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Giuseppe Verdi

OTELLO
Dramma lirico in quattro atti

Libretto di Arrigo Boito


Dalla tragedia omonima di William Shakespeare

PERSONAGGI
Otello moro, generale dell’armate veneta tenore
Jago alfiere baritono
Cassio capo di squadra tenore
Roderigo gentiluomo veneziano tenore
Lodovico ambasciatore della Repubblica Veneta basso
Montano predecessore di Otello nel governo di Cipro basso
Un araldo basso
Desdemona moglie di Otello soprano
Emilia moglie di Jago mezzosoprano

Soldati e marinai della Repubblica Veneta, Gentildonne e gentiluomini vene-


ziani, Popolani cipriotti d’ambo i sessi, Uomini d’arme greci, dalmati, albanesi,
Fanciulli dell’isola, Un taverniere, Quattro servi di taverna, Bassa ciurma.

Scena: Una città di mare nell’isola di Cipro


Epoca: La fine del XV° secolo

Prima esecuzione:
Milano, Teatro alla Scala, 5 febbraio 1887
Verdi: Otello - atto primo

ATTO PRIMO
L’esterno del Castello. Una taverna con pergolato. Gli spaldi nel fondo e il mare. È sera. Lampi, tuoni,
uragano.

Scena I° verso lo spaldo)


Jago, Roderigo, Cassio, Montano, più tardi Otello. Dio, fulgor della bufera!
Cipriotti e Soldati veneti. Dio, sorriso della duna!
Salva l’arca e la bandiera
CIPRIOTTI Della veneta fortuna!
Una vela! – Una vela! – Un vessillo! – Tu, che reggi gli astri e il Fato!
Un vessillo! Tu, che imperi al mondo e al ciel!
Fa che in fondo al mar placato
MONTANO Posi l’àncora fedel.
È l’alato Leon!
JAGO
CASSIO È infranto l’artimon!
Or la folgor lo svela.
RODERIGO
CIPRIOTTI Il rostro piomba
Uno squillo! Su quello scoglio!
Uno squillo! – Ha tuonato il cannon!
CIPRIOTTI
CASSIO Aita! Aita!
È la nave del Duce!
JAGO
MONTANO (a parte, a Roderigo)
Or s’affonda, (L’alvo
Or s’inciela… Frenetico del mar sia la sua tomba!)

CASSIO CIPRIOTTI
Erge il rostro dall’onda. È salvo! è salvo!

CIPRIOTTI VOCI INTERNE


Nelle nubi si cela e nel mar, Gittate i palischermi!
E alla luce dei lampi ne appar. Fermi al timon! Fermi!
Lampi! tuoni! gorghi! turbi tempestosi e fulmini!
Treman l’onde! treman l’aure! treman basi e cul- CIPRIOTTI
mini.
Forza ai remi! Alla riva!…
(entrano dal fondo molte donne del popolo)
(scendono la scala dello spaldo)
Fende l’etra un torvo e cieco spirto di vertigine.
Iddio scuote il cielo bïeco, come un tetro vel. VOCI INTERNE
Tutto è fumo! tutto è fuoco! l’orrida caligine Ancorate il vascello!
Si fa incendio, poi si spegne più funesta. Spa-
sima CIPRIOTTI
L’universo, accorre a valchi l’aquilon fantasima, Evviva! Evviva! Evviva!
I titanici oricalchi squillano nel ciel.

(con gesti di spavento e di supplicazione e rivolti

1
Verdi: Otello - atto primo

OTELLO JAGO
(dalla scala della spiaggia salendo sullo spaldo con Su via, fa’ senno, aspetta
seguito di marinai e soldati) L’opra del tempo; a Desdemona bella,
Che nel segreto de’ tuoi sogni adori,
Esultate! L’orgoglio musulmano
Presto in uggia verranno i foschi baci
Sepolto è in mar; nostra e del ciel è gloria!
Di quel selvaggio dalle gonfie labbra.
Dopo l’armi lo vinse l’uragano.
Buon Roderigo, amico tuo sincero
Mi ti professo, né in più forte ambascia
CIPRIOTTI Soccorrerti potrei. Se un fragil voto
Evviva Otello! Evviva! Vittoria! Vittoria!! Di femmina non è tropp’arduo nodo
Pel genio mio né per l’inferno, giuro
(Otello entra nella rôcca, seguito da Cassio, Mon- Che quella donna sarà tua. M’ascolta
tano e soldati) Benché finga d’amarlo, odio quel Moro…
Vittoria! Stermino,
Dispersi, distrutti, (Entra Cassio: poi s’unisce a un crocchio di soldati)
Sepolti nell’orrido JAGO
Tumulto piombâr
Avranno per requie (sempre in disparte a Roderigo)
La sferza dei flutti, E una cagion dell’ira, eccola, guarda.
La ridda dei turbini,
L’abisso del mar. (Indicando Cassio)
Vittoria, ecc.
Quell’azzimato capitano usurpa
Si calma la bufera.
(continua il passaggio della bassa ciurma nel fondo)
JAGO
(in disparte a Roderigo) Il grado mio, il grado mio che in cento
Ben pugnate battaglie ho meritato;
Roderigo, Tal fu il voler d’Otello, ed io rimango
Ebben, che pensi? Di sua Moresca Signoria l’alfiere!

