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Tiziana Zerlia
INNOVHUB SSI, san donato milanese, Italy
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All content following this page was uploaded by Tiziana Zerlia on 10 March 2016.
RIASSUNTO
SUMMARY
(°) L’articolo riassume parte dei risultati di una ricerca svolta dalla Stazione sperimentale per i Combustibili con finanzia-
mento del Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio
FIG. 2 - Andamento delle richieste di analisi su campioni di combustibili alternativi (SSC 1998-2004).
del loro significato fisico - evidenziando differenze vicoltura e dalle industrie connesse, nonché la par-
quali/quantitative rispetto ai combustibili fossili, te biodegradabile dei rifiuti industriali e urbani”.
con l’obiettivo di fornire una chiave interpretativa Le Figure 3 e 4 riportano due possibili classifica-
esplicita dei parametri analitici correntemente im- zioni schematiche delle fonti primarie di biomasse
piegati per descrivere le caratteristiche prestazionali sfruttabili per uso energetico.
ai fini energetici di un combustibile. Le risorse comprendono dunque una gamma mol-
to vasta di prodotti, che va dai residui di origine ve-
2. Le risorse primarie di biomasse per la produ- getale (colture spontanee e residui del settore agro-
zione di energia: classificazione schematica forestale, residui dell’industria agro-alimentare e
non (industria del legno, della carta, ecc.), oltre al-
In campo energetico, col termine biomassa, si in- le colture energetiche dedicate, alle biomasse di
tende genericamente ogni sostanza organica, di ori- origine animale (reflui zootecnici), alla frazione
gine vegetale o animale, da cui sia possibile ricava- biodegradabile dei rifiuti.
re energia. L’energia delle biomasse può essere sfruttata per
Ai sensi del decreto di recepimento della Diretti- via diretta (combustione) per ottenere calore e/o
va Europea 2001/77/CE sulla promozione dell’e- energia o per via indiretta, trasformando la biomas-
nergia elettrica prodotta da fonti rinnovabili sa in prodotti derivati - solidi liquidi gas (Fig. 5).
(D.L.vo 29 dicembre 2003, n. 387), per “biomassa La via ottimale per lo sfruttamento è legata in
si intende la parte biodegradabile dei prodotti, ri- maniera significativa (anche) alle caratteristiche
fiuti e residui provenienti dall’agricoltura (com- delle varie tipologie di biomassa.
prendente sostanze vegetali e animali), e dalla sil- La conoscenza delle proprietà costituisce dun-
que uno stadio vincolante nello sviluppo della fi- 3.1. I metodi di analisi normalizzati: significato e
liera. stato di avanzamento a livello europeo
3. Caratterizzazione energetica e merceologica La valutazione delle proprietà energetiche di un
delle biomasse vegetali materiale consente di indirizzare la scelta verso il
suo miglior utilizzo energetico.
Lo sviluppo e la competitività della “filiera bio- Tuttavia, il comportamento di un combustibile (e il
masse”, obiettivo che accomuna produttore e utiliz- risultato che ne deriva) è fortemente influenzato dal-
zatore, ha nella caratterizzazione analitica della bio- le condizioni sperimentali. È evidente quindi che, per
massa un passaggio obbligato. Infatti, solo la cono- confrontare prove eseguite da laboratori differenti o
scenza delle caratteristiche energetiche e merceolo- combustibili diversi su base omogenea, devono esse-
giche può permettere di definire la qualità del pro- re adottate le stesse condizioni di prova. Ciò compor-
dotto, di verificarne la rispondenza rispetto a speci- ta il ricorso a prove di laboratorio normalizzate, ese-
fiche tecniche, di stabilire come utilizzarlo al me- guite cioè nel rispetto di procedure operative e condi-
glio in funzione dei diversi impieghi. zioni sperimentali note e ben definite.
