Egoista
UN ANNO DI
POST
2021/22
Contributi di genere scientifico trasferiti
sotto forma di comunicazione
Il Gene
Egoista
UN ANNO DI
POST 2021/22
Chemical
Educational
School
Se non avessi ascoltato i miei cari
questo libro non l'avrei mai scritto
ed ovviamente
pubblicato
Premessa
INTRODUZIONE
UN ANNO DI POST
2021/22
L'obiettivo è quello di, anzichè divulgare l'informazione
scientifica, fare in modo di riuscire a comunicarla. Quasi
trent’anni di lavoro nell’ambito chimico-farmaceutico, di
cui gli ultimi quindici come PS/MSL sono stati molto utili
nell’ apprendere cosa, a chi e come comunicare grazie ad
una tutto sommato ‘corposa’ serie di competenze. Quindi
una adeguata formazione sia durante il lancio che il post-
lancio di un farmaco, l’apprendimento degli strumenti
per interpretare le diverse tipologie di Studi Clinici (
https://www.scientific-european- federation-
osteopaths.org/differenti-tipi-di-studi-clinici/ e per i lettori
meno avvezzi http://www.ecranproject.eu/it ), il loro
disegno/contenuto e la relativa “valenza” scientifica
liberamente accertabile consultando le più rigorose
banche dati di bibliografia scientifica internazionali. E poi
mantenere i contatti con i Key Opinion Leaders ( KOLs ),
clinici ed altre figure professionali del panorama sanitario
ed instaurare con loro un rapporto preferenziale sulla
base delle conoscenze apprese circa l’offerta
farmacologica della farmaceutica, incluso l’utilizzo off-
label del farmaco ( farmaci registrati ed approvati ma
utilizzati per indicazioni terapeutiche diverse rispetto a
quelle per cui vengono prescritti ). Senza trascurare
ovviamente il partecipare ai Congressi nazionali e/o
internazionali ed agli Hospital meeting, con l’auspicio di
“individuare” nuovi esperti emergenti e con essi i centri
ospedalieri/universitari più adatti per iniziare nuovi Trials
Clinici. E tutto ciò facendo leva sulla comunicazione
scientifica e non sulla spesso assimilabile divulgazione.
Chi divulga ( generalmente un KOL, un clinico, un ricercatore ecc )
ha studiato lungamente ed approfonditamente una determinata
materia e si trova nella condizione di poter divulgare le proprie
conoscenze con un approccio tipicamente verticistico ( dall’alto in
basso... per farla semplice ). Chi comunica, invece, muove i propri
passi su di un asse orizzontale, allocentrico, facendo il possibile per
mantenere un atteggiamento equilibrato nel rapportare tra di loro
scienza, media e lettori.
Quanto al nesso con il libro da cui il nome sia del Gruppo che del
Blog: “ Così come il gene ha la capacità di creare copie di se stesso e
diffondersi attraverso la riproduzione degli organismi, così ciò che
apprendiamo e trasmettiamo si può diffondere ed i relativi livelli di
efficienza gli consentono di “sopravvivere” anche lungamente nel
tempo. Ma come il gene può subire una mutazione, così ciò che
comunichiamo è soggetto a tutta una serie di variabili le quali
possono decretarne la bontà trasferendosi da un lettore ad un altro,
oppure trovare scarsa diffusione ed “estinguersi”.
INDICE DEI POST
Post #1
Il Gene Egoista: ALZHEIMER, FDA APPROVA ADUCANUMAB
Post #2
Il Gene Egoista: ASTRAZENECA UN PO’ DI CHIAREZZA
Post #3
Il Gene Egoista: L’ITER REGISTRATIVO E LA SUCCESSIVA
APPROVAZIONE E POI COMMERCIALIZZAZIONE DI UN VACCINO
ANTI COVID (QUELLI IN USO QUALCUNO LI DEFINISCE
“FORZATAMENTE” SPERIMENTALI PUR AVENDO COMPLETATO
L’ITER RICHIESTO) ED IL CAMMINO DI UN FARMACO.
Post #4
Il Gene Egoista: UNA QUESTIONE DI PREVENZIONE PRIMARIA
Post #5
Il Gene Egoista: I VACCINI RAPPRESENTANO UN BENE PER LA
COLLETTIVITÀ.
Post #6
Il Gene Egoista: LOCKDOWN...NO GRAZIE!!! OGGI ABBIAMO I
VACCINI.
Post #7
Il Gene Egoista: PER UNA EFFICACE CAMPAGNA VACCINALE
BASTEREBBE SEMPLICEMENTE UNA “SPINTA GENTILE”
Post #8
Il Gene Egoista: DI VIRUS, VACCINI, MUTAZIONI, VARIANTI...
Post #9
Il Gene Egoista: MUTAZIONI, PROTEZIONE DALL’INFEZIONE E/O
DALLO SVILUPPO DELLA MALATTIA E TEST DI NEUTRALIZZAZIONE
ANTICORPALE.
Post #10
Il Gene Egoista: SARS-COV-2: I VACCINI NON CAUSANO LA
SELEZIONI DI VARIANTI E MUTA SI, MA IN MODO LIMITATO
Post #11
Il Gene Egoista: SARS COV 2...DA DOVE VIENI?
Post #12
Il Gene Egoista: LA LITANIA INFONDATA CHE IL VACCINO CAUSI
MUTAZIONI E VARIANTI NONCHÉ RESISTENZE AL VIRUS
Post #13
Il Gene Egoista: VACCINI E FARMACI UN TEAM VINCENTE CONTRO
IL COVID-19 ( ma attenzione a non dar vita ad inutili “tifoserie”).
Post #14
Il Gene Egoista: IL DR R W MALONE E’ VERAMENTE L’ “INVENTORE”
DEI VACCINI A mRNA”?
Post #15
Il Gene Egoista: IL PARADOSSO TANTO CARO AI NO VAX, SPIEGATO
DA UNA SEMPLICE FRAZIONE TRA NUMERATORE E
DENOMINATORE CHE DIMOSTRA QUANTO SIANO EFFICACI I
VACCINI ( e non il contrario )
Post #16
Il Gene Egoista: CONFERME DELL’EFFICACIA DEL VACCINO A
mRNA, ANCHE NEL CASO DELLE BREAKTHROUGH INFECTIONS
ARRIVANO ANCHE DA QUESTO STUDIO CONDOTTO A SINGAPORE
Post #17
Il Gene Egoista: VACCINATI E CONTAGI, CARICA VIRALE E COME SI
MISURA E L’ESPERIENZA DI CIÒ CHE AVVIENE IN ISRAELE
Post #18
Il Gene Egoista: UN GRAFICO ED UNA TABELLA ESTREMAMENTE
SIGNIFICATIVI DAGLI USA
Post #19
Il Gene Egoista: UNA TABELLA CHE NECESSITA DI UNA
SPIEGAZIONE
Post #20
Il Gene Egoista: FACCIAMO IL PUNTO SULLE CURE DOMICILIARI
PER INFEZIONI
DA COVID-19
Post #21
Il Gene Egoista: CANCRO...COME “RESISTI” E PERCHÉ
Post #22
Il Gene Egoista: IMPORTANTE NOVITÀ NELL’AMBITO DELLA CURA PER
COVID-19
NEL PAZIENTE NON OSPEDALIZZATO
Post #23
Il Gene Egoista: TERZA DOSE: RAGIONARE BENE MA NON IN TERMINI
DI O BIANCO O NERO, PERCHÉ ALLO STATO ATTUALE NON È
(ANCORA) POSSIBILE.
Post #24
Il Gene Egoista: TEST SALIVARI GREEN PASS E DIFFERENZE TRA I
DIVERSI TEST ANTI-COVID-19
Post #25
Il Gene Egoista: RNA-DEPENDED RNA POLYMERASE
Post #26
Il Gene Egoista: PFIZER AVVIA LO STUDIO DI FASE II/III SUGLI
ANTIVIRALI ORALI
PER LA PREVENZIONE DEL COVID-19
Post #27
Il Gene Egoista: MOLNUPIRAVIR (LAGEVRIO di Merck) E PAXLOVID
(Pfizer) AI NASTRI DI PARTENZA
Post #28
Il Gene Egoista: VIA LIBERA TEMPORANEA AGLI ANTIVIRALI
MOLNUPIRAVIR (LAGEVRIO di Merck) E PAXLOVID (Pfizer)
Post #29
Il Gene Egoista: LE INDICAZIONI DI EMA PER L’UTILIZZO
DELL’ANTIVIRALE PAXLOVID (Pfizer)
Post #30
Il Gene Egoista: TRA USA ED ITALIA REGALI DI NATALE, RICCHI PREMI
E COTILLONS DI FINE ANNO
Post #31
Il Gene Egoista: AGGIORNAMENTO ANTICORPI MONOCLONALI ED
ANCORA DUE PAROLE SU PAXLOVID
Post #32
Il Gene Egoista: IL “DIETRO ALLE QUINTE”, CHE HA CONDOTTO
ALLA FORMULAZIONE DI PAXLOVID
Post #33
Il Gene Egoista: COME LA STRUTTURA CHIMICA DEGLI
ALLUCINOGENI PUO’ SPIANARE LA VIA PER LO SVILUPPO DI
NUOVI FARMACI ANTIDEPRESSIVI
Post #34
Il Gene Egoista: LE DIVISIONI INVISIBILI DELL’EUROPA ALL’EPOCA
DELLA COVID
Post #35
Il Gene Egoista: CHERNOBYL, I RUSSI CONTROLLANO LA
CENTRALE NUCLEARE MA PER GLI ESPERTI CIO’ NON
RAPPRESENTA UN PROBLEMA
Post #36
Il Gene Egoista: LA SVOLTA GREEN DELL’INDUSTRIA MARITTIMA
Post #37
Il Gene Egoista: FISCHI PER FIASCHI
Post #38
Il Gene Egoista: FRAMMENTI DI “VITA” REALE SENZA LA
PRESUNZIONE DI “VOLER CAMBIARE LA STORIA PER MIGLIORARE
IL PRESENTE”
Post #39
Il Gene Egoista: ACCOSTAMENTI SEMISERI TRA LE PASTIGLIE PER
LAVASTOVIGLIE ED I MISCUGLI MISTERIOSI DI H. POTTER ED
HERMIONE
Post #40
Il Gene Egoista: UNA “CLEARINGHOUSE” PER BIG PHARMA MA IN
POCHI SANNO COSA SIA
Post #41
Il Gene Egoista: LA RICERCA DEL PUNTO MEDIO PERDUTO
Post #42
Il Gene Egoista: PUO’ LA GUERRA FAVORIRE LA SCOPERTA DI
FARMACI?