RODERIGO (dalla catasta incominciano ad alzarsi dei globi di


D’affogarmi. fumo sempre più denso)
Ma, come è ver che tu Roderigo sei,
(Nel fondo è un andirivieni della ciurma che sale Cosi è pur vero che se il Moro io fossi,
dalla scala della spiaggia ed entra nel castello por- Vedermi non vorrei d’attorno un Jago.
tando armi e bagagli, mentre dei popolani escono da Se tu m’ascolti...
dietro la rôcca portando dei rami da ardere presso
lo spaldo; alcuni soldati con fiaccole illuminano la (Il fuoco divampa. I tavernieri illuminano a festa il
via percorsa da questa gente.) pergolato)
JAGO CIPRIOTTI
Stolto Fuoco di gioia! l’ilare vampa
È chi s’affoga per amor di donna. Fuga la notte col suo splendor,
Guizza, sfavilla, crepita, avvampa
RODERIGO Fulgido incendio che invade il cor.
Vincer nol so. Dal raggio attratti vaghi sembianti
Movono intorno mutando stuol,
(Alcuni del popolo formano da un lato una catasta E son fanciulle dai lieti canti,
di legna: la folla s’accalca intorno turbolenta e E son farfalle dall’igneo vol.
curiosa) Arde la palma col sicomoro,
Canta la sposa col suo fedel;
Sull’aurea fiamma, sul gaio coro

2
Verdi: Otello - atto primo

Soffia l’ardente spiro del ciel. JAGO


Fuoco di gioia, rapido brilla! (sottovoce a Roderigo)
Rapido passa, fuoco d’amor!
Splende, s’oscura, palpita, oscilla, (Lo ascolta)
L’ultimo guizzo, lampeggia e muor.
CASSIO
(Il fuoco continua a splendere gaiamente ancora per Col vago
qualche minuto. – Jago, Roderigo, Cassio e parecchi Suo raggiar chiama i cori a raccolta.
altri uomini d’arme intorno a un tavolo dove c’è del
vino: parte in piedi, parte seduti) RODERIGO
JAGO Pur modesta essa è tanto.
Roderigo, beviam! Qua la tazza,
CASSIO
Capitano.
Tu, Jago,
CASSIO Canterai le sue lodi!
Non bevo più.
JAGO
JAGO (piano a Roderigo)
(avvicinando il boccale alla tazza di Cassio) (Lo ascolta)
Ingoia (Forte a Cassio)
Questo sorso.
Io non sono che un critico.
CASSIO
(Ritirando il bicchiere)
CASSIO
Ed ella
No. D’ogni lode è più bella.

JAGO JAGO
Guarda! Oggi impazza (a Roderigo, a parte)
Tutta Cipro! È una notte di festa,
Dunque… (Ti guarda
Da quel Cassio)
CASSIO
Cessa. Già m’arde il cervello
RODERIGO
Per un nappo vuotato. (Che temi?)

JAGO JAGO
Sì… ancora (Ei favella già con troppo bollor, la gaglïarda
Bever devi… Alle nozze d’Otello Giovinezza lo sprona, è un astuto
E Desdemona! Seduttor che t’ingombra il cammino.
Bada…)
TUTTI
Evviva!
RODERIGO
(Ebben?)
CASSIO
(alzando il bicchiere e bevendo un poco)
JAGO
(S’ei s’innebbria è perduto!
Essa infiora Fallo ber)
Questo lido.
(ai tavernieri)
3
Verdi: Otello - atto primo

Qua, ragazzi, del vino! Quand’io son brillo!


