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Psicopatologia descrittiva


Lezione 6

Emozioni, umori e affetti


Docente: Dott.ssa Alessandra Silvestro
Emozioni
Dispositivi antropologici con ruolo essenziale nel rapporto
con la realtà.
Grazie a questi sentimenti ci si sente coinvolti
nelle situazioni mondane e vengono selezionate particolari
possibilità di azione, ci si sente sintonizzati con le altre
persone e nella comprensione del senso delle azioni altrui.

La riflessione sulle emozioni è la via regia


per la conoscenza di se stessi.
Definizione di Emozione
Motivazioni vissute al movimento - etimologia: ex-moveo
Emozione caratterizzata da :
sensazione qualitativa
antecedenti cognitivi
oggetto intenzionale (ciò a cui l’emozione si riferisce)
arousal (cambiamenti fisiologici, es. Pressione arteriosa, sudorazione, etc.)
•espressione (mimica, postura etc.)
valenza (piacevole-spiacevole)
tendenza all’azione
Emozioni
Le emozioni sono stati funzionali che motivano e possono produrre movimento, sono stati
protensivi.
Rapporto con l’intenzionalità (caratteristica della coscienza: essere sempre diretti verso un
bersaglio).
Le Emozioni si organizzano intorno a polarità di movimento: verso/da, avvicinamento/
allontanamento, coinvolgimento/evitamento, recettività/difesa.
Emozione = vita affettiva.
Emozione comprende:
Umore: emozione senza legame esplicito con un fenomeno che la motiva, vissuti come immotivati,
non-intenzionali, durano nel tempo.
Affetto: emozione che la persona collega a fenomeni, focalizzati su un oggetto, di durata più breve.
Paura / Ansia
Rabbia / Disforia
Gioia / Euforia (verso l’alto, il volo, l’aereo, la leggerezza, la levità)
Tristezza / Depressione (verso il basso, la terra, la gravità)
Funzione tipicamente umana 

trasformare l’umore (non so perché oggi mi sento così) 

in affetti (so la causa del mio sentire).
La persona può giocare una parte attiva interrogandosi sulla natura delle proprie
emozioni, trasformandole da umore in affetto quando al primo il soggetto ne
trova la motivazione…

Maria, una donna depressa, madre di una ragazza con grave disturbo schizoide di personalità
che vive quasi chiusa in casa da alcuni anni. Maria insieme al marito frequenta il gruppo per
genitori di pazienti gravi. In una seduta molto toccante in cui il gruppo lavora sulla rabbia
Maria riesce a rendersi consapevole che la sua inedia depressiva il suo reclinarsi su se stessa
lamentando la profonda infelicità è la versione autorivolta di una forte aggressività verso il
marito che volendo mantenere il ruolo di vincente in famiglia, la accusa di essere la causa dei
gravi problemi psichici della figlia che è dovuta crescere vicino ad una madre depressa.
False strade della dialettica Umore/
Affetto
Fobia: affetto patologico, paura per un oggetto o una situazione specifici che evolve a partire da un ansia o
angoscia (umore) immotivate.
L’oggetto fobico funge da catalizzatore difensivo dell’ansia che resta senza nome. Più invalidanti sono le fobie
situazionali es. non potere prendere mezzi per viaggiare, o non poter stare in luoghi affollati senza precisa via
di uscita (agorafobia) spesso indicatori di conflitti di dipendenza non risolta.
Disturbo border-line: cronica oscillazione fra disforia (umore) e rabbia (affetto). 

Il paziente borde line non sa come pensare l’Altro…E’ buono è cattivo? Mi vuole tenere? 

Mi vuole abbandonare?...Indefinitezza ..Test consigliato da Kernberg “si descriva con aggettivi…descriva una
persona importante della sua vita sempre con aggettivi…

pag. 273/4 DA LEGGERE!!!!

La rabbia, rispetto alla disforia, è un’emozione che contribuisce alla definizione dell’altro e alla coesione del sé. 

