Sei sulla pagina 1di 16

Bianca e Gernando / Bianca e Fernando Che dell'amato padre il cener serra!

Melodramma in due atti sulla poesia di Domenico


Gilardoni CLEMENTE
Musica di Vincenzo Bellini (fra sé)
Gernando!... Oh Ciel!...
PERSONAGGI Possibile!...
In questo suol?
Bianca, Soprano Qual giubilo!...
Gernando, Tenore Ah fosse ver...
Carlo, duca d Agrigento, loro padre Basso Che palpito!
Filippo, Basso Sorte, a me il guida?...
Clemente, Basso
Viscardo, Mezzosoprano UGGERO E CORO
Uggero, Tenore Sgombra quel duol,
Eloisa, Mezzosoprano Serenati.
Damigelle di Bianca, Primari, Soldati   di Sei nel tuo suol,
Agrigento, Soldati di Gernando, Araldi, Scudieri, Confortati,
Paggi, Popolo L'alta ragion
Rammentati,
L'azione è in Agrigento. Ch'or qui ti guida!

GERNANDO
ATTO PRIMO A tanto duol,
Quest'anima
Atrio della Reggia. Aldilà dell'atrio, ve-duta della Langue; il vigor
città e del porto di Agrigento. Già mancale;
Ahi qual ragion
SCENA PRIMA Infausta,
Appare l'aurora. Or qui mi guida!

CLEMENTE UGGERO E CORO


Ten fuggi orrida notte!... Ah teco traggi Ov'è il tuo cor
Quanti destar sapesti, Intrepido?
Ne la mia mente, atri pensier funesti... Ove il valor
No… più dubbio non v'ha... Carlo, t'intesi... Magnanimo?
E ancor per l'aer romba, Non ti sovvien,
Dell'empio il nome, che ti chiuse in tomba... Che vindice,
Vuoi vendetta? L'avrai... Ma invan deliro... Qui il Ciel ti guida?
Braccio che vai, di vigoria se privo?
Stromento inutil fora. Ma che!... GERNANDO
(Vede approdare una nave). Sì... A vendetta qui adulto  ritorno!...
Muove Presso è l'ora! In me riede il coraggio!
Di guerrieri un drappel ver queste sponde?... Tremi il perfido!... Apparve quel giorno,
Estrania gente parmi. Che pagar de' col sangue l'oltraggio!
Inosservato scorgerò, qui attento, Il brando immergere
Qual ragion la sospinga in Agrigento. Nel traditore;
(Si rimane in disparte). Dal petto svellere
Quel cor, saprò!
SCENA SECONDA Vedrò ne' gemiti
Sorge il sole. Scende al lido Gernando con Del suo dolore,
Uggero, ed i capi del suo seguito. . Spegner l'ingiuria,
Che mi recò!
GERNANDO Fra pianti e spasimi
Questa è mia Reggia! Alfin vi giunsi! Oh gioia!... Misti d'orrore,
Felice io son!... Che dissi?... Ah qual trasporto, La spoglia esanime
Femmi obbliar, ch'io premo or quella terra, Cader farò!
L'esangue spoglia!... Ma non fu concesso!...
CORO A ognun Filippo contendea l'ingresso!
Vedrem ne' gemiti
Del suo dolore, Spegner l'ingiuria, GERNANDO
Spegner l'ingiuria Che sento!... E Bianca  ov'era?
Che ti recò!
CLEMENTE
GERNANDO In quel soggiorno
Uggero sol, non altri meco resti: Villeresco, ov'ancor si tiene.
Voi, su le navi andate,
Né qui, senza un mio cenno, il piè portate. GERNANDO
(Partono i seguaci). Adunque
In questa Reggia...
CLEMENTE
Sì è desso CLEMENTE
Il piede
UGGERO In brev'ora porrà.
Un veglio!
GERNANDO
GERNANDO Venga. L'attendo.
Giusto Ciel! Clemente!
UGGERO
CLEMENTE Signor talun si appressa.
Gernando!...
GERNANDO
GERNANDO Chi fia?
Ah taci!... Ogni altro tal  mi creda
Qual da fanciul men vissi in lido estrano. CLEMENTE
Me tu conosci sol, che in Lusitania, Viscardo, lo scudier più fido
Quando del padre, messagger venisti, Di Filippo...
Miti svelai. Ch'io son, promulga ordunque,
Adolfo, apportator dell'atra nuova, GERNANDO
Che Gernando morì. Viscardo!
Colui, che al Tago in riva
CLEMENTE Più fiate questo acciar salvò da morte?
Ben divisasti... Anco a lui son ignoto!... Ah sì, ch'ei fia
Ah tu non sai... Securo braccio alla vendetta mia!

