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ALESSANDRA CHINIGÒ
6/12/21
RIPASSO VITI

Ripasso viti

Le caratteristiche fondamentali di una vite


Scegliere le viti in 5 passaggi

Esistono diversi tipi di viti e bulloni, ognuno con un utilizzo


preciso (promemoria: un bullone è una vite + un dado). Prima di scegliere,
devi considerare questi 5 criteri:

1. In maniera generale, Il materiale dentro cui viene inserita la vite.


2. Lo spessore e la resistenza del supporto.
3. Lo spessore e il peso del carico da sostenere.
4. Il materiale della vite – preferire l’acciaio inox per l’esterno.
5. Eventuali limiti di strappo e distorsione – principalmente in
meccanica.
Si deve considerare che maggiore è il diametro della vite, maggiore è la
sua resistenza allo strappo e alla distorsione. Idem per la sua
lunghezza: più la vite è lunga più resiste ad una forza applicata.

Descrizione di una vite


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Una vite è definita da diverse caratteristiche tecniche che ne
determinano il tipo:
• la forma della testa – tre tipi di teste possibili;
• il tipo di passo – filettatura, principalmente per metallo e legno;
• il diametro – espresso in mm;
• la lunghezza – espressa in mm, da sotto la testa per le teste tonde e
piatte e da sopra la testa per quelle svasate;
• eventualmente, l’innesto e il materiale.

Teste delle viti

Le teste delle viti possono essere:

• svasate, utilizzate per un materiale morbido poiché la testa entra


al suo interno durante l’avvitamento;
• tonde, la testa resta in superficie (viti per legno e metallo);
• piatte, la testa non dispone di un innesto per l’avvitamento con
il cacciavite, ma con una chiave e resta sempre in superficie.

Innesti e teste di una vite


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Spiegazione della denominazione di una vite

Per capire meglio la denominazione di una data vite, prendiamo


come esempio una vite HM10-60:

• H: significa che la testa è di forma esagonale;


• M: significa che il passo è di tipo metrico ISO (meccanica);
• 10: significa che la vite misura 10 mm di diametro;
• 60: la vite misura 60 mm di lunghezza (sotto la testa).

Principali viti specifiche

Materiali delle viti


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CAMPI DI APPLICAZIONE VITI

1. Le viti da legno e da agglomerato

Le viti da legno e da agglomerato( tipo le mattonelle) hanno la proprietà


di poter essere avvitate senza dover preparare il foro. Appuntite e
filettate per tutta la loro lunghezza, evitano di rovinare il legno durante
l’avvitamento. Hanno una testa svasata ad innesto Phillips, Posidriv o
Torx e sono bicromatate (vite gialla), inox o zincate (colore argento).

2. Le viti da legno

Filettate per metà della loro lunghezza, a testa bombata a croce o a


taglio (innesto piatto) e zincate o inox, le viti da legno sono generalmente
di piccoli diametri e di piccole lunghezze.

3. I tirafondi
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Filettati per metà, i tirafondi sono molto resistenti allo strappo ed


hanno una testa esagonale. Sono zincati o inox.

4. Le viti per cartongesso

Appuntite e di colore nero, sono facilmente riconoscibili. Filettate per


tutta la loro lunghezza, permettono di attraversare facilmente
il cartongesso per raggiungere il metallo del binario. Le viti per
cartongesso possiedono una testa svasata ed un innesto a croce (tipo
Phillips).

5. Le viti da metallo o viti meccaniche

È il tipo di vite che raggruppa il maggior numero di forme, lunghezze,


diametri, tipi di teste e di passi diversi. Generalmente le caratteristiche
delle viti da metalli sono calcolate dall’ideatore o dal produttore in base
al dispositivo o macchina sui quali sono montate. Il materiale della vite
da metallo è, nell’ambito di un utilizzo meccanico, molto importante in
quanto determina la resistenza alla deformazione, allo strappo, alla
torsione, alla temperatura e a qualsiasi forma di pressione che una
vite può subire. Se devi sostituire una o due viti meccaniche, scegline un
tipo completamente identico – i valori sono scritti sulla testa.

