Sei sulla pagina 1di 50

Circuiti Elettrici

Capitolo 2
Elementi circuitali elementari
(bipoli adinamici)

Prof. Cesare Svelto


1
Elementi circuitali elementari- Cap. 2
2.1 Introduzione
Sistema risolvente e classificazione dei componenti
2.3 Resistore e legge di Ohm
2.2 Elementi attivi: i generatori
2.4 Connessione (in) serie e (in) parallelo di elementi semplici:
2.4.1 resistori in serie e partitore di tensione
2.4.2 resistori in parallelo e partitore di corrente
2.5 Connessione serie e parallelo di generatori indipendenti
2.6 Bipoli equivalenti di Thevenin e di Norton
2.7 Generatori reali
2.8 Trasformazioni stella-triangolo (cenni)
Sommario
2
2.1 Introduzione
• Abbiamo visto le proprietà topologiche e le LK del circuito (el.)
come interconnessione di più elementi o componenti (elettrici)

• Vedremo adesso le caratteristiche di elementi circuitali


semplici (bipoli adinamici) e di conseguenza le loro
proprietà e le possibili combinazioni in un circuito

• Partiremo dalla descrizione matematica (caratteristica)


del componente ideale che spesso approssima bene il
funzionamento anche del componente reale, pur con le
sue non-idealità, impiegato nei circuiti elettrici

• Impareremo a risolvere la rete (=analisi per valori I e V)


in presenza di generatori, di tensione o di corrente,
e di resistori (i.e. bipoli adinamici semplici)
3
Sistema risolvente di un circuito
• Un metodo risolutivo teoricamente possibile ma sconveniente per
calcoli svolti a mano, si basa sul ’’sistema risolvente del circuito’’.
Nel circuito con R rami (bipoli) e N nodi si hanno R correnti di ramo e
R tensioni di ramo, per un totale di 2R incognite da determinare.
Per risolvere il circuito occorrono 2R equazioni che formano il
sistema risolvente del circuito (a calcolatore il sistema è agevolmente risolvibile)
KCL indip. correnti ai nodi [N-1]
K

i k 0 B
KVL tensioni alle
 vb  0
k 1

b 1
maglie indip. [M]

relazioni costitutive o caratteristiche


dei componenti/rami/bipoli [R]

• Le relazioni caratteristiche devono essere compatibili con le


equazioni topologiche (non devono violare nè replicare KCL e KVL)
4
Classificazione dei componenti
• La relazione caratteristica descrive matematicamente i legami
tra correnti e tensioni ai terminali di un componente elettrico
• I componenti di un circuito possono essere classificati in base
a diversi criteri e proprietà:
- numero di TERMINALI (in genere n-poli)
bipoli (2 terminali), tripoli (3 terminali), quadripoli (4 terminali)
- impiego ENERGETICO
attivi (generano energia) o passivi (assorbono energia)
- LINEARITÀ
lineari o non-lineari nella caratteristica tensione-corrente
- MEMORIA
adinamico/ resisitivo / senza memoria o dinamico/ reattivo/con memoria
se la caratteristica coinvolge derivate delle grandezze v-i (no o si)
- tempo INVARIANZA
tempo-invarianti o tempo-varianti
se la caratteristica dipende (no o si) esplicitamente dal tempo
5
Classificazione dei componenti
(( caratteristiche ))

T, pAMB, E, H
CARATTERISTICA

“ BIP., LIN., T.I. ( ADIN./DIN.)“

6
Elementi circuitali attivi e passivi
BIPOLI ELEMENTARI
Elementi attivi (generatori) Elementi passivi
producono energia elettrica  P=Pass0 (utilizzatori) P  0

• Una sorgente dipendente è un elemento


attivo nel quale la grandezza erogata
(tensione o corrente) è controllata da
Sorgenti un’altra tensione o corrente
dipendenti • Le sorgenti controllate sono di 4 tipi
(o controllate) diversi: VCVS, CCVS, VCCS, CCCS.
Sorgenti Occorre considerare anche il ‘segno’
indipendenti delle sorgenti indipendenti che
controllano le dipendenti

