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Giorgio Agamben Siamo tutti sospettati - LASTAMPA.

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CULTURA Domenica
15/11/09

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27/11/2007 (7:59) - INTERVISTA ULTIMI ARTICOLI

Giorgio Agamben SPETTACOLI UN NUOVO PUBBLICO PER IL BARDO

Siamo tutti sospettati


Così Shakespeare sbanca Broadway

SPETTACOLI LA FINESTRA SUL NIENTE


Caro Saviano la Bellezza non è Verità

SPETTACOLI INTERVISTA
Daniel Day-Lewis "E adesso musical"

Un filosofo e le politiche della SPETTACOLI IL CASO


sicurezza. "I governi ci considerano Arrestato l'attore dei film-panettone

terroristi in potenza"
ANDREA CORTELLESSA
Presentando il «pacchetto sicurezza» all’indomani
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dell’omicidio di Giovanna Reggiani a Roma, il approfondimenti e consigli di esperti.
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ministro dell’Interno Giuliano Amato disse che non
occorreva «tirare in ballo la filosofia». Ma che ne
pensano i filosofi? Lo abbiamo chiesto a Giorgio
Il filosofo Giorgio Agamben PUBBLICITA'
Agamben, uno tra quelli che più ha riflettuto sui
dispositivi della politica.

Le statistiche dicono che i delitti effettivamente perpetrati diminuiscono eppure


nell’opinione pubblica cresce un senso di insicurezza. Perché la questione sicurezza è oggi la
più sentita?
«Come già lo Stato di eccezione, oggi la Sicurezza è divenuta paradigma di governo. Per primo Michel
Foucault, nel suo corso al Collège de France del 1977-78, ha indagato le origini del concetto mostrando come
esso nasca nella pratica di governo dei Fisiocratici, alla vigilia della Rivoluzione francese. Il problema erano
le carestie, che sino ad allora i governanti si erano sforzati di prevenire; secondo Quesnay occorre invece
quella che definisce appunto "Sicurezza": lasciare che le carestie avvengano per poi governarle nella
direzione più opportuna. Allo stesso modo il discorso attuale sulla Sicurezza non è volto a prevenire attentati
terroristici o altri disordini; esso ha in realtà funzioni di controllo a posteriori. Nell’inchiesta seguita ai
disordini di Genova per il G8, un alto funzionario di polizia dichiarò che il Governo non voleva l’ordine,
voleva piuttosto gestire il disordine. Le misure biometriche, come il controllo della retina introdotto alle
frontiere degli Stati Uniti del quale ora si propone l’inasprimento, ereditano funzione e tipologia di pratiche LASTAMPA LIBRERIA

introdotte nell’Ottocento per impedire la recidiva dei criminali: dalle foto segnaletiche alle impronte digitali. Jacques Mayol. Stanley Kubrick
Vita di un uomo
I governi sembrano considerare tutti i cittadini, insomma, come terroristi in potenza. Ma questi controlli
delfino
non possono certo prevenire i delitti: possono semmai impedire che vengano ripetuti».
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Tanto più inefficaci di fronte a un kamikaze. Che per definizione agisce una volta sola!
«Una democrazia che si riduca ad avere come unici paradigmi lo Stato di eccezione e la Sicurezza, non è più SPAZIO DEL LETTORE PUBBLICITA'
una democrazia. All’indomani della Seconda guerra mondiale politologi spregiudicati come Clinton Rossiter BLOG! tutti i blog

giunsero a dichiarare che per difendere la democrazia nessun sacrificio è abbastanza grande, compresa la Scrivere i risvolti

sospensione della stessa democrazia. Così oggi l’ideologia della Sicurezza è volta a giustificare misure che, da Scrittorinesi
Con Direct Line
Journal in time
un punto di vista giuridico, possono essere definite solo come barbare.» risparmi sulla polizza!
Red Blue China
Francesco Sisci
Il delitto Reggiani a Roma ha avuto come conseguenza l’abbattimento di campi Rom e, di La Cina marxista saluta Obama