6. Le viti per lamiera


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Le viti per lamiera sono simili alle viti per legno autofilettanti, ma fatte di
un materiale diverso (molto più resistente) e con una punta specifica per
la lamiera. Si consiglia caldamente di realizzare un foro o un segno
pronunciato con un punteruolo prima di inserire la vite per avvitarla più
facilmente.

7. Le viti autofilettanti

Sono utilizzate per la lamiera fine, i metalli teneri (alluminio per


esempio) ed eventualmente la plastica. La loro proprietà principale è
quella di poter perforare il materiale durante l’avvitamento. La loro
filettatura è identica alle viti per legno autofilettanti, ad eccezione
della punta che è diversa (ha l’aspetto di una punta da trapano). Le viti
autofilettanti possono, in funzione degli utilizzi, avere una
testa svasata, bombata o esagonale. L’innesto per le teste svasate e
bombate è del tipo Philipps, Posdriv o esagonale.

Viti specifiche per utilizzi particolari

1. Le viti per infissi e PVC

Le viti per infissi e PVC presentano come proprietà principale la capacità di


essere avvitate direttamente al supporto (pieno o cavo) senza bisogno di tasselli.
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Infatti, una volta avviate, tali viti “auto filettano” il supporto grazie alla loro filettatura
fine e al loro materiale resistente, cosa che le rende adatte anche
agli avvitamenti sulla plastica. Generalmente, hanno una testa svasata ad innesto Torx.

2. Le viti da cemento

Grazie ad una filettatura molto larga (e in alcuni casi mista) le viti da


cemento permettono di evitare l’utilizzo di tasselli, ma impongono
comunque una perforazione precedente del supporto. Molto
resistenti, le viti da cemento servono principalmente a fissare tubature o
portacavi. La forma della loro testa varia a seconda dell’utilizzo. La
filettatura non copre tutta la lunghezza della vite, per poter attraversare
facilmente il supporto da fissare al muro o al soffitto.

3. Le viti per bandella

Per chi non conosce il termine, le bandelle sono quelle parti di


ferro fissate sulle porte esterne, e sui cancelli .

Esse sono sostenute da cardini da murare o avvitare. Per fissare le


bandelle, si utilizzano le viti per bandelle, scelte a seconda dei materiali
dei supporti (legno, alluminio, PVC) e i colori delle parti di metallo. In linea
generale, il criterio estetico è preso in considerazione per la forma della
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loro testa. Troverai delle teste svasate, delle teste tonde larghe, delle
teste bombate. La loro filettatura è a passo largo e la punta adattata al
materiale del supporto. I più conosciuti sono i bulloni a “testa tonda con
i quadri sottotesta”, destinati alla ferramenta da falegnameria.

4. Le viti speciali per terrazzo

Le viti speciali per terrazzo sono viti per legno specifiche per il fissaggio
dei listoni da terrazza. Sono in inox. La loro filettatura possiede delle
alette di arresto sotto la testa della vite, cosa che facilita l’avvitamento e
blocca la vite una volta raggiunta la giusta posizione. La testa è fresata
con un innesto Torx, in quanto permette dei serraggi più forti. Alcune viti
per terrazzo speciali dispongono anche di una doppia filettatura per
un bloccaggio migliore dei listoni.

5. Le viti di collegamento

Spesso utilizzate in falegnameria, per esempio per le porte o i mobili, le viti


di collegamento sono composte da due parti ben distinte. Una è la vite,
l’altra un perno cavo filettato, capace di accogliere la vite. Le si trova
sulle maniglie delle porte, sulle serrature ecc. La loro lunghezza dipende
dallo spessore del supporto. Spesso di ottone per il lato estetico, si trovano
inoltre d’acciaio nichelato o ferro pitturato. La loro testa è spesso rotonda
e bombata e l’innesto è a taglio.
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6. Le viti polivalenti
Come suggerisce il nome, le viti polivalenti possono avere diversi
impieghi. Spesso orientate verso l’assemblaggio (soprattutto di legno),
possiedono una filettatura a passo largo e una testa piatta o bombata.
Non sono filettate per tutta la lunghezza. L’innesto può essere piatto,
Phillips o Pozidriv.

I materiali delle viti


Il materiale di una vite non si sceglie, perché si compra una vite per un
determinato uso e perché i produttori hanno previsto per l’acciaio o la lega
il trattamento adeguato. Perciò, le viti da legno autofilettanti sono
principalmente bicromatate, le vite da legno zincate, le viti per terrazze in
inox, ecc.