Sfido l’ironico
(Jago riempie tre bicchieri: un per sé, uno per Rode- Nume e il destin!
rigo, uno per Cassio. I tavernieri circolano colle
anfore). CASSIO
JAGO (bevendo ancora)
(a Cassio, col bicchiere in mano) Come un armonico
Lïuto oscillo;
Innaffia l’ugola!
La gioia scalpita
Trinca, tracanna!
Sul mio cammin!
Prima che svampino
Canto e bicchier.
JAGO
CASSIO (c.s.)
(a Jago, col bicchiere in mano) Chi all’esca ha morso, etc…
Questa del pampino
TUTTI
Verace manna
Di vaghe annugola Chi all’esca ha morso, etc…
Nebbie il pensier.
(ensemble)
JAGO JAGO
(a tutti) (c.s.)
Chi all’esca ha morso Un altro sorso
Del ditirambo E brillo egli è!
Spavaldo e strambo
Beva con me! RODERIGO
(c.s.)
TUTTI
Chi all’esca ha morso Un altro sorso
Del ditirambo E brillo egli è!
Spavaldo e strambo
Beve con te! JAGO
(ad alta voce)
(ensemble)
Fuggan dal vivido
JAGO Nappo i codardi…
(piano a Roderigo indicando Cassio) che in cor nascondono
Frodi…
(Un altro sorso
E brillo egli è) CASSIO
(interrompendo)
RODERIGO
(a Jago) In fondo all’anima
Ciascun mi guardi!
(Un altro sorso
E brillo egli è) (beve)

JAGO Non temo il ver…


(ad alta voce) (barcollando)
Il mondo palpita Non temo il ver… e bevo…

4
Verdi: Otello - atto primo

TUTTI CASSIO
(ridendo) (c.s.)
Ah! ah! Andiamo ai baluardi…

CASSIO RODERIGO POI TUTTI


(vorrebbe ripetere il primo motivo, ma non si Ah, ah!
sovviene)
CASSIO
Del calice
Gli orli s’imporporino!… Chi ride?

JAGO RODERIGO
(a Roderigo) (provocandolo)

(Egli è briaco fradicio. Ti scuoti. Rido d’un ebbro…


Lo trascina a contesa. È pronto all’ira,
T’offenderà…ne seguirà tumulto! CASSIO
Pensa che puoi così del lieto Otello (scagliandosi contro Roderigo)
Turbar la prima vigilia d’amor!)
Bada alle tue spalle!
Furfante!
RODERIGO
(risoluto) RODERIGO
(Ed è ciò che mi spinge) (difendendosi)

(ensemble) Brïaco ribaldo!

(Tutti bevono) CASSIO


MONTANO Marrano!
Nessun più ti salva!
(entra e si rivolge a Cassio)
Capitano, MONTANO
V’attende la fazione ai baluradi (separandoli a forza e dirigendosi a Cassio)

CASSIO Frenate la mano,


Signor, ve ne prego.
(barcollando)
Andiamo! CASSIO
(a Montano)
MONTANO
Ti spacco il cerèbro
Che vedo?
Se qui t’interponi.
JAGO MONTANO
(a Montano)
Parole d’un ebro…
(Ogni notte in tal guisa
Cassio preludia al sonno) CASSIO
(sguainando la spada)
MONTANO
D’un ebro?!
(Otello il sappia)
(Montano s’arma anch’esso. Assalto furibondo. La
folla si ritrae)

5
Verdi: Otello - atto primo

JAGO VOCI
(a parte a Roderigo) (in scena e dentro)
(Va al porto, con quanta più possa All’armi! All’armi!
Ti resta, gridando: sommossa! sommossa!
Va’! spargi il tumulto, l’orror; le campane (Campane a stormo)
Risuonino a stormo)
TUTTI
(Roderigo esce correndo) Soccorso!! Soccorso!!)

