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2009
Aceptado: 30.10.2009
In due fogli di un codice manoscritto del secolo XVI conservato alla Bi-
bliothèque nationale de France (ms fr. 30927 [Cabinet d’Hozier, XLVI], cote
1137, ff. 4-5)1, si conserva in regesto copia (1540, maggio 23) di un diploma
concesso a Roma nell’anno 1481, aprile 10, sfuggito alla cernita di documenti
riguardanti i Paleologi successivi alla caduta di Costantinopoli (1453) compiuta
dal Lambros2, ma segnalato dallo Harris3, nel quale Andreas Paleologus Por-
phyrogenitus Dei gratia Dispotus Romeorum ac Imperii Constantinopolitani
heres nomina Iohannes e Guillelmus Dissipatos, figli di Georgius Dissipatos, ca-
valieri dell’Impero (militari sive equestri dignitate). In un terzo foglio si speci-
fica che il documento originale era completo del sigillum di cera purpurea con
la effige dell’aquila bicipite e del relativo nastro, anch’esso purpureo.
Andrea Paleologo (1453-1502) è il pretendente più diretto al trono della
basileia dei Romani dopo la sua caduta, essendo figlio del despota di Morea
Tommaso, fratello dell’ultimo basileus Costantino XI Paleologo. Visse tutta la
vita da adulto a Roma, dove era giunto adolescente in seguito alla caduta
della Morea per mano del Turco (1464) col padre ed i due fratelli, la porfi-
rogenita Zoe Paleologhina che nel 1472 sposa il gran principe di Mosca Ivan
III (1440-1505), matrimonio che servirà, in definitiva, al sovrano moscovita
per farsi interprete principale della idea della βασιλεία dei Romani mutuan-
dola nella ideologia di Mosca “terza Roma”, assumendo quel titolo di zar
che entrerà ufficialmente nella titolatura solamente nel 1547 con il nipote dei
due, Ivan IV Grozny (1537-1584), il quale adotterà anche in maniera defini-
tiva come insegna della casata l’aquila bicipite, e Manuele, che poco dopo
sceglierà di vivere a Costantinopoli presso il Sultano, spiccando per censo e
nome nel milieu romeo e grecofono che fa capo alla figura del Bessarione4.
Dei crescenti problemi economici per mantenere il suo seguito secondo il te-
nore precedente incontrati in seguito alla scomparsa del Bessarione (1472),
dei suoi viaggi presso le corti europee, del suo coinvolgimento nei mecca-
1
La acquisizione del fondo di Charles d’Hozier avvenne entro il 1718; esso venne collo-
cato nella galleria del Palais Mazarin entro il 1721: tutte le notizie in L. DELISLE, Le cabinet des
manuscrits de la Bibliothèque impériale, Paris 1868, I, p. 357ss. Cfr. anche Bibliothèque Natio-
nale de France: manuscrits du Moyen Age et de la Renaissance, éd. par J. SCLAFER, Paris 1994.
2
SP. P. LAMPROS, Παλαιολόγεια καὶ Πελοποννησιακά, Ἀθῆναι 1930, IV, pp. 297-306.
3
J. HARRIS, Greek Emigres in the West, 1400-1520, Camberley 1995, e ID., «A Worthless
Prince? Andreas Palaeologus in Rome (1464-1502)», OCP 61 (1995) 537-554.
4
GEORGII SPHRANTZAE Chronicon, XXXV, 5, ed. R. Maisano, Roma 1990 (CFHB, Series Ita-
lica, XXIX), p. 132: Καὶ τῇ ιζῃ τοῦ ἰανουαρίου μηνὸς τοῦ αὐτοῦ ἔτους ἐγεννήθη καὶ ὁ τῶν Παλαιολόγων
γένους διάδοχος καὶ τοῦ τῶν Ῥωμαίων μικροῦ τούτου σπινθῆρος εἴθε διάδοχος καὶ κληρονόμος ὁ κὺρ
Ἀνδρέας ὁ Παλαιολόγος. Altri riferimenti essenziali alle fonti in A. TH. PAPADOPULOS, Versuch einer
Genealogie der Palaiologen, 1259-1453, München 1958, p. 100; Παλαιολόγος, Ἀνδρέας, PLP, er-
stellt von E. TRAPP, unter Mitarbeit von H.-V. BEYER, I. G. LEONTIADES und S. KAPLANERES, Wien 1989,
IX, n. 21426, p. 79.
