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IL GRANDE INQUISITORE

DOSTOEVSKIJ
l’obbedienza nasce dall’odio della libertà

La Leggenda del Grande Inquisitore, contenuta nel romanzo I fratelli Karamazov , è il manifesto del
pensiero religioso di Dostoevskij. Un pensiero che non procede dalla libertà a Dio (come fa Kant),
ma da Dio alla libertà. Alla libertà, dono terribile che Dio ha voluto fare agli uomini, il Grande
Inquisitore oppone il miracolo, il mistero e l’autorità. Una “correzione” dell’opera divina più
compassionevole nei confronti degli uomini deboli, i non eletti, quelli che non “hanno la forza di
disprezzare il pane terreno per quello celeste”
La leggenda del Grande Inquisitore termina così: Gesù, che ha ascoltato fino in fondo e in silenzio il
suo vecchio accusatore, lo bacia dolcemente. Come a suggerire nell’amore, comunque, la risposta.
Una terza via, tra la libertà e il mistero. Il problema più spinoso per  il credente è  Unde Malum ?
Da dove viene il male, e perché? Il paradosso della presenza di Dio e del male portò il filosofo
Leibniz, nel 1700, al conio del  termine “teodicea”, la filosofia che indaga il rapporto tra Dio e la
giustizia.
Il filosofo ebreo Jonas, dopo la follia dell’Olocausto in alcune sue riflessioni arriva ad affermare
che l’uomo deve rassegnarsi  ad accettare che l’Onnipotente o  è privo di bontà o è totalmente
incomprensibile,  proprio alla luce dell’ingovernabilità del libero arbitrio.
Reo di aver fatto dono agli uomini del libero arbitrio, Gesù, avrebbe voluto far emergere negli
esseri umani la facoltà di scelta, cosa che, agli occhi dell’Inquisitore, non sono in grado di
esercitare. Secondo l’Inquisitore, infatti, la maggioranza della gente manca della profondità di
saper scegliere la cosa giusta e per questo la loro vita necessita di essere gestita. Nell’incapacità
di scegliere tra il bene e il male, gli uomini sono rassegnati ad essere condotti come un gregge,
delegando ad altri le decisioni per disporre di una vita più tranquilla e in un certo senso
rinunciando alla propria libertà per essere felici. Scegliere liberamente è una questione che
tormenta e per questo gli uomini cercano qualcuno che lo faccia per loro e che li sottragga
dall’angoscia di prendere decisioni (purché rimanga l’illusione che siano loro a scegliere da sé).
I TEMI TRATTATI SONO:
1. Libertà
2. libero arbitrio
3. la capacità di scegliere tra bene e male.

Con la globalizzazione, dove i confini si sono fatti più labili e spersonalizzanti, i cittadini si sono
trasformati in semplici consumatori. Il Grande Inquisitore, quindi, si nasconde dietro il concetto di
mercato e di mass media che influenzano enormemente le nostre scelte e con esse anche i nostri
stili di vita. È il Grande Inquisitore moderno a stabilire cosa comprare, dove andare in vacanza o
cosa indossare, e ciò che ne consegue è l’emarginazione di chi non si adegua a queste prescrizioni
indirette. Ma l’uomo non vuole sentirsi escluso, ama essere un tutt’uno e in questo somiglia molto
al consumatore che, al supermercato, per la paura di scegliere, si lascia guidare dalla moltitudine
così come un gregge è condotto dal pastore.

Il Cardinale non ha mai lasciato spazio nel proprio cervello al minimo atomo di
utopia, egli non comincia con il sognare una liberazione, perché ciò che lui vuole
è il benessere della società, e conosce fin dall’inizio le condizioni, cioè egli pone
nettamente in antitesi libertà e felicità, o la libertà o la felicità. Ciò che in
particolare rimprovera a Cristo è di aver avuto fiducia nell’uomo”
La posizione del Cardinale è questa: la visione dell’uomo che ha Gesù è falsa,
Gesù si è ingannato ha sbagliato; contro questa allucinazione di Gesù il
Cardinale opporrà un’antropologia “realista"- secondo lui. È come se il Cardinale
dicesse: “l’uomo non è come dici tu ma come dico io e ora te lo faccio vedere”.
Ecco la verità di questa antropologia realista: l’uomo non cerca la libertà, la
verità la giustizia, il bene, l’uomo vuole solo essere sfamato, diciamo meglio
l’uomo vuole godere, non vuole essere uomo, e per affermare questa pulsione a
godere spesso preferisce morire (PULSIONE DI MORTE) nulla è più intollerabile
per l’uomo che la libertà…riduceteci piuttosto in schiavitù ma sfamateci (cioè
fateci godere), questa secondo il Cardinale è la caratteristica dell’uomo.

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