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Materiale ad esclusivo fine didattico e a 11/03/2020

circolazione controllata. Insegnamento di


"Test 2: Strutturati", PSE - IUSVE, a.a.
2019/2020 - Prof. A. Bobbio

I test di personalità strutturati

Definire la personalità
• Definizione ‘operativa’  La personalità rappresenta le
caratteristiche della persona che sono responsabili di modelli
coerenti di sentire (e.g., affect), pensare (e.g., cognition) e
comportarsi (e.g., behavior) (Pervin & John, 1997, con modifiche)

• Una teoria della personalità – e ne esistono molte e differenziate –


indica dei modi per riunire e sistematizzare un’ampia gamma di dati
diversi

• In generale, una teoria della personalità deve prendere in esame 5


aree: 1) struttura, 2) processo, 3) crescita e sviluppo, 4)
psicopatologia, 5) cambiamento

• Un buon test di personalità deve, necessariamente, riferirsi ad


una buon impianto teorico

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Definire la personalità
(Pervin & John, 1997)

Definire la personalità
• 1) struttura  riguarda gli aspetti più stabili e durevoli della
personalità (i mattoni) e ad essi ci si riferisce di solito con termini
quali: risposta, abitudine, tratto (e.g., indica la coerenza della
risposta individuale in svariate situazioni: socievole, onesto,
divertente) e tipo (e.g., costellazione di molti tratti differenti:
introverso vs. estroverso)

• 2) processo  si riferisce ai concetti dinamici motivazionali


usati per spiegare il comportamento (e.g., motivazioni
edonistiche/piacere – ricerca del piacere ed evitamento del dolore;
crescita/autorealizzazione – affermazione di se stessi; cognitive –
bisogno di coerenza e di conoscere): naturalmente, le motivazioni
che muovono ognuno di noi sono miste e complesse… ad esempio

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Definire la personalità
• Organizzazione gerarchica di un «tratto» di personalità
 esempio di struttura (Pervin & John, 1997, p. 233)

Definire la personalità
• 3) crescita e sviluppo  si occupa dello sviluppo e dell’unicità
individuale. Le cause che determinano la personalità («normale» e
«non normale») sono generalmente divise in genetiche e ambientali
(e.g., classe sociale, famiglia), le quali, che interagiscono tra loro,
hanno dato vita ad ampio ed irrisolto dibattito. I geni ci rendono simili
in quanto uomini e differenti in quanto individui

• 4) psicopatologia e 5) cambiamento  perché alcune persone


sono capaci di affrontare gli stress della vita quotidiana
mentre altre sviluppano risposte patologiche? Prendendo a
riferimento una certa teoria, quali sono i percorsi (psico-
)terapeutici o i mezzi con cui modificare forme patologiche di
comportamento?

• Non tutti i teorici della personalità sono (o devono essere) dei


terapeuti, ma una teoria completa dovrebbe dare qualche
indicazione sul cambiamento e sulla resistenza ad esso

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Valutare una teoria di personalità


• Problema  siamo tutti psicologi (della personalità, ecc.)!

• Tutti costruiamo dei modi per organizzare le informazioni (su di


noi) e sugli altri, fare previsioni su come si comporteranno, rivedere le
nostre concezioni (Kelly, 1955)  categorizzazione, schema di sé,
di persona, stereotipo, teorie implicite di personalità

• I teorici, però, rendono più esplicite le loro ipotesi e le verificano in


modo più sistematico

• Per valutare una teoria di personalità si prendono in esame 3 aspetti:


1) comprensività; 2) parsimonia; 3) rilevanza euristica

• Comprensività  capacità di spiegare un’ampia varietà di dati


(ampiezza di banda e fedeltà, ovvero fenomeni per i quali la teoria è
particolarmente adeguata, chiara, specifica; compromesso)

Valutare una teoria di personalità


• Parsimonia  semplicità vs. esaustività

• Rilevanza euristica  una teoria non è vera o falsa, è utile o


inutile. Kurt Lewin diceva: «non vi è nulla di più pratico di una
buona teoria» Pertanto, una buona teoria deve permettere di
sviluppare molte ipotesi (traduzione empirica) che possano essere
supportate o disconfermate

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Perché e come «misurare» la personalità?

• Innanzitutto, i «test» di personalità che tipo di «test» sono?

• Una delle classificazioni più adottate e più chiare (e.g., Pedrabissi &
Santinello, 1997) suddivide la famiglia dei «test» in 2 rami:

• Test di massima performance

• Test di performance tipica

• Nella prima ricadono i test di intelligenza, di attitudine generale e di


rendimento  è difficile non capire cosa si stia misurando

• Nella seconda i test di personalità, di interessi, dei valori, ecc.,


un’ampia famiglia di strumenti che non tutti sono disposti a
considerare test veri e propri

I test di performance tipica

• Si prefiggono di conoscere preferenze o comportamenti


abituali di un soggetto (ad es. personalità, temperamento,
interessi, preferenze, valori)

• La minore “precisione” dell’oggetto d’indagine ha portato ad


identificarli con diversi nomi: scale, inventari, indici, checklist,
questionari, test situazionali, tecniche proiettive, ecc.

• Per l’autore X la “socievolezza” (o amicalità) si manifesta in


alcuni modi; per l’autore Y, in quelli più altri ancora, e così
via (e l’intelligenza?)

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I test di performance tipica


• Mentre la competenza verbale di una certa persona si può
considerare costante entro un certo periodo di tempo, si può dire
la stessa cosa del suo livello di socievolezza?

• Nei test di massima performance un soggetto può far tanto bene


quante sono le sue capacità, ad esempio non può rivelare più
capacità di memorizzazione di quante ne possieda. Al limite farà e
dimostrerà di meno.

