comprensione del testo. I valori espressivi sono le modalità
esemplari con cui si riescono ad esprimere idee e concetti che consegnano al testo la
sua qualità letteraria in senso stretto.
4. Modalità didattiche
Per le modalità didattiche di erogazione dei contenuti del corso sono stati tenuti in
considerazione alcuni orientamenti della linguistica che insistono sull’importanza
delle pre conoscenze individuali per l’apprendimento e memorizzazione delle
parole di una L2. Questi processi sarebbero facilitati se si riuscisse a collegare il
nuovo lessico a informazioni già presenti nella mente del discente. Ad esempio nel
modello della semantica dei Frame di Charles Filmore, è esplicitato come i concetti
si presentino come blocchi di conoscenze enciclopediche delineate a partire da
elementi caratterizzanti spesso scarsamente definibili. Attraverso le sue descrizioni
dei Frame, Filmore ha proposto un modello semantico che rappresenta la
complessità delle unità cognitive evocate nella nostra mente dal lessico.
Questo per rendere l’idea del carico cognitivo richiesto ad un parlante non nativo
che debba costruire nella sua mente il frame del nichilismo o quello necessario a
comprendere le maschere pirandelliane.
Nella didattica erogata ai discenti si è cercato quindi di stimolare la riflessione sul
lessico utilizzato nei testi letterari e sulla terminologia tecnico- specialistica.
Per ogni unità didattica è stata prevista una prima fase di preparazione tematica o
macro linguistica, e un secondo momento di spiegazioni più orientate nel senso
micro- linguistico. Durante la prima fase i temi e le coordinate storiche della civiltà
letteraria sono stati spiegati a partire da una analisi delle loro denominazioni,
iniziando dalla scomposizione morfologica per arrivare anche agli etimi. Nella
seconda fase è stata introdotta la lettura dei testi, presentandone il lessico più
impegnativo mediante attività che ne facilitassero la comprensione. Nel caso delle
parole monosemitiche, agli studenti è stato chiesto di svolgere esercizi di
abbinamento con i quali avrebbero dovuto desumere si significati sulla base dei
contesti in cui le parole occorrono. Nel caso di parole dalla semantica più complessa
sono state necessarie spiegazioni estese, mirate ad illustrare concetti complessi
come le sante reliquie della vedova del Pescatore ne Il fu Mattia Pascal.
5. Per una valutazione delle abilità di decodifica del “senso” nei testi letterari
Base esemplificativa: risultati ottenuti svolgendo delle attività sul “romanzo saggio”
La noia di Moravia. Il punto di osservazione scelto da Moravia consente uno
scandaglio accurato delle problematiche esistenziali del protagonista Dino,
rappresentante della classe borghese italiana. Il sentimento che attanaglia i
personaggi moraviani è estremamente complesso da descrivere per via delle sue
manifestazioni che sono al limite tra la dimensione psicologica e una più
esistenziale, che riguarda un malessere di classe di tipo storico e filosofico. L’autore
parla di un senso di estraneità e scollamento della realtà che genera
“incomunicabilità” nei confronti degli altri e degli oggetti. Nel romanzo il
protagonista capisce solo in età adulta la radice di un malessere che lo paralizza da
sempre, iniziando a riversare la colpa su sua madre, colpevole di avergli dato una
nascita borghese e quindi una paralisi esistenziale che gli impedisce di coltivare
anche la sua attitudine verso la pittura.
Un paragrafo de La noia è stato presentato ai partecipanti al corso affinché lo
analizzassero, e ne comprendessero il senso:
“ non riuscivo a dire chiaramente a mia madre la sola cosa che avrei dovuto dirle:
non voglio vivere con te perché sei ricca, e la ricchezza mi annoia e la noia mi
impedisce di dipingere”
La domanda posta agli studenti è stata: Nel brano tratto da “La noia” letto in aula, il
protagonista Dino dice di aver trattato male sua madre. Perché Dino si comporta in
questo modo?”.
5.1 Abilità di decodifica del “senso”
La richiesta di spiegare questo passaggio serve a verificare la capacità di
comprendere il tema centrale dell’opera sullo sfondo di uno specifico evento
narrativo.
Attraverso una analisi delle risposte, escludendo quelle tratte da diversi siti internet
è stato compreso che:
● Il 33% dei B2 ha risposto correttamente, rispetto al 13 % dei B1 e
quest’ultimo dato dimostra l’incapacità da parte dei corsisti di decodificare le
informazioni dal testo
● Sono state considerate “problematiche” le risposte che non fornivano una
illustrazione chiara dei temi sollevati dal quesito. In circa la metà di questi casi
la spiegazione risulta scarsamente comprensibile a causa di una formulazione
poco coesa.
● In altri casi le spiegazioni sono problematiche indipendentemente
dall’adeguatezza del testo che viene formulato
5.2 Competenze metalinguistiche e metatestuali richieste ai discenti.
Un altro paragrafo presentato ai partecipanti:
“ La noia per me è propriamente una specie di insufficienza o inadeguatezza o
scarsità della realtà […]” Vedere pag 261 per versione integrale.
Nel testo Moravia usa alcune metafore per far comprendere cosa intenda il
protagonista per “Noia”. La metafora, parlando in termini meta lingusitici, è una
“similitudo brevior”, ovvero una sostituzione di tipo lessicale che consente il
trasferimento della proprietà di un oggetto ad un altro. Nel brano di Moravia invece
ci sono solo dei paragoni ma tecnicamente nessuna metafora. Ai discenti è stato
quindi chiesto:
“Nel brano tratto da “La noia” che abbiamo letto in aula, trova le parole che
Moravia usa per spiegare cos’è una metafora. Com’è questa spiegazione, corretta o
sbagliata, completa o incompleta? Spiega la tua scelta”.
Le risposte degli studenti sono state valutate sulla base di due parametri:
a. L’effettiva presenza di una riflessione metalinguistica sul concetto di metafora
b. La capacità di illustrare il tropo, stimando la correttezza della spiegazione
data.
Dalle risposte si evince che:
● Solo il 21% degli studenti di livello B1 abbozza un tentativo di riflessione, ma
l’argomentazione risulta inintelligibile.
● La metà dei B2 si dimostra capace di avviare una riflessione metalinguistica sul
testo e le sue componenti, con osservazioni corrette nella maggioranza dei
casi.
6. Conclusioni
Per quanto riguarda i corsisti B2, nonostante le evidenti limitazioni di una
competenza linguistica non ancora del tutto adeguata a redigere un testo con
contenuti tanto articolati, riescono a spiegare con chiarezza il tipo di intenzione che
l’autore ha espresso nel testo. Particolarmente evidenti sono state le indicazioni
ottenute su come il livello di competenza linguistica impedisca il conseguimento
degli obiettivi attesi. Gli studenti B1 non sono riusciti a ricostruire il senso del brano
di un romanzo, e le loro difficoltà si sono rivelate ancor di più macroscopiche
quando sono stati invitati a riflettere sulla dimensione metatestuale dello stile
argomentativo usato da Moravia. Solo pochi tra i B1 hanno inoltre provato a
cimentarsi in questo esercizio, e nessuno di loro è riuscito ad elaborare una risposta
comprensibile.
Queste tipologie di risposte offrono conferme di come il livello di competenza
linguistica incida sulle abilità di elaborazione testuale, mentre le categorie
metatestuali, come le figure discorsive, si dimostrano validi indicatori delle abilità
testuali dei discenti.