fatto, la messa in discussione del principio della libera circolazione delle persone, che è tra i San Pietro e dintorni
Marco Tosatti Burracoclub.it: tornei
fondamenti dell’Unione Europea, di cui la Romania fa parte a pieno titolo. Ma cosa pensare Zaccagnini beato? Una propos... con premi in denaro
di provvedimenti del genere, che oltretutto lasciano all’opinione pubblica solo un giorno per
Diritto di cronaca
riflettere? Flavia Amabile
Rignano, l'ora degli sputi
«Il dato di fatto più preoccupante, di fronte a misure che violano i più elementari principi di diritto, è il
Sostenibilità delle
silenzio dei giuristi. All’interno del pacchetto sulla Sicurezza annunciato ci sono disposizioni - come quelle ceramiche italiane
nei confronti della pedofilia on line - che di fatto istituiscono il reato d’intenzione. Ma nella storia del diritto
l’intenzione può costituire un’aggravante; non può essere mai un crimine in sé. È solo un esempio della
barbarie giuridica cui siamo di fronte: abbiamo assistito a dibattiti sull’opportunità o meno di praticare la
tortura. Se uno storico confrontasse i dispositivi di legge esistenti durante il Fascismo e quelli in vigore oggi,
ho paura che dovrebbe concludere a sfavore del presente. Sono ancora vigenti leggi, emanate durante i
cosiddetti anni di piombo, che vietano di ospitare una persona in casa propria senza denunciarne la
presenza all’autorità di polizia entro ventiquattro ore. Norma che nessuno applica, e della quale la maggior
parte delle persone neppure è a conoscenza; ma che punisce tale comportamento con un minimo di sei mesi
di reclusione!»

http://www.lastampa.it/redazione/cmsSezioni/cultura/200711articoli/27932girata.asp 15/11/2009
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Questo stato di cose deforma anche la nostra percezione del tempo. Sia i controlli proposti
come preventivi e invece tardivi, sia l’intenzione sessuale che al contrario punisce reati non
ancora commessi (così realizzando un racconto di Philip K. Dick portato al cinema da
Spielberg), istituiscono un falso presente. Non crede sia entrato in crisi l’unico fra i valori
della Rivoluzione francese che sembrava ancora avere un qualche appeal, e cioè quello della
Libertà?
«Questo in larga misura è già un dato di fatto. Le limitazioni della libertà che è disposto ad accettare oggi il
cittadino dei paesi cosiddetti democratici sono incredibilmente più ampie di quelle che avrebbe accettato
solo vent’anni fa. Prendiamo il progetto di un archivio del DNA: una delle cose più aberranti, ma anche più
irresponsabili, di questo famoso pacchetto Sicurezza. Fu l’accumulo di dati anagrafici a permettere ai nazisti,
nei paesi occupati, di identificare e deportare gli ebrei. Possibile che non ci si chieda che cosa avverrà il
giorno che un dittatore potrà disporre di un archivio genetico universale? Ma basta pensare a come sia
passata l’idea che gli spazi pubblici siano costantemente monitorati da telecamere. Un ambiente simile non
è una città, è l’interno di una prigione! Le ditte che fabbricano i dispositivi biometrici suggeriscono di
istallarli nelle scuole elementari e nelle mense studentesche, in modo da abituare sin dall’infanzia a questo
tipo di controlli. L’obiettivo è formare cittadini completamente privi di libertà e, ciò che è peggio, che non se
ne rendono affatto conto.»

Tutto ciò in nome della democrazia. Mistificazione anzitutto linguistica, proprio come quella
del 1984 di Orwell: Guerra è Pace, Schiavitù è Libertà. Parla chiaro la storia linguistica delle
pratiche di guerra condotte negli ultimi quindici anni. In questo modo non le pare che la
politica, intesa come dibattito delle opinioni, non abbia più alcuno spazio?
«Come le guerre vengono presentate come operazioni di polizia, così la democrazia diventa sinonimo di una
mera pratica di governo dell’economia e della sicurezza. È quella che nel ‘700 si chiamava "scienza di
polizia" per distinguerla dalla politica. Sempre più si afferma l’idea, equivalente a un vero e proprio suicidio
del diritto, che sia possibile normare giuridicamente tutto, compreso ciò che riguarda l’etica, la religione e la
sessualità. Una parte importante viene svolta dai media che, perdendo ogni funzione critica, sono sempre
più a loro volta organo di governo».

CHI E'
Il fiosofo Giorgio Agamben è nato a Roma nel 1942. Laureatosi in legge nel1965 con una tesi su Simone
Weil, ha scritto numerosi saggi sui rapportitra filosofiae politica. Ha insegnato al Collège International de
philosophie di Parigi e in numerose università americane. Ora è all'Istituto Universitario di Architettura
(IUAV) di Venezia.

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