GERNANDO CLEMENTE
T'intendo, Ti scorga il Ciel nel grand'evento!
Dir mi vuoi che Filippo, dello sposo (Parte).
Di Bianca, vil scudiero, il regno tormi
Brama?... Ch'ella al suo talamo SCENA TERZA
Orbato di recente Gernando, Uggero, e Viscardo.
Del Duca di Messina, alzarlo ha in mente?...
Tutto m'è noto!... Indegna GERNANDO
Figlia di Carlo!...  Ma del padre mio, Al seno
Dimmi, o Clemente, come Accoglimi Viscardo...
Seguì la morte?
VISCARDO
CLEMENTE Adolfo!... Ah come in queste arene?
In quella notte orrenda,
Che presente m'è ognor, sebben sei lune GERNANDO
Già si compir, un grido All'Anglo
Feral destommi, e da per tutto udia: Rege, commiato chiesi,
Carlo morì: Corro a bagnar di pianto Allor che doma Scozia appien gli resi;
E alle Sicanie sponde, Gernando in braccio a morte!.
Insiem co' prodi miei volsi le prore, A no, sì. lieta sorte
Ond'offrir a chi 'l voglia il mio valore. Non osa il cor sperar!
Il Duce ov'è?... Si trovi...
VISCARDO Si guidi al mio cospetto...
Di render pago il tuo desio prometto. (Parte Viscardo).
Molta, Filippo, ha fede in me. Raguna Già torna il río sospetto
Ei gente d'arme. La mente a funestar!
Da che tragge. suoi dì
GERNANDO Carlo sepolto,
E la ragion? Men vivo ognor così
Fra pene avvolto!...
VISCARDO Ah fosse ormai pur ver,
N'è il soglio, Che 'l figlio è spento!
Che, Carlo estinto, a lui venir potria Più non dovrei temer
Conteso da Gernando... Sinistro evento!
Cadrebbe il genitor
GERNANDO Tosto al mio sdegno!
Inutil tema Potrei goder allor
Più non respira. Tranquillo il regno!
E Viscardo indugia ancor...
VISCARDO Quanto è lento il suo venir...
Ed è mai ver? Più mi rende incerto il cor...
Ciel! che barbaro martir!...
GERNANDO Cessa crudel pensiero
Mel credi. Di tormentar quest'alma!
Per la suora, un suo foglio io serbo. Ah! quando sarà vero,
Che pace aver potrò!
VISCARDO
A noi SCENA QUINTA
Viene Filippo. Parti, Filippo, Viscardo, Gernando, ed Uggero
E ti guarda per or dall'inoltrarti.
(Gernando parte con Uggero). VISCARDO
È quegli il mio Signor. A lui  t'avanza.
SCENA QUARTA
Viscardo, e Filippo con guardie. GERNANDO
(Ecco l'indegno!... Alla sua vista io fremo!).
FILIPPO
Viscardo, or ora al porto, FILIPPO
Estrania gente giunse: qual n'è il Duce? Chi sei?
E in questi lidi, qual ragion lo adduce?
GERNANDO
VISCARDO Guerrier son di ventura. Il nome
Dall'Anglia e' vien. Brama servir. M'è amico, È Adolfo. Là del Mincio
E, per te, lieta e grata nuova arreca.. In riva ebbi la cuna,
(Guardando intorno). È 'l mio cor è maggior di mia fortuna.
L'argin più saldo hai superato, e vinto.
FILIPPO
FILIPPO Donde certezza avesti
Che mai?... Palesa... dì... Che Gernando morì?

VISCARDO GERNANDO
Gernando è estinto Spirar lo vidi
Io stesso.
FILIPPO
Estinto!.. che ascoltai!.. FILIPPO
Dove? Servir brami?

GERNANDO GERNANDO
Della Scozia, tomba Se il desio?
Gli è il suolo. Quivi da mortal ferita
Cadde trafitto, ché per l'Anglia il ferro FILIPPO
Ei pur rotava in campo. Pugnar vuoi?
Nell'estremo suo duolo, un foglio trasse,
E appena ebbe a me detto, GERNANDO
Che qui ponendo il piede, Per Agrigento.
Nol dessi che alla suora;
Per la gran piaga esce lo spirito fuora. FILIPPO
Sarai dunque, tel consento,
FILIPPO Suo campione, e difensor.
Oh caso atroce, e crudo!... Va, ti unisci a' tuoi guerrieri,
(Con simulato duolo). Fa con essi a noi ritorno,
Chiude sigillo il foglio? La tua schiera a questo giorno
Nuova fama arrecherà.
GERNANDO (Suono di trombe).
No.
VISCARDO
FILIPPO (a Filippo)
Mel porgi. Odi, squillano le trombe,
(Gernando gli dà il foglio. Vanne Bianca ad incontrar.
Filippo apre con ansietà e legge).
«Gernando alla germana: FILIPPO
In cruda doglia io moro, Vado...
Lunge da' miei più cari; Udisti?
Ama il padre; l'adora; (a Gernando).
Ed il tuo affetto immenso,
Nella perdita mia gli dia compenso». GERNANDO
(Di Gernando son le cifre... Il cenno appresi.
Le ravviso... Alfin mi sento
D'ineffabile contento FILIPPO
Tutta l'alma inebriar!). E sarai?