1. Viti bicromatate

Le viti resistono abbastanza bene alla corrosione a condizione che siano


di qualità. Quelle a basso costo tendono a perdere lo strato
superficiale (quindi a corrodersi facilmente) e a rompersi durante
un serraggio troppo forte. Sono di colore giallo e quando si rovinano,
perdono la loro protezione.

2. Viti zincate

Stesso concetto delle bicromatate, la differenza sta nella qualità di


trattamento e nei diversi segni di usura che la vite presenta dopo
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l’utilizzo. La sua resistenza alla corrosione è media e il
colore argentato.

3. Viti fosfatate

Le viti fosfatate sono di colore nero. Sono abbastanza resistenti e


presentano una buona protezione alla corrosione.

4. Viti cromate

Le viti cromate hanno lo stesso aspetto di quelle zincate e dispongono di un livello di


resistenza simile. La resistenza alla corrosione dipende dal trattamento e dai
segni di usura dopo l’utilizzo.

5. Viti in ottone

L’ottone viene riservato ad un utilizzo interno e spesso di falegnameria.


L’ottone presenta una resistenza bassa alla corrosione e lascia trasparire il
verderame. Questo tipo di vite non ha perciò alcun trattamento.

6. Viti in inox
Ideali per un utilizzo esterno. L’inox è resistente e per
definizione, inossidabile. Esistono però due qualità:
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• l’A2, più comune ed economica;
• l’A4, in lega di molibdeno che gli conferisce una protezione contro
gli acidi e quindi una resistenza maggiore.

7. Viti in lega di acciaio o metallo di elementi

Queste leghe godono di un trattamento di superficie (per idrolisi) specifico


all’utilizzo della vite. Attenzione, una vite per uno stesso utilizzo può essere
concepita in una lega più o meno densa.

criteri da considerare per scegliere la vite migliore


1. La qualità della lega

Pensa alla qualità della lega di una vite quando non è in inox.

La sua composizione è cruciale, in quanto rompere una vite durante un


serraggio è una perdita di tempo considerevole e può rovinare il tuo
supporto, se sei obbligato a trapanarlo per tirarla fuori.

2. Il trattamento della vite


Il trattamento della vite è allo stesso modo importante poiché, durante il
serraggio, si può sbucciare – come nel caso di viti da legno autofilettanti
bicromatate di bassa qualità – e favorire lo sviluppo di corrosioni.

3. La resistenza
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I bulloni ad utilizzo specifico e di sostituzione – meccanica – devono


presentare la stessa resistenza (indicata sulla testa della vite) e lo stesso
passo.

4. La testa della vite


Per chi vuole serrare una vite con forza, si consiglia di stare attenti alla
testa e preferire, se possibile, gli innesti Torx, Pozidriv, Allen e esagonale.

Come si possono trovare graficamente?


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Cacciaviti Phillips, a Croce o a Stella

I Cacciaviti Phillips si distinguono per la punta a forma di croce e sono


adatti per le viti a sezione cruciforme isometrica. E’ un tipo di punta che
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permette di centrare facilmente il cacciavite sulla vite per impedirne lo
scivolamento verso l’esterno. Le grandezze di questi cacciaviti si
identificano con la sigla PH seguita da un numero che può variare da 00
per indicare la misura più piccola a 4 per la misura più grande. L’altra
grandezza di misura è la lunghezza della lama. L‘uso di questo utensile è
predominante nelle attività industriali usato soprattutto nella
manutenzione di attrezzature elettriche.

Cacciaviti Pozidriv, impronta PZ

I Cacciaviti Pozidriv si caratterizzano per la punta a croce “speciale” con 4


tagli integrati (la forma è paragonabile ad un asterisco) utili ad aumentare
la presa del cacciavite e si utilizzano per avvitare o svitare viti con intaglio a
croce Pozidriv. Sono molto simili ai cacciaviti Phillips pertanto
frequentemente si confondono, ma basta un’attenta osservazione
dell’utensile per notare che la forma della punta presenta 4 intagli in più
che contraddistingue il PZ dal PH. In questo caso le grandezze si
identificano con la sigla PZ seguita da un numero 0, 1, 2, 3, 4 o 5. L’uso di
questo utensile è molto diffuso in Europa, per montaggio dei mobili e
apparecchi elettrici.