• Nelle prove di tipica performance l’individuo può fingere (tentare


di dimostrarsi più o meno socievole di quanto in realtà non sia) in
relazione a certe finalità (ad es. accentuare caratteristiche di
“leadership” in un contesto di selezione del personale, adattarsi ad
un livello che lui crede essere medio, per non dare troppo
nell’occhio)

I test di performance tipica

• Proprio per controllare menzogna ed effetti di distorsione più


o meno inconsapevole delle risposte (desiderabilità sociale) i
costruttori di test hanno introdotto le cosiddette scale Lie (ad es.
nel MMPI, nel 16PF-5, nel BFQ-2, nel TOM)

• Inoltre l’ambiguità di significato di alcuni item, uniti ad una


scarsa motivazione a rispondere possono indebolire la validità di
questi test

• Sebbene utili e molto utilizzati (ad es. in psicologia sociale, applicata


e della personalità) i test di tipica performance hanno, agli occhi dei
costruttori di test più ortodossi, minore credibilità dei test di
massima performance

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Perché e come «misurare» la personalità?


• Quali sono i dati che interessano gli psicologi della personalità e
tutti coloro che desiderano «misurare» la personalità ed impiegare
tali rilevazioni per gli scopi più diversi (LOTS)?

• Eventi di vita o dati-L (life record data)

• Dati osservati o dati-O (observer data)

• Dati sperimentali o dati-T (test data)

• Auto-descrizioni o dati-S (self report data)

• In linea generale, poi, sia psicologi della personalità, sia utilizzatori


di «misure» di personalità, devono attenersi a tre pilastri
fondamentali, del resto ben specificati nel Manuale che accompagna
ogni test di personalità: Attendibilità, Validità, Comportamento
Etico

Perché e come «misurare» la personalità?


• Punti di forza e di debolezza dei metodi di ricerca/raccolta dati nel campo della
personalità (Pervin & John, 1997, p. 60)

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Nota

Note pratiche e
deontologiche
per l’uso dei
test

Fonte: Catalogo
GIUNTIOS

Nota

Accesso
ai test
(qualifica
richiesta)

Fonte: Catalogo
GIUNTIOS

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Eysenck Personality Questionnaire - R


• Attualmente la O.S. Giunti distribuisce il questionario EPQ-R che si basa sulla
teoria delle 3 dimensioni di personalità di Hans Jürgen Eysenck (1916 –
1997), ovvero: Estroversione-Introversione, Nevroticismo e
Psicoticismo.

• Con Estroversione (E) s’intende uno degli estremi del tratto Estroversione-
Introversione, caratterizzato dalla disposizione alla socievolezza, alla gioia,
all’impulsività e all’attrazione/propensione verso il rischio.

• Con Introversione (I), invece, una disposizione alla calma, alla riservatezza,
alla riflessività e all’evitamento del rischio.

• Con Nevroticismo (N) una dimensione della personalità definita, ad un


estremo, da stabilità emotiva e assenza di ansia e, all’altro, da instabilità
emotiva e forte ansia.

• Con Psicoticismo (P), infine, una tendenza, ad un polo, all’isolamento e


all’insensibilità e, all’altro, all’accettazione delle norme sociali e al farsi carico
dell’altro.

Eysenck Personality Questionnaire - R

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Eysenck Personality Questionnaire - R


• Come dichiarato da Giunti O.S., il kit dello EPQ-R è costituito, in realtà da 3
strumenti:

• EPQ-R, EPQ-R forma ridotta (da utilizzarsi quanto il tempo a disposizione è


poco o in base ad ipotesi specifiche) e IVE – Questionario di impulsività.

• Lo IVE fornisce una misura dell’Impulsività, dell’Audacia e dell’Empatia.

• ALCUNE NOTE TECNICHE

• Destinatari: Dai 18 anni in poi

• Anno di Pubblicazione: 2004

• Tempo di somministrazione: EPQ-R: 15-20 minuti, circa

• Forma ridotta: 10 minuti, circa

• IVE: 10 minuti, circa

Eysenck Personality Questionnaire - R


• Tipologia di somministrazione: sia individuale sia collettiva

• Numero item: EPQ-R: 106

• Forma ridotta: 48

• IVE: 54

• Scoring: manuale, tramite apposite griglie

• Campione di taratura italiano: EPQ-R: 706 soggetti (348 maschi e 358


femmine)

• Forma ridotta: 306 soggetti (128 maschi e 178 femmine)

• IVE: 275 soggetti (128 maschi e 147 femmine)

• Fascia d’età: 18 - 75 anni (2000-2003)

• Curatori edizione italiana: Dazzi, Pedrabissi, & Santinello

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Eysenck Personality Questionnaire - R


• NOTA BENE

• Il livello di qualificazione richiesta è il B2 (O.S. Giunti)

• Il test può essere quindi acquistato da: coloro che rientrano nella categoria
C; psicologi (iscritti all’albo B, all’albo A e non iscritti all’albo ma in possesso
di laurea del vecchio ordinamento), e medici con specializzazione in
geriatria, neurologia, pediatria, medicina fisica e riabilitazione,
neuropsichiatria infantile, psichiatria, psicologia clinica, psicoterapia

• COSTI

• Starter kit  manuale + 10 questionari EPQ-R + 10 questionari EPQ-R ridotta


+ 20 questionari IVE + griglie: 169,00 Euro

• Manuale: 59,00 Euro

• 25 Questionari EPQ-R: 59.00 (+ i.v.a.)

Sexteen Personality Factor Questionnaire

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16 PF
• ll test (Sexteen Personality Factor Questionnaire) è il risultato delle ricerche
sul concetto di «tratto» condotte da Raymond Bernard Cattell (1905 –
1998), adottando quello che lui definì il metodo multivariato (vs.
bivariato e clinico) e, dal punto di vista del trattamento dei dati, dell’analisi
fattoriale [come fatto da Eysenck] (Pervin & John, 1997, p. 250)

16 PF
• ll tratto viene definito da Cattell come «predisposizione», quindi presunzione che
il comportamento segua configurazioni regolari nel tempo e nelle situazioni

• E’ possibile operare una distinzione tra tratti di:


• abilità (= competenze e capacità che permettono all’individuo di funzionare
efficacemente; ad es. intelligenza);
• temperamentali (= vita emotiva; ad es. impulsività vs. riflessività),
• e dinamici (= sforzo, motivazione; ad es. obiettivi).