JAGO Scena II°


(si volge ai due combattenti)
OTELLO
Fratelli! l’immane
(Otello seguito da genti con fiaccole)
Conflitto cessate!
Abbasso le spade!
MOLTE DONNE
(fuggendo) (I Combattenti s’arrestano.Montano s’appoggia a un
soldato. – Le nubi si diradano a poco a poco)
Fuggiam!
Olà! Che avvien? Son io fra i Saraceni?
JAGO O la turchesa rabbia è in voi trasfusa
Per sbranarvi l’un l’altro?… Onesto Jago,
Ciel! già gronda Per quell’amor che tu mi porti, parla.
Di sangue Montano!�Tenzon furibonda!
JAGO
ALTRE DONNE:
Non so… qui tutti eran cortesi amici,
Fuggiam, fuggiam! Dianzi, e giocondi…ma ad un tratto, come
Se un pianeta maligno avesse a quelli
JAGO Smagato il senno, sguainando l’arme�s
Tregua! S’avventano furenti… Avess’io prima
Stroncati i pie’ che qui m’addusser!
TUTTI
Tregua! OTELLO
Cassio,
LE ALTRE DONNE Come obliasti te stesso a tal segno?…
(fuggendo)
CASSIO
S’uccidono!
Grazia… perdon… parlar non so…
UOMINI
OTELLO
(ai combattenti)
Montano…
Pace!
MONTANO
JAGO (sostenuto da un soldato)
Nessun più raffrena quell’ira pugnace!
Son ferito…
(agli astanti)
OTELLO
Si gridi l’allarme! Satàna gl’invade!! Ferito!… pel cielo.
Già il sangue mio ribolle, ah! l’ira volge
L’angelo mio più tutelare in fuga!

6
Verdi: Otello - atto primo
(Entra Desdemona) Oh! com’è dolce il mormorare insieme:
Te ne rammenti!
OTELLO Quando narravi l’esule tua vita
(accorrendo a Desdemona) E i fieri eventi e i lunghi tuoi dolor,
Che?… La mia dolce Desdemona anch’essa Ed io t’udia coll’anima rapita
Per voi distolta da’ suoi sogni? Cassio, In quei spaventi e coll’estasi in cor.
Non sei più capitano.
OTELLO
(Cassio lascia cadere la spada che è raccolta da Pingea dell’armi il fremito, la pugna
Jago) E il vol gagliardo alla breccia mortal,
L’assalto, orribil edera, coll’ugna
JAGO Al baluardo e il sibilante stral.
(porgendo la spada di Cassio ad un soldato)
DESDEMONA
(Oh, mio trionfo!)
Poi mi guidavi ai fulgidi deserti,
OTELLO All’arse arene, al tuo materno suol;
Narravi allor gli spasimi sofferti
Jago, tu va nella città sgomenta
E le catene e dello schiavo il duol.
Con quella squadra a ricompor la pace.

(Jago esce) OTELLO


Ingentilìa di lagrime la storia
Si soccorra Montano. Il tuo bel viso e il labbro di sospir;
Scendean sulle mie tenebre la gloria,
(Montano è accompagnato nel Castello)
Il paradiso e gli astri a benedir.
Al proprio tetto
Ritorni ognun. DESDEMONA
Ed io vedea fra le tue tempie oscure
(a tutti con gesto imperioso)
Splender del genio l’eterea beltà.
Io da qui non mi parto
Se pria non vedo deserti gli spaldi. OTELLO
E tu m’amavi per le mie sventure
(La Scena si vuota. Otello fa cenno agli uomini Ed io t’amavo per la tua pietà.
colle fiaccole che lo accompagnano di rientrare nel
castello). DESDEMONA
Scena III° Ed io t’amavo per le tue sventure
E tu m’amavi per la mia pietà.
Restano soli Otello e Desdemona

OTELLO OTELLO
Venga la morte! e mi colga nell’estasi
Già nella notte densa
Di quest’amplesso
S’estingue ogni clamor.
Il momento supremo!
Già il mio cor fremebondo
S’ammansa in quest’amplesso e si rinsensa. (Il cielo si sarà tutto rasserenato: si vedranno alcune
Tuoni la guerra e s’inabissi il mondo stelle e sul lembo dell’orizzonte il riflesso ceruleo
Se dopo l’ira immensa della nascente luna)
Vien quest’immenso amor!
Tale è il gaudio dell’anima che temo,
DESDEMONA Temo che più non mi sarà concesso
Mio superbo guerrier! Quanti tormenti, Quest’attimo divino
Quanti mesti sospiri e quanta speme Nell’ignoto avvenir del mio destino.
Ci condusse ai soavi abbracciamenti!

7
Verdi: Otello - atto primo

DESDEMONA DESDEMONA
Disperda il ciel gli affanni Otello!
E amor non muti col mutar degli anni.
OTELLO
OTELLO Un bacio… ancora un bacio.
A questa tua preghiera
“Amen” risponda la celeste schiera. (alzandosi e mirando il cielo)
Già la pleiade ardente al mar discende.
DESDEMONA
“Amen” risponda. DESDEMONA
Tarda e la notte.
OTELLO
(appoggiandosi ad un rialzo degli spaldi) OTELLO
Ah! la gioia m’innonda Vien… Venere splende.
Sì fieramente… che ansante mi giacio…
Un bacio… DESDEMONA
Otello!