GERNANDO GERNANDO
(Di mia morte già l'iniquo Fedele. Il credi.
Gode, esulta!... ah scellerato!...
No; Gernando invendicato FILIPPO
Non morì!... dovrai tremar!). (Mai nel petto non intesi
Tanto il core giubilar).
VISCARDO
(a Filippo) GERNANDO
(Deh quel giubilo reprimi, (Tu speri, o superbo,
Sappi ancora simular). Vederti in quel soglio;
Già pieno d'orgoglio,
FILIPPO Ti credi regnar!...
Taci, e serba occulto il foglio, Ma trema!... Quel soglio,
Pria che Bianca a me fia sposa. Fia tomba per te!).

GERNANDO FILIPPO
Ne' miei detti ormai  riposa, (Il fato m'arride:
Sarò fido esecutor. Sovrano già sono:
Securo nel trono,
FILIPPO Mi posso bear!...
Oh. gioia!... Quel trono, Non più. Cessi il clamor. Ciascun m'ascolti:
Ch'è solo per me!). Ogni stato, ogni prence,
Contende il mio riposo,
VISCARDO Poiché me vede orba di padre, e sposo.
(Lo spigne il contento Troncar perciò decisi un tanto ardire
Già fuori di sé!). Ponendo un difensor del trono a parte,
(Filippo parte colle sue guardie, Gernando con Che voi servar ben sappia
Uggero ritorna alle sue navi). D'ogni avvenir funesto.
Scelto già fu da me. Filippo è questo.
VISCARDO Per lui, che in sen racchiude
All'annunzio feral, veder mi parve, Virtude, ardir, valore,
Lieto Filippo, meditar la morte L'antico suo splendore
Di Carlo, che prigion fra ceppi serba!... Il regno acquisterà.
Dunque!... se mai!... che far dovrei?... macchiarmi Crudo e fatal periglio
Di nuove infami colpe?... Temer più non dovrete;
Ah no!... Pel caso atroce, Ma impallidir vedrete
Trovar saprà ben altro cor feroce!... Chi l'armi qui addurrà.
Ma eletto stuol giulivo,
Qui vien, di Bianca a festeggiar l'arrivo. CORO
Per lui, che in sen racchiude
SCENA SESTA Virtude, ardir, valore,
Clemente, Eloisa, Grandi, e Damigelle. Voci di L'antico suo splendore
popolo vicino l'atrio. Il regno acquisterà.
Viva Bianca. Viva ognor...
BIANCA
TUTTI Godrà l'alma
A quel grido sì festivo, Dolce calma,
Che su l'ali, qual foriero, Con tal prode a me consorte;
Vola, e apporta il grato arrivo, Seco a lato,
La sua gioia acquista il cor. Desolato
Il mio cor non mai vedrò.
CLEMENTE Più non gemo,
Langue, e geme questo cor. Più non temo
Il rigor d'avversa sorte;
SCENA SETTIMA Il tormento,
La Duchessa accompagnata da Filippo, e Pel contento,
preceduta dal popolo, e dalla Guardia Ducale. Si disperse e dileguò.

POPOLO CORO
Viva Bianca. Viva ognora Le vicende
D'Agrigento il gran sostegno; Più tremende,
Viva ognor di questo regno Dissipar vedrem dal Forte,
L'alta speme, e lo splendor. Che regnando,
Che pugnando
TUTTI Noi felici render può.
Su festeggi, e tutta eccheggi (Suono di trombe).
Di piacer la Reggia intorno;
Sia pur sacro questo giorno SCENA OTTAVA
Al contento, ed al goder. Approdano le navi di Gernando il quale discende
Più non tornino gli affanni con Uggero, ed i suoi guerrieri.
Ad ombrar di Bianca il viso,
Ma si vegga sempre il riso, FILIPPO
Su quel labbro riseder. Mira, o Bianca, per tua gloria,
Stuol guerriero a te presento;
BIANCA Pronto allarmi, ed al cimento,
Miei fidi amici, al vostro amor son grata; Con valore pugnerà.
(Qual pensiero!).
CORO
Vieni, scendi, e qui sofferma, GERNANDO
Prode stuolo valoroso; Chi?... Gernando?...
La sua pace, il suo riposo,
Dal tuo brando ognun si avrà. BIANCA
Splenderà, per te, più saldo, Tu il conosci?
D'Agrigento il nuovo soglio;
Certa morte ogni ribaldo GERNANDO
Nel tuo ferro troverà. Si.