Il prezzo che paga la persona border-line per ottenere una visione più nitida dell’altro e un sentimento coeso
del proprio sé è la formazione di un micro delirio, di un delirio transitorio sull’identità dell’altro. Tutto poi si
rovescia di nuovo e torna la disforia e l’indeterminatezza dell’altro e del proprio sé.
Melanconia
I criteri diagnostici del disturbo di
personalità Border Line
Pattern pervasivo di instabilità nelle relazioni interpersonali (alternanza di
idealizzazione e svalutazione) 

nell’immagine di sé (cambiamenti repentini di scopi, vocazioni, mutamento di
ruolo nelle relazioni, per es. colui che supplica 

e poi colui che rivendica), negli affetti (disforia, irritabilità, rabbia, disperazione,
sentimenti cronici di abbandono, di vuoto) oltre che una marcata impulsività
(abuso di sostanze, promiscuità sessuale, abbuffate, comportamenti autolesivi e
parasuicidari).
Melanconia
Al contrario gli affetti possono trasformarsi in umori perdendo il proprio legame con le
circostanze che li ha generati.
Es. una reazione di lutto che si prolunga nel tempo e al rapporto fra Lutto e Melanconia.
Frued “Il lutto” implica lo stesso doloroso stato d’animo, la perdita per il mondo esterno…-ameno
che non richiami alla memoria colui che non c’è più-

la perdita della capacità di scegliere un qualsiasi oggetto d’amore 

(che significherebbe rimpiazzare il caro defunto). 

L’avversione per ogni attività che non si ponga in rapporto con la sua memoria.
Nel lutto, il nesso tra evento traumatico di perdita e stato emotivo è mantenuto.

La persona si sente triste, sconsolata, ha perso interesse per il resto (lavoro, altri affetti) ma resta
consapevole che tutto questo è conseguenza della perdita subita...poi la persona non è inattiva è
impegnata come dice Freud nel processo di lutto (necessita di tempo, di energie e investimento).
Nella melancolia il rapporto con l’emozione e il suo oggetto intenzionale è solo apparentemente
mantenuto; il melanconico non sa collocare la perdita 

del suo “oggetto” in un efficacia narrativa 

perché non gli è chiara la natura stessa di ciò che ha perduto.
I fenomeni del lutto nella melanconia sono intensificati tristezza anaffettività.
Perdita di interesse per ciò che non è “il lavoro del lutto”.
Perdita di interesse per tutto nel presente e nel futuro

(è sconsolante non trovare nulla al mondo che possa dare piacere…un cinema, una serata in
discoteca, una telefonata ad un amico, una buona cena…solo e unico desiderio andare a dormire e
spegnere almeno provvisoriamente questa vita…

che vale la pena vivere se così dolente…

è un dolore interno che non assomiglia a niente è come fisico ma non è fisico).
Nella melancolia non c’è più nessuna spinta pulsionale alla vita.
Nel lutto il parziale distacco dalla realtà circostante è funzionale alla rigenerazione dell’Io, il mondo
è diventato piccolo.
Nella melancolia l’IO si rimpicciolisce fino a diventare il tema di un delirio di piccolezza
“Kleinheitswhan” delirio di meschinità morale.
La tristezza del lutto distacca le cose dal presente, offuscandole allo sguardo (velo di lacrime)
sospingendole piano, piano nel passato per lasciare campo libero al futuro.
Depressione: fa cadere un ombra solida e impenetrabile tra il presente (che diventa eterna
ripetizione del passato) e il futuro e tra me e gli oggetti…

facendo sentire impossibile ogni azione.
Lutto e
Melanconia

Sigmund Freud - 1915


A cosa servono le Emozioni
Le emozioni sono un intralcio all’agire
razionale ed efficace 

nel mondo?
Rappresentano un ostacolo alla conoscenza
oggettiva di sé 

e del mondo?
Oppure danno un contributo fondamentale nel
prepararci all’azione,
nello scoprire il coinvolgimento in una data
situazione,
per definire la nostra identità e il rapporto con
gli altri?
Funzione biologica delle emozioni
DAMASIO (neurobiologo) ha studiato la funzione biologica delle emozioni
1)inducono comportamento idoneo alla situazione (es. attacco o fuga, o fare il morto).
2)regolare lo stato interno dell’organismo (distribuzione del flusso sanguigno, 

pressione arteriosa, ritmo del respiro, tensione muscolare) per prepararlo 

ad un dato comportamento.
Le emozioni sono legate alla selezione per lo più automatica ed implicita di un comportamento.
Le emozioni scelgono per noi una determinata modalità di azione.
Es. Situazione di pericolo? Da decifrare: il lobo limbico (amigdala) 

che ha iscritto un esperienza/trauma in quanto connesso con la 

memoria implicita, scatta velocemente anche in eccesso (es. fobia 

degli aghi). Nella situazione sconosciuta «il cervello emotivo» 

fa scattare primariamente la paura e quindi l’evitamento. 

Per la sopravvivenza è meglio scappare che restare (es. del rumore 

da decifrare è un ramoscello spezzato o un serpente che striscia). 

