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OTELLO
Dramma lirico in quattro atti
PERSONAGGI
Otello moro, generale dell’armate veneta tenore
Jago alfiere baritono
Cassio capo di squadra tenore
Roderigo gentiluomo veneziano tenore
Lodovico ambasciatore della Repubblica Veneta basso
Montano predecessore di Otello nel governo di Cipro basso
Un araldo basso
Desdemona moglie di Otello soprano
Emilia moglie di Jago mezzosoprano
Prima esecuzione:
Milano, Teatro alla Scala, 5 febbraio 1887
Verdi: Otello - atto primo
ATTO PRIMO
L’esterno del Castello. Una taverna con pergolato. Gli spaldi nel fondo e il mare. È sera. Lampi, tuoni,
uragano.
CASSIO CIPRIOTTI
Erge il rostro dall’onda. È salvo! è salvo!
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Verdi: Otello - atto primo
OTELLO JAGO
(dalla scala della spiaggia salendo sullo spaldo con Su via, fa’ senno, aspetta
seguito di marinai e soldati) L’opra del tempo; a Desdemona bella,
Che nel segreto de’ tuoi sogni adori,
Esultate! L’orgoglio musulmano
Presto in uggia verranno i foschi baci
Sepolto è in mar; nostra e del ciel è gloria!
Di quel selvaggio dalle gonfie labbra.
Dopo l’armi lo vinse l’uragano.
Buon Roderigo, amico tuo sincero
Mi ti professo, né in più forte ambascia
CIPRIOTTI Soccorrerti potrei. Se un fragil voto
Evviva Otello! Evviva! Vittoria! Vittoria!! Di femmina non è tropp’arduo nodo
Pel genio mio né per l’inferno, giuro
(Otello entra nella rôcca, seguito da Cassio, Mon- Che quella donna sarà tua. M’ascolta
tano e soldati) Benché finga d’amarlo, odio quel Moro…
Vittoria! Stermino,
Dispersi, distrutti, (Entra Cassio: poi s’unisce a un crocchio di soldati)
Sepolti nell’orrido JAGO
Tumulto piombâr
Avranno per requie (sempre in disparte a Roderigo)
La sferza dei flutti, E una cagion dell’ira, eccola, guarda.
La ridda dei turbini,
L’abisso del mar. (Indicando Cassio)
Vittoria, ecc.
Quell’azzimato capitano usurpa
Si calma la bufera.
(continua il passaggio della bassa ciurma nel fondo)
JAGO
(in disparte a Roderigo) Il grado mio, il grado mio che in cento
Ben pugnate battaglie ho meritato;
Roderigo, Tal fu il voler d’Otello, ed io rimango
Ebben, che pensi? Di sua Moresca Signoria l’alfiere!
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Verdi: Otello - atto primo
JAGO JAGO
Guarda! Oggi impazza (a Roderigo, a parte)
Tutta Cipro! È una notte di festa,
Dunque… (Ti guarda
Da quel Cassio)
CASSIO
Cessa. Già m’arde il cervello
RODERIGO
Per un nappo vuotato. (Che temi?)
JAGO JAGO
Sì… ancora (Ei favella già con troppo bollor, la gaglïarda
Bever devi… Alle nozze d’Otello Giovinezza lo sprona, è un astuto
E Desdemona! Seduttor che t’ingombra il cammino.
Bada…)
TUTTI
Evviva!
RODERIGO
(Ebben?)
CASSIO
(alzando il bicchiere e bevendo un poco)
JAGO
(S’ei s’innebbria è perduto!
Essa infiora Fallo ber)
Questo lido.
(ai tavernieri)
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Verdi: Otello - atto primo
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Verdi: Otello - atto primo
TUTTI CASSIO
(ridendo) (c.s.)
Ah! ah! Andiamo ai baluardi…
JAGO RODERIGO
(a Roderigo) (provocandolo)
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Verdi: Otello - atto primo
JAGO VOCI
(a parte a Roderigo) (in scena e dentro)
(Va al porto, con quanta più possa All’armi! All’armi!
Ti resta, gridando: sommossa! sommossa!
Va’! spargi il tumulto, l’orror; le campane (Campane a stormo)
Risuonino a stormo)
TUTTI
(Roderigo esce correndo) Soccorso!! Soccorso!!)
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Verdi: Otello - atto primo
(Entra Desdemona) Oh! com’è dolce il mormorare insieme:
Te ne rammenti!
OTELLO Quando narravi l’esule tua vita
(accorrendo a Desdemona) E i fieri eventi e i lunghi tuoi dolor,
Che?… La mia dolce Desdemona anch’essa Ed io t’udia coll’anima rapita
Per voi distolta da’ suoi sogni? Cassio, In quei spaventi e coll’estasi in cor.
Non sei più capitano.
OTELLO
(Cassio lascia cadere la spada che è raccolta da Pingea dell’armi il fremito, la pugna
Jago) E il vol gagliardo alla breccia mortal,
L’assalto, orribil edera, coll’ugna
JAGO Al baluardo e il sibilante stral.