nismi della corte pontificia e della sua posizione privilegiata presso l’entou-
rage di papa Borgia Alessandro VI, ancora negli anni ’90 del Quattrocento,
tanto da esser ritratto –se di lui realmente si tratta– dal Pintoricchio negli af-
freschi dell’Appartamento Borgia del Palazzo Vaticano o da poter battibeccare
collo stesso figlio del papa Cesare Borgia, il Valentino, per la posizione da
tenere in occasione di alcune funzioni solenni celebrate dal pontefice, alle
quali poteva assistere in posizione riservata come imperator Constantinopo-
litanus, secondo i trattati di etichetta della Curia romana, si è scritto altrove5.
Si conoscono, piuttosto, altre concessioni simili. Un documento redatto
in forma di crisobollo della cancelleria imperiale costantinopolitana, ma
scritto in latino e datato secondo gli anni di Cristo e non secondo la data-
zione bizantina, 1483, aprile 13, dove il Dei gratia fidelis imperator Con-
stantinopolitanus e che si firma in caratteri purpurei Ἀνδρέας ἐν Χριστῷ τῷ
Θεῷ πιστὸς βασιλεὺς καὶ αὐτοκράτωρ Ῥωμαίων ὁ Παλαιολόγος, concede a Don
Pedro Manrique, oltre al permesso di creare conti palatini, armare cavalieri
e legittimare figli illegittimi, il privilegio di “caricare” l’aquila bicipite impe-
riale sul proprio blasone (liceat ac arma et insigna imperatorum Constan-
tinopolitanorum Paleologorum ferre), è stato edito di recente a cura dal
Floristán e dal Gómez Montero6. Allo stesso anno 1483 appartiene un altro
5
Per bibliografia e riferimenti, vd. G. VESPIGNANI, «L’aquila bicipite, simbolo della βασιλεία
dei Romani tra Oriente e Occidente (secoli XIII-XVI)», Erytheia 27 (2006) 95-127; ID., «Attorno
al progetto di Crociata di Alessandro VI (1492-1503). Andrea Paleologo nell’affresco dell’Ap-
partamento Borgia del Palazzo Vaticano», Erytheia 28 (2007) [ΑΩΤΟΣ ΓΛΥΚΥΣ. Studia bizantina
et neohellenica Ludovico Aegidio octogenario dicata] 99-112; ID., «Anti-Turkish Visual Propa-
ganda in the Papal Rome between Fifteenth and Sixteenth Century», Bandue. Revista de la So-
ciedad Española de Ciencias de las Religiones 2 (2008) [Religious Tolerance and Intolerance,
Proceedings of the Intern. Congress of the Society of Sciences of Religions, Santander, 8-11 sept.
2004, ed. by M. MARCOS and R. TEJA] 197-208.
6
1483, aprile 13, Archivio de la Casa de Alba, carp. n. 2: J. M. FLORISTÁN IMÍZCOZ-J. A.
GÓMEZ MONTERO, «Crisóbulo de Andrés Paleólogo en favor de Pedro Manrique, II Conde de
Osorno», in: ΣΤΙΣ ΑΜΜΟΥΔΙΕΣ ΤΟΥ ΟΜΗΡΟΥ. Homenaje a la profesora Olga Omatos, ed. por
J. ALONSO ALDAMA-C. GARCÍA ROMÁN-I. MAMOLAR SÁNCHEZ, Bilbao 2008, pp. 215-224. In precedenza,
si usava la ed. in: Documentos escogidos de la Casa de Alba, ed. por la duquesa de Berwick y
Alba, Madrid 1891, pp. 16-18, quindi quella a cura di V. REGEL, «Khrisovul imperatora Andreja
Paleologa, 13 aprelia 1483 goda», VV 1 (1894) 151-158, ripresa dal LAMBROS, Παλαιολόγεια καὶ
Πελοποννησιακά, IV, pp. 297-298. Cf. J. M. FLORISTÁN IMÍZCOZ, «Los últimos Paleólogos, los reinos
peninsulares y la cruzada», in: P. BÁDENAS DE LA PEÑA-I. PÉREZ MARTÍN (EDS.), Constantinopla 1453.