7
Resistore: legge di Ohm
• Il resistore è un bipolo caratterizzato da una tensione
direttamente proporzionale alla corrente
• La legge di Ohm dice che la tensione v ai capi di un
resistore è direttamente proporzionale alla corrente
i che attraversa il resistore

• L’espressione matematica della legge di Ohm è:


v  R i
caratteristica Fig. 2.1b PIANO i-v
tensione-corrente PERFETTI
di un resistore
Fig. 2.2 PERFETTI
• R>0 è la resistenza e si misura in ohm [Ω] = [V/A] resistore variabile
(reostato/potenziometro)
8
Resistore: resistività
• In un conduttore cilindrico di lunghezza l e sezione A
la resistenza dipende da una caratteristica propria del materiale
[capacità di opporre resistenza al passaggio della corrente]
detta resistività  misurata in ohm per metro [Ωm]

l Fig. 2.3 (corrente uniforme nella sezione A

R PERFETTI
del conduttore; NO effetto pelle)

Tab. 2.1 PERFETTI Tab. 2.2 SADIKU

9
Resistore: caratteristica
• La caratteristica del resistore può essere:

lineare (resistore ideale) non-lineare (resistore reale)

Ri, r=dv/di=f(i)

• Nei conduttori metallici  aumenta con la temperatura


(un resistore reale ha un dato di targa importante che è la potenza massima
dissipata per mantenere valori di resistenza vicini a quello nominale)
10
Resistori 765% 301005%

Fig. 2.12 SADIKU

valori da 0.1  a 99×107  (1 G)

0 0

http://www.associazionemarconi.com/calcolo/
codice_resistenze_elettriche_4.html

trimmer

11
Resistori di precisione
range 100÷999 ×10-2÷+7
1÷10 G

/K!!!

Alcune combinazioni di colori non sono usate evitando così letture ambigue tipo
RRRBBB, che non esiste, in quanto sarebbe confondibile BBBRRR che è usato
12
Resistore: conduttanza e potenza
• La conduttanza è la capacità di un elemento di condurre
corrente elettrica; è il reciproco della resistenza R []
e si misura in siemens [S=-1=A/V]

1 i
G  i  Gv Fig. 2.4 PERFETTI
R v

• La potenza dissipata da un resistore percorso da corrente è:


2
v
p  vi  Ri 2   Gv2 Legge di Joule
R
E’ sempre p≥0 e dunque il resistore può solo assorbire
potenza e non può mai erogare potenza al circuito

13
Corto circuito e circuito aperto
• Il corto circuito (c.c.) è un resistore di valore R=0 (G=).
La sua caratteristica è v0 indipendentemente dal valore di i

Fig. 2.8a Fig. 2.8b


PERFETTI simbolo: PERFETTI
un “filo”

• Il circuito aperto (c.a.) è un resistore di valore R= (G=0).


La sua caratteristica è i0 indipendentemente dal valore di v

Fig. 2.9a Fig. 2.9b


PERFETTI simbolo: PERFETTI
due morsetti
(aperti)
La corrente in un corto circuito può essere qualsiasi così come la tensione in un
circuito aperto può essere qualsiasi: i valori specifici dipendono dal resto del circuito
14
Interruttori
• Tramite i concetti di corto circuito e circuito aperto è possibile
rappresentare gli interruttori, spesso utilizzati per connettere
o disconnettere parti del circuito tra loro

Fig. 2.10a PERFETTI Fig. 2.10b PERFETTI

• L’interruttore chiuso è sostituibile con un corto circuito (equivalente)


L’interruttore aperto è sostituibilecon un circuito aperto (equivalente)
• Esistono anche interruttori a due vie (un chiuso e un aperto)