(porgendo la spada di Cassio ad un soldato)
DESDEMONA
(Oh, mio trionfo!)
Poi mi guidavi ai fulgidi deserti,
OTELLO All’arse arene, al tuo materno suol;
Narravi allor gli spasimi sofferti
Jago, tu va nella città sgomenta
E le catene e dello schiavo il duol.
Con quella squadra a ricompor la pace.
OTELLO OTELLO
Venga la morte! e mi colga nell’estasi
Già nella notte densa
Di quest’amplesso
S’estingue ogni clamor.
Il momento supremo!
Già il mio cor fremebondo
S’ammansa in quest’amplesso e si rinsensa. (Il cielo si sarà tutto rasserenato: si vedranno alcune
Tuoni la guerra e s’inabissi il mondo stelle e sul lembo dell’orizzonte il riflesso ceruleo
Se dopo l’ira immensa della nascente luna)
Vien quest’immenso amor!
Tale è il gaudio dell’anima che temo,
DESDEMONA Temo che più non mi sarà concesso
Mio superbo guerrier! Quanti tormenti, Quest’attimo divino
Quanti mesti sospiri e quanta speme Nell’ignoto avvenir del mio destino.
Ci condusse ai soavi abbracciamenti!
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Verdi: Otello - atto primo
DESDEMONA DESDEMONA
Disperda il ciel gli affanni Otello!
E amor non muti col mutar degli anni.
OTELLO
OTELLO Un bacio… ancora un bacio.
A questa tua preghiera
“Amen” risponda la celeste schiera. (alzandosi e mirando il cielo)
Già la pleiade ardente al mar discende.
DESDEMONA
“Amen” risponda. DESDEMONA
Tarda e la notte.
OTELLO
(appoggiandosi ad un rialzo degli spaldi) OTELLO
Ah! la gioia m’innonda Vien… Venere splende.
Sì fieramente… che ansante mi giacio…
Un bacio… DESDEMONA
Otello!
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Verdi: Otello - atto secondo
ATTO SECONDO
Una sala terrena ottagona nel Castello. Una invetriata la divide da un grande giardino. Due vastissimi
veroni… I veroni sono praticabili. Al verone sinistra Cassio e Jago conversano e avanzano: Cassio dal di
fuori della sala, Jago dal di dentro.
JAGO OTELLO
Nulla…voi qui? una vana Sì, dassenno.
Voce m’uscì dal labbro…
(calmo)
OTELLO Nol credi onesto?
Colui che s’allontana
Dalla mia sposa, è Cassio? JAGO
(imitando Otello)
(E l’uno e l’altro si staccano dal verone)
Onesto?
JAGO
Cassio? No… quei si scosse OTELLO
Come un reo nel vedervi. Che ascondi nel tuo core?
OTELLO JAGO
Credo che Cassio ei fosse. Che asondo in cor, signore?
JAGO OTELLO
Mio signore… “Che ascondo in cor, signore?”
Pel cielo, tu sei l’eco dei detti miei, nel chiostro
OTELLO Dell’anima ricetti qualche terribil mostro.
Che brami? Sì, ben t’udii poc’anzi mormorar: “Ciò m’ac-
cora.”
JAGO Ma di che t’accoravi? Nomini Cassio e allora
Cassio, nei primi dì Tu corrughi la fronte. Suvvia, parla, se m’ami.
Del vostro amor, Desdemona non conosceva?
JAGO
OTELLO Voi sapete ch’io v’amo.
Sì.
Perchè fai tale inchiesta? OTELLO
Dunque senza velami
T’esprimi, e senza ambagi. T’esca fuor dalla
gola
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Verdi: Otello - atto secondo
(cupo) FANCIULLI
È un’idra fosca, livida, cieca, col suo veleno (spargendo fiori di giglio)
Sé stessa attosca, vivida piaga le squarcia il T’offriamo il giglio
seno. Soave stel
Che in man degl’angeli
OTELLO Fu assunto in ciel,
Miseria mia! No! il vano sospettar nulla giova. Che abbella il fulgido
Pria del dubbio l’indagine, dopo il dubbio la Manto e la gonna
prova, Della Madonna
Dopo la prova (Otello ha sue leggi supreme), E il santo vel.
Amore e gelosia vadan dispersi insieme!
DONNE E MARINAI
JAGO Mentre all’aura vola
(con piglio più ardito) Lieta la canzon,
L’agile mandòla
Un tal proposto spezza di mie labbra il sug-
Ne accompagna il suon.
gello.
Non parlo ancor di prova; pur, generoso Otello,
MARINAI
Vigilate, soventi le oneste e ben create
Coscienze non sospettano la frode: vigilate. (offrendo a Desdemona dei monili di corallo e di
Scrutate le parole di Desdemona, un detto perle)
Può ricondur la fede, può affermare il sospetto. A te le porpore,
Le perle e gli ostri,
DONNE E MARINAI Dalla voragine
(molto lontani) Côlti del mar.
Vogliam Desdemona
Dove guardi splendono
Coi doni nostri
Raggi, avvampan cuori,
Come un’immagine
Dove passi scendono
Sacra adornar.