La caratterizzazione di laboratorio dei combusti- La possibilità di disporre di metodi di analisi nor-
bili, biomasse comprese, si basa su un numero re- malizzati è quindi fondamentale per definire accu-
lativamente limitato di prove, che mirano a defini- ratamente la qualità merceologica ed energetica del
re le proprietà macroscopiche del materiale in “combustibile biomassa”.
condizioni sperimentali ben definite. Le caratteri- L’attività di normazione internazionale e naziona-
stiche merceologiche, i relativi metodi di prova e le nel campo dei combustibili fossili, che in circa
il loro significato fisico vengono discussi nei se- 50 anni ha consentito di affinare progressivamente i
guenti paragrafi: metodi di prova sulla base di specifiche tecniche
e/o ambientali sempre più severe, sarà fondamenta-
- I metodi di analisi normalizzati: significato e le anche per lo sviluppo competitivo dei nuovi
stato di avanzamento a livello europeo combustibili.
- Le prove di laboratorio Al momento, in attesa di norme sviluppate a li-
Descrizione convenzionale del “combustibile vello europeo per i biocombustibili, si ricorre fre-
biomassa” quentemente a metodi normalizzati sviluppati per
altri combustibili solidi (carbone e RDF), metodi
Potere calorifico che all’atto pratico hanno dimostrato una buona ap-
Umidità plicabilità anche per le biomasse.
Ceneri (composizione, comportamento alla fu- Il crescente interesse e la diffusione delle biomas-
sione) se per uso energetico, con relative implicazioni
Analisi immediata commerciali e ambientali, sta comunque acceleran-
do il percorso europeo verso una normazione tecni-
Analisi elementare ca mirata ai biocombustibili solidi.
Densità Su mandato della CE, all’interno del Comitato
Europeo di Normazione (CEN) è stato costituito un
TABELLA I
Metodi di prova per l’analisi delle biomasse
Metodi attualmente
Parametri Metodi CEN/TC 335 “Solid Biofuels” Stato del metodo utilizzabili
non ancora
CEN/TS 14778-1 Part 1 - methods for sampling pubblicato
CEN/TS 14778-2 Part 2 - methods for sampling particulate mate- non ancora
rial transported in lorries pubblicato
Campionamento UNI 9903/3
CEN/TS 14779 Part 3 - methods for preparing sampling plans non ancora
and sampling certificates pubblicato
non ancora
CEN/TS 14780 - methods for sample reduction pubblicato
CEN/TS 14774-1 - methods for the determination of moisture
content- oven dry method - Part 1 : Total moisture - Reference pubblicato
method
UNI 9017
CEN/TS 14774-2 - methods for the determination of moisture UNI 9903/7
content- oven dry method - Part 2 : Total moisture - Simplified pubblicato ASTM E 781
Umidità procedure ASTM D 5142
ISO 589
CEN/TS 14774-3 - methods for the determination of moisture
content- oven dry method - Part 1 : Total moisture - Moisture for pubblicato
general analysis sample
UNI 9017; UNI 9903/5;
approvato ma non
Potere calorifico CEN/TS 14918 - methods for the determination of calorific value ASTM D5865 ;
ancora pubblicato ISO 1928
Analisi immediata Methods for the proximate anlysis of analysis by instrumental in preparazione ASTM D5142
ASTM E873;
Massa volumica Methods for the determination of the particle density in preparazione ISO 567
geno (O) e altri eteroatomi (N, S, Cl, ecc.) quantita- nalisi del carbone, di esprimere i risultati analitici.Il
tivamente meno rilevanti, una seconda, non combu- dato di un’analisi (ad esempio, il potere calorifico),
stibile, costituita da umidità e ceneri. riferito al campione come ricevuto, fornisce il valore
Questa chiave di lettura, semplificata ed empiri- della proprietà considerata nelle condizioni in cui il
ca, consente di esprimere i risultati delle prove di campione è pervenuto in laboratorio.
laboratorio su basi diverse - identificate dalle defi- Un’analisi riferita al campione secco è calcolata
nizioni sotto riportate - che vengono comunemente al netto dell’umidità; infine, l’analisi riferita cam-
riportate sui certificati di analisi: pione secco e privo di ceneri è calcolata al netto di
umidità e ceneri, si riferisce cioè alla “frazione
- sul campione come ricevuto (talvolta indicato combustibile”.
come a.r.); Un confronto tra combustibili diversi è dunque si-
- sul campione secco ( s.s.); gnificativo solo se i dati vengono espressi su base
- sul campione secco e privo di ceneri (d.a.f.). omogenea, che dovrebbe essere sempre precisata.