Fig. 2.10c PERFETTI


selettore a due vie

15
Principio di dualità
• La dualità è una proprietà generale dei circuiti secondo cui
definizioni, formule, e teoremi hanno una doppia versione
una duale dell’altra e ricavabili l’una dall’altra scambiando
tra loro alcuni termini o alcuni simboli
• Ad esempio corto circuito e circuito aperto sono duali (uno è
il duale dell’altro) perchè dalle proprietà dell’uno si ricavano
quelle dell’altro scambiando i termini tensionecorrente e
resistenzaconduttanza
corto circuito (c.c.) circuito aperto (c.a.)
Un resistore di resistenza nulla ha una Un resistore di conduttanza nulla ha una
tensione nulla per qualsiasi valore di corrente nulla per qualsiasi valore di
corrente. Un resistore di resistenza tensione. Un resistore di conduttanza
nulla viene chiamato corto circuito. nulla viene chiamato circuito aperto.
Caratteristica del corto circuito è v=0 Caratteristica del circuito aperto è i=0
indipendentemente dalla corrente indipendentemente dalla tensione

16
Circuiti ed elementi duali
• Per ogni circuito è possibile ricavare un circuito duale descritto
dalle stesse relazioni descrittive e da un sistema di equazioni
numericamente identico, avendo cura di scambiare tra loro:

tensione  corrente
gen.tens.  gen.corr.
resistenza  conduttanza
c.c.  c.a.
maglia  nodo
KVL  KCL
serie  parallelo
triangolo  stella
induttanza  capacità

17
Generatori indipendenti
• Un generatore (sorgente, pedice “s”) ideale indipendente è un
elemento attivo che mantiene una tensione o corrente specificata

• Il generatore indipendente di tensione ha una caratteristica


vvs(t) indipendente dal valore di I
Fig.
retta verticale
2.11abc nel piano i-v
PERFETTI
simbolo: cerchietto con polarità + e – della tensione v
• Il generatore indipendente di corrente ha una caratteristica
i  is(t) indipendente dal valore di v

Fig. 2.12a Fig. 2.12b retta orizzontale


nel piano i-v
PERFETTI PERFETTI

simbolo: cerchietto con freccia  che indica il verso della corrente i


Nei generatori indipendenti ideali, la potenza erogata è vsi =(vs)2/R che comporta p=∞
per R=0 in cc oppure vis=R(is)2 ancora con p=∞ ma per R=∞ in ca: casi non è realis ci
18
Generatori dipendenti
• Un generatore ideale dipendente è un elemento attivo la cui
tensione o corrente è controllata da un’altra tensione o corrente
• I generatori dipendenti sono indicati con un simbolo a rombo.
La dipendenza dalla variabile esterna è scritta esplicitamente

 ix avvx aiix g vx
Fig. 2.3 SADIKU
C CT

=V 0
Tab. 2.1 SADIKU = I0

o Comandato
o Controllato
I generatori, sia indipendenti che dipendenti, impongono una specifica quantità
(v o i) e lasciano completamente libera la variabile complementare (i o v)
19
Connessione di generatori
• La connessione in serie di più generatori di tensione è
equivalente ad un unico generatore con tensione pari
alla somma algebrica delle tensioni dei singoli generatori

• La connessione in parallelo di più generatori di tensione è


possibile solo se tutte le tensioni sono uguali
(naturalmente la tensione risultante è quella di uno qualsiasi dei generatori
ma la corrente nelle maglie di più generatori in parallelo è indeterminabile)
20
Connessione di generatori
Invocando il principio di dualità, e scambiando i termini
corrente  tensione e serieparallelo, otteniamo anche:

• La connessione in parallelo di più generatori di corrente è


equivalente ad un unico generatore con corrente pari
alla somma algebrica delle correnti dei singoli generatori

• La connessione in serie di più generatori di corrente è possibile


solo se tutte le correnti sono uguali
(naturalmente la corrente risultante è quella di uno qualsiasi dei generatori
ma la tensione tra i nodi di ciascun generatore in serie è indeterminabile)
21
Esempio sui generatori indip. e dip.

Esempio

Si ricavi la tensione v nel circuito mostrato in Figura quando i2 = 2 A.


a va

i2 = 2 A vab

v b vb

vbc

c vc

v=vac=va-vc=(va-vb)+(vb-vc)=vab+vbc= vx + 10 V = 15i2 + 10 V = 40 V
22
Esempio sui generatori indip. e dip.
i2=2 A

Soluzione v

La tensione v è la somma della tensione del


generatore indipendente di tensione da 10 V
e della tensione vx del generatore dipendente
controllato in corrente.

