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PAOLO ZORDAN
Università di Padova
Riassunto. Il presente lavoro intende replicare l’originale ricerca di Kanizsa del 1953 in-
titolata «Sulla validazione delle diagnosi di personalità» utilizzando la medesima proce-
dura, nell’ipotesi che mezzo secolo di sviluppo e diffusione della psicologia abbia con-
tribuito a ridurre l’ingenuità che caratterizzava i soggetti dello studio originale. A 28
studenti del quinto anno della Facoltà di Psicologia dell’Università di Padova è stato
somministrato il Test dello scarabocchio di Corman, chiedendo loro in seguito di valu-
tare il grado di somiglianza del profilo ricavato dal loro test con quella che ritenevano
essere la loro reale personalità. Il profilo restituito era però uguale per tutti i soggetti. Il
profilo è stato accettato nella percentuale compresa tra il 69% e il 74%, confermando
le conclusioni di Kanizsa.
INTRODUZIONE
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che applicative che si occupano del campo di studio proprio della
psicologia ufficiale, differenziandosi da questa «per motivi metodolo-
gici e/o di coerenza interna, ponendosi a livello prescientifico, pseu-
doscientifico o ascientifico» (Cogerino e Luccio, 1979, p. 20), ma imi-
tandone il gergo. L’uso di espressioni non definite, di termini pseudo-
scientifici e di un linguaggio allusivo e metaforico permette agli psico-
logi paralleli di giustificare di volta in volta delle affermazioni (ed an-
che il loro contrario): caratteristico è lo «pseudo-rapporto causale ne-
gativo (...) asserzioni di tipo causale, nelle quali la conclusione nega le
premesse» (Cogerino e Luccio, 1979, p. 26). Secondo questi autori il
proliferare di psicologie parallele può essere ricercato nella difficoltà
della psicologia ufficiale di occuparsi della vita quotidiana; agli psico-
logi paralleli è richiesta solitamente una diagnosi di personalità super-
ficiale che comprenda, soprattutto, consigli sulla condotta da tenere
nella vita quotidiana.
Marhaba (2000) ha recentemente riproposto all’attenzione il lavoro
di Kanizsa; nello sforzo di fornirne una più ampia contestualizzazione,
Marhaba riporta una selezione delle numerose ricerche nordamerica-
ne, posteriori a quel primo lavoro di Kanizsa, dove viene identificato
l’«effetto Barnum», effetto perfettamente coincidente con quanto rile-
vato da Kanizsa: persone diverse tra di loro possono riconoscersi in
un unico profilo formulato «ad arte» se questo viene presentato come
risultato di una tecnica d’indagine, indipendentemente dalla percezio-
ne di scientificità di tale tecnica, risultando, infatti, simile l’accettazio-
ne fra test scientifici di personalità, test grafologici e oroscopi
(Snyder, Larsen e Bloom, 1976). Snyder e Clair (1977) riscontrarono
una maggior predisposizione ad auto-riconoscersi in un profilo stan-
dard nei soggetti con maggior bisogno di approvazione sociale.
A distanza di 50 anni abbiamo voluto riprodurre l’esperimento uti-
lizzando la medesima procedura di quel primo lavoro di Kanizsa, ipo-
tizzando che mezzo secolo di sviluppo e diffusione della psicologia
abbia contribuito a ridurre l’ingenuità che caratterizzava i soggetti
dello studio originale.
PROCEDURA
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Per il primo test (BDI) sono state fornite informazioni riguardo al-
l’utilità, la validità e la diffusione a livello internazionale, mentre il se-
condo è stato presentato come «un test che ha trovato una larga dif-
fusione all’estero, dimostrandosi efficace nel fornire un profilo di per-
sonalità molto preciso e dettagliato, ma che era attualmente in fase
sperimentale in Italia».
Ai soggetti quindi è stato chiesta una collaborazione finalizzata alla
costruzione di norme di riferimento valide per la popolazione italiana:
essi dovevano, in una prima fase, compilare entrambi i test e, in un
momento successivo, dovevano valutare quanto il referto ricavato da
questi fosse attinente alle loro caratteristiche.
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Una malcelata soddisfazione tocca il soggetto quando altri si occu-
pano di lui, perciò è molto incline a pensare all’impressione che fa la
propria persona sugli altri.
Gli piace mostrarsi generoso e disinteressato, benché il movente
profondo delle sue azioni sia quasi sempre egoistico.
Spesso emotivo di fronte a fatti che ad altri passano inosservati o
che li lasciano indifferenti.
La sua intelligenza è ostacolata dallo scarso rendimento mnemoni-
co; meglio indirizzata avrebbe potuto rendere molto di più.
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Per il BDI è stato calcolato il punteggio grezzo ottenuto da ciascun
soggetto.
RISULTATI
778
100
90
Percentuale di accordo
80 74%
69%
70
60
50
40
30
20
10
0
Profilo A Profilo B
FIG. 1.
100 90%
87%
90 79%
Percentuale di accordo
80 68%
70
60
50
40
30
20
10
0
Profilo A Profilo B
Kanizsa (1953) Padova (2000)
FIG. 2.
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– «... benché il movente profondo delle sue azioni sia quasi sem-
pre egoistico.» (rifiutata nel 23% dei casi);
– «La sua intelligenza è ostacolata dallo scarso rendimento mne-
monico» (23% di rifiuti).
Il profilo B, invece, è criticato soprattutto nei seguenti punti:
– «Fondamentalmente un isolato, sa badare a se stesso e la compa-
gnia degli altri spesso lo infastidisce» (15% di rifiuti);
– «Poco vanitoso, preferisce che la gente si occupi poco di lui, dà
scarsa importanza all’impressione che la propria persona fa sugli altri»
(15%).
La percentuale di accordo con i risultati riportati al BDI risulta
dell’83%, con una gamma compresa tra il 40 ed il 100%; come si è
detto, il BDI misura l’intensità dell’eventuale umore disforico negli ul-
timi sette giorni.
CONCLUSIONI
BIBLIOGRAFIA
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pretations prior to and after receiving feedback supposedly based on
psychological, graphological and astrological assessment procedures. Jour-
nal of Consulting and Clinical Psychology, 32, 258-265.
Summary. This study aims to replicate Kanizsa’s original research of 1953 entitled
«About validation of personality diagnosis» using the same procedure. In the hypothe-
sis that half a century of development and diffusion of psychology should have worked
to reduce the ingenuosness which was peculiar of the subjects of the original study. 28
students at the fifth year in the department of psychology of Padua have been tested
with Corman’s doodling test, asking them, at the end, to estimate the degree of resem-
blance between the profile obtained from their test and the one that they considered to
be their real personality. The profile was the same for all the subjects. The profile has
been accepted in a percentage between 69 and 74, confirming Kanizsa’s conclusions.
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