Post #43
Il Gene Egoista:ULTIM’ORA: COMUNICATO CONGIUNTO EMA
ECDC SULLA 4° DOSE
Post #44
Il Gene Egoista: LA GENERAZIONE 2.0 DEGLI ANTIVIRALI CONTRO
LA COVID-19 /
(Part One)
Post #45
Il Gene Egoista: LA GENERAZIONE 2.0 DEGLI ANTIVIRALI CONTRO
LA COVID-19 / (Part Two)
Post #46
Il Gene Egoista: LA GENERAZIONE 2.0 DEGLI ANTIVIRALI CONTRO
LA COVID-19 / (Part Three)
Post #47
Il Gene Egoista: ADUCANUMAB: DELLA SERIE METTERCI UNA
PEZZA E FARE UNA TOPPA PEGGIORE DEL BUCO
Post #48
Il Gene Egoista: SARS-COV-2: ANALISI DELLA TRASMISSIONE PER
VIA AEREA DELLE INFEZIONI RESPIRATORIE VIRALI
Post #49
Il Gene Egoista: IL MICRORGANISMO INGEGNERIZZATO CHE
PROTEGGE IL MICROBIOMA INTESTINALE DAGLI ANTIBIOTICI
Post #50
Il Gene Egoista: HYBRID IMMUNITY
Post #51
Il Gene Egoista: FARMACI RADIOATTIVI MIRATI (RADIOFARMACI)
ALIMENTANO SPERANZE PER LA CURA DEL CANCRO (First Part of
Two)
Capitolo 1
ALZHEIMER,
FDA APPROVA
ADUCANUMAB
ASTRAZENECA
UN PO’ DI
CHIAREZZA
L’ITER REGISTRATIVO E
LA SUCCESSIVA
APPROVAZIONE E POI
COMMERCIALIZZAZIONE
DI UN VACCINO ANTI
COVID
Per quelli che “credo nella scienza e nei suoi progressi farmacologici
ma i vaccini anti covid sono un’altra cosa. “
Anche i vaccini ( nel caso i 2 a vettore adenovirale ed i 2 a vettore a
mRNA ) come ogni altro farmaco, sono sviluppati seguendo le
classiche fasi della sperimentazione pre-clinica e clinica.
Questo vale per i vaccini ma anche per i farmaci e porto ad esempio
i monoclonali tipo blinatumomab ( leucemia ), daratumumab (
mieloma ), bamlanivimab, casirivimab, imdevimab ( covid ), ma c’è
ne sono molti altri ( circa 60 ) già approvati o ancora in attesa di
approvazione.
Anche per questi farmaci biologici così come per i vaccini, sono
necessari rigorosi controlli post-produzione che garantiscano
elevata similarità tra i differenti lotti in termini di:
* struttura
* attività biologica
* profilo di efficacia, sicurezza e immunogenicità perché non ci sono
ancora congrui numeri di studi che indichino potenziali effetti a
lungo termine. ( ma nel frattempo impattano positivamente su
numerose patologie incurabili sino a pochi anni fa )
Prima di essere considerato per uso umano, ogni prodotto
medicinale deve essere sottoposto ad una serie di test per valutarne
l’attività e la tossicità sia in vitro sia in vivo in modelli animali.Tutti gli
studi condotti in vitro, in vivo sull’animale ed ex vivo, sono definiti
studi “non-clinici” e accompagnano parallelamente lo sviluppo
clinico di un medicinale, ivi compreso un vaccino.Di questi, quelli
“pre-clinici” sono condotti prima della sperimentazione clinica di
Fase 1 First In Human (FIH).Terminata la fase pre-clinica ha inizio la
vera e propria sperimentazione clinica sull’uomo che prevede 3 Fasi
di sviluppo:
Fase 1. Prima somministrazione del vaccino sull’uomo per valutare la
tollerabilità e la sicurezza del prodotto (il numero dei soggetti
coinvolti è molto ridotto);
UNA QUESTIONE DI
PREVENZIONE
PRIMARIA
I VACCINI
RAPPRESENTANO
UN BENE PER LA
COLLETTIVITÀ
https://www.advisory.com/daily-briefing/2021/03/04/vaccine-transmission?
fbclid=IwAR1q3Fn5D34xItYPHnLGqv_4IpDyuDWhpwMn2Mf43ElOTOu4iNWl_lQYh
nQ
https://papers.ssrn.com/sol3/papers.cfm?
abstract_id=3790399&fbclid=IwAR0f2SI7IGAjgKhpp4qEIzoV79ihDl4phBr7dHW8Xv
tklb1FtTe7tlukuF0
https://www.fda.gov/media/144453/download?
fbclid=IwAR3i22qchjpX8YmIKFoOLB2Y8_ybl_i0ATNR0q__A0K41j6Gmx1wBBGkxHE
https://www.medrxiv.org/content/10.1101/2021.02.25.21252415v1.full?
fbclid=IwAR1q3Fn5D34xItYPHnLGqv_4IpDyuDWhpwMn2Mf43ElOTOu4iNWl_lQYh
nQ
https://www.cdc.gov/mmwr/volumes/70/wr/mm7013e3.htm?
fbclid=IwAR1GlxbLuPAygfdW25-wT3ZsMGn5nns0DeSgGkLF-
D5LevTh_5vbaSXdxpg
https://www.medrxiv.org/content/10.1101/2021.02.15.21251623v3?
fbclid=IwAR1WigR_wEMk5TZhauAYOj4p3lnXWBD8tO4og3LCpu_VzVrIajZktvQfaBw
https://www.ecdc.europa.eu/sites/default/files/documents/Risk-of-transmission-
and-reinfection-of-SARS-CoV-2-following-vaccination.pdf?
fbclid=IwAR2ag9_G8lIAQ4aDZLe5J42-
5_ovJcZfVpWXP0WJQWumddb3mn5OBwbe0nc
https://www.medrxiv.org/content/10.1101/2021.02.06.21251283v1?
fbclid=IwAR0HWBl0r4UwvtCyt85xx9fsJo2C_HihhnqA_wvUbUEEhojDLtci_4fQnAA
https://www.cdc.gov/coronavirus/2019-ncov/vaccines/stay-up-to-date.html?
CDC_AA_refVal=https%3A%2F%2Fwww.cdc.gov%2Fcoronavirus%2F2019-
ncov%2Fvaccines%2Ffully-vaccinated.html
https://papers.ssrn.com/sol3/papers.cfm?
abstract_id=3825573&fbclid=IwAR0UuDBSTr1S7HpF8qfjcTIMIJZ8Dh27RCDHoGNf
AlXqZ8uGzpvj47YSGQc
https://www.garanteprivacy.it/web/guest/home/docweb/-/docweb-
display/docweb/9550331?
fbclid=IwAR3iWBm5fJmR0F94eer6ZPcTzr7vlf0XpSM59_ejztbp9fmA7_FHjVyroCA
https://www.senato.it/leg/18/BGT/Schede/ProcANL/ProcANLscheda45263.htm?
fbclid=IwAR2OheBHQglqQ_O5jZqGFzmZ_dPquXYNmyf2obrI_nMbCBZnFPv5r53NY
R4
Capitolo 6
LOCKDOWN...NO
GRAZIE!!! OGGI
ABBIAMO I
VACCINI.
DI VIRUS, VACCINI,
MUTAZIONI,
VARIANTI...
MUTAZIONI, PROTEZIONE
DALL’INFEZIONE E/O
DALLO SVILUPPO DELLA
MALATTIA E TEST DI
NEUTRALIZZAZIONE
ANTICORPALE
PREMESSA
Mi rendo sempre più conto che si dovrebbe porre la giusta
attenzione a cosa e come leggiamo/ascoltiamo, interpretando
notizie/articoli/interviste che ogni giorno rimbalzano tra quotidiani e
televisione. Faccio un esempio: se uno studio dimostra che gli
anticorpi indotti dalla vaccinazione hanno una diminuita capacità
“in vitro” di neutralizzare le VARIANTI di Sars Cov 2, NON SI
SOSTIENE che tali varianti siano capaci di eludere il vaccino e che gli
anticorpi prodotti non abbiano attività su tali varianti!!!
Significa semplicemente che se ci si trova in presenza di una
variante, la capacità di neutralizzazione può essere ridotta, pur
rimanendo parecchio significativa.
PERCHÉ?
1. In laboratorio vengono pre incubati campioni di siero a diluizioni
diverse uniti ad una quantità conosciuta di virus (coltura cellulare
infetta).