Nella Tabella II viene riportata una tabella di con-
Si tratta nella pratica di modi diversi, tipici dell’a- versione per il calcolo su basi diverse [2].
TABELLA II
Calcolo su differenti basi
Come determinato (ad) Come ricevuto (ar) Sul secco (ss) Secco e privo di ceneri
(daf)
FIG. 9 - Variazione del potere calorifico superiore in funzione del contenuto di carbonio e idrogeno - elaborazione SSC
da dati di letteratura [6].
In alternativa alla determinazione sperimentale, il MJ/kg daf) [7] grazie ad un maggior contenuto di
potere calorifico può essere calcolato mediante composti resinosi (terpeni e sesquiterpeni) a mag-
equazioni empiriche, gran parte delle quali si basa- gior potere calorifico. Nella pratica, per valutare il
no sulla composizione elementare del combustibile. rendimento di combustione in impianto, ci si riferi-
Un esempio in tal senso è riportato nella Figura 8. sce al potere calorifico inferiore: in impianto, infat-
Il potere calorifico è strettamente legato al conte- ti, i gas di combustione non vengono mai scaricati a
nuto di carbonio e di idrogeno (Fig. 9) e rispecchia temperatura tanto bassa da far condensare l’acqua
le proporzioni dei diversi macrocostituenti presenti presente e quindi non viene recuperato il calore di
nella biomassa: cellulosa, emicellulosa e lignina - condensazione. Bisogna tuttavia tener presente che
assieme a terpeni, sesquiterpeni e resine - aventi ca- il calore reale prodotto in impianto, per quanto sia
ratteristiche chimiche e poteri calorifici diversi legato al PCI, dipende da numerosi altri fattori,
(Fig. 10). Nel caso delle biomasse forestali, ad quali: mezzo di combustione (aria, altro), sistema di
esempio, il PCI delle conifere (19,5-20,0 MJ/kg combustione e disegno costruttivo, condizioni di
daf) è maggiore di quello delle latifoglie (18,4-19,1 esercizio dell’impianto, altre caratteristiche chimi-
3.2.3. Umidità
Per umidità si intende la quantità di acqua (libera
e legata) presente nel materiale (ad una data tempe-
ratura). In laboratorio il contenuto di umidità viene
determinato calcolando la perdita in massa di un
campione sottoposto ad essiccamento, in condizioni
normalizzate, alla temperatura di 105 °C.
L’umidità delle biomasse, materiale fortemente
igroscopico, può raggiungere valori superiori al
50%.
L’intervallo tipico per le biomasse, confrontato FIG. 12 - Variazione del potere calorifico inferiore
con quello del carbone è rappresentato nel grafico in funzione del contenuto di umidità per un campione che
della Figura 11 (dati medi di letteratura) [4]. L’umi- “sul secco” ha un potere calorifico inferiore di 20 MJ/kg.
dità è un fattore molto importante sotto il profilo
economico: viene infatti considerato un parametro
del valore energetico/commerciale della biomassa e
come tale può influire sul prezzo. sportatori meccanici e, più in generale, può creare
Può essere suddivisa in umidità inerente, propria inconvenienti nella movimentazione della biomas-
della struttura della biomassa, e umidità superficia- sa, in particolare nelle fasi di carico e scarico in ca-
le, fortemente influenzata dalla pezzatura e dalla so di gelate. Per quanto riguarda altri effetti indesi-
condizioni ambientali. L’umidità della biomassa è derati, il contenuto di umidità influenza fortemente
una proprietà dinamica: tende a portarsi in equili- la densità e il potere calorifico.