• Inoltre, tra tratti:


• superficiali (= si esprimono in comportamenti che solo apparentemente
potrebbero avere un legame tra loro) e
• originari (= associano stabilmente comportamenti che co-variano insieme,
formando una dimensione unitaria ed indipendente della personalità)

• Per «identificare» i tratti superficiali si ricorre a metodi soggettivi, chiedendo alle


persone quali caratteristiche di personalità possano aver legato due loro
comportamenti; per i tratti originari sono necessarie tecniche statistiche
raffinate (ad es. l’analisi fattoriale), basate sull’analisi di correlazione e
quindi sulla ricerca di dimensioni «riassuntive», di alto livello
• I tratti originari costituiscono le fondamenta della personalità

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16 PF
• Come «scoprire» i tratti originari sottesi a diversi tipi di situazioni?
• Quali dati possono essere utilizzati per questa utile indagine?

• Riprendendo la classificazione dei dati LOTS (Eventi di vita o dati-L, Dati osservati o
dati-O, Dati sperimentali o dati-T e Auto-descrizioni o dati-S), Cattell ha ipotizzato
che se la personalità costituiva davvero un costrutto fondamentale, si
sarebbe potuta rintracciare per mezzo di ogni tipologia di dato

• Tuttavia, operò principalmente su Eventi di vita (descritti sia dal soggetto, sia da
compagni e osservatori) e Auto-descrizioni, desunte dalla somministrazione di
questionari, e arrivò, grazie all’applicazione dell’analisi fattoriale, ad individuare item
che andavano nella stessa direzione (ossia i cui punteggi erano correlati tra loro)

• L’esito più importante di questo enorme lavoro, che ha implicato l’analisi delle
correlazioni tra le risposte date a migliaia di item, è noto come il questionario
«Sixteen Personality Factor» o 16 PF, che coglie 16 tratti originari

• Questi tratti non esauriscono la struttura della personalità ipotizzata da Cattell (che
era arrivato a ben 21 tratti, anche grazie all’impiego di Test oggettivi, meno sensibili
alla desiderabilità sociale), ma costituiscono un’ottima «tavola» per la
classificazione in psicologia, come la tavola degli elementi per la chimica.

16 PF
• Descrittori (bipolari) dei 16 fattori di Cattell (Pervin & John, 1997; Manuale
del test 16 PF – 5)

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16 PF
• Descrittori (bipolari) dei 5 fattori globali del 16 PF – 5, che si ottengo dalla
combinazione dei 16 fattori primari secondo regole prestabilite (Manuale del test)

• Estroversione (EX)
• Ansietà (AX)
• Durezza (TM) 16 Fattori
• Indipendenza (IN)
• Autocontrollo (SC)

16 PF – 5 (1994)
• BASI CONCETTUALI DEL TEST

• Come già detto, le fonti dei dati considerati da Cattell e collaboratori per lo
sviluppo del test sono: valutazioni di osservatori (Life-Data), che condussero
all’identificazione di 12 tratti (A – N) e dati desunti da questionari (Questionnaire-
Data), da cui si ottennero i quattro fattori Q (Q1 – Q4). Tutto venne infine tradotto
in item per il formato questionario, e quindi in dati sottoponibili ad analisi fattoriale

• Il test fu pubblicato nel 1949 e quindi subì 4 revisioni (1956, 1962, 1969, 1993).

• Gli item furono sempre selezionati e perfezionati tenendo conto di: forte
«saturazione» sul fattore di appartenenza; bassa o nulla bifattorialità

• Il campione di standardizzazione americano è costituito da 4449 persone;


attraverso il campionamento stratificato (per genere, istruzione, età, gruppo etnico)
si ottenne un campione normativo di 2500 soggetti

• I coefficienti di attendibilità test-retest variano tra .69 e .91 a distanza di 2


settimane e tra .65 e .82 a distanza di 2 mesi

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16 PF – 5 (1994)
• Il coefficiente Alpha di Cronbach oscilla tra .64 e .85 per i 16 fattori

• La validità di costrutto è sostenuta dalla chiarezza e dalla interpretabilità della


soluzione fattoriale e da inter-correlazioni modeste tra i 16 fattori (mediamente attorno a
.15, con rari picchi di .43 o .58)

• La validità di criterio è sostenuta dalle correlazioni dei fattori, secondo un pattern


atteso, con, ad es., misure di Autostima, Abilità Sociale e Potenziale Creativo, nonché
con alcune misure di performance legate a specifici contesti lavorativi (ad es. potenziale
di leadership), ambito nel quale il test deve essere comunque utilizzato con cautela

• La validità convergente e discriminante è stata saggiata con successo considerando


le seguenti misure: Personality Resarch Form di Jackson, California Psychological
Inventory di Gough; NEO-PI-R di Costa e McCrae; Myers-Briggs Type Indicator

• Il Fattore B, che misura l’abilità di ragionamento e non la personalità è stato validato


separatamente tramite la sua correlazione con l’Information Inventory di Altus e il
Culture Fair (non-verbal) Intelligence Test dello stesso Cattell.

