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Battaglia della Preveza

- GUILMARTIN John F., Gunpowder and Galleys. Changing technology and Mediterranean warfare at sea in the
16th Century, Conway Maritime Press, Londra, ed. aggiornata 2003 (ed. or. 1974, Cambridge University Press),

PP. 57-71, descrizione della campagna della Preveza e della battaglia con note e carta.

- MANFRONI Camillo, Storia della Marina Italiana, vol. III, Dalla caduta di Costantinopoli alla battaglia di
Lepanto, Forzani e C. Tipografia del Senato, Roma, 1897.

PP. 330-350, descrizione della guerra 1537-1540 con la battaglia della Preveza.

- PASCHINI Pio, La flotta papale alla Prevesa 1538, “Rivista di storia della Chiesa in Italia”, vol. V (1951), pp. 55-74.

- GUGLIELMOTTI Alberto, La guerra dei pirati e la marina pontificia dal 1500 al 1560, vol. II, Le Monnier, Firenze,
1876.

PP. 31-62, racconto della campagna e della battaglia della Preveza.

- YLDRIM H., XVIth Century Ottoman Navy in the Mediterranean Sea and the Preveze Naval Battle, in Aspetti e
attualità del potere marittimo nel Mediterraneo nei secoli XII-XVI, a c. di P. Albertini, Roma, Ufficio storico della
Marina militare, 1999, pp. 143-152.

- PUJEAU E., La Prèveza (1538) entre idéologie et histoire, in «Studi veneziani», n.s. 51, 2006, pp. 155-201.

È presente una ricostruzione della battaglia alle pp. 164-168. Tuttavia, l’autrice è maggiormente interessata a
studiare le varie testimonianze che ha usato per lo studio e anche i loro autori nel loro rapporto tra ideologia e storia:
Paruta, storico ufficiale «per la gloria e la giustificazione di Venezia»; Lorenzo Capelloni e Carlo Sigonio, biografi
di Doria, «per la gloria del Principe di Melfi e di Genova»; Girolamo Borgia, più dal lato papale; Paolo Giovio,
storico «indipendente»(?); Seyyid Murad, per una versione turca.
A detta di M. PELLEGRINI, Guerra santa contro i turchi. La crociata impossibile di Carlo V, p. 401, è il miglior
studio recente sull’argomento.

Simone Lombardo, Tra propaganda e realtà: una ricostruzione della strana battaglia di Prevesa (1538) - in
«Studi Veneziani», n.s., N. 80 (2019), p. 167-192
Questo è lo studio più recente sull’argomento e vuole fare luce su quanto avvenuto fattualmente il 27 settembre.
Usa soprattutto fonti spagnole dall’Archivio di Simancas, che posto abbia in una rivista di Studi veneziani è
discutibile. Però almeno fornisce un quadro coerente di quanto successo. Le ultime due pagine sono la riscrittura
dei punti salienti di PUJEAU riguardo le interpretazioni partigiane che vennero fatte della battaglia. Anche
Lombardo conviene che questa sia una non-battaglia, nonostante il grande schieramento sia stata molto ristretta dal
punto di vista dello scontro in sé. Lui però la definisce mancata vittoria più che sconfitta, a me sembra più una
sconfitta bella e propria, una beffa.

- PARUTA P., Historia vinetiana, pp. 53-70.

PP. 53-55, primo assalto del patriarca Grimani; p. 56, decisione dei capitani collegati di attaccare la fortezza ed
effettivi (armata della lega: 136 galee, 2 galeoni e 30 navi armate). PP. 57-58, discussioni di parte turca, pp. 58-59,
«Natura del Barbarossa». PP. 59-61, manovra tra le flotta al largo della Preveza e nuove consultazioni sul da farsi. Il
28 settembre la flotta collegata lasciò Santa Maura in direzione Preveza, ma la mancanza di vento rallentò la
navigazione delle navi nei confronti delle galee e diede tempo alla flotta turca di uscire in ordine dal Golfo. PP. 61-
62, botta e risposta di Andrea Doria e di Vincenzo Cappello quindi, con l’opinione positiva anche del Grimani, si
decise di dare battaglia alla flotta turca. P. 63, disposizione della flotta; p. 64, davanti c’erano i «due navigli grossi
veneziani»: un galeone, comandato da Alessandro Bondulmier e la «barza», comandata da Nicolò Trevisan. PP.
64-66, pensieri del Barbarossa, disposizione della sua flotta e mosse per contrastare quella cristiana. P. 67, le flotte
stavano a fronteggiarsi e il Cappello, «huomo vecchio di settantatré anni, ma di bell’aspetto, di molta prosperità di
corpo, et di fortissimo animo, et venerando per l’età, et per concetto d’una grave prudenza, et di molta isperienza
nelle cose del mar; onde i consigli, et i conforti di lui erano di tanto maggiore auttorità», esortava la flotta e il Doria
alla battaglia. Il Doria diede quindi l’ordine di ingaggio. P. 68, tuttavia, il Doria, «poiche fu alquanto stato in
questa vita, vedendo riuscirgli vano il suo pensiero, et risoluto di non commettersi al rischio della giornata»,
cominciò a ritirarsi. I turchi si accanirono quindi contro il galeone e la barza rimasti isolati che si difesero con
l’artiglieria. Due navi veneziani presero fuoco e colarono a picco; stessa sorte toccò anche a due navi spagnole; due
galee, una veneziana, al comando di Francesco Cappello, e una pontificia, al comando dell’abate Bibbiena, furono
catturate. P. 69, tuttavia, la flotta, a parte queste lievi perdite, riuscì a tornare a Corfù integra, ma con il morale al
minimo. P. 70, «discorsi varii contro il Doria» e il ricordo dei fatti della Preveza.

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