SPIEGAZIONE
I campioni di siero possono avere una capacità neutralizzante a
diluizioni diverse, del tipo: 1:40, 1:80, 1:160, 1:320 ecc. Ovviamente un
campione di siero neutralizzante ad una diluizione di 1:320 sarà “ più
potente” del campione di siero che neutralizza ad una diluizione
1:40 ma tuttavia ancora capace di impedire l’infezione cellulare,
contenendo anticorpi neutralizzanti sia pure ad attività ridotta ma
non assente, rispetto ai campioni di siero “più potenti”.
COSA SUCCEDE “IN VIVO”.
NOTA A MARGINE
Secondo molteplici studi, diversi agenti virali, sono in grado di
reinfettare. In questo caso tuttavia:
- l’infezione resta ( di solito) asintomatica.
- La reinfezione diminuisce di molto la capacità dell’individuo
infetto di trasmettere a sua volta l’infezione.
- Si stimola maggiormente l’immunità, predisponendo ad una
maggiore capacità di difesa.
Senza dimenticare il ruolo della risposta mediata dai linfociti T, che
hanno il compito di riconoscere le cellule infettate e di eliminarle (e
con esse il virus).
Capitolo 10
SARS-COV-2: I VACCINI
NON CAUSANO LA
SELEZIONI DI
VARIANTI E MUTA SI, MA
IN MODO LIMITATO
IL VIRUS MUTA?
Si è detto ormai fino alla noia che i virus, e in particolare i virus con
genoma a RNA (come il coronavirus responsabile di Covid-19),
mutano in continuazione e lo fanno in modo casuale, perché si
riproducono grazie all’attività di un enzima che può introdurre degli
errori che, se conferiscono un vantaggio evolutivo al virus, ad
esempio rendendolo più facilmente trasmissibile, vengono fissati e
conservati in varianti che sostituiscono quelle che sono circolate
precedentemente. SARS-CoV-2, a differenza di quanto si narra, in
realtà muta molto poco: molto meno rispetto a coronavirus simili o
rispetto ad altri virus ampiamente diffusi nella popolazione, come
morbillo, parotite, epatite B, influenza, epatite C, HIV. Per questi
ultimi virus, inoltre, l’efficacia dei vaccini in uso (tranne HCV e HIV
per i quali non esistono vaccini, e influenza, ma per motivi che ora
sarebbe troppo lungo spiegare) è ESTREMAMENTE elevata.
IL VACCINO FACILITA LE VARIANTI?
QUINDI?
SARS COV
2...DA DOVE
VIENI?
https://www.google.com/amp/s/www.nytimes.com/2021/06/25/opinio
n/coronavirus- lab.amp.html
TRADUZIONE
[...Da dove viene il coronavirus? I dubbi legati a quello che per ora
sappiamo: la pandemia di influenza H1N1 del 1977-78 che emerse dal
nord-est dell'Asia e uccise circa 700.000 persone in tutto il mondo,
aveva caratteristiche curiose tra cui il fatto che colpì quasi
esclusivamente persone intorno ai 20 anni o anche più giovani. Gli
scienziati dell’epoca scoprirono poi un'altra particolarità che
avrebbe potuto spiegare questa caratteristica: il virus H1N1 era
praticamente identico a un ceppo che circolava negli anni '50, e le
persone nate prima di quell’anno avevano un'immunità che le
proteggeva, mentre i più giovani no. Ma come era possibile che il
virus in questione fosse rimasto così stabile geneticamente, dato
che i virus mutano continuamente? Gli scienziati ipotizzarono che
fosse stato congelato/conservato in laboratorio. Infatti questo virus
fu poi scoperto essere sensibile alle alte temperature,una
caratteristica tipica dei virus utilizzati nella ricerca sui vaccini { ma
non presente in quelli selvatici).
LA LITANIA INFONDATA
CHE IL VACCINO CAUSI
MUTAZIONI E VARIANTI
NONCHÉ RESISTENZE AL
VIRUS
www.pnas.org/cgi/doi/10.1073/pnas.2017726117
######
Capitolo 13
https://www.ansa.it/canale_scienza_tecnica/notizie/ricerca_istituzioni
/2021/05/20/scienziati- no-ai-fondi-pubblici-per-lagricoltura-
biodinamica-_7bf2cd58-78da-482f-a84f- 6f2a543ecd31.html
######
Capitolo 14
IL DR R W MALONE
E’ VERAMENTE L’
“INVENTORE” DEI
VACCINI A mRNA”?
Scrivo questo post, non tanto a beneficio dei più incalliti sostenitori
no-vax ( che quasi certamente lo ignoreranno e/o cestineranno ),
quanto per tutti coloro curiosi delle conquiste nel campo delle
Scienze Biomediche o scettici con ragionevole buon senso
anzicheno’ circa un vaccino per il quale PARE non ci siano molte
evidenze in letteratura, ma impossibilitati, per mancanza di tempo
ad esempio, ad approfondire o verificare determinati argomenti e
disposti a leggere un contributo in più’, per quanto assai modesto,
ma verificabile attraverso un numero tutto sommato “decente” di
fonti a riferimento.
Confesso, per mia ignoranza, che prima di imbattermi nelle due
fotografie che accompagnano il post, non mi ero mai posto il
problema a chi, la comunità scientifica avesse riconosciuto tale
paternità, principalmente per due motivi:
il primo perché, sinceramente trattasi di un argomento non
propriamente scientifico, il secondo perché il nome sia del Dr.
R.W.Malone che della Dr.ssa Katalin Karikò, mi erano totalmente
sconosciuti (e su questo, nulla di strano). Ma mentre la Dr.ssa Karikò
ed il suo collaboratore Drew Weissman, pur mantenendo un profilo
che definire basso è riduttivo, vengono accreditati da terzi (vedasi
articolo del NYT e da citazioni bibliografiche del mondo
accademico), il Dr Malone assurge agli onori della cronaca, nel
momento in cui egli stesso (sì, avete letto bene, egli stesso) si auto
proclama come il “padre” dei vaccini ad mRNA, e lo fa oltre che
attraverso interviste televisive (i cui canali ognuno ha la possibilità di
andarsi a vedere quali siano), sopratutto con un sito web personale
di cui allego il link:
https://www.rwmalonemd.com/?
fbclid=IwAR3bdYSoh3bVrZZeq1Gm2JKYDSsfNQ3UFWQpTdIwOjfVe
wZibSLj95lFTbo. Un sito, peraltro, curato per molte sezioni, dalla
moglie Jill Glasspool Malone Phd, specialista nella gestione di
progetti preclinici, regolatori e clinici, con competenze speciali in
questioni di politica pubblica e normative federali, co-fondatrice di
una serie di aziende biotecnologiche dopo aver ricoperto incarichi
nel settore delle biotecnologie e nel mondo accademico e, guarda
caso, Presidente presso RW Malone MD, LLC. (Chi ha orecchie per
intendere, intenda). Questa situazione, definiamola ambigua e sotto
certi versi anche divertente, mi ha spinto a compiere qualche analisi
e questi che seguono sono i risultati.
Incominciamo con il dire che una rapida ricerca su PubMed ( questo
il link, se qualcuno volesse controllare,
https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/?
fbclid=IwAR2Ngq3b16qnvBIKC1kY7vcaQrJH9vXNsuqtX3aeNjYQGLDr
bNkMACRgU2s digitando nel campo il nominativo Malone R W, mi
ha restituito un totale di 54 pubblicazioni; di queste, una è del 1954,
per cui trattasi chiaramente di omonimia, alcuni di “doppioni”
mentre quelli dell’84/85 sono antecedenti il suo Dottorato, per cui
rimangono poco meno di 50 pubblicazioni dal 1989 ad oggi. Un
numero quindi non certo esaltante, se consideriamo che ad
esempio, il Proff. Guido Silvestri dell’Università di Atlanta ed in Italia
non particolarmente “famoso” ma considerato uno dei massimi
esperti a livello internazionale sullo studio dell’HIV, ha indicizzato
circa 255 pubblicazioni a partire dal 2002. Ma andiamo oltre e
ritorniamo al sito personale. Qui, in una sezione, tra l’altro scritta
dalla moglie, si legge: “Storia di come i vaccini a mRNA sono stati
scoperti” in cui, oltre a ribadire la paternità della scoperta, si adduce
come prima prova, la pubblicazione dell’Agosto 1989 dal titolo
“Cationic liposome- mediated RNA transfection” by R W Malone, P L
Felgner, and I M Verma e di cui, come sempre, allego il link:
https://www.rwmalonemd.com/mrna-vaccine-inventor ed in cui, il
Dr Malone è Principal Investigator, ossia Autore Principale.A questo
punto allora, per curiosità, ho scaricato l’intero studio (per chi vuole
può fare altrettanto
qui:https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC297778/pdf/pnas
00283-0074.pdf?
fbclid=IwAR34EyBYZcjacUM9OxkcJN22Kkwo2v6VpEQnNbQXAUpJG
VPYSq_gIzI_naMe me lo sono letto.
Prima però di riassumerlo (per chi si fida) e di trarne qualche
conclusione, mi concedo una domanda curiosa e provocatoria allo
stesso tempo: ma come!? I detrattori dei vaccini, i no vax o più
semplicemente gli scettici, che lamentano la mancanza di tempo e
studi per una tecnica come quella dei vaccini ad mRNA e poi citano
a supporto il Dr R.Malone, che pubblica qualche cosa, poi vedremo
cosa, nel 1989 (oltre trent’anni fa), che problemi di coerenza hanno?
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Capitolo 16
CONFERME DELL’EFFICACIA
DEL VACCINO A mRNA, ANCHE
NEL CASO DELLE
BREAKTHROUGH INFECTIONS
ARRIVANO ANCHE DA QUESTO
STUDIO CONDOTTO A
SINGAPORE
https://www.medrxiv.org/content/10.1101/2021.07.28.21261295v1
RISULTATI/CONCLUSIONE:
VACCINATI E CONTAGI,
CARICA VIRALE E COME
SI MISURA
E L’ESPERIENZA DI CIÒ
CHE AVVIENE IN ISRAELE
Perché succede?