Si osservi che il fattore 15 che moltiplica la


corrente di controllo ha unità di ohm (Ω).

Come visto, v = 10 V + vx = 10 V + 15 Ω  2 A = 40 V

23
Esempio sui generatori indip. e dip.
Esempio
+
I4

V4

conv. utilizzatori
ESEMPIO 2.1 SADIKU
Is = 0.2I = 1 A

V4 = 8 V e I4 = -1 A

come previsto dal teorema di Tellegen

24
Connessione di resistori e Req
• Spesso risulta possibile e conveniente combinare resistori
in serie e in parallelo, riducendo una rete resistiva tra due morsetti a
una singola resistenza equivalente Req tale che ai capi di Req
si abbia la stessa caratteristica i-v della rete originaria

• Per ottenere questo utile risultato occorre prima imparare a


combinare tra loro le resistenze disposte in serie
(ottenendo un singolo valore di Req,SER)
e/o
combinare tra loro le resistenze disposte in parallelo
(ottenendo un singolo valore di Req,PAR)
Si ripete poi la procedura sino a ottenere un’unica resistenza Req
• Se presenti anche dei generatori, vedremo che per calcolare Req
occorre “spegnere” tutti i generatori indip. sostituendo a ogni
gen.tens. un corto circuito e a ogni gen.corr. un circuito aperto
N.B. gen.tens. con V=0 equivale a c.c. (R=0) e gen.corr. con I=0 equivale a c.a. (R=)
25
Calcolo Req con generatori indipendenti

Rin o Req è la resistenza di ingresso o resistenza equivalente vista


ai morsetti a-b (una volta spenti tutti i generatori indipendenti)
[spegnimento dei generatori  “passivazione” del circuito]

Req si ottiene sostituendo e semplificando la rete “passivata”,


operando combinazioni (e.g. serie e parallelo) delle resistenze
26
Calcolo Req con generatori dipendenti
• Considerato un circuito fatto di bipoli adinamici (resistori e
generatori) si può calcolare la resistenza equivalente tra due
morsetti del circuito spegnendo i generatori indipendenti ma
prestando attenzione a non spegnere i generatori dipendenti.
Per tenere conto del loro effetto si può applicare ai due morsetti
una sorgente forzante (v0 o i0 se si sceglie tensione o corrente e
ad esempio v0=1 V o i0=1 A) e poi si calcola la grandezza duale
corrispondentemente risultante alla coppia di morsetti (ix o vx
se prima si era scelto gen.tens. o gen.corr, rispettivamente)
• A questo punto si calcola Req = v0 / ix oppure Req= vx / i0
con ix e vx calcolati con conv. utilizz. per il circuito tra morsetti a e b
• Se decidiamo ci chiamare sempre v0 e i0 i valori di tensione e
corrente ai morsetti, indipendentemente da quale sia il termine
forzante e quale il termine risultante, allora è sempre Req= v0 / i0
FARE disegno esplicativo e spiegare operativamente il metodo
27
Circuiti a singola maglia
• Un circuito a una singola maglia ha elementi tutti percorsi
dalla stessa corrente i (elementi in serie o concatenati)

Fig. 2.14 PERFETTI

• Applicando KVL:
v1 + v2 + v3 + v4 = 0
Quando gli elementi sono generatori di tensione e resistori,
possiamo calcolare la corrente i, utilizzando la somma delle
tensioni sulla maglia uguale a zero e la legge di Ohm ai resistori
28
2.4.1 Serie di resistori e resistenza equivalente
• Serie: due o più resistori sono in serie se sono connessi uno di
seguito all’altro e quindi sono percorsi dalla stessa corrente

• La resistenza equivalente di un numero (N) di resistori connessi


in serie è la somma delle singole resistenze (Rk):
N
Req,SER  R1  R2      RN   Rk
k 1

Infatti per la serie di resistori v=vk=(Rki)=(Rk)iReq=Req,SER=v/i=Rk


La resistenza serie è sempre maggiore del più grande dei resistori.
Se tutti i resistori sono uguali (Rk=R), Req,SER=NR
29
2.4.1 Serie di resistori  partitore di tensione