(s’avviano abbracciati verso il castello)

8
Verdi: Otello - atto secondo

ATTO SECONDO
Una sala terrena ottagona nel Castello. Una invetriata la divide da un grande giardino. Due vastissimi
veroni… I veroni sono praticabili. Al verone sinistra Cassio e Jago conversano e avanzano: Cassio dal di
fuori della sala, Jago dal di dentro.

Scena I° Credo in un Dio crudel che m’ha creato


Simile a sé e che nell’ira io nomo.
JAGO Dalla viltà d’un germe o d’un atòmo
(al di qua del verone, a Cassio) Vile son nato.
Non ti crucciar. Se credi a me, tra poco Son scellerato
Farai ritorno ai folleggianti amori Perchè son uomo;
Di Monna Bianca, altiero capitano, E sento il fango originario in me.
Coll’elsa d’oro e col balteo fregiato. Sì! questa è la mia fe’!
Credo con fermo cuor, siccome crede
CASSIO La vedovella al tempio,
Che il mal ch’io penso e che da me procede,
(al di là del verone) Per il mio destino adempio.
Non lusingarmi… Credo che il giusto è un istrion beffardo,
E nel viso e nel cuor,
JAGO Che tutto è in lui bugiardo:
Lagrima, bacio, sguardo,
Attendi a ciò ch’io dico.
Sacrificio ed onor.
Tu dêi saper che Desdemona è il Duce
E credo l’uom gioco d’iniqua sorte
Del nostro Duce, sol per essa ei vive.
Dal germe della culla
Pregala tu, quell’anima cortese
Al verme dell’avel.
Per te interceda e il tuo perdono è certo.
Vien dopo tanta irrision la Morte.
E poi? E poi? La Morte è il Nulla
CASSIO
E vecchia fola il Ciel.
Ma come favellarle?
(Si vede passare nel giardino Desdemona con
JAGO Emilia. Jago si slancia al verone di destra, al di là
È suo costume del quale è appoggiato Cassio)
Girsene a meriggiar fra quelle fronde
Colla consorte mia. Quivi l’aspetta.
JAGO
Or t’è aperta la via di salvazione; (a Cassio)
Vanne. Eccola! Cassio… a te… Questo è il momento.
Ti scuoti… vien Desdemona.
(Cassio scompare)
(Cassio va verso Desdemona, la saluta, le s’accosta)
Scena II°
S’è mosso; la saluta
JAGO E s’avvicina. Or qui si tragga Otello!… aiuta,
(seguendo coll’occhio Cassio) aiuta
Sàtana il mio cimento!…
Vanne; la tua meta già vedo.
Già conversano insieme… ed essa inclina,
Ti spinge il tuo dimone,
Sorridendo, il bel viso.
E il tuo dimon son io.
E me trascina il mio, nel quale io credo, (si vedono passare tra la scena e il fondo Cassio,
Inesorato Iddio. Desdemona ed Emilia)
(allontanandosi dal verone seza più guardar Cassio Mi basta un lampo sol di quel sorriso
che sarà scomparso fra gli alberi) Per trascinare Otello alla ruina.
Andiam…
9
Verdi: Otello - atto secondo
(fa per avviarsi ma s’arresta subitamente) JAGO
Ma il caso in mio favor s’adopra. Il mio pensiero è vago
Eccolo… al posto, all’opra. D’ubbie, non di malizia.

(Si colloca immoto al verone, guardando verso il OTELLO


verone) Di’ il tuo pensiero, Jago.

Scena III° JAGO


JAGO Vi confidaste a Cassio?
(simulando di non aver visto Otello)
OTELLO
Ciò m’accora…
Spesso un mio dono o un cenno
portava alla mia sposa.
OTELLO
(avvicinandosi a Jago) JAGO
Che parli? Dassenno?

JAGO OTELLO
Nulla…voi qui? una vana Sì, dassenno.
Voce m’uscì dal labbro…
(calmo)
OTELLO Nol credi onesto?
Colui che s’allontana
Dalla mia sposa, è Cassio? JAGO
(imitando Otello)
(E l’uno e l’altro si staccano dal verone)
Onesto?
JAGO
Cassio? No… quei si scosse OTELLO
Come un reo nel vedervi. Che ascondi nel tuo core?