Nuvole di fiori.
Qui fra gigli e rose,
DONNE E FANCIULLI
Come a un casto altare,
Madri, bimbi, spose Mentre all’aura vola ecc
Vengono a cantar.
DONNE
JAGO (spargendo fronde e fiori)
Eccola… Per te la florida
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Verdi: Otello - atto secondo
OTELLO OTELLO
Chi è costui? Mi lascia! mi lascia!
DESDEMONA JAGO
Se inconscia, contro te, sposo, ho peccato, Dammi quel vel!
Dammi la dolce e lieta
Parola del perdono. (afferra violentemente il braccio di Emilia)
La tua fanciulla io sono Su te l’irosa
Umile e mansueta; Mia man s’aggrava!
Ma il labbro tuo sospira,
Hai l’occhio fiso al suol. EMILIA
Guardami in volto e mira
Come favella amore. Son la tua sposa,
Vien ch’io t’allieti il core, Non la tua schiava.
Ch’io ti lenisca il duol.
JAGO
OTELLO La schiava impura
(Forse perchè gl’inganni Tu sei di Jago.
D’arguto amor non tendo.
Forse perchè discendo EMILIA
Nella valle degli anni, Ho il cor presago
Forse perchè ho sul viso D’una sventura.
Quest’atro tenebror,
Ella è perduta è irriso JAGO
Io sono e il core m’infrango Né mi paventi?
E ruinar nel fango
Vedo il mio sogno d’or.) EMILIA
Uomo crudel!
JAGO
(a Emilia sottovoce) JAGO
Quel vel mi porgi A me…
Ch’or hai raccolto.
EMILIA
EMILIA Che tenti?
(sottovoce a Jago)
JAGO
Qual frode scorgi?
Ti leggo in volto. A me quel vel!
OTELLO OTELLO
Atroce idea! Sciagurato! mi trova
Una prova secura
JAGO Che Desdemona è impura…
Non sfuggir! non sfuggir! nulla ti giova!
(fissando Otello)
Vo’ una secura, una visibil prova!
(Il mio velen lavora) O sulla tua testa
S’accenda e precipita il fulmine
OTELLO Del mio spaventoso furor che si desta!
Rea contro me! contro me!!!
(Afferra Jago alla gola e lo atterra)
JAGO JAGO
(cupo) Divina grazia difendimi!
(Soffri e ruggi!)
(rialzandosi)
OTELLO Il cielo
Atroce!!! atroce!!! Vi protegga. Non son più vostro alfiere.
Voglio che il mondo testimon mi sia
JAGO Che l’onestà è periglio.
(portandosi accanto ad Otello) (fa per andarsene)
Non pensateci più.
OTELLO
No…rimani.
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Verdi: Otello - atto secondo
OTELLO JAGO
Per l’universo! Un sogno che può dar forma di prova
Credo leale Desdemona e credo Ad altro indizio.
Che non lo sia. Te credo onesto e credo
Disleale… La prova io voglio! io voglio OTELLO
La certezza!! E qual?
JAGO JAGO
(ritornando verso Otello) Talor vedeste
In mano di Desdemona un tessuto
Signor, frenate l’ansie. Trapunto a fior e più sottil d’un velo?
E qual certezza v’abbisogna? Avvinti
Verderli forse? OTELLO
OTELLO È il fazzoletto ch’io le diedi, pegno
Primo d’amor!
Ah, morte e dannazione!!
JAGO
JAGO
Quel fazzoletto ieri
Ardua impresa sarebbe; e qual certezza (Certo ne son) lo vidi in man di Cassio.
Sognate voi se quell’immondo fatto
Sempre vi sfuggirà?… Ma pur se guida OTELLO
È la ragione al vero, una sì forte
Congettura riserbo che per poco Ah! Mille vite gli donasse Iddio!
Alla certezza vi conduce. Udite. Una è povera preda al furor mio!!
Jago, ho il cor di gerlo.
(avvicinandosi molto ad Otello e sottovoce) Lungi da me le pïetose larve.
Tutto il mio vano amor esalo al cielo,
Era la notte, Cassio dormìa, gli stavo accanto. Guardami, ei sparve.
Con interrotte voci tradia l’intimo incanto. Nelle sue spire d’angue
Le labbra lente, lente movea, nell’abbandono L’idra m’avvince! Ah! sangue! sangue! sangue!
Del sogno ardente, e allor dicea, con flebil
suono (s’inginocchia)
“Desdemona soave! Il nostro amor s’asconda.
Cauti vegliamo! L’estasi del ciel tutto m’in- Sì, pel ciel marmoreo giuro! Per le attorte fol-
nonda.” gori!
Seguìa più vago l’incubo blando; con molle Per la Morte e per l’oscuro mar sterminator!
angoscia D’ira e d’impeto tremendo presto fia che sfol-
L’interna imago quasi baciando, ei disse gori
poscia:
(levando le mani al cielo)
“Il rio destino impreco che al Moro ti donò”.
E allora il sogno in cieco letargo si mutò. Questa man ch’io levo e stendo!
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Verdi: Otello - atto secondo
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