In seconda istanza si attiva la corteccia cerebrale con la sua capacità 

di discriminare e modulare.
Per ragioni legate alla sopravvivenza abbiamo necessità di saltare subito alle conclusioni.
DIS
P OS
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OD IRE
BAS I AGI I A G NE
CO E D RE S O D IO
RTO I UL IV E S S
CIR LA O S IT IFL
CIU IS P AR
TI E D NL
MO
TIV CO
I

Le emozioni trasformano l’ambiente (luogo in cui ogni stimolo è recepito come


equivalente) in un mondo (luogo in cui percepiamo dettagli rilevanti per i nostri
scopi, e in quanto tali attraenti o repellenti, piacevoli o spiacevoli, buoni o cattivi,
collegati rapidamente con esperienze precedenti secondo il binomio familiare/
estraneo) 

nel quale quindi poter agire, poter attuare i nostri movimenti (verso/da,
avvicinamento/allontanamento).
LE EMOZIONI GIOCANO IN RUOLO DECISIVO NELLA POSSIBILITÀ
DI SCEGLIERE: CIROSCRIVERE (CIRCUMSCRIPTION) LA POSSIBILITA'
DI AZIONE.
Circumscription

Circumscription: termine preso dai cervelli artificiali, 



la capacità di creare la rappresentazione di un oggetto o una situazione a partire da
pochi dettagli.

Le competenze visive o linguistiche, 



o la capacità di comprendere in pochi istanti il comportamento 

di un’altra persona sono alcuni esempi di questi schemi che gli umani possono
creare a partire da una stringa infinita di dati disponibili.

Si può ipotizzare che le emozioni svolgano un ruolo determinate nella


“Circumscription”
Umore
La parola rimanda ad un fenomeno psichico ma
anche ad un’entità materiale (fluido corporeo come
le lacrime).
Umore tonalità pervasiva esperita internamente
che può influenzare tutti gli aspetti del
comportamento e della percezione del mondo ed è
legato alla componente biologica.
Disturbi dell’umore
Il clinico deve porsi due domande circa l’umore del
proprio paziente:
La persona si trova in stato di sofferenza?
L’espressione dell’umore è inappropriata rispetto
al contesto sociale di riferimento?
Disturbi delle emozioni
CLASSIFICAZIONE:
Anomalie delle emozioni di base.
Intensità delle emozioni: riduzione o intensificazione.
Durata, tempo e qualità dell’esperienza, che comprende la labilità dell’umore, il pianto 

e il riso patologico, la paratimia e la paraminia.
Espressione emotiva: ottundimento e appiattimento affettivo,
Congruità emotiva rispetto all’oggetto, con inclusa la fobia.
Anomalie dell’arousal fisiologico.
Alessitimia
Anomalie della valutazione del contesto sociale.
Schemi cognitivi nativi.
Prosopoagnosia affettiva.
Disprosodia affettiva recettiva/espressiva.
Giovanni Colombo -Psicopatologia Clinica
Cambiamenti di intensità
RIDUZIONE:
perdita di sentimenti: perdita pervasiva che comprende l’intera sfera emotiva:
tristezza, gioia, rabbia, paura, etc.
Il paziente spesso non lo comprende, soffre molto 

e si sente colpevole,
Perdita si sentimenti che prima venivano provati.
Madre depressa “Non ho alcun sentimento per i miei figli. Sono malvagia. Sono
bellissimi”.
Una persona religiosa può sperimentare la perdita del sentimento religioso.

Giovanni Colombo -Psicopatologia Clinica


Anedonia
Perdita dei sentimenti di piacere e gioia. un uomo depresso 

“So che quello che sto leggendo è divertente ma non mi diverte affatto”.

«Fu nell’autunno del 1826. Mi ritrovai in uno stato di depressione nervosa, quale tutti
occasionalmente possono aver provato, non suscettibile d’eccitamenti di gioia o di piacere; uno di
quegli stati d’animo in cui ciò che era piacevole in altri momenti diventa insipido o indifferente
[…]
In una tale condizione spirituale mi capitò di pormi direttamente la domanda: “Supponi che
tutti gli obiettivi della tua vita vengano realizzati e tutti i cambiamenti nelle istruzioni e opinioni
ai quali tu aspiri possano essere effettuati proprio in questo istante: sarebbe questa una grande
gioia e felicità per te? ”. E la voce irreprimibile della mia autocoscienza rispose
inequivocabilmente “No!” A questo punto sentii mancarmi il cuore. L’intero fondamento su cui
era costituita la mia vita crollava.