brio con l’ambiente e varia in maniera consistente L’umidità infatti incide sfavorevolmente sul peso
in funzione del tipo di biomassa, del terreno di col- del prodotto e sui costi di trasporto e di essiccamen-
tivazione, delle condizioni ambientali, delle moda- to, e soprattutto abbassa il contenuto energetico del-
lità e dei tempi di trasporto e stoccaggio. Il conte- la biomassa. Questo effetto è evidenziato nel dia-
nuto di umidità, generalmente espresso come per- gramma della Figura 12 dove viene rappresentata la
centuale in massa, è una parametro importante sia variazione del potere calorifico in funzione dell’u-
sotto il profilo tecnico-operativo sia in relazione ad midità. Per quanto riguarda le prestazioni in im-
alcune caratteristiche qualitative del materiale. pianto, in generale si osserva un calo dell’efficienza
Un’elevata umidità superficiale, ad esempio, è par- di combustione all’aumentare dell’umidità.
ticolarmente negativa sul funzionamento dei polve- L’umidità infatti incide sfavorevolmente sul peso
rizzatori (diminuisce la capacità effettiva), sui tra- del prodotto e sui costi di trasporto.
Dati sperimentali indicano un’efficienza massi-
ma di combustione per un contenuto di umidità at-
torno a circa il 5%: l’acqua eserciterebbe un’azio-
ne moderatrice nella combustione, creando condi-
zioni più favorevoli al trasferimento di calore ri-
spetto al brusco passaggio in presenza di legno
molto secco. Del resto l’umidità influisce su nu-
merose proprietà termiche e fisiche (anisotrope)
delle biomasse (conducibilità, permeabilità, diffu-
sione termica, densità).
3.2.4. Ceneri
Nella prova di laboratorio, per ceneri si intende il
materiale inorganico che rimane dopo la combu-
stione (a circa 600 °C in condizioni normalizzate)
di un campione di biomassa.
Il campo di variabilità del contenuto in ceneri
delle biomasse viene confrontato con quello del
carbone nel grafico della Figura 13 (dati medi di
letteratura) [4].
Le ceneri derivano direttamente dai costituenti
inorganici presenti nella biomassa di partenza. L’o-
rigine del materiale inorganico può essere duplice:
FIG. 11 - Campo di variabilità del contenuto di umidità: inerente - cioè costituzionale - o di natura acciden-
confronto biomasse-carbone. tale; vale a dire che il materiale inorganico può ve-
FIG. 16 - Temperatura di fusione ceneri in relazione al contenuto di metalli basici per una serie di biomasse
vegetali prelevate in Lombardia [11].
FIG. 17 - Campo di variabilità dell’analisi immediata: confronto biomasse (B) carbone (C) (dati medi di letteratura) [4].
FIG. 19 - Campo di variabilità dell’analisi elementare: confronto biomasse (B) carbone (C) (dati medi di letteratura) [4].
FIG. 20 - Campo di variabilità dell’analisi elementare: confronto biomasse carbone (riferimento: database analisi SSC) [12].
3.2.9. Densità
Indicata spesso come massa volumica apparente
(talvolta bulk density) viene definita come rapporto
tra una determinata massa di un combustibile solido
e il volume del recipiente che è stato riempito con
tale massa secondo condizioni precise. Viene comu-
nemente espressa in kg/m3.
La massa volumica delle biomasse varia in modo
considerevole in funzione dell’umidità, del tipo di
biomassa, della forma e dimensioni del materiale e
del sistema di raccolta utilizzato per il suo recupe-
ro. Si passa da valori minimi di 20-50 kg/m3, tipici
della paglia sfusa, a 70-160 kg/m3della paglia im-
ballata. Per scarti di lavorazione (segatura, lolla,
noccioli, gusci, vinacce) che raramente vengono
sottoposti a trattamenti e spesso si presentano sfusi, FIG. 22 - Biomassa in forma di pellet e bricchette.