• I dati normativi per il contesto italiano sono derivati da un campione di 766


individui, di età compresa tra 15 e 75 anni, di livello di scolarità inferiore alla
laurea, in prevalenza del Nord e del Centro Italia

16 PF – 5 (1994)
• Il 16 PF – 5 (Cattell, Cattell, & Cattell, 1994) rappresenta l’evoluzione del tentativo
di Cattell di identificare le componenti fondamentali (primarie, globali) della
personalità attraverso l’analisi fattoriale di tutti gli aggettivi che, nella lingua
inglese, vengono utilizzati per descrivere il comportamento umano (lessico)

• Il 16 PF – 5 continua a misurare i 16 fattori individuati da Cattell oltre 50 anni fa. I


punteggi dei fattori sono correlati tra loro (obliqui vs. ortogonali)

• Il test è costituito da 185 item, che colgono sia i 5 fattori primari/globali, sia
un indice di «Gestione dell’immagine» (Impression Management, IM), che
valuta l’incidenza del bias di desiderabilità sociale (Pauhlus, 1991)

• Ciascuna scala contiene dai 10 ai 15 item

• La somministrazione può essere sia individuale, sia collettiva (o di gruppo)

• Il test è destinato a persone con età pari o superiore a 16 anni. Per i minori di 16
anni è disponibile un’apposita versione del test, lo High School Personality
Questionnaire (HSPQ)

• Il tempo di compilazione varia tra i 35 e i 50 minuti

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16 PF – 5 (1994)
• Il grado minimo di abilità di lettura richiesto corrisponde al completamento
delle scuole elementari (scolarizzazione primaria di primo livello)

• La correzione del test può essere facilmente eseguita a mano, tramite una serie
di griglie di correzione

• Lo scoring può essere eseguito sia manualmente, sia al computer (con apposito
software)

• Per arricchire l’interpretazione dei risultati sono disponibili dei rapporti narrativi
computerizzati e alcune pubblicazioni in lingua inglese

• La taratura italiana del test è stata condotta da Sirigatti e Stefanile per O.S. Giunti
nel 2001 (N.B. il Manuale ufficiale del test è la fonte principale qui utilizzata)

• SOMMINISTRAZIONE

• Anche se è possibile l’auto-somministrazione in maniera totalmente autonoma, è


sempre importante stabilire un «buon rapporto» con gli «esaminandi» e un loro
«atteggiamento positivo» nei confronti del test

16 PF – 5 (1994)
• NOTA BENE

• Il livello di qualificazione richiesta è il B2 (O.S. Giunti)

• Il test può essere quindi acquistato da: coloro che rientrano nella categoria C;
psicologi (iscritti all’albo B, all’albo A e non iscritti all’albo ma in possesso di laurea
del vecchio ordinamento), e medici con specializzazione in geriatria, neurologia,
pediatria, medicina fisica e riabilitazione, neuropsichiatria infantile, psichiatria,
psicologia clinica, psicoterapia

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16 PF – 5 (1994)
• Il somministratore deve chiarire, sommariamente, gli obiettivi del test,
sottolineando l’utilità di fornire risposte oneste e in un tempo contenuto

• L’uso del test, come di altri simili, in studi longitudinali (o a misure ripetute) va
effettuato con attenzione. Infatti, se da un lato è possibile che i tratti di
personalità siano relativamente stabili, alcune variabili potrebbero produrre un lieve
fluttuazione dei punteggi (es. maturazione, apprendimento, stato psicologico del
momento). Si suggerisce di considerare intervalli temporali di circa 6 mesi

• MODALITA’ DI RISPOSTA

• Ogni item del test presenta 3 possibilità di risposta

• Con l’eccezione degli item del Fattore B (capacità di ragionamento, raggruppate alla
fine del test), la risposta intermedia è sempre indicata con un punto interrogativo
(‘?’)

• TEMPO DI SOMMINISTRAZIONE

• Non sussiste limite di tempo, anche se gli esaminandi devono essere incoraggiati a
lavorare con rapidità (in media, come già detto, sono necessari 35-50 minuti)

16 PF – 5 (1994)
• Il test può essere anche somministrato al computer, tramite il software ufficiale
della Giunti O.S.  i risultati della somministrazione carta e matita e computerizzata
sono risultati equivalenti tra loro.

• SOMMINISTRAZIONE

• I materiali per il testing sono costituiti dal questionario e dal foglio di risposta,
utile sia per lo scoring manuale sia per quello al computer (lettore ottico).

• Nella prima pagina del fascicolo del test si trovano le istruzioni. Può essere
indicato leggerle ad altra voce, mentre i partecipanti leggono, e rispondere
tempestivamente ad eventuali domande

• Le risposte vanno indicate sul foglio di risposta e non sul questionario, solo
nelle modalità previste ed avendo cura di non tracciare segni inutili o confondenti

• Non va omessa alcuna risposta

• E’ richiesto agli esaminandi di indicare alcuni dati socio-anagrafici nell’apposito


spazio. Se si desidera una correzione «in anonimato» al posto del nome può essere
inserito un codice

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16 PF – 5 (1994)
• SCORING

• Prima di iniziare è obbligatorio verificare: la corretta compilazione delle


informazioni socio-anagrafiche, che non vi siano risposte mancanti (o,
meglio, che siano inferiori a 13), che sia specificata la norma di riferimento che
verrà adottata per l’interpretazione dei punteggi
• E’ possibile correggere un protocollo nel quale siano state omesse fino a 12 risposte.
Le risposte mancanti vengono stimate (media degli item della stessa scala)

• Norme unificate  fanno riferimento al campione normativo complessivo, senza


distinzione per il genere (possono essere utili nel caso, ad es., di una selezione del
personale)

• Norme per sesso (dell’esaminato)  tengono conto del genere per la scelta dei
punteggi normativi

• Per la correzione (manuale) del test sono necessari:


• Foglio di risposta
• Griglia di correzione
• Tabelle normative (trasformazione dei punteggi grezzi in punti standard sten, con
media 5,5 e deviazione standard pari a 2)

16 PF – 5 (1994)
• CORREGGERE IL TEST

• Le prime 3 griglie (N.B. lucidi trasparenti) servono per il calcolo dei punteggi dei
5 fattori primari della personalità (EX = Estroversione, AX = Ansietà, TM =
Durezza, IN = Indipendenza, SC = Autocontrollo), e dei 15 fattori da A a C-Q4;
la 4° per i punteggi di Ragionamento (Fattore B) e per l’indice IM

• I 16 punteggi sono contrassegnati dalla lettera A alla lettera Q4

• Le griglie vanno sovrapposte, ben allineate ai margini (attenzione a sovrapporre le


stelle!), al foglio di risposta per isolare i vari punteggi di interesse

• Contare i segni visibili attraverso la griglia, attribuendo a ciascuno di essi il valore 1


o 2 a seconda delle indicazioni

• Riportare il totale nella colonna del punteggio grezzo per quel fattore

• Alle risposte del fattore B si attribuisce 0 se la risposta è errata e 1 se è corretta

• Gli indici di stile di risposta – Infrequenza (INF) e Acquiescenza (ACQ) – sono


calcolati in modo leggermente diverso e leggermente più complesso

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16 PF – 5 (1994)
• Distribuzione/Corrispondenza degli item nei fattori (Manuale del test)

16 PF – 5 (1994)
• TRASFORMARE I PUNTEGGI GREZZI IN PUNTI STEN

• Norme unificate o norme specifiche?