Qui si ipotizza che il titolo neutralizzante misurato nella settimana
precedente l'evento a rischio di contagio sia associato a questa
probabilità, e si dimostra anche che più è alto il titolo neutralizzante
in chi comunque si infetta, più è basso il titolo del virus rilevato nel
tampone (in PCR) e più breve è la durata della viremia.
Cosa aggiunge questo studio alle conoscenze pregresse ?
Conferma quello che si sta sempre di più osservando, il titolo
neutralizzante di anticorpi circolanti (immunità umorale) sembra
essere inversamente correlato alla probabilità di infettarsi con il
virus. Questo è chiaramente e facilmente spiegabile dal punto di
vista immunologico ed è la ragione ad esempio, del perché si è
protetti non il giorno dopo l'iniezione con il vaccino, ma 2 settimane
dopo la seconda dose (quando prevista). Questo titolo poi cala nel
tempo, per cui più questo titolo è basso, più si ha la possibilità di
infettarsi nonostante la vaccinazione.
**********
UN GRAFICO ED
UNA TABELLA
ESTREMAMENTE
SIGNIFICATIVI
DAGLI USA
Fonte:
Studio della Kaiser Family Foundation (KFF Analysis of State
Level Data, Johns Hopkins University) con l’ausilio dei dati
della
https://coronavirus.jhu.edu/map.html
[https://www.kff.org/about-us/]
Questa tabella ed il grafico che la precede, ancora una volta
evidenziano quanto i vaccini siano
efficaci nel limitare i casi gravi/decessi a causa del Sars Cov-2,
nonché l’esposizione alla infezione tra il pool della popolazione
completamente vaccinata rispetto a quella non completamente
vaccinata.
Grafico 1.
Tabella 2.
FACCIAMO IL PUNTO
SULLE CURE DOMICILIARI
PER
INFEZIONI DA COVID-19
⨁⨁⨁⨁ Alto
⨁⨁⨁◯ Moderato
⨁⨁◯◯ Basso
CORTISONICI
I cortisonici hanno dimostrato una significativa efficacia, sono da
mesi utilizzati in ambito ospedaliero e ugualmente riconosciuti
anche nella gestione del paziente domiciliari [4]. Restano ancora
controversie sulla tempistica della loro somministrazione: le linee
guida AIFA, ad esempio, peccano di eccessivo attendismo. Noi
riteniamo che, poiché la velocità con cui i vari attori
dell’infiammazione entrano in scena non è costante, e poiché
l’evoluzione infiammatoria può essere travolgente, i cortisonici
andrebbero somministrati non appena le condizioni del paziente
sono giudicate meritevoli dal medico curante, senza tergiversare. In
linea con la loro farmacodinamica, i cortisonici devono essere
somministrati a dose piena (desametasone: 6 mg/die,
metilprednisolone 32 mg/die, prednisone: 40 mg/die, idrocortisone:
160 mg/die).
ANTIBIOTICI
Le sovrainfezioni batteriche si sviluppano nel 10-15% dei pazienti
COVID-19 (1), e quindi la pandemia non deve essere l’occasione per
un generalizzato e pericoloso abuso di antibiotici. Tuttavia, nel caso
si sospetti fondatamente di sovrainfezioni, riteniamo più corretto il
ricorso ad agenti battericidi ad ampio spettro d’azione quali le
penicilline, le cefalosfosporine o i fluorochinoloni [5], piuttosto che
batteriostatici a spettro modesto. Dal momento che sono stati
rilevati casi di sovrainfezioni da micoplasmi (principalmente
M.Pneumoniae), è utile ricordare che solo i fluorochinoloni sono
anche attivi verso questi patogeni. Per assicurare copertura verso i
micoplasmi nel caso si scelgano i beta-lattamici, si può puntare
sull’associazione con azitromicina o altri macrolidi [5]. Riteniamo che
questo sia l’unico uso razionale dell’azitromicina [6]: non ha senso -
come veniva consigliato in molte linee guida fino a poche
settimane fa - prescriverla da subito poiché il suo supposto
potenziale antivirale ed antinfiammatorio si è rivelato poco
rilevante. La somministrazione prematura di azitromicina potrebbe
invece promuovere fenomeni di disbiosi intestinale e polmonare,
nonché selezionare ceppi di batteri resistenti. La terapia antibiotica
va sempre accompagnata – se non la si fosse già iniziata -
dall’assunzione di probiotici.
EPARINA
Quando sussistono condizioni sopravvenenti o preesistenti (es:
sindrome da immobilizzazione in particolare nel paziente anziano
ricoverato in Casa di Riposo o RSA; ridotta mobilità, ovviamente
assai frequente se il paziente si sente spossato) che possano favorire
il rischio di evoluzione verso un quadro microtrombotico, l’eparina a
basso peso molecolare andrebbe prescritta alla dose profilattica
standard di 4000 UI/die, essendo stato dimostrato il beneficio in
studi condotti su un ampio numero di pazienti non ospedalizzati [7].
ANTIVIRALI ANTI SARS-CoV-2
Nessuno degli antivirali sin qui utilizzati ha trovato un riscontro
pienamente positivo negli studi clinici presi in considerazione dalle
Autorità. Tuttavia, se i farmaci sin qui proposti venissero riabilitati [8] o
se ne aggiungessero altri, andrebbero somministrati sin dalla
diagnosi. Merita un cenno l’idrossiclorochina che, proprio per la
contraddittorietà dei risultati [9,10], è stata riammessa per l’uso off-
label in COVID-19 a seguito di un’ordinanza del Consiglio di Stato in
attesa di dati più chiari.
SUPPLEMENTI E VITAMINE
Alcune molecole e preparati possiedono un potenziale di utilità sia
come strategia preventiva che come terapia aggiuntiva. Si tratta delle
vitamine D e C [11], della N- Acetilcisteina [12] e di specifici probiotici
[13]. L’uso si questi semplici e sicurissimi prodotti – oggetto di un poco
comprensibile scetticismo - potrebbe aumentare la resilienza dei
soggetti a rischio, ristabilendo anche un po’ di ordine nella confusa
moltitudine di supplementi e integratori dall’utilità solo supposta e
spesso dubbia ].
Bibliografia
1. Suter F, Perico N, Cortinovis M, et al. A recurrent question from a
primary care physician: How should I treat my COVID-19 patients at
home? An update. Clin Med Invest. 2020.
2. Sestili P, Fimognari C. Paracetamol-Induced Glutathione
Consumption: Is There a Link With Severe COVID-19 Illness? Frontiers
in pharmacology. 2020;11:579944.
3. Baghaki S, Yalcin CE, Baghaki HS, et al. COX2 inhibition in the
treatment of COVID-19: Review of literature to propose repositioning
of celecoxib for randomized controlled studies. International journal
of infectious diseases : IJID : official publication of the International
Society for Infectious Diseases. 2020 Dec;101:29-32.
4. Rello J, Waterer GW, Bourdiol A, et al. COVID-19, steroids and other
immunomodulators: The jigsaw is not complete. Anaesthesia, critical
care & pain medicine. 2020 Dec;39(6):699-701.
5. Beović B, Doušak M, Ferreira-Coimbra J, et al. Antibiotic use in
patients with COVID-19: a 'snapshot' Infectious Diseases
International Research Initiative (ID-IRI) survey. The Journal of
antimicrobial chemotherapy. 2020 Nov 1;75(11):3386-3390.
6. Verdejo C, Vergara-Merino L, Meza N, et al. Macrolides for the
treatment of COVID-19: a living, systematic review. Medwave. 2020
Dec 14;20(11):e8074.
7. Rentsch CT, Beckman JA, Tomlinson L, et al. Early initiation of
prophylactic anticoagulation for prevention of COVID-19 mortality: a
nationwide cohort study of hospitalized patients in the United
States. medRxiv : the preprint server for health sciences. 2020 Dec 11.
8. Paul SS, Biswas G. Repurposed Antiviral Drugs for the Treatment
of COVID-19: Syntheses, Mechanism of Infection and Clinical Trials.
Mini reviews in medicinal chemistry. 2020 Dec 22.
9. Younis NK, Zareef RO, Al Hassan SN, et al. Hydroxychloroquine in
COVID-19 Patients: Pros and Cons. Frontiers in pharmacology.
2020;11:597985.
10. Carafoli E. Chloroquine and hydroxychloroquine in the
prophylaxis and therapy of COVID-19 infection. Biochemical and
biophysical research communications. 2020 Sep 30.
11. Name JJ, Souza ACR, Vasconcelos AR, et al. Zinc, Vitamin D and
Vitamin C: Perspectives for COVID-19 With a Focus on Physical
Tissue Barrier Integrity. Frontiers in nutrition. 2020;7:606398.
12. Zhou N, Yang X, Huang A, et al. The potential mechanism of N-
acetylcysteine in treating COVID-19. Current pharmaceutical
biotechnology. 2020 Dec 28.
13. Donati Zeppa S, Agostini D, Piccoli G, Stocchi, V. and Sestili, P..
Gut Microbiota Status in COVID-19: An Unrecognized Player?
Frontiers in cellular and infection microbiology. 2020;10:576551.
Capitolo 21
CANCRO...COME
“RESISTI” E
PERCHÉ
IMPORTANTE NOVITÀ
NELL’AMBITO DELLA
CURA PER
COVID-19 NEL PAZIENTE
NON OSPEDALIZZATO
Scrivo questo post ben prima che una eventuale terza dose di
vaccino venga codificata in termini di perché, quando, a chi e come
e senza sapere se l’organismo politico deciderà o meno di renderla
obbligatoria, ovviamente unitamente alla vaccinazione in generale.