GERNANDO BIANCA
(Ciel! chi veggio! qual momento!). Potrei
Nuova alcuna udir da te?
BIANCA
(a Filippo) FILIPPO
Il lor Duce? Là del Tago in sulle rive,
Disse Adolfo, che sen vive...
FILIPPO
(a Gernando) BIANCA
T'avvicina. Parla... dimmi... il genitore
Sel rammenta?
BIANCA
Cavalier, a me t'avanza. GERNANDO
In ogn'istante.
GERNANDO
Obbedisco... BIANCA
E di Bianca?
BIANCA
(Qual sembianza!). GERNANDO
Si sovviene.
FILIPPO
(Che! si turba!). BIANCA
Dunque a che non riede a me?
GERNANDO
(Forza, o cor!). FILIPPO
(a Viscardo)
BIANCA (Vana speme).
Donde vieni?
GERNANDO
GERNANDO (quasi fuori senno)
Dal Tamigi. E che il vorresti,
Sciagurata!... di tue colpe
BIANCA Spettator?...
Là pugnasti?
BIANCA
GERNANDO (sorpresa)
E trionfai. Ah! Che dicesti?...

BIANCA GERNANDO
L'idea cara del germano, (rimesso)
Che fu ognor da me lontano, Sì... ti calma... a te... verrà...
Mi ridesta il tuo valor. (Bianca rimane fissa ed immobile. Quadro
Ah Gernando!... Ah dove sei? generale di sorpresa e di stupore).

FILIPPO GERNANDO, CLEMENTE ed UGGERO


(Ah! Che l'alma invade un gel!
M'è sul ciglio un denso vel! CORO
Ella è in preda a fier dolor! Che sarà!
Ciel! Che disse! Ahi qual error!).
BIANCA
FILIPPO, ELOISA e VISCARDO (Lieto apparve questo giorno,
(Qual mistero! Oh giusto Ciel! Ma di duol coverto è già!
Deh tu squarcia il denso vel! Rode, e lacera il mio petto -
Duolo addita il suo squallor! Quel suo detto, - quel furore;
Qual l'ingombra idea d'orror!). Ed oppresso, e incerto il core,
Più risolversi non sa!).
BIANCA
(Ah! Che l'alma invade un gel! GERNANDO, CLEMENTE
M'è sul ciglio un denso vel! (Lieto apparve questo giorno,
Grave angoscia opprime il cor! Ma di duol coverto è già!
Ciel! Che intesi! Ah qual terror! ).
UGGERO
CORO Rode, e lacera il mio petto -
(Qual mistero! Oh giusto Ciel! Quell'aspetto, - il suo dolore;
Deh tu squarcia il denso vel! Soffre, smania, ha incerto il core,
Duolo addita il suo squallor! Più risolversi non sa!).
Qual l'ingombra idea d'onor!).
TUTTI RIMANENTI
FILIPPO (Lieto apparve  questo giorno,
Qual che folgore colpita Ma di duol coverto è già!
Rimanesti!... Rode, e lacera il mio petto –
Il sospetto, - ed il timore;
BIANCA Ma finor l'incerto core,
Come!... Io?... La ragion qual sia non sa!).
(Rimettendosi).
Dell'errante fratel mio, Fine dell'atto primo
Fu il pensier, che mi turbò.

FILIPPO
Deh serena i mesti rai; ATTO SECONDO
Un ingrato scorda ormai,
Che insiem patria, padre, e suora, Appartamenti terreni.
Da' prim'anni abbandonò.
SCENA PRIMA
BIANCA Gernando, e Clemente.
Obbliarlo!... E chi 'l potria?...
GERNANDO
GERNANDO Che vuoi tu dirmi?
(Non resisto!).
CLEMENTE
FILIPPO In pensier mille avvolta,
Ma tu piangi? Nelle sue stanze,
Bianca trasse il piede...
GERNANDO Ella seco ti brama.
Ti rincora.
GERNANDO
CORO Ella!... Vi andrò!...
Che mai fia?
CLEMENTE
BIANCA Pensa, che 'l tuo disegno
Mi lasciate. Vano render potrebbe un motto, un guardo...
FILIPPO
GERNANDO No; Viscardo oltre il confine
T'intendo... mi precedi... Ecco Viscardo. Di tua fe' mi convinse.
(Parte Clemente). (Va spiando intorno).

SCENA SECONDA GERNANDO


Gernando e Viscardo. (Ah che divisa!).