• Il partitore di tensione di una serie di N resistori, ovvero la


tensione vk su un singolo resistore Rk, è esprimibile come:
Rk
vk  v
R1  R2      RN

dove v è la tensione complessiva ai capi della serie di resistori


La tensione si ripartisce tra i resistori in maniera proporzionale al valore di
resistenza di ciascun resistore: vkRk
Infatti i=v/Req,SER
e la tensione sul singolo
resistore Rk della serie sarà
vk = Rki = Rk  v/(R1+R2+…+RN)  Rk

Se Rk  R k  vk = v/N
e in part. con N=2 e R1=R2  v1=v2=v/2

30
Circuiti con una coppia di nodi
• Un circuito con due soli nodi (rete “binodale”) ha elementi
tutti sottoposti alla stessa tensione v (elementi in parallelo)

Fig. 2.22 PERFETTI

• Applicando KCL ad uno dei nodi:


i1 + i2 + i3 + i4 = 0
Quando gli elementi sono generatori di corrente e resistori,
possiamo calcolare la tensione v, utilizzando la somma delle
correnti nel nodo uguale a zero e la legge di Ohm ai resistori
31
2.4.2 Parallelo di resistori e conduttanza equivalente
• Parallelo: due o più resistori sono in parallelo se sono connessi
agli stessi due nodi e quindi hanno ai capi la stessa tensione

• La conduttanza equivalente di N resistoriN in parallelo è:


Geq,PAR  G1  G2      GN   Gk
k 1

Infatti per il // di resistori i=ik=(Gkv)=(Gk)vGeq=Geq,PAR=i/v=Gk


• La resistenza equivalente di N resistori in parallelo è:
n
1 1 1 1 1
     
Req,PAR R1 R2 RN K 1 Rk
La resistenza parallelo è sempre minore del più piccolo dei resistori.
Se tutti i resistori sono uguali (Rk=R), Req,PAR=R/N
32
2.4.2 Parallelo di resistori  partitore di corrente

• Il partitore di corrente del parallelo di N resistori, ovvero la


corrente ik nel singolo resistore Rk, è esprimibile come:
Gk
ik  i
G1  G2      GN

dove i è la corrente complessiva nel parallelo di resistori


La corrente si ripartisce tra i resistori in maniera proporzionale al valore di
conduttanza di ciascun resistore: ikGk

Infatti v=i/Geq,PAR
e la corrente sul singolo
resistore Rk del parallelo sarà
ik = Gkv = Gk  i/(G1+G2+…+GN)  Gk

Se Rk  R (GkG) k  ik = i/N
e in part. con N=2 e R1=R2  i1=i2=i/2
33
2.4.2 Parallelo di due resistori e partitore di corrente
Un caso particolare ma di grande importanza pratica è il
parallelo di due soli resistori, R1 e R2


N=2
1 1 1 1 1 1 1 1 R1  R2
        
Req,PAR R1 R2 RN Req,// R12,// R1 R2 R1 R2

la resistenza equivalente è il prodotto diviso la somma delle due


resistenze di partenza:
R1 R2 se R1=R2=R
R12,//  
R1  R2 Req,//=R/2

Le correnti nei due resistori in parallelo (partitore di corrente) sono:


v Req,// R2 v Req,// R1
i1   i i i2   i i
R1 R1 R1  R2 R2 R2 R1  R2
La corrente in una resistenza è proporzionale al valore dell’altra resistenza
34
Calcolo resistenza equivalente
Esempio Ricavare Req per il circuito indicato

Req = 14.4 Ω

35
Calcolo resistenza equivalente
Esempio Ricavare Req per il circuito indicato

3 Req = 6 Ω

12 3

36
2.6 Bipoli di Thevenin e di Norton
• Due importanti collegamenti da considerare sono le connessioni:

serie tra generatore di tensione


e resistore
(bipolo di Thevenin)

parallelo tra generatore di corrente


e resistore
(bipolo di Norton)