E lo faccio partendo dal presupposto che qualsiasi decisione politica
in merito, debba risentire di forti implicazioni scientifiche e che
[...quando esistono evidenze forti e generalmente condivise dalla
comunità scientifica, la discussione non è legittima, e non è
democratica, se non prende in considerazione queste evidenze, e se
quindi si svolge come se queste evidenze non vi fossero...].
Fortunatamente per tutti, oggi, grazie alla rete e a numerose
quanto accreditate e trasparenti banche dati bibliografiche
internazionali, chiunque ha la possibilità di accedere allo stato
attuale delle conoscenze scientifiche attuali, e magari potendo
contare su alcuni “free pass” a studi in fase di elaborazione
preliminare, nonché alle evidenze sperimentali pregresse o in atto.
Ciò che è molto più complesso, è addivenire ad una sintesi di tanto
materiale, in modo da poter suggerire una risposta perfetta ad ogni
domanda, dubbio o perplessità, che gli Studi stessi, molto spesso,
sono i primi a mettere in luce. E questo è il motivo per cui, in campo
scientifico, su alcune questioni ( non su tutte a Dio piacendo ), è
impossibile esprimersi come se esistesse solo o il bianco o il nero. Mi
rendo conto che gli organi di informazione in generale, vivano, per
molte ragioni che qui non è opportuno elencare, di sensazionalismo
allo stato puro, per intenderci “ l'uomo che morde il cane" fa più
notizia del "cane che morde l'uomo". Così come è indubbio che la
Scienza (quella con la S maiuscola) - essendo per definizione una
conoscenza "in progress" - proceda attraverso errori e soluzioni
perfettibili, ma sicuramente sufficienti a metterci al riparo dalla
maggior parte dei pericoli (non tutti, purtroppo ed ad ora). Ed
esistono, con buona pace dei più irriducibili quanto livorosi
polemico- detrattori seriali, criteri oggettivi per definire ciò che è
scienza e ciò che non lo è. E non mi riferisco alla Scienza come fonte
di verità assolute, ma di verità dei fatti e che ha come diretto contro
altare, non lo scetticismo, ma la menzogna più becera. Verità “dei
fatti” che ben si distaccano dalle opinioni in egual misura di come le
opinioni “dovrebbero” distinguersi dalle stronzate. Scritto questo
doveroso preambolo, cerchiamo di capire cosa le evidenze
scientifiche e gli studi clinici, ci suggeriscono circla terza dose di
vaccino.
Gli Stati Uniti prevedono di proporre una terza dose di richiamo per i
vaccini Pfizer e Moderna a partire da Settembre, ( e questo in un
periodo in cui proprio sui temi terza dose e vaccinazioni in età
pediatrica non corre propriamente buon sangue tra FDA, con
l’addio di Marion Gruber, ed Amministrazione Biden, “accusata” di
dar maggiori attività regolatorie al CDC ) come contro misura a
quella che per ora appare come una diminuzione del grado di
protezione offerto dai vaccini e, se confermato ed in che misura,
imputabile sia ad un declino della risposta anticorpale sia alle
caratteristiche della variante Delta. Subito due precisazioni. La
prima: questa evenienza non deve stupirci dal momento che ci
troviamo di fronte ad un nuovo coronavirus, ed il nostro sistema
immunitario, reagisce in modo diverso a seconda dei patogeni che
deve affrontare. Del resto due vaccinazioni contro il morbillo ci
proteggono per il resto della nostra vita, mentre dobbiamo
sottoporci annualmente al vaccino anti influenzale e questo perché
i vaccini, per farla semplice, imitano le infezioni “naturali”. La
seconda: sino ad oggi, sono stati utilizzati in tutto il mondo ( non so
se lo sapete, ma vale la pena controllare ) 22 vaccini anti CoV-19 con
una somministrazioni di quasi 5 miliardi di dosi. Nella maggior parte
dei casi, quando si sono manifestate reazioni, si trattava di reazioni
lievi o molto lievi, ma in alcuni casi (sporadici se rapportati al
numero delle somministrazioni ) si sono manifestate reazioni più
serie e gravi ma sempre al di sotto della loro “naturale” incidenza
annuale sulla popolazione. ( per chi desidera può approfondire a
questi link: https://www.nih.gov, https://www.ema.europa.eu/en,
https://www.aifa.gov.it e https://www.fda.gov, non proprio pochi
insomma). Correttamente però, mi corre sottolineare come i dati
oggi a disposizione su una eventuale terza dose,non siano ancora
nella loro totalità definitivi, dal momento che l’intero apparato
Accademico e Scientifico deve ancora appurare a che livello di
risposta anticorpale scende il nostro sistema immunitario, in quanto
tempo e stratificare queste informazioni tra le varie tipologie di
persone per età, sesso e malattie pregresse o concomitanti, al fine
di individuare un target preciso per una eventuale routinaria terza
dose. Cito e commento tre studi che al momento, sono al vaglio in
questo senso. Inizio con un recente Studio Israeliano, i cui risultati
preliminari sono stati “resi noti” ;) a fine Agosto dal Maccabi Health
Services: https://www.maccabi4u.co.il/1781-he/Maccabi.aspx in cui si
dimostra che solo 37 persone su 149.144, pari allo 0,02% sono
risultate positive al Covid-19, dopo aver ricevuto la terza dose del
vaccino Pfizer, mentre 1.064 persone su 675.630, ossia quasi lo 0,2%
sono risultate positive dopo aver ricevuto solo due dosi di vaccino
tra gennaio e febbraio. Il disegno dello studio prevedeva che le
caratteristiche demografiche, fossero simili tra i due gruppi in
esame. I ricercatori israeliani suggeriscono, in questa fase
preliminare dell’elaborazione dello studio, che una terza dose di
vaccino COVID-19 Pfizer (NYSE:PFE) e BioNTech (NISDQ:BNTX) porta
a notevoli incrementi del grado di immunità nelle persone di età ≥
60 anni e che il grado di protezione contro l’infezione, secondo gli
scienziati del Gertner Institute e del KI Institute, aumenta di quattro
volte 10 giorni dopo la somministrazione della terza dose .Inoltre, i
pazienti che hanno ricevuto una terza dose hanno anche
manifestato un grado di protezione contro le manifestazioni più
gravi della malattie e le ospedalizzazioni, da 4 a 6 volte superiore, e
la conclusione preliminare è stata che nelle persone con più di 60
anni, una terza dose di vaccino risulta essere efficace all’86% nella
protezione verso le re-infezioni (anche asintomatiche o
paucisintomatiche).
In una recentissima intervista la Dr.ssa Anat Ekka Zohar (VP, Head of
Quality, Research and Digital health Division at Maccabi Health care
Services) ha dichiarato: “La tripla dose è la soluzione migliore per
arginare l'attuale ondata di infezione”. Se volete, potete cercare
qualche dato su questo studio a questo link:
https://www.health.gov.il/English/Pages/HomePage.aspx.
##########
Capitolo 24
Per ottenere il Green Pass si potrà far ricorso anche al test salivare
molecolare disciplinato dalla seguente circolare del Ministero della
Salute:
(https://www.seremi.it/sites/default/files/Circolare%20Salivari%2014%
2005.pdf) e per il quale si è attesa la pubblicazione in Gazzetta
Ufficiale della legge di conversione del decreto n. 105, approvato in
Consiglio dei Ministri il 23 luglio, approvato alla Camera il 9
settembre e al Senato con fiducia il 15 settembre e pubblicata il 18
settembre e che attesta quanto segue:
[... Ai fini dell’art.9 del Decreto Legge 22 aprile 2021, n. 52, valgono le
seguenti definizioni/precisazioni:
certificazioni verdi COVID-19: le certificazioni comprovanti lo stato
di avvenuta vaccinazione contro il SARS-CoV-2 o guarigione
dall'infezione da SARS-CoV-2, ovvero l’effettuazione di un test
antigenico rapido o molecolare, quest’ultimo anche su campione
salivare e nel rispetto dei criteri stabiliti con circolare del Ministero
della salute, con esito negativo al virus SARS-CoV-2;
e) all’articolo 9:
Link: https://www.gazzettaufficiale.it/eli/gu/2021/09/18/224/sg/pdf
pagina 45, colonna a sx.
Ricapitoliamo tutto ciò che sappiamo, ad ora, sui vari test.
Innanzitutto iniziamo a suddividerli in due categorie:
Faccio presente che un test di questo tipo con esito negativo non è
in grado di escludere la presenza di una infezione asintomatica o in
fase iniziale, con il rischio che il soggetto possa essere contagioso.
Test Fai Da Te: ( NON valido per l’ottenimento del green pass )
RNA-DEPENDED
RNA
POLYMERASE
##############
Capitolo 26
(https://cen.acs.org/acs-news/acs-meeting-news/Pfizer-unveils-oral-
SARS-CoV/99/i13).
Ebbene sì, avete letto bene: 210 scienziati per produrre poco di più di
1 Kg di composto. ( ancora scettici? ).
Facciamo un balzo a fine Settembre 2021, Pfizer annuncia l'inizio
della fase II/III dello studio EPIC-PEP ( E valutazione di P rotease I
nhibition per C OVID-19 a P Ost- E Xposure P rophylaxis) per valutare
la sperimentazione dell’antivirale orale PF- 07321332, somministrato
insieme ad una bassa dose di ritonavir, per la prevenzione
dell’infezione da COVID-19. Questo studio di fase II/III rientra in un
programma di ricerca clinica globale che arruolerà individui che
hanno almeno 18 anni e vivono nella stessa famiglia di un soggetto
con un'infezione sintomatica confermata di SARS-CoV-2.