VISCARDO FILIPPO
Di te Filippo ha d'uopo. Onde render men grave, il duol che dielle
(appressandosi a Gernando)
GERNANDO La rimembranza che 'l german n'è lunge,
Di me? Bianca, presente al sacro rito, brama
Il figlio Enrico, e dal vicin castello,
VISCARDO Ove saggio ministro
Sì... Ad educarlo è intento,
(Osserva intorno). M'impone a lei d'addurlo:
In mente, un attentato, ci volge, Io parto, e riedo pria del nuovo albore;
Cui braccio e cor stranier necessitando, Viscardo intanto, che fra queste soglie
Io gliel proposi in un de' tuoi seguaci. Vigil riman, ti additerà sentiero,
In prima il ricusò, ma cedé poscia, Che in recondita, guida, orrida tomba;
Ch'udì tua fedeltade, In essa, Carlo, ch'Agrigento tutta,
E l'antica, fra noi, salda amistade. Estinto piange...
(Sospende alquanto per timore che alcuno udisse).
GERNANDO
E chi sarà la vittima? GERNANDO
Ebben...
VISCARDO
M'ascolta... FILIPPO
Ma Filippo a te vien. Da lui l'udrai. Là vive...
(Parte).
GERNANDO
SCENA TERZA Vive!
Gernando, e Filippo. (Con forte scossa, poi si volge per fingere di aver
udito alcuno).
FILIPPO
Viscardo a te parlò? FILIPPO
Che fu? che ti sorprese?
GERNANDO
Ch'alto segreto GERNANDO
Affidar mi dovevi; altro non disse. Mi par... credea... no, m'ingannai... prosegui...

FILIPPO FILIPPO
Dunque Quando aspirai di Bianca al vôto letto,
Ira, e furor quel veglio altero accese,
GERNANDO Mille recommi offese;
Favella Vendetta, allor giurai, e appien l'ottenni,
In quella notte, che nell'atro asilo
FILIPPO Io stesso il trascinai,
Pensa, Voce spargendo ad arte,
Che un accento Che natura lo aveva in un baleno
Sospinto a morte in seno!
GERNANDO (Va spiando intorno).
Se fido me non credi,
Cessa pur... GERNANDO
(è per isnudare il ferro; poi si trattiene).
(Ah vil!.. ma no... si salvi in prima il padre!...).
E a che nol trucidasti? FILIPPO
(quasi estatico)
FILIPPO Bramato momento,
Temea Gernando. Deh vieni, t'affretta,
Per te, già in me sento
GERNANDO La pena calmar.
Ed ora?
CORO
FILIPPO (Qual novo diletto
In quel sepolcro stesso or vo’ ch'ei mora!... Gli versa nel petto,
(con riserva a Gernando) L'idea del momento,
Allor, che notte avanza, Che deve imperar).
Un tuo guerrier... m'intendi?... (Filippo parte co' Grandi).
Ma pria però gli rendi
Più crudo il suo penar! SCENA QUARTA
Digli, che 'l figlio è spento, Gabinetto negli appartamenti della Duchessa.
Che Bianca è mia consorte, Bianca, ed Eloisa.
Che mentr'ei passa a morte,
Comincia il mio regnar! BIANCA
(nel prendergli la mano). Ove son?... Che m'avvenne?...
Ma che!... Vacilli?... Tremi?... Che intesi!... Quali accenti!...
Se cor non hai!... Se temi!... Ah chi sarà colui, che sì parlommi!...
Se manca in te l'ardire!... (Si volge verso la statua del padre)
Puoi l'opra abbandonar. Di tua vendetta, o padre,
Ei forse fia ministro!...
GERNANDO
(confuso) ELOISA
Tremar?... No; il cor non teme; Quale avvenir figuri a te  sinistro?
(rimettendosi)
Se bolle, avvampa e freme; BIANCA
È sol perché l'offesa Ma qual mi sorge idea!...
Vorrei già vendicar! Ah si... quello stranier... comprendo... a nome
Di Gernando, ad impormi
FILIPPO Vien, che del padre il sacro cenno esegua...
(avvicinandoglisi) Dunque Filippo obbliar dovrò?... Si obblii...
Ebben... Ma qual fragore... E il posso?... Il debbo!... Bianca,
(Ode un calpestio). Dovrai pria tu morire,
Si taccia... arriva alcun. Che il cenno conculcar, violar tradire!...
(Vede venir gente). (Rimane col guardo fisso al suolo).
Sorgi, o padre, e la figlia rimira,
CORO DI GRANDI Che si lagna, che piange, e sospira,
A compier l'alto incarco Che già langue, trafitta ed oppressa
N'andiam; già pronto è ognun. Dal più crudo ed acerbo dolor!
Di cordoglio e d'angoscia ormai stanca,
FILIPPO A te rendo la vita, che manca,
(ai Grandi) Quella vita, che già tu mi desti,
A voi m'unisco... Adolfo, E ch'io trassi fra lagrime ognor!
(a Gernando)
Pensa ch'io fido in te. ELOISA
Sgombra il duolo che t'ange ed opprime,
GERNANDO Deh ridona la pace al tuo cor!
(ironico)
Saprò punir l'indegno; BIANCA
Fidati pur di me. Se a me riedi, adorato  germano,
(Parte). Vanne in riva di quel ruscelletto,
Ove meta prendevi diletto, GERNANDO
Ne' bei giorni di calma e piacer! Il ver.
Là sul mirto e fra salti vedrai,
Che in fredd'urna il mio tener riposa, BIANCA
Bagna allora con stilla pietosa Possibil fia?
Chi fu vittima a un sacro dover!
GERNANDO
ELOISA Più certa
Ah sospendi que' detti, quel pianto, Ten farà questo foglio...
Deh allontana un sì tristo pensier! (le dà il foglio).
Da te chiamato, or dianzi, Leggi.
Vedi, già vien quel cavalier...
BIANCA
BIANCA Le note sue!...
Non osi E quanti strali a me riserba il fato!
Il pie' qui trarre alcuno.
(Parte Eloisa). GERNANDO
Ma... Oh Ciel!... A quell'aspetto!... Tu piangi?
Come mi batte il core!...
Quell'ardire... Quel portamento altero... BIANCA
È desso... Sì... È Gernando... Ah lascia, ormai che l'alma trovi
Nel pianto almen sollievo.
SCENA QUINTA
Bianca, e Gernando. GERNANDO
Tu amavi adunque il tuo german?
BIANCA
T'inoltra... BIANCA
Pur troppo.
GERNANDO
Al tuo cospetto GERNANDO
A che venir me festi? Ma non così Filippo!