OTELLO JAGO
Credo che Cassio ei fosse. Che asondo in cor, signore?

JAGO OTELLO
Mio signore… “Che ascondo in cor, signore?”
Pel cielo, tu sei l’eco dei detti miei, nel chiostro
OTELLO Dell’anima ricetti qualche terribil mostro.
Che brami? Sì, ben t’udii poc’anzi mormorar: “Ciò m’ac-
cora.”
JAGO Ma di che t’accoravi? Nomini Cassio e allora
Cassio, nei primi dì Tu corrughi la fronte. Suvvia, parla, se m’ami.
Del vostro amor, Desdemona non conosceva?
JAGO
OTELLO Voi sapete ch’io v’amo.
Sì.
Perchè fai tale inchiesta? OTELLO
Dunque senza velami
T’esprimi, e senza ambagi. T’esca fuor dalla
gola
10
Verdi: Otello - atto secondo

Il tuo più rio pensiero colla più ria parola! (sottovoce)


vigilate…
JAGO
S’anco teneste in mano tutta l’anima mia (Si vede ricomparire Desdemona nel giardino, dalla
Nol sapreste. vasta apertura del fondo: esse è circondata da donne
dell’isola, da fanciulli, da marinai cipriotti e alba-
OTELLO nesi che si avanzano e le offrono fiori e rami fioriti
Ah!… ed altri doni. Alcuni s’accompagnano, cantando,
sulla guzla – una specie di Mandòla –, altri hanno
JAGO delle piccole arpe ad armascollo)
(avvicinandosi molto ad Otello e sottovoce) DONNE E MARINAI
Temete, signor, la gelosia! Dove guardi ecc.

(cupo) FANCIULLI
È un’idra fosca, livida, cieca, col suo veleno (spargendo fiori di giglio)
Sé stessa attosca, vivida piaga le squarcia il T’offriamo il giglio
seno. Soave stel
Che in man degl’angeli
OTELLO Fu assunto in ciel,
Miseria mia! No! il vano sospettar nulla giova. Che abbella il fulgido
Pria del dubbio l’indagine, dopo il dubbio la Manto e la gonna
prova, Della Madonna
Dopo la prova (Otello ha sue leggi supreme), E il santo vel.
Amore e gelosia vadan dispersi insieme!
DONNE E MARINAI
JAGO Mentre all’aura vola
(con piglio più ardito) Lieta la canzon,
L’agile mandòla
Un tal proposto spezza di mie labbra il sug-
Ne accompagna il suon.
gello.
Non parlo ancor di prova; pur, generoso Otello,
MARINAI
Vigilate, soventi le oneste e ben create
Coscienze non sospettano la frode: vigilate. (offrendo a Desdemona dei monili di corallo e di
Scrutate le parole di Desdemona, un detto perle)
Può ricondur la fede, può affermare il sospetto. A te le porpore,
Le perle e gli ostri,
DONNE E MARINAI Dalla voragine
(molto lontani) Côlti del mar.
Vogliam Desdemona
Dove guardi splendono
Coi doni nostri
Raggi, avvampan cuori,
Come un’immagine
Dove passi scendono
Sacra adornar.
Nuvole di fiori.
Qui fra gigli e rose,
DONNE E FANCIULLI
Come a un casto altare,
Madri, bimbi, spose Mentre all’aura vola ecc
Vengono a cantar.
DONNE
JAGO (spargendo fronde e fiori)
Eccola… Per te la florida

11
Verdi: Otello - atto secondo

Messe dai grembi OTELLO


A nembi, a nembi Era lui
Spargiamo al suol. Che ti parlava sotto quelle fronde?
L’april circonda
La sposa bionda DESDEMONA
D’un etra rorida
Lui stesso, e il suo dolor che in me s’infonde
Che vibra al sol.
Tant’è verace che di grazia è degno.
Intercedo per lui, per lui ti prego.
FANCIULLI E MARINAI Tu gli perdona.
Mentre all’aura vola etc…
OTELLO
TUTTI Non ora.
Dove guardi ecc.
DESDEMONA
DESDEMONA Non oppormi il tuo diniego.
Splende il cielo, danza Gli perdona.
L’aura, olezza il fior.
Gioia, amor, speranza OTELLO
Cantan nel mio cor.
(con asprezza)
TUTTI Non ora.
Vivi felice! addio. Qui regna Amor.
DESDEMONA
OTELLO Perchè torbida suona
(soavemente commosso) La voce tua? Qual pena t’addolora?