MOLNUPIRAVIR
(LAGEVRIO di Merck) E
PAXLOVID (Pfizer)
AI NASTRI DI PARTENZA
##############
Capitolo 28
VIA LIBERA
TEMPORANEA AGLI
ANTIVIRALI
MOLNUPIRAVIR
(LAGEVRIO di Merck) E
PAXLOVID (Pfizer)
LE INDICAZIONI DI EMA
PER L’UTILIZZO
DELL’ANTIVIRALE
PAXLOVID (Pfizer)
(http://www.quotidianosanita.it/scienza-e-farmaci/articolo.php?
articolo_id=100984&fr=n&fbclid=IwAR3yZLLqZ8yD_iEl-
ovIy9yQaBGYSTTTKTqHhhOP5UmXMV4JidWpKWnu9UU)
Capitolo 30
AGGIORNAMENTO
ANTICORPI
MONOCLONALI ED
ANCORA
DUE PAROLE SU
PAXLOVID
IL “DIETRO ALLE
QUINTE”, CHE HA
CONDOTTO ALLA
FORMULAZIONE DI
PAXLOVID
Sono stato sempre incuriosito dal lavoro svolto che portò a questa
formulazione ormai assunta agli onori anche della cronaca, e
contestualmente mi sono spesso interrogato, leggendo le più
disparate pubblicazioni al riguardo, su come quel progetto fosse
stato seguito, volgendo spesso l’occhio sulle risorse impiegate, i
tempi di realizzazione ed i rischi connessi ad una tale operazione.
Questa vicenda, tutto sommato dai contorni intriganti, da leggersi
quasi fosse un racconto, iniziò il venerdì 13 marzo del 2020, quando il
chimico Dafydd Owen, impegnato nella progettazione e sviluppo di
farmaci alle dipendenze della R&D ( Ricerca e Sviluppo ) di Pfizer a
Cambridge, nel Massachusetts, anziché rimanere come al solito nel
proprio ufficio, fu rimandato a casa. In una intervista dichiarò in
seguito: “Siamo stati tutti rimandati a casa quel venerdì perché, a
quel tempo, il mondo era completamente diverso”. Ritornando a
casa, Owen, sapeva comunque bene che quella decisione non era
stata certamente presa per far si che lui si potesse spaparanzare
tranquillamente sul proprio divano per abbuffarsi di Netflix e
popcorn. Ehh no!
Come molti colossi farmaceutici, in quel periodo, anche la Pfizer
stava mettendo in stand-by la maggior parte dei progetti pregressi
per poter far fronte all'emergenza nazionale causata dalla COVID-19
ed infatti, quel venerdì, il CEO di Pfizer rese noto ai propri
collaboratori più stretti, un piano in cinque punti che riassumeva in
sostanza, quale dovesse essere la risposta dell’Azienda alla Covid-19.
Tradotto, i capi di Owen, perseguendo una prassi insolita, gli
chiesero di trascorrere il fine settimana pensando a quali risorse
avrebbe avuto di bisogno per avviare un programma capace di
sviluppare un farmaco orale per combattere la pandemia
emergente. Preciso, ad onor del vero, che Owen era anche a
conoscenza del fatto, tutt’altro che trascurabile, che in termini di
risorse, lui e quello che sarebbe diventato il suo team, avrebbero
potuto far conto sul 50% di risorse in più, rispetto a quelle
normalmente riservate a qualunque altro programma di ricerca,
anche se ovviamente il tempo a disposizione sarebbe stato molto
più breve. So...what was the problem? Owen, oltre a non essere mai
stato un capo progetto, non aveva mai lavorato ad un antivirale.
Last but not least, la Pfizer aveva anche un asso nella manica: nel
2003, i ricercatori dell'azienda svilupparono un antivirale, noto come
PF-00835231; questo antivirale era in grado di bloccare la principale
proteasi di un coronavirus emerso nel 2002 e causa della sindrome
respiratoria acuta grave nota ai più come SARS, ma proprio poco
prima di iniziare le fasi di test sui pazienti, l’epidemia venne
contenuta e PF- 00835231 non vide mai la luce.
Fu così che, Il 22 luglio del 2020, vide la sua prima luce la molecola
PF-07321332, quella che solo più tardi sarebbe stata conosciuta con
il nome di Nirmatrelvir. Da notare, nell’ambito della narrazione di
questa vicenda che, come dichiarò lo stesso Owen: “Quel composto
rientrava semplicemente nel novero degli altri 20 che erano stati
prodotti in quella sola settimana, e nulla di più. A tutti gli effetti, non
sapevamo ancora di cosa effettivamente avevamo per le mani”.
https://www.facebook.com/paolo.bonilauri.1/posts/102265606370325
63
https://www.facebook.com/pillolediottimismo/posts/45091111998269
8
https://ilgeneegoista.blogspot.com/2021/11/molnupiravir-lagevrio-di-
merck-e.html
https://ilgeneegoista.blogspot.com/2021/12/via-libera-temporanea-
agli-antivirali.html
https://ilgeneegoista.blogspot.com/2021/12/tra-usa-ed-italia-regali-
di-natale.html
https://ilgeneegoista.blogspot.com/2021/11/pfizer-avvia-lo-studio-di-
fase-iiiii.html
COME LA STRUTTURA
CHIMICA DEGLI ALLUCINOGENI
PUO’ SPIANARE LA VIA PER LO
SVILUPPO DI NUOVI FARMACI
ANTIDEPRESSIVI
MACBETH:
Guariscila di questo.
Non sai somministrare nulla a una mente inferma, strappare dalla
memoria un dolore che vi si è radicato, cancellare le scritte
angosciose dal cervello,
e con qualche dolce oblioso antidoto
liberare il petto ingombro
dalla materia pericolosa che pesa sul cuore?
La depressione è una malattia comune, che rappresenta nel mondo
un problema sociale, caratterizzata da un umore ansioso con un
corredo variabile di sintomi, e che l’OMS stimò diventare la 2° causa
di disabilità entro il 2020. Statisticamente 1 donna su 4 ed 1 uomo su
10, può sviluppare questa patologia nell’arco della propria vita. Già
nel 2016, solo negli USA, approssimativamente il 6-7% dei lavoratori
a tempo pieno ne ha sofferto. Nel mondo, alcune molecole
ascrivibili alle principali classi di farmaci anti depressivisi si sono
classificate tra le 50 più dispensate nonché terze tra il numero totale
di prescrizioni e nella classifica delle vendite, pari ad un volume di
affari di circa 12,5 miliardi di $ che corrisponde a circa il 5% delle
vendite totali dei farmaci.
Dal punto di vista farmacologico, i farmaci impiegati per tale
patologia, si dividono, attualmente, in:
ANTIDREPRESSIVI ATIPICI
Nel corso degli anni la ricerca ha di molto migliorato la terapia e la
prognosi della depressione. Purtroppo però, il lungo tempo di
latenza prima di riscontrare l’effetto terapeutico, la presenza di
effetti collaterali non indifferenti e la resistenza indotta alla
resistenza alla terapia, rappresentano ancora, dal punto di vista
farmacologico un bel problema, e questo rappresenta il motivo per
cui si stanno esplorando altre ipotesi di meccanismi biologici.
Vediamo dunque che cosa si sta prospettando in questo senso.
L’individuazione e la comprensione della forma a cristalli e della
relativa disposizione delle molecole che costituiscono alcuni
composti psicoattivi capaci di legarsi ad un recettore “chiave” della
serotonina, grazie alla diffrazione dei raggi x, sono di fondamentale
importanza in ambito chimico farmaceutico dal momento che,
caratterizzandone alcune proprietà fondamentali come la solubilità,
la stabilità, il processo di dissoluzione, (ossia quando un composto
dalla forma particellare passa alla forma ionica o molecolare), la
biodisponibilità e la capacità di poterli presentare sotto forma, per
esempio, di compressa grazie ad una ben determinata pressione di
“compattazione”, suggeriscono strategie di progettazione per
terapie non allucinogene.
Questo recettore “chiave” della serotonina (5-idrossitriptamina o 5-
HT) è identificato come 5-HT2A ed i ricercatori lo stanno indagando
da tempo nel tentativo di comprenderne alcuni “segreti”. Uno tra
tutti, capire come mai quando alcuni composti allucinogeni, tra cui
LSD e psilocibina ad esempio, legandosi a questo recettore del
nostro sistema nervoso centrale causano profonde alterazioni della
coscienza, delle emozioni e della cognizione ( allucinazioni ), la
stessa cosa non si realizza quando ciò avviene con altri composti,
serotonina inclusa.
LE DIVISIONI INVISIBILI
DELL’EUROPA ALL’EPOCA
DELLA
COVID
CHERNOBYL, I RUSSI
CONTROLLANO LA
CENTRALE NUCLEARE MA
PER GLI ESPERTI CIO’
NON RAPPRESENTA UN
PROBLEMA
Uno studio del 2009 condotto dai ricercatori del Savannah River
National Laboratory rilevò che il livello di contaminazione nell'area
interessata non sembrava diminuire così velocemente come si era
inizialmente previsto. I ricercatori hanno comunque costantemente
condotto una lunga serie di studi ambientali e biologici, grazie ai
quali, negli anni, una parte dell’area è anche stata, sia pure
limitatamente, riaperta al turismo, mentre alcuni residenti sono
rientrati nelle proprie abitazioni.
E veniamo a cosa sta accadendo in questi terribili giorni. Chernobyl
si trova tra la capitale ucraina di Kiev e il confine con la Bielorussia e
sebbene l'Ucraina avesse di stanza forze di sicurezza nell'area, onde
controllare la situazione, ciò non è bastato per respingere le forze
speciali e le truppe aviotrasportate inviate dalla Russia.