BIANCA BIANCA
E non rammenti ciò che or or dicesti? Gliel festi noto?

GERNANDO GERNANDO
Men sovvengo. Si.

BIANCA BIANCA
A me svela Ne fu commosso?
Adunque chi tu sei?
GERNANDO
GERNANDO Anzi... l'iniquio!... giubilò a tal nuova!...
Io?... sono Adolfo. - Sì... colui, che tuo sposo, già sceglievi...
Sappi... che d'odiar Filippo, e quanti
BIANCA Amasser lui, Gernando
No, che non puoi celarti, a me lo disse Nell'ora estrema da me un giuro volle!
Il tuo sembiante, il furor tuo, l'accento...
Ah sì, Gernando sei... BIANCA
E che gli fece?
GERNANDO
Gernando è spento! GERNANDO
Un padre
BIANCA Gli trafisse!..
Che dici?
BIANCA
Quai detti!
BIANCA
GERNANDO Ah mio germano!
Ma tremi!... qui... quel cor che sol racchiude
Infamia e tradimento GERNANDO
Saprò trafigger cento fiate e cento! Che pretendi?

BIANCA BIANCA
Ah sì... Gernando sei... Qui fermarti,
O squarciare questo cor...
GERNANDO Tu nomasti or ora un padre
Filippo abborri... Da Filippo un dì trafitto...
Deh mi spiega il suo delitto,
BIANCA Fammi noto un tant'orror!
Ma dimmi il suo delitto!
GERNANDO
GERNANDO Sai chi vive in atra tomba,
E allor? Da sei lune in fra ritorte!...
Sai chi lutta colla morte,
BIANCA Colla fame, e col terror!
Saprò abborrirlo...
BIANCA
GERNANDO Chi?mi svela
Il giura.
GERNANDO
BIANCA Inorridisci
A Dio! Nostro padre!...

GERNANDO BIANCA
Bianca Oh colpo orrendo!...

BIANCA GERNANDO
Gernando... E Filippo...

GERNANDO BIANCA
Ah sì, che tal son io!... Taci... intendo...
(L'accoglie, poi la respinge).
No! mia suora, più non sei... GERNANDO
Va... t'invola a' sguardi miei... Che il sospinse in quell'orror,
T'abborrisco... ti detesto, Vuol, che mano d'un mio fido,
Tu tradisti un genitor! L'immolasse al suo furor!