Mitos y realidades, Madrid 2003 [Nueva Roma. Bibliotheca Graeca et Latina Aevi Posterioris, 19],
pp. 247-296, in part. 291, e CH. MALTEZOU, «Bisanzio dopo Bisanzio e gli spagnoli», in: P. BÁDE-
NAS DE LA PEÑA-I. PÉREZ MARTÍN (EDS.), Bizancio y la Península Ibérica. De la antigüedad tardía
a la edad moderna, Madrid 2004 [Nueva Roma. Bibliotheca Graeca et Latina Aevi Posterioris,
24], pp. 437-447, in part. 442ss.
7
Il doc., pubblicato in appendice alla edizione postuma settecentesca delle poesie del Co-
lucci, Poesie italiane e latine di monsignor Angelo Colucci, con più notizie intorno alla persona
di lui, e sua famiglia, raccolte dall’abate G. LANCELLOTTI, Jesi 1772, app. VII, pp. 177-178, è ri-
proposto integralmente ora in T. BRACCINI, «Una nota su Andrea Paleologo e la cavalleria a Bi-
sanzio», MEG 8 (2008) 37-48; la notizia della investitura è nota ai curatori degli Albi e dei
blasonari della nobiltà italiana, su cui cfr. sotto alcuni esempi, che ne fanno un “cavaliere au-
rato” o un “cavaliere bizantino”, ed è riportata anche da G. M. ANSELMI, «Colucci, Angelo», in Di-
zionario Biografico degli Italiani, Roma 1972, XXVII, p. 105.
8
Poesie italiane e latine di monsignor Angelo Colucci…, pp. 177-178; BRACCINI, «Una nota
su Andrea Paleologo…», pp. 39 e 48.
9
Cf., e.g., Enciclopedia storico-nobiliare italiana, a cura di V. SPRETI, Milano 1929, II, pp.
506-507; Albo nazionale delle Famiglie nobili dello stato italiano, Milano 1970, p. 297; A. SQUARTI
PERLA, Titoli e nobiltà nelle Marche, Ascoli Piceno 2005, p. 126.
10
Regesti in ASVat, Fondo Borghese, ser. I, 783, ff. 124-126 (orig. 125-127): LAMPROS,
Παλαιολόγεια καὶ Πελοποννησιακά, IV, pp. 305-306.
11
Roma, Biblioteca Vallicelliana, Allacci CCXXI, n. 84, ff. 447r-448v, ed. in: BRACCINI, «Una
nota su Andrea Paleologo…», pp. 39-41.
12
«Δισύπατος, Γεώργιος Παλαιολόγος», PLP III, Wien 1978, n. 5531, p. 52.
13
Così A. KAZHDAN, «Disshypatos», ODB I, New York-Oxford 1991, p. 638.
14
HARRIS, Greek Emigres …, p. 179, basandosi sulle notizie che un Giorgio Dishypatos di
Costantinopoli è nominato da papa Pio II abate di un monastero di Palermo nel 1462 e che fino
al 1469 a Roma viveva un altro Giorgio Dishypatos, in aiuto dellla cui figlia, rimasta in difficoltà
alla morte del padre, intervenne il Bessarione: ASVat, Arm. XXXIV, vol. 6, ff. 68v-69 e Reg. Vat.
485, ff. 17-18v.
15
C. DU FRESNE DOM. DU CANGE, Historia Byzantina duplici commentario illustrata. Pars
Prior, Familias ac stemmata imperatorum Constantinopolitanorum...complectitur, Lutetiae Pa-
risiorum 1680, pp. 256-257.
16
R. MAISANO, «Su alcune discendenze moderne dei Paleologi di Bisanzio», Rassegna Sto-
rica Salernitana 5 (1988) 77-90, come fanno M. L. BIERBRIER, «Modern descendants of Byzantine
Families», Genealogists Magazine 20,3 (1980) p. 93ss.; P. MOLLAT, «Die Palaiologen nach 1453»,
JÖB 32,6 (1982) 9-18, e CH. A. GAUCI-P. MOLLAT, The Palaeologos Family. A genealogical Review,
Malta 1985.
17
HARRIS, Greek Emigres…, p. 169, ne offre un documentato quadro; lo stesso Bessarione
si interessò di architettura navale: J. HARRIS, «Bessarion on Shipbuilding: a re-interpretation», By-
zantinoslavica 55 (1994) 291-303. Sugli Stradioti, vd. Χ. ΜΑΛΤΕΖΟΥ, Stradioti. Οι προστάτες των
συνόρων, Αθήνα 2003, e EAD., «Profughi Greci a Venezia dopo la caduta di Costantinopoli: tra
mito e realtà», in: L’Europa dopo la caduta di Costantinopoli: 29 maggio 1453. Atti del XLIV
Convegno storico internazionale (Todi, 7-9 ottobre 2007), Spoleto 2008, 355-374.