• Le caratteristiche sono formalmente identiche (bipoli duali)


scambiando tensionecorrente e resistenzaconduttanza
• Quando i due bipoli (Thevenin e Norton) sono equivalenti?
37
2.6 Trasformazione di generatori
ATTENZIONE: sono le condizioni ‘’critiche’’/impossibili per i generatori ideali
• Tranne casi particolari (RT=0 o GN=0RN=) è sempre possibile
trasformare un bipolo di Thevenin in uno di Norton
circuitalmente equivalenti (stesse relazioni i-v ai morsetti dei bipoli)
• Una trasformazione di generatori è la sostituzione di un gen. di
tensione vs in serie a un resistore R con un gen. di corrente is in
parallelo a un resistore R (da Thevenin a Norton), o viceversa
(da Norton a Thevenin). N.B. La resistenza R=RT=RN è la stessa
A gen. spenti: stessa R nei due circuiti
Con a-b in c.c. stessa iab,c.c. =vs/R=is
Con a-b in c.a. stessa vab,c.a.=vs=Ris
vale anche per gen.dip.
 is=vs/R da tens. a corr. (da sx a dx)
 vs=Ris da corr. a tens. (da sx a dx)

La freccia del gen. di corrente equiv. è diretta da – a + del gen. di tensione


(la corrente del gen.corr.equiv. ‘’esce dal + e circola verso il –’’ del gen.tens.)
38
2.6 Es. Trasformazione di generatori
Esempio Calcolare vo mediante trasformazioni di generatori (o PSE?)
oppure dal partitore di corrente:
X X G8 1/8 1
i  iG8  igen   2 A   2 A  0.4 A
G8  G2 1/8  1/2 1 4
R2 2 2
i  iR8  igen   2 A   2 A  0.4 A
R2  R8 28 10
X X vo=R8i = 3.2 V

x X x
vo = R82igen = 3.2 V
R82 =16/10=1.6 
x X x

x
39
2.7 Generatori reali
• Un generatore reale è modellizzabile con un generatore ideale
con aggiunta la resistenza interna RINT del generatore
--- per gen.tens. RINT=Rs è una resistenza serie (solitamente “piccola”)
--- per gen.corr. RINT=Rp è una resistenza parallelo (solitamente “grande”)

• I generatori reali tenderanno ad avere un


comportamento ideale quando Rs0 e Rp∞
Nella realtà se gen.tens. alimenta carico troppo basso (rispetto alla sua RINT=Rs) allora non riesce ad
erogare la corrente sufficiente per mantenere il suo valore di tensione nominale vs. Se gen.corr. ha un
carico troppo alto (rispetto a RINT=Rp) allora la corrente sul carico è inferiore al valore nominale is
40
2.7 Generatori reali
• Nel generatore reale è la partizione di tensione, o di corrente
(su RINT e sul carico RL), detta “effetto di carico sul generatore”,
che comporta una diminuzione della grandezza erogata al
carico rispetto al suo valore nominale in condizioni ideali

RL
vL  vs vL  vs per RL  Rs
Rs  RL
gen.tens. lavora bene in c.a. (e male in c.c.)

Rp
iL  is iL  is per RL  Rp
Rp  RL
gen.corr. lavora bene in c.c. (e male in c.a.)

• I generatori reali tenderanno ad avere un


comportamento ‘’praticamente’’ ideale per Rs<<RL e Rp >> RL
(‘’Rs piccola’’ ma non occorre zero e ‘’Rp grande’’ ma non occorre infinito)
41
2.8 Reti a Stella(Y, T) e a Triangolo(D, )

42
2.8 Trasformazioni
c
Stella-Triangolo
Ra Rb R3

b a
R3 R2 R1
Rc b a
Ra Rb

Triangolo -> Stella Stella -> Triangolo


R2 o R1

b a
Rb Rc Rc
R1  R1 R2  R2 R3  R3 R1
( Ra  Rb  Rc ) Ra 
R1
Rc R a (per solo riferimento R1 R2  R2 R3  R3 R1
R2  Rb 
( Ra  Rb  Rc ) =non imparare a memoria)
R2
“ESISTONO” e si cercano
Ra Rb e usano all’abbisogna R1 R2  R2 R3  R3 R1
R3  Rc 
( Ra  Rb  Rc ) R3
43
2.8 Trasformazioni StellaTriangolo

TriangoloStella (R) StellaTriangolo (G)

44
2.8 Uso (Y, T)  (D, ) per trasf.gen.
’’NO’’ buono!