la massa volumica può variare da 50-70 a 500-800
kg/m3. Per quanto riguarda le biomasse legnose di
origine forestale la massa volumica apparente può
variare da 200-300 kg/m3 (legna sminuzzata in cu- Sebbene richiedano un pretrattamento della mate-
mulo) a massimi di 400-600 kg/m3 (legna in tron- ria prima e costi di produzione aggiuntivi, pellet e
chetti in catasta) [14]. bricchette offrono indubbi vantaggi : alta densità
La massa volumica è particolarmente importante energetica, materiale omogeneo, comodità di impie-
per il calcolo preventivo dei trasporti e dei volumi go, riduzione dei volumi di stoccaggio, migliore
di stoccaggio, per l’organizzazione della logistica trasportabilità ( minori costi), impianti semplici e
della biomassa (manipolazione e trattamenti even- automatizzabili, migliore regolazione della combu-
tualmente necessari) e per la scelta e il dimensiona- stione e migliore controllo delle emissioni [15].
mento degli eventuali dispositivi che si inseriscono A fronte di tali benefici, i biocombustibili densifi-
nella filiera di produzione energetica, infine per il cati, e i pellet in particolare, hanno una forte cresci-
costo di trasporto dal luogo di produzione a quello ta di mercato, facendo emergere, di riflesso, esigen-
di utilizzo. ze di garanzia sulla qualità del prodotto a favore di
Assieme al potere calorifico inferiore la massa produttori e utilizzatori.
volumica apparente viene utilizzata per calcolare la In quest’ottica è stata sviluppata, dal CTI Energia
densità energetica. e Ambiente nell’ambito delle attività di ricerca del
La densità energetica (MJ/m3 o GJ/m3), definita Programma Nazionale Biocombustibili (PROBIO)
come il rapporto tra il contenuto energetico e il vo- della Regione Lombardia, la Raccomandazione CTI
lume apparente (volume occupato allo stato sfuso), R-04/5 [16]; trattasi di una raccomandazione tecni-
si calcola moltiplicando il potere calorifico inferio- ca il cui obiettivo è quello di fornire principi uni-
re (MJ/kg) per la massa volumica apparente voci e chiari per consentire una facile caratterizza-
(kg/m3). zione dei pellet per usi energetici, tenendo in consi-
Indicatore prezioso della qualità del combustibile, derazione aspetti tecnici, economici ed ambientali.
in quanto esprime il potenziale energetico per unità
di volume della biomassa, la densità energetica ri-
veste particolare importanza anche in relazione alla
movimentazione e allo stoccaggio. Per un dato BIBLIOGRAFIA
quantitativo di biomassa, all’aumentare della den-
sità energetica il trasporto e lo stoccaggio diventano [1] CEN TC/335 WG 2, Guideline for develop-
più efficienti. ment and implementation of Quality Assurance
L’aumento di densità della materia prima, proce- for solid biofuels, dicembre 2004.
dimento che consente di concentrare energia in un
minor volume, è alla base del processo di evoluzio- [2] ASTM D 3180-89 (2002), American Society
ne della qualità dei prodotti commerciali derivati For Testing and Materials, 100 Barr Harbor
dalle biomasse. Tra questi particolare attenzione Drive, West Conshohocken, PA 19428.
meritano i pellet (piccoli cilindri) e le bricchette, [3] A. GIRELLI, Riv. Combustibili (1978), 32, 357.
biocombustibili ottenuti mediante un processo di [4] Biomass co-firing - an efficient way to reduce
densificazione (compattazione) di un’ampia varietà greenhouse gas emissions, European Bioe-
di materiali: ad esempio, biomasse legnose, scarti nergy Networks (2003).
agro-forestali, segatura. [5] Updated (March 2003) - from M. S. GRABOSKI,
Si presentano sotto forma di pellet o mattoncini R. L. BAIN (1979). “Chapter 3: Properties of
(bricchette) (Figura 22). Vengono prodotti mediante Biomass Relevant to Gasification” in A Survey
compressione della biomassa con o senza l’ausilio of Biomass Gasification, Volume II - Princi-
di additivi di pressatura e, in genere, si ottengono ples of Gasification, Solar Energy Research
utilizzando un estrusore a trafila. Inst., Golden, CO, SERI/TR-33-239.
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lisation of coal with other fuels - GHG emis- [11] Sperimentazione SSC in collaborazione con
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