18
D. K. BJÖRK, «Piracy in the Baltic, 1375-1398», Speculum 18 (1953) 39-58.
19
Per curiosità, le Château d’ Hannaches, presso l’omonimo centro, dichiarato monumento
storico nel 1991, restituito al suo antico splendore da restauri terminati nel 2004, è utilizzato come
dimora per il turismo di lusso e pubblicizzato per mezzo di una brochure, disponibile anche in
rete (www.haraslhorset.com/supports/histoire_le_chateau/brochure_haras_lhorset.pdf) dove
viene definito «demeure d’un prince byzantin», cioè di «George Paléologue Bissipat, Prince de la
famille impériale de Byzance. Au service de Louis XI de France, il en reçut le commandement
suprême de sa Grand Nef (la Flotte Royal)».
20
Prima dello HARRIS, Greek Emigres…, pp. 175-180, le vicende francesi del nostro erano
state ripercorse solamente da M. RENET, «Les Bissipat du Beauvaisis», Mémoires de la Societé Aca-
démique d’Archéologie, Sciences et Arts du Département de l’Oise 14 (1889) 31-98, in part. 41-
42. In entrambe le sedi –ma prima in DU CANGE, Historia Bizantina…, p. 257, in part. sui figli
ed altri discendenti– si trovano i particolari e le citazioni di tutti i documenti d’archivio.
21
Andronici Callisti epistola ad Georgium Palaeologum, PG, CLXI, coll. 1017-1020, in
part. 1018. Sulla vicenda, vd. HARRIS, Greek Emigres…, p. 143, e ID., «Greek Scribes in England:
the Evidence of episcopal Registers», in: R. CORMACK-E. JEFFREYS (EDS.), Through the Looking Glass:
Byzantium through British Eyes, Aldershot 2000 [Society for the Promotion of Byzantine Studies,
Publications, 7], pp. 121-126.
22
A. TILLEY, Medieval France: A Companion to French Studies, London 1922, pp. 177-
178; L. ULLOA, El Pre-descubrimiento hispano-catalán de América en 1477, París 1928, p. 282.
Le rivendicazioni della paternità del personaggio Colombo coinvolgono ora anche la Grecia
ed il nostro: il bollettino elettronico della statunitense “The Hellenic Society Prometheas” del
novembre 2008 riporta il testo della lecture di J. L. Marketos Christopher Columbus, a Greek
Nobleman, dove si legge che «Canoutas took the findings of earlier scholars in a new direc-
tion. The earlier scholars had discovered from fifteenth century records who Colon the Youn-
ger was, a displaced Byzantine prince related to the last Byzantine emperors. This Greek
prince fled the empire after the fall of Constantinople in 1453 and eventually settled in France,
becoming a trusted advisor to the King of France (Louis XI) and admiral of the king’s English
Channel fleet. In France, Colon the Younger was known as Georges le Grec and Georges Pa-
léologue de Bissipat».
23
RENET, art. cit., pp. 58-59 sulla iscrizione, in part.; HARRIS, Greek Emigres…, Appendix
IV, p. 199. Sempre per curiosità, le stele tombali sono pubblicizzate nei dépliants turistici della
località di Hannaches, disponibili anche in rete (www.ccpv.fr/chapelle_gerberoy.htm), dove
Jean e Charles de Bissipat sono definiti «descendants des empereurs de Byzance».
sotto le mura di Boulogne nel 1512. Nessuno succedette al padre come Ca-
pitano di mare.