Quel canto mi conquide. OTELLO


S’ella m’inganna, il ciel sé stesso irride!
M’ardon le tempie…
JAGO DESDEMONA
(Beltà ed amor in dolce inno concordi!…
(spiegando il suo fazzoletto e appressandolo alla
I vostri infrangerò soavi accordi.)
fronte d’Otello)
(Desdemona bacia la testa d’alcuni tra i fanciulli, e Quell’ardor molesto
alcune donne le baciano il lembo della veste, ed essa Svanirà, se con questo
porge una borsa ai marinai. I Cipriotti s’allonta- Morbido lino la mia man ti fascia.
nano. Desdemona, seguita poi da Emilia, entra nella
sala e s’avanza verso Otello) OTELLO
(gettando a terra il fazzoletto)
Scena IV°
Non ho d’uopo di ciò.
DESDEMONA
(a Otello) DESDEMONA
D’un uom che geme sotto il tuo disdegno Tu sei crucciato,
La preghiera ti porto. Signor.

OTELLO OTELLO
Chi è costui? Mi lascia! mi lascia!

DESDEMONA (Emilia raccoglie il fazzoletto dal suolo)


Cassio.
12
Verdi: Otello - atto secondo

DESDEMONA JAGO
Se inconscia, contro te, sposo, ho peccato, Dammi quel vel!
Dammi la dolce e lieta
Parola del perdono. (afferra violentemente il braccio di Emilia)
La tua fanciulla io sono Su te l’irosa
Umile e mansueta; Mia man s’aggrava!
Ma il labbro tuo sospira,
Hai l’occhio fiso al suol. EMILIA
Guardami in volto e mira
Come favella amore. Son la tua sposa,
Vien ch’io t’allieti il core, Non la tua schiava.
Ch’io ti lenisca il duol.
JAGO
OTELLO La schiava impura
(Forse perchè gl’inganni Tu sei di Jago.
D’arguto amor non tendo.
Forse perchè discendo EMILIA
Nella valle degli anni, Ho il cor presago
Forse perchè ho sul viso D’una sventura.
Quest’atro tenebror,
Ella è perduta è irriso JAGO
Io sono e il core m’infrango Né mi paventi?
E ruinar nel fango
Vedo il mio sogno d’or.) EMILIA
Uomo crudel!
JAGO
(a Emilia sottovoce) JAGO
Quel vel mi porgi A me…
Ch’or hai raccolto.
EMILIA
EMILIA Che tenti?
(sottovoce a Jago)
JAGO
Qual frode scorgi?
Ti leggo in volto. A me quel vel!

(con un colpo di mano Jago ha carpito il fazzoletto


JAGO
ad Emilia)
T’opponi a vuoto
Quand’io commando. (Già la mia brama
Conquido, ed ora
EMILIA Su questa trama
Jago lavora!)
Il tuo nefando
Livor m’è noto.
EMILIA
JAGO (Vinser gli artigli
Truci e codardi.
Sospetto insano!
Dio dai perigli
Sempre ci guardi)
EMILIA
Guardia fedel DESDEMONA
È questa mano.
Dammi la dolce e lieta
13
Verdi: Otello - atto secondo

Parola del perdon. OTELLO


(balzando)
OTELLO
Tu!? Indietro! fuggi!!
Uscite! Solo vo’ restar.
M’hai legato alla croce!…
Ahimè!… Più orrendo d’ogni orrenda ingiuria
JAGO dell’ingiuria è il sospetto.
(sottovoce ad Emilia che sta per escire) Nell’ore arcane della sua lussuria
Ti giova (E a me furate!) m’agitava il petto
Tacer. Intendi! Forse un presagio? Ero baldo, giulivo…
Nulla sapevo ancora; io non sentivo
(Desdemona ed Emilia escono. Jago finge d’uscire Sul suo corpo divin che m’innamora
dalla porta del fondo, ma giuntovi s’arresta) E sui labbri mendaci
Gli ardenti baci
Scena V° Di Cassio! Ed ora!… ed ora…

OTELLO Ora e per sempre addio sante memorie,


(accasciato, su d’un sedile) Addio, sublimi incanti del pensier!
Addio schiere fulgenti, addio vittorie,
Desdemona rea! Dardi volanti e volanti corsier!
Addio, vessillo trionfale e pio!
JAGO E diane squillanti in sul mattin!
(nel fondo guardando di nascosto il fazzoletto, poi Clamori e canti di battaglia, addio!…
riponendolo con cura nel giustacuore) Della gloria d’Otello è questo il fin.
(Con questi fili tramerò la prova
JAGO
Del peccato d’amor!… Nella dimora
Di Cassio ciò s’asconda) Pace, signor.