BIANCA BIANCA
Non fuggirmi... ch'io ti lasci! (atterrita)
No, da me non l'otterrai, Ahi donna misera!
Se palese pria non fai E a tanta pena!
La ragion del tuo furor! Puoi, sopravvivere!
Respiri ancor!
GERNANDO Per versar lagrime
T'allontana... In larga vena,
Vivrai fra' palpiti,
BIANCA Nel duolo ognor!
Il chiedi invano.
GERNANDO
GERNANDO Incerta, e stupida,
Trema indegna! A tanta pena,
Restò la misera, Più non saprei resistere...
Nel suo terror! T'appressa a questo petto...
La vita mancale! Ah no! non sei colpevole!..
Si regge appena! Io credo al tuo dolor.
Mi sento opprimere!
Non ho più cor! BIANCA
Andiam.
GERNANDO
Conosci or Filippo? GERNANDO
Si vada.
BIANCA (A2)
Deh taci... Al padre.
Sia salvo il genitor!
GERNANDO
L'amante?... GERNANDO
Andiam.
BIANCA
Non più... BIANCA
Si voli.
GERNANDO (A 2)
Che costante?... Morte
Daremo al traditor!
BIANCA (Partono).
T'accheta, pietà!
(S'inginocchia). SCENA SESTA
Uggero.
GERNANDO
Sorgi... le spoglie indossati UGGERO
(la rialza) Ah dove rinvenirlo!... in queste soglie,
D'un mio guerrier, e seguimi... Mi disse, soffermarsi... e qui nol trovo...
Oh Ciel! quell'ira indomita, tu frena!
BIANCA
Dove? SCENA SETTIMA
Uggero, e Clemente.
GERNANDO
A veder d'un empio, UGGERO
D'un oppressor la vittima. Sai tu, Clemente, ove s'aggiri il Duce?

BIANCA CLEMENTE
Sì... al genitor... là guidami... Il so purtroppo... ahi qual furor lo invade.
Eccomi a te, ma rendimi,
Ridonami il tuo amor. UGGERO
Deh fa ch'io possa intendere Lo rinverrò
A un guardo, a un solo detto,
Che non desisti a rendermi CLEMENTE
Il tuo primiero affetto... Ti ferma.
Deh fra le braccia accoglimi, Nulla tu renderesti un'alta impresa,
Deh stringimi al tuo petto... Ch'ei compier debbe. In più securo loco
Ah no, non fui colpevole!.. I cenni suoi saprai;
Lo credi al mio dolor. E qual sia l'opra da me altrove udrai.
(Partono).
GERNANDO
Ah sì, già puoi  comprendere SCENA OTTAVA
Al guardo, e al solo detto, Sotterraneo.
Che non desisto a renderti
Il mio primiero affetto; Carlo, disteso su di un sasso, sognando:
Signor...
CARLO
Mi lasciate!... ah crudeli!... e che vi feci!... CARLO
A che svenarmi?... Ah!... Qual voce io sento!...
(Si desta). Ma tu... la man mi baci?... tu sospiri?...
Che!... no... non fu vero... E in atto di pietà ti copri il viso?...
Sognai cader trafitto!...
Ma sparve il sogno, e nelle pene istesse GERNANDO
Ancor mi trovo... oh Dio! Ah sì...
Gernando!... ah s'era meco il figlio mio...
Qui non sarei... ma Bianca... oh Nume! infino CARLO
Che spiro aura di vita, E chi sei?
Fa ch'ella sia dal mio pensier bandita!...
Ma già mancarm'io sento!... GERNANDO
Ecco di morte alfin giugne il momento!... Del traditor, nemico!
Da gelido sudore...
Mi sento abbrividire... CARLO
Fra poco in quest'orrore... Ed è mai ver?
Il ciglio io chiuderò!
Quando all'eterno esiglio GERNANDO
Ne andrai tu ancora, o figlio, Tel giuro.
Potrò vederti allora...
Allor ti abbraccerò! CARLO
(Resta assopito). Ah dunque mi difendi
Dal feroce Filippo... dalla figlia...
SCENA NONA
Gernando conducendo Bianca. BIANCA
(Ahi!).
GERNANDO
Ecco la tomba che rinserra il padre! CARLO
Pur nemica mia...
BIANCA Sappi, o guerrier, le mie sventure...
Quale orror! non ho forza!..oh Dio!..
GERNANDO
GERNANDO Tutto,
Mi segui. Tutto conosco appien. Tacerti puoi.
Il genitor... lo vedi! Fidati pur di me. Salvo sarai.

BIANCA CARLO
Padre... Oh amico!... ah deh mi narra,
Di me che mai si pensa in Agrigento?
GERNANDO
T'arresta... GERNANDO
Da natura ciascun ti crede spento,
CARLO Bianca istessa...
(vaneggiando)
Mio Gernando!... ah vieni!... CARLO
Deh taci... ah non nomarla!
GERNANDO Non rammentar ch'ebbi una figlia!
Oh come quell'accento al cor mi piomba!
Si scuote! BIANCA
Ah!
CARLO
Ah! Che una face! CARLO
Come!
GERNANDO Un altro è teco.
Ei pur sospira? Ti muova il mio dolore...
Deponi quel rigore,
GERNANDO O morirò al tuo piè!
È vero.
Al par di me giurò di vendicarti! GERNANDO
Al pianto suo deh cedi...
CARLO Ti muova il suo dolore...
Ah sì... mi vendicate! Deponi quel rigore,
Io ben lo merto... entrambi mi salvate!... L'amor trionfi in te!