Per lo Harris il diploma in questione rappresenta soprattutto la prova dei
legami del Paleologo Dishypatos, ormai Bissipat, con l’ambiente degli esuli
Romei in Roma del quale avrebbe anch’egli fatto parte e del quale avrebbe
individuato il despota ed “erede dell’impero Costantinopolitano” come punto
di riferimento24, ma, al contrario, più documentate sono le relazioni di An-
drea Paleologo con la corte di Francia, le quali dovevano già esistere nei
primi anni ’80 del Quattrocento, in qualche maniera legate al disegno di or-
ganizzazione di Crociata sostenuto dalla Curia romana, per concretizzarsi di
lì ad una decina di anni nella visita effettuata a Parigi presso re Carlo VIII nel
1491, allo scopo di discutere di certi affari legati alla Crociata («pour aucuns
grans affaires touchants le bien de nous et de nostre royaume…»), come tes-
timoniano due lettere nelle quali il re definisce l’interlocutore «notre cher et
bon amy Andreas Paléologue, prince de Constantinoble, seigneur de la
Morée»25. L’espressione «le bien de nous et de nostre royaume…» forse va ri-
ferita al fatto che l’affaire prevedeva che, in cambio dell’aiuto militare fornito
dalla corona francese per riconquistare la Morea alla cristianità e fornire a lui
un trono, oltre ad una pensione annua per il mantenimento della propria
corte e l’interessamento per una seconda pensione annua da parte della Curia
pontificia, Andrea Paleologo si era impegnato a cedere al re i diritti sul trono
di Costantinopoli, Trebisonda e Serbia.
La storiografia contemporanea ha liquidato questi documenti semplice-
mente come manifestazione di una ricerca di attenzioni, soprattutto di ca-
rattere economico, all’interno di una patetica recita inscenata attorno al
personaggio di Andrea Paleologo26. Fattore economico a parte –che, del
24
HARRIS, Greek Emigres…, pp. 179-180.
25
E. LAURANT DE FONCEMAGNE, «Éclaircissements historiques sur quelques circonstances du
voyage de Charles VIII en Italie et particulièrement sur la cession que lui fit André Paléologue
du droit qu’il avoit à l’Empire de Constantinople», Mémoires de Littérature, tirés des registres de
l’Académie Royale des Inscriptions et Belles-Lettres 28 (1769) 71-72; la versione greca si legge in
Κ. Ν. ΣΑΘΑΣ, Τουρκοκρατουμένη Ἑλλάς, Ἀθῆναι 1869, pp. 55-56, poi ripresa da Σ. Π. ΛΑΜΠΡΟΣ,
«Μετανάστευσις Ἑλλήνων ἰδίως Πελοποννησίων ἀποίκων εἰς τὸ βασίλειον τῆς Νεαπόλεως», ΝΕ 8 (1911)
394-395, e in Παλαιολόγεια καὶ Πελοποννησιακά, IV, pp. 299-300, 301-302 e 302-303 (1491, otto-
bre 31 e dicembre 16). Sulla vicenda vd. inoltre O. MASTROJANNI, «Sommario degli atti della Can-
celleria di Carlo VIII a Napoli», Archivio Storico per le Province Napoletane 20 (1895) p. 533;
VESPIGNANI, «Attorno al progetto di Crociata»…, pp. 99-112, e ID., «The anti-Turks visual Propa-
ganda»…, pp. 197-208.
26
Così, e.g., K. M. SETTON, The Papacy and the Levant (1204-1571), II: The Fifteenth Cen-
tury, Philadelphia 1978, pp. 318-319 e 461-463.
27
BRACCINI, «Una nota su Andrea Paleologo»…, pp. 37-48, in part. 45ss.
28
Cf. i docc. in: A. DE LA TORRE, Documentos sobre relaciones internacionales de los Reyes
Católicos, Barcelona 1950, vol. II, n. 60, pp. 58-59; n. 62, p. 60; n. 138, p. 124.
29
La grandeza era stata ottenuta nel 1445 e l’accesso alla corte concesso con il privilegio
di Peñafiel del 1488: cf. A. BALLESTEROS Y BERETTA, Historia de España, y su influencia en la his-
toria universal, Barcelona-Madrid 19482, V, p. 85.
30
Cfr. Diccionario de Historia de España, desde sus orígines hasta el fin del reinado de Al-
fonso XIII, Madrid 1952, II, p. 352.
31
H. DEL PULGAR, Claros varones de Castilla, edición y notas de J. DOMÍNGUEZ BORDONA, Ma-
drid 1942 (e rist. 1969), p. 33ss.
Paleologo finirà per cedere, in occasione della dettatura del testamento nel
1502, i diritti sul trono di Costantinopoli agli stessi Reyes Católicos Fernando
d’Aragona e Isabella di Castiglia32.