OTELLO OTELLO
Atroce idea! Sciagurato! mi trova
Una prova secura
JAGO Che Desdemona è impura…
Non sfuggir! non sfuggir! nulla ti giova!
(fissando Otello)
Vo’ una secura, una visibil prova!
(Il mio velen lavora) O sulla tua testa
S’accenda e precipita il fulmine
OTELLO Del mio spaventoso furor che si desta!
Rea contro me! contro me!!!
(Afferra Jago alla gola e lo atterra)
JAGO JAGO
(cupo) Divina grazia difendimi!
(Soffri e ruggi!)
(rialzandosi)
OTELLO Il cielo
Atroce!!! atroce!!! Vi protegga. Non son più vostro alfiere.
Voglio che il mondo testimon mi sia
JAGO Che l’onestà è periglio.
(portandosi accanto ad Otello) (fa per andarsene)
Non pensateci più.
OTELLO
No…rimani.
14
Verdi: Otello - atto secondo

Forse onesto tu sei. JAGO


Io non narrai
JAGO Che un sogno.
(sulla soglia fingendo d’andarsene)
OTELLO
Meglio varebbe
Ch’io fossi un ciurmador. Un sogno che rivela un fatto.

OTELLO JAGO
Per l’universo! Un sogno che può dar forma di prova
Credo leale Desdemona e credo Ad altro indizio.
Che non lo sia. Te credo onesto e credo
Disleale… La prova io voglio! io voglio OTELLO
La certezza!! E qual?

JAGO JAGO
(ritornando verso Otello) Talor vedeste
In mano di Desdemona un tessuto
Signor, frenate l’ansie. Trapunto a fior e più sottil d’un velo?
E qual certezza v’abbisogna? Avvinti
Verderli forse? OTELLO
OTELLO È il fazzoletto ch’io le diedi, pegno
Primo d’amor!
Ah, morte e dannazione!!
JAGO
JAGO
Quel fazzoletto ieri
Ardua impresa sarebbe; e qual certezza (Certo ne son) lo vidi in man di Cassio.
Sognate voi se quell’immondo fatto
Sempre vi sfuggirà?… Ma pur se guida OTELLO
È la ragione al vero, una sì forte
Congettura riserbo che per poco Ah! Mille vite gli donasse Iddio!
Alla certezza vi conduce. Udite. Una è povera preda al furor mio!!
Jago, ho il cor di gerlo.
(avvicinandosi molto ad Otello e sottovoce) Lungi da me le pïetose larve.
Tutto il mio vano amor esalo al cielo,
Era la notte, Cassio dormìa, gli stavo accanto. Guardami, ei sparve.
Con interrotte voci tradia l’intimo incanto. Nelle sue spire d’angue
Le labbra lente, lente movea, nell’abbandono L’idra m’avvince! Ah! sangue! sangue! sangue!
Del sogno ardente, e allor dicea, con flebil
suono (s’inginocchia)
“Desdemona soave! Il nostro amor s’asconda.
Cauti vegliamo! L’estasi del ciel tutto m’in- Sì, pel ciel marmoreo giuro! Per le attorte fol-
nonda.” gori!
Seguìa più vago l’incubo blando; con molle Per la Morte e per l’oscuro mar sterminator!
angoscia D’ira e d’impeto tremendo presto fia che sfol-
L’interna imago quasi baciando, ei disse gori
poscia:
(levando le mani al cielo)
“Il rio destino impreco che al Moro ti donò”.
E allora il sogno in cieco letargo si mutò. Questa man ch’io levo e stendo!

OTELLO (Fa per alzarsi, Jago lo trattiene inginocchiato)


Oh! mostruosa colpa!

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Verdi: Otello - atto secondo

JAGO Che ad Otello io sacro ardenti, core, braccio ed


Non v’alzate ancor! anima
S’anco ad opere cruenti s’armi il suo voler!
(s’inginocchia anch’esso)
JAGO E OTELLO
Testimon è il Sol ch’io miro, che m’irradia e ina-
nima, (alzando le mani al cielo come chi giura)
L’ampia terra e il vasto spiro del Crëato inter, Sì, pel ciel marmoreo giuro ecc.
Dio vendicator!

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