GERNANDO CARLO
Vendetta avrai. T'accerta. (O voce di natura,
Il tuo Gernando qui m'invia... Io già ti sento in me!).
T'alza... t'appressa...
CARLO
Gernando? GERNANDO
Ah suora!
GERNANDO
Sì; e a tua difesa, numeroso stuolo CARLO
Mi die' d'armati. Che dici?

CARLO GERNANDO
Ah figlio! Sì in me ancora
Perché il tuo pie' rattieni? Vedi
Fra queste braccia vieni...
Mentre su Bianca indegna, CARLO
Da quest'orribil loco, Chi mai?
Tutta l'ira del Ciel dimando e invoco!
BIANCA
BIANCA Gernando
O Dio!
CARLO
CARLO Il figlio!
Qual voce! Ah chi può reggere
A questi assalti teneri!...
BIANCA Venite entrambi a me!
(inginocchiandosi) (A3)
Ah padre!... Fra tante pene e tante,
Chi mai d'aver credea
CARLO Così felice istante,
Padre!... chi sei! disvelati... Propizio il Ciel così?
È tale il mio contento,
BIANCA Pel ben che mi si rende,
La figlia... tua... deh... m'odi ... Che più non mi rammento
Quanto soffersi un dì.
CARLO (Strepito alla porta).
Tu?... fuggi... lascia...  involati...
Mira il mio stato... godi... GERNANDO
Crudel!... vuoi pur mia vita? Quai colpi!...
Eccoti il sen... trafiggimi! (Snuda il brando e va ad aprire la porta).
Sia l'opra appien compita!
Da tante pene sciogliermi BIANCA
Il braccio tuo potrà! (si ritira presso al padre)
Oh ciel pietoso!
BIANCA Il padre tu mi salva!
Al pianto mio deh cedi...
SCENA DECIMA FILIPPO
Filippo e detti. Ahi!
(Gli cade il brando di mano).
GERNANDO
Discendi... SCENA ULTIMA
Uggero co' soldati di Gernando, Clemente, ed
FILIPPO Eloisa.
(Oh Dio!... non oso...
Vacilla incerto il piè!). TUTTI
Mora l'usurpator!
GERNANDO
Il Fanciulletto?... UGGERO
(dopo aver circondato co' suoi Filippo)
FILIPPO Viscardo è già fra ceppi.
Giace
In grembo a dolce sonno... FILIPPO
Ma... dimmi... il tuo seguace... Oh rabbia!

GERNANDO CARLO
Già morte a Carlo die'! Iniquo!... fremi?...
(Voci di fuori). E ancora non paventi
Al traditor! L'ira del ciel?... non tremi?...

FILIPPO FILIPPO
Quai voci! Non seppi mai tremar!
(Voci meno lontane).
Mora il fellon! GERNANDO
In loco più terribile
FILIPPO Si tragga incatenato,
Che sento! In fra le istesse tenebre,
Oh Ciel! qual tradimento! Spiri l'estremo fiato,
(Voci più vicine). Cada l'indegno alfin!
Mora l'usurpator!
FILIPPO
FILIPPO Vincesti, sì, vincesti
(snudando il ferro contro Gernando) Avverso e rio destin!
Che!... mi tradisti!... (Parte condotto da Uggero e soldati).

GERNANDO BIANCA
(col brando in atto di difesa) Or che salvo è il padre, il Prence,
Un Nume Or che il perfido è punito,
Mi rese il genitore! Nella gioia, il cor rapito,
Più non sente, che piacer.
FILIPPO
Tu dunque sei... GERNANDO
Or che salvo é il padre, il Prence,
GERNANDO Or che il perfido è punito,
Gernando! Nella gioia, il cor rapito,
Più non sente, che piacer.
FILIPPO
Che intendo! Ah pria morrai! CARLO
Or che stringo al seno i figli,
BIANCA Or che il perfido è punito,
(facendosi innanzi) Nella gioia, il cor rapito,
Ah vil, t'arresta!.. . Più non sente, che piacer.
(Tutti fuor che Carlo).
Al tuo soglio, alla tua Reggia,
Riedi, vieni in Agrigento;
Di trionfo, e di contento,
Per te, vedi, sorge il dì.

Fine

Potrebbero piacerti anche