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SABATO 9 AGOSTO 2014

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ARTEMISIA: LA PIANTA CAPACE DI UCCIDERE


IL TUMORE IN POCHE ORE. UN UOMO
RACCONTA DI ESSERE GUARITO IN 48 ORE.
L'artemisinina, un principio attivo estratto dall'Artemisia annua, una pianta usata sin dall'antichità
nella medicina cinese per combattere la malaria, potrebbe essere efficace anche contro il tumore.
Ricerche condotte da Henry Lai e da Narendra P. Singh, entrambi bioingegneri dell'Università di
Washngton, indicano che la sola artemisinina è in grado di uccidere selettivamente le cellule
tumorali, lasciando illese quelle sane.
9 agosto 2014 | Sei in Categoria: Ricerca Scientifica | Tags: salute
Una nuova speranza per la cura del tumore potrebbe venire da una pianta utilizzata
dall’antica medicina cinese per la cura della malaria: l’artemisia.
Come rivela uno studio pubblicato suLife Science, il principio attivo contenuto nella
pianta, l’artemisinina, è in grado di distruggere le cellule tumorali nel giro di poche ore.
Le proprietà che rendono l’artemisinina un ottimo agente antimalarico sembrano
responsabili anche della sua azione contro il cancro. Quando la sostanza entra in contatto
con il ferro, produce una reazione chimica che dà origine a radicali liberi, elementi
altamente reattivi che, se si formano dentro una cellula, attaccano la membrana cellulare
e altre strutture.
Il parassita della malaria non può eliminare il ferro nelle cellule del sangue di cui si
nutre, e lo immagazzina. L’artemisina rende questo ferro tossico per il parassita. Lo
stesso sembra avvenire nel caso dei tumori. Poiché si riproducono così rapidamente, la
maggior parte delle cellule cancerose hanno un tasso molto elevato di assorbimento del
ferro.
La loro superficie presenta un gran numero di recettori che trasportano il ferro dentro le
cellule. Questo sembra consentire all’artemisinina di individuare selettivamente le
cellule cancerose, basandosi sul loro elevato contenuto di ferro, e di ucciderle, lasciando
illese le altre.
Nello studio pubblicato sulla rivista Cancer Letters, i due bioingegneri dell’Università di
Washington, Henry Lai e Narendra P. Singh, hanno scoperto che la sostanza sembra
prevenire lo sviluppo di tumori del seno nei topi cui era stato somministrato un agente
canceroso.
“Alcuni studi precedenti, avevano suggerito che l’artemisinina fosse selettivamente
tossica per le cellule cancerose ed efficace se presa oralmente. I risultati della nostra
ricerca confermano che si tratta di un eccellente candidato per la prevenzione del
cancro”, spiegano gli autori su News Mediacal.
Lai e Singh hanno somministrato ai topi una singola dose orale di 7,2-
dimetilbenz(a)antracene, una sostanza nota per indurre multipli tumori del seno. Metà
dei topi sono stati poi nutriti con cibo normale, mentre all’altra metà è stato dato cibo
con un’aggiunta dello 0,02 per cento di artemisinina.
Nelle quaranta settimane successive, il 96 per cento dei topi del primo gruppo ha
sviluppato tumori, contro solo il 57 per cento dei topi nutriti con l’artemisinina. I tumori
di questi ultimi, inoltre, erano significativamente di dimensioni più piccole.

Una testimonianza interessante


Rete News 24 ha raccolto la testimonianza di Amedeo Gioia, un docente romano, il
quale scrive quanto segue:
“Io sono la prova vivente che la cura con l’artemisia annua funziona. Operato due volte
di cancro alla vescica esame istiologico G3 e TNM: pT2, invitato a fare delle
infiltrazioni di chemio l’oncologo le ha ritenute inutili in quanto i carcinomi avevano
colpito anche la prostata e l’ilio (intestino).
Ricoverato in urologia al San Filippo Neri per l’asportazione di vescica, prostata ed un
tratto dell’intestino, avrei continuato a vivere con le sacchette per l’orina e feci. Ho
rifiutato la chemioterapia e mi hanno dimesso dandomi una settimana, massimo due
mesi di vita.
Mio figlio ha scoperto che esisteva questa pianta, che distrugge le cellule cancerogene,
ed è riuscito a trovarla in soluzione alcolica (tipo fernet) e ho incominciato ad
assumerla, Una correzione nel caffè la mattina, un bicchierino dopo pasto ed uno dopo
cena. Dopo 48 ore non avevo più dolori e dopo sei giorni orinavo quasi normale (prima
ogni 1/2 ora e con dolore). Per controllo ho fatto un’ecografia, esame del sangue per le
marche tumorali ed una TAC. Risultato non ho più nulla”.

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