Cacciaviti Phillips vs Cacciaviti Pozidriv


La confusione che c’è tra i due cacciaviti è nota a tutti ma l’importanza di
saperli distinguere è fondamentale per evitare danni alla vite. Prima di
utilizzare un cacciavite bisogna osservare bene la punta perché se su viti
con impronta PZ si può utilizzare anche un cacciavite con impronta
PH, non vale il contrario. Infatti, l’utilizzo del cacciavite PZ su una vite con
impronta PH può danneggiarla oltre che a rendere l’attività più difficoltosa.

Cacciaviti Torx
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I Cacciaviti Tox si distinguono facilmente per adattarsi all’impronta a


forma di stella a 6 punte. La grandezza si identifica con la sigla TX (o
semplicemente “T”) seguita da un numero che parte da T1 /TX1 (inferiore
ad un millimetro) fino a T100/ TX100 (superiore a 22 millimetri), l’altra
misura identifica la grandezza dello stelo. L’uso di questo utensile è diffuso
settore automobilistico, nel settore dell’elettronica e informatica. Data
l’evoluzione tecnologica nel mondo dei motori, è probabile trovare questo
utensile nelle moderne officine meccaniche.

Cacciaviti a brugola esagonali o Allen

Il nome bugola, deriva da Egidio Brugola, noto imprenditore italiano che


nel 1926 ha fondato le Officine che portano proprio il suo nome. L’attività
iniziò con lo scopo di produrre semplice bulloneria per poi specializzarsi in
viti speciali per i motori fino a produrre in serie proprio delle viti con la testa
a sezione esagonale. Così per la prima volta, si iniziano a produrre in Italia
le viti esagonali già in produzione, da qualche anno, negli Stati uniti e
importate in Italia. La grandezza di questi cacciaviti si misura sulla base
della dimensione dell’esagono in millimetri. L’uso di questo utensile è
frequente per il montaggio dei mobili.

Altre caratteristiche dei cacciavite


Fin qui abbiamo fatto un elenco dei cacciavite più noti ma esistono molte
altre tipologie poco conosciute o semplicemente utilizzate per particolari
impeghi. Tra questi ritroviamo il Torx con foro (o Tamper Resistant Torx)
che sono molto simili al Torx con la differenza che c’è appunto un foro
centrale che si adatta alla relativa vite che porta lo stesso nome. La sigla
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che identifica la misura può variare a seconda della marca (TPX, RTX, TH,
STX)

Oltre la punta, a caratterizzare un cacciavite è sicuramente il materiale,


il design ed eventuali accessori.

Il materiale
Il materiale è l’elemento che influisce sulla qualità del cacciavite.
Un cacciavite per professionisti è realizzato con materiale di buona
qualità, progettato per agevolare le attività dell’operatore e affrontare
situazioni quali umidità, frizioni su viti più ostinate o campi elettrici. I primi
cacciavite erano con impugnatura in legno, oggi i più diffusi sono plastica
che può essere morbida, dura o speciale. Esistono poi
cacciaviti antinduttivi usati per la taratura dei trimmer, la cui asta è
costituita da vetronite, plastica o ceramica. Un particolare rivestimento è
necessario per il cacciavite isolato, tipicamente usato dagli elettricisti,
per lavorare sotto tensione su impianti fino a 1000 volt. Lo stelo (parte che
va dall’impugnatura alla punta) è solitamente in acciaio temprato e può
essere:

• Rigido: non si torce alle forze a cui è sottoposto e può essere usato
anche come leva.
• Flessibile: può flettersi ma non ruota su se stesso, questo permette
di poter posizionare viti in sedi molto vincolate.
• Intercambiabile: è estraibile dall’impugnatura, permettendo così di
passare da un tipo di stelo all’altro o di cambiare tipo di punta.

Alcuni cacciavite hanno una punta magnetica utile a trattenere la vite da


avvitare o svitare.

Design del Cacciavite


La forma dell’impugnatura può rendere un cacciavite ergonomico e
funzionale. Spesso l’impugnatura non è sferica bensì esagonale o
ottagonale per evitare che rotoli quando l’utensile viene poggiato sulla
superficie,

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