Il governo ucraino ha affermato che il monitoraggio della
radioattività nell'area, ha rilevato un aumento dei livelli di radiazioni
dopo l'attacco su Chernobyl. SAFECAST, un’organizzazione
internazionale, senza scopo di lucro per il monitoraggio dei dati
ambientali, ha scritto su Twitter
(https://twitter.com/safecast/status/1497215329767870470 $) che la
spiegazione più probabile fosse quella legata ad un massiccio
sollevamento di polvere radioattiva sul terreno da parte delle truppe
militari russe durante il loro spostamento.
Inoltre, sempre secondo SAFECAST, le apparecchiature di
monitoraggio hanno avuto problemi di connessione, e
successivamente le letture fornite dai sensori sono rientrate molto
rapidamente nell’ambito della normalità. Per tali ragioni gli esperti
interpellati hanno dichiarato che il picco registrato potrebbe essere
stato causato proprio da un malfunzionamento dei sensori di
rilevamento.
A tale proposito, Claire Corkhill, professoressa della Sheffield
University ed esperta di materiale nucleare nel Regno Unito, ha
dichiarato su Twitter
(https://twitter.com/clairecorkhill/status/1497159634188132352 ) che,
sebbene i picchi fossero fino a 20 volte oltre la norma, in termini
relativi risultavano comunque "non particolarmente elevati”. Per
rendere meglio l’idea, basti sapere che nei pressi del reattore di
solito si registra una dose di 3 microsievert all’ora (μSv/h); questo
valore è salito sino a 65, ossia “solo” 5 volte di più dei valori che si
osservano per un normale volo transatlantico (13 μSv/h).
Concludo, sulla base di queste informazioni, su quali potrebbero
essere i rischi connessi a questa azione militare. Steven Arndt,
esperto di ingegneria nucleare e presidente dell'American Nuclear
Society, ha dichiarato che è molto improbabile che la seconda
struttura edificata nel 2019, a copertura del “sarcofago”, possa essere
danneggiata accidentalmente: “Non sono eccessivamente
preoccupato che le radiazioni possano diffondersi a grandi distanze
a partire dalla zona di esclusione”.
https://cen.acs.org/people/Scientists-react-Russian-invasion-
Ukraine/100/web/2022/02
Capitolo 36
LA SVOLTA GREEN
DELL’INDUSTRIA
MARITTIMA
(https://www.sciencedirect.com/science/article/abs/pii/S136403211830
4945?via%3Dihub)
Il metanolo si ottiene utilizzando la CO2 catturata da fonti
rinnovabili e l’idrogeno verde, cioè l’idrogeno prodotto con elettricità
rinnovabile ma può anche essere prodotto a partire dalla biomassa.
Le principali potenziali materie prime sostenibili da biomassa
includono: rifiuti e sottoprodotti forestali e agricoli, biogas dalle
discariche, acque reflue, rifiuti solidi urbani e black liquor
dall’industria della pasta di legno e della carta e scarti
dell’allevamento e del pollame.
(https://www.sciencedirect.com/science/article/abs/pii/S03603199210
22175?via%3Dihub ).
https://www.sciencedirect.com/science/article/abs/pii/S036031992102
2175?via%3Dihub
Capitolo 37
FISCHI PER
FIASCHI
FRAMMENTI DI “VITA”
REALE SENZA LA
PRESUNZIONE DI “VOLER
CAMBIARE LA STORIA
PER MIGLIORARE IL
PRESENTE”
(https://www.daad.de/en/the-daad/communication-
publications/press/press_releases/einschraenkung-austausch-
russland/ ) - (https://www.daad.de/en/the-daad/communication-
publications/press/press_releases/einschraenkung-austausch-
russland/)
ACCOSTAMENTI
SEMISERI TRA LE
PASTIGLIE PER
LAVASTOVIGLIE ED I
MISCUGLI MISTERIOSI DI
H. POTTER ED HERMIONE
Per chi non lo sapesse, Procter & Gamble (P&G) è una società
statunitense di beni di consumo con un portafoglio di marchi molto
ricco tra cui Always®, Ambi Pur®, Ariel®, Bounty®, Charmin®,
Crest®, Dawn®, Downy®, Fairy®, Febreze ®, Gain®, Gillette®, Head &
Shoulders®, Lenor®, Olay®, Oral-B®, Pampers®, Pantene®, SK-II®,
Tide®, Vicks® e Whisper®, con sede a Cincinnati.
Capitolo 40
UNA
“CLEARINGHOUSE”
PER BIG PHARMA
MA IN POCHI
SANNO COSA SIA
Per i soliti del “ sì, vabbè ma...” preciso che non si tratta di un caso
isolato, dal momento che l’accordo è avvenuto tre settimane dopo
che Merck e Ridgeback Biotherapeutics hanno stipulato un accordo
simile con l'MPP per il loro antivirale orale molnupiravir.
https://www.fiercepharma.com/pharma/pfizers-deal-medicines-
patent-pool-includes-35-companies-12-countries-produce-generic
Capitolo 41
LA RICERCA DEL
PUNTO MEDIO
PERDUTO
PUO’ LA GUERRA
FAVORIRE LA
SCOPERTA DI
FARMACI?
Ma del resto, la miopia, pare essere una condizione very very cool e
così gli esperti del settore lanciano l’allarme che la scoperta di nuovi
farmaci, ad esempio, diventerà ogni giorno sempre più complicata.
Non che la cosa mi sorprenda, ne tanto meno che sia frutto di una
considerazione estemporanea degna della miglior Cassandra. Già
nel 2018, Duncan B. Judd della società di consulenza Awridian
(https://www.awridian.co.uk $) aveva sondato il sentiment di vari
ricercatori operanti in Ucraina, Lettonia e Francia a proposito del
mercato dei composti ad alto rendimento da “screenare” per
giungere allo sviluppo di nuovi farmaci (Drug Discov. Today 2019,
DOI: 10.1016/j.drudis.2018.10.016 $). E dopo aver dichiarato: "Non sono
sicuro che le persone si rendano conto della vera portata di quella
che si rivelerà una gran brutta gatta da pelare” arrivò alla
conclusione che le aziende di stanza in Ucraina e Russia come
Enamine, Life Chemicals e ChemDiv forniscono (ma ora è più
corretto scrivere fornivano) circa l'80% dei composti da “screenare”
(screening compounds) nel mondo.
Tanto è vero che Judd rincara la dose sostenendo che una simile
situazione potrebbe causare un ritardo variabile dai 6 ai 12 mesi per
lo sviluppo dei progetti finalizzati alla produzione di nuovi farmaci e
se anche ben la guerra finisse domani, non è chiaro quanto
velocemente le aziende ucraine saranno in grado di riprendere a
lavorare a pieno regime o se i clienti vorranno ancora trattare con le
aziende russe.
ULTIM’ORA: COMUNICATO
CONGIUNTO EMA ECDC
SULLA
4° DOSE
Lo stesso dicasi per per gli adulti di età inferiore ai 60 anni con
sistema immunitario normale.
Nella dichiarazione emerge inoltre che: “poiché le campagne di
rivaccinazione potrebbero iniziare in autunno, le autorità
valuteranno il momento migliore per dosi aggiuntive, possibilmente
sfruttando i vaccini disponibili aggiornati”. “Finora, dagli studi sui
booster aggiuntivi non sono emersi problemi di sicurezza”.
Come è noto i virus respiratori tendono a diffondersi in modo più
massivo durante la stagione fredda e di questo le successive
campagne di vaccinazione dovranno tenerne conto. Parallelamente,
vista la possibilità che emergano rapidamente nuove varianti
preoccupanti (VOC) è di fondamentale importanza provvedere
all’aggiornamento degli attuali vaccini disponibili. Data la
complessità dell’intento, non è ancora prevedibile quando i dati su
questi vaccini di “seconda generazione” saranno disponibili, pur
nella speranza che ciò avvenga, unitamente all’approvazione, nel
corso della prossima estate.
Ciò che attualmente è però incontrovertibile è che la vaccinazione
contro il SARS- Cov-2 è a tutt’ora il metodo più efficace per
prevenire la malattie in forma grave, compresa quella indotta dalla
variante Omicron.
Faccio notare che alla fine di Marzo 2022, solo il 63,5% dei soggetti di
età pari o superiore a 18 anni nei paesi dell'UE/SEE aveva ricevuto il
primo richiamo, per cui, onde non vanificare quanto di buono si è
fatto sino ad ora, saranno necessari ulteriori sforzi per aumentare la
diffusione della vaccinazione con particolare attenzione alla
somministrazione del booster.
FONTI: https://www.ema.europa.eu/en/news/ecdc-ema-issue-advice-
fourth-doses-mrna-covid-19-vaccines.
https://www.ecdc.europa.eu/en/news-events/ema-ecdc-statement-
fourth-covid-vaccine-dose .
Capitolo 44
LA GENERAZIONE 2.0
DEGLI ANTIVIRALI
CONTRO LA
COVID-19 / (Part One)
LA GENERAZIONE 2.0
DEGLI ANTIVIRALI
CONTRO LA
COVID-19 / (Part Two)
Beh, “male non fare ricordare” come agiscono gli antivirali di Pfizer
e Merck & Co. Paxlovid inibisce la proteasi 3CL, ossia la principale
proteasi di SARS-CoV-2, mentre Molnupiravir inganna la sua Rna
polimerasi facendole incorporare parte del farmaco nell'Rna del
virus e creando così tanti errori da non poterne assicurare la
sopravvivenza.
https://www.sciencedirect.com/science/article/pii/S20010370220008
48
Nulla osta che, come confermato dal rapporto Leerink, sia pure
alzando, e non di poco, l’asticella, alla fine anziché’ condurre studi
controllati nei confronti del solo placebo, le Autorità di
Regolamentazione potranno confrontare un candidato antivirale
con uno già precedentemente autorizzato.