’’NO’’ buono!

45
Sommario
 Ogni elemento circuitale (un bipolo se ha due terminali) è descritto da una
equazione caratteristica che lega corrente e tensione

 Bipolo passivo (pASS,media>0) resistore: v=Ri oppure i=Gv con R resistenza e


G conduttanza. Se R=0 corto circuito (c.c.) e se R= circuito aperto (c.a.)

 Gli interruttori funzionano come un c.c. o c.a.

 Bipolo attivo (pASS,media anche <0) generatore: gen. indipendente di tensione


(vs indip. da i) o di corrente (is indip. da v); gen. dipendente di tensione (vs)
o gen. dip. di corrente (is) se comandata da una vx o ix presente nel circuito

 Il principio di dualità consente di descrivere un fenomeno/dispositivo


scambiando tra loro le grandezze elettriche coinvolte (tensionecorrente,
resistenzaconduttanza, etc.)

 La serie di più generatori di tensione è un unico generatore con tensione


somma delle tensioni. Il parallelo di più generatori di corrente è un unico
generatore con corrente somma delle correnti
46
Sommario
 Definizione e calcolo della resistenza equivalente Req = v0 / i0 tra due nodi

 La serie di più resistori è una resistenza equivalente somma delle resistenze


con partizione di tensione proporzionale ad Rk considerato:

 l parallelo di più resistori (conduttanze) è una conduttanza equivalente


somma delle conduttanze con partizione di corrente proporzionale a Gk:

47
Sommario
 ll parallelo di due resistori da una resistenza equivalente ‘’prodotto diviso
somma’’ delle resistenze e partizione di corrente proporzionale all’altra R:

 Bipolo di Thevenin è la serie tra generatore di tensione e resistore RTh

 Bipolo di Norton è il parallelo tra generatore di corrente e resistore RN

 Trasformazione di generatori: R=RTh=RN ma VTh=RNiN e IN=VTh /RTh

 Generatore reale è un generatore ideale con una resistenza interna:


Rs serie per gen.tensione (quasi ideale per Rs0)
Rp parallelo per gen.corrente (quasi ideale per Rp)
Caricado con RL, a causa della resistenza interna si ha un “effetto di carico”

 Trasformazione StellaTriangolo (Y,TD,) esistono apposite formule

48
FORMULARIO
KCL indip. correnti ai nodi [N-1]
K

i k 0 B
KVL tensioni alle

k 1
vb  0
b 1
maglie indip. [M]

relazioni costitutive o caratteristiche


dei componenti/rami/bipoli [R]

1 i
v  R i i  Gv G 
R v
N
1 N
1 R1 R2
RS   Rk combinazioni Serie e Parallelo  R12,// 
k 1 RP k 1 Rk R1  R2
Rk partitore partitore Gk
vk  v i  i
R1  R2      RN di tensione di corrente k G  G      G
1 2 N
2
v
p  vi  Ri 2   Gv 2
R
49
FORMULARIO
Triangolo (a,b,c) -> Stella (1,2,3) Stella (1,2,3) -> Triangolo (a,b,c)

Rb ,T Rc ,T R1,S R2 ,S  R2 ,S R3,S  R3,S R1,S


R1,S  Ra , T 
( Ra ,T  Rb ,T  Rc ,T ) R1,S
Rc ,T Ra ,T R1,S R2,S  R2 ,S R3,S  R3,S R1,S
R2 ,S  Rb ,T 
( Ra ,T  Rb ,T  Rc ,T ) R2 ,S
Ra ,T Rb ,T R1,S R2 ,S  R2 ,S R3,S  R3,S R1,S
R3,S  Rc ,T 
( Ra ,T  Rb ,T  Rc ,T ) R3,S

50

Potrebbero piacerti anche