Colpisce la volontà da parte del destinatario di legare il proprio casato a
quello dei Comneni attraverso un improbabile rapporto di parentela data-
bile nel secolo XI (affinis noster carissimus, nel testo del crisobollo), ma va
tenuto in conto dei rapporti che il Manrique doveva aver stretto con Romei
esuli in Spagna quali Giovanni Aralli, probabilmente appartenente alla nota
famiglia Raoul / Rali, o Giorgio Diplovatatzi, olim nobilis Constantinopolitani,
che erano passati al servizio dei Reyes Católicos, il secondo per morire an-
ch’esso durante l’assedio di Granada33, e va tenuto altresì in conto che tale
propensione dei regni iberici verso la Romània non si esplicita dopo la ca-
duta di Costantinopoli (1453), ma data almeno dal secolo XIII34. Tanto più
che, ancora in pieno secolo XVI, Janos Lascaris, l’esule romeo erudito (Co-
stantinopoli 1445-Roma 1535) che vive i cambiamenti e le vicende italiane ed
europee della seconda metà del secolo XV corrispondendo con i più grandi
umanisti europei del suo tempo, dai protagonisti della Accademia della Fi-
renze medicea, al patriziato colto veneziano, alla Parigi di Budé ed Erasmo
da Rotterdam35, in occasione di un viaggio in Spagna compiuto nel 1525
come ambasciatore di papa Clemente VII presso la corte di Carlo V, dedi-
cherà ai duchi di Alba un componimento nel quale si prova ad inserire nel-
l’albero genealogico della famiglia un ramo Comneno ed uno Lascaris da cui
farla discendere36.
Le vicende dei due protagonisti si possono dunque considerare come
trait d’union significativi tra il mondo della basileia dei Romani, tutta ridotta
32
Doc. edito in: P. K. ENEPEKIDES, «Das wiener Testament des Andreas Palaiologos vom 7.
april 1502», Akten des XI. intern. Byzantinistenkongresses (München 1958), hsg. von F. DÖLGER
und H.-G. BECK, München 1960, pp. 138-143, su cui cfr, da ultimo, FLORISTÁN IMÍZCOZ, «Los últi-
mos Paleólogos…», p. 292.
33
Su tutto ciò, vd. MALTEZOU, «Bisanzio dopo Bisanzio e gli spagnoli…», pp. 437-447.
34
E. MARCOS HIERRO, «Bizancio en el imaginario político de la Corona de Aragón», in: Bi-
zancio y la Península Ibérica…, p. 311ss.; sui “bizantinismi” nell’immaginario ideologico poli-
tico aragonese e castigliano, cfr. J. M. FLORISTÁN IMÍZCOZ, «La corona de Aragón y el imperio
bizantino de los Paleólogos», in: R. DURÁN TAPIA (COORD.), Mallorca y Bizancio, Palma de Ma-
llorca 2005, pp. 103-156.
35
Tutte le notizie in M. CERESA, «Lascaris, Giano», DBI, LXIII, Roma 2004, pp. 785-791, in
part. 786.
36
Testo e bibliografia in T. BRACCINI, «Bessarione Comneno? La tradizione indiretta di una
misconosciuta opera storica di Giano Lascaris come fonte biografico-genealogica», Quaderni di
Storia 64,2 (2006) 61-115, in part. 71-73.
ormai ad una “frontiera interiore” dal dilagare delle truppe turche ed in se-
guito alla caduta di Costantinopoli (1453)37, e l’Europa delle potenze e degli
stati nascenti, attraverso il sempre più imprescindibile nodo rappresentato
da quella Curia pontificia che nel periodo che va dal pontificato di Sisto IV
a quello di Alessandro VI (1471-1502) ne diviene la vera e propria corte “im-
periale”.
Giorgio VESPIGNANI
37
Sulla Romania e sulle valenze del termine, vd. i contributi di A. Carile ora pubblicati
in A. CARILE, Teologia politica bizantina, Spoleto 2009 [Collectanea, 22], oltre ai saggi contenuti
nei recenti Dopo le due cadute di Costantinopoli (1204, 1453): eredi ideologici di Bisanzio. Atti
del Convegno Internazionale di Studi (Venezia, 4-5 dicembre 2006), a cura di M. KOUMANOUDI-
CH. MALTEZOU, Venezia 2008, e L’Europa dopo la caduta di Costantinopoli…, in part. proprio A.
CARILE, «La Caduta di Costantinopoli nella cultura europea», pp. 1-53. Per un commento, cf. G.
VESPIGNANI, «Bisanzio, la caduta di Costantinopoli (1453), l’Europa. Pubblicazioni recenti», Bi-
zantinistica. Rivista di Studi Bizantini e Slavi 10 (2008) 223-252.