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PAESE :Italia AUTORE :Di Angelo Ferracuti

PAGINE :45;46;47;48;49
SUPERFICIE :496 %

15 aprile 2022

CULTURA REPORTAGE
CULTURA
Carlo Bo

Tutti i diritti riservati


PAESE :Italia AUTORE :Di Angelo Ferracuti
PAGINE :45;46;47;48;49
SUPERFICIE :496 %

15 aprile 2022

una vita
per i libri
Perdersinellasterminatabibliotecadel grandeintellettualee critico letterario,
alla scopertadegli autori delNovecentochegli dedicaronole proprieopere.
Fino al 30 giugnoa Urbino,la mostraCarloBo. Gli annidal1911al 1951.
La letteratura,le città,lavita

di Angelo Ferracuti

^ y

rbino questa mattina mi apparevuo-


(V ta e ventosa mentrecammino veloce,
> stretto nel mio giaccone,mi vengono
incontrorari studentiassonnati, qual-
che svogliato passante, il commesso
Ir della Libreria moderna universitaria
sta sistemando sugli scaffali all'aperto
le pile dei volumi in offerta.
Quandoarrivo davanti al PalazzoPas-
sionei Paciotti dove si trova la Fondazione Carlo e Marise Bo,
e subito dopo nell'ufficio al pianterreno che sta di lato al corti-
le, mi sta già aspettando la bibliotecaria Elena Baldoni, capelli
neri lisci e uno sguardo intenso esaltato negli occhi scuri dal
biancodella mascherina.Ha già preparato nella sala attigua i
volumi chele avevochiesto al telefono di poter consultare, me
li porgecon fare delicato,posandoli sopra un tavolo. Sonosolo
alcuni dei lOOmila testi conservati nella Biblioteca,6mila dei
quali con le dediche dei più importantiscrittori del Novecen-
to, non solo italiani, desiderosi di essereletti dal più importan-
te e longevo critico letterario del secolo, ispanistae francesista
raffinatissimo,una specie di icona intellettuale e monumento
vivente mortonel 2001 a Genova, nella sua Liguria, all'età di
novant'anni. Spaginandoli, provo un po' di intimorito rispetto
per questecopertine e i dorsi, le pagineingiallite, un sensodi
rimorsoper quella cheera la Letteratura, fa un certo effetto tro-
varsi di frontela prima edizione de La megliogioventù di Pier

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Paolo Pasolini, una reliquia che GoffredoParise chiama lo inviandogli nel 1978 Conver-
oggi si definirebbevolgarmente sazione con la morte, gli con-
vintage, con la dedica autografa « mio , perMaria
Carlino»
fessa nel dedicarglielo che«è il
scritta con la stilografica: «A Car- LuisaSpazianiera «l'amico solo libro che, eventualmente,
Bo, il suoaffezionato anchese vorreinon distruggere».
lo (
non corrisposto)»; o il volumedei
a vita» Marin
, Biagio
Per il filologo MassimoRaf-
Supercoralli Einaudidi Corporale lo definisce giudice « » faeli, membro del Comitato
In alto dove Paolo Volponi apposta sul scientifico della Fondazione,
Carlo Boda giovane
nel suo studio frontespizioquella affettuosa:«A di cui fanno parteanche Carlo
Carlo Bo, cheha un posto in Ur- Ossola,TizianaMattioli, Ste-
Inquestepagine bino ( anche nel cuore di tutti gli urbinati) dove potrà fano Verdino e Ursula Vogt, «Carlo Bo è l'ultimo dei
ein apertura
fotografiee documenti e meriteràdi salvarsi». Oppurequella di Franco Fortini Montefeltro,fedele a quell'idea universalistica che ha
della FondazioneCarlo in Serein Valdossola,scrittorechenon era nelle corde fattodi Urbino una città umanistica e di studio,quel-
e Marise Bo
dello studioso al quale ispirò il celebre epigramma,il lo che chiama negli anni 50l'architetto Giancarlo De
più brevedi tuttala nostra letteratura: «Bo [ titolo] / Carloe integranella cittàducale l'anticoe il moderno».
No [ testo]» . Tutto era nato da un saggio del 1949, I Lo conobbela prima volta a un convegnoorganizza-
pericoli dellaletteratura, dove il critico individuava nella to per ricordare il germanista Leone Traverso: «Lui è
politica un elementoche ostacolavala libertà espressiva arrivato», dice solenne, «annunciatocome il cardinale
della poesia, biasimato dal giovanescrittorefiorentino. Federico, sonnecchiando,in bocca il sigaro pendulo,
E passatodel tempo ma la vis dialettica è ancora pre- non avevanulla in mano, poi ha apertogli occhi - c'era
sente: « Al Carlo Bo di oggi, dal Fortini di allora» , scrive un pubblicoimportante,Paolo Volponi in primafila
venticinque anni dopo.Colpisceanche la dedica sul - ha parlato venti minuti e non mancava una virgola,
libro di Paul Eluarddedicato a Pablo Picasso,con la fir- sembravaun discorso dalibro stampato» . Per il grande
ma geometrica e bizzarracon una x al centroche divide intellettuale ligure la letteratura,secondo Raffaeli,non
nomee cognome, o quelledell'amico Eugenio Monta- era una specialità separatama un corpoa corpo con il
le di molti libri chescrive a Charlie e si firma Eusebio. testo, « in una maniera unica, irripetibile, chiedevaai
La dedica svelatutta la naturaesplicita del gestodi un testi la massimaposta, la verità, con l'ideaumanistica
dono,puòessereamichevole e confidenziale, riverente, che esiste il sapere e la letteraturafa parte della spiri-
convenzionale, provocatoria e polemica, oppure con tualità dell'uomo». Ed è impressionante nelle dediche,
dentro un messaggiopolitico ed esistenzialecome in secondolui, «il grandespettro di chi gli hascritto, da
quella di AntonioDelfini del 1933 in Ritorno in città JeanStarobinski, Roland Barthes, oppure i poeti Un-
chein pienofascismoscrive inquieto:« A Carlo Bo nel garetti, Betocchi, scrittoridi raffinataletterarietà come
tempo in cui non si esiste». Tra i libri dedicati anche Romano Bilenchi, ma ancheSanguineti (l'esponente
quelli di Italo Calvino,Andrea Zanzotto, della « piccola del Gruppo '63 gli tributa in una dedica a Capriccio
adepta » Maria Corti, «l'amato scolaro » Tonino Guer- Italiano una «profondaammirazione», ndr), era uno
ra, GoffredoParise,che lo chiama «mio Carlino », per spirito francese,cattolico ma testimonea fianco di Pa-
Maria Luisa Spaziani « l'amico a vita» , Biagio Marin lo solini al processoai Ragazzidi vita nel 1955» .
definisce invece « giudice», ma anche Henry Miller da ElenaBaldoni mi invita a salire al primo piano del
Parigigli autografaTropicodel cancro-Tropico delcapri- palazzo, nella sala della Tartaruga, doveè in corsola
corno appenauscito da Feltrinelli, RafaelAlberti,Pablo mostraCarlo Bo, gli anni dal 1911 al 1951, chesono
Neruda,Aldo Palazzeschi,Giovanni Testori, invece, quellidella formazione e dell'incontrocon il suoinse-