Capitolo 46
LA GENERAZIONE 2.0
DEGLI ANTIVIRALI
CONTRO LA
COVID-19 / (Part
Three)
(https://www.economymagazine.it/biden-antivirali-gratis-agli-
americani-positivi-al-test-in-farmacia/)
Gia! La vicenda dei Mab, sia pure con i dovuti distinguo, pare proprio
non abbia insegnato nulla:
(https://www.ilfattoquotidiano.it/2021/10/07/monoclonali-indagine-
della-corte-dei-conti-aifa- rifiuto-i-farmaci-gratis-poi-li-compro-
dopo-un-anno-il-fascicolo-sullo-scoop-del-fatto/6346288/).
Pare proprio, che ancora una volta, per evitare un eccesso di
prescrizione, si sia optato per il male minore ma assolutamente
fallimentare, “boicottando” la prescrivibilità, nonostante la politica
abbia stanziato i fondi ed acquistato il farmaco. In fondo, cosa volete
che sia se, per quanto riguarda Paxlovid “l’Italia ha opzionato
600mila trattamenti per un anno ma in un mese ne sono stati
prescritti solo per 2.072 pazienti?!”. E le cose di certo non vanno
meglio per molnupiravir di Merck & Co. Chapeau! Vorrà dire che
questo tipo di “sistema”, da qualche parte, garba a molti.
(https://www.quotidianosanita.it/governo-e-
parlamento/articolo.php?articolo_id=103387).
Capitolo 47
ADUCANUMAB: DELLA
SERIE METTERCI UNA
PEZZA E
FARE UNA TOPPA
PEGGIORE DEL BUCO
Come è ovvio che sia, il sonoro “ceffone” sferrato dal CSM, il Centers
for Medicare & Medicaid Services, al travagliato farmaco Aduhelm di
Biogen ha lasciato un gran bel segno, per cui la domanda che sorge
spontanea è:... e adesso?
Ma andiamo con ordine. All’incirca un anno fa scrivevo sul Blog
questo post in cui riportavo come l’FDA avesse approvato
l’anticorpo monoclonale aducanumab, grazie ad una “approvazione
accelerata”, per il trattamento del morbo di Alzheimer:
[https://ilgeneegoista.blogspot.com/2021/06/alzheimer-fda-approva-
aducanumab-ci.html]
Bhe, parrebbe proprio che tutta questa faccenda abbia più ombre
che luci e qui potrete approfondire tutta la narrazione
(https://www.msn.com/en-us/news/us/inside-e2-80- 98project-onyx-
e2-80-99-how-biogen-used-an-fda-back-channel-to-win-approval-
of-its-polarizing-alzheimer-e2-80- 99s-drug/ar-AALzzpL) e di certo la
figura di Billy Dunn, direttore dell'ufficio delle neuroscienze dell'Fda,
non ne esce proprio immacolata. Mentre resta inciso sulla pietra che
il panel dei consulenti indipendenti di FDA ha concordato
clamorosamente, fin dall’inizio, che non c'erano prove sufficienti a
suffragare una chiara efficacia clinica.
SARS-COV-2: ANALISI
DELLA TRASMISSIONE
PER VIA
AEREA DELLE INFEZIONI
RESPIRATORIE VIRALI
Nel secolo scorso si pensava che i virus che si trasmettono per via
aerea si diffondessero principalmente attraverso i DROPLETS,
goccioline (che per chi non ha dimestichezza con il vocabolario
esterofono, da ora definirò come tali) di “grandi” dimensioni
prodotte dalla tosse e dagli starnuti di individui infetti che entrano
in contatto con gli occhi, il naso o le mucose della bocca di ospiti
potenziali o che, depositandosi su superfici, vengono poi in contatto
con altre persone. Si presupponeva inoltre che queste goccioline
cadessero a terra nel raggio di 1 o 2 m dalla persona infetta e questo
rappresentava il presupposto da cui partire per raccomandare, da
parte della maggior parte delle agenzie di sanità pubblica, di
mantenere un determinato distanziamento di sicurezza
Tuttavia, ora sappiamo che non esiste una evidenza scientifica che
supporti una tale convinzione perché le malattie trasmesse per via
aerea sono caratterizzate da un range di valori di R°, che non può
essere “riassunto” da un singolo valore medio, dal momento che
dipende da numerosi fattori. Un esempio può chiarire meglio il
concetto, per cui la tubercolosi, che ha un R° che oscilla tra 0,26 e
4,3, pur essendo un’infezione batterica a trasmissione aerea, risulta
meno trasmissibile della Covid- 19 che ha un range di R° compreso
tra 1,4 e 8,9.
Una volta inalati, gli aerosol dotati di carica virale sono in grado di
depositarsi nel tratto respiratorio di un ospite potenziale. Ancora
una volta la dimensione degli aerosol è fondamentale per
determinare il luogo in cui il virus si depositerà, non tralasciando
che anche numerosi fattori (quali l’anatomia delle vie aeree)
piuttosto che non fisiologici o aerodinamici, influenzino anche il
modello con cui questi si depositano.
Il modo con cui gli aerosol si depositano nei polmoni di soggetti
ammalati o assolutamente sani, differisce in base ai mutamenti che
avvengono a carico della struttura delle vie aeree.Ad esempio, il
flusso dell’aria ed i comportamenti degli aerosol inalati possono
risultare alterati nei soggetti asmatici, a causa dei cambiamenti che
avvengono a carico dell'epitelio del tratto respiratorio, così come nei
soggetti con BPCO in seguito al restringimento delle vie aeree
causato appunto dalla broncopneumopatia cronica ostruttiva.
Ovviamente la quantità di aerosol depositati è maggiore nei
pazienti con BPCO rispetto agli individui sani, parimenti come il
deposito a livello bronchiale è maggiore nei pazienti con asma e
bronchite cronica.
Gli studi suggeriscono anche che la carica virale del SARS-CoV-2 è
più elevata e persiste più a lungo nel tratto inferiore dall’apparato
respiratorio rispetto a quello superiore, dal momento che gli aerosol
prodotti, essendo di dimensioni inferiori ai 5 μm, riescono a
penetrare più facilmente in profondità.
Conclusione:
Innanzitutto non si può differenziare in modo netto tra trasmissione
aerea in un ambiente interno o esterno portando in causa solo i
Droplets poiché questi sono influenzati dalle forze gravitazionali in
modo identico sia all’interno che all’esterno.
Sebbene alcuni studi suggeriscano che la trasmissione per via aerea
non sia una via efficace, in particolare per gli individui asintomatici o
paucisintomatici ( Aerosol persistence in relation to possible
transmission of SARS-CoV-2. Phys. Fluids 32, 107108 anno 2020 ) dal
momento che mostrano basse cariche virali nella loro saliva, la
carica virale negli individui presintomatici è paragonabile a quella
dei pazienti sintomatici ( SARS-CoV-2 viral load in upper respiratory
specimens of infected patients. N. Engl. J. Med. 382, 1177–1179 (2020)
e SARS-CoV-2 detection, viral load and infectivity over the course of
an infection. J. Infect. 81, 357–371 anno 2020).
È importante soprattutto potenziare le precauzioni in grado di
proteggere dall'esposizione preventiva di aerosol con carica virale
prodotti quando gli individui, senza essere coscienti di essere
infettivi dal momento che non mostrano alcun sintomo, parlano,
cantano o semplicemente svolgono le normali attività . Poiché
questi soggetti non sanno di essere infetti, generalmente
continuano a far vita sociale, contribuendo in tal modo ad una
diffusione inconsapevole dell’infezione.
IL MICRORGANISMO
INGEGNERIZZATO CHE
PROTEGGE IL
MICROBIOMA
INTESTINALE DAGLI
ANTIBIOTICI
HYBRID
IMMUNITY
Ebbene sì, sto parlando di quella che per definizione viene descritta
come “Immunità Ibrida” in virtù della quale le persone che hanno
contratto una precedente infezione da SARS-CoV-2, sono in grado di
sviluppare risposte immunitarie insolitamente “potenti” se
successivamente vaccinate.
Sia chiaro una volta per tutte, in questo piccolo spazio che mi
ritaglio, non debbo capitalizzare approvazioni o altre forme di
consenso, semplicemente mi preme contribuire nel mio piccolo e
con tutta l’umiltà di questo mondo, ad avere qualche argomento
(non opinione, perché la differenza è sostanziale e sterile, se non
suffragata da dati e numeri ripetuti e ripetibili), da comunicare e
dando del mio meglio per farlo nel modo migliore possibile,
ovviamente dal mio punto di vista. . Se poi, ci sono i presupposti per
un sano, educato, dibattito, tanto meglio.
Per chi pensava che fosse tutto finito qui, mi spiace deludere, ma,
per cercare almeno di farsi una ragione del concetto di immunità
ibrida, occorre metabolizzare anche qualche altro elemento.
(https://www.science.org/doi/10.1126/science.abj2258 ).
Bene...It was a really big bear, you know? ;))
FARMACI RADIOATTIVI
MIRATI (RADIOFARMACI)
ALIMENTANO SPERANZE
PER LA CURA DEL
CANCRO (First Part of
Two)
https://ilgeneegoista.blogspot.com/2021/08/cancrocome-resisti-e-
perche.html riportato anche sul gruppo privato di FB:
https://www.facebook.com/groups/878179696471899/posts/87883921
3072614/