Giovanni Colombo -Psicopatologia Clinica


Intensificazione

Euforia: stato di eccessiva e insensata gioia, es. nella fase maniacale


(inappropriata e bizzarra).

Estasi: nella mania (associata a deliri congrui con l’umore) e nella schizofrenia
(associata a deliri bizzarri) anche nell’estasi ci possono essere alterazioni dei
confini del sé e autoreferenzialità (es i fiori in primavera si aprono per me) ma
non assumono l’aspetto di inferenza con il sé che accompagnano le esperienze
di passività. Nell’estasi l’abrogazione del sé è esperita come volontaria.

Melanconia
Paratimia

Paratimia: reazioni incongrue rispetto alle situazioni, allegria o persino ilarità di


fronte a delle notizie tragiche.
Questi pazienti possono diventare tristi o irritati in seguito a eventi cui gli altri
reagirebbero con indifferenza o con espressioni di piacere.
Inoltre, il termine paratimia viene utilizzato anche per descrivere scoppi di riso
incontrollati e inappropriati.
Questo particolare aspetto della paratimia è simile se non identico, 

al riso patologico.
Presente nella schizofrenia.

Giovanni Colombo -Psicopatologia Clinica


Paramimia
Una paziente catatonica si avvicinò a una delle inservienti che le piaceva e le disse con fare
affabile e sfoderando un tono dolce di voce: 

“Mi piacerebbe davvero prenderti a schiaffi, le persone come te in genere si chiamano figli di
puttana”.
Una paziente si lamentava aspramente delle sue “voci” e delle allucinazioni corporee; la sua
bocca e la fronte comunicavano disgusto, mentre gli occhi esprimevano una compiaciuta sensualità.
Dopo pochi minuto anche la bocca assunse un’espressione di soddisfazione mentre la fronte
continuava ad essere corrucciata e cupa.

Giovanni Colombo -Psicopatologia Clinica


Disturbi affettivi
DISTURBI AFFETTIVI PRIMARI
Possono essere distinti, in base alla presenza esclusiva di un solo polo o all’alternanza tra ambedue, in:
Unipolari
Depressione maggiore o endogena ad episodio unico o ricorrente (episodio depressivo
maggiore).
Distimia (o depressione cronica o nevrotica).
Depressione reattiva (o disturbo dell’adattamento con umore depresso).


Bipolari
Disturbo bipolare (mania + depressione).
Ciclotimia.
Episodio maniacale (ad episodio unico o ricorrente).


DISTURBI AFFETTIVI SECONDARI


Da malattie psichiatriche non affettive.
Da malattie non psichiatriche.
Da sostanze.
Giovanni Colombo -Psicopatologia Clinica
Disturbi affettivi
DEPRESSIONE MAGGIORE: UNIPOLARE / BIPOLARE
DM unipolare DM bipolare
Esordio più tardivo Esordio precoce
Pochi episodi Più episodi
Agitazione psicomotoria Rallentamento psicomotorio
Sintomi tipici Sintomi atipici
Insonnia Ipersonnia
Basso rischio di suicidio Alto rischio di suicidio
Più rari sintomi psicotici (nei giovani) Più spesso sintomi psicotici
Maggiore efficacia AD Minore efficacia AD
Minore efficacia litio Maggiore efficacia del litio
Familiarità per depressione Familiarità per mania depressione

Giovanni Colombo -Psicopatologia Clinica


Disturbi affettivi ciclici
mania

unipolare depressivo

depressione
mania

bipolare 1

depressione
mania

bipolare 1

mania
depressione

bipolare 1

mania
depressione

bipolare 2

Giovanni Colombo -Psicopatologia Clinica


depressione
Depressione
Depressione non è tristezza “normale”, influenza tutte le funzioni psichiche e
fisiche.
L’umore varia dall’indifferenza, all’apatia a un profondo abbattimento,
scoraggiamento e disperazione.
Anedonia:
Tristezza vitale.
Rallentamento nel pensiero, nell’eloquio, nell’azione.
Incapacità a compiere normali compiti, a fronteggiare situazioni banali.
Tendenza all’autocolpevolizzazione.
•Abbassamento catastrofico dell’autostima.
•Agitazione e attivazione afinalistica.
•Ansia e concentrazione su pensieri malinconici peggiorano la concentrazione.
•Il concentrarsi, l’applicarsi, il prendere decisioni, possono divenire impossibili e
dolorose.
•Depressione mascherata.
GRAZIE
della Vostra collaborazione…

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