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La mostra

La FondazioneCarlo e Marise Bo ha

promosso la mostraCarlo Bo.Gli annidal


1911 al 1951. La letteratura, le città, la vita.
Un'esposizione di documenti, pubblicazioni
e immagini che illustrano i primi
quarant'annidel grandecritico letterario a
partiredalle origini liguri e i legamifamiliari

fino ai primi annidel rettoratoa Urbino.La


mostra a PalazzoPassionei Paciottisi può
visitarefinoal 30 giugno.
fondazionebo. uniurb.it

Ignazio Silone, Mario Sol-


dati, nella prima edizione
di Conversazione in Sicilia,
che spagino curiosamente,
Elio Vittorini scrive: « A
Carlo e Marise, dopo la
Sicilia insieme » , proba-
bilmente in ricordo di
un viaggio. Riescono a
dedicargli i propri libri
anche Antonio Tabuc-
chi e Daniele Del Giudi-
ce, che stanno vicino a un'ultima sezione
con quelli di autori ancora più contemporanei, a dire il

gnante di liceo Camillo vero quasi tutti molto letterari, Michele Mari, Fabrizia
Sbarbaro, l'autore di Trucioli, gli anni Ramondino, Claudio Piersanti, Laura Pariani ( che nel
universitari e degli incontri con i poeti dell'Erme- 2001 dedica a Bo il libro La foto di Orto), Emanuele
tismo, ma anche con Loria e Montale. In un lato è Trevi,tutti volumi della biblioteca che Elena Baldoni
ricostruito lo studio, con la macchina da scrivere, le mi confessa di scegliere con le poche risorse a dispo-
poltrone, i bastoni appartenuti all'intellettuale prima sizione per i nuovi acquisti, quella dell'ultimo grande
ordinario di Lingua e letteraturafrancese e poi per tanti lettore critico del secolo scorso, l'autore di Letteratura
anni Rettore dell'Università di Urbino. Mi aggiro per come vita, che è anche il titolo di uno dei suoi primi

la stanza,scruto, adocchio, sfilo libri dagli scaffali con saggi sull'Ermetismo, di cui ne fu di fatto il manifesto.
piglio feticistico, vorreispaginarli tutti, guardarli tutti, Di sé e del suo lavoro di lettore di professione, di cui
adesso, indagarne ogni piccola piega o sottolineatura. questa Biblioteca racconta la curiosità infinita ma an-
« Ma il cuore della raccolta è al piano superiore» , con- che l'estremo rigore, Carlo Bo disse nel corso di una
fessa la bibliotecaria, «lì c'è la letteratura italiana dalla intervista: «Leggere è l'unica cosa che so fare: è una ma-
origini alprimo Novecento, gli scrittori cattolici, Mau- lattia, un vizio non punito, come lo chiamava Valéry
Larbaud. Io ho letto la mia vita, non l'ho vissuta » .
riac, Bernanos, i
poeti dell'Ermetismo e i
surrealisti
francesi », dice mentre la seguo lungo le scale. « E poi ci
sono gli scrittori preferiti, molti hanno una dedica ma-
noscritta, Luzi, Montale, Quasimodo, Valéry, Nietz-
sche, Dostoevskij» racconta mentre mi accompagna.
In cima alle scaffalature della libreria ci sono le scatole Per il filologo Massimo
vuote dei sigari fumati da Bo durante le sedute di lettu-
ra, l'immancabile toscanotenuto instancabilmente sul- Raffaeli,Carlo Bo« è
le labbra. Continuo a sfilare dagliscaffali i libri di Dino l'ultimo dei Montefeltro» ,
Campana, quelli di Paul Valéry, Montale e Leopardi.
Torniamo al piano inferiore dove c'è la narrativa del che ha fatto di Urbino
secondo Novecento, cosi ho davanti agli occhi i Mora- una città umanistica
via, Parise, i libri di Elsa Morante,Anna Maria Ortese,

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