• Individuare dove si collochi il punteggio del soggetto e quindi il punteggio sten


corrispondente (intestazione della colonna)

• I punteggi IM sono convertiti in percentili e non in sten

• CALCOLARE I PUNTEGGI STEN DEI 5 FATTORI GLOBALI (EX = Estroversione, AX =


Ansietà, TM = Durezza, IN = Indipendenza, SC = Autocontrollo)

• I fattori globali implicano una combinazione dei fattori primari e quindi


forniscono una descrizione della personalità in termini più ampi: sono anche detti
fattori di «secondo ordine» (analisi fattoriale)

• Le istruzioni per il calcolo sono riportate sul retro del foglio di profilo, oppure
prevedono l’impiego di alcune semplici equazioni

• Sul retro del foglio di profilo, riportare, per ciascun fattore primario il punteggio sten
ottenuto nella colonna di sinistra

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16 PF – 5 (1994)
• Iniziando dal fattore A, seguire verso destra la linea tratteggiata e quindi
moltiplicare il punteggio del fattore A per ogni decimale che si incontra

• Scrivere il risultato della moltiplicazione nella casella immediatamente adiacente al


decimale incontrato

• Ripetere la procedura per tutti i fattori (C – Q4) ad eccezione del B, che


non concorre alla determinazione dei 5 globali

• Effettuare, per ciascuna colonna, la somma dei punteggi riportati nei riquadri e, ove
previsto, aggiungere anche il valore «Costante». A volte il totale dovrà essere
riportato in una casella a sfondo bianco, a volte in una a sfondo scuro/ombreggiato

• Dopo aver calcolato i totali, sottrarre il punteggio in casella


scura/ombreggiata da quello in casella bianca [(b-s)/o]  il risultato sarà il
punteggio sten del fattore globale

• PROFILO IN PUNTI STEN

• I punteggi sten dei 16 fattori primari e dei 5 fattori globali devono essere riportati
nell’apposita colonna del foglio di profilo. Ove necessario, arrotondare
all’intero più vicino

16 PF – 5 (1994)
• Negli spazi dell’apposito schema a puntini si contrassegnino i valori in sten
corrispondenti ad ogni fattore, che è sempre rappresentato e descritto in
modo «bipolare» (bassa presenza vs. altra presenza del contenuto del
fattore)

• I punti contrassegnati possono essere uniti mediante una linea (spezzata),


ottenendo così un profilo

• LEGGERE E INTERPRETARE UN PROFILO: ALCUNE ACCORTEZZE

• Le polarità dei fattori non implicano, necessariamente, un versante cattivo (es.


punteggi bassi) vs. uno buono (es. punteggi alti)

• Generalmente, i punteggi sten compresi tra 4 (-1 DS) e 7 (+1 DS) devono
intendersi come medi: da 3.5 a 5.5 = medio basso; da 5.5 a 7.5 = medio
alto

• Ci si attende che la maggioranza della popolazione (68%) possegga un


punteggio compreso tra -1 e +1 DS; il 16% al di sotto di -1 DS e altrettanti
sopra a +1 DS

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16 PF – 5 (1994)
• Lo psicologo che utilizza i metodi quantitativi e i test strutturati è sempre ben
consapevole dei limiti insiti nella quantificazione e misurazione di variabili
psicologiche

• Dal momento che le scale del 16 PF – 5 sono costituite da 10-15 item ciascuna, non
possono che essere delle stime del punteggio vero nel fattore X dell’individuo K

• L’errore standard di misura [ESM; DS*( 1 − 𝛼 )] nella maggior parte dei


punteggi del 16 PF – 5 è di circa 1 punto sten (ESM 99%)

• Quindi, nel 68% dei casi, il punteggio vero di un esaminato è pari al punteggio
ottenuto + o – 1. Se il punteggio grezzo fosse ‘8’, il punteggio vero oscillerebbe tra
‘7’ e ‘9’

• Per un intervallo di fiducia del 95%, l’ESM passa a 2 punti sten, per cui il punteggio
vero corrispondente ad un grezzo di 8 oscillerebbe, nel 68% dei casi, tra 6 e 10

• Questo per dire che lo psicologo accorto non dovrà mai sopravvalutare le
differenze in punti sten, specie quando ci si collochi agli estremi della
distribuzione

16 PF – 5 (1994)

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16 PF – 5 (1994)

16 PF – 5 (1994)

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16 PF – 5 (1994)

16 PF – 5 (1994)

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16 PF – 5 (1994)
• VALUTAZIONE DEGLI INDICI DELLO STILE DI RISPOSTA

• Il 16 PF – 5 fornisce la possibilità di calcolare 3 indici di risposta: Management


dell’Immagine (IM), Infrequenza (INF) e Acquiescenza (ACQ)

• Se l’esaminato ottiene punteggi estremi in uno degli indici, vi è motivo per


dubitare del suo atteggiamento «positivo» nei confronti del test, e potrebbe essere
invitato a ripetere la prova

• Management dell’Immagine (IM): è costituita da 12 item, è specifica, quindi le


risposte fornite non contribuiscono a determinare nessun’altro punteggio

• Il suo scopo è cogliere la tendenza ad alterare le risposte in direzione


socialmente desiderabile. I suoi punteggi correlano con quelli degli altri fattori

• In sintesi, se il punteggio di un soggetto supera un certo livello (ad es. un


punteggio grezzo maggiore di 20, di solito pari o maggiore del 95° percentile;
oppure uno inferiore al 5°), lo psicologo può considerare la distorsione delle
risposte come deliberata e quindi chiedere la ripetizione della prova

• Percentile = % di soggetti che, in una distribuzione ordinata di valori, si


colloca al di sotto di uno specifico punteggio grezzo; varia tra 0 e 100

16 PF – 5 (1994)
• La Scala di Infrequenza (INF) è costituita da 32 item. Punteggi elevati (grezzi
maggiori o uguali a 10, pari o sopra il 95° percentile) indicano che l’esaminato ha
fornito risposte che si discostano troppo da quelle attese in base al campione
normativo. Può identificare risposte date a caso o indecisione

• La Scala di Acquiescenza (ACQ) misura la tendenza a rispondere «Vero» ad un


item senza tener conto del suo contenuto. E’ costituita da 103 item ed è stata
messa a punto per il 16 PF – 5. Può identificare un bisogno di approvazione.
Anche in questo caso, punteggi dal 95% percentile in su sono considerati alti e
minare la validità del protocollo

• VALUTARE LE SCALE DEI FATTORI PRIMARI

• Per comprendere a pieno il significato dei fattori primari è necessario


studiare attentamente il Manuale del test e i principali contributi della
letteratura ottenuti dall’applicazione del 16 PF.

• Innanzitutto, è bene aver chiari i concetti di Attendibilità delle scale, Distribuzione


dei punteggi, Errore Standard di Misura (ESM), Intercorrelazione tra le scale,
Correlazione con altri strumenti o criteri, ecc.

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16 PF – 5 (1994)
• Può comunque essere utile osservare alcuni dati di tendenza generale

• Numero dei punteggi estremi. Se sono pochi, il numero delle risposte non
definite (‘?’) potrebbe essere eccessivo; se sono pari o maggiori a 9 (su 16), oppure
pari o inferiori a 2, l’esaminando potrebbe appartenere a popolazioni molto
particolari, che necessitano di approfondimenti

• Inclinazione. E’ una valutazione «a prima vista», ma comunque utile. Le


configurazioni più note sono: «inclinato a sinistra» (punteggi più alti nella metà
superiore dei fattori e più bassi nella metà inferiore), positivamente correlato alla
desiderabilità sociale, «inclinato a destra» (opposto al precedente), meno correlato
alla desiderabilità sociale

• Inter-correlazione tra i fattori primari. Sono attese, per via del modello
fattoriale «obliquo» sottostante», ma possono dar luogo a configurazioni nuove e
interessanti

16 PF – 5 (1994)
• APPLICAZIONI

• Ambito clinico: descrizione e classificazione della personalità

• Interventi in contesto aziendale: per selezionare nuovo personale, valutare il


potenziale di dipendenti già all’interno dell’azienda e orientarne le carriere

• Attività di Orientamento e counseling rieducativo

• COSTI (Fonte: www.giuntios.it)

• Manuale: 74,00 Euro

• Report standard (grafico): 30,00 Euro

• Report BIR – Basic Interpretative Report (un profilo narrativo e grafico


articolato in tre sezioni differenti: cinque fattori globali, dimensioni aggiuntive quali
potenziale creativo e il potenziale di leadership, correlazione con interessi e valori):
55,00 Euro

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Big Five Questionnaire

Big Five
• Se i tratti (originari) sono i mattoni di base della personalità, come è
possibile che i diversi studiosi siano arrivati a conclusioni diverse circa il
loro numero e contenuto?

• Ad es. Gordon Willard Allport (1897 – 1967) ha parlato di tratti cardinali,


centrali e disposizioni secondarie; Eysenck (1916 – 1997) di 3 tratti, Cattell (1905
– 1998) di 16 (o 21).

• Tuttavia, da qualche tempo va imponendosi il modello noto come Big Five, che
teorizza l’esistenza di 5 grandi fattori; su questi fattori sembrano convergere:

• i dati dell’analisi fattoriale condotta sui termini per mezzo dei quali si
descrive la personalità («ipotesi psico-lessicale», in realtà mutuata
dall’ipotesi della «sedimentazione linguistica» di Cattell),

• la corrispondenza tra questionari di tratto e altri questionari o


classificazioni,

• le analisi dei contributi sulle basi genetiche (ereditarierà) della personalità

• Big = ogni fattore riassume in sé un vasto numero di fattori specifici

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Big Five – Ipotesi psicolessicale


(Chiorri, 2011)

Big Five – Ipotesi psicolessicale


(Chiorri, 2011)

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Big Five – Ipotesi psicolessicale


(Chiorri, 2011)

Big Five
• I Big Five e gli altri principali modelli fattoriali della personalità (Caprara et al.,
2008)

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Big Five
• I Big Five e le scale esemplificative (Pervin & John, 1997, p. 267)

Big Five

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Big Five
• I Big Five sono nati per cogliere i tratti della personalità che le persone
considerano come i più importanti della propria vita

• Goldberg (1990, p. 1216) ha illustrato chiaramente l’approccio per mezzo di


un’ipotesi psico-lessicale, secondo la quale nel corso del tempo
(evoluzione) gli esseri umani avrebbero scoperto alcune differenze
individuali particolarmente importanti nelle loro interazioni e coniato dei
termini per riferirvisi con facilità

• L’importanza di aver «creato» questi termini è lapalissiana: permettono


comprendere e prevedere il comportamento individuale di fronte ad un’ampia
gamma di situazioni

• Se l’ipotesi psico-lessicale regge, termini analoghi dovrebbero essere utilizzati in


tutte le culture  infatti, un numero sempre più elevato di studi
testimonierebbe la costruzione di descrizioni della personalità analoghe ai
Big Five in lingue molto diverse tra loro, quali inglese, cinese, tedesco,
giapponese, italiano

• Costa e McCrae (1992), dopo 3 revisioni, hanno messo a punto il questionario


NEO-PI-R (NEO Personality Inventory Revised) per la misura dei Big Five

Big Five e BFQ-2 (2008)


• Il NEO-PI-R deve il suo nome all’originario interesse degli autori per i fattori
Nevroticismo (Neuroticism), Estroversione (Extraversion) e Apertura
(Openess)

• Ogni fattore è differenziato in 6 sfaccettature, ognuna delle quali è misurata da


8 item (in totale 241 item), ai quali si risponde con scala tipo-Likert a 5 punti, da 1
= massimo disaccordo a 5 = massimo accordo.

• Tutte le 5 scale (O-C-E-A-N) hanno dimostrato di possedere buona attendibilità e


validità e di convergere con i risultati di altri questionari, come ad es. il 16 PF; il Big
Five, pertanto si è imposto sia per la sua completezza, sia per la sua parsimonia

• In modo interessante, il riferimento ai Big Five può essere utilizzato sia per l’auto-
che per l’etero- valutazione

• Il BFQ, ora nella sua versione BFQ-2, fu concepito sulla base dell’esperienza di
McCrae e Costa dal gruppo di ricerca italiano di Caprara e collaboratori (1993)

• I 5 Grandi Fattori vennero denominati: Energia, Amicalità, Coscienziosità,


Stabilità emotiva e Apertura mentale. Ogni dimensione venne
ulteriormente distinta in 2 sottodimensioni

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BFQ-2 (2008)
• Distribuzione degli item positivi e negativi nelle dimensioni principali e nella scala
Lie del BFQ-2 (Caprara et al., 2008)

BFQ-2 (2008)
• Le proprietà psicometriche del BFQ sono state esaminate su campioni di 10.000
soggetti in condizione neutrale e oltre 6.000 in condizioni «valutative», come
la selezione del personale

• Il BFQ-2 vuole proporsi come un miglioramento del BFQ. Il suo sviluppo ha seguito
tre fasi:

• eliminazione (13), spostamento (4) e modifica (18) di alcuni item del BFQ
che avevano dato problemi di consistenza interna o esterna;

• messa a punto di una batteria di 174 item, dei quali 67 sono nuovi, 89
derivano dal BFQ e 18 rappresentano una modifica degli originali BFQ;

• diversamente dal BFQ, entro il quale gli item positivi e negativi erano perfettamente
bilanciati (4+4), nel BFQ-2 prevalgono gli item negativi (non bilanciato); in
conclusione, gli item del BFQ-2 sono 120 (33 nuovi, 15 modificati, 72 del BFQ,
che ne aveva 108), in aggiunta ai quali va contemplata una scala Lie di 14 item,
con un totale di 134 item.

• verifica delle proprietà psicometriche del BFQ-2 (attendibilità e struttura


fattoriale), per mezzo di un campione di 1033 partecipanti

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BFQ-2 (2008)
• PROPRIETA’ PSICOMETRICHE

• Per l’esame delle proprietà psicometriche e strutturali del test sono stati
considerati 5 gruppi distinti di soggetti, di ampiezza variabile tra 387 e 1447 unità

• Per la stabilità temporale dello strumento è stato testato un gruppo di 187


persone, considerando circa un mese di distanza tra le due rilevazioni

• L’attendibilità delle scale per la misura delle dieci sottodimensioni, delle cinque
dimensioni principali e della scala Lie (con le sue due sotto-dimensioni) è stata
valutata, con successo, mediante il coefficiente alpha di Cronbach, ed è risultata
oscillare tra .70 e .90

• Le inter-correlazioni tra le scale e sotto-scale del questionario sono coerenti con


l’ipotesi di fattori correlati ma distinti  il valore medio è pari a circa .20, con rare
punte a .58 e .67

• In base agli esiti dell’analisi della varianza, risulta che, in generale, i maschi
riportano punteggi più alti delle femmine nei fattori Energia, Stabilità Emotiva e
nella Scala Lie; le femmine nei fattori Coscienziosità e Apertura Mentale

BFQ-2 (2008)
• RELAZIONI CON ALTRI «SISTEMI» O STRUMENTI PER LA VALUTAZIONE
DELLA PERSONALITA’

• E’ stata approfondita, con un buon grado di successo, la relazione tra i


punteggi del BFQ-2, del NEO-PI (Costa & McCrae, 1985; il marker più classico
dei Big Five) e del 16 PF-5 [che misura 16 fattori primari e 5 fattori di secondo
ordine, denominati EX = Estroversione, AX = Ansietà, TM = Durezza, IN =
Indipendenza, SC = Autocontrollo]

• La validità convergente e discriminante è stata derivata da risultati di


ricerche che hanno impiegato il BFQ, con cui il BFQ-2 condivide oltre il 70%
degli item

• Tra i principali strumenti messi in relazione col test ricordiamo: EPQ di Eysenck,
STAI e STAXI di Spielberger, WAIS-R di Wechsler

• I risultati ottenuti sostengono la validità del BFQ

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BFQ-2 (2008)
• SOMMINISTRAZIONE E SCORING

• Il BFQ-2 può essere somministrato sia in versione carta e matita, sia online
(Internet testing di Giunti O.S.), sia individualmente sia in gruppo

• Le istruzioni sono stampate sul frontespizio del questionario e possono venir lette ad
alta voce ai soggetti, aggiungendo eventuali chiarimenti

• E’ importante che le risposte siano spontanee e sincere; non vi sono risposte giuste o
sbagliate poiché non esiste un profilo desiderabile o indesiderabile in assoluto

• I partecipanti devono rispondere a tutti gli item, che sono su scala tipo-Likert a 5
punti (da 1 = Assolutamente falso per me a 5 = Assolutamente vero per me) e anche
riportare correttamente alcuni loro dati anagrafici sul «Foglio di risposta»

• L’operatore può inserire le risposte sulla griglia del sistema Internet-Test. Il punteggio
grezzo di ognuna delle 10 sottodimensioni equivale alla somma dei punteggi
ottenuti negli item che la compongono (attenzione alle ricodifiche!); per i 5
fattori, invece, alla media dei punteggi grezzi delle sue 2 componenti

• Lo scoring online procede in automatico, calcola i punti T (M = 50; DS = 10) (il


Manuale riporta le Tavole di conversione) e produce un rapporto interpretativo

BFQ-2 (2008)
• NOTA BENE

• Il livello di qualificazione richiesta è il B2 (O.S. Giunti)

• Il test può essere quindi acquistato da: coloro che rientrano nella categoria C;
psicologi (iscritti all’albo B, all’albo A e non iscritti all’albo ma in possesso di laurea
del vecchio ordinamento), e medici con specializzazione in geriatria, neurologia,
pediatria, medicina fisica e riabilitazione, neuropsichiatria infantile, psichiatria,
psicologia clinica, psicoterapia

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BFQ-2 (2008)
• NORME

• I punteggi grezzi delle 10 sottodimensioni, delle 5 dimensioni principali e delle scale


Lie sono convertibili in punteggi standardizzati utilizzando le apposite Tabelle
(Appendice A del Manuale).

• Alcune Tabelle (A1 – A4) fanno riferimento a soggetti esaminati in condizioni


«normali», quindi non di valutazione, non di selezione del personale

• Altre (A5 – A12) sono state ricavate da somministrazioni in condizioni di valutazione


o selezione

• Per facilitare il lavoro di conversione, le tabelle riportano solo i punteggi grezzi


corrispondenti ai punti T compresi tra 25 (-2.5 DS) e 75 (+2.5 DS), poiché i
punteggi sotto o sopra tali valori sono statisticamente molto rari

• E’ consigliabile arrotondare il punteggio grezzo ottenuto a quello più vicino


nella Tabella di conversione che si sta consultando.

• Le Tabelle A13 – A18 presentano M e DS dei punteggi grezzi dei campioni totali di
soggetti in situazione normale o di valutazione
BFQ-2 (2008)
Esempio

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BFQ-2 (2008)
Esempio

BFQ-2 (2008)
• IDENTIFICAZIONE DI PROFILI FALSATI O DISTORTI

• E’ noto che i test di personalità siano soggetti a molti tipi di distorsione, soprattutto
la desiderabilità sociale e i profili più falsati ricorrono nelle situazioni in cui il
questionario è utilizzato con finalità valutative

• Nel caso del BFQ-2, come di altri strumenti, può essere utile avvisare i soggetti
che il test è in grado di evidenziare profili falsati e distorti in base
all’analisi di alcune delle risposte date

• Come già anticipato, il test comprende una scala Lie, ulteriormente scomponibile in
due sottoscale – Lie moralistic e Lie egoistic – sviluppate per cogliere due
distinte tendenze alla distorsione (auto-inganno), il bias moralistico o del
«santo» e il bias egoistico o del «supereroe» (Paulhus e John, 1998.

•  I bias moralistici rappresentano la tendenza ad attribuire a se stessi qualità


moralmente desiderabili e a presentarsi come persone particolarmente affabili,
rispettose degli altri e delle norme sociali

•  I bias egoistici individuano la tendenza ad attribuire a se stessi qualità positive di


status o intelletto, e a presentarsi come capaci, competenti, brillanti e coraggiosi

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BFQ-2 (2008)
• In generale, per la scala Lie complessiva e per le due prese separatamente:

• Un punteggio T<45 indica che il profilo è libero da falsificazioni e che il


soggetto abbia, con elevata probabilità, risposto in maniera sincera a tutto il
questionario

• 45≤T≤55 = Il soggetto ha risposto in modo sostanzialmente sincero, con una


tendenza a valutarsi in modo leggermente più positivo del reale.

• 56≤T≤65 = Il soggetto, probabilmente, fornisce una falsificazione in senso


positivo.

• T>65 = Il soggetto, molto probabilmente, ha falsificato le risposte in senso


positivo.

• E’ sempre molto utile, in generale, analizzare tutte le scale del BFQ-2


separatamente.

• Se un profilo presenta 3 o più punteggi T superiori a 65 nelle scale di


personalità, oltre che nella scala L (Lie) e assai probabile che sia il
risultato di una falsificazione, a maggior ragione se la situazione possa
motivarla (es. selezione del personale)

BFQ-2 (2008)
• AMBITI DI APPLICAZIONE

• Psicologia delle organizzazioni (selezione del personale, valutazione del


potenziale, assessment center)

• Psicologia clinica

• Psicologia dell’educazione, anche nella versione del test specificatamente


dedicata all’autovalutazione di bambini e preadolescenti, tra i 7 e i 14 anni, oppure
alla loro valutazione degli insegnanti, ovvero il BFQ-C (Barbaranelli et al., 1998)

• COSTI (Fonte: www.giuntios.it)

• Manuale: 49,00 Euro

• Report (online): 45,00 Euro

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Tratti, 16, 5?
• Il concetto di tratto – 16, 5 o 3 fattori – ci propone un modello conoscitivo
esauriente della personalità?

• Quasi tutti i teorici della personalità ritengono che oltre ai tratti vi sia
molto altro, ad es.: il modello di sé della persona, l’identità, gli stili cognitivi,
l’inconscio o il non consapevole

• Ad esempio, il modello dei Big Five dice realmente qualcosa sull’organizzazione


della personalità? L’individuo è «solo un fascio di tratti» oppure la loro
organizzazione costituisce una parte importante della personalità?

• Pochi studi hanno cercato di capire come i Big Five si combinino negli
individui per dare luogo ai vari tipi di personalità (differenze
individuali)

• Inoltre, la teoria dei tratti non è ritenuta molto efficace riguardo al


tema del cambiamento della personalità (fotografia vs. processo), sia in
relazione allo sviluppo (età giovanile vs. età adulta), sia in relazione a
percorsi di terapia (